Di seguito gli interventi pubblicati in questa sezione, in ordine cronologico.
Di Fabrizio (del 19/11/2008 @ 09:09:04, in Europa, visitato 1637 volte)
Da
Roma_Francais
12-11-2008 20:00 Il rompicapo dell'integrazione dei Rom
Le associazioni chiedono la creazione di una cellula d'urgenza
Come favorire l'integrazione dei Rom nella metropoli? Di espulsione in
espulsione, la situazione della gens du voyage originaria dell'Est Europa
sembra insolubile. I reclami dei proprietari obbligano le forze dell'ordine a
procedere all'evacuazione delle bidonvilles - come alla porte de
Valenciennes, fine ottobre - rimandando per strada intere famiglie ed impedendo
una scolarità normale ai bambini.
Cittadini europei
Con l'arrivo dell'inverno, le associazioni di aiuto alla gens du voyage
lanciano un appello per la creazione di una cellula d'urgenza, che riunisca la
prefettura, la metropoli e la città di Lille: "Non si potrà fare scomparire i
Rom, perché sono cittadini dell'Unione Europea," spiega Gérard Minet, segretario
federale della Lega dei diritti dell'uomo. "Occorre una risposta collettiva dei
poteri pubblici, perché si smetta di rimbalzarsi la palla!"
La città di Lille, che assicura di lavorare a proposito, ricorda che si
tratta di una competenza statale. A tal proposito, le espulsioni mirano ad
evitare di lasciare peggiorare le situazioni sanitarie, come fu il caso negli
anni precedenti, precisamente nel dicembre 2007, quando una Romnì aveva trovato
la morte a causa di un incendio, in rue du Faubourg-d'Arras.
Da parte della prefettura, che lo scorso inverno aveva requisito l'ostello
della gioventù di Lille per alloggiare delle famiglie, si ricorda che il
dispositivo di alloggiamento invernale è stato allargato quest'anno,
particolarmente a destinazione delle famiglie. Secondo le associazioni, per il
momento non è prevista alcuna tavola rotonda.
Di Fabrizio (del 20/11/2008 @ 09:24:33, in Europa, visitato 1839 volte)
Da
Roma_Daily_News
Inter
Press Service - By David Cronin
BRUXELLES, 13 novembre - Un'ideologia politica basata sul desiderio di
sterminare i Rom sta emergendo in diverse parti d'Europa, così dice una
conferenza tenutasi a Bruxelles
Dopo numerosi attacchi violenti a Rom da parte di skinhead ed altri
estremisti in Bulgaria, nell'agosto 2007 è stata annunciata la formazione
del partito di estrema destra Guardia Nazionale.
"L'anti-ziganismo" rivendicato dal suo leader Vladimir Rasate può essere
comparato all'anti-semitismo che negli anni '30 aiutò i nazisti a prendere il
potere in Germania, secondo Michael Stewart, professore di antropologia all'University
College di Londra. "Il partito di Guardia Nazionale vede l'eliminazione dei Rom
come base del rinnovamento nazionale," dice Stewart, che a lungo ha lavorato con
le comunità rom negli ex paesi comunisti. "E' un nuovo fenomeno in Europa, che
prima non esisteva. E' un pericolo reale."
I commenti di Stewart, rilasciati in un'audizione del Parlamento Europeo
il 13 novembre, riecheggiano i dati di un recente rapporto sui crimini contro i
Rom di Human Rights First. L'organizzazione con base a New York dichiara che per
i Rom in alcuni paesi "il rinnovato virulento anti-ziganismo è un ricordo strano
e lugubre del Porrajmos, l'Olocausto Romanì durante la II guerra mondiale, che
uccise più della metà della popolazione rom europea."
"Quando navigati leader politici europei discutono pubblicamente sulla
'soluzione' al 'problema Rom', invocando l'uso di dinamite, recinzioni
elettrificate, deportazioni, presa delle impronte a uomini, donne e bambini,
involontariamente vengono alla mente paralleli storici."
L'ostilità contro i Rom è diventata particolarmente acuta in Italia, dove i
partiti che formano la coalizione governativa del primo ministro Silvio
Berlusconi hanno tentato apertamente di dipingere tutti i Rom come criminali. A
maggio il governo italiano ha introdotto un "pacchetto sicurezza" che comprende
lo smantellamento dei campi rom e la deportazione automatica dei migranti che
non possono provare di avere un impiego regolare.
La discriminazione contro i Rom in Italia "non ha confronto con nessun altro
paese in Europa", dice Monica Rossi, ricercatrice all'Università di Roma,
spiegando che ai Rom viene negato lo status ufficiale di minoranza e non sono in
grado di richiedere la cittadinanza italiana. I programmi apparentemente volti
alla scolarizzazione dei bambini rom hanno fallito, dice. "Dopo 40 anni di
progetti scolastici, ci sono 20 ragazzi che vanno alle superiori. Questo su una
popolazione di 15.000."
Graziano Halilovic, Rom Xoraxane delle Federazione Rom d'Italia, descrive le
condizioni dei campi dove vive la sua gente come "abbastanza estrema".
"E' una vergogna per la nazione italiana lasciar vivere i Rom in condizioni
simili," aggiunge. "Quel che è peggio è che l'Italia è parte dell'Unione
Europea. La vergogna dell'Italia presto può diventare la vergogna dell'Unione
Europea."
