La maggior parte dei Rom si isola dalla stessa società - Svista o fatto ignorato?
La maggior parte dei Rom non è informata sui cambiamenti che stanno accadendo
nella nostra società, spesso non sanno che è entrata in vigore una nuova legge,
non sono interessati ai loro obblighi e responsabilità di cittadini.
Semplicemente, si isolano dal resto della società. Questo è quanto affermano
alcune OnG che lavorano per migliorare i diritti dei Rom [...]. Una di queste è
il National Roma Centrum (NRC) di Kumanovo, che per anni ha operato nei
quartieri rom di 16 città macedoni.
L'esperienza di questi anni mostra che è proprio la società che ha creato e
crea tuttora stereotipi e pregiudizi sui Rom e la loro comunità. Come
interpretare il fatto che questo sentimento è comune? Perché i Rom
vogliono isolarsi dalla società e non sono interessanti ai cambiamenti che vi
avvengono? Cambiamenti che sono cruciali per loro e le loro famiglie, ad esempio
nelle aree dell'istruzione, della sanità, dei benefici statali, della casa...?!
Quanti hanno familiarità con i temi dell'esclusione/inclusione rom, dicono che
le ragioni risiedono in diversi fattori - diffidenza epocale, pregiudizi, grado
di istruzione dei Rom, e volontà di conoscere le persone "altre".
Il professor Rubin Zemon dell'Università statale di Ohrid
pensa che l'isolamento dei Rom dalla società (intendendo qualsiasi società, non
solo quella macedone) data da secoli per gli stereotipi ed i pregiudizi che le
società hanno verso i Rom.
- I Rom erano e sono tuttora sensibili riguardo la loro esclusione che dura
da secoli. Altri guardano ai Rom con disprezzo. Sono stati trattati come un
bersaglio invece che come partecipanti nei processi. Non sono problemi di un
decennio. Solo pochi Rom sono inclusi nelle nostre istituzioni. Ma, ancora una
volta, non prendono parte ai processi decisionali, commenta Zemon.
Pregiudizi doppi
Puntualizza poi un altro fattore per cui i Rom, almeno in questo paese,
restano consapevolmente ai margini degli eventi della società.
- sono delusi dai loro rappresentanti politici. Il soggetto politico tra i
Rom è molto debole. I loro rappresentanti sono considerati dei corruttibili
entrati in politica per interessi personali, invece che per lottare per il
miglioramento delle condizioni di vita, aggiunge Zemon.
Secondo lui, la soluzione del circolo vizioso di sfiducia ed isolamento,
risiede in un maggior coinvolgimento dei Rom nelle questioni politiche e
sociali.
Il professor Zemon calcola che il "ghiaccio della diffidenza" può rompersi
solo se i Rom vengono inclusi non come destinatari, ma come decisori nelle
politiche sociali.
Charles Van Lith è un fotografo belga che sta prestando
molta attenzione ai Rom. Ha partecipato alla creazione del Consiglio Nazionale
Rom del Belgio. Sulla base di quell'esperienza, Van Lith dice
che ci sono forti pregiudizi anche tra le numerose comunità belghe, [...] dovute
al fatto che i Rom non si conoscono tra loro. Ma c'è anche un'altra questione:
- I Rom, ma anche gli altri - Sinti, Manush, Jenish, sono micro-comunità
dentro una più grande, governate spesso da regole diverse. Personalmente penso
che meno siano istruiti, più diventino isolati nel lro stesso mondo, con una
noiosa tendenza a preferire la speculazione reciproca invece della verità.
Ricordo ancora un Sinto-Rom, che conoscevo ed anche istruito, che criticava gli
altri Rom della città dicendo che "quelli" creavano una cattiva reputazione a
lui ed alla sua comunità. Dopo un certo periodo di tempo, avendo avuto lui la
possibilità di conoscere meglio questi Rom, [...] si sono avvicinati e le loro
relazioni sono migliorate, sottolinea Van Lith.
C'era una volta un Rom piccino picciò, ma così piccolo che non era neanche
Rom.
Ma lui, testardo, non si arrendeva a questa sfortuna e ripeteva sempre a se
stesso che bravo Rom sarebbe stato.
Così guardava sotto i ponti, nei tombini, dentro la dispensa a cercarli, per
poter dire loro con la mano sul cuore, IO VI SALVERO'.
