Di seguito tutti gli interventi pubblicati sul sito, in ordine cronologico.
Di Fabrizio (del 28/08/2011 @ 09:26:48, in Italia, visitato 1898 volte)
Segnalazione di Sara Palli da
PisaNotizie, un giornale che si è seriamente impegnato, sin dalla sua
fondazione, a seguire questa storia. Dopo gli ultimi sgomberi e le proteste dei
"soliti noti", la politica sembra stia riprendendo il suo ruolo. Personalmente
non conosco bene la situazione pisana tanto da fare delle valutazioni, ma giova
ricordare che quella stessa esperienza di
Città Sottili che ora il comune di Pisa vorrebbe azzerare, in passato ha
funzionato bene, grazie al coinvolgimento di diversi soggetti. Forse il sindaco
pensava di poterla cancellare con un colpo di spugna, senza che nessuno degli
attori di allora fiatasse?
Dopo gli sgomberi dei giorni scorsi, prendono parola congiuntamente il
segretario provinciale di Rifondazione, Luca Barbuti, e il coordinatore
provinciale di Sel, Dario Danti. Netta opposizione alle politiche sociali
dell'Amministrazione pisana: "Chiederemo con i nostri amministratori locali di
fare chiarezza su quanto accaduto: occorre un deciso cambio di passo per
affrontare la questione dei bisogni e delle necessità sociali. Subito confronto
fra enti locali e associazioni, volontariato, comunità parrocchiali per valutare
ipotesi di sistemazioni provvisorie, ma non precarie"
Non smette di suscitare polemiche e prese di posizione lo sgombero attuato
dall'Amministrazione Comunale di Pisa delle 27 famiglie rom (un totale di circa
80 persone di cui 30 minori) dal campo alle spalle dell'ospedale di Cisanello.
Dopo l'immediato
intervento dell'assessore alle politiche sociali, Salvatore
Allocca, in cui lo stesso aveva parlato di una scelta "sorprendente e
preoccupante" - anche alla luce di quanto concordato in una riunione della
cabina di regia regionale sui rom a cui il Comune di Pisa era presente - e dopo
la
lettera aperta agli amministratori comunali da parte dei sei sacerdoti della
diocesi pisana, Don Luigi Gabbriellini, Don Agostino Rota Martir, Don Vio Romeo,
Don Roberto Filippini, Don Antonio Cecconi e Don Sergio Prodi, arriva la presa
di posizione da parte di Rifondazione Comunista e Sel, per voce rispettivamente
del segretario provinciale, Luca Barbuti, e del coordinatore provinciale, Dario
Danti.
In un comunicato inviato agli organi di stampa, Barbuti e Danti chiedono la
convocazione un tavolo di area vasta per ovviare al ricorso agli sgomberi.
Un'iniziativa che ha anche un riflesso politico, visto che si tratta della prima
volta che gli organi provinciali dei due partiti prendono pubblica posizione in
maniera congiunta su una questione di carattere sociale, come nel caso degli
sgomberi dei rom dal territorio pisano.
L'incipit della lettera di Barbuti e Danti non lascia dubbi sugli intenti del
documento, uniti in questo specifico caso nella comune opposizione alla
politiche sociali avanzate dal Comune di Pisa: "Abbiamo condannato fermamente lo
sgombero, messo in atto dall'Amministrazione comunale di Pisa, delle 27 famiglie
rom, circa 80 persone di cui 30 minori, dal campo alle spalle dell'ospedale di
Cisanello. Continuiamo a non condividere la politica del sociale della giunta
Filippeschi".
Dopo aver ricordato a loro volta la netta presa di posizione dell'Assessore
Alloca, Danti e Barbuti lanciano la loro proposta, che nei prossimi giorni non
mancherà di sollevare più di una reazione: "Chiederemo con i nostri
amministratori locali di fare chiarezza su quanto accaduto, visto anche il
coinvolgimento dei singoli comuni dell'area pisana, proprio perché occorre un
deciso cambio di passo per affrontare la questione dei bisogni e delle necessità
sociali".