A settembre la Commissioen Europea, braccio esecutivo della UE, ha ospitato
un summit Rom, che ha raccolto le richieste per lo sviluppo di una strategia UE
per l'inclusione dei Rom. La sua popolazione è stimata tra i 12 e 15 milioni, i
Rom sono spesso descritti come la più grande minoranza etnica in Europa, oltre 9
milioni di loro vivono nei 27 paesi UE.
Valeriu Nicolae, segretario generale dell'Organizzazione di Base Europea Rom,
ha detto che i Rom non vengono consultati in modo appropriato quando vengono
formulate le politiche che li riguardano. "Il corpo principale dell'Unione
Europea che agisce sulle tematiche Rom - la Commissione Europea - non impiega
nessun Rom o qualche politico Rom esperto," dice.
Jan Jarab, componente della Commissione riguardo le politiche sociali, dice
che l'esecutivo UE sta tentando di aumentare gli sforzi per agire sulla
difficile situazione dei Rom. Ma è riluttante, aggiunge, e semplicemente
"rinomina" leggi precedentemente introdotte contro la discriminazione
"mettendogli l'etichetta 'strategia'."
Al momento, le politiche sui Rom nei paesi UE sono spesso basate o
sull'approccio "laissez-faire" o sulla repressione, aggiunge. Cita la Spagna
come un paese dove si sono registrati successi nel fornire ai Rom case e lavori
decenti.
Marian Nedelica, insegnante nella città rumena di Craiova, dice che anche se
il suo paese ha promulgato una legge che garantisce l'accesso all'istruzione,
circa il 27% dei bambini rom non frequenta la scuola. Dovrebbero essere
introdotte misure contro le autorità scolastiche che permettono che ci sia
discriminazione, continua.
Livia Jaroka, membro ungherese del Parlamento Europeo di origine Rom,
dice che il suo popolo soffre di un "tipo di povertà estremo come nell'Africa
sub sahariana". Aggiunge che c'è bisogno di strumenti che puniscano i governi UE
che non applicano le leggi dell'Unione contro la discriminazione.
Gabriela Hrabanova, che lavora presso il ministero ceco del lavoro e degli
affari sociali, ha detto che c'è una "mancanza di coordinamento" tra gli stati
membri della UE sulle tematiche riguardanti i Rom. "In molti stati membri, non
c'è niente a livello locale, anche se sulla carta sembra che tutto stia andando
al meglio."
(END/2008)
Di Fabrizio (del 25/11/2008 @ 09:22:23, in Europa, visitato 2603 volte)
Lungo e angosciante, siete avvertiti... da
Roma-ex_Yugoslavia
New Kosova Report (chi vuole si legga anche i commenti in fondo
all'articolo originale)
Bambino rom presso il centro di raccolta immondizia
By
Paul Polansky - 17 novembre 2008 - Questo mese, la seconda OnG tedesca,
la "Società per i Popoli Minacciati", invierà Paul Polansky, Capo Missione per
il Kosovo, alla Casa dei Comuni a Londra ed al quartiere generale UE di
Bruxelles nel tentativo di salvare 130 famiglie rom sistemate dalle Nazioni
Unite in campi che costituiscono una
minaccia alle loro vite.
Segue un riassunto del discorso di Polansky all'audizione di Bruxelles.
A due ore di aereo da qui, nell'Europa Orientale, ci sono due campi della
morte, soprattutto per i bambini con meno di sei anni.
Se questi bambini non muoiono entro i sei anni, soffriranno per il resto
della loro breve vita di danni irreversibili al cervello.
Questi campi ci sono da nove anni. Sono stati costruiti sul terreno delle più
grandi miniere di piombo dell'Europa, ed accanto ad una discarica tossica di 100
milioni di tonellate.
Questi campi (quattro n origine) furono costruiti dall'amministrazione ONU in
Kosovo e dal loro partner Azione delle Chiese che Lavorano Assieme. Pure le
baracche sono state costruite con vecchi pannelli di piombo.
Sinora in questi campi sono morte 77 persone, principalmente per
complicazioni da avvelenamento da piombo. Più di 50 donne hanno abortito per le
medesime ragioni. Una donna e il suo bambino sono morti durante il parto.
Durante la gravidanza era stata curata per avvelenamento da piombo. Dopo la sua
morte venne scoperto da un rinomato laboratorio di Chicago che i due
sopravissuti dei suoi nove figli avevano i più alti livelli di piombo nella
storia medica.
Secondo esperti medici della Germania e degli USA che avevano visitato i
campi, ogni bambino concepito in questi campi crescerà con danni irreversibili
al cervello.
Nel novembre 1999, l'UNHCR prese in carico dei Rom rimasti senza casa e li
spostò in quattro accampamenti improvvisati costruiti su una distesa tossica,
l'unico posto disponibile per l'ONU. Protestai, richiamando l'attenzione degli
ufficiali ONU e specialmente del capo dell'UNHCR a Pristina, che queste distese
tossiche potevano danneggiare la salute di questi IDP (persone internamente
disperse). L'UNHCR mi assicurò di aver firmato contratti con la municipalità
locale, che questi IDP sarebbero rimasti lì per soli 45 giorni. Alla fine dei 45
giorni, le loro case sarebbero state ricostruite e loro rimpatriati, oppure
portati in un altro paese come rifugiati. Disgraziatamente, dopo quasi nove anni
e molte morti a causa del piombo, questi IDP vivono ancora su un terreno
inquinato.