Non se lo filava nessuno tra i vecchi crociati di cento battaglie, et
male fecerunt. Perché già dal primo scontro, perso alla grande, contro
Converso (un signorotto con 2 kg. di pelo sullo stomaco), il nostro eroe, che
aveva fretta di trovare uno spazio suo, imparò due cose fondamentali:
in Italia, chiunque può parlare, agire, fare il campione dei
Rom. Non servono esperienze o studi, basta rimestare qualche
concetto preso in prestito. Basta ripeterlo all'infinito come un
mantra. E... se non sei un Rom, è meglio.
vuoi ottenere attenzione? L'avrai: ci sarà sempre chi cerca
il personaggio nuovo, meglio se sopra le righe, meglio se espone
due idee in croce... perché è più facile da descrivere. Perché i
media non cercano altro che la banalizzazione: da un lato i
ladri, gli zozzoni, i criminali, dall'altro le povere vittime
della nostra malvagità.
Rimaneva un terzo concetto su cui lavorare, tutto sotteso all'evoluzione di
questa Italia negli ultimi decenni: il VITTIMISMO. Tanto più si ottiene
l'interesse dei media, tanto più si deve recriminare di essere da soli,
censurati, ma PURI. Perché? Ma perché gli altri, i vecchi crociati, ovviamente
non vogliono ascoltare questo guerriero della domenica o peggio, complici devono
essere della situazione attuale. Distinzioni? Vedere il punto 2. - è meglio non
farle, col rischio di perdere la purezza e l'attenzione mediatica.
Qualche comparsata davanti alla telecamera, in fondo questa è l'epoca di
youtube, e comunicati su comunicati su comunicati (che se li leggi sono tutti
identici), ma inviati alle persone "giuste": cioè a chi mai si sognerebbe di
rispondervi (anche se al momento non risultano all'appello l'ONU e la IV
flotta). Ma almeno si porteranno a casa due risultati:
ci sarà sempre qualcuno, che vuole sembrare più (o almeno)
antirazzista del nostro campione, che gli darà credito. Un
trafiletto su questo o quel sito-giornale-blog si rimedia
sempre;
solleverai comunque l'invidia (e magari la curiosità) dei
vecchi crociati, a cui poter dire "Visto come le canto? Visto a
chi so rivolgermi? Dilettanti voi foste."
E se nessuno rispondesse, se ci fosse un convegno dove non si sarà invitati,
si potrà sempre dire (mi raccomando: petto in fuori) RAZZISTI, RAZZISTI,
RAZZISTI, E' TUTTO UN COMPLOTTO... (IO VI SALVERO')
Un fenomeno mediatico, non durerà ancora molto. Che si stia già preparando il
suo successore?
PS: io però al posto suo non mi sarei limitato a Nazione Rom, se davvero
volevo fare impressione perché non IMPERO GALATTICO? (OK, mi son fatto prendere
la mano)
Storie di ordinaria follia
Stultifera navis, la nave dei folli, battelli che trasportano al proprio interno
i folli. Sono queste le modalità con le quali le municipalità dell’alto medioevo
colpiscono i lebbrosi, i folli e tutti coloro che sono considerati potenziali
untori per la civiltà...
Materiali ferrosi, è in vigore la nuova normativa
La Federazione Rom e Sinti Insieme da tre anni sta chiedendo al Governo italiano
una procedura semplificata, in linea con le norme europee, per regolarizzare
l'attività lavorativa di acquisto / trasporto / vendita di materiali ferrosi,
svolta da tantissime famiglie sinte e rom. Oggi abbiamo una buona notizia da
darvi...
Storie di ordinaria follia II (uscire dalla logica del campo)
L'idea di utilizzare il "campo", come spazio nel quale rinchiudere uomini e
donne nasce, dal punto di vista teorico, nel 1828, nell’opera di Filippo
Buonarroti che nella "Congiura degli eguali o di Babeuf" propone la
progettazione di accampamenti umani per garantire l’ordine pubblico. Mentre dal
punto di vista pratico...
