Sono andato a leggermi di cosa scriva quel blog. Prima dei contenuti,
un'occhiata alla grafica: pagina scura ma con diverse sfumature di colore,
caratteri semplici e leggibili. Insomma, niente che ad uno primo sguardo possa
ricondurre ad un sito di estrema destra o razzialmente caratterizzato. La stessa
impronta viene mantenuta nell'introduzione,
dove una storia commovente caratterizza meglio l'intento del blog. La riporto
integralmente:
Questo sito nasce nel 2007 quando un gruppo di zingari rom massacrò mio
padre per derubarlo di soli 30 € contanti, un cellulare dal valore di 20 € ed un
braccialetto d'oro. Ancora ricordo quel giorno come se fosse oggi. Chiamò
l'ospedale a casa avvertendo mia madre di ciò che era accaduto e delle gravi
condizioni in cui versava mio padre. Ci precipitammo immediatamente al
nosocomio. Quando arrivammo vidi quel corpo tumefatto, il viso irriconoscibile,
lo zigomo rotto, un occhio rientrato e tanto sangue. Ore di agonia, di
sofferenza, di dolore. Mio padre non ce la fece. Morì e quei delinquenti non
furono mai presi. Intanto la mia famiglia era distrutta. Dovetti crescere senza
un padre, senza il suo affetto, senza il suo conforto, senza il suo dialogo,
senza il suo sorriso, senza i suoi consigli, senza niente. Quei delinquenti
oltre che uccidere materialmente mio padre, uccisero dentro anche me, la mia
anima, il mio spirito, il mio io. Il sito nasce inizialmente per sfogare la mia
rabbia, il mio dolore, la sofferenza alimentata ulteriormente dal fatto che a
quel brutale gesto non era seguita quella che si definisce “giustizia”. Vedevo e
vedo troppe cose che in Italia non vanno. Porgere l'altra guancia si, ma non
fino a farsi prendere per scemi.
Ricordatevi: questa è l'introduzione, cioè il ponte che
dall'anonimato di un sito porta al suo svilupparsi. Storia commovente, dicevo,
che occupa con vari particolari, tra il lacrimevole e lo splatter, quasi tutta
l'esposizione. Storia di un bravo ragazzo toccato non tanto nel portafoglio ma
negli affetti più cari, così che possiamo empaticamente identificarci in lui, il
suo dolore, la sua rabbia. Identificazione necessaria, perché non troveremo da
nessuna parte altri indizi sull'autore del blog, sul nome della vittima, su chi
materialmente la uccise. Riguardo agli assassini, sappiamo solo che fu "un
gruppo di zingari rom". Quindi, a rigor di logica, se l'assassinio fosse
stato compiuto, ad esempio, da "il cartello di Medellin", il nostro
avrebbe chiesto di cacciare dall'Italia tutti i Colombiani! Non pensiate che si
tratti di un errore di logica; secondo me è il passo successivo alla storia
lacrimevole: una parola d'ordine SEMPLICE e CHE DIA UN COLPEVOLE, così da
terminare con un occhiolino ai sentimenti anti-sistema che oggi vanno per la
maggiore, "Vedevo e vedo troppe cose che in Italia non vanno. Porgere
l'altra guancia si, ma non fino a farsi prendere per scemi." A questo punto
dopo l'introduzione allo svolgimento vero e proprio.
Chiameremo questa fase la vendetta, cioè il mix di "cose
che non vanno" e come rimediare, cioè "non farsi prendere per scemi",
che si sviluppano su due binari diversi. I temi affrontati riguardano singoli
episodi di cronaca nera, quasi tutti senza commento da parte dell'autore, ed i
colpevoli non sono più solo i Rom, ma anche Filippini, Rumeni... che, se
vogliamo dare una logica al tutto, dovrebbero essere TUTTI INDISTINTAMENTE
CACCIATI. Ma questo non viene affermato da nessuna parte, stranamente questo
elenco REALE di cronaca nera non riguarda nessun fatto in cui gli Italiani siano
anche lontanamente ritenuti colpevoli. Penso, perché sarebbe abbastanza
complicato, per lo stesso ragionamento di base, cacciare gli Italiani
dall'Italia, tanto, le "cose che non vanno" continuerebbero a non
andare... Ma intanto, da un singolo fatto iniziale, la colpa è stata estesa ad
un numero ragguardevole di COLPEVOLI: tanti, stranieri, violenti, ecc.