Durante l'estate del 2000 Bernard Koucher, amministratore ONU, chiese
all'ufficiale sanitario ONU di compiere una ricerca medica su Mitrovica, perché
molti poliziotti ONU e soldati francesi accusavano alti livelli di piombo nel
sangue. Nel novembre 2000, questo rapporto del dottor Andrej Andrejew dell'ONU,
venne presentato all'UNMIK, dove si dichiarava che la maggior parte della gente
che viveva a Mitrovica soffriva di avvelenamento da piombo. Il rapporto
stabiliva che i peggiori effetti si avevano sui Rom che vivevano nei campi ONU e
si raccomandava l'evacuazione dei campi e di recintare le aree perché nessuno
potesse entrarvi accidentalmente.
Invece di chiudere i campi, l'ONU costruì una trincea di 1,5 km. tra i due
campi ed i depositi di scorie tossiche. Pose anche cartelli in quattro lingue
chiamando questo percorso il Vicolo della Salute. Ma l'ONU costruì anche su
un'area accanto a 100 milioni di tonnellate di rifiuti tossici un campo da
calcio e uno da basket per i bambini Rom. Non venne detto loro che l'esercizio
fisico, aprendo i loro polmoni, li avrebbe resi ancora più vulnerabili al
piombo.
Nonostante i ripetuti appelli per aiutare i Rom, specialmente quelli che
vivevano nei tre campi dell'area di Mitrovica nord, l'ONU fece esattamente
l'opposto. Gli aiuti alimentari vennero sospesi nel 2002, dicendo che era tempo
per i Rom che trovassero da loro come sopravvivere. Nel campo di Zitkovac, una
volta l'acqua corrente venne tagliata per sei mesi, perché l'amministratore del
campo, Chiese che Lavorano Assieme, trovò che i Rom usavano troppa acqua. Così,
i Rom di Zitkovac dovevano camminare per quattro km. due volte al giorno per
avere acqua potabile. In tutti e tre i campi. la maggior parte dei Rom doveva
andare alla discarica locale per cercare qualcosa da mangiare.
Nell'estate del 2004, L'Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS) fece
un'indagine speciale sull'avvelenamento da piombo nei tre campi, dopo che una
bambina di quattro anni, Jenita Mehmeti, morì per quella causa. Sino allora 28
persone (soprattutto giovani e bambini) erano morti nei tre campi, ma Jenita era
stata la prima a ricevere cure specifiche prima di morire. Nuovi esami del
sangue presi dall'OMS, mostravano che i bambini, i più vulnerabili
all'intossicazione, avevano i livelli più alti che gli analisti OMS avessero mai
registrato.
La procedura standard per il trattamento medico dell'avvelenamento da piombo,
richiede l'immediato allontanamento dalla fonte di avvelenamento e
l'ospedalizzazione sei i livelli di piombo sono superiori a 40 μg/dL. I
danni irreversibili al cervello iniziano a 10 μg/dL, specialmente nei
bambini sotto i sei anni di età il cui sistema immunitario non è ancora
pienamente sviluppato. Molti dei livelli di piombo nei bambini di questi tre
campi erano superiori a 65 μg/dL, il livello più alto che le macchine OMS
potessero leggere. Lo staff OMS sospettava che in alcuni bambini (causa i loro
sintomi), ci fossero livelli di piombo tra gli 80 e i 90. E' risultato poi che
due bambini avevano un livello di 120 μg/dL, il più alto mai registrato
nella storia medica.
Nel novembre 2004, l'OMS presentò il proprio rapporto all'UNMIK, chiedendo
l'immediata evacuazione dei campi. Anche se esistevano dei precedenti per l'ONU,
che aveva evacuato migliaia di Albanesi e Serbi in Kosovo quando si trattava
delle loro vite in pericolo, questi Rom non vennero evacuati. L'unica misura
presa dall'ONU fu di indire riunioni bimensili tra le agenzie ONU e le altre OnG
per studiare il problema. Anche se molte OnG, incluso il Comitato Internazionale
delle Croce Rossa, fecero una petizione all'ONU per l'immediata evacuazione di
questi "campi della morte" entro 24 ore, sino al 2006 l'ONU non intraprese
alcuna azione.
Nel gennaio 2006 l'ONU in Kosovo chiuse uno dei campi e spostò 35 famiglie in
una nuova sistemazione, a circa 50 metri dal loro vecchio campo. Il campo nuovo
venne chiamato Osterode. Era una ex base dell'ONU francese a Mitrovica nord, che
era stata abbandonata dopo che a molti soldati era stati trovati i sintoni di
avvelenamento da piombo. Difatti, ai soldati venne detto dai dottori militari di
non fare figli per almeno nove mesi dopo aevr lasciatoil campo, per gli alti
livelli di piombo nel loro sangue.
Tuttavia, l'ONU nella sua saggezza spese oltre 500.000 €u. (donati dal
governo tedesco) per rinnovare questo campo. Intuendo che l'avvelenamento
arrivava soprattutto dal terreno, l'ONU asfaltò l'area ed in seguito ottenne dal
CDC, Centro per il Controllo del Disagio - un'agenzia finanziata dagli USA, un
certificato che il campo era "libero dal piombo". Ma dato che tutti questi campi
erano costruiti sull'area delle miniere di Trepca, la maggior parte
dell'inquinamento arriva attraverso l'aria dalle 100 milioni di tonnellate di
scorie tossiche ammassate davanti ai campi.
Nel settembre 2006, alla sua prima conferenza stampa come capo dell'ONU in
Kosovo, Joachim Ruecker annunciò con orgoglio che l'ONU stava facendo qualcosa
per aiutare questi Rom che morivano di avvelenamento. Oltre che a spostarli dai
loro campi verso Osterode, che non era più dichiarato libero da piombo ma "meno
inquinato", l'ONU avrebbe iniziato a trattare la situazione con una dieta
migliore. Per la prima volta in quattro anni venivano forniti ai Rom aiuti
alimentari così che non dovessero più andare alla discarica. L'ufficio USA
dell'ONU a Pristina donò 1.000.000 $ per questa "dieta migliore".
