Di seguito tutti gli interventi pubblicati sul sito, in ordine cronologico.
Di Fabrizio (del 13/12/2011 @ 09:22:52, in media, visitato 2190 volte)
(immagine da dibattitomorsanese)
Un film da girare con pochi soldi, che potrebbe persino uscire per Natale (non lo so... i buoni sentimenti funzionano sempre).
Niente studios, non è neanche necessario girarlo proprio alle Vallette, perché la storia potrebbe essere accaduta ovunque, e magari andando a fare le riprese in Europa dell'est c'è da risparmiare.
Niente attori conosciuti: piuttosto gente comune e qualche figurante. Attenzione però: per quanto comuni, le facce e le storie che ci stanno dietro sono importanti, sono la base della storia che si vuole raccontare.
I nostri protagonisti non sono facili da identificare: una volta li avremmo trovati nei bar, sull'autobus, ora di solito vivono confusi nella marea di macchine che ci assediano ogni giorno, anonime come i loro conducenti; oppure stanno rintanati in casa, davanti alla televisione o al computer.
Non sono neanche un gruppo coeso: in mezzo a loro qualche
tifoso, il disoccupato di lungo periodo, un lavoratore in proprio che difende coi denti i suoi miseri guadagni, una signora che va a messa e fa volontariato per i più poveri, persino un ingegnere rumeno che qui ha aperto un laboratorio di riparazione computer...
Non sono per forza bravi o cattivi, è questa la loro forza: sono esattamente come noi. Forse qualcuno di loro ha anche rischiato di avere problemi con la legge, ma possiede un istinto atavico nel sapersi trarre d'impaccio in caso di pericolo. Ha imparato a chinare la testa, nascondersi, lamentarsi sempre ma esporsi mai. Per questo sono INVISIBILI anche se li abbiamo costantemente sotto gli occhi.
Dove vivono? E' un quartiere come tanti (anche qui gli indizi sono pochi), che non amano. Quando han visto arrivare anche gli zingari, hanno sbuffato (come sempre), qualcuno avrà persino manifestato, ma in cuor loro lo sapevano che gli zingari finiscono sempre in quartieri simili. Hanno chinato la testa, come sempre e "speriamo che questi qua non facciano qualche guaio..."
(Apro una parentesi: avete notato come tanto gli odiati zingari quanto gli altri abitanti siano simili, egoisti e parimenti rinchiusi nei loro ghetti fisici e mentali?)
Il guaio prima o poi doveva succedere (vero o immaginario, per lo sceneggiatore non ha nessuna importanza), e chi ha già visto tanti film simili sa che il GUAIO, quello grosso che mette in discussione le certezze dello spettatore, non verrà commesso dagli zingari, ma dagli ex INVISIBILI.
Questi cittadini, che mai hanno avuto in vita loro il coraggio di ribellarsi, che non hanno mai avuto altra identità se non quella massificata dell'omologazione, riscoprono d'un tratto nel loro quartiere mai amato un'idealizzata palanka minacciata dal nemico, si guardano in faccia come fosse la prima volta, realizzano d'improvviso di essere in tanti e di condividere un'incazzatura che hanno sempre tenuto a freno.
Hanno vissuto come ubriachi il loro momento di gloria, senza pensare alle conseguenze, senza pensare se per l'ennesima volta c'era qualcuno a manovrarli... L'importante era che per una volta, in mezzo ad un branco, non hanno più avuto la paura di sempre... ed avevano qualcuno disarmato ed indifeso su cui scaricare anni di sopportazioni.
Col fuoco, sicuramente, come ogni sacro rito che voglia dirsi tale. Ed i poliziotti che li guardavano senza fare niente, nella scomoda situazione del leone che si trova nel mezzo di una carica di bufali impazziti.
Poi il ritorno a casa, col fumo che aleggia pesante per strada e le volanti che girano. Tornare a nascondersi, pulire le mani, telefonare alla mamma. Ma dentro, sentire per una volta i battiti del proprio cuore.
Non so, il film non lo dice, se a distanza di anni i nostri protagonisti proveranno orgoglio o vergogna di quel che è successo, e del fatto di essere rimasti impuniti, nuovamente incatenati al solito tran-tran. Rimane un mistero. Per tutti NON E' SUCCESSO NIENTE.
Di chi non parlato?
I miei amici hanno spento la TV e la cosa sembra strana perché, che ci fosse o meno la corrente elettrica, hanno continuato sempre a guardarla. Hanno paura per i bambini: che facciano domande sulle fiamme che la televisione può trasmettere al posto dei cartoni animati; che perdano presto anche loro la residua fiducia in ciò che sta fuori dal campo. Qualche genitore è combattuto se mandare o meno i figli a scuola ed il campo torna ad essere la terra di nessuno dove potersi difendere ed isolare dal mondo esterno; ma anche qualcosa da cui vogliono fuggire, perché se si abitasse in quei condomini tanto odiati, forse sarebbero al riparo dagli incendi. Bevono, male e senza nessuna gioia. Anche loro vorrebbero illudersi che NON E' SUCCESSO NIENTE, ma è il DNA a dire che non è così.