Lacio drom, mengor pral Fabio Norsa
Lasci improvvisamente un grande vuoto nei nostri cuori, la tua testimonianza
nella ricerca della verità guiderà sempre i nostri passi. In questo momento di
smarrimento abbracciamo con tanto affetto tua moglie, Licia, i tuoi figli, Aldo
e Manuela, i tuoi amati nipoti e tutta la Comunità ebraica mantovana...
Lacio Drom, Fabio!
C’era una volta un giardino, nel museo di Yad Vashem, a Gerusalemme, nato per
conservare la memoria dei Giusti – persone impegnatesi per salvare altre vite
umane dalla furia delle persecuzioni razziali. Negli anni, sono sorti in vari
Paesi molti altri giardini simili, in cui ogni albero è lì per commemorare il
coragg...
GIOVEDI' 19 GENNAIO - Alle ore 21:00 proiezione del film LATCHO DROM di TONY GATLIF
Intenso e travolgente documentario di Tony Gatlif sui viaggi, le musiche e le
danze dei gruppi Gipsy provenienti da Rajastan (India), Egitto, Turchia,
Romania, Ungheria, Slovacchia, Francia e Spagna. Racconta il lungo percorso che
dall'anno 1000 c.a. fino alla fine del 1900 il popolo zingaro ha intrapreso dal
nord dell'India fino alla Spagna e la relativa evoluzione musicale che,
raccogliendo tradizioni culturali musicali, trasforma la musica zingara,
sfociando, alla fine, con il flamenco. Secondo film della trilogia che Gatlif ha
dedicato ai gitani iniziata nel 1983 con 'Les Princes - L'uomo spezzato' e
conclusasi con 'Gadjo Dilo - Lo straniero pazzo' del 1997.
A seguire CONCERTO acustico dei MUZIKANTI DI BALVAL, una piccola orkestra
balcanica, eterogenea, multiforme che raccoglie in sé musicisti di diverse
origini e bagagli culturali di lontane provenienze. Fonte d'ispirazione primaria
del loro genere è la musica Rom, espressione artistica di un popolo che sa
riunire in una voce sola i diversi caratteri dell'Europa balcanica. I Muzikanti
sono la realizzazione di un autentico incontro di culture, che si esprime in un
linguaggio musicale originale, fantasioso, libero, vitale. Ritmi incalzanti,
intervalli orientaleggianti e virtuosismi si alternano a melodie struggenti dal
potere evocativo, in una combinazione di esotismo ed energia che emoziona ogni
tipo di pubblico. Presentano per l'occasione il loro nuovo album 'TUTTIFRUTTI',
una raccolta di pezzi della tradizione Rom riarrangiati.
Di Fabrizio (del 12/01/2012 @ 09:51:13, in Italia, visitato 1270 volte)
GIOVEDÍ 19 GENNAIO ALLE ORE 11.00 - presso il NAGA, in Via Zamenhof 7/A -
Milano CONFERENZA STAMPA
Come vivono i rom a Milano:
analisi delle condizioni di vita e di salute delle persone
che abitano le aree dismesse e i campi irregolari
Uno studio a cura dei volontari di Medicina di Strada del Naga, pubblicato sulla
rivista Epidemiologia & Prevenzione, analizza i dati sociodemografici e sanitari
raccolti in 14 aree dismesse e campi sul territorio milanese tra gennaio 2009 e
dicembre 2010.
In questi due anni di attività, i volontari del Naga hanno visitato 1.142
persone - circa la metà delle persone rom presenti a Milano secondo le stime
ufficiali: sono stati raccolti e analizzati dati su condizioni di salute,
scolarità, lavoro, abitudine al fumo e altre informazioni sociodemografiche che
determinano le condizioni di vita e di salute dei rom sul territorio cittadino.
Durante la conferenza stampa i volontari di Medicina di strada del Naga
illustreranno i principali risultati dell'indagine, portando alla luce dati
inediti che delineano una situazione di rischio e discriminazione.
Di Fabrizio (del 13/01/2012 @ 09:45:01, in Italia, visitato 1618 volte)
Di quello che è successo a Torino il mese scorso: dallo
stupro inventato al pogrom, sino alle recenti omertà, sappiamo parecchio. Sembra che qualcuno ci abbia preso gusto. Ora è il turno di Vicenza... c'è un brutto
mondo là fuori!
