Rom e Sinti da tutto il mondo

Ma che ci fa quell'orologio?
L'ora si puo' vedere dovunque, persino sul desktop.
Semplice: non lo faccio per essere alla moda!

L'OROLOGERIA DI MILANO srl viale Monza 6 MILANO

siamo amici da quasi 50 anni, una vita! Per gli amici, questo e altro! Se passate di li', fategli un saluto da parte mia...

ASSETTO VARIABILE

E' sospeso sino a data da destinarsi.

Le puntate precedenti sono disponibili QUI


Volete collaborare ad ASSETTO VARIABILE?
Inviate una
mail
Sostieni il progetto MAHALLA
 
  
L'associazione
Home WikiMAHALLA Gli autori Il network Gli inizi Pirori La newsletter Calendario
La Tienda Il gruppo di discussione Rassegna internazionale La libreria Mediateca Documenti Mahalla EU Assetto Variabile
Inoltre: Scuola Fumetti Racconti Ristorante Ricette   Cont@tti
Siamo su:  
Notizie in italiano dai Rom, Sinti, Kalé, Pavees di tutto il mondo

La redazione
-

Di seguito tutti gli interventi pubblicati sul sito, in ordine cronologico.
 
 
Di Fabrizio (del 02/07/2012 @ 09:02:21, in Italia, visitato 1509 volte)

Foto da La Repubblica, potete anche leggere questo articolo da Il Giorno

Neanche a farlo apposta, seguendo distrattamente le cronache degli Europei di calcio, ripensavo a quando ero bambino io, e a Milano di questa stagione per noi c'erano solo interminabili partite a pallone e... gli oratori.

Poi, per una vita ho tentato di allontanarmene, ma certe cose rimangono dentro, sottopelle. Così, uno dei miei primi pensieri è stato un "Sia invece il vostro parlare sì, sì; no, no..." (Matteo 5,33-34.37) riemerso da qualche anfratto della memoria. Probabilmente avevano ragione i pretozzi che me l'hanno inculcato allora, non perché io sia ancora cristiano, ma perché si suppone cristiano chi ha scritto quel cartello.

Ho scoperto che tutto il discorso della Montagna, da cui proviene la frase, andrebbe riletto con attenzione (sì, anche dagli atei). Ma, da quel peccatore e vizioso che sono, non mi sogno nemmeno di insegnare ad altri il mestiere, a meno che non mi paghino due o tre birre. Però, vorrei fare un ragionamento, se quella frase significa, nell'interpretazione volgare che ne è seguita: "PARLA CHIARO, PARLA COME MANGI", chi è che compie i furti e devo allontanare dalla casa di dio (e anche su questo ci sarebbe da discutere)? Lo zingaro o il ladro?

Ecco, io avrei scritto, ma è un'opinione personale - non prendetevela, "A CAUSA DI RIPETUTI FURTI I LADRI NON POSSONO ENTRARE".

Che poi ripeto, anche su questo se ne può parlare, ma in fondo i preti sono uomini come tutti, non pretendo di parlare con dei filosofi o dei teologi.

E poi, dal punto di vista pratico, devo ancora conoscere un ladro che non entra a rubare perché glielo vieta un cartello (o un comandamento, o una legge, ma qua si parlerebbe di ladri più grossi, che possono entrare negli oratori).

Rimane un ultimo particolare: l'eterna discussione se GLI ZINGARI esistano o no, visto che in Italia so che sono presenti Rom, Sinti, oltre ad uno sparuto numero di Gitani e Caminanti. Se qualche famigliola rom o sinta, volesse fare un giro a Milano, proprio all'oratorio di san Silvestro: fatevi il giretto... lasciate tutto come trovate! ; - ) e fotografate questa piccola gita.

Articolo Permalink Commenti Oppure (0)  Storico >>  Stampa Stampa
 
Di Fabrizio (del 03/07/2012 @ 09:14:01, in sport, visitato 1534 volte)

(immagine da borjapindado.deviantart.com)

Domenica scorsa, ero a spasso senza molta voglia di tornare in quella fornace che è casa mia, a sentire urlare i vicini mentre seguivano la finale degli Europei di calcio. Telefono agli amici in via Idro: anche se il calcio non mi interessa, una cosa è passare la serata in una casa di ringhiera, senza televisore e facendo altro, con il disturbo del tifo dei vicini. Altra far finta di guardare la partita, ma godendosi la buona compagnia.

Così chiamo per accordarmi su quante birre - patatine - sigarette devo portare per contribuire alla serata.  Niente, mi rispondono, il televisore non c'è più, ma tu passa lo stesso. Ripensandoci, c'è stato un lutto il mese scorso, probabilmente è per questo che non guardano la televisione.

Arrivo, ed invece tutte le famiglie si sono organizzate, con tavolate all'aperto e un televisore in bella vista. Qualcuno sembra persino funzionare. Del lutto non ne parla più nessuno e prima che inizi la partita, ci sono le solite discussioni che mi ricordano dove sono: qualcuno ha paura di essere sgomberato, qualcuno mi chiede cosa vuol fare il comune, ecc. Al solito, e li rimprovero, nessuno si pone il problema di cosa vuol fare lui.

Finisco in una piazzola. In attesa della partita i bambini guardano i cartoni animati, la madre cucina per tutti un piatto freddo e il padre innaffia prato e cemento.

    Parentesi: una vita fa, ci si allenava insieme quando dentro il campo s'era formata una squadra di pallone. Lui attaccante e io difensore, puntualmente mi stordiva con i suoi dribbling. Non riuscendo a fermarlo con le buone, spesso ci provavo con qualche tackle assassino, ricevendo in cambio sonori calcioni, perché lui non era la persona più indicata da trattare a scarpate.

Ora che tutti e due abbiamo 20 anni e parecchi dolori di più, guardare assieme la partita è una scusa per scherzare su cosa è successo in tutto questo tempo.

Fatalisti come sempre, già dal primo minuto di gioco i Rom dicono che gli avversari son troppo forti, e che la partita è destinata a finir male. Da parte mia, per rincarare la dose, tifo Spagna, più che altro perché Del Bosque visto in TV sembra il mio ritratto sputato, anche se lui ha la cravatta.

    Parentesi: una ragazza torna al campo dopo essere stata via un paio di giorni. Sua sorellina (8 anni, una bambina allegra e solare come poche) scoppia in lacrime dalla commozione, la abbraccia e non mollerà la presa per tutta la partita. Persino suo padre, attaccato allo schermo e con nessuna voglia di essere disturbato, si alza per provare a consolarla.

La partita sembra andare avanti a senso unico. Dall'altra parte del campo arrivano in continuazione urla di gioia e suoni di trombette. Birra... liquida la cosa il mio amico. Però mi ricordo che qualcuno di quel settore mi raccontava con nostalgia di essere stato in Spagna, e di essersi trovato bene. Forse è per quello.

Tutto finisce come sapete. Inaspettatamente, qualche macchina parte verso la città, con i clacson e le bandierone italiane spiegate. Visto il risultato, la scena è abbastanza surreale. Ci penso un po': probabilmente anche a loro della partita non interessava niente, quello che non han mandato giù è che non si potesse far festa come da tradizione (di via Idro).

    Parentesi: mi racconta un'amica un episodio di tanti anni fa, quando lì c'erano soltanto prati e roulotte. Alcuni di loro si erano procurati un televisore per vedere una partita, come domenica scorsa. Ad  un certo punto il tifo aveva cominciato a crescere, al punto tale che gli altri, quelli che erano già andati a dormire, erano scappati dalle loro roulotte a piedi nudi ed in mutande, perché svegliati dal casino avevano pensato che nel campo fosse arrivata la polizia.

Ormai sul tardi sono tornato su via Padova. Davanti ad un tabaccaio cinese ancora aperto, alcuni sudamericani festeggiano la vittoria della Spagna. Credo sarebbe inutile dire loro cosa hanno fatto gli spagnoli dalle loro parti... probabilmente è solo un modo per rimarcare la loro identità. Mi immagino la possibile rissa che potrebbe nascere, se incrociassero le macchine con la bandiera italiana partite da via Idro. E mi immagino come potrebbero commentare radiocronisti ed ascoltatori di RADIO PADANIA, che tutta sera hanno fatto un tifo sfegatato per la Spagna.

Con questi pensieri, a mezzanotte mi concedo l'ultima granita (via Padova è anche questo) e torno a casa.

Articolo Permalink Commenti Oppure (0)  Storico >>  Stampa Stampa
 
Di Fabrizio (del 04/07/2012 @ 09:24:11, in conflitti, visitato 1713 volte)

Roma buzz monitor Bomba al quartier generale di Euroroma. Ferito attivista

Lunedì (scorso, ndr.) protesta a Londra.

Un attivista si trova in ospedale gravemente ferito, dopo lo scoppio di una bomba venerdì (29 giugno) al quartier generale del partito Euroroma, a Sandanski, l'unica città bulgara ad eleggere un consiglio comunale composto solo da Rom.

Quando Malin Iliev (59 anni) è andato a rimuovere un pacco sospetto lasciato davanti al palazzo alle 6 del mattino, l'ordigno è esploso strappandogli il braccio. Ricoverato nell'ospedale locale, è poi stato trasferito in terapia intensiva a Sofia.

La maggior parte delle finestre degli uffici di Euroroma, che si trova nei pressi della piazza del mercato, sono andate distrutte per la violenza dell'esplosione. Secondo l'agenzia di stampa Novinite anche altri edifici hanno subito danni.

La polizia sta esaminando i resti per determinare il tipo e la quantità di esplosivi usati. Al momento di questo articolo non sono stati ancora effettuati arresti (lunedì 2 luglio, arrestato un ventiduenne, QUI, in bulgaro. Aveva preso parte anche agli incidenti di Katounitsa dell'anno scorso, ndr.). 

"Iliev era uno dei nostri candidati alle elezioni locali," dice Toni Angelov, responsabile della sezione locale di Euroroma. "Riteniamo che si tratti di un attacco a sfondo politico e razziale."

Ma Tsvetan Tsvetanov, ministro degli interni, sosteneva già dal giorno dell'esplosione che la politica non c'entrava, parlando di "atto puramente criminale", sicuro che entro una settimana il commissario di polizia Georgi Kostov avrebbe catturato i responsabili.

L'ex parlamentare Tsvetelin Kanchev, presidente di Euroroma, rilasciato dalla prigione per indulto all'inizio dell'anno, critico con l'amministrazione afferma di temere che la soppressione dell'attività politica romanì continui a tempo indefinito.