Di Fabrizio (del 13/12/2011 @ 09:23:47, in Italia, visitato 2028 volte)
Quali Cittadini del Comitato X Milano di zona 2 siamo stati contattati dagli abitanti del campo di via Idro, che ci hanno manifestato la drammaticità dell'attuale situazione del campo dove già da alcuni mesi a seguito della morosità di alcuni abitanti del campo, è stata smantellata la cabina per energia elettrica che riforniva tutto il campo e tagliata la fornitura di energia elettrica all'intero campo. Il perdurare della situazione, in attesa di una serie di incontri con l'Amministrazione per trovare delle soluzioni di lungo periodo, ha portato alla realizzazione di alcuni allacciamenti abusivi di fortuna negli scorsi mesi, che ovviamente non possono essere la soluzione al problema e non garantiscono la continuità della fornitura, nè la sicurezza della stessa. Al campo abitano numerose famiglie con bambini piccoli ed anche anziani e la discontinuità della fornitura causa enormi disagi soprattutto ora che la stagione invernale è iniziata ed agli altri problem si unisce l'impossibilità di riscaldarsi. Gli abitanti del campo ci hanno chiesto di aderire ad un documento da loro predisposto per far conoscere la situazione del campo e richiedere un intervento urgente ed immediato per il ripristino dell'energia elettrica. L'estrema urgenza di tale intervento, che prescinde da quelle che saranno le situazioni di lungo periodo che verranno adottate, ci ha indotto ad aderire senza indugio al documento predisposto dai residenti nel campo con l'ausilio delle associazioni che vi operano. Continuiamo a essere fiduciosi nella "diversità" di questa amministrazione rispetto alle precedenti. Comprendiamo bene le difficoltà cui va incontro l'amministrazione in questo settore, ma siamo al contempo convinti che una più corretta e civile gestione dei campi nomadi e dei rapporti con le comunità che vi abitano sia un banco di prova decisivo per misurare il cambiamento culturale che abbiamo sostenuto in campagna elettorale. Riteniamo quindi che un forte segnale di discontinuità sia di fondamentale importanza. Sin dalla campagna elettorale abbiamo condiviso con i partiti di zona della coalizione la chiara posizione che si oppone alla realizzazione di un campo di transito e favorisce invece una riqualificazione del campo esistente, al fine di offrire alle persone che desiderino rimanervi (alcuni abitanti, come sapete, sono stanziali da decenni) una sistemazione che rispetti, oltre alla legge, anche la loro dignità di esseri umani. La filosofia del "superamento della logica del campo" è condivisibile solo nella misura in cui essa si sostanzia nell'aiuto e nell'accompagnamento di chi sceglie liberamente di abbandonare questo tipo di vita, non nella coercizione di chi rivendica il diritto di vivere, con dignità e nella legalità, secondo una propria tradizione culturale. Ora che, a seguito della sentenza del Consiglio di Stato n. 6050 del 16 novembre 2011, la possibilità di ottenere un ingente finanziamento non è più legata necessariamente alla realizzazione di un campo di transito previsto nell'ambito dell'ormai giuridicamente inesistente "piano Maroni", crediamo che si possa e si debba riaprire in modo costruttivo un dialogo con gli abitanti del campo e con i cittadini delle zone circostanti , nonchè con il convolgimento del consiglio di zona e e degli altri soggetti interessati sull'intervento da realizzare, i suoi modi e i suoi tempi. Siamo altrettanto convinti che ciò si possa realizzare solo a due condizioni essenziali: - l'intervento immediato dell'amministrazione per la realizzazione degli interventi indifferibili a garanzia dei servizi essenziali del campo di via Idro ed in particolare che venga immediatamente ripristinata la fornitura di energia elettrica, senza se e senza ma, anche in attesa di una definizione delle condizioni contrattuali e delle modalità (e responsabilità) per il pagamento. Lo ripetiamo con forza; qualunque sia la ragione, lasciare una comunità con bambini e anziani senza energia nel mese di dicembre non è degno della città civile che abbiamo sognato insieme. - che ogni decisione relativa al futuro del campo di via Idro sia frutto di scelte condivise e l'amministrazione avvii un percorso decisionale sulla piena consultazione degli abitanti del campo e dei cittadini del quartiere, del consiglio di zona e degli altri enti interessati e garantisca, in pendenza di questo percorso una moratoria su ogni ipotesi di intervento di sgombero dell’area mediante la forza pubblica delle persone che a oggi abbiano titolo a risiedervi.