VicenzaTodayTorri: "Mi hanno rapito gli zingari" ma era una scusa per i compiti Un ragazzino di 11 anni si è inventato un tentativo di sequestro per non andare
a scuola senza aver fatto i compiti. Dopo tre ore confessa: aveva gettato lo
zaino nel fiume
di Redazione 10/01/2012
E' tornato a casa in lacrime raccontando alla mamma che, mentre andava a scuola,
gli "zingari" avevano tentato di rapirlo, riuscendo a prendergli però solo lo
zaino. E' la storia inventata da un ragazzino undicenne di Torri di Quartesolo
per non dover presentarsi in classe senza aver fatto i compiti. Dopo tre ore,
spese da parte della polizia locale a cercare riscontri, lo studente ha
"confessato": lo zaino era stato gettato nel fiume.
Mattinata movimentata a Torri, per una mamma terrorizzata che il figlio potesse
finire nelle mani di pericolosi nomadi, per i vigili che per ore hanno cercato
prove sul racconto di un ragazzino e per il protagonista, che non ha trovato di
meglio per giustificarsi di non avere fatto i compiti a casa. Man mano che la
mattina trascorreva, l'inverosimiglianza del racconto cominciava a farsi netta e
l'undicenne ha confessato: mentre andava a scuola, ha gettato lo zaino dal ponte
di via Marconi ed è corso a casa, inventandosi il drammatico evento. I genitori
hanno promesso sonore punizioni.
Di Fabrizio (del 13/01/2012 @ 09:59:33, in casa, visitato 1260 volte)
Repubblica.itDove da quattro anni vivono famiglie di ex nomadi
strappate alla miseria dei campi abusivi. Nessuna roulotte o alloggi di fortuna,
stufe a gas e letti improvvisati. Qui tutti hanno il loro appartamento. E una
serie di regole da rispettare: i figli a scuola, un lavoro, essere alla larga
della criminalità. Un patto di cittadinanza con i volontari dell'Associazione
Terra del Fuoco
di LORENZA CASTAGNERI
TORINO - Un condominio dalla facciata gialla alla periferia di Settimo
Torinese. Un'altalena, uno scivolo e qualche altra giostrina per bambini nel
piazzale davanti all'ingresso. Qui, da quattro anni, vivono famiglie Rom
strappate alla miseria dei campi abusivi. Niente più roulotte o alloggi di
fortuna, stufe a gas e letti improvvisati. Qui tutti hanno il loro appartamento.
E una serie di regole da rispettare: mandare i figli a scuola, trovare un
lavoro, tenersi lontani dalla criminalità, pulire gli spazi comuni. Diritti e
doveri. E' questo il patto di cittadinanza con i volontari dell'Associazione
Terra del Fuoco.
L'inizio della storia. Tutto comincia poco più di cinque anni fa a Borgaro,
altro centro della cintura torinese a pochi chilometri da Settimo. In una fredda
giornata di metà novembre, va a fuoco un campo nomadi. Centinaia di persone si
ritrovano senza un posto in cui andare. Di loro si prende cura Terra del Fuoco.
E' allora che nasce l'idea del Dado. I volontari bussano alle porte dei Comuni
della zona: serve uno stabile non utilizzato che i rom possano ristrutturare per
poi andarci a vivere. Si chiama autorecupero. E' una soluzione abitativa
sostenibile molto diffusa all'estero ma poco in Italia. Dopo tanti no, arriva la
prima risposta affermativa: è quella del sindaco di Settimo Aldo Corgiat.
L'edificio di via Milano viene dato in concessione ai volontari. Il sogno
diventa realtà e per tanti inizia una nuova vita. Oggi al Dado vivono 5 famiglie
rom e 9 rifugiati politici.
Le testimonianze. Violeta, 22 anni, è lì da quattro. Con lei ci sono il padre,
la madre, i due fratelli e la figlia più piccola. Prima stavano al campo di
Borgaro. "Io non c'ero il giorno dell'incendio - ricorda - mi telefonò mia
madre. Piangeva. Avevamo perso tutto". I suoi genitori ora sono commercianti
ambulanti, i fratelli adolescenti vanno a scuola. Anche lei studia: "Sto
cercando di prendere la licenza media". Nel frattempo si occupa della casa e
della sua piccola di un anno e mezzo. L'altra, tre anni, è rimasta in Romania.