Da Londra, Toma Nikolaev, direttore dell'agenzia Defacto, dice che il dipartimento di stato USA ritiene la marginalizzazione dei 700.000 Rom bulgari come la questione dei diritti umani più urgente nel paese. Aggiunge che sono diffuse la corruzione nel governo e nella magistratura, oltre che ai maltrattamenti dei carcerati.

"Parlo per esperienza personale," dice Nikolaev. "I miei uffici sono stai distrutti, sono stato picchiato per strada e una bomba è stata piazzata sul mio balcone. Ecco perché sono fuggito e ho chiesto asilo."

Nikolaev sta affrontando un procedimento di estradizione da Londra su richiesta dei procuratori bulgari. Dicono che dovrebbe scontare ulteriori cinque settimane dell'anno di carcere a cui era stato condannato per piccoli reati di ordine pubblico. Lunedì 2 luglio l'udienza al Westminster Magistrates Court.

Si terrà una protesta davanti al tribunale, contro la sua estradizione e contro l'attentato in Bulgaria.

Nikolaev, presidente di Roma London BG, sta conducendo una campagna contro quello che definisce il regime del primo ministro Boykov Borisov. La segregazione scolastica è ancora comune, con molti bambini che vivono ancora nelle baraccopoli senza aver mai ricevuto nessuna istruzione.

Inoltre, afferma che sotto Tsvetanov la polizia stia conducendo un vero regno di terrore contro gli attivisti rom. Molti sono in carcere, inclusi i suoi colleghi di Kupate (Assieme), un gruppo politico di quattro organizzazioni romanì che ha presentato candidati alle elezioni generali.

Inizialmente, dopo la caduta del comunismo, i Rom vennero spinti a votare per i partiti tradizionali. Se non si votava come indicato, si potevano perdere il lavoro, la pensione o l'appartamento, dice Nikolaev. C'era molta compravendita di voti, cosa che era un handicap per l'attività politica romanì.

Euroroma venne registrata nel 1998 e l'anno seguente i Rom a Silven fondarono Futuro, guidato da Rusi Golemanov. Seguirono Bulgaria Libera ed una ventina di altri gruppi, che portarono ai primi successi nelle elezioni locali.

Bulgaria Libera vinse tre elezioni comunali, ottenendo 60 seggi nei consigli municipali. Nel 2001, vennero eletti due Rom al Parlamento, ma tramite le liste dei partiti tradizionali. Tittavie, dopo le elezioni del 2005, un solo parlamentare rom entrò nel Sobranie. (parola che in molte lingue slave indica il Parlamento; per kla Bulgaria il termine esatto è Assemblea Nazionale, ndr.)

Due anni dopo, grazie anche ad una campagna per l'iscrizione nei registri elettorali condotta da Amalipe e altri, una colaizione tra Euroroma, Drom e PLAM ottenne un centinaio di seggi.

Molti altri Rom sono stati eletti come candidati dei partiti tradizionali. A Sandanski, anche se la comunità rom locale è relativamente piccola, Euroroma ha ottenuto una chiara maggioranza in consiglio comunale, creando un precedente nella storia politica della Bulgaria.

Ma questo successo, in una città che ha preso il nome dal rivoluzionario Yane Sandanski - accusato di aver ucciso numerosi avversari, per ora sembra per ora il segno culminante dei progressi politici romanì. Dozzine di Rom sono stati uccisi dalla polizia e da teppisti neofascisti, molti feriti durante spedizioni paramilitari e pogrom. Nell'attuale clima di repressione pochi osano parlare, mentre la maggioranza è inchiodata al suolo da un tasso di disoccupazione del 70% e dalla spirale di povertà.

Articolo Permalink Commenti Oppure (0)  Storico >>  Stampa Stampa
 
Di Fabrizio (del 05/07/2012 @ 09:09:10, in casa, visitato 1840 volte)

QuiBrescia.it

(p.f.) Soluzione definitiva, secondo il vicesindaco Fabio Rolfi. Situazione temporanea, secondo il segretario della Cgil Damiano Galletti. Fatto sta, che, comunque, sul campo sinti di via Orzinuovi, a Brescia, è stato raggiunto l'accordo: sarà chiuso, ma non ci sarà nessuno sgombero coatto.

Lunedì 2 luglio, in Prefettura, è stato infatti firmato l'accordo che prevede che "tutte le famiglie sinti del campo di via Orzinuovi si impegnano ad accettare le soluzioni alloggiative alternative che perverranno dal comune, il quale si riserva di individuare abitazioni, anche sul mercato privato, da destinare, a seconda della composizione dei nuclei famigliari, a famiglie sinti o rom".

Un percorso graduale, che prevede che le casette del Centro di Emergenza Abitativa di via Borgo Satollo saranno man mano liberate e destinate alle famiglie Sinti. Due nuclei famigliari si trasferiranno già dal 6 luglio. Altri due, che presentano condizioni di fragilità socio-sanitaria, presenteranno richiesta all'Aler. Il Comune si impegna inoltre a trovare sul mercato 10 appartamenti da destinare alle famiglie sinti o rom di via Borgosatollo. Il canone sarà agevolato: 170 euro a carico degli inquilini, il resto lo metterà la Loggia. In attesa della definizione delle soluzioni alloggiative, le famiglie Sinti potranno sostare nel campo di via Orzinuovi alle condizioni attuali.

"Finalmente si è arrivati ad una soluzione accettabile", ha commentato Galletti, "anche grazie al ruolo di garanzia avuto dal prefetto di Brescia. Sono state evitate soluzioni di forza: questo accordo non dà certezze ma è una risposta di mediazione a una situazione complicata, che di sicuro le minacce e gli ultimatum fatti propri da alcuni settori della giunta non hanno aiutato a risolvere". Una soluzione, appunto, non definitiva. Il regolamento del Campo di via Borgosatollo prevede che una famiglia ci resti al massimo per due anni. E se, come è prevedibile, nei 10 appartamenti a canone agevolato ci andranno i rom, lasciando le casette di via Borgosatollo ai sinti, cosa succederà fra due anni? Se lo chiedono le famiglie, che ammettono di aver firmato l'accordo per paura.

"Avevamo paura dello sgombero forzato", ha ammesso Gordon Quirini, uno dei portavoce, "abbiamo pensato soprattutto a tutelare i nostri figli". Dei 76 residenti di via Orzinuovi, 35 sono minori, quasi tutti in età scolastica. Per loro a settembre si presenta l'incognita della scuola. Qualche famiglia ha già iscritto i bambini negli istituti di Chiesanuova o Primo Maggio, altri aspettano di vedere dove andranno. "Ma poi ci sarà il problema del trasporto", ha aggiunto Galletti, "da gennaio è stato tagliato il bus che portava i bambini dal campo a scuola".

"Finché stiamo tutti insieme, ci aiutiamo", ha spiegato una delle mamme, Ambra, "ma quando saremo separati, dispersi chissà dove, non potremo più sostenerci. Questo ci dispiace molto, non fa parte della nostra cultura. Abbiamo dovuto firmare, per paura, ma contro la nostra volontà". Il sogno, ammettono al campo, sarebbe stato di alloggiare nel villaggio prefabbricato, alle spalle delle roulotte, fatto costruire dalla precedente amministrazione tramite fondi regionali (un milione 270mila euro). Delle 15 casette, solo 6 sono occupate. "Avremmo voluto andare lì", ha concluso Gordon, "quella sarebbe stata la soluzione migliore".


Rassegna stampa di ieri:

Articolo Permalink Commenti Oppure (0)  Storico >>  Stampa Stampa
 
Di Fabrizio (del 05/07/2012 @ 16:38:24, in Kumpanija, visitato 4366 volte)

Salve a tutti, signore, signori ed infanti.

Volevamo dirvi che anche quest'anno non andremo in ferie, perché alle Maldive è tutto esaurito, e dopo il freddo patito quest'inverno la montagna non ci ispira.

Siamo ancora qua, aspettando che il comune mantenga le promesse, per non annoiarvi elenchiamo solo quelle dell'anno scorso:

  1. ripristino di un servizio elettrico a norma;
  2. incontro con la cooperativa LACI BUTI sulle opportunità lavorative;
  3. incontro con i singoli nuclei famigliari per definire la situazione alloggiativa.

Nel frattempo, quelli di noi che sopravvivono con la raccolta del metallo, tornano la sera a casa con un guadagno netto di 10 euro (se va bene). Così le giornate passano pensando a cosa si può fare, a quale futuro saremo mai destinati.

MA NON VOGLIAMO DEPRIMERVI, ANZI ABBIAMO UNA PROPOSTA TUTTA PER VOI, SPERANDO CHE VI PIACCIA.

    Come avrete capito, qui non c'è molto da fare, ma da noi il clima è fresco, ci sono alberi, gazebo, sedie, tavoli e panchine, UN AMBIENTE PULITO E DIGNITOSO e persino bambini e brava gente. Qui da noi è ancora campagna. Vi pensiamo nelle vostre case, a combattere la torrida estate milanese, con una programmazione televisiva uguale ogni luglio e agosto.

VI INVITIAMO AD UN POMERIGGIO (O UNA SERA) IN CAMPAGNA, ASSIEME AD UN BUON FILM, UN LIBRO, QUALCHE MOMENTO CONVIVIALE.

Al momento la programmazione non è ancora definita, ma a breve prevediamo:

  • la proiezione del film GATTO NERO, GATTO BIANCO di EMIR KUSTURICA;
  • la proiezione (in quasi anteprima) del film LA CANZONE DI REBECCA, con la presenza del regista e della protagonista;
  • la presentazione del libro NIENTE E' PIU' INTATTO DI UN CUORE SPEZZATO, con la presenza dell'autrice;
  • la presentazione del libro MILANO, FIN QUI TUTTO BENE, con la presenza dell'autrice.

ed altro ancora, in via di definizione. Tutti gli avvenimenti, salvo diversa indicazioni sono GRATUITI ed avvengono all'aperto, in caso di maltempo è disponibile una sala coperta ed accogliente.

Inoltre, sarà possibile incontrare noi rom, gli autori, i registi e i protagonisti, sedendosi al "Marina Social Rom" (Eccolo)

Dai! Cosa aspettate? Potrete dire che in Camargue non ci siete stati... avete scoperto di averla sotto casa!