E dopo aver sottoscritto la critica che i sei sacerdoti della diocesi pisana
hanno rivolto all'Amministrazione e a una parte della cittadinanza in merito
alla percezione dei rom come "una realtà fastidiosa da ignorare e/o da
reprimere", e sposando dunque senza eccezioni la visione di "persone con una
loro dignità, soggetti di diritti oltre che di doveri", i due rappresentanti
hanno indicato i prossimi passaggi che intendono assolvere in merito alla
questione: "Convocare un tavolo di area vasta, o meglio riattivare un'esperienza
che in passato proprio nella Società della Salute pisana aveva trovato la sua
positiva attuazione in progetti di accoglienza e integrazione delle famiglie
rom".
"Solo con un confronto fra gli enti locali - continuano Danti e Barbuti - aperto
alle realtà dell'associazionismo, del volontariato, delle organizzazioni laiche
e delle comunità parrocchiali per valutare ipotesi di sistemazioni provvisorie,
ma non precarie, nonché una seria e non allarmistica campagna d'informazione
sulla presenza e le problematiche dei rom sul territorio pisano, può far uscire
la nostra zona da un'emergenza sociale. Sinistra Ecologia Libertà e Rifondazione
Comunista faranno la loro parte come l'hanno sempre fatta per i diritti e
l'accoglienza. Nessuno escluso".
Al di là del "casus" specifico, è lecito domandarsi quanto questa netta presa di
posizione inciderà sugli equilibri politici dei comuni dell'area vasta il cui
intervento in merito alla questione è stato invocato apertamente dai due
rappresentanti. Per quanto concerne la politica pisana, intanto, si registra
l'ennesima presa di distanze sulle politiche sociali condotte dall'attuale
amministrazione, in attesa che l'ormai spinosa vicenda nella quale sono
coinvolti quasi un centinaio di uomini, donne e bambini, possa trovare presto
una sua soluzione.
Di Fabrizio (del 29/08/2011 @ 09:58:51, in lavoro, visitato 3024 volte)
Paperblog 20 agosto 2011 - di
Ventoditramontana
Proseguiranno da Settembre sino a Dicembre 2011 iniziative ed eventi inerenti
"Il lavoro femminile. Un filo lungo centocinquant'anni" progetto realizzato e
curato da Maria Concetta Petrollo Pagliarani e Francesca Boccini. L'evento ha
ricevuto l'onorificenza del Presidente della Repubblica Giorgio Napolitano.
L'Antica Sartoria Rom presenterà la nuova collezione di abiti disegnati per la
primavera-estate 2012. La progettazione della collezione verrà realizzata per
l'occasione oltre che dalle maestranze Rom della Cooperativa, anche dalle
anziane testimoni dell'antica tradizione Rom, oggi ancora residenti nei campi
nomadi della capitale.
Tutti i tessuti saranno in fibra naturale, come era in uso in epoca
tardottocentesca, periodo cui l'Antica Sartoria Rom si ispira e i ricami
verranno realizzati a mano.
Durante la manifestazione verranno proiettati video che mostrano il lavoro
svolto dalle donne Rom all'interno della cooperativa.
La poetessa Dale Zaccaria leggerà suoi testi, poesie sul tema Rom con traduzione
in lingua Romanesc (lingua rumena Rom ) di Magdalena Dinca (donna e sarta
dell'Antica sartoria Rom).
10 Novembre 2011 Biblioteca Vallicelliana di Roma
Di Fabrizio (del 30/08/2011 @ 08:59:30, in scuola, visitato 1719 volte)
Da
Roma_ex_Yugoslavia
By Linda Karadaku for
Southeast European Times in Pristina -
11/08/2011 Con l'avvicinarsi del nuovo anno scolastico, riemergono vecchie
polemiche
Gli studenti dicono che poco del curriculum viene dedicato alla storia delle
altre nazionalità o minoranze in Kosovo. [Reuters]
La missione cross-culturale sull'istruzione dell'OCSE in Kosovo chiede che
minoranze e maggioranze imparino l'altrui cultura, la rispettiva storia,
come anche il valore della tolleranza e del pluralismo.
SETimes ha parlato con diversi studenti kosovari di differenti
nazionalità e retroterra etnico, per scoprire quanto l'attuale situazione si
avvicini agli standard OCSE.
Genta, quindicenne albanese, frequenta la scuola elementare Iliria a
Pristina. Ha studiato la storia del Kosovo sino alla proclamazione
d'indipendenza, eppure qualcosa manca nel suo curriculum.