Certi dell'impegno di questa amministrazione per il miglioramento delle condizioni di vita dei residenti dentro e fuori il campo di via Idro e della disponibilità a discutere e condividere le scelte con i cittadini, confidiamo in una risposta celere e costruttiva. ComitatixMilano Zona 2 Milano - 9 Novembre 2011
Al Sig. Sindaco di Milano GIULIANO PISAPIA sindaco.pisapia@comune.milano.it All'Assessore alla sicurezza e coesione sociale MARCO GRANELLI assessore.granelli@comune.milano.it All'Assessore alle politiche sociali e cultura della salute PIERFRANCESCO MAJORINO assessore.majorino@comune.milano.it Al Settore Relazioni Istituzionali e con la Città Ufficio per la Città PAOLO LIMONTA paololimonta@gmail.com
Campo di via Idro- emergenza umanitaria
La sentenza del Consiglio di Stato del 16 novembre 2011 cancella il Piano Maroni che prevedeva il finanziamento di un campo di transito in via Idro e la chiusura di quello attuale entro il 31 dicembre 2011.
"Andiamo avanti, come da programma. I fondi europei ci sono e in qualche modo continueremo a usarli" dice l'assessore Granelli, confermando il programma della Giunta Moratti.
Preoccupato don Virginio Colmegna che, concluso il reinserimento di 600 rom del Triboniano, deve gestire la trasformazione di Via Idro in un "Campo di sosta", si legge su "la Repubblica" del 22 novembre 2011.
Perché si persegue su una linea che viene profondamente messa in
discussione dalla sentenza del Consiglio di Stato?
Intanto assistiamo ad una emergenza umanitaria, ignota a molti cittadini di Crescenzago, che si sta consumando nel campo di Via Idro. Il campo, giorno dopo giorno, si sta sempre più degradando: manca la corrente elettrica da mesi, gli abitanti del campo vivono al freddo, non funzionano i frigoriferi, le fogne straripano, la strada si allaga, mancano il lavoro e una prospettiva per il futuro. E le vittime sono di conseguenza bambini, donne, anziani, i soggetti più deboli e indifesi.
I Rom che abitano in via Idro, sono cittadini italiani e hanno il diritto come tutti che venga trovata assieme una soluzione dignitosa, sia per quelli che intendono trovare altrove una sistemazione sia per quelli che ci vogliono rimanere.
Perché non si interviene subito a garantire condizioni di vita
civili, trovando una soluzione rapida alla fornitura della corrente elettrica?
Perché ancora chiudere un campo, che ha problemi che vanno certamente affrontati e governati, per sostituirlo con un campo di transito che porterà ad un peggioramento del contesto ambientale nel quale è collocata via Padova e dintorni, già sufficientemente critico e complesso?
Perché non si vuole tenere conto del fatto che cittadini, comitati, partiti e Consiglio di Zona si sono schierati contro il campo di transito e si sono espressi favorevolmente per la riqualificazione di via Idro ? Chiediamo al sindaco Pisapia di intervenire. A tutte le persone devono esser garantiti i diritti fondamentali. Le decisioni democratiche devono essere ascoltate e rispettate.
Adesioni: Comunità Rom di via Idro 62 - Comitato VIVERE IN ZONA 2 - ANPI Crescenzago - ANPI L. Viganò - redazione MARTESANA 2 - redazione MAHALLA - Associazione culturale AB - Sinistra Ecologia Libertà zona 2 - Verdi zona 2 - ComitatoxMilano zona 2 - Lista Sinistra per Pisapia di zona 2 - Partito dei Comunisti Italiani, Sezione Alessandro Vaia
Singoli: Antonio Piazzi - Stefania Benedetti - Gabriella Conedera
Di Sucar Drom (del 14/12/2011 @ 09:11:06, in blog, visitato 1508 volte)
Ostia (Roma), don Franco De Donno: "Alemanno, lei forte solo con i deboli"
"Signor sindaco, mi permetta di affermare che lei è veramente forte con i deboli
e debole con i forti. Sono appena trascorsi due giorni dal feroce regolamento
dei conti tra bande mafiose e malavitose di Ostia con il triste esito di due
omicidi, e il nostro sindaco non trova altro da fare che perpetrare l'ennesimo
s...
Rom e Sinti, il Governo italiano ha ceduto! Una vittoria della Federazione Rom e
Sinti Insieme
Il Governo italiano, dopo la manifestazione "chroll chetane" organizzata a Roma
dalla Federazione Rom e Sinti Insieme, si sta muovendo secondo quanto richiesto
dalle associazioni sinte e rom che sono scese in piazza per rivendicare i propri
diritti...
FederArteRom, un movimento artistico interculturale
FederArteRom è un movimento artistico interculturale a dimensione europea. La
federazione riunisce diverse associazioni presenti sul territorio nazionale
per organizzare grandi eventi e manifestazioni con la collaborazione di Enti
pubblici (nazionali, regionali e locali) ed istituzioni internazionali...
