Dopo la morte, settimana scorsa, di un bambino in un incendio (vedi
QUI ndr) e le espulsioni di cui sono vittime diverse famiglie rrom nell'Ile de
France, MdM interpella i candidati alle elezioni europee. I testi esistono a
livello europeo. Proteggono le famiglie rrom da queste situazioni disastrose. Médecins du Monde
domanda ai candidati, una volta eletti, di impegnarsi a fare rispettare questi
testi nei differenti paesi europei, ed in particolare in Francia.
Lettera ai candidatialle elezioni europee
Noi firmatari, membri dell'associazione Médecins du Monde, siamo stati obbligati
ad installare il 27 maggio a Saint Denis, alle porte di Parigi, un campo di
sgomberati per cittadini europei. 115 persone Rrom di cui 6 lattanti e 41
bambini, sono accolti in un campo sul modello di quelli che dispieghiamo nel
caso di emergenza sanitaria e delle catastrofi. Installare un campo di
"sfollati" in Francia, ma come ci siamo arrivati?
Cacciate, incalzate da diversi mesi, queste famiglie rrom erano per strada dopo
un incendio che aveva causato la morte di un bambino e dopo la loro espulsione
da tutti i luoghi precari dove avevano tentato di trovare rifugio. Lo stato, le
collettività locali e territoriali se ne rimpallano la responsabilità. Davanti a
questo maltrattamento istituzionale, senza alcuna soluzione e di fronte
all'emergenza sanitaria, abbiamo portato loro un riparo che speriamo momentaneo
in attesa di soluzioni più degne e durabili.
Pertanto, i testi elaborati a livello europeo esistono, sono di qualità e
apportano risposte adatte ed umane perle famiglie rrom, ma non sono applicati in
Francia. Europei, beneficiari dei diritti riaffermati tanto dal Parlamento che
dalla Commissione e dal Consiglio d'Europa, i Rrom sono trattati in Francia, con
dispetto come cittadini europei di seconda classe. E le loro espulsioni
ripetute, senza soluzioni di ri-alloggio si trascinano, noi lo constatiamo tutti
i giorni, verso l'esaurimento, l'interruzione delle cure e del seguito medico,
soprattutto per le donne ed i bambini piccoli. Stato, regioni, dipartimenti,
sindaci, ciascuno di questi attori detengono quindi una parte della soluzione.
Ma tutti si rimpallano la responsabilità in un gioco istituzionale grottesco per
finire in un niente di fatto.
Alla vigilia dell'elezione del nuovo Parlamento Europeo, vi domandiamo di
prendere l'impegno, una volta eletti di vegliare, almeno, sull'applicazione
delle regole europee esistenti. Vi domandiamo di non accettare più il gioco del
ping-pong istituzionale di cui sono vittime i Rrom, cittadini europei protetti
pertanto dalle leggi in vigore.
Nella Ile de France, le associazioni richiedono una Tavola Rotonda che riunisca
tutti gli attori coinvolti. Un incontro che permetta di condividere le questioni
e di trovare assieme delle risposte coordinate per uscire con una gestione
condivisa del territorio. Noi vi chiediamo in nome dell'Europa di cui avete il
mandato, di appoggiare questa iniziativa elementare perché i Rrom possano vivere
degnamente.
La maggioranza dei dialetti europei ha preso in prestito termini zigani. Gli
chavs, probabilmente dal romanì chavo (ragazzo), popolarizzato
dagli anni 2000 nel Regno Unito, si apparentano alla gente marginale. Ma è
presso la gioventù francese che le parole rom sono le più utilizzate. Il
tradizionale chourave per nascondere. Marave per sottrarre.
Pillave per bere alcool.
Segno di questa popolarità, dei "falsi-zigani" vedono regolarmente la luce
con la ripresa della terminazione in -ave: una nuigrave (sigaretta) non
ha niente a che vedere con la gens du voyage, ma deriva dalla contrazione
di "Nuit gravement à la santé" (Nuoce gravemente alla salute ndr); il
verbo bedave, per fumare, viene effettivamente da una parola zigana (bédo
per spinello) ma non è mai esistito al di fuori dell'immaginario adolescenziale.
Non è una novità,
già nel 2004 avevo segnalato questa commistione tra gergo giovanile ed
alcune versioni del romanès:
Ravin (Lilli):
LONDRA (Reuters) - L'anno scorso ci sono stati i "sexing up;" nel 1993 i
Britannici "having it large" e nel 1980 "power dressing."