Comunità Rom Harvati
via Idro 62, MILANO


Marina Social Rom


A due passi dalla città, un ambiente campestre e genuino lungo la Martesana, dove nel 1800 i nostri antenati andavano a cercare la frescura e la sana cucina di una volta.


Locale ancora in fase di avviamento, che promette bene. Cucina casalinga, anche per vegetariani. Servizio familiare ma buona compagnia. Servizio baby sitter. Ampio giardino. Parcheggio sorvegliato.

PROGRAMMAZIONE ESTIVA CON FILM, PRESENTAZIONE LIBRI, ATTIVITA' PER BAMBINI


Solo su prenotazione info@sivola.net  - ph. (39) 347-717.96.02

Articolo Permalink Commenti Oppure (0)  Storico >>  Stampa Stampa
 
Di Fabrizio (del 06/07/2012 @ 09:13:53, in Italia, visitato 1571 volte)
Immagine da Bestmovie.it

Gli articoli sono di ieri, giovedì 5 luglio


SICUREZZA. SMANTELLATO CAMPO ABUSIVO DI VIA GATTO/CAVRIANA: 4 FAMIGLIE SISTEMATE IN VIA BARZAGHI E SEGUITE DA SERVIZI SOCIALI da Partecipami.it
Granelli: "Abbiamo già chiesto all'Autorità giudiziaria di destinare l'area a cantiere o parcheggio"

Milano, 5 luglio 2012 - Come annunciato pochi giorni fa dall'assessore alla Sicurezza e Coesione sociale, Polizia locale, Volontariato e Protezione civile Marco Granelli, si è svolto questa mattina lo smantellamento dell'insediamento abusivo di via Gatto/Cavriana, in zona Forlanini, e di altri 3 micro-insediamenti presenti in un'area privata attigua, per un totale di circa 200 rom di nazionalità romena.
L'intervento, concordato con la Questura, è stato realizzato dalla Polizia locale insieme alla Polizia di Stato e ai Carabinieri. Sul posto anche la Protezione civile, i Servizi sociali del Comune di Milano e il Nucleo di Intervento rapido che si sta occupando dell'abbattimento delle baracche.

Il campo di via Gatto, occupato da circa 150 persone di cui la maggior parte provenienti da via Sacile dopo l'incendio del 15 aprile scorso, insisteva su un'area demaniale soggetta a sequestro da parte della Magistratura per reati ambientali: ragione per cui gli occupanti abusivi erano già stati denunciati all'autorità giudiziaria.
Com'era stato fatto per gli occupanti di via Sacile, a tutte le famiglie presenti in via Gatto è stata proposta una sistemazione alternativa presso le strutture della Protezione civile e l'avvio immediato di un percorso di integrazione seguito dai Servizi sociali. Soluzione accettata da 4 nuclei familiari, per un totale di 20 persone, subito trasferite in via Barzaghi.

"Per sottrarre quest'area al degrado - afferma l'assessore Granelli - abbiamo già chiesto all'Autorità giudiziaria di destinarla a nuovo uso come area di cantiere o parcheggio e stiamo effettuando gli opportuni sopralluoghi tecnici. Impensabile, infatti, recintare uno spazio così vasto. In attesa della soluzione definitiva, sorveglieremo 24 ore su 24 per evitare nuove intrusioni".

"Questo allontanamento - aggiungono gli assessori Marco Granelli e Pierfrancesco Majorino (Politiche sociali) - è stato svolto con professionalità dagli operatori della Polizia locale e dei Servizi sociali e dimostra che è possibile contrastare il degrado offrendo alle persone soluzioni dignitose, senza dividere le famiglie, e avviando percorsi di integrazione. Importante anche il confronto con alcune associazioni del terzo settore e della consulta. Collaborazione che intendiamo rafforzare, anche con le rappresentanze delle famiglie rom, nell'ottica di quanto indicato dalla strategia nazionale del ministro Riccardi per rom, sinti e caminanti".


Sgomberi di Bacula e via Gatto: il preludio del piano comunale per i rom?

Domani il Comune di Milano presenterà il piano per Rom Sinti e Camminanti per il prossimo triennio e il relativo percorso di consultazione e partecipazione, per la prima volta aperto agli interessati e agli enti e associazioni che li rappresentano e tutelano.

Eppure ieri la polizia locale ha sgomberato per l'ennesima volta l'area del cavalcavia Bacula e di Via Colico, che esiste di fatto dal 2005, e stamattina circa 200 persone sono state allontanate dal campo sorto in via Gatto/Cavriana a seguito dei due incendi che nel mese di aprile hanno distrutto l'insediamento di Via Sacile.

"Non capiamo il motivo di uno sgombero, a maggior ragione in una situazione tanto delicata quale quella di queste famiglie, che hanno già subito due volte la distruzione delle loro abitazioni - commentano i volontari di Medicina di Strada del Naga - per di più a un giorno dalla presentazione di un piano che promette l'avvio di un percorso partecipato per individuare alternative e soluzioni percorribili con il coinvolgimento dei diretti interessati".

"Un piano per Rom, Sinti e Camminanti non può partire dagli sgomberi. Negli scorsi mesi era iniziato un percorso di confronto fra i rappresentanti delle famiglie della comunità sgomberata stamattina, il Naga, la Consulta Rom e Sinti di Milano e il Gruppo Forlanini e l'Amministrazione, bruscamente interrotto all'inizio di maggio dal Comune stesso, che ha ripreso il dialogo solo ora a suon di ruspe" concludono i volontari del Naga.

L'interruzione del percorso ha sfiduciato le famiglie del campo, che in larga parte hanno deciso di allontanarsi dall'area non vedendo accolta la richiesta di essere posti sotto la tutela diretta del Comune e non di enti terzi.

Il Naga ritiene che l'avvio di un percorso che sia davvero condiviso debba necessariamente passare dalla fine degli sgomberi e dall'ascolto delle proposte dalla comunità.

Il Naga continuerà a portare assistenza nelle aree dismesse della città, nei campi rom e ovunque ce ne sia bisogno, continuando a denunciare la violazione di ogni diritto.

Info:
Naga: 347.1603305 - 02.58102599 naga@naga.it


Stamattina, a partire dalle 8 e fino alle 12,30, con un notevole dispiegamento di polizia locale (incluse squadrette piuttosto decise, all'opera soprattutto negli insediamenti più piccoli e con modi molto bruschi e offensivi), polizia di stato e carabinieri (restati invece ai margini), sono stati distrutti gli insediamenti informali di via Gatto - Cavriana, Forlanini - caserma e Forlanini - casette.

Contestualmente all'esecuzione dello sgombero, in particolare nel campo di Gatto - Cavriana, è stata proposta agli abitanti, dall'ass. Granelli (alla presenza dei drr Minoia e Palazzo), la sistemazione alla Protezione civile con l'avvio di procedure di rilevazione socio-anagrafica, avviamento al lavoro e a soluzione abitativa, iscrizione a scuola per i minori, su tempi medio - lunghi, a seconda delle singole situazioni familiari, comunque rispettate nella loro integralità.

Questa proposta è stata accettata, su un complesso di circa 200 abitanti tra i tre insediamenti, solo da 22 persone (in diversi casi con minori), che sono state avviate in via Barzaghi; l'adesione francamente modesta va attribuita alle modalità sbrigative con cui è stata proposta questa soluzione, troppo compressa rispetto alla procedura d'imperio e a tappe forzate dello sgombero incombente; lo stesso esito deludente dell'ospitalità dei primi 43 soggetti in via Barzaghi, dopo il rogo definitivo di via Sacile, avrebbe dovuto consigliare, come era già stato anticipato alle autorità, un approccio meno condizionato dall'urgenza e più preoccupato del messaggio di inclusione che esso voleva significare, da modularsi e prepararsi con maggior anticipo.

Risulta incomprensibile la fretta con cui si è voluto procedere allo sgombero, pur da tempo preannunciato tra luglio e agosto, ma senza che requisiti ulteriori di urgenza pregiudicassero o aggravassero il carattere abusivo dell'insediamento; oltretutto, il sopralluogo della Commissione sicurezza sociale del Comune, lunedì 2, aveva evidenziato alcune richieste di dotazione basilari (acqua, servizi igienici, ritiro immondizia) che sembravano preludere a un approccio meno emergenziale, pur senza rinunciare all'orizzonte dello svuotamento dell'area.

I 22 soggetti ora ospitati in Barzaghi saranno una cartina di tornasole importante, su cui tutti dovremo investire. Ma non ci possiamo nascondere che gli eventi di stamane - che potevano rivestire il carattere di una prova importante del comportamento del Comune, che verrà sancito domani con la presentazione delle linee generali della politica nei confronti di rom e sinti a Milano - hanno evidenziato gravi errori procedurali, già segnalati dallo sgombero di Bacula ieri.

Gruppo sostegno Forlanini - Milano, 5.7.2012


Soffia di nuovo il vento degli sgomberi a Milano - di Karma Mara

Oggi si è rialzato prepotente il vento degli sgomberi sui campi rom non autorizzati a Milano.

Questa mattina verso le sette sono arrivate in via Cavriana le ruspe del comune seguite da protezione civile, polizia municipale, servizi sociali, l' assessore Granelli, Mastrangelo e Minnoia (responsabile degli adulti in difficoltà).

Intervista a Marco Granelli, Assessore alla Sicurezza e coesione sociale

Presenti nel campo al loro arrivo più di 150 persone, di cui 40 minori, molti appena nati, e le associazioni della zona, gruppo sostegno Forlanini e Consulta rom.
L'amministrazione ha proposto agli occupanti un censimento, 70 posti presso la protezione civile per un paio di mesi, l' iscrizione dei minori in strutture scolastiche, percorsi da avviare per ottenere la residenza e un inserimento lavorativo per gli adulti, il tutto sostenuto dal terzo settore (caritas). Solo 22 persone hanno accettato le soluzioni proposte dall'amministrazione, le altre sono attualmente sparse in gruppetti per la città.