"Non abbiamo imparato a conoscere gli altri gruppi etnici. L'insegnante ci ha
detto che il Kosovo ha anche delle minoranze e ci ha spiegato come sono arrivati
e si sono insediati in Kosovo, gli Slavi e i Turchi," ha detto Genta a SETimes.
Non ha contatti con bambini di altri gruppi etnici in Kosovo.
"Ho incontrato i Serbi a Brezovica. Ci hanno detto che il Kosovo è la Serbia,
noi abbiamo risposto che il Kosovo è indipendente," dice, aggiungendo che tutto
ciò che sa è che i Serbi "ci hanno espulso dalle nostre case e siamo tornati."
Hari Kasumi, insegnante e storico del Kosovo, ha detto a SETimes, "Se si
conosce la storia di qualcun altro, ci saranno meno odio, animosità e migliore
conoscenza reciproca. Insegnare la storia isolata [di un solo popolo] avrebbe un
impatto negativo."
Tuttavia, i libri di storia in lingua albanese sono focalizzati sui principali
protagonisti della storia albanese, mentre i testi in serbo presentano il Kosovo
come "la culla del popolo serbo".
David, sebo dell'età di Genta, frequenta la scuola secondaria di economia a
Mitrovica.
"E' interessante quando l'insegnante parla delle relazioni tra Serbia e Albania.
Dice sempre che ci siamo aiutati l'un l'altro nelle guerre dei Balcani ed in
quelle mondiali. Quello che [ora] sta succedendo in Kosovo non ci è molto
chiaro. Non impariamo l'albanese a scuola, e penso che sia sbagliato.
L'insegnante di serbo ci ha detto che i Sebi che vivono al confine con la
Romania imparano il rumeno come seconda lingua,quelli vicino al confine con la
Bulgaria imparano l bulgaro," dice David a SETimes.
Aggiunge che l'insegnate dice agli studenti che "il Kosovo è la Serbia" e, dice
David, "penso che sia così".
Daut è Rom, e suo figlio di 12 anni frequenta la scuola elementare Mustafa Bakiu
a Prizren. Dice Daut di non riuscire a ricordare suo figlio che imparava a
scuola qualcosa sulle diverse etnie.
Qylanxhiu inoltre lamenta che un termine peggiorativo per indicare i Rom appare
13 volte in un libro di testo dell'ottavo grado, cosa per cui la comunità ha
protestato. Conferma che la comunità rom ha chiesto al ministero della pubblica
istruzione di includere cultura, tradizioni e lingua rom nel curriculum.
"Non abbiamo nessun altro stato. Vediamo il Kosovo come il nostro paese e
saremmo felice di vedere sparire i pregiudizi, così che tutti noi possiamo
essere conosciuti come Kosovari," dice Qylanxhiu.
Cansu, Turco di 16 anni, frequenta la scuola elementare Sami Frasheri,
dato che l'istruzione è offerta anche in turco.
"A scuola impariamo soprattutto la storia turca," dice, aggiungendo che agli
studenti vengono anche insegnate le due guerre mondiali, ma niente riguardo le
altre etnie del Kosovo.
"Vediamo il Kosovo come la nostra casa comune e vogliamo costruire qui il nostro
futuro," dice Cansu.
Ancora a
Dale Farm, ultimo giorno. Se non mi perdo, domani dovrei essere in
Italia.
Di Fabrizio (del 31/08/2011 @ 09:09:26, in Italia, visitato 1975 volte)
Mi è stato suggerito da
Ernesto Rossi un provocatorio esperimento: prendere la seguente notizia di
cronaca e sostituire le parole rifugiati/profughi con zingari. Che
ve ne pare del risultato?
ACCOGLIENZA, NON EMERGENZA Il Comune di Milano primo caso in Italia di
gestione diretta dell'accoglienza degli zingari
Uscire dalla logica dell'emergenza ed offrire un'accoglienza umana ai tanti
disperati che cercano rifugio nella nostra città. Il Comune di Milano fa da
pioniere a livello nazionale nella gestione dell'assistenza zingari, ad oggi
affidata alla Prefettura. Sarà la sede della Protezione civile di via Barzaghi
ad ospitare a turni di 15 giorni fino al 20 settembre i circa 350 zingari- tra
quelli già presenti in città e quelli in arrivo- a costo zero per il Comune (Il
Governo mette a disposizione 46 euro al giorno per persona).