Ora è il momento dei "Chavs" (da "chavoro", bambino in lingua Romanes ndr),
il nome che i giovani delinquenti britannici con la passione per i gioielli, il
fitness, i vestiti con con loghi evidenti e i cappellini da baseball di Burberry,
adoperano per definire se stessi.
L'autrice Susie Dent immagina che ogni anno nascano nuovi termini inglesi che
sintetizzano le preoccupazioni del tempo attuale.
"La parola chav era virtualmente sconosciuta sino a quest'anno, ma sta
diffondendosi rapidamente" dice Susie Dent
... Lele:
Bene, adesso possiamo aggiungere i giovani delinquenti al nostro repertorio di
stereotipi!
Non bastava chiamarci ladri, pigri, promiscui, rapitori di bambini...
Dovrò chiamare il mio dottore e farmi prescrivere del Prozac... o forse dello
Xanax. Ho voglia di prendere un nerbo ed agitarlo per bene. Non è un errore, ci
sono nervi che saltano e nerbi da agitare...
Che depressione, Rav...
... Todd Garvin:
Questo mi ricorda che la parola "pal" (da "phral che significa fratello) è
entrata nella lingua inglese molti anni fa.
..... Margaret:
Chavo per molto tempo è stato ampiamente usato nella lingua spagnola.
Le parole si mischiano, la lingua non è immobile, progredisce col villaggio
globale del XXI secolo
...
Ripreso da post diversi su:
http://it.groups.yahoo.com/group/allgypsies
--------------------------
...
Prendete il classico lolliypop - i leccalecca, per esempio. La quintessenza del
dolce britannico, che deriva dalle caramelle rosse che gli zingari vendevano
nelle fiere, tanto da essere chiamati loro stessi “lollypobbles”. Quello che la
nostra popolazione ignora, è come le due culture si continuano a mischiare,
anche con neologismi che erroneamente chiamiamo slang: Ogni gadje potrebbe
scommetterci un wonga che siete divvy, ma se rifiutate, mush. riportato inhttp://it.groups.yahoo.com/group/arcobaleno_a_foggia/message/406(per chi volesse ancora sapere qualcosa)
La prima volta, fu nell'aprile 2007. François Vlaminck, educatore sociale,
incominciava a lavorare per Aréas (Associazione regionale di studio e di azione
sociale presso la gens du voyage). "C'erano queste baracche, a
Lille-Fives, con una sessantina di persone tutte appena arrivate dalla Romania.
Non avevano ancora delle roulotte. Di sicuro, le baracche sono presto state
evacuate dalla polizia..." Da allora, di bidonville in depositi, garantisce una
missione "di osservazione e di vigilanza sociale" presso i Rom precari originari
della Romania, Bulgaria ed ex-Jugoslavia. Il suo compito, finanziato dallo
Stato, consiste nel recensire le famiglie, le loro situazioni sociali e
sanitarie.
Ma François Vlaminck è fatto anche una specialità della gestione delle
emergenze umanitarie. In relazione costante col "115", soprattutto nel periodo
invernale, un giorno scova un riparo per una giovane sul punto di partorire.
L'indomani, sono i volontari del Soccorso Popolare che l'accompagnano per una
distribuzione di derrate alimentari... Sul filo, senza soste, tra il suo ruolo
di lavoratore sociale e le aspettative della popolazione.
"Sistemi di sopravvivenza"
"Un giorno, mi son ritrovato nel campo di via de Marquillies a Lilla, seduto
su una sedia in mezzo alle famiglie. Erano tutti là, coi documenti d'identità.
Credevano fossi venuto ad iscriverli a qualcosa, un dispositivo..."
Dopo, le famiglie comprendono meglio il ruolo di François Vlaminck, vigile
sociale delle baraccopoli. "A volte, così, mi faccio messaggero delle buone
notizie, accompagno anche le famiglie nei loro percorsi".
Lontano tanto dal buonismo che dalla caricatura, François Vlaminck dice di
aver preso coscienza dei problemi che attraversano i campi "selvaggi". In queste
baraccopoli vivono ancora 220 famiglie della metropoli di Lilla, quelle che non
sono potute entrare nel dispositivo dei villaggi di inserimento.
La mendicità dei bambini? "Evidentemente è un problema. Ma l'ampiezza è tale
che non si può che ripetere altro, senza fine, che è proibito". Ed evocando
anche la difficile questione della prostituzione, è per insistere immediatamente
sul fatto che questo fenomeno sia lontano dall'essere proprio della cultura rom.