Ci sono anche due mini-dossier, dove i Rom tornano
protagonisti della cronaca:
Alba
Adriatica (a Pescara) e
i
Casamonica (a Roma), ma se il primo è soprattutto la testimonianza di una
convivenza mancata, il secondo è il racconto di un'integrazione riuscita al
contrario, dove un gruppo di Rom arrivato dall'Abruzzo si è talmente integrato
da aver sostituito i romani nei loro traffici tradizionali, compreso il
complesso meccanismo che mischia attività economiche, malavita e coperture
politiche. Per terminare con le sezioni del sito, una scarna raccolta di
video.
La seconda fase della vendetta spetta ai commenti, cioè come rimediare allo stato attuale delle cose. Se
l'autore del blog non si spinge oltre l'incerto confine del razzismo, i
commentatori non sembrano porsi questo limite, nel far quadrare un iniziale
storia commovente con soluzioni da III Reich. Eccone alcuni:
Hai proprio ragione antonella via dall'italia questi
zingari che insudiaciano, moralmente e fisicamente le nostre
strade, fanno la bella vita alle spalle dei poveri italiani che
lavorano per mantenere la propria famiglia e per finire non
hanno un benemerito ca**o di lavoro.
Però penso anche che difficilmente da uno zingaro rom, data
la sua scarsa propensione ad adattarsi e a rispettare le più
elementari regole di buon senso vigenti in una nazione, si possa
ottenere insegnamenti di come migliorarci. Le cronache
giornaliere parlano chiaro: stupri, spaccio di stupefacenti,
rapimento e sfruttamento di bambini, aggressioni mortali, furti
ecc.
CONCORDO PIENAMENTE CON TE, ANCHE SE NON CI CONOSCIAMO
ABBIAMO LE STESSE IDEE, SE FOSSE X ME RIAPRIREI I LAGER E LA
BRUCEREI TUTTA STA GENTE DI MERDA. PURTROPPO DI GENTE COME NOI
CE N\'E\'
Concordo! Salviamo la Patria da questa gente!!
CI HANNO ROTTO IL CAZZO STI ZINGARI DI MERDA!!!!! PREDIAMOLI
A CALCI IN CULO!!!!!!!!!!
Devono essere bruciati vivi nei forni crematori,hanno rotto
il cazzo le nostre città sono piene di questi esseri su-umani
che vivono di rapine e furti.
A CHE CAZZO SERVONO I ROM???? VIVONO SOLO PER DELINQUERE E
ROMPERE I COGLIONI A CHI LAVORA, FANNO TANTI FIGLI PERCHE\' PER
OGNI FIGLIO LO STATO DA LORO UN CONTRIBUTO GIORNALIERO TALE CHE
A FINE MESE DIVENTA UNO STIPENDIO D\'ORO
bravissimi, fuori dalle palle questa feccia pezzente rom. I
paesi seri la merda nomade la cacciano giustamente a calci, noi
fessi li raccattiamo tutti
Non ho riportato i nomi dei commentatori, ma al solito tanto più un commento è
forcaiolo, quanto il commentatore si difenderà tramite l'anonimato. Anonimi i
commenti, anonimo l'autore e pure la vittima iniziale. Il tutto suggellato dal
fatto di essere un blog e non un sito, per cui si può solo risalire alla
piattaforma che ospita il blog, ma a nessuno di quanti ha trasformato una storia
personale in voce di popolo. O meglio, gli unici che possono risalire a questi
dati sono Wordpress (the
Content is not pornographic, does not contain threats or incite violence towards
individuals or entities, and does not violate the privacy or publicity rights of
any third party;) da una parte, l'autorità
giudiziaria dall'altra.
Verrebbe da dire, è il mondo virtuale, bellezza! dove
chiunque può montare o smontare un frammento di vita e farne una piattaforma
politica.
Ma ragionando su quello che è il mondo virtuale, avrei un'ultima osservazione
da fare. Da molto tempo i giornali "tradizionali" stanno assumendo modalità
comunicative proprie delle rete telematiche per sollevarsi dalla loro crisi. In
questo caso mi sembra che avvenga il contrario: si utilizza uno strumento aperto
come il blog, per adottare strategie comunicative proprie dei mezzi di
comunicazione che perseguono un obiettivo politico.
Vittimismo, vuoti di memoria, nemici necessari, commenti forcaioli che si
vogliono mascherare da opinione della massa, fanno parte del piatto che
ogni giorno ci viene servito dai mezzi d'informazione eterodiretti. Vale la
legge della concorrenza, i meccanismi valgono purtroppo tanto a destra che a
sinistra.
Vediamo come si coniuga questo sistema con notizie differenti. Useremo il
Giornale e la recente morte di Pino Rauti come controprova. Nell'articolo di
Stenio Solinas (occorre dire che in altri articoli il Giornale ha
corretto il tiro) un protagonista delle pagine nascoste e violente
della nostra storia, viene ricordato come se fosse stato solamente un
intellettuale che non ha capito come fosse cambiata la politica. Fascista sì, ma
galantuomo.