E' noto ai medici che una dieta appropriata può abbassare i livelli di piombo
di circa il 20%, ma solo se la persona interessata viene allontanata dalla fonte
di avvelenamento. Nel caso dei Rom, ridurre i loro livelli del 20%, li lasciava
lo stesso in una situazione dove la loro vita era a rischio. Per la prima volta
in quattro anni, l'ONU forniva anche uno staff medico per seguire la salute di
questi Rom. Sfortunatamente, l'avvelenamento da piombo può essere trattato solo
una volta che il paziente viene allontanato dalla fonte di avvelenamento. In
ogni caso, lo staff medico se ne andò perché per mesi non era stato pagato.
Con la primavera 2006 due dei campi (Zitkovac e Kablare) vennero chiusi e
oltre 100 famiglie vivono adesso a Osterode. Dopo tre mesi, vennero raccolti
campioni di sangue e secondo l'UNMIK la salute dei Rom stava migliorando, grazie
alla nuova dieta, ed i livelli di piombo stavano scendendo. D'altra parte, tanto
l'OMS che l'UNMIK rifiutarono di rendere pubblici i risultati dell'indagine,
persino alle stesse famiglie rom. Più tardi mi vennero date copie dei test da un
componente dello staff OMS contrariato da questa riservatezza. I risultati del
test mostravano che non solo i livelli di piombo salivano, ma che Osterode, il
campo liberato dal piombo, aveva ora livelli di inquinamento superiori a quello
di Cesmin Lug, vecchio di nove anni.
Nel 2006 l'ONU annunciò che l'unica soluzione per i Rom che vivevano su o
accanto il terreno tossico, era di ricostruire le loro case nel loro vecchio
quartiere e di spostarle là. Così l'ONU riunì diversi donatori internazionali
per ricostruire alcune delle case dei Rom e diversi blocchi di appartamenti, con
la promessa di rimandare i Rom nel loro vecchio quartiere. Sfortunatamente, non
appena queste case ed appartamenti furono completati tra l'estate e la fine del
2006, l'ONU non li assegnò ai Rom che vivevano nella zona inquinata, ma
principalmente ai Rom del Kosovo rifugiati in Serbia e Montenegro, per mostrare
che la politica di ritorno dei rifugiati stava funzionando.
Nell'aprile 2007 terminarono tutti gli aiuti medici ed alimentari ad Osterode,
perché secondo l'ONU non c'erano più soldi. Un'altra volta, i Rom furono
obbligati a trovarsi da mangiare nella locale discarica. Ma il peggio doveva
ancora arrivare.
Dato che molti bambini a Osterode e nel limitrofo campo di Cesmin Lug
mostravano segni comuni di avvelenamento (piombo nei denti, vomito giornaliero e
perdita della memoria), i capi dei campi richiesero nell'aprile 2008 nuovi esami
del sangue. Esami casuali su 105 bambini mostrarono risultati sconcertanti.
Molti bambini che vivevano nel campo ONU di Osterode "libero da piombo", avevano
i livelli di piombo raddoppiati da quando si erano spostati nell'ex base
francese.
A causa del rifiuto di ONU e UNHCR di aiutare questi cittadini del Kosovo, mi
rivolsi direttamente al Ministro della Sanità della neo dichiarata Repubblica
del Kosovo. Il Dr. Alush Gashi non è soltanto un medico ma anche un mio amico
personale da anni. Una volta viveva e lavorava a San Francisco. Non solo gli
scrissi per email, ma lo visitai anche nel suo ufficio, chiedendogli di aiutare
i suoi cittadini di minoranza. Comprese il problema e la situazione. Come
dottore sapeva che bisognava evacuare immediatamente questi Rom. In una recente
intervista filmata, il Dr. Gashi riconosceva che questi Rom andavano allontanati
immediatamente, che sarebbero stati meglio in prigione che nei campi della
morte. Disse che USAID stava finanziando un progetto assieme ai Mercy Corps per
salvare questa gente.
Non impiegai molto tempo per ottenere una copia del progetto USAID/Mercy Corp.
Chiedeva il rialloggiamento di 50 delle 120 famiglie che vivevano nei campi
entro i prossimi due anni e mezzo. Non c'era alcuna soluzione medica immediata
per chi viveva nei campi. Non era menzionata l'evacuazione. Più tardi scoprii
che gli autori del progetto non avevano mai visitato i campi. Tuttora, USAID sta
adoperando 2,4 milioni di $ per questa soluzione cosmetica.
Sin dal 2005, abbiamo tentato di obbligare l'ONU ad aiutare questi Rom.
Un'avvocata americana,
Dianne Post, cercò di citare l?ONU a nome di diverse centinaia di Rom che
vivevano in questi campi. La sua causa contro l'ONU alla corte dei Diritti Umani
a Strasburgo fu rigettata, perché il tribunale dichiarò che soltanto uno stato,
non un'organizzazione, poteva essere processato. Anche se l'ONU era l'unico
amministratore del Kosovo, il tribunale decise che l'ONU non poteva essere
perseguito.
L'ONU non ha una politica di ricompensazione per questi problemi. Ma gli
avvocati ONU per tre anni hanno rifiutato di cooperare nella ricerca di un
compenso per questi Rom o per risolvere i loro problemi sanitari. L'ONU non nega
le proprie responsabilità ma rifiuta di rispondere sulle proprie regole e norme.