"Su 220 famiglie che vivono in una tale precarietà, ci sono sistemi di
sopravvivenza messi in atto, non sempre legali. Ma ci sono anche molte famiglie
che se ne allontanano, che non vogliono sentire parlare di accattonaggio dei
bambini", martella lui.
Rispetto a questa realtà, spera che incontri come quelli sulla "Ziganìa" (QUI
in francese ndr), oggi alla stazione Saint-Sauveur, "aiutino ad aprire un
poco lo spirito della gente, a farla reagire". A condizione, insiste, di non
"ridurre i Rom alla loro musica ed al folclore!"
E se il giovane operatore sociale afferma di avere "troppo la testa sul da
farsi per fermarsi a riflettere", ha nondimeno sviluppato un profondo interesse
per la cultura di chi frequenta quotidianamente. Quest'estate, ha previsto
proprio di partire al loro incontro, nei paesi dell'est, per tre mesi.
Lívia Járóka difende il suo seggio nel Parlamento Europeo Budapest, 9.6.2009, 11:11, (ROMEA)
Lívia Járóka, Parlamentare Europea e Rom ungherese, manterrà il suo seggio.
Il suo partito, FIDESZ (conservatore ndr), ha ottenuto il 56,37% dei
voti. Sarà l'unica Parlamentare Rom nella sessione 2009 - 2014. Durante la
sessione scorsa, i Rom contavano due parlamentari: Jároká e Viktória Mohácsi,
sempre ungherese.
[...] [Il primo parlamentare europeo di origine Rom] è stato Juan de Dios
Ramirez-Heredia, eletto per il periodo 1994 - 1999.
In Ungheria, il movimento rom MCF (Roma Összefogásért Párt - Partito
Unione Rom ndr), che teneva assieme diverse organizzazioni rom, [...] ha
ottenuto 13.440 voti, pari allo 0,47%. Il movimento mirava al voto dei 500.000 -
600.000 Rom ungheresi (l'Ungheria ha 10 milioni di abitanti), una delle più
grandi comunità rom in Europa.
Di Fabrizio (del 11/06/2009 @ 09:18:55, in Europa, visitato 1920 volte)
Ricevo (e traduco) da Unión Romaní copia della lettera da loro inviata a tutti i capilista delle sei formazioni spagnole che hanno ottenuto rappresentanza nel Parlamento Europeo:
Barcellona, 9 giugno 2009
Stimati Deputati
Prima di tutto permettetemi di manifestarvi a nome della UNION ROMANI,
Federazione delle Associazioni Gitane, le nostre più sincere congratulazioni per
il successo della vostra formazione politica nelle passate elezioni al
Parlamento Europeo. Voi incarnate la rappresentazione più genuina della volontà
politica degli spagnoli che vi hanno eletto e la vostra alta missione
nell'Europarlamento dovrà essere decisiva per la difesa dei valori civici che
ispirarono i padri dell'Unione Europea e che hanno come fondamento l'amore e il
rispetto alla libertà - valore supremo senza il quale non è possibile la
democrazia.
Essendo la libertà la caratteristica più importante della tradizionale
cultura gitana, intendiamo farla partecipe della nostra inquietudine in vista
del risultato di queste elezioni. L'avanzata sperimentata da partiti e
coalizioni apertamente razziste e xenofobe, fanno presagire tempi difficili per
noi che siamo sempre stati, lungo la storia, i capri espiatori su cui si sono
scaricati i sentimenti più selvaggi che a volte hanno marcato il comportamento
degli esseri umani.
Non sono dovuti passare molti giorni perché i ministri europei riuniti
nel Lussemburgo manifestassero ieri che noi, i gitani, che costituiamo la
minoranza etnica più importante della UE, ci sentiamo minacciati "dall'aumento
del movimento estremista, come conseguenza della crisi economica attuale",
e che "i gitani stanno sottomessi ad una pressione enorme e ad una
discriminazione crescente, e che ci sono gruppi radicali che stanno sviluppando
una posizione antizigana basata su pregiudizi che portano a comportamenti
radicali e inaccettabili". Questo lo ha detto il ministro ceco dei Diritti Umani
e delle Minoranze, Michael Kocav, il cui paese ostenta, come voi sapete, la
presidenza di turno della UE.