Ma come mai quasi nessuno degli occupanti si è sentito di accettare le soluzioni prospettate? Facciamo un passo indietro. Gli abitanti del campo di via Cavriana arrivano tutti dall'ex insediamento di via Sacile che per due volte questo inverno è andato a fuoco. I pochi nuclei familiari che avevano accettato l'aiuto della caritas, dopo i ripetuti incendi, nel tempo hanno fatto rientro nel nuovo campo di via Cavriana scottati dall' aver trovato solo ospitalità senza alcun progetto concreto.
Il nuovo insediamento è stato sostenuto nel tempo dalle associazioni della zona, tra cui anche il Naga, associazioni che per affrontare l ‘emergenza, ma non solo, avevano iniziato ad incontrare regolarmente gli assessori Granelli e Maiorino avendo come obiettivo comune l'uscita dall'illegalità e l'integrazione. Gli incontri tra associazioni e amministrazione hanno subito una brusca interruzione per uno stop arrivato dalla stessa amministrazione, stop durato fino a ieri sera quando le associazioni sono state convocate alle 20 per un incontro d'urgenza alle 21.00 presso palazzo Marino. Presenti all'incontro Consulta Rom, gruppo sostegno Forlanini, un paio di abitanti del campo di via Cavriana e gli assessori.

Cliccare sulle immagini per vederle in dimensioni reali

Durante l'incontro non è stato chiarito se lo sgombero di oggi sarebbe stato certo, l'unica cosa certa è che se si voleva arrivare ad una soluzione politica della questione, sono mancati, come denunciano le associazioni, tutta una seria di passaggi reali nel tempo, passaggi che avrebbero potuto in sostanza fare la differenza e produrre con lo sgombero di oggi una soluzione dignitosa per i nuclei familiari coinvolti. Quello che le associazioni sottolineano è che l'azione dell'amministrazione di questa mattina fosse soltanto un tentativo “non reale” di dare una soluzione e che nonostante le aperture e le novità portate da questa amministrazione, le modalità di intervento ricalcano purtroppo quelle usate dalle amministrazioni precedenti. Questo tipo di modalità, sostengono le associazioni, non fa altro che rinforzare la sfiducia da parte della popolazione rom e produce il risultato di oggi: più di 120 persone senza un tetto e a zonzo per la città, con un assessore Granelli che cerca di far passare questa diaspora come una libera scelta degli individui.

Continuiamo a chiederci... ma il vento è cambiato?

Articolo Permalink Commenti Oppure (0)  Storico >>  Stampa Stampa
 
Di Fabrizio (del 07/07/2012 @ 09:14:37, in Italia, visitato 1704 volte)

Ricevo da Davide Zaccheo

martedì 10 luglio dalle ore 18.00 2012 TOR DE CENCI, VIA PONTINA 601 ROMA
Mobilitazione contro lo sgombero del campo rom di Tor de' Cenci

Entro la metà di luglio, 350 persone del campo rom di Tor de' Cenci verranno sgomberate e trasferite nel villaggio de La Barbuta, un insediamento ancora più distante dal centro abitato. Secondo Amnesty International, che ha già diffuso un appello, "nessuna garanzia procedurale e di legge è stata seguita per garantire che lo sgombero dei residenti di Tor de' Cenci abbia luogo nel rispetto degli obblighi regionali e internazionali in materia di diritti umani".

Contro lo sgombero del campo e in difesa della volontà delle famiglie di non trasferirsi, sta nascendo una mobilitazione che vede l'impegno di Arci Solidarietà assieme ad Amnesty International e alla Comunità di Sant'Egidio e che sta coinvolgendo sempre più personalità legate al mondo della cultura e dello spettacolo. A sostegno di questa mobilitazione, Arci Solidarietà e Scuola della Pace – Comunità di Sant'Egidio promuovono una maratona artistico-musicale nello stesso campo di Tor de' Cenci: dal pomeriggio del 10 luglio (ore 18), data entro la quale la Giunta Alemanno avrebbe pianificato l'inizio dello sgombero, diversi artisti, musicisti, attori, si alterneranno nel piazzale antistante il campo con performance e interventi.

Interverranno:
Moni Ovadia
Ulderico Pesce
Tetês de Bois
Militant A - Assalti Frontali
Piotta
Giulia Ananìa
Adriano Bono
Wogiagia
Dj Efrem dei Borghetta Style
Ghetto Youth Spinaceto
Paolo "Er Pesce"
Rossomalpelo
Veeblefetzer & The Manigolds
The Lemmings
Cheja Celen
Antonio Pignatiello
Tiziano Turci

Hanno aderito inoltre:
Interferenze rom – Radio Popolare Roma
ZeroViolenzaDonne.org
Arci Servizio Civile Roma
Arci Servizio Civile Lazio
La Linea di Greta
Rifondazione Comunista Roma (FDS)
Csoa Auro e Marco
Ermes Cooperativa Sociale
Associazione Il Laboratorio

Siamo in attesa di ulteriori adesioni! Per contribuire, scrivici a: solidarietalazio@arci.it
Le adesioni saranno in costante aggiornamento sul sito: www.arcisolidarietaonlus.eu

Per firmare l'appello, visita la pagina di Amnesty International:  http://www.amnesty.it/rischio-sgombero-forzato-rom-Roma

info: 06/89566579 – 06/89566589

Articolo Permalink Commenti Oppure (0)  Storico >>  Stampa Stampa
 
Di Fabrizio (del 08/07/2012 @ 09:14:58, in casa, visitato 1992 volte)

Segnalazione di IdeaRom onlus

Una città a Parte. L'apartheid dei Rom in Italia - di Francesco Careri (introduzione all'inserto speciale L'abitare dei Rom e dei Sinti, de "Urbanistica Informazioni" n° 238, 2011, pp. 23-25) Articiviche.blogspot.it

In Italia esiste un apartheid strisciante (1), una città a parte che si prepara per quei 35.000 Rom e Sinti che da decenni vivono nei campi - gli altri 90.000 per fortuna vivono in case – con densità da tendopoli d'emergenza, lontani dai servizi primari, controllati da guardiania armata e telecamere a circuito chiuso, con orari di ingresso e di uscita, tesserino con foto e codice a barre, reti di recinzione tutto intorno. Sono un frammento di quell'universo dei campi e delle riserve, che con numeri ancora più esorbitanti abitano il nostro pianeta e su cui è stata prodotta una notevole letteratura: zone definitivamente temporanee dove abita l'umanità in eccesso (2), che si aprono quando lo stato di eccezione diventa regola (3), zone di sospensione (4) in una sorta di transitorietà congelata (5), e che producono sindromi di dipendenza e vite sotto trasfusione (6) città appoggiate per terra (7), città nude (8) abitate da cittadini senza diritti di cittadinanza e quindi senza città, o meglio con una città a parte, separata, tutta per loro, solo per loro.

In Italia nascono come campi nomadi - ufficialmente "campi sosta" - e sono istituzioni regolate, in assenza di un quadro legislativo nazionale, da leggi regionali varate negli anni novanta, una sorta di parcheggi attrezzati immaginati per comunità girovaghe quali erano i Rom e Sinti Italiani ancora negli anni ottanta. Appena finiti di costruire si sono trasformati in insediamenti perennemente temporanei per i Rom in fuga dalle guerre dei Balcani e poi dalle zone depresse della Romania. Si sono evoluti da slums di baracche e roulotte a campi di container agli attuali villaggi, con un crescendo di sorveglianza e di dipendenza dalle istituzioni e una conseguente perdita di autonomia decisionale sulla propria vita.
Anche la storia dell'abitare rom in Italia ha una lunga letteratura, è la storia dell'urbanistica del disprezzo (9) che da secoli li ha cacciati dalle nostre città rendendoli nomadi per forza (10), stranieri ovunque (11), popoli delle discariche (12), figli del ghetto (13). Ma quello a cui si sta assistendo a partire dal 2008 con il commissariamento della "questione rom" (14), è un ulteriore passaggio dalla vecchia politica di emarginazione nelle baraccopoli a quella di istituzionalizzazione di ghetti per i Rom e di veri e propri luoghi di concentramento etnico (16). Il punto da cui partire non può che essere l'attuale scenario di apartheid, e l'obiettivo prioritario è aprire nuove strade per abitare con i Rom (17), guardare insieme a loro oltre i campi (18), superare il dispositivo "campo nomadi", inviso ai Rom e incapace di costruire città e cittadinanza.

Il fine che ci siamo posti con la presente raccolta di articoli è quello di stimolare gli urbanisti italiani ad affrontare il tema dell'abitare dei Rom e dei Sinti con maggiore consapevolezza quando lo incontrano nei loro lavori professionali. I campi nomadi infatti, che siano baraccopoli informali o campi istituzionali, si trovano sempre in zone instabili, in margini urbani dove a un certo punto non possono più stare perché sono in programma nuove trasformazioni. La prassi allora è far arrivare le ruspe, spostare i Rom, creare un nuovo campo più lontano, con l'alibi che sono nomadi e una casa non gli serve. Tutto ciò viene vissuto da chi pianifica la città con un misto di naturalezza e distacco, come una questione con complesse implicazioni antropologiche sociali e politiche. Se come cittadini non riusciamo a riconoscere i nostri pregiudizi e la nostra ignoranza in materia, come urbanisti non ci sentiamo all'altezza di affrontare un problema così intricato e, incapaci di assumere una propria posizione, accettiamo i consigli degli esperti, dei servizi sociali, quando non dei politici guidati da convenienze elettorali e pressioni di "comitati di cittadini". Non è un caso che quello dell'abitare dei Rom e dei Sinti sia un aspetto della città sempre demandato, quando non direttamente alle prefetture, all'assessorato ai servizi sociali e mai all'assessorato all'urbanistica. Del resto quel campo da cancellare non figura neanche nelle carte e il nuovo campo continuerà a non figurarvi, sarà spostato dove ha deciso il sindaco di turno, il più lontano possibile dalla vista dei suoi elettori, magari andando ad ingrandire un campo esistente per non perdere voti in altri quartieri. È cosi che si creano i megacampi che daranno megaproblemi in futuro, sia ai Rom che a tutti i cittadini. E tutto ciò spesso avviene senza interloquire con chi pianifica il territorio e potrebbe proporre altre soluzioni.
Si è voluto qui raccogliere diversi tipi di materiali: sulla creazione e progettazione dei campi, sulla storia degli sgomberi in relazione con la speculazione edilizia, su numeri e costi riguardanti i campi attrezzati, sul rispetto delle legislazioni regionali. Ma soprattutto abbiamo creduto importante far conoscere le politiche utili a far uscire i Rom dai campi, perché siano proposte nel ventaglio a disposizione degli amministratori: percorsi di inserimento nell'Edilizia Residenziale Pubblica (19), di sostegno all'affitto privato (20), di legalizzazione e recupero dei campi informali (21), di microaree per gruppi familiari allargati (22), esperienze di autorecupero e di autocostruzione assistita (23) su terreni edificabili, casali abbandonati, fabbriche dismesse, immobili sequestrati alla criminalità organizzata.