"Potevamo accettare che venissero messi in hotel a spese del governo e far
finta di nulla lasciandoli al loro destino - ha spiegato l'Assessore alla
politiche Sociali Pierfrancesco Majorino - invece abbiamo scelto di farcene
carico governando questo flusso di presenze grazie alla collaborazione con il
terzo settore". Nei 15 giorni di permanenza nel centro, ogni persona accolta,
dopo essersi visto riconosciuto lo status di rifugiato politico da una
commissione territoriale supplementare composta da rappresentanti della
Prefettura, della Questura, dell'assessorato alle politiche sociali e dell'Acnur
(Alto commissariato delle nazioni unite per irifugiati), verrà sottoposto a
visite mediche e colloqui psicologici. Saranno inoltre messi a disposizione
mediatori culturali e linguistici che aiuteranno queste persone nel percorso di
inserimento sociale o nel rimpatrio assistito e le indirizzeranno verso altre
strutture di accoglienza.
Sono diversi i ricoveri in cui gli zingari possono trovare asilo: la Cascina
Monluè, gli appartamenti delle associazioni Arca e Aspi, la casa di accoglienza
di via Ortles, si aggiungono oggi ai ricoveri offerti dalla parrocchia
Pentecoste, dall'associazione missionari Cuore Immacolato di Maria, dalla
Caritas di via Arici, da casa Silvana, da casa del Giovane, da casa Cardinal
Colombo e dal centro di prima accoglienza di via Saponaro. "Fino ad oggi a
Milano c'e' stata una grande assenza di coraggio sulla messa a disposizione dei
posti per gli zingari- ha sottolineato Majorino- è assolutamente necessario
aumentarne il numero perché le emergenze umanitarie non possono essere messe
sotto il tappeto della politica, una città come la nostra deve diventare pronta
per l'imprevedibilità di queste situazioni". Ogni 15 giorni l'assessorato alle
politiche sociali fornirà dati sulla situazione degli arrivi e sulla gestione
delle presenze nei vari quartieri. "Sarà una prima risposta accogliente ed
efficiente- ha affermato l'Assessore alla Sicurezza e Protezione Civile Marco
Granelli- degna di una città moderna europea che si fa carico delle conseguenze
della critica situazione internazionale nel mediterraneo e nel continente
africano".
(l'originale era di Giulia Cusumano NDR)
Di Fabrizio (del 31/08/2011 @ 09:34:31, in casa, visitato 3287 volte)
Su Facebook la
fotostoria commentata
Le prime notizie da Dale Farm, le tradussi dall'inglese in italiano circa 10
anni fa. La storia di questa lunga vertenza l'ho già indicata
altre volte, oppure le trovate sul
blog di Dale Farm in inglese.
Dopo tanto tempo di conoscenza solo virtuale era ora di conoscersi
personalmente, ed il
Big Weekend è stata l'occasione.
Ma, come mi sono poi reso conto quando ho cominciato a respirarne l'atmosfera,
la solidarietà è una comunicazione a due vie: la situazione per i Rom e i Sinti
in Italia è altrettanto difficile di quella dei fratelli Travellers in Gran
Bretagna, ed allora, quale posto migliore per imparare qualcosa, se non dove
resistono da 10 anni ai tentativi di sgombero?
Qualche particolare utile: la lunga lotta dei Travellers nella difesa dei loro
terreni sta vivendo una nuova fase. Circola voce (ma manca qualsiasi
comunicazione scritta) che venerdì 2 settembre
verranno chiuse le strade circostanti e che si taglieranno i rifornimenti di
acqua e di elettricità, mentre lo sgombero vero e proprio di 400 persone su
1.000 abitanti potrebbe avvenire attorno a metà settembre, con l'impiego della
compagnia privata
Constant & co.
che già in passato è stata messa sotto accusa per i metodi inumani impiegati.