"La lontananza è terribile ma qui mi trovo bene - continua - siamo perfettamente
integrati". E' tranquilla Violeta, anche se sa che non potrà rimanere al Dado
per sempre. Una volta raggiunta la stabilità economica il regolamento prevede
infatti che le famiglie trovino un'altra sistemazione per permettere a nuovi
inquilini di intraprendere il percorso di allontanamento dalle baraccopoli.
Si è riacceso il dibattito. Da qualche settimana a Torino si è riacceso il
dibattito sulla condizione dei nomadi in città. Una ragazzina inventa di essere
stata violentata da due Rom. E una fiaccolata di solidarietà si trasforma in un
raid punitivo contro gli abitanti del campo della Continassa. Roulotte, tende,
vestiti. Tutto viene dato alle fiamme. Un fatto di cronaca che ha riproposto il
Dado come un esempio di buona integrazione. "All'inizio non è stato facile.
Abbiamo dovuto affrontare le reticenze dei cittadini di Settimo. La gente non
riusciva ad accettare che una parte di città venisse regalata agli zingari",
spiega Oliviero Alotto, presidente di Terra del Fuoco. Ma loro, i volontari, non
si sono arresi. E per fare breccia nel muro di ostilità che si sono trovati di
fronte hanno chiesto aiuto alla vicina parrocchia di san Vincenzo Dè Paoli e
alle insegnanti delle scuole cittadine. I bambini del Dado sono stati seguiti
nell'apprendimento e per loro si sono aperte le porte dell'oratorio. "Poco a
poco siamo riusciti a dimostrare che i rom non sono un problema ma una risorsa.
Il clima è cambiato. Oggi c'è davvero integrazione".
Il Dado un modello replicabile? "Io credo di sì - risponde Alotto - E' l'unico
modo per superare il problema dei campi rom abusivi. A Torino se ne parla da
anni. Edifici non più utilizzati che si potrebbero ristrutturare usando l'autorecupero
ce ne sono. Quello che serve è una forte volontà politica". Ma anche il coraggio
di fare scelte criticabili dai cittadini può non bastare. "Perché progetti di
questo tipo abbiano successo e il rispetto della legalità si accompagni alla
pura integrazione servono grandi risorse economiche e una forte collaborazione
tra più soggetti istituzionali. Gli enti locali non possono agire da soli",
spiega Elide Tisi, assessore alle Politiche Sociali del Comune di Torino.
Questioni complesse. Che, chi vive al Dado non conosce. Qui però miracolo di
un'integrazione possibile continua.
Di Fabrizio (del 14/01/2012 @ 09:11:36, in media, visitato 2416 volte)
Foto ANSA
Qualcuno potrebbe spiegare a questo
Michele Focarete, redattore del più importante quotidiano italiano, che
"rom" e "sinti" non sono due sinonimi intercambiabili da usare a cazzo?
Letto su Facebook
Le distinzioni non sono per i giornali, che si chiamino Libero, Corriere
oppure Repubblica. A fare distinzioni c'è sempre il rischio che qualcuno si
faccia domande, ed allora meglio vendere certezze.
Se poi qualche lettore esaltato si fa prendere la mano, come il mese scorso nel
rogo torinese, allora ci si spargerà il capo di cenere e si farà i bravi per
qualche mese; così nel nome della "libera concorrenza in libera informazione" ci
sarà qualche
altro foglio a scrivere articoli altrettanto irresponsabili. Magari,
basterebbe poco, ad esempio riscoprire la vecchia regoletta "le notizie separate
dai commenti".
Ma in fondo i giornali in Italia li leggono in pochi, e la maggior parte dei
lettori si fermano al titolo.
E questi lettori, che sono pure democratici, istruiti ecc. assomigliano molto ad
un titolista: solo un po' più frustrati di non essere un giornalista, anche se
sfruttato e sottopagato. Cercano titoli da ripetere: alla suocera, al bar, su
Facebook o su Twitter... dove mostrare quanto siano sensibili, aggiornati,
attenti (insomma: esattamente il contrario di ciò che sono in realtà).