Il panorama attuale, signor Deputato, non può essere più allarmante: nella
Repubblica Ceca alcuni gruppi neonazisti agiscono violentemente contro i gitani
ed il Partito Nazionale ha promesso attraverso la televisione "una soluzione
finale per la questione gitana" (vedi
QUI ndr). In Olanda l'estrema destra si è convertita nella seconda forza
politica tramite il Partito della Libertà guidato da Geert Wilders e che ha
conseguito quattro seggi nel Parlamento Europeo. Gli estremisti hanno ottenuto
seggi ugualmente in Romania. In Ungheria, gli ultranazionalisti di "Jobbik"
hanno realizzato diverse marce militari [...] con slogan razzisti contro gli
immigrati. In Austria il Partito per le Libertà ha rivendicato attivamente
durante la campagna che "l'Occidente è per i cristiani". E' specialmente
allarmante che nel Regno Unito, il Partito Nazionale Britannico - razzista e
xenofobo - guidato da Nick Griffin, abbia conseguito, per la prima volta, di
entrare nel Parlamento Europeo con due seggi.
Permettemi di dirvi, a titolo personale, che i grandi dibattiti che
sostenni nel Parlamento Europeo, quando fui Deputato, contro il gruppo di
estrema destra guidato da Jean Marie Le Pen, o contro i fascisti italiani
comandati dallo scomparso Giorgio Almirante, possono apparire come divertimento
di giochi floreali in vista del panorama che ci presenta la futura composizione
della Camera di Strasburgo.
Di conseguenza, stimato signor Deputato, la UNION ROMANI vi supplica
calorosamente di quanto segue:
Primo: che esercitiate la vostra direzione nel seno del vostro
Gruppo Parlamentare perché sotto nessun concetto si passino azioni di
attuazione congiunta con i Deputati e le Deputate che difendono idee
razziste, xenofobe o antieuropee.
Secondo: che guidiate nel vostro Gruppo Parlamentare una corrente
apertamente antirazzista e battagliera contro quanti volessero resuscitare i
vecchi demoni del nazismo che costarono tanti milioni di vite innocenti, non
tanto tempo fa, nella nostra vecchia Europa.
Terzo: che rendiate pubblica la vostra testimonianza antirazzista.
Ve lo chiediamo calorosamente. Agite con coraggio. Noi, i gitani, ed i
nostri figli vi ringrazieremo sempre. Ed anche tutta la cittadinanza. Perché
difendere i valori che significano il rispetto per la dignità umana, dev'essere
patrimonio di tutti i democratici, al di là di qualsiasi appartenenza
partitica o di interesse. Dante Alighieri ammonì che "i posti più caldi
dell'inferno sono riservati a chi in momenti di crisi fece mostra della sua
neutralità". Noi, dall'UNION ROMANI lo diciamo più rudemente: "ai
razzisti, nessuna acqua".
Speriamo, signor Deputato, che vogliate dare alla nostra petizione il valore
e l'urgenza che merita. Dicono che la Storia non si ripete. Abbiamo paura che si
ripeta, prima come una farsa parlamentare inscenata da quanti non credono ne
all'Europa ne alla democrazia, e poi come tragedia sanguinosa di espulsioni,
estradizioni, violenza e morte.
Ricevete, a nome di quanti associamo nell'UNION ROMANI, il nostro migliore e
più speranzoso saluto gitano.
JUAN DE DIOS RAMÍREZ-HEREDIA Presidente de la Unión Romaní
Di Fabrizio (del 12/06/2009 @ 09:18:31, in Europa, visitato 1379 volte)
Ricevo da Giacomo Locci
Sperando di far cosa gradita inviamo, di seguito e in allegato il progetto di
Servizio Civile promosso da
IBO Italia a Panciu, in collaborazione con l'associazione locale
Rom Pentru Rom nel
quale sono richiesti 4 volontari. Purtroppo non è sempre facile trovare giovani
interessati ad un'esperienza di volontariato in Romania e alle attività e alle
tematiche previste, quindi vi chiedo il favore di girare questa opportunità ai
vostri contatti ed eventualmente darle visibilità nei vostri spazi web,
ricordandovi che il Servizio Civile è aperto a ragazze e ragazzi dai 18 ai 28
anni e il bando dovrebbe uscire dopo metà giugno.
Resto a disposizione per ulteriori informazioni
Grazie dell'attenzione
Cordiali Saluti
Giacomo Locci
Gelem Gelem: il centro Pinochio ti aspetta!