Stragi, strategia della tensione, pestaggi... su questo un silenzio di tomba.
Io, che da ragazzo ho vissuto quegli anni, penso che molti testimoni delle
nostre storie oscure sono spariti in cause poco chiare, probabilmente per paura
che potessero squarciare questo silenzio tombale. Pino Rauti è morto ad 85 anni,
come si dice "tranquillo e con l'affetto dei suoi cari". E questa
morte, così incongruente con la sua storia, mi da l'idea di segreti così al
sicuro, che non c'è stato bisogno di ammazzarlo.
Rivista
svizzera censurata per la copertina sul ragazzo rom
GINEVRA 30 ottobre, 2012 (AP) Il Garante svizzero sulla stampa ha
accolto la denuncia contro una rivista che ha usato l'immagine di un ragazzo rom
che impugnava un'arma, per illustrare una storia su presunte minacce da parte di
bande zingare.
Martedì il Consiglio della Stampa Svizzero ha detto che la rivista zurighese Weltwoche
è colpevole di "distorsione" e "discriminazione" per aver pubblicato l'immagine
sopra il titolo "Arrivano i rom: razzie in Svizzera".
La foto, scattata nel 2008 dal fotografo italiano Livio Mancini, raffigurava
in realtà un bambino che giocava con una pistola giocattolo in una discarica in
Kosovo.
I gruppi europei di Rom e Sinti avevano accusato la copertina di infiammare i
pregiudizi contro i due gruppi etnici, [...].
La decisione del Garante non avrà conseguenze al di là della censura
pubblica. La rivista non ha risposto alle richieste di un commento in proposito.
Trovata lunedì mattina nella posta. Per ascoltarla in italiano ed in
lingua originale QUI
Lei stava appoggiata
al muro vicino
all'Hotel Tevere con in mano
un bicchiere di plastica
quando iniziò a piovere.
Ho cercato una moneta, le sono
andato vicino
e l'ho fatta cadere nel bicchiere.
Cadde sul fondo
di un'aranciata.
Sono arrossito, ho guardato
i suoi occhi devastati e la pelle
e i capelli diventati prematuramente
grigi, e ho detto che
mi dispiaceva, che avevo pensato
avesse bisogno di soldi.
"Ne ho bisogno", rispose
e sorrise "Stavo
solo bevendo
qualcosa".
E restammo così
a ridere assieme
mentre guardavamo le gocce di pioggia cadere
sul lago d'arancia
sopra la moneta che affondava.
Panico tra le popolazioni a nord e a sud, per l'arrivo di pericolosi
extraterrestri... anche se la loro presenza è documentata almeno dal 1422. Le
potenti truppe italiche, intervenendo immantinentemente e con sommo sprezzo del
pericolo, mantengono il controllo della situazione. Il presidente Obama,
interpellato sull'ipotesi di un intervento USA, ha risposto di avere altre gatte
da pelare. (DISCLAIMER: nessun gatto è stato maltrattato per questo
annuncio)
ROMAGNAnoi - RIMINI - Blitz di carabinieri in un
accampamento di nomadi. L'alta concentrazione di Rom e Sinti presenti l'altro
giorno in città ha messo in allarme la popolazione e di conseguenza i
carabinieri che sono intervenuti per controllare che tutto fosse in ordine. Alle
13 e 10 di sabato scorso, a seguito di una mirata attività informativa svolta
sul territorio, i carabinieri del nucleo radiomobile di Rimini, delle stazioni
di Santarcangelo e Viserba sono intervenuti a Santarcangelo di Romagna dove
erano stati segnalata la presenza cospicua di camper e roulotte di nomadi nelle
aree di sosta adiacenti alla città.
I carabinieri, in maniera oculata, hanno svolto un capillare
controllo del territorio finalizzato ad identificare le persone che sostavano.
L'attività permetteva di individuare che si trattava per lo più di giostrai
giunti nella città clementina in occasione della festività dei morti e della
tradizionale fiera di San Martino che si svolgerà nel prossimo week end. I
controlli permetteva ai militari di effettuare un monitoraggio preciso dei
componenti familiari che effettivamente sostano nelle aree industriali,
artigianali e nelle adiacenze del cimitero. Questa azione di verifica e
prevenzione sul territorio proseguirà incessantemente anche nei prossimi giorni
e fino all'evento fieristico.