Ministro Riccardi: "Mi vergogno, basta campi!"
"Come ministro posso dire che l’Italia non è tra i paesi più brillanti
nell’affrontare la questione rom e sinta, ma come cittadino a volte mi sono
veramente vergognato della loro condizione nel nostro paese. Conosco e ho
visitato non pochi campi rom. Dobbiamo agire per superare i campi aff...
Casalromano (MN), lacio drom SINDACO Gianni Magri: a noi mancherai
L'associazione Sucar Drom, unitamente ai sinti di Casalromano e all'intera
comunità sinta mantovana, si uniscono al dolore della famiglia Magri per la
scomparsa di Gianni, uomo politico, educatore e sincero amico di tutti i sinti
mantovani...
Torino, la violenza razzista si abbatte di nuovo contro i rom
Torino è l'ennesima Città italiana che sprofonda nella violenza razzista contro
i rom e i sinti. Una storia purtroppo come tante altre che dovrebbe far
riflettere sull'emergenza culturale vissuta nel nostro Paese. E' necessario
svegliarsi dal sonno della ragione, investendo in giustizia, cultura e
informazione...
Due "zingari" mi hanno violentata
Un centinaio di giovani, armati di spranghe, bastoni e bombe carta, hanno dato
l’assalto al campo abusivo abitato da rom a Torino. Lo hanno fatto per vendicare
una ragazza stuprata da due "zingari"...
L’assalto ai rom e la socializzazione delle responsabilità
Una delle nostre abitudini più malsane è quella di fustigare i vizi e il
malcostume del nostro paese con un repertorio di argomenti che più italiano non
si può. L’ultimo a cadere in qu...
Torino, le donne di Idea Rom chiedono un cambiamento
Nel giorno dell'anniversario dell'Assemblea Generale delle Nazioni Unite che
ratificò la DICHIARAZIONE UNIVERSALE DEI DIRITTI UMANI, Torino è violentata
dall'ignoranza razzista di alcuni abitanti del quartiere Le Vallette...
Torino, lettera a Paola Bragantini (Segretaria del Partito Democratico)
Gentile Paola Bragantini, ho letto che lei avrebbe postato, nei giorni
precedenti la manifestazione, l'indecente manifestino che ha portato dei "bravi"
cittadini ad incendiare le case di povere famiglie rom...
Di Fabrizio (del 14/12/2011 @ 09:36:42, in media, visitato 1736 volte)
(foto da
U VELTO)
Scusate la banalità: un giornale dovrebbe SEMPRE fare attenzione a ciò che
scrive, perché se vuol mantenere un minimo di credibilità, rischia sempre di
dover ritrattare e chiedere scusa (se ci tiene, alla credibilità - e magari anche ai lettori).
Vale per il bollettino della FIAT e anche per chi ha fatto della
provocazione fascista la propria bandiera. Almeno, così credevo.
Invece la cosa vale a metà: può dipendere anche dall'avvocato che ha il
vilipeso.
Domenica 11 dicembre, titola (tra gli altri)
il Giornale in cronaca: "Guerra di bande rom..." in
assenza di uno straccio di prova. Se qualcuno vuole un falò anche a Milano, lo
dica chiaramente, faccia una dichiarazione di guerra con tutti crismi, ma non il
gioco infame dell'ARMIAMOCI E PARTITE!
Oppure faccia il giornalista, che è un modo per campare anche quello, ci
metta anche le sue opinioni, ma lo faccia con serietà. Dato che tra via Idro e
Morgagni ci sono un 4 km. buoni, qualcuno potrebbe spiegarmi la logica del
catenaccio: "LA CITTÀ INSICURA Il regolamento di conti. Scontro a fuoco alle
10 a due passi dal commissariato Poi nel campo di via Idro restano solo donne e
bambini"? Invece CronacaQui, i pasdaran torinesi, continuano come se non fosse successo niente
Di Fabrizio (del 15/12/2011 @ 09:13:00, in Italia, visitato 1764 volte)
Segnalazione precedente. Aggiornamenti da Stefano Nutini.
13 dicembre
Ieri sera alle 21 Luca Massari, consigliere di zona 4 Sinistra per Pisapia, ha
avuto dalla presidente del CDZ l'avviso che stamattina sarebbero passati in
Bonfadini sia Granelli, ass. Sicurezza, che Mastrangelo, capo della polizia
locale milanese.