Nel 2005 la Società per i Popoli Minacciati, la più grande OnG in Germania dopo
la Croce Rossa, inviò in Kosovo il Dr. Klaus Runow, rinomato esperto tedesco
sugli avvelenamenti tossici. Anche se l'ONU ha tentato di tenerlo lontano dai
campi, è stato in grado di raccogliere 60 campioni di capelli dai bambini rom.
Ha poi spedito questi campioni ad un rinomato laboratorio di Chicago. Il
risultato mostrò che quei bambini non solo avevano i più alti livelli di piombo
nella storia medica, ma che tutti avevano i sintomi di avvelenamento da altri 36
metalli pesanti. Nel tentativo di difendersi, il personale ONU ha spesso
replicato che l'intossicazione dei Rom dipende dal fatto che smaltiscono le
batterie delle auto. Però, il Dr. Runow ha puntualizzato che nessuno di questi
metalli tossici è presente nelle batterie automobilistiche.
Il
Dr. Rohko Kim, formatosi ad Harvard ed in servizio OMS a Bonn, Germania, era
consulente ONU sull'avvelenamento da piombo nei loro campi in Kosovo. Anche se
aveva ordini di non rilasciare interviste o informazioni sui campi rom, riuscii
a parlargli. Gli chiesi se l'avvelenamento da piombo fosse dovuto allo
smaltimento delle batterie delle auto. Mi disse di no. Mi disse che la maggior
parte dell'avvelenamento proveniva dalle polveri tossiche rilasciate dai mucchi
di scorie e dal fatto che i campi furono costruiti sul terreno delle miniere. Mi
disse che ogni bambino concepito in quei campi avrebbe sofferto di danni
irreversibili al cervello. Disse che avevamo già perso un'intera generazione di
bambini rom per colpa dell'avvelenamento da piombo. In un discorso del 2005,
alla presenza dell'OMS, dell'UNMIK e del Ministro della Sanità del Kosovo,
il Dr. Kim disse: "La situazione attuale nella comunità rom che ora vive nei
campi è estremamente seria. Dal 1991 ho condotto personalmente ricerche
sull'avvelenamento da piombo, ma non ho mai incontrato livelli così alti nel
sangue. Ritengo che il caso di Mitrovica nord sia unico, mai conosciuto prima
nella storia. E' una delle più grandi catastrofi legate al piombo nel mondo e
nella storia."
Sinora sono morti 77 Rom nei campi ONU. A ciò vanno aggiunti gli aborti.
L'ONU non ha mai investigato su nessuna morte nei campi o mai fatto un'autopsia.
D'altronde, dai sintomi descritti da parenti e vicini, i dottori consultati
ritengono che l'avvelenamento da piombo ha contribuito alla maggior parte delle
morti e degli aborti.
Qualche mese fa a Osterode è morto un altro bambino rom. Aveva un mese di
vita, ed era nato con una grande testa, pancia gonfia e gambe in miniatura. Si
era svegliato alle sei del mattino, vomitando, e morì 20 minuti dopo in
ospedale.
L'avvelenamento da piombo da una morte spaventosa per i bambini. Jenita
Mehmeti, 4 anni, stava frequentando l'asilo nel campo quando la maestra si
accorse che stava perdendo la memoria e faceva fatica a camminare. Jenita fu
rimandata nella sua baracca dove nei seguenti tre mesi vomitò diverse volte al
giorno, prima di rimanere paralizzata e morire.
Ci sono precedenti nel Kosovo per salvare le vite, ma non quelle di 500 Rom.
Questo è un appello a voi parlamentari. In Europa oggi abbiamo un campo di morte
per bambini. Per piacere fate qualcosa.
Di Fabrizio (del 28/11/2008 @ 09:46:15, in Europa, visitato 2562 volte)
Da
British_Roma
news.uk
Ho paura per il mio parto trigemino se sarò sgomberata - 21
novembre By Jon Austin
Una VIAGGIANTE in attesa di un parto trigemino dice di aver paura per i
bambini in attesa, se sarà obbligata a lasciare la sua casa.
Jean Sheridan, 24 anni, è una delle 400 persone che potrebbe essere
sgomberata dal campo illegale di Dale Farm, presso Crays Hill, se il
consiglio
comunale di Basildon otterrà il diritto di sgombero prima di Natale.
I dottori hanno avvertito la signora Sheridan, che ha già una figlia di due
anni, che potrebbe dare alla luce i suoi tre figli prima dell'udienza che sarà
tra tre settimane. Dice lei: "Vi immaginate con mia figlia e i tre bambini in un
campo senza acqua ed elettricità o un dottore? E se i bambini si ammalano?"
La signora Sheridan è una delle donne in attesa, che per oltre cinque anni
hanno vissuto nel campo non autorizzato, che intendono protestare fuori dalla
Reale Corte di Giustizia a Londra, il 4 dicembre.
Dice di aver paura che i bambini, a cui vuole dare il nome di
Richard, John e David, possano essere prematuri e aver bisogno di cure speciali.
A Jean, che è incinta di 28 settimane, i dottori hanno detto che potrebbe
partorire in qualsiasi momento dopo 24 settimane.
Ci dice: "Mi hanno detto che i bambini potrebbero nascere presto. Avranno
bisogno di molte cure. Io ho bisogno di non essere sgomberata."
"Adesso ho bisogno di un posto fisso, dove essere vicino all'ospedale nel
caso succedesse qualcosa o se si rompessero le acque."