La città DI SALERNO - Ancora zingari in città. Nuovo campo nomadi nel
piazzale retrostante lo stadio comunale Pastena, in piazza Pozzo, e, come da
copione, arriva la protesta dei residenti. Dopo l'intervento delle forze
dell'ordine per convincere alcuni gitani a cambiare locazione circa due
settimane fa, il problema si ripropone con una nuova tribù, ancora più numerosa
della precedente, che ha trovato collocazione alle spalle dell'impianto di viale
Barassi. Il gruppo di zingari si trova nella zona da due giorni. Secondo alcuni
abitanti del quartiere, si tratterebbe di almeno una ventina di unità e sei di
mezzi, tra cui roulotte ed autovetture.
Diversi residenti del quartiere Taverna delle Rose avrebbero già fornito
informazioni utili al comando di Polizia municipale di Battipaglia. Gli agenti,
coordinati dal comandante Gerardo Iuliano, dovrebbero attivarsi nelle prossime
ore. I medesimi residenti avrebbero poi intenzione di richiedere al comando di
Polizia municipale un maggior controllo della zona e magari l'installazione di
una telecamera da collegare all'impianto generale di videosorveglianza.
Un dispositivo per la ripresa e la registrazione delle immagini è già
presente in viale Barassi, nel piazzale antistante lo stadio Pastena. La
richiesta degli abitanti è di installare una telecamera anche nella zona
retrostante l'impianto, dove solitamente trovano rifugio i gitani di passaggio.
OK, non c'è neanche la notizia. Ho pubblicato il tutto solo per la
coincidenza di aver letto di seguito i due articoli lunedì scorso, sperando di evitare una
qualsiasi psicosi.
A proposito di psicosi... mettete insieme
un articolo di settimana scorsa, la provincia profonda e una misteriosa
macchina rossa. Ecco una notizia di mercoledì scorso:
L'Eco di Caserta - ROCCAMONFINA (Caserta) – Ma cosa sta succedendo nel paese
roccano? Da giorni un’auto rossa circola in paese in cerca di bambini. Qualche
settimana addietro, nella vicina Teano, mentre una mamma era intenta ad
aggiustare la maglietta al figlioletto, degli uomini, verosimilmente zingari, si
avvicinano alla signora e stavano prelevando il bambino più piccolo dalla
carrozzina, fortunatamente il fratellino più grande si è accorto ed ha iniziato
ha strillare mettendo in fuga i malfattori. Un altro caso è successo qualche
giorno addietro a Roccamonfina quando ad un bambino della locale scuola media,
mentre usciva dalla scuola dopo il solito orario, si è avvicinata un’auto rossa
con a bordo gli stessi uomini che inequivocabilmente erano zingari, si sono
avvicinati al bambino invitandolo ha salire sull’auto che lo avrebbero
accompagnato a casa dai genitori. Il bambino, memore delle raccomandazioni dei
genitori, spaventato rifiuta l’invito senza dare per nulla ascolto ai due
uomini, così corre, raggiunge casa e racconta l’accaduto ai genitori. A questo
punto crediamo che le forze dell’ordine devono dare risposte ai cittadini per
far si che nei paesi torni la tranquillità.
Per terminare, vorrei riconoscere il merito a quell'articolo di settimana
scorsa che, coscientemente o meno, sembra aver innescato questa nuova spirale di
terrore e fantascienza:
Il fattaccio "sembra" sia avvenuto a Corsico, in realtà si "sarebbe"
svolto a Pieve Emanuele, i carabinieri competenti quindi sono quelli di Rozzano
e non di Corsico (ndr: siamo nella periferia sud-ovest di Milano).
Tralascio gli scontati giudizi sull'imparzialità del Giornale:
Si accenna addirittura ad un colpo di pistola, è
possibile che nessun altro riporti la notizia?
Come mai a distanza di una settimana nessuno ne ha più
parlato?
Oltre metà dell'articolo è composto da ipotesi,
segnalazioni già smentite in passato e dati che non c'entrano
niente col caso segnalato. Tutto finalizzato all'affermazione
che appare a metà scritto "Suggestioni? Mica tanto"
L'idea è che più che di rapimento, si parli di
"rapimenti percepiti"
Di Fabrizio (del 10/11/2012 @ 09:03:59, in scuola, visitato 1370 volte)
Lettere
Gentile direttore, da cosa si misura la civiltà di un Paese?
Sono comparsi in città dei manifesti imbarazzanti: "Abbiamo fatto pagare i Rom e
i Sinti" - Lega Nord. Non credo che qualcuno potrà dimenticare quei bambini che
camminavano lungo la strada senza marciapiede, la mensa vietata, l'accesso alla
scuola materna proibito. Ci sono stati buoni cittadini che hanno raccolto la
cifra necessaria per ripristinare i diritti negati a quei bambini a cui non solo
è stata fatta pagare la crisi e la povertà delle proprie famiglie, ma sulle cui
spalle è stato costruito un pezzettino della campagna elettorale.