Gli articoli che proponiamo disegnano infatti un quadro italiano desolante, ma con alcune lodevoli eccezioni. Claudia Mascia racconta di una Europa caratterizzata in larga parte da alloggi in case popolari, e approfondisce due casi: la Francia con 17.365 posti caravan in 729 aree per le Gens du Voyage , ma anche con i nuovi Villages d'Insertion che sembrano prendere a modello i tristi Villaggi della Solidarietà di Roma. E il Portogallo dove il Parque de Nómadas di Coimbra ospita i ciganos, in vista del re-insediamento in alloggi del comune a prezzo agevolato. Alexander Valentino ricorda come "il nomadismo sia un fenomeno quasi estinto in Italia ed che si debba parlare di mobilità di persone, o gruppi, all'interno della Comunità Europea", denuncia il ruolo complice delle associazioni umanitarie, e ci racconta di come nell'area napoletana diverse comunità italiane un tempo integrate come i cilentani, i Sinti vesuviani, i napulengre e i rom giuglianesi oggi si trovino in gravi difficoltà perché i loro mestieri non vanno più al passo con la globalizzazione. Ma ci fa ragionare anche su come le cronache romana hanno avuto attraverso i media effetti nefasti a chilometri di distanza. Un esempio è il Campo della Favorita di Palermo descritto da Simone Tulumello dove "le condizioni sono precipitate negli ultimi anni caratterizzati da un totale disinteresse istituzionale e da una cresciuta attenzione politica", nel totale vuoto normativo siciliano in cui i campi non esistono seppure insediati da oltre vent'anni. Anche il campo di Cagliari è uno di questi, si chiama "campo SS 554", il nome della statale. Barbara Cadeddu racconta le sue vicende e propone l'arte come mezzo per scardinare il pregiudizio e per offrire alla città la possibilità di mostrarsi in tutte le sue contraddizioni, come in due documentari che raccontano storie di vita di bambini di periferia, Rom e Gagè, tutti figli dell'indifferenza e del silenzio.

Ma dall'Italia arrivano anche buone notizie. Stefano Petrolini porta l'esempio di Trento dove i kosovari arrivati negli anni novanta hanno trovato posto nell'Edilizia Residenziale Pubblica e dove una nuova legge provinciale introduce per la prima volta in Italia le "Microaree" o "Aree Residenziali di Comunità", destinate a piccoli nuclei di famiglie allargate. Francesco Piantoni racconta dei percorsi di superamento dei campi del piano di Bologna, volti a "stabilizzare le condizioni abitative dei nuclei con sufficiente reddito, assegnando loro alloggi reperiti sul mercato privato tramite un contratto di sublocazione e un affitto agevolato". E ci descrive dall'interno l'appassionante esperienza della Piccola Carovana che lavora all'interno dei campi per preparare i nuclei familiari all'uscita, e segue l'ingresso in case non più reperite dal Comune sul mercato privato e "calate dall'alto", ma "accompagnando le famiglie nella ricerca della loro futura abitazione in maniera autonoma, di modo che possano prendere coscienza fin da subito dei costi, delle spese, delle zone". Da Torino Massimiliano Curto e Cristian Anastasio dell'Associazione Terra del Fuoco, con un articolo ricco di dettagli e di dati, descrivono l'esperienza del Dado, una delle più interessanti pratiche di autorecupero in un condominio misto di Rom, rifugiati politici e giovani volontari, realizzato a costi assolutamente contenuti (238 €/mq) con un risparmio del 30% rispetto a un cantiere tradizionale.

C'è infine il caso Roma, dove il nuovo sistema di apartheid è in piena sperimentazione, e l'unica risposta positiva sembrano essere le occupazioni a scopo abitativo. Gli articoli raccolti costruiscono una critica al Piano Nomadi che ha fissato un numero massimo di 6000 Rom sul territorio comunale e si è concentrato nello smantellamento dei campi abusivi, nella riduzione del numero di presenze e nel concentramento degli sfollati in villaggi dove le condizioni di vita sono spesso al di sotto degli standard abitativi stabiliti dalla legge, e addirittura di quelli utilizzati della Protezione Civile per disastri come inondazioni e terremoti. Giacomo Zanelli analizza le relazioni tra la speculazione edilizia e la localizzazione dei campi approfondendo i casi di Via di Villa Troili, via dei Gordiani e Camping Roman River, mentre Cecilia Sgolacchia fa un attenta analisi dei fondi investiti per costruire e gestire i campi e conclude che se fossero stati investiti in edilizia pubblica, oggi più di 8000 Rom potrebbero vivere nelle case popolari.

Ma anche a Roma alcune buone pratiche hanno cominciato a manifestarsi. L'esperienza di Savorengo Ker raccontata da Azzurra Muzzonigro fa comprendere come i Rom del Casilino 900 sono stati in grado di produrre una loro risposta per il loro abitare, attraverso un processo di autocostruzione creativa inventato insieme a Stalker/Osservatorio Nomade e l'Università di Roma Tre, che ha dato vita a una casa in regola con le normative edilizie e che costa un terzo di un container. Mentre Francesca Broccia e Adriana Goni Mazzitelli raccontano dell'esperienza del Metropoliz, una ex fabbrica occupata da migranti provenienti dall'Africa, dal Sudamerica e dall'Europa dell'Est , che ha accolto diverse famiglie di Rom Rumeni che con grande consapevolezza politica hanno deciso di sottrarsi ai campi. Il Metropoliz, come il Dado di Torino, ci sembrano indicare una nuova strada capace di superare non solo il campo ma anche la logica monoculturale dell'abitare Rom fino ad oggi data per immutabile. Dalle queste esperienze, seppur molto diverse tra loro, si può desumere infatti un modello di "Condominio Interculturale" aperto ai Rom, ai migranti e a chi si trova in condizioni abitative precarie, ma anche a studenti fuorisede e giovani volontari in grado di accompagnare e sviluppare virtuosi processi di autocostruzione edilizia e autogestione sociale, per costruire insieme non più ghetti ma nuovi pezzi di città.

note:

1) La parola "apartheid" in africaans significa "separazione", comincia ad esistere di fatto quando nel 1909 il Regno Unito promulga il South African Act escludendo la popolazione nera dal processo decisionale di creazione dell'Unione Sudafricana ed entra in vigore come sistema di segregazione etnica nel 1948, quando il National Party vince le elezioni. Di "creeping apartheid" scrive Oren Yiftachel, Theoretical Notes on 'Gray Cities': The Coming of Urban Apartheid?, "Planning Theory" 2009, vol. 8, n. 1, pp. 88-100.

2) Federico Rahola, Zone definitivamente temporanee. I luoghi dell'umanità in eccesso, ombre corte, Verona 2003.

3) Giorgio Agamben, Homo Sacer. Il potere sovrano e la nuda vita, Einaudi, Torino 1995, p. 188.

4) Alessandro Petti, Arcipelaghi e enclave. Architettura dell'ordinamento spaziale contemporaneo, Bruno Mondadori, Milano 2007. Petti a pag 24 cita Aleksander Solzenicyn, Arcipelago Gulag, Mondadori, Milano 1974. " Arcipelago si incunea in un altro paese e lo screzia, vi è incluso, investe le sue città, è sospeso sopra le sue strade, eppure alcuni non se ne sono accorti affatto, moltissimi ne hanno sentito parlare vagamente, solo coloro che vi sono stati sapevano tutto."

5) Di frozen transiente scrive Zigmut Bauman, In the Lowly Nowervilles of Liquid Modernity, "Ethnography" vol. 3, N. 3, 2002, pp. 343-349; "una transitorietà congelata, un perpetuo, duraturo stato di temporalità, una durata fatta di tanti momenti rappezzati tra loro" in Zigmut Bauman, La società sotto assedio, Laterza, Bari 2003, p117.

6) Michel Agier, Au bord du monde, les refugiés, Flammarion, Paris 2002, p.85.

7) Olivier Razac, Storia politica del filo spinato. La prateria, la trincea, il campo di concentramento, ombre corte, Verona, 2001, pp. 42-43: "I campi non sono costruiti per durare. In ogni caso non si tratta di edificare o fondare. Un campo, anche se immenso, non deve penetrare la memoria di un luogo, è lì senza esservi realmente, la sua furtività è dovuta al fatto che è solo appoggiato sulla terra, come una tenda che da un giorno all'altro può essere tolta."

8) Camillo Boano e Fabrizio Floris, Città nude. Iconografia dei campi profughi, Franco Angeli, Milano 2005, p.

9) Piero Brunello (a cura di), L'urbanistica del disprezzo. Campi rom e società italiana, Manifestolibri, Roma 1996

10) Krzysztof Wiernicki, Nomadi per forza. Storia degli zingari, Rusconi, Milano 1997.

11) Andrea Brazzoduro e Gino Candreva (a cura di): Stranieri Ovunque. Kalè, Manouches, Rom, Romanichals, Sinti… «Zapruder. Rivista di storia della conflittualità sociale» n° 19, 2009.

12) Leonardo Piasere, I Popoli delle discariche, Cisu, Roma 1991.

13) Nando Sigona, Figli del ghetto. Gli italiani, i campi nomadi e l'invenzione degli zingari, nonluoghi libere edizioni, Divezzano 2002.

14) Nel 2008 il Governo Italiano presieduto da Romano Prodi ha dichiarato lo "stato di emergenza in relazione agli insediamenti di comunità nomadi nel territorio delle Regioni Campania, Lazio e Lombardia" (prorogato ed esteso attualmente anche alle regioni Veneto e Piemonte) e i Prefetti di Napoli, Roma e Milano sono stati nominati dal Ministro degli Interni Giuliano Amato "Commissari Delegati per la realizzazione di tutti gli interventi necessari al superamento dello stato di emergenza".

15) Nicola Valentino (a cura di), I ghetti per i Rom. Roma Via di Salone 323. Socioanalisi narrativa di un campo rom, sensibili alle foglie, Roma 2011.