Si prega per questo parto nel Centro Comunitario di St Cristoforo a Dale
Farm, mentre la signora Sheridan viene seguita dall'Ospedale Kings College di
Londra, e dall'Ospedale di Basildon.
L'attivista Grattan Puxon ha detto: "I dottori l'hanno consigliata di restare
a letto per dare ai nascituri le migliori possibilità."
"Anche se il consiglio comunale è a conoscenza delle sue condizioni, dicono
che non ci saranno cambiamenti nelle circostanze offerte ai membri eletti di
riconsiderare lo sgombero."
Malcom Buckley, leader del consiglio, ha detto: "E' opinione dei nostri
avvocati che non ci siano cambiamenti significativi. In quel sito ci sono sempre
stati bambini e donne incinte."
"Si può opinare se è responsabile aumentare una famiglia, quando non si è
certi sul futuro della propria dimora."
Di seguito alcuni commenti apparsi sulla pagina web di Echo in merito
alla vicenda:
- Nessuna simpatia per niente, perché non ti comperi una casa da qualche
altra parte?
- Merda secca.
- E' spregevole come questa gente distorca la verità.
- Questi si attaccano al caso... Ah Ah lo sgombero sta per arrivare.
- Chi se ne importa! Merda secca
++++++++++++ ++++++++
From Dale Farm Housing Association
JEAN ASKS EVERY ONE WHO
CAN TO JOIN THE MOTHERS'
PROTEST RALLY :
Thursday 4 December
Royal Courts, The Strand,
London 11.30 am
If you want to help mothers
stop this eviction contact:
dale.farm@btinternet.com
Di Fabrizio (del 29/11/2008 @ 09:25:58, in Europa, visitato 2798 volte)
Da
Hungarian_Roma
Javno.com
Aggressivi estremisti di destra hanno attaccato anche la polizia
Gli attacchi al popolo Rom in Ungheria sono aumentato ad un tasso allarmante
in coincidenza col rafforzarsi dei gruppi di estrema destra radicale, ha detto
una Rom ungherese membro del Parlamento Europeo.
Viktoria Mohacsi, che è del partito dell'opposizione Liberaldemocratico, ha
detto che la polizia dovrebbe investigare sui potenziali motivi razziali che
stanno dietro una serie di attacchi a case di Rom, in cui sono state uccise
quattro persone dall'inizio del mese (VEDI
ndr).
"Questi crimini sono cresciuti in maniera significativa nell'ultimo anno,
anno e mezzo e... questo può essere collegato al lancio della Magyar Garda," ha detto venerdì Mohacsi in un'intervista.
La Magyar Garda fu lanciata nell'agosto 2007 e sollevò critiche unanimi
per le sue nere uniformi e le insegne che i critici dissero ricordavano l'era
nazista.
La guardia, appoggiata dal partito Jobbik di estrema destra che non è
rappresentato in parlamento, dice di essere un gruppo civico che intende
preservare la cultura ungherese e i valori nazionali.
Sinora ha oltre 1.500 membri e ha tenuto marce in posti diversi per
dimostrare contro il "crimine rom".
Jobbik dice di non aver niente a che fare con gli attacchi ai Rom.
"Noi obbediamo alle leggi... e lanciare una granata in una casa dove ci sono
bambini non è il nostro metodo," viene riportato venerdì dall'agenzia MTI a nome
di Gabor Vona, presidente di Jobbik.
L'Ungheria, membro dell'Unione Europea dal 2004, ha una tra le più grandi
comunità Rom nell'Europa orientale, circa il 5 - 7% su una popolazione di 10
milioni.
La polizia ha annunciato giovedì di aver messo a punto un'unità speciale per
indagare sui 14 casi in cui i Rom sono stati attaccati quest'anno.
La maggior parte dei casi riguarderebbe bombe molotov gettate nelle case e
colpi di armi da fuoco, senza feriti, ma all'inizio di questo mese due Rom sono
stati colpiti a morte in un attacco a due case nel
nord est.
Questa settimana l'uccisione di due Rom in un attacco con bombe a mano
nell'Ungheria meridionale, ha creato una disputa tra la polizia e l'ombudsman
per le minoranze, che ha detto che la polizia ha escluso prematuramente il
pregiudizio razziale.
Mohacsi, che ha ricevuto email minatorie, ha accolto con favore la notizia
che la polizia ha creato un'unità speciale che esaminerà i motivi razzisti
dietro gli attacchi.
Ha anche detto che elementi dell'estrema destra hanno contribuito al
rafforzamento del pregiudizio anti-Rom nel pubblico.
"Il termine 'Crimine Rom' è diventato un espressione condivisa... nella
società ungherese," ha detto.
Una crescita del pregiudizio è stata confermata da uno studio del mese
scorso.
"Le azioni dell'estrema destra a cui assistiamo dall'autunno del 2006... e
l'apparire della Magyar Garda ha rotto le barriere di chi prima si tratteneva
dall'articolare apertamente i propri pregiudizi," mostra lo studio.
Mohacsi ha detto che la UE, che conta una popolazione rom di 8-12 milioni,
sinora non è riuscita ad adottare una strategia per l'inclusione sociale dei
Rom, e non ha dichiarato nella propria legislazione che la segregazione
scolastica è discriminatoria.
"L'attuale crisi economica... colpirà chi vive nella povertà più profonda, e
qui ci stanno i Rom. Vorrei ricordare ad ogni politico responsabile che questa è
anche la ragione per cui deve crearsi una Strategia Europea Rom," ha detto
mercoledì Mohacsi al Parlamento Europeo.