Vogliono mostrarsi indignati, non importa per che cosa. I primi lanci della
notizia li ho letti giovedì sera tardi: a molti non è sembrato vero di avere un
motivo per prendersela contro gli odiati SUV che occupano la città. Questo il
commento alla notizia di una persona che conosco come molto civile ed impegnata: "Prima di metterlo in galera e buttare la chiave, lo farei anche rotolare
nudo in un campo di ortiche, lo porterei al ponte sull'Adda e lo appenderei a
quell'elastico, lo lascerei così a testa in giù una notte intera....e molto,
molto altro ancora, si lo torturerei, ecco!"
Il giorno dopo salta fuori quello che molti nei campi temevano: sono
coinvolti degli "zingari". Cambia il "focus", ma resta l'indignazione
artificiale di avere qualcosa contro cui scagliarsi. Basta scorrere i commenti
su
Il Giornale o anche sul
Corriere, altrettanto superficiali ed uniformati di quelli del giorno prima,
anche se di segno opposto.
Insomma: SUV e ZINGARI come monete intercambiali di indignazione.
La ricerca di un nemico necessario per ribadire la propria presenza.
Di Fabrizio (del 15/01/2012 @ 09:10:33, in Italia, visitato 1388 volte)
Segnalazione di Alberto Maria Melis
Nuovo Corriere BARISERA10 gen 2012 - Un primo piano di una delle protagoniste della performance di Teadrom su gli
autobus baresi
BARI – "No, grazie non vogliamo nulla da voi, non abbiamo spiccioli".
Sembra proprio che il pregiudizio nei confronti dei Rom sia ancora presente
nella comunità barese, almeno tastando le reazioni su autobus e ai semafori
delle persone che involontariamente sono stati coinvolti nel progetto 'Teadrom'. Le
reazioni sono state immortalate in un video conclusivo dell'iniziativa messa in
campo dall'associazione Ri-belle di Bari che a partire da questa estate ha
organizzato seminari e spettacoli con la forma espressiva del teatro di strada
(in lingua romanès "drom" significa strada). "La collaborazione fra ragazzi rom
(sette) e gadjè (non rom, una ventina in tutto) – spiega uno dei responsabili
delle attività Gabriele Di Palma – ha favorito il dialogo e la conoscenza
reciproca, ha potenziato le capacità espressive e immaginifiche di ciascuno e la
fiducia in sé stessi. A rotazione i ragazzi coinvolti (i rom fanno parte di un
interno nucleo familiare di 11 persone, ndr) hanno realizzato un esperimento di
teatro invisibile. Sono saliti sugli autobus cittadini facendo finta di non
conoscersi. Hanno cercato di regalare un portaoggetti in plastica (realizzato
con bottigliette di plastica tagliate e chiuse con una zip, ndr) contenente un
fiore di stoffa e un volantino che spiegava il progetto. Durante lo spettacolo
le persone si spostavano e quando io fingendomi un ragazzo italiano precario ho
chiesto denaro ai rom, sono rimasti a bocca aperta. Anche ai semafori nessuno
voleva accettare il dono". Ora il nucleo familiare (11 persone con bambini dai
20 ai 2 anni) cerca una casa. "Ora vivono in condizioni precarie a Foggia –
conclude Di Palma – ma stiamo trattando con la Chiesa di San Sabino per una
casetta a Sannicandro. Speriamo che così possano riprendere a vivere".
Con l'inizio dell'anno nuovo, vi informiamo sulla pubblicazione del sito di
Gérard Gartner,
scrittore e scultore rrom.
Mutsa(gatto in lingua rromanì) Si
dice di un gatto... che abbia molte vite, calderaio, e poi pugile dilettante e
professionista, attore, ti assicurerà la protezione di un ministro alla cultura,
sarà barista, facchino alle halles, imbalsamatore, poi il suo vagare vi
porterà nell'ambito artistico, verso l'impegno nell'ambiente rrom e finalmente
alla scrittura.
Un sito con molte foto, video e testi che raccontano la storia di Rrom
illustri, artisti ed attivisti in Francia. [...]
Gérard Gartner ha inteso creare un sito per riunire le informazioni relative
al suo percorso familiare, professionale, artistico e di attivista.
Questa raccolta di documentazione è ricca di insegnamenti su soggetti tanto
differenti come l'identità rromanì, l'arte e la creazione, l'attivismo dei Rrom
nei campi culturali ed artistici.
C'è un catalogo di
alcune opere.
[...] Qui è
possibile contattarlo.
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