Stamattina alle 7 eravamo lì, come già dall'altro ieri preannunciato, Luca,
Fulvio, Marina B. e io. Non si è materializzato nessuno prima delle 11, quando
si è visto Mastrangelo (con tre agenti) coi tecnici della MM/Paullese. Hanno
comunicato in modo diretto e ultimativo che domattina partono i lavori del
cantiere che interessano per ora la parte destra (entrando) del campo; si è
concordato cogli abitanti, che non hanno espresso opposizione ma semmai sollievo
per il dilatarsi delle date, di provvedere a smontare le baracchine di quell'ala
(20) e spostarle/ricostruirle nell'ala sinistra; anche l'accesso al campo
attuale verrà adibito a entrata dei mezzi del cantiere, mentre verrà riaperta la
porta originaria del campo, che è in fondo all'ala sinistra, in modo da separare
gli accessi e non creare possibili incidenti tra chi entra a piedi (gli
abitanti) e i mezzi al lavoro.
I lavori sono quelli della fognatura, che passerà in un'area compresa tra la
strada e il campo; ovviamente abbiamo fatto presente la grossa aleatorietà - per
non dire impossibilità - dell'arrivo della Paullese (oggetto di uno specifico
convegno sabato prossimo), dato il forte impatto di traffico e inquinamento, che
ha comportato una forte opposizione in zona. Al convegno sarà presente anche
Pisapia.
Sono subito partiti i lavori di smontaggio/riposizionamento delle baracchine,
eseguite colla nota maestria dagli abitanti.
Come dicevo, da parte di questi ultimi, l'operazione è stata recepita come una
dilazione di tempi; abbiamo sottolineato che, in assenza di cambiamenti nella
gestione politica della questione, ossia se il Comune non pensa ad alternative
secche, lo svuotamento del campo è da mettere - in prospettiva - in conto, e
magari a breve. Questo anche per temperare e correggere le aspettative/illusioni
diffuse di una soluzione verso primavera.
Ci pare che sia sempre più urgente una soluzione politica pubblica integrata di
questa questione; svuotamento dei campi per far cosa?
Confido che la riunione del tavolo rom domani cogli assessori cominci ad
affrontare il problema. A livello di base non riusciamo francamente a far di
più, crediamo di aver tentato tutte le strade e bussato a tutti gli
interlocutori, pur nella nostra debolezza e relativa solitudine.
Coglierei però anche la novità costituita, anche rispetto alla strategia
dissuasiva attuata pur di recente dalla nuova Giunta, dal non intervento delle
ruspe; si è affermato un precedente secondo cui, sia pur momentaneamente, non è
lo sgombero rude la soluzione. Il gesto d'attenzione costituito dalla
salvaguardia delle baracchine e del loro contenuto va colto positivamente.
Semmai, ripeto, accanto a questi segni vanno consolidate le pressioni verso una
soluzione politica complessiva. Altrimenti le innovazioni di processo si fermano
qui, dando esiti prevedibilmente deleteri.
14 dicembre
Ciao, stamattina Fulvio ed io siamo passati due volte al campo Bonfadini. I
lavori di smontaggio e spostamento/ricostruzione delle baracchine dell'ex ala
destra del campo stanno procedendo alacremente, malgrado il maltempo.
Oltre ad alcuni spazi liberi nell'ala sinistra del campo è stata occupata, per
questioni di incompenetrabilità dei corpi, anche l'area per ora libera sulla
sinistra dell'attuale entrata, che diventerà l'entrata dei mezzi di lavoro del
cantiere; a dire il vero, era stato chiesto di lasciar libera per il cantiere
anche quell'area, ma mi pare evidente che questa ristrutturazione a tappe
forzate non può essere fatta ingegneristicamente a tavolino, prescindendo dagli
sazi a disposizione, che sono pochi.
Con gli abitanti abbiamo calcolato l'entità dello spostamento interno: le
baracchine ricollocate sono una ventina, con una media di tre-quattro abitanti
ciascuna.
Abbiamo diffuso tra gli abitanti del campo il volantino dell'iniziativa di
sabato pom. sulla Paullese (HO INVIATO A PARTE VOLANTINO), che li interessa da
vicino; li abbiamo stimolati alla presenza.
per Gruppo sostegno Forlanini
Venerdì 16 dicembre dalle 19.30
Arci Virgilio -
vicolo Ospitale 2/6 MANTOVA
Tutti a Mantova sanno che alcuni giorni fa Aleksandar Stojkovic è stato vittima
del furto della sua fisarmonica con cui suonava e cantava sotto i Portici
Broletto.
In questi giorni moltissimi mantovani hanno chiamato l'Istituto di Cultura Sinta,
l'Arci, la Sucar Drom, il Centro "Bruno Cavalletto" di via Tezze offrendosi per
dare il proprio contributo.
Stimolati da tanta voglia di solidarietà abbiamo deciso di organizzare per
venerdì prossimo un aperitivo con Aleksandar, dove raccogliere il contributo di
tutti per acquistare una nuova fisarmonica. Il musicista Mirko Bianchi presterà
per l'occasione la sua fisarmonica.