Peter Feldmajer, presidente di
Mazsihisz, il più grande gruppo religioso ebreo ungherese, ha detto alla Reuters
di essere preoccupato della crescita dei gruppi della destra radicale.
"E' evidente che la destra radicale si sta, se non rafforzando,
definitivamente diventando più organizzata, sta alzando la sua voce e ottenendo
più attenzione dai media," ha detto.
Di Fabrizio (del 30/11/2008 @ 09:22:40, in Europa, visitato 3967 volte)
Ricevo da Roberto Malini
del Gruppo EveryOne
Bruxelles, 28 novembre 2008. L'Europa riconosce con un'importante decisione le
istanze che la rete di organizzazioni per i Diritti Umani portano avanti da
anni, fra mille difficoltà, in un'epoca inquietante, che ha visto riaffiorare e
affermarsi ancora una volta lo spettro dell'odio razziale. Abbiamo temuto
fino ad oggi che l'annuncio di Jacques Barrot, commissario Ue alla giustizia e
alla sicurezza, non sarebbe ancora giunto, a causa delle pressioni che le forze
politiche intolleranti esercitano anche sugli organismi dell'Unione europea.
Invece possiamo festeggiare, con le forze politiche antirazziste che non ci
hanno delusi: PSE, ALDE, Verts/ALE, GUE/ NGL e altre. I ministri della Giustizia
dell'Ue hanno approvato la decisione quadro contro razzismo e xenofobia, con la
quale si introducono sanzioni fino a tre anni di carcere per chi incita
pubblicamente alla violenza o all'odio razziale. "Il razzismo e la xenofobia non
devono avere posto in Europa", ha dichiarato Barrot, "e vanno puniti
severamente, con misure dure ed efficaci, perché l'intolleranza è una violazione
diretta dei principi di libertà, democrazia e rispetto dei diritti umani e
libertà fondamentali sui quali è fondata l'Unione europea". I ventisette Paesi
membri dovranno ora recepire, entro due anni, nella loro legislazione questa
norma europea. Il fenomeno dell'intolleranza razziale diffusosi a macchia d'olio
in Italia, soprattutto nei confronti dei Rom, ha avuto un ruolo importante in
questa decisione della Commissione europea e il voluminoso dossier contenente
centinaia di articoli, locandine e dichiarazioni di politici italiani ha
costituito un'evidenza che non si poteva ignorare. Così, finalmente, un progetto
europeo che è stato presentato nel 2001, ma che finora era rimasto nel cassetto,
diviene uno strumento elettivo per combattere le più odiose forme di
discriminazione e violenza, che colpiscono i comparti più vulnerabili della
società europea. La nota emanata dalla Commissione precisa infatti che le
sanzioni prevederanno "il carcere da uno a tre anni per chi incita pubblicamente
all'odio razziale e alla xenofobia anche attraverso la diffusione di testi
scritti, foto o altro materiale diretto contro un gruppo o una persona
individuata per la sua razza, colore, religione, origine nazionale o etnica
oppure tollerano, negano e minimizzano in maniera grossolana crimini di
genocidio, contro l'umanità e di guerra".
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Di Fabrizio (del 01/12/2008 @ 09:41:48, in Europa, visitato 2685 volte)
Ricevo da Roberto Malini
Il Premio Minerva 2008 a Viktória Mohácsi, per il suo impegno a tutela del
popolo Rom perseguitato
Lunedì 1 Dicembre, alle ore 20.30, la Galleria Doria Pamphili di Roma
ospiterà la diciannovesima Edizione del Premio Minerva. Il Premio Minerva si
svolge sotto l’Alto Patronato del Presidente della Repubblica ed è patrocinato
dal Ministero per i Beni e le Attività Culturali, Ministero per le Pari
Opportunità, Provincia di Roma, Regione Lazio, Assessorato alla Cultura Comune
di Roma e CNR. Fondato nel 1983 da Annamaria Mammoliti, direttrice dell’omonima
rivista, il Premio è un riconoscimento istituito nel 1983 ed assegnato a Donne
che operano nei campi del "Sapere" e rappresentano esemplari modelli femminili
per le capacità professionali e la positività di cui sono portatrici,
valorizzando il proprio patrimonio di umanità, conoscenza, tolleranza e
laboriosità. Il premio consiste in una spilla in oro e pietre preziose
raffiguranti la testa di Minerva disegnata per il Premio dal Maestro Renato
Guttuso. Il Premio Minerva 2008 sarà assegnato a Inge Feltrinelli, Melania De
Nichilo Rizzoli, Margherita Parrilla e - per la politica dei Diritti Umani - a
Viktória Mohácsi.
Il riconoscimento all'europarlamentare di etnia Rom è particolarmente
significativo ed attesta le tappe fondamentali che Viktória Mohácsi ha
conseguito, con il suo impegno politico e umanitario, verso il riconoscimento
dei diritti del popolo Rom nell'Unione europea, in un periodo difficile, in cui
i germi del razzismo, della xenofobia e dell'antiziganismo - che sono
particolarmente virulenti proprio in Italia - producono effetti devastanti. Il
prestigioso riconoscimento internazionale è andato, negli anni scorsi, a donne
che hano fornito un contribulto fondamentale al genio e allo spirito umanitario
del continente europeo e del mondo intero, da Simone Veil a Gisele Halimi; da
Elsa Morante a Margherita Hack; da Ursula Hirschmann Spinelli ad Agnese
Borsellino e Maria Falcone; da Lucia Bosè a Tullia Zevi.