16) Associazione 21 Luglio, La casa di carta. Il Centro di Raccolta Rom di via Salaria 971. Roma, rapporto presentato alla Facoltà di Architettura di Roma Tre il 30 maggio 2011. Tra i report presentati recentemente ricordiamo: Ass. 21 luglio: Esclusi e ammassati. Il Piano Nomadi di Roma: un muro che divide i bambini dai loro diritti; Ass. 21 luglio, Report Casilino 900. Parole e immagini di una diaspora senza diritti; Amnesty International, Lasciati Fuori. Violazioni dei diritti dei Rom in Europa; Amnesty International, La risposta sbagliata. Italia: il "piano nomadi" viola il diritto all'alloggio dei Rom a Roma.

17) Tommaso Vitale (a cura di), Politiche possibili. Abitare le città con i rom e i sinti, Studi Economici e Sociali, Carocci, Roma 2009. Nel campo delle politiche vedi anche: Tosi A., Cambini S., Sidoti S., Esperienze innovative per l'abitare di Rom e Sinti, in Atlante dell'alloggio sociale in Toscana, Fondazione Michelucci e Arci Toscana, Firenze 2006; Tosi A., Rom e Sinti: un'integrazione possibile, in Giovanna Zincone a cura di, Commissione per le politiche di integrazione degli immigrati. Secondo rapporto sull'integrazione degli immigrati in Italia, Il Mulino, Bologna 2000.

18) Lorenzo Romito, Oltre i campi. Note per una politica integrata di emancipazione abitativa, civile, culturale, economica e sociale dei Rom in Italia, a partire dal superamento dei campi nomadi, "Roma Time" n° 5, 2009, http://dl.dropbox.com/u/4394790/compl.pdf. Sul lavoro di Stalker /ON con i Rom vedi Francesco Careri e Lorenzo Romito, Roma, una città senza case, un popolo senza terra, in Aldo Bonomi (a cura di), La Vita Nuda, Triennale Electa, Milano 2008, pp.105-115;

19) Si ricorda che la legge n.179 del 17 febbraio 1992, "Norme per l'Edilizia Residenziale Pubblica" nell' Art. 4. sotto il titolo "Quota di riserva per particolari categorie sociali" asserisce che le Regioni, nell'ambito delle disponibilità loro attribuite, possono riservare una quota non superiore al 15 % dei fondi per la realizzazione di interventi da destinare alla soluzione di problemi abitativi di particolari categorie sociali individuale, di volta in volta, dalle regioni stesse. La Regione Lazio con la Legge 788 del 20 febbraio 1996, nell' Art. 4.3 sotto il titolo: "Programmi per categorie speciali", menziona esplicitamente i Rom tra tali categorie a cui assegna una quota di ERP pari all' 11%. (Delibera 1105 del 1995).

20) Sono diverse le organizzazioni di volontariato e le associazioni che attualmente stanno abbandonando la gestione dei campi e della scolarizzazione per concentrarsi sul lavoro di accompagnamento fuori dai campi. Tra gli articoli presentiamo il caso della Piccola Carovana di Bologna, ma è utile ricordare anche il programma Le città sottili condotto dalla Fondazione Giovanni Michelucci nel 2007 per il Comune di Pisa.

21) In campo internazionale un quadro di riferimento di eccellenza si trova nelle linee guida attraverso cui l'OSCE - ODIHR e UN-Habitat recuperano gli insediamenti informali Rom nel sud-est europeo: 1 - Perimetrazione e legalizzazione degli insediamenti spontanei; 2 - Legalizzazione di parcelle e case singole, attraverso una mappatura qualitativa dello stato di fatto; 3 - Miglioramento e implementazione degli insediamenti esistenti con opere di urbanizzazione; 4 - Nuove costruzioni per affrontare i problemi abitativi non legalizzabili; 5 - Istituzione di processi partecipativi per sviluppare gli insediamenti nuovi ed esistenti. Vedi: Vladimir Macura, Housing, urban planning and poverty: problems faced by Roma/Gypsies communities with particular references to central and eastern Europe, CDMG, Consiglio d'Europa, Strasbourg 1999; Vladimir Macura, Inclusion of Roma population through housing and settlements improvement, in : A.A., Four strategic themes for housing policy in Serbia, UN Habitat, SIRP, Belgrade 2006, pp.26-45.

22) Esempi validi sono quelli della microarea per i Sinti di Bressanone (Bolzano) e i villaggi di Guarlone (Firenze) e di Coltano (Pisa) progettati dalla Fondazione Giovanni Michelucci. Vedi: Corrado Marcetti., Tiziana Mori., Nicola Solimano (a cura di), Zingari in Toscana. Storia e cultura del popolo Rom. Zingari e comunità locali. I campi nomadi e l'urbanistica del disprezzo. Orientamenti per soluzioni abitative diversificate, Pontecorboli, Firenze 1994; Città di Bolzano, Fondazione Giovanni Michelucci, La città accogliente. Studio per un programma di superamento dei campi nomadi e delle situazioni di precarietà abitativa tra le popolazioni di Rom e Sinti a Bolzano, Bolzano 2005.

23) Oltre a quella del Dado di Torino e di Savorengo Ker a Roma, che qui riportiamo, si ricorda il Progetto Sperimentale di Autocostruzione "Il villaggio della speranza" del Comune di Padova, finanziato con fondi europei e coofinanziato dal Ministero del Lavoro e delle Politiche Sociali nel 2010.

Articolo Permalink Commenti Oppure (0)  Storico >>  Stampa Stampa
 
Di Fabrizio (del 09/07/2012 @ 09:26:15, in Kumpanija, visitato 1692 volte)

Primo evento della rassegna (totalmente autoprodotta ed autofinanziata) HAI MAI PROVATO IN VIA IDRO?

Giovedì 12 luglio  ore 20.00 cena - ore 21.30 proiezione di Gatto Nero Gatto Bianco, di Emir Kusturica
Comunità Rom Harvati - via Idro 62, Milano

Ci voleva un regista come Emir Kusturica, per unire in un film una storia d'amore shakespearina con i tempi delle comiche di un secolo fa. E ovviamente, erano necessari attori e scenografie adeguate.

    Però, però... sino all'anno scorso, consigliavamo di vedere questo film al vicesindaco De Corato. Cambiata giunta e attori, ci tocca segnalarlo con calore e preoccupazione al duo rampante Granelli-Majorino. Vedetelo, e capirete perché nel giocare agli sgomberi con i Rom, saremo noi e non loro a perdere la partita. Ce li ritroveremo sempre tra i piedi: puoi minacciarli, puoi picchiarli... sempre si rialzano in piedi continuando a vivere nel modo che sanno. Insomma, conoscono questo gioco da più tempo di noi. Ma De Corato non volle imparare la lezione (e perse poltrona), chissà che questi due...

La proiezione è gratuita. Si cena in anticipo al Marina Social Rom, primi piatti e piatti freddi estivi, piatti vegetariani e salamelle. Cena SOLO SU PRENOTAZIONE (dati i tempi stretti, confermare QUI le presenze entro martedì 10 luglio). Grazie e buona serata a tutti!

PS: in caso di maltempo, la proiezione si terrà al chiuso presso il centro polifunzionale.

Evento realizzato con la collaborazione di Ernesto Rossi - associazione ApertaMente di Buccinasco

Articolo Permalink Commenti Oppure (0)  Storico >>  Stampa Stampa
 
Di Sucar Drom (del 09/07/2012 @ 09:34:34, in Italia, visitato 1925 volte)

Segnalazione di Sere Bubamara Lupe

5 luglio 2012 di ildisobbedienteweb

"SVEGLIA!!!!! Sono arrivati a San Sperate oltre 400 Rom"

Questo è l'incipit di un volantino che è girato per la cittadina di San Sperate, con il lodevole intento di svegliare la popolazione ignara del grave pericolo.

Un'invasione degli sfollati dell'ex campo nomadi della 554 che si riversa nella cittadina.

È allarme.

San Sperate è una piccola cittadina di circa 7.800 abitanti, il Paese Museo, il paese che ha dato i natali allo scultore Pinuccio Sciola, il paese dei Murales, il paese della cultura.

Arrivano i Rom ed invadono la piccola cittadina.

La notizia rimbalza fra le case, le persone, le strade, i negozi.

Lo sgombero del campo nomadi fra la 554 e Viale Monastir ordinato dal sindaco di Cagliari Massimo Zedda, in ottemperanza al provvedimento del Tribunale di Cagliari, è perentorio: entro il 2 luglio il campo nomadi deve essere liberato.

Riprendendo le parole scritte dal quotidiano L'Unione Sarda del 21 giugno: "Inizialmente una parte della comunità rom si era detta contraria all'ipotesi di vivere in appartamenti perché in contrasto con le tradizioni della loro etnia. Anche per questo in settimana c'era stato un incontro in Comune con il sindaco Zedda: i nomadi chiedevano che fosse messa a disposizione un'area compatibile con i loro usi e costumi. L'abbandono del campo di viale Monastir riguarda tutti i 157 residenti (93 sono minori): molti di loro stanno firmando i primi contratti di locazione in abitazioni private. Qualcuno provvederà a pagare l'affitto con proprie risorse, ma ci saranno in alcuni casi aiuti e contributi da parte di Caritas e Comune".

Quindi, ne deduco che dal 21 giugno ad oggi i Rom sono riusciti a moltiplicarsi, passando da 157 a 400 in poco meno di 10 giorni .

Un rapidissimo calcolo, giusto per capire:

400 – 157 (compresi i neonati) = 243

Insomma, in 10 giorni i nostri 'amici' Rom hanno messo al mondo altri 243 di 'loro'.

Non male come tasso di natalità.

La piccola cittadina di San Sperate è invasa ed il neo sindaco Enrico Collu si dichiara furioso.

Agli organi di stampa dichiara (ovviamente furioso): "Mi chiedo come sia possibile apprendere dai propri concittadini che in paese si siano già trasferite, con l'avallo del Comune di Cagliari alcune famiglie Rom".

Mi sono trasferito a San Sperate circa due anni fa, ho affittato una casa e pur non avendo ancora messo su famiglia non mi è stato chiesto di avvisare il sindaco del mio trasferimento e della mia intenzione di farlo.

Ma ogni paese ha i suoi usi e costumi, forse il neo sindaco Enrico Collu ci tiene a dare il benvenuto a tutti coloro che prendono la residenza e quindi oltre che all'Ufficio Anagrafe occorre passare anche nel suo ufficio per un saluto di accoglienza.

Sono ormai passati due anni, ma domani non mancherò di farlo; anzi invito tutti i nuovi residenti a farlo.


Ma la nostra piccola storia non è ancora giunta all'epilogo.


