(immagine da
borjapindado.deviantart.com)
Domenica scorsa, ero a spasso senza molta voglia di tornare in quella fornace
che è casa mia, a sentire urlare i vicini mentre seguivano la finale degli
Europei di calcio. Telefono agli amici in via Idro: anche se il calcio non
mi interessa, una cosa è passare la serata in una casa di ringhiera, senza
televisore e facendo altro, con il disturbo del tifo dei vicini. Altra far finta
di guardare la partita, ma godendosi
la buona
compagnia.
Così chiamo per accordarmi su quante birre - patatine - sigarette
devo portare per contribuire alla serata. Niente, mi rispondono, il
televisore non c'è più, ma tu passa lo stesso. Ripensandoci, c'è stato un
lutto il mese scorso, probabilmente è per questo che non guardano la
televisione.
Arrivo, ed invece tutte le famiglie si sono organizzate, con tavolate
all'aperto e un televisore in bella vista. Qualcuno sembra persino funzionare.
Del lutto non ne parla più nessuno e prima che inizi la partita, ci sono le
solite discussioni che mi ricordano dove sono: qualcuno ha paura di essere
sgomberato, qualcuno mi chiede cosa vuol fare il comune, ecc. Al solito, e li
rimprovero, nessuno si pone il problema di cosa vuol fare lui.
Finisco in una piazzola. In attesa della partita i bambini guardano i cartoni
animati, la madre cucina per tutti un piatto freddo e il padre innaffia prato e
cemento.
Parentesi: una vita fa, ci si allenava insieme quando dentro il campo s'era
formata una squadra di pallone. Lui attaccante e io difensore, puntualmente mi
stordiva con i suoi dribbling. Non riuscendo a fermarlo con le buone, spesso ci
provavo con qualche tackle assassino, ricevendo in cambio sonori calcioni,
perché lui non era la persona più indicata da trattare a scarpate.
Ora che tutti e due abbiamo 20 anni e parecchi dolori di più, guardare
assieme la partita è una scusa per scherzare su cosa è successo in tutto questo
tempo.
Fatalisti come sempre, già dal primo minuto di gioco i Rom dicono che gli
avversari son troppo forti, e che la partita è destinata a finir male. Da parte
mia, per rincarare la dose, tifo Spagna, più che altro perché Del Bosque visto
in TV sembra il mio ritratto sputato, anche se lui ha la cravatta.
Parentesi: una ragazza torna al campo dopo essere stata via un paio
di giorni. Sua sorellina (8 anni, una bambina allegra e solare come poche) scoppia
in lacrime dalla commozione, la abbraccia e non mollerà la presa per tutta la
partita. Persino suo padre, attaccato allo schermo e con nessuna voglia di
essere disturbato, si alza per provare a consolarla.
La partita sembra andare avanti a senso unico. Dall'altra parte del campo
arrivano in continuazione urla di gioia e suoni di trombette. Birra... liquida
la cosa il mio amico. Però mi ricordo che qualcuno di quel settore mi raccontava
con nostalgia di essere stato in Spagna, e di essersi trovato bene. Forse è per
quello.
Tutto finisce come sapete. Inaspettatamente, qualche macchina parte
verso la città, con i clacson e le bandierone italiane spiegate. Visto il
risultato, la scena è abbastanza surreale. Ci penso un po': probabilmente anche
a loro della partita non interessava niente, quello che non han mandato giù è che
non si potesse far festa come da tradizione (di via Idro).
Parentesi: mi racconta un'amica un episodio di tanti anni fa, quando
lì c'erano soltanto prati e roulotte. Alcuni di loro si erano procurati un
televisore per vedere una partita, come domenica scorsa. Ad un certo punto
il tifo aveva cominciato a crescere, al punto tale che gli altri, quelli che
erano già andati a dormire, erano scappati dalle loro roulotte a piedi nudi ed in mutande,
perché svegliati dal casino avevano pensato che nel campo fosse arrivata la
polizia.
Ormai sul tardi sono tornato su via Padova. Davanti ad un tabaccaio cinese
ancora aperto, alcuni sudamericani festeggiano la vittoria della Spagna. Credo
sarebbe inutile dire loro cosa hanno fatto gli spagnoli dalle loro parti...
probabilmente è solo un modo per rimarcare la loro identità. Mi immagino la
possibile rissa che potrebbe nascere, se incrociassero le macchine con la
bandiera italiana partite da via Idro. E mi immagino come potrebbero commentare
radiocronisti ed ascoltatori di RADIO PADANIA, che tutta sera hanno fatto un
tifo sfegatato per la Spagna.
Con questi pensieri, a mezzanotte mi concedo l'ultima granita (via Padova è
anche questo) e torno a casa.