APPUNTAMENTO PER TUTTI
NON MANCATE E DIFFONDETE LA NOTIZIA
Per chi proprio non riuscirà a partecipare all'evento di venerdì, potrà comunque
offrire il proprio contributo presso tutti gli Arci di Mantova: Donini, Salardi,
Fuzzy, Tom, Papaqua e Te Brunetti e naturalmente al Virgilio.
Anche al Bar Lasagna in Piazza Broletto è possibile dare il proprio contributo.
VI ASPETTIAMO NUMEROSI!!
Di Fabrizio (del 16/12/2011 @ 09:07:00, in casa, visitato 2131 volte)
di Maria Teresa Lattarulo.
Nel clima di deprecabile, crescente razzismo verso le popolazioni Rom,
testimoniato anche dai recenti accadimenti nella città di Torino, un baluardo
contro le violazioni dei diritti è costituito, per fortuna, dall'operato degli
organismi internazionali. In questi giorni, infatti, è stata resa nota la
decisione adottata il 28 giugno 2011 dal Comitato europeo dei diritti sociali,
preposto al controllo dell'osservanza della Carta sociale europea, nel caso
COHRE contro Francia con la quale quest'ultimo Paese è stato condannato per la
politica di espulsioni forzate dei Rom adottata dal Presidente Sarkozy nella
primavera del 2010. A quell'epoca, centinaia di campi nomadi furono sgomberati
dalla polizia e migliaia di rom furono espulsi o accettarono il ritorno
"volontario" verso la Romania, dietro pagamento di compensi pari a trecento euro
per adulto e cento euro per ogni bambino.
Il Comitato ha ravvisato la violazione del diritto all'abitazione garantito
dall'art. 32 della Carta sociale perché, se è vero che uno Stato può smantellare
insediamenti abusivi e illegali, deve però farlo nel rispetto della dignità
delle persone coinvolte e offrendo loro sostegno finanziario o opportunità di un
nuovo alloggio, condizioni queste non rispettate dalla politica della Francia in
quell'occasione. Inoltre, il Comitato ha rilevato che le misure che uno Stato
adotta devono essere rispettose del principio di non discriminazione, mentre,
nel caso di specie, le decisioni del governo Sarkozy apparivano non casuali, ma
determinate dal clima di razzismo verso i Rom diffuso nel Paese.
Il Comitato ha ritenuto che la Francia abbia violato anche il divieto di
espulsioni collettive di gruppi etnici contenuto nella Carta sociale e nella
Convenzione europea dei diritti dell'uomo. E' molto importante considerare che
in molti casi la partenza era stata "volontaria", ma il Comitato non ha guardato
alle apparenze ritenendo che non può considerarsi veramente volontaria una
decisione determinata dall'esistenza di un clima diffuso di odio e
discriminazione razziale, nonché dall'adozione di misure coercitive che non
lasciano scelta, quali l'eliminazione forzosa della propria abitazione.
La decisione deve far riflettere tutti i governi, incluso quello italiano che
anch'esso ha spesso fatto ricorso a politiche di sgomberi forzosi e di
espulsioni non del tutto immuni da sospetti di illegittimità (l'Italia è stata
condannata dalla Corte europea dei diritti dell'uomo nel caso Sulejmanovi c.
Italia).
Per fortuna, l'Europa non è solo Euro e finanza…
Di Fabrizio (del 16/12/2011 @ 09:11:47, in Italia, visitato 1455 volte)
Segnalazione di Maria Derossi
di Lidia Ravera
Dunque la fatale membrana ancora miete vittime. Ancora si investe sulla
verginità delle figlie. Perché così vuole la Chiesa. Perché così vuole il futuro
acquirente, il marito d'una volta, quello che ci teneva a infilarsi per primo
nell'angusto orifizio femminile, a scopo di libidine o di procreazione. Un tuffo
nel modernariato, di cui si potrebbe anche sorridere se non fosse diventato così
frequente, fra le adolescenti, la scelta di cavarsi dai guai, accusando gli
extracomunitari.
Dieci anni fa a Novi Ligure la sedicenne Erika caricò su due innocenti albanesi
il fardello di un duplice delitto. I due rischiarono il linciaggio. Tre giorni
fa a Torino l'adolescente "Sandra", ha caricato sui Rom la sua prima esperienza
sessuale. Erika voleva evitare la galera, Sandra l'ira di una madre bacchettona,
repressiva, arretrata.
Qual è l'unico modo accettabile di perdere la verginità? Dichiarare che te
l'hanno rubata. E qual è il ladro più gradito? Lo zingaro. Accusa lo zingaro e i
tuoi amichetti avranno un'occasione per scaricare il testosterone in eccesso. La
comunità in cui sei cresciuta non ti espellerà. Tua madre potrà girare a testa
alta: una figlia violata da uno zingaro, vale quanto una figlia illibata. Anzi
di più. Mette d'accordo i precetti della Chiesa e quelli di Telepadania.
il Fatto Quotidiano, 14 dicembre 2011
Cliccare sull'immagine. Quello che riporto qui sotto, è la
necessaria sintesi
Il Dirigibile di Daniele Barbieri
In poche ore Torino e poi Firenze. Ho provato a scrivere quel che penso in forma
di poesia: mi sono ispirato a Martin Niemöller (chi non lo conoscesse troverà,
alla fine, una breve nota biografica).