È stato necessario convocare urgentemente un consiglio comunale aperto alla cittadinanza: è allarme per l'invasione da parte dei Rom nella piccola cittadina di San Sperate!

La popolazione si riversa nell'aula comunale.

Il neo sindaco si schiera a fianco della popolazione allarmata e dichiara: "Si sono create le premesse per una situazione di ordine pubblico che non posso controllare. La situazione che ci siamo trovati davanti è inaccettabile, e ora c'è troppa tensione per consentire l'integrazione. Non ho ordinato nessuno sgombero, non ne è ho l'autorità. Ho solo ascoltato le segnalazioni dei cittadini, e a mia volta ho chiesto una verifica delle condizioni igienico sanitarie degli appartamenti dei rom".

Ma non è tutto, occorre rispondere compiutamente anche attraverso canali informativi non istituzionali e quindi ritrovo le dichiarazioni del neo sindaco anche nella pagina Facebook "San Disperate… San Sperate": "Viste le insinuazioni di chi evidentemente poco conosce il sottoscritto e i fatti, giusto per chiarire due concetti in attesa che trovi il tempo per raccontarvi meglio e più nel dettaglio tutta la questione dirò:
IL COMUNE E IL SINDACO NON SONO STATI INFORMATI DA NESSUNO NE TANTO MENO RESI PARTECIPI DEL PROGETTO CHE IL COMUNE DI CAGLIARI STAVA METTENDO IN ATTO.
Infatti come ho dichiarato a mezzo stampa sono furioso sopratutto perché la nostra comunità è stata coinvolta a sua insaputa in un progetto promosso da un altro comune o anche semplicemente informata. In questo modo siamo stati calpestati e offesi nella nostra dignità. Evidentemente pensano che in sardegna si possa mettere i piedi in testa a chiunque senza possibilità di replica. BENE A SAN SPERATE NON E' COSI!!! E badate bene della questione rom nemmeno arrivo a parlarne perchè già questo mancato coinvolgimento preclude da parte mia ogni dialogo almeno fino a quando la situazione non verrà azzerata.
Aggiungo solo che la nostra piccola comunità ha già tanti problemi e tante vessazioni da parte dei cosiddetti "enti superiori". Non abbiamo soldi per i nostri disoccupati, non abbiamo spazio nella scuola materna per i nostri figli, non abbiamo personale adatto a vigilare e personale qualificato per affrontare problematiche che sono complesse, in poche parole non possiamo farci carico anche di questo problema.
Sopratutto non possiamo farlo al posto di quelli che "scaldano" le loro dorate poltrone al comune di Cagliari (che ha ben altre risorse), in provincia o in regione e non sono mai stati capaci di affrontare e risolvere un problema che và avanti da decenni. Altra cosa che mi dà tremendamente fastidio è che pare venir fuori un'immagine di poca tolleranza da un paese come San Sperate che da sempre è stato avanti nella cultura nell'accoglienza e nella solidarietà e nell'attenzione al sociale. La colpa non è nostra ma di chi ha cercato di imporci le proprie decisioni senza prima coinvolgerci, che ha partorito un progetto che con queste premesse non può che essere fallimentare come la situazione che si è creata a San Sperate dimostra. San Sperate non merita questo"
.

Leggo e rispondo di getto dal mio profilo personale con queste parole:

L'etnia Rom (fonte wikipedia):

Un dato costante della storia del popolo Rom va rintracciato nella persecuzione che hanno sempre subito, la riduzione in schiavitù, la deportazione e lo sterminio.
Lungo la storia che li accompagna fino ad oggi si è protratta nel tempo la diffidenza nata al loro primo apparire nel Medioevo europeo: il nomadismo come maledizione di Dio; la pratica di mestieri quali forgiatori di metalli, considerati nella superstizione popolare riconducibili alla magia; le arti divinatorie identificabili come aspetto stregonesco, ecc.
Di qui la tendenza delle società moderne a liberarsi di tale presenza anche a costo dell'eliminazione fisica. Tutti i paesi europei adottarono bandi di espulsione nei loro confronti, fino alla programmazione del genocidio dei rom, insieme a quello degli ebrei, durante il nazismo in Germania.
Si stima che nel mondo ci siano tra i 12 e i 15 milioni di rom. Tuttavia il numero ufficiale di rom è incerto in molti paesi. Questo anche perché molti di loro rifiutano di farsi registrare come di etnia rom per timore di subire discriminazioni.

La questione Rom è il punto centrale del discorso quindi un 'nemmeno arrivo a parlarne' è semplicemente tentare di nascondere la testa sotto la sabbia, perché se si fosse trattato di terremotati dell'Emilia, rifugiati politici Curdi o bimbi di Chernobyl forse non ci si sarebbe dichiarati 'furiosi' ma ci si sarebbe dichiarati fieri e accoglienti
L''appello accorato ai problemi del paese è degno del miglior Cetto La Qualunque, una botta al 'paese ha già tanti problemi', un'altra all'immancabile problema scuola (il cuore di mamma si intenerisce sempre alle parole 'i nostri figli'), un'altra ancora al lavoro (quando si scrive la parola 'disoccupazione' siamo in tanti a saltare sulla sedia indignati), l'ultima è la bottarella alla 'casta' visto che si scrive di 'enti superiori dalle poltrone dorate'
È vero, 'San Sperate non merita questo' e nemmeno noi cittadini meritiamo questo, un po' più di sostanza.. grazie..



Ma la nostra piccola storia non è ancora giunta all'epilogo.


Questa mattina decido di andare a vedere dov'è questo grande accampamento Rom vicino alla mia nuova cittadina.

Negli articoli dei giornali si scrive di 'terreni vicino all'Emmezeta' ma nonostante il mio affacciarmi al finestrino della macchina per curiosare nelle campagne accanto al centro commerciale, non scorgo nessun accampamento.

Decido di chiedere informazioni.

Fermo la macchina e mi avvicino ad un anziano signore che sta lavorando la campagna.

L'anziano signore risponde alle mie domande:

"Sì, da qualche giorno c'è una famiglia Rom in una casa alla periferia del paese".

Chiedo io: "Una famiglia?"

E lui: "Sì, ma io non so.. una famiglia, forse due, una trentina di persone.. forse..".

Gli chiedo: "Lei cosa ne pensa?"

Mi risponde: "Ieri c'è stata un'assemblea nell'aula del comune, c'era tanta gente.. Io non so, alla fine sono persone come noi, con usanze diverse".


Sì, sono persone esattamente come noi.


Arrivo nel grande accampamento Rom. Fa molto caldo, trovo una famiglia che dialoga, bimbi che corrono e un anziano signore che mi offre una birra fresca.

Ratko Halilovic, conosciuto da tutti come Boban mi presenta la sua famiglia e mi racconta che è qui in Sardegna da 40 anni, sua sorella è nata qui e ha 32 anni, i suoi figli sono nati qui.

Il grande campo Rom è costituito da 14 persone, la famiglia di Boban e quella di suo figlio di 19 anni.

Con l'aiuto della Caritas di Don Marco hanno trovato sistemazione in una casa in affitto alla periferia di San Sperate. Mi dice che hanno stipulato un regolare contratto d'affitto di un anno, mi vuole far vedere il contratto ma io gli rispondo che non è necessario.

Facciamo un giro attorno alla casa, mi indica quello che hanno trovato e quello che hanno sistemato.

Boban e famigliola si sono dedicati alla pulizia della casa e del terreno attorno che era diventato punto di raccolta dell'immondizia di alcuni solerti cittadini di San Sperate; il frutto della civiltà viene sistemato in una decina di grandi buste.

Boban nel mentre che camminiamo, mi dice: "Questa mattina è venuta l'assessore del comune ed io ho chiesto dove potevo portare tutte le buste che abbiamo riempito per non lasciarle buttate qui così, ma non mi ha dato risposta. Io non so dove posso, se c'è un posto io posso portarle perché ho un furgone".

Già, dove poter conferire le buste di questi 'sporchi e immondezzari' Rom?

Mi chiede: "Ma scusa, perché vogliono mandare i vigili sanitari della ASL a controllare la nostra casa e quando c'era la signora che ci viveva prima non li hanno mandati?".

Non ho una buona risposta, ascolto e mi guardo attorno.

La sorella di Boban mi dice: "Noi non vogliamo rubare le case ai sardi, non abbiamo chiesto e non chiediamo niente. Non vogliamo favori, vogliamo semplicemente vivere in uno spazio dove non essere sempre costretti a dover andare via".

Un bambina mi chiede di farle una foto, la moglie di Boban allatta un bimbo sotto il fresco della veranda, tre pappagalli in una gabbia vicino alla roulotte, un cane che corre, abbaia e scodinzola e il padre di Boban che mi sorride con la sua bottiglia di birra in mano.

Questo è il grande accampamento Rom che incute terrore alla piccola cittadina di San Sperate, che ha fatto infuriare il sindaco e che ha riempito le pagine dei giornali isolani di questi ultimi giorni.

Per ultimo, vorrei segnalare la profondità di queste parole scritte da un civile cittadino di San Sperate:

"Se, tra i nostri nuovi vicini ROM, c'e' qualcuno che si occupa di smaltimento di rifiuti ferrosi,sappia che a casa abbiamo un bel po' di PIOMBO!!!!!".


Anche io ho paura, ma di VOI non di LORO.


Forse per farli sentire a loro agio, da paese accogliente (come ci ricorda il nostro primo cittadino) gli abbiamo voluto dare il benvenuto con una montagna di immondizia...