Bisogna creare un nemico per giustificare e coprire il vuoto delle proprie idee,
la crudeltà del proprio cuore e la pochezza del proprio operato. Meglio
prendersela con i Rom piuttosto che affrontare, di fronte alla cittadinanza, lo
scandalo delle mostre taroccate e delle centinaia di migliaia di euro regalati
ad Artematica. Meglio insultare i Sinti piuttosto che raccontare dei tagli ai
servizi sociali e alla scuola, dell'aumento dei costi per le famiglie. Meglio
prendersela con qualche migrante piuttosto che raccontare di quando si
spendevano allegramente i soldi della cittadinanza per le Miss Padania o i
mondiali delle nazioni non riconosciute.
Siamo una delle città più inquinate d'Europa e il primo Consiglio Comunale
sull'argomento sarà convocato a novembre, a pochi mesi dalla fine del mandato.
Una grande prova di efficienza! Meglio parlare e prendersela con i poveracci,
che non hanno voce. Meglio alimentare l'odio, il disprezzo.
Caro direttore, le ripeto la domanda iniziale: da cosa si misura la civiltà di
un Paese? Dalla capacità, fra le altre cose, di creare anticorpi contro questo
razzismo e questo modo di fare politica. Abbiamo bisogno di altro.
Di Fabrizio (del 11/11/2012 @ 09:11:00, in scuola, visitato 1848 volte)
Post
plebeo e ad alto tasso di intolleranza (GRATUITA?)
Ricordate quel film di Mike Nichols? Il laureato è uno che vorrebbe un
matrimonio felice e magari una bella macchina e tanti figli, ma la potenziale (e borghesissima)
suocera, piuttosto che ammollare l'adorata figlioletta a qualcuno senza arte né
parte, è disposta a scoparsi lei il giovanotto, per ricattarlo e minacciarlo in
futuro. E non è che il giovanotto in questione resista più di tanto a queste
avances.
Qualche anno fa, davo una mano a traslocare i volumi del Centro
Documentazione dell'Opera Nomadi di Milano... a proposito, che fine avrà fatto?
(non l'Opera Nomadi, il centro intendo). Al centesimo scatolone,
bestemmiavo sulla mole di libri scritti su di un popolo tendenzialmente
ANALFABETA.
Da quando frequento Rom e Sinti, per forza ho iniziato a frequentare anche
laureati. Sempre di più. Probabilmente è dovuto al momento di crisi:
senza prospettive di lavoro e con un riconoscimento pubblico prossimo allo zero,
è probabile che nei campi trovino quel po' di considerazione che altrove viene
negata loro.
Dentro i campi, timidi, i laureati rispondono con sorrisi e magari fanno
qualcosa coi bambini. Quando ne escono, scrivono, convinti di aver scoperto un
filone che darà loro fama e importanza. E cosa scrivono di bello? Di cosa hanno
visto, di come provare ad instaurare un rapporto tra DIVERSI? Di solito invece
scrivono rimasticature di altri laureati (di più lungo corso), sulle origini
degli zingari, sul loro cammino, sulla loro miseria materiale ed intellettuale,
su quanto noi stanziali siamo razzisti e malvagi... insomma, cose risapute.
Il problema è che questo timbro di notizie, da parte di una classe che ha
studiato da dirigente, restituisce lo STATUS QUO, il perpetrarsi della distanza
che si è creata nel tempo. Mi son chiesto spesso se sia un comportamento
cosciente, mirare a mantenere lo STATUS QUO, o sia la reazione di chi col mondo
del lavoro (che continuo a considerare il motore universale del cambiamento) ha
pochi rapporti precari, ma alla fine abbia comunque una casa che lo attenda,
finita la corveé al campo nomadi. Altro punto su cui mi interrogo: quanto è
disposta ad imparare (a mettersi in discussione), una persona che spesso si
auto-considera già istruita?
Insomma: cosa si può pretendere da una situazione così socialmente
sfilacciata? Attualmente: di farsi una risata di tanto in tanto, senza perdere
la speranza che questo rapporto possa evolversi. L'esempio mi viene da una delle
ultime letture di Paul Polansky (anche lui è laureato, nessuno è perfetto...)
a cui ho assistito. Domanda, da parte di un laureato in antropologia:
Come sei riuscito a svolgere il tuo lavoro di
antropologo tra gli zingari?