«Prima venne la Lega contro gli immigrati
ma io non dissi nulla
perché non sono un migrante.
Poi dichiararono clandestini persino i bambini e le donne incinte
io non dissi nulla
perché mia moglie e mio figlio sono italiani.
Poi accaddero cose terribili a Novi Ligure, a Erba, a Ponticelli....
e io non dissi nulla
perché abitavo altrove e dunque non sono affari miei.
Poi peggiorarono le condizioni di vita e di lavoro nelle fabbriche
ma perché avrei dovuto dire qualcosa?
io non sono un operaio.
Poi tassarono solo chi aveva pochi soldi
forse avrei potuto dire qualcosa
ma speravo lo facesse qualche altro.
Nello stesso periodo spesero montagne di soldi in armi
di nuovo pensai che avrei potuto dire qualcosa
ma ero quasi sicuro che questo compito spettasse ad altri.
Poi bruciarono il campo rom di Torino
e io non dissi nulla
perché non sono un rom.
Poi ammazzarono due senegalesi a Firenze
e io non dissi nulla
perché non sono senegalese.
Poi vennero ad arrestarmi.
Non so neanche perché,
avevo solo mugugnato.
Sperai che molti mi difendessero
però nessuno lo fece.
Forse nessuno di quelli rimasti si chiama Daniele».
Martin Niemöller era un pastore protestante che all'inizio si fece sedurre
da Hitler ma poi capì e divenne un coerente e coraggioso oppositore del nazismo.
I suoi sermoni infastidirono il regime ma per qualche anno ebbe relativamente
pochi guai: di certo gli giovò l'avere amicizie influenti ed essere uomo di
Chiesa. Nel 1937 la relativa tolleranza verso Niemöller (e altre/i) finì. Venne
arrestato dalla Gestapo. Rimase sino alla fine della guerra in vari lager (fra
cui Dachau) ma si salvò. Nel dopoguerra si impegnò nella riconciliazione ma
chiedendo che il popolo tedesco non chiudesse gli occhi sulle radici
dell'orrore, sulle complicità, sui silenzi. Proprio una sua poesia sull'apatia,
sul silenzio divenne famosa. I versi di «Prima vennero» furono letti (persino
cantati) in molte versioni e diverse occasioni. Come capita spesso vennero
attribuiti per errore ad altre persone (in questo caso a Bertolt Brecht). Quando
chiesero a Niemöller quale fosse il testo originale disse di non ricordarlo.
Forse era vero oppure intese significare che in fondo era importante il senso
della poesia non le parole esatte. Per questo anche io (come alcuni anni fa
Lorenzo Guadagnucci, a proposito del decreto «anti lavavetri» di Firenze) mi
sento autorizzato a darne una mia interpretazione.
Di Fabrizio (del 18/12/2011 @ 09:14:50, in media, visitato 2271 volte)
Filippo Facci come scrivevo
più di un anno fa, è uno scribacchino atipico: voltagabbana, a tratti
servile, e con un ego sovradimensionato, ma ammettevo che quando scrive del
tormentato rapporto tra rom, popolazioni autoctone e razzismo lo fa con una
lucidità rara.
Un suo nuovo scritto pubblicato da
Il Post mi conferma questa impressione, e vi invito a leggerlo con
attenzione.
Ma qua, partono i necessari distinguo:
- Neanche a me piace l'abitudine, tutta italiana, di schierarsi per forza
tra guelfi e ghibellini. Però... se nell'arco di pochi giorni le
piccole, quotidiane violenze che segnano il NOSTRO rapporto con chi
percepiamo come straniero, hanno due picchi violenti come quelli di Torino e
Firenze, è doveroso interrogarsi sulle cause politiche di quel titolo:
Siamo razzisti? Sì. I vari Berlusconi, Borghezio e
compagnia, avranno pure delle responsabilità nel cambiamento antropologico
in senso razzista dell'Italia. Provo a spiegarmi meglio: il razzismo non può
essere una scusa per giustificare le colpe di chi ha avuto ruoli di
responsabilità negli ultimi decenni, casomai ne è una delle cause.
- Non si tratta del gesto di un folle: che sia un corteo di incendiari
(come a Torino, a Ponticelli, a Opera), o si tratti di responsabilità singole (Carreri a Firenzi,
Breivik a Oslo). Si è formato in tutta Europa un quadro che giustifica la
follia, la noia, il bisogno di distinguersi, ad esprimersi in atti violenti
verso determinate categorie, guardacaso Rom, Sinti, stranieri, portatori di
handicap.