Nel fine settimana ci sono stati incontri, aperti anche alla cittadinanza, in
cui sono state presentate la storia e la lunga lotta per i diritti dei
Travellers. Poi si sono susseguite innumerevoli riunioni e laboratori, che hanno
visto la partecipazione di molti dei residenti di Dale Farm, volte ad
organizzare la resistenza nella prossime settimane. I punti principali sono
stati le varie tecniche di resistenza non-violenta, la ricerca di posti
alternativi dove si riverseranno gli sfrattati, i vari aspetti legali e
giuridici della vicenda.
Molto interessanti, per chi segue vicende simili in Italia, i seminari legati
alla figura dell'Osservatore Legale. Su
Ldmg.org.uk potete trovare
informazioni in inglese, altrimenti ho intenzione di tradurre appena possibile
alcuni loro documenti in italiano.
Più complicata la questione, anche questa dibattuta a lungo, del rapporto coi
media (locali e nazionali) e i social network. Da una parte emerge la necessità
di aprirsi all'esterno, dall'altra nei fatti prevale la paura per quanto
potrebbe succedere, sia agli abitanti che ai sostenitori, per cui tutte le
comunicazioni verso l'esterno vengono molto accentrate. A tal proposito ho ripreso pochissime persone, proprio per proteggerne la sicurezza,
chiedendo loro permesso prima di scattare ogni foto. Ciononostante i giornali
locali hanno riempito le loro pagine di immagini riprese senza alcuna
autorizzazione.
Ulteriori notizie in questo
.pdf
(cliccare sull'immagine per la visione dell'anteprima.)
Documentario girato in undici Paesi europei, vincitore del Montreal World Film
Festival. Recensione su
Montrealgazzette.com (in inglese)
Di Fabrizio (del 01/09/2011 @ 09:26:33, in casa, visitato 1559 volte)
Semplice notizia di cronaca. Ho messo in corsivo il secondo
e il terzo paragrafo, che descrivono l'assurdità della situazione che si sta
creando
Lamezia Terme - Tutto legittimo. L'assegnazione delle case popolari ai rom
sfollati da Scordovillo non fa una grinza per il Tribunale amministrativo
regionale di Catanzaro. A cui si sono rivolti dieci residenti di San Pietro
Lametino per arginare la calata degli zingari nel loro quartiere.
Era il 10 maggio scorso quando i residenti di San Pietro Lametino, la
frazione più a Sud della città, hanno protestato davanti ai cancelli delle case
popolari dove stavano per arrivare due famiglie rom, sei persone in tutto,
bambini inclusi. Erano gli assegnatari degli alloggi popolari colpiti dalla
sindrome "nimby": mandateli dove volete, ma non vicino casa nostra.
A mandarli era stato il Comune con decreti ad hoc firmati dalla dirigente
del settore politiche sociali Teresa Bambara. «Se li porti vicino casa sua la
dirigente», dicevano molte delle persone che hanno messo in scena un sit-in
durato qualche ora. Quando già i furgoni degli zingari, pochi mobili poveri
ammassati l'uno sull'altro, erano arrivati davanti al cancello trovandolo
chiuso. Anzi occupato dagli abitanti del posto.
L'iniziativa municipale è stata forzata. C'è un decreto di sgombero di
Scordovillo firmato dal procuratore della Repubblica Salvatore Vitello e dal
sostituto Domenico Galletta. Per i magistrati il campo rom è malsano, inquinato,
e ad alta densità criminale. Si trova nel cuore della città ed è una bomba
sociale innescata quotidianamente. Una situazione che conosce bene ogni
lametino, ma sulla quale finora era stato fatto ben poco. Tanto che da
quarant'anni Scordovillo è lì e cresce a dismisura. Fino a diventare una "città
proibita" di oltre 500 abitanti, tutti cittadini lametini registrati
all'anagrafe. Che votano.
Il Tar presieduto da Giuseppe Romeo, con relatore Daniele Burzichelli, è
stato chiarissimo. «I provvedimenti impugnati, a differenza di quanto sembra
riteere il ricorrente, non dispongono l'approvazione di un progetto per
villaggio nomadi, ma semplicemente l'assegnazione di quattro alloggi Aterp a
distinti nuclei familiari». Solo due di questi sono stati trasferiti. Sempre il
giudice amministrativo sottolinea che gli immobili sono stati resi abitabili dai
lavori eseguiti dall'Aterp. Da qui il rigetto del ricorso presentato da dieci
cittadini patrocinati