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Di Fabrizio (del 02/12/2008 @ 09:41:01, in Europa, visitato 1708 volte)
Da
British_Roma
Un onore raro
Gloria Buckley è la prima donna romanì ad ottenere un
MBE. Un onore raro per una donna che solo impiega il buon senso, riporta
Jake Bowers.
Nella foto Gloria e Trevor Buckley durante la premiazione
Una donna romanì di Norfolk ha ricevuto l'MBE nel quadro dei
festeggiamenti per il compleanno della Regina. In mezzo ai premiati dello show
business e dell'industria, Gloria Buckley è stata scelta per ricevere
l'ordine civile dell'Impero Britannico, grazie al suo lavoro per il
miglioramento delle relazioni comunitarie tra Romanì e gorgia (non-Zingari). E'
la prima donna romanì ad aver mai ricevuto un riconoscimento reale per il suo
lavoro.
Quando è apparsa assieme a suo marito Trevor nella luce del sole d'autunno
del 30 ottobre, ha ammesso di avere ancora una fastidiosa paura. Ha detto:
"Penso ancora che qualche giorno salterà fuori qualcuno a dirmi
-cosa pensi di essere?-" Ma lei è soltanto l'oggetto di elogio e affetto. La sua
conversazione diretta, l'approccio del buon senso, taglia come un bisturi i
surreali dibattiti su dove dovrebbero stare i Rom e i Viaggianti, e le hanno
guadagnato diversi fan nell'Inghilterra dell'est. E così il suo senso
dell'humour.
Le sue battute disarmano la maggior parte della gente. "Abbiamo dibattuto
così a lungo su dove debbano vivere Rom e Viaggianti, che siamo diventati dei
maestri del dibattito!" dice con un sorriso. Così dice che il suo MBE significa
semplicemente "Mars Bar Eater" (Mangiatrice di Barrette Mars).
Nel Cottessey, nel Norfolk del sud, lei e Trevor hanno girato i siti per Rom
e Viaggianti. Quando arrivò, era una "zona di guerra infestata dai ratti". Oggi,
è un modello di una comunità in pace con se stessa ed i suoi vicini. E lo stesso
può dirsi per altri due siti dove è intervenuta...
Articolo completo e commenti (in inglese)
Di Fabrizio (del 02/12/2008 @ 09:43:27, in Europa, visitato 1482 volte)
Segnalazione di Simona Casonato
Il Museo Retico di Coira, in Svizzera (2 h da Milano) con la mostra "Puur
e Kessler" sulle persecuzioni che hanno subito i Rom e i Sinti in Svizzera.
La mostra dura fino al 25 gennaio, è anche in italiano e anche il resto del
museo è molto bello.
SITO
(in italiano)
PS: Simona vorrebbe organizzare un viaggio a Coira assieme a qualcuno che
fosse interessato all'argomento. Nel caso contattatemi a
info@sivola.net
Di Fabrizio (del 03/12/2008 @ 09:30:28, in Europa, visitato 1885 volte)
Da
Nordic_Roma (nb: tutti i link sono in inglese)
foto European Jewish Congress
The Local
Il Fronte Nazionale Socialista (NSF), uno dei gruppi dominanti dentro il
movimento suprematista bianco in Svezia, si è disperso e poi rilanciato come
partito Folkfronten (Fronte del Popolo).
"Sabato 22 novembre, il Il Fronte Nazionale Socialista (NSF) ha deciso di
trasferirsi in toto nel neonato Fronte del Popolo, perché sentiamo che questo
partito ha la capacità di ricostruire una Svezia per gli Svedesi. Questo
significa anche la fine delle iscrizioni al Fronte Nazionale Socialista," scrive
il gruppo sulla propria pagina web.
Secondo la rivista Expo, il gruppo ha eliminato tutti i riferimenti a Hitler,
ma continua a lottare per una Svezia etnicamente omogenea.
Secondo la piattaforma del partito, gli Svedesi etnici posseggono il diritto
alla nazione perché condividono "lo stesso gene e lo stesso sangue", che
apparterrebbe a chi "per migliaia d'anni ha lavorato la medesima terra".
Scopo del partito quindi, è di "restituire agli Svedesi il loro potere ed i
loro diritti".
Il nuovo partito sarà guidato da due attivisti di lungo corso del NSF: Daniel
Höglund ed Anders Ärleskog.
Il NSF venne fondato nel 1994, ma rimase senza un leader dal 1999, quando
Anders Högström, allora leader del gruppo, sorprese i suoi colleghi ed il paese
annunciando che rinunciava al
nazismo.
L'ala della destra violenta e radicale in Svezia è stata in una condizione di
cambiamento continuo e di lotte intestine tra le fazioni, ognuna sperando di
vincere con i pochi attivisti impegnati, similarmente agli sviluppi che hanno
avuto luogo tra i gruppetti della sinistra.
Secondo la Säpo,
la polizia della sicurezza svedese, la competizione ha obbligato NSF a
rilanciarsi come alternativa parlamentare, lasciando ad altri gruppi a
continuare la lotta per le strade.
Mentre il Folkfronten si definisce un partito, non ha alcun piano di
partecipare al processo democratico, secondo il suo nuovo sito web.
"Il partito non partecipa ai 'dibattiti' della democrazia parlamentare circa
il momentaneo, irrilevante, teorico, spacca-capello, ma lavorerà per gli
interessi a lungo termine dell'etnia svedese" [...]
TT/David Landes (news@thelocal.se)
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