Link utili:

Articolo Permalink Commenti Oppure (0)  Storico >>  Stampa Stampa
 
Pagine: 1 2 3 4 5 6 7 8 9 10 11 12 13 14 15 16 17 18 19 20 21 22 23 24 25 26 27 28 29 30 31 32 33 34 35 36 37 38 39 40 41 42 43 44 45 46 47 48 49 50 51 52 53 54 55 56 57 58 59 60 61 62 63 64 65 66 67 68 69 70 71 72 73 74 75 76 77 78 79 80 81 82 83 84 85 86 87 88 89 90 91 92 93 94 95 96 97 98 99 100 101 102 103 104 105 106 107 108 109 110 111 112 113 114 115 116 117 118 119 120 121 122 123 124 125 126 127 128 129 130 131 132 133 134 135 136 137 138 139 140 141 142 143 144 145 146 147 148 149 150 151 152 153 154 155 156 157 158 159 160 161 162 163 164 165 166 167 168 169 170 171 172 173 174 175 176 177 178 179 180 181 182 183 184 185 186 187 188 189 190 191 192 193 194 195 196 197 198 199 200 201 202 203 204 205 206 207 208 209 210 211 212 213 214 215 216 217 218 219 220 221 222 223 224 225 226 227 228 229 230 231 232 233 234 235 236 237 238 239 240 241 242 243 244 245 246 247 248 249 250 251 252 253 254 255 256 257 258 259 260 261 262 263 264 265 266 267 268 269 270 271 272 273 274 275 276 277 278 279 280 281 282 283 284 285 286 287 288 289 290 291 292 293 294 295 296 297 298 299 300 301 302 303 304 305 306 307 308 309 310 311 312 313 314 315 316 317 318 319 320 321 322 323 324 325 326 327 328 329 330 331 332 333 334 335 336 337 338 339 340 341 342 343 344 345 346 347 348 349 350 351 352 353 354 355 356 357 358 359 360 361 362 363 364 365 366 367 368 369 370 371 372 373 374 375 376 377 378 379 380 381 382 383 384 385 386 387 388 389 390 391 392 393 394 395 396 397 398 399 400 401 402 403 404 405 406 407 408 409 410 411 412 413 414 415 416 417 418 419 420 421 422 423 424 425 426 427 428 429 430 431 432 433 434 435 436 437 438 439 440 441 442 443 444 445 446 447 448 449 450 451 452 453 454 455 456 457 458 459 460 461 462 463 464 465 466 467 468 469 470 471 472 473 474 475 476 477 478 479 480 481 482 483 484 485 486 487 488 489 490 491 492 493 494 495 496 497 498 499 500 501 502 503 504 505 506 507 508 509 510 511 512 513 514 515 516 517 518 519 520 521 522 523 524 525 526 527 528 529 530 531 532 533 534 535 536 537 538 539 540 541 542 543 544 545 546 547 548 549 550 551 552 553 554 555 556 557 558 559 560 561 562 563 564 565 566 567 568 569 570 571 572 573 574 575 576 577 578 579 580 581 582 583 584 585 586 587

Titolo
Quest'anno ci saranno le elezioni europee. Ti senti coinvolto:

 Per niente
 Poco
 Normalmente
 Abbastanza
 Molto

 

Titolo
La Newsletter della Mahalla
Indica per favore nome ed email:
Nome:
Email:
Subscribe Unsubscribe

 

********************

WIKI

Le produzioni di Mahalla:

Dicono di noi:

Bollettino dei naviganti:

********************


Disclaimer - agg. 17/8/04
Potete riprodurre liberamente tutto quanto pubblicato, in forma integrale e aggiungendo il link:
www.sivola.net/dblog.
Questo blog non rappresenta una testata giornalistica in quanto viene aggiornato senza nessuna periodicita'. Non puo' pertanto considerarsi un prodotto editoriale ai sensi della legge n. 62 del 7.03.2001. In caso di utilizzo commerciale, contattare l'autore e richiedere l'autorizzazione.
Ulteriori informazioni sono disponibili QUI

La redazione e gli autori non sono responsabili per quanto pubblicato dai lettori nei commenti ai post.
Molte foto riportate sono state prese da Internet, quindi valutate di pubblico dominio. Se i soggetti o gli autori avessero qualcosa in contrario alla pubblicazione, non hanno che da segnalarlo, scrivendo a info@sivola.net

Filo diretto
sivola59
per Messenger Yahoo, Hotmail e Skype


Outsourcing
Questo e' un blog sgarruppato e provvisorio, di chi non ha troppo tempo da dedicarci e molte cose da comunicare.
Alcune risorse sono disponibili per i lettori piu' esigenti:

Il gruppo di discussione

Area approfondimenti e documenti da scaricare.

Appuntamenti segnalati da voi (e anche da me)

La Tienda con i vostri annunci

Il baule con i libri Support independent publishing: Buy this e-book on Lulu.


Informazioni e agenzie:

MAHALLA international

Romea.cz

European Roma Information Office

Union Romani'

European Roma Rights Center

Naga Rom

Osservazione


Titolo
blog (2)
Europa (7)
Italia (6)
Kumpanija (2)
media (2)
musica e parole (4)

Le fotografie più cliccate


21/11/2024 @ 15:52:07
script eseguito in 125 ms

 

Immagine
 1995 - redazione del bollettino per le scuole IL VENTO E IL CUORE... di Fabrizio



Cerca per parola chiave
 

 
 

Circa 6773 persone collegate


InChat: per non essere solo un numero scrivete /n  e poi il vostro nome/nick

< novembre 2024 >
L
M
M
G
V
S
D
    
1
2
3
4
5
6
7
8
9
10
11
12
13
14
15
16
17
18
19
20
21
22
23
24
25
26
27
28
29
30
 
             
Titolo
blog (506)
casa (438)
conflitti (226)
Europa (986)
Italia (1410)
Kumpanija (377)
lavoro (204)
media (491)
musica e parole (445)
Regole (348)
scuola (335)
sport (97)

Catalogati per mese:
Maggio 2005
Giugno 2005
Luglio 2005
Agosto 2005
Settembre 2005
Ottobre 2005
Novembre 2005
Dicembre 2005
Gennaio 2006
Febbraio 2006
Marzo 2006
Aprile 2006
Maggio 2006
Giugno 2006
Luglio 2006
Agosto 2006
Settembre 2006
Ottobre 2006
Novembre 2006
Dicembre 2006
Gennaio 2007
Febbraio 2007
Marzo 2007
Aprile 2007
Maggio 2007
Giugno 2007
Luglio 2007
Agosto 2007
Settembre 2007
Ottobre 2007
Novembre 2007
Dicembre 2007
Gennaio 2008
Febbraio 2008
Marzo 2008
Aprile 2008
Maggio 2008
Giugno 2008
Luglio 2008
Agosto 2008
Settembre 2008
Ottobre 2008
Novembre 2008
Dicembre 2008
Gennaio 2009
Febbraio 2009
Marzo 2009
Aprile 2009
Maggio 2009
Giugno 2009
Luglio 2009
Agosto 2009
Settembre 2009
Ottobre 2009
Novembre 2009
Dicembre 2009
Gennaio 2010
Febbraio 2010
Marzo 2010
Aprile 2010
Maggio 2010
Giugno 2010
Luglio 2010
Agosto 2010
Settembre 2010
Ottobre 2010
Novembre 2010
Dicembre 2010
Gennaio 2011
Febbraio 2011
Marzo 2011
Aprile 2011
Maggio 2011
Giugno 2011
Luglio 2011
Agosto 2011
Settembre 2011
Ottobre 2011
Novembre 2011
Dicembre 2011
Gennaio 2012
Febbraio 2012
Marzo 2012
Aprile 2012
Maggio 2012
Giugno 2012
Luglio 2012
Agosto 2012
Settembre 2012
Ottobre 2012
Novembre 2012
Dicembre 2012
Gennaio 2013
Febbraio 2013
Marzo 2013
Aprile 2013
Maggio 2013
Giugno 2013
Luglio 2013
Agosto 2013
Settembre 2013
Ottobre 2013
Novembre 2013
Dicembre 2013
Gennaio 2014
Febbraio 2014
Marzo 2014
Aprile 2014
Maggio 2014
Giugno 2014
Luglio 2014
Agosto 2014
Settembre 2014
Ottobre 2014
Novembre 2014
Dicembre 2014
Gennaio 2015
Febbraio 2015
Marzo 2015
Aprile 2015
Maggio 2015
Giugno 2015
Luglio 2015
Agosto 2015
Settembre 2015
Ottobre 2015
Novembre 2015
Dicembre 2015
Gennaio 2016
Febbraio 2016
Marzo 2016
Aprile 2016
Maggio 2016
Giugno 2016
Luglio 2016
Agosto 2016
Settembre 2016
Ottobre 2016
Novembre 2016
Dicembre 2016
Gennaio 2017
Febbraio 2017
Marzo 2017
Aprile 2017
Maggio 2017
Giugno 2017
Luglio 2017
Agosto 2017
Settembre 2017
Ottobre 2017
Novembre 2017
Dicembre 2017
Gennaio 2018
Febbraio 2018
Marzo 2018
Aprile 2018
Maggio 2018
Giugno 2018
Luglio 2018
Agosto 2018
Settembre 2018
Ottobre 2018
Novembre 2018
Dicembre 2018
Gennaio 2019
Febbraio 2019
Marzo 2019
Aprile 2019
Maggio 2019
Giugno 2019
Luglio 2019
Agosto 2019
Settembre 2019
Ottobre 2019
Novembre 2019
Dicembre 2019
Gennaio 2020
Febbraio 2020
Marzo 2020
Aprile 2020
Maggio 2020
Giugno 2020
Luglio 2020
Agosto 2020
Settembre 2020
Ottobre 2020
Novembre 2020
Dicembre 2020
Gennaio 2021
Febbraio 2021
Marzo 2021
Aprile 2021
Maggio 2021
Giugno 2021
Luglio 2021
Agosto 2021
Settembre 2021
Ottobre 2021
Novembre 2021
Dicembre 2021
Gennaio 2022
Febbraio 2022
Marzo 2022
Aprile 2022
Maggio 2022
Giugno 2022
Luglio 2022
Agosto 2022
Settembre 2022
Ottobre 2022
Novembre 2022
Dicembre 2022
Gennaio 2023
Febbraio 2023
Marzo 2023
Aprile 2023
Maggio 2023
Giugno 2023
Luglio 2023
Agosto 2023
Settembre 2023
Ottobre 2023
Novembre 2023
Dicembre 2023
Gennaio 2024
Febbraio 2024
Marzo 2024
Aprile 2024
Maggio 2024
Giugno 2024
Luglio 2024
Agosto 2024
Settembre 2024
Ottobre 2024
Novembre 2024

Gli interventi più cliccati

Ultimi commenti:
BuongiornoE-mail: giovannidinatale1954@gmail.comOf...
28/12/2021 @ 11:20:35
Di giovannidinatale
Hi we are all time best when it come to Binary Opt...
27/11/2021 @ 12:21:23
Di Clear Hinton
 

Locations of visitors to this page

Contatore precedente 160.457 visite eliminato il 16/08/08 per i dialer di Specialstat

 Home page © Copyright 2003 - 2024 Tutti i diritti riservati.

powered by dBlog CMS ® Open Source