- Facci scrive "la ragazzetta di Torino è una mitomane che sconfina
nel cretinismo: il contesto disegnatelo voi." Chi reggeva le torce
accese, chi minacciava i giornalisti a Torino, gente matura magari, faceva
parte dello stesso contesto di quella ragazzina. Per comodità li
classifichiamo come mostri, ma i mostri veri sono la camorra, che per
liberare un'area edilizia appetibile ha mandato
in riformatorio senza prove una ragazza madre, e dato fuoco a rifugi di
poveracci. Mostro è chi a Opera aizzò la folla già scalmanata di suo, e
l'anno dopo incassò la carica di sindaco.
-
Essere zingari è un'aggravante? Ho paura di sì. Facci ha il coraggio di
ricordare come l'immagine della zingara rapitrice di bambini sia una
colossale bufala storica. Se di coraggio di uno scrittore vogliamo parlare,
in fondo non gli costa niente, ma di sicuro non è una posizione comoda per
chi si rivolge a lettori di destra.
- Smontato uno stereotipo, però ricade (preso dal suo eccesso di realismo)
in un altro: quello dello zingaro ladro. Si dimentica che di ladri in
circolazione abbiamo un vasto campionario, e che senza scomodare i suoi
compari di casta/classe (non di schieramento, il fenomeno riguarda tanto destra che
sinistra), c'è chi lo fa in maniera
più o meno furba. Sfugge a Facci, come a tanti altri, che non è l'etnia,
ma la condizione di vita. Nel comodo delle nostre case con porte blindate ed
antifurto, siamo pronti ad idealizzare la Palestina, l'Egitto, il Sud Africa
o la Colombia... un giro in quegli slum ci mostrerebbe un'umanità dolente e
piene di speranze che ruba, figlia, si ammala e muore con
percentuali del tutto simili ai Rom e Sinti nostrani. Ma senza andare nel
"terzo mondo", un giro in qualche quartiere USA del "primo mondo"
restituirebbe la medesima realtà. Ma quelli, sono i poveri lontani, i loro
odori e le loro grida diventano innocuo esotismo.
- Allora, quello che scandalizza il benpensante, di destra e di sinistra,
non è il furto, ma la sua necessità (che deve anche essere prossima,
altrimenti non se ne accorge). Perché tutti amiamo crederci buoni,
democratici, autosufficienti. Ma il pensionato beccato al supermercato con
due scatolette di tonno nascoste nella giacca, ci porta la miseria allo
specchio, chi ruba per fame in un mondo di prosperità lo fa perché ha sua
volta è stato deprivato (derubato) dei valori occidentali di vita, compreso
il pieno accesso ad istruzione, casa, lavoro, sanità. Invece, fiduciosi nel
NOSTRO progresso, non solo vogliamo essere ricchi, ma pure amati dai poveri, perché così la NOSTRA coscienza (di classe?) non ci pone domande scomode.
Paradossalmente, diventiamo cattivi quando questo ci è negato.
- Facci cita il Porrajmos, un olocausto dimenticato e tutto particolare.
Lo fa, sapendo quanto la nostra sia una bontà di facciata, per cui VOGLIAMO
DIMENTICARE i nostri antenati che fecero del Porrajmos, della Shoa, ma anche
dei massacri in Africa e nelle Americhe: non un isolato episodio di
razzismo, ma un sistema pianificato di arricchimento, sterminio e terrore. Ci stupiamo
che qualcuno sia sopravvissuto, emigri perché non abbia più di che vivere e
soprattutto abbia l'ardire di presentare il conto. Cosa che possono fare gli
Israeliani, forti di uno stato e di un esercito mica male, non i Rom e Sinti
che vivono tuttora in eterno dopoguerra. E allora, dagli allo zingaro!
- VOGLIAMO DIMENTICARE, e l'abbiamo fatto, come eravamo nel dopoguerra o
quando si emigrava, perché nuovamente ci vergogniamo della povertà. Razzismo
ha tanti significati e radici, questo è quello attuale. Ma ricorda un
articolo del
Corriere (uscito in concomitanza con quello di Facci) che c'è un
ulteriore differenza: il nomadismo. Che secondo il Corriere
può aprire le porte dei cieli (spero che qualche zingaro si sia fregato la
chiave per tempo) e secondo il più realista Facci non ha più ragione di
essere. Il Corriere ricorda come furono nomadi anche gli Ebrei, ma
dimentica che tutti i popoli che diedero vita agli stati moderni lo sono
stati, finché non fecero a botte per trovare una terra dove potersi fermare.
Potersi fermare, non dimentichiamolo, significa avere la possibilità di
cacciare qualcun altro. Non chiamiamolo NOMADE, allora, chiamiamolo
SGOMBERATO. Se ci intendiamo sulle parole, forse saremo già in grado di
intravedere le soluzioni.
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