Risposta:
Gli zingari non sanno neanche cosa sia, l'antropologia.
Hanno però dei bisogni, come tutti, e meglio degli altri sanno
riconoscere se qualcuno si interessa a loro con sincerità e con
impegno. Abbiamo costruito un rapporto, e così sono stato
facilitato nel mio lavoro di antropologo. Ma tutto ciò è venuto
dopo.
Di Sucar Drom (del 12/11/2012 @ 09:13:30, in blog, visitato 1278 volte)
Alexian Spinelli: "La cultura rimossa"
Intervista a un ambasciatore di una cultura millenaria, rispetto alla quale
l'Occidente è in debito. Ma è come se non riuscisse a ricordarlo. Docente
universitario, musicista e ambasciatore della cultura rom, Alexian Santino
Spinelli ha ricevuto in questi giorni un importante riconoscimento. Ha
presenziato all'inaugurazione a Berlino...
Mantova, dalla Strategia Nazionale alla Strategia Locale: partita l'annualità
2012
La Strategia Locale Men Sinti (Noi Sinti) nasce da una progettazione condivisa
tra Provincia di Mantova, Associazione Sucar Drom, Fondazione Marcegaglia Onlus,
ConsorzioProgetto Solidarietà, For.ma, Sol.Co Mantova, Caritas, Promoimpresa ed
ha l'obiettivo di promuovere condizioni di migliore interazione sociale e
lavorativa per i cittadini italiani, appartenenti alle minoranze linguistiche sinte e rom, e per i cittadini immigrati, appartenenti alla minoranza rom che
abitano la provincia mantovana...
Il Giornale alimenta credenze infondate e visioni stereotipate
Nella homepage dell'edizione online del quotidiano Il Giornale, in data 30
ottobre è comparso un articolo intitolato: «Rom rapisce una bambina e spara
all'eroe che la salva». Proseguendo nella lettura del resoconto dell'episodio di
cronaca che ha visto coinvolti un aggressore e una signora che portava in
braccio una bambina, al lettore vengono somministrate frasi dal seguente tenore:
«la paura degli "zingari che portano via i bambini". Un timore che, se per certi
versi può sembrare leggendario, per altri lo è molto meno. L'ombra mai dissipata
del coinvolgimento dei rom c'è stata infatti in casi notissimi e finora mai
risolti»...
Rom e Sinti, come costruire una strategia locale: l'esperienza di Mantova
Pubblichiamo le linee guida che ci hanno guidato nel costruire la Strategia
locale "MenSinti", presentata alla stampa venerdì scorso con una conferenza
stampa con i rappresentanti sinti e rom e tutti i partner coinvolti...
Martedì scorso la Comunità sinta mantovana, guidata dall'associazione Sucar Drom,
ha occupato pacificamente il Consiglio comunale di Mantova per chiedere
l'introduzione nel Piano di Governo dl Territorio (PGT), in discussione,...
Il Giornale e la scuola italiana del giornalismo xenofobo
Il Giornale ritorna sulla leggenda degli "zingari rapitori di bambini" con un
pezzo da scuola italiana di quel giornalismo xenofobo e razzista (vedi questo
caso) che vede appunto nel quotidiano diretto da Sallusti uno dei campioni in
assoluto...
Chiari (BS), Nadia Cari presenta il suo libro di poesie
Questa sera sarà presentato il libro di poesie "note di Prima vera" della
poetessa sinta Nadia Cari. L'evento, all'interno della manifestazioni "Il vento
dello spirito, ripartiamo dall'uomo" si terrà oggi, venerdì 9 novembre...
Di Fabrizio (del 13/11/2012 @ 09:15:59, in Italia, visitato 1527 volte)
Il problema sicurezza è stato spesso al centro del dibattito politico tanto da
segnare intere campagne elettorali e l'azione di molte amministrazioni locali.
Chi può dirsi veramente ed integralmente sicuro?
A Roma questo si è tradotto in una dizione molto presente tra gli ultimi
argomenti di conversazione della politica, della società civile e della
magistratura: Piano Nomadi. La questione non riguarda amministrazioni solamente
di destra, anche le politiche di Veltroni per i Rom della città non si sono
distanziate molto da ciò che accade oggi. La differenza è di genesi e
legittimità. Il progetto attuale trova la sua origine politica dal neologismo
berlusconiano Emergenza Rom, coniato nel 2009. Da quel momento nella Capitale si
sono succeduti 470 sgomberi, sono stati chiusi 10 grandi campi e sono stati
spesi 60 milioni di euro. Dopo più di tre anni, e nonostante le proteste da
parte delle associazioni che da sempre lavorano affianco dei Rom, siamo giunti
ad un giro di boa. La Repubblica esce con un dossier on-line che inquadra il
problema e ne evidenzia alcune problematiche, come:
1. l'esagerazione delle dimensioni del problema,
2. provvedimenti contrari al diritto internazionale,
3. mancato rispetto della volontà delle persone,
4. creazione di mega-campi incontrollati alla periferia della città.