IBO Italia cerca 4 volontari per il progetto di Servizio Civile a Panciu presso
l’associazione locale Rom Pentru Rom ed il suo centro giovanile "Pinochio". Se
hai dai 18 ai 28 anni, conosci le lingue, sei un tipo che si adatta, sa lavorare
in gruppo con umiltà e determinazione, vai oltre i pregiudizi, credi nella
ricchezza delle di erenze ma anche nel rispetto delle diversità, hai esperienza
nell’educazione non formale e nell’animazione o nella progettazione sociale,
allora devi provarci!
A Panciu, paese di circa 10.000 abitanti, a 180 km da Bucarest, l’associazione
Rom Pentru Rom gestisce un centro giovanile dove circa 40 fra bambini,
adolescenti e ragazzi, rom e non rom, studiano, giocano e crescono insieme
superando barriere e pregiudizi, oltre a difficili situazioni familiari.
Alfabetizzazione, sostegno scolastico, teatro, giocoleria, musica, educazione
all’igiene, scambi internazionali: lo staff locale, aiutato dai volontari
italiani, porta avanti molteplici attività e numerose collaborazioni.
6 giugno 2009 IL PADIGLIONE ZINGARO PERPETUO ufficialmente
inaugurato alla BIENNALE DI VENEZIA domenica 7 giugno alle 12.00
Il lancio del Padiglione Zingaro Perpetuo è una risposta ad una doppia
crisi: Mentre il 2007 vide l'acclamato primo Padiglione Rom a Venezia [(
http://www.romapavilion.org) vedi
QUI ndr], il previsto Padiglione Rom del 2009 è stato cancellato con un
minimo preavviso. La situazione molto sfortunata è resa più acuta dal fatto che
nel 2009, la Biennale di Venezia ha luogo tra violazioni estreme dei diritti
umani del Popolo Romanì in Italia ed in altri paesi europei.
Il Padiglione Zingaro Perpetuo è una risposta immediata, ma
anche a lungo termine, a questa situazione. E' un padiglione mobile e
viaggiante [...] La sua prima Residenza dopo il lancio - con i suoi
propri spazi, edifici, artisti, curatori e concetti - è già programmata per
l'HELSINKI Suomenlinna- Sveaborg (L'Istituto Nordico di Arte Contemporanea -
l'ex NIFCA). Avrà luogo nel contesto di un nuovo format artistico: un
Assemblea delle Arti. La seconda Residenza sarà a BELGRADO. Ulteriori
Padiglioni Zingari seguiranno sino Biennale di Venezia del 2011.
Gli artisti del Padiglione Zingaro Perpetuo includeranno eminenti
rappresentanti Rom, Romanichal, Sinti, Kale, Traveller, Manush, Romanisael [...]
ed altri artisti zingari.
Diversi rinomati artisti, pensatori, curatori, figure pubbliche assieme a
padiglioni nazionali hanno già dichiarato la loro solidarietà ed offerto il loro
supporto. Potete vedere la lista in divenire sul nostro sito web, dove c'è la
lista dei
Supportercome pure dellePetizionied i link al nuovo gruppo lanciato su Facebook:
http://www.facebook.com/group.php?gid=9417386654Unitevi a noi per
esprimere la vostra solidarietà e ricevere aggiornamenti sui Padiglioni Zingari.
Il nome del padiglione porta con sé la speranza e la richiesta che
indipendentemente dalla situazione organizzativa, finanziaria, artistica o
politica, un padiglione romanì o una sua rappresentazione saranno ufficialmente
presenti alla Biennale di Venezia e dentro il contesto artistico stabilito.
Inoltre - porta alla richiesta che gli artisti romanì siano rappresentati nei
Padiglioni Nazionali dei loro paesi di residenza.
Per la prima volta nel 2009, l'assenza di artisti zigani nei padiglioni
nazionali è stata trattata in forma mediatica dalle Cartoline da Venezia
(immagine di apertura). La Cartolina da Venezia è stata distribuita nel contesto
di diversi Padiglioni Nazionali - inclusi, al momento:
Il Padiglione di Grecia
Il Padiglione di Ungheria
Il Padiglione di Israele (previa riconferma)
Il Padiglione di Italia (Arsenale)
Il Padiglione di Polonia
Il Padiglione di Estonia
Il Padiglione di Serbia
Il Padiglione di Turchia
Il Padiglione di Uruguay
Speriamo che seguano ulteriori padiglioni nazionali.