Tale politica, come denunciano le associazioni di settore, fa oggi i conti con
un alto prezzo in termini di integrazione, risorse mal spese, sicurezza e
credibilità del nostro Paese in Europa sul tema dei diritti umani.
I dati sulla popolazione Rom a Roma fotografano però una situazione molto
chiara: sono circa 7000 i Rom della città (lo 0,002% della popolazione della
capitale) di cui il 50% di minori (il 35% non supera i 14 anni). Stiamo parlando
di una popolazione estremamente giovane, formata per lo più di bambini. Non
stupisce quindi che sono i bambini i più colpiti dal Piano Nomadi. I tanti
sgomberi che hanno interessato la capitale hanno di fatto impedito a molti
bambini di avere una continuità scolastica a spese di scolarizzazione ed
integrazione.
Il Piano Nomadi ha poi pesato per 60 milioni di euro sulle casse
dell'amministrazione comunale, anche se "con 35-40 milioni di euro", ha
commentato Stasolla, presidente di 21 luglio, associazione nata per difendere i
diritti dell'infanzia, "avremmo potuto dare casa a tutti i rom e sinti nei campi
del nostro Paese. Ne avanzavano 15" conclude Stasolla "per dare case agli
italiani". La Banca Mondiale ha dichiarato che "l'integrazione completa dei Rom
potrebbe garantire un incremento di circa 0,5 miliardi all'anno per le economie
di alcuni paesi" e in questo non è da escludersi l'Italia.
Molte persone continuano a legittimare gli atteggiamenti del Piano Nomadi con il
luogo comune che, essendo nomadi, non hanno bisogno di un'abitazione fissa e le
amministrazioni che si succedono non possono far altro che trovare soluzioni
provvisorie in campi sempre meno attrezzati e sempre più lontani dalla città.
Alcuni mettono avanti l'esperienza di persone che hanno subìto dei furti in casa
da parte di Rom.
A questi due differenti livelli di pensiero ha provato a rispondere il Ministro
per la Cooperazione Internazionale e l'Integrazione Andrea Riccardi parlando di
"superamento dei campi rom". In effetti è un tòpos diffuso che i Rom siano
nomadi. Oramai in Italia vi sono famiglie stanziali da più di tre generazioni.
Detto questo potremmo aggiungere che il primo limite del Piano Nomadi sia
proprio nella dizione: non si tratta affatto di nomadi. Ha affermato il
Ministro: "io non credo che bisogna santificare il popolo Rom. Ma non si può
criminalizzare un'intera comunità!". Il Ministro è convinto che "bisogna uscire
da una logica di emergenza verso i Rom" e che bisogna "passare ad una logica di
costruzione del futuro". Questo disegno non sarebbe nuovo per la città di Roma.
La Capitale ha già vissuto periodi di emergenza abitativa ai quali ha saputo
dare una risposta nel corso degli anni. Non tutti ricordano i baraccati del Mandrione o del Cinodromo; emigranti per la maggioranza del sud della Penisola
in cerca di una vita migliore. Vivevano in abitazioni di fortuna, arrangiate a
ridosso di un acquedotto o issate dalla lamiera. In condizioni miserevoli
crescevano i propri figli e sognavano un futuro diverso per sé e le generazioni
a venire. I piani di edilizia popolare degli ultimi decenni del '900 hanno
provato a dare una risposta a queste persone. Ancora oggi, recandovi a Spinaceto
nella periferia sud di Roma, è possibile che bambini e ragazzi di via Lorizzo
chiamino ancora "il Mandrione" quella fascia di palazzoni popolari dove, oramai
tre generazioni fa, sono stati trasferiti i loro parenti proprio da via del
Mandrione, dove avevano issato un'abitazione di lamiera a ridosso
dell'acquedotto Felice dopo essere fuggiti dalla miseria della loro provincia di
provenienza.
Esiste un riscatto per tutti! Perché non può essere vero anche per i Rom, esigua
minoranza nella nostra città?
Alla luce di questo, insieme al Ministro Riccardi possiamo affermare che "una
delle più grandi battaglie per l'integrazione sia cambiare mentalità".