Il lancio del Padiglione Zingaro Perpetuo [è avvenuto] al Padiglione
Ungherese ai Giardini di Venezia alle 12.00 di domenica 7 giugno 2009. Questa
inaugurazione del Padiglione Zingaro Perpetuo non è parte del Padiglione
Ungherese - ma da questo è ufficialmente supportato.
Di Fabrizio (del 14/06/2009 @ 09:51:24, in Europa, visitato 1203 volte)
Riprendo da
La
voix des Rroms, questo breve video dove si vede chiaramente la polizia che lacera le
tende ed i ripari dei Rom per impedire loro di farvi ritorno. Fatto, questo, denunciato
anche per molti sgomberi in Italia.
Una delle priorità della politica estera della Repubblica di Serbia nel
quadro del riavvicinamento alla UE e dell'entrata nella lista bianca di Schengen
e la prevenzione della migrazione illegale, come l'ammissione e l'inserimento
delle persone che ritornano, sulla base degli accordi bilaterali sulla
riammissione. Dopo la fase iniziale della messa in opera dell'accordo, a partire
dal gennaio 2008, sono tornate in Serbia 586 persone, la maggior parte dalla
Germania, dalla Svizzera e dalla Svezia. [...]
Nella struttura nazionale delle persone che ritornano, i Rom sono i più
numerosi, circa 149, 61 sono Serbi e circa 80 non si sono pronunciati. E' stato
approntato un Ufficio di riammissione per organizzare meglio l'ammissione delle
persone deportate e di assicurare il loro reinserimento nella vita quotidiana
serba. I rappresentanti dell'Ufficio di riammissione hanno stabilito il contatto
diretto con le 355 persone deportate, nei locali del controllo poliziesco dei
documenti e di transito, all'aeroporto "Nikola Tesla" di Belgrado [...]. In
collaborazione col Commissariato per i rifugiati, sette ex centri collettivi
sono stati trasformati in centri di ammissione urgente per le persone che
ritornano, nei quali sono alloggiate soprattutto in funzione del loro precedente
domicilio.
Secondo i dati della polizia, nel corso dei prime cinque mesi dell'anno in
corso, la Serbia ha ottenuto 774 domande di ritorno di suoi cittadini che
soggiornavano illegalmente all'estero, e 109 sono ritornati, ha dichiarato Rade
Dubajic, rappresentante della Squadra di reinserimento che ritornano e
consigliere del vice-primo ministro del governo, Jovan Krkobabic. Presentando il
rapporto sull'aiuto alle persone che ritornano, Dubajic ha dichiarato che non
aveva dati esatti sul numero di persone ritornate, perché gli uffici di
riammissione non esistono a tutti i passaggi frontalieri. Ha ugualmente aggiunto
che dei 109 totali, 77 sono tornati dalla Svizzera, 12 dalla Croazia e 7 dalla
Danimarca. Dubajic ha messo in rilievo che è in corso d'elaborazione un libro
informativo per chi torna, perché conoscano più facilmente i loro diritti, e che
la mancanza di soldi per la realizzazione dei progetti d'aiuto alle persone che
ritornano, pone un grande problema.
In Italia ci si consegna ai pogrom, in Repubblica Ceca si fa campagna
proponendo la "soluzione finale", un po' dappertutto nell'Europa Centrale ed
Orientale si piazzano i bambini rrom nelle scuole per handicappati mentale, in
Francia si strappano le tende di famiglie che si mettono per strada, ora, è la
volta dell'Irlanda del Nord, dove da qualche giorno, gruppi estremisti hanno per
obiettivo delle famiglie rrom originarie della Romania.
Dove va l'Europa? Adolf Hitler aveva un progetto europeo. All'indomani della
II guerra mondiale, gli Stati Europei misero in atto l'Unione Europea proprio
per evitare il ritorno di quel progetto. Siano ancora a tempo per evitare quel
ritorno.
La voix des Rroms chiede alle istituzioni europee di adottare rapidamente lo
Statuto quadro dei Rrom nell'Unione Europea, proposto dalla Rete rrom degli
attivisti sulle questioni giuridiche e politiche (RANELPI)*. L’adozione
immediata di questo statuto quadro che ha appena ricevuto l'appoggio della
presidenza dell'Unione Rromani Internazionale (OnG a statuto consultivo presso
l'ONU) e la sua messa in opera diviene ormai un'urgenza.
* Il progetto di Statuto quadro è disponibile in inglese, francese,
ungherese, italiano, polacco e rumeno sul sito
http://www.rroma-europa.eu
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