Di Fabrizio (del 14/11/2012 @ 09:04:59, in Europa, visitato 1496 volte)
Cambridge newsAssessore si scusa per una mail "scherzosa" sui
Travellerby Chris Havergal
Ha causato delle scuse la mail che prendeva in giro i Traveller, inviata
dall'assessore incaricato della riapertura del sito di Meldreth.
Mark Howell, membro del gabinetto per l'alloggio del South Cambs District Council,
ha ammesso di aver fatto "stupidamente" circolare una foto di un falso segnale
stradale che mostrava una roulotte e le parole "F*** off gypos". Sotto,
chiedeva: "Pensate che la contea ne ordinerà un po'?"
La mail venne spedita sei anni fa ai colleghi del consiglio, quando era in un
gruppo indipendente, ma venne poi ripresa dagli oppositori al controverso piano
di riaprire il sito di Mettle Hill a Meldreth.
Il consigliere Robin Page, uno dei destinatari delle mail, dice che Howell
era d'accordo che i Traveller fossero a Meldreth, ma non lo era il reparto Papworth and Elsworth
da lui rappresentato, che ne chiese le dimissioni.
Dice Howell: "Quella mail di oltre sei anni fa non è stata altro che uno
scherzo privato tra amici di un gruppo indipendente di cui allora facevo parte,
ed ora viene usata per scopi politici. Chiunque mi conosca sa che non condivido
le opinioni lì contenute, e che ho lavorato senza sosta per tutti i residenti da
quando sono stato eletto consigliere. Col senno di poi è stata una cosa stupida
inviarla e posso solo chiedere scusa se qualcuno si è offeso."
Il consiglio si è riunito stasera (8 novembre, ndr.) per discutere
il progetto di acquistare e ristrutturare Mettle Hill, focolaio di criminalità e
vandalismo sino alla chiusura nel 1996.
Il consigliere Mark Howell
Oltre 500 abitanti si riuniranno in un'assemblea martedì (scorso. ndr.), e
tra loro i Traveller che vivono al lato opposto del sito e che sono, secondo
loro, a minaccia di sgombero.
Il consigliere Page, che rappresenta Haslingfield e The Eversdens, ha detto
che il comportamento di Howell è stato "intollerabile".
"Penso sia stato vergognoso," ha detto Page. "Penso che non solo avrebbe
dovuto lasciare la giunta, ma dimettersi da consigliere."
Diversi membri del consiglio negli anni recenti hanno fatto dichiarazioni
incandescenti sui Traveller. Il conservatore Mervyn Loynes disse di voler
"mettere un campo minato" attorno a Smithy Fen in Cottenham.
Il consigliere Loynes ha accettato di partecipare ad una commissione
d'inchiesta.
La consigliera Deborah Roberts ha detto che i Travellers di Smithy Fen
dovrebbero essere lasciati "a mollo" nelle acque di scarico e che si sarebbe
lanciata in un attacco suicida esplosivo sull'insediamento se avesse avuto il
cancro.
Nessuna consultazione su Mettle Hill
Il sito di Mettle Hill
Dice un consigliere che gli abitanti in prossimità di un ex sito di Traveller
vorrebbero dire la loro sulla riapertura.
In una riunione convocata sull'argomento a Meldreth, la consigliera Susan Van de Ven,
che rappresenta Melbourn,
Meldreth e Shepreth, ha lamentato la totale mancanza di consultazioni.
Oltre 500 persone si sono radunate in una saletta dopo che il consiglio
distrettuale di South Cams aveva fatto trapelare di voler acquistare e
ristrutturare i lotti del vicino Mettle Hill - che furono esposti a criminalità
e vandalismi sino alla chiusura nel 1996.
Ha detto Van de Ven: "Sono arrabbiata perché nessuno di noi ne sapeva niente
fino alle 10 di mercoledì 31 ottobre, ma il consiglio della contea ne aveva
parlato con quello di quartiere già dall'estate scorsa."
"Meldreth è una questione molto sentita, sono orgogliosa di vivere in questa
comunità che si è ben integrata con i Traveller, e la nostra campagna deve
riflettere questo spirito. E' un tema che suscita parecchia attenzione ed
è importante che sia data retta ai nostri punti di vista."
Il consiglio ha annunciato l'intenzione di spendere 500.000 sterline,
finanziate dal governo, per riaprire Mettle Hill con nuovi servizi e con un
numero di piazzole tra le 8 e le 10.
Un portavoce ha detto che l'apertura del sito aiuterebbe a mantenere i propri
obblighi di fornire sufficienti sistemazioni per i Traveller e ha promesso che
il sito verrà gestito con cura.
Il progetto verrà discusso dalla maggioranza stasera alle 18 e poi dovrà
essere votato dal consiglio il 22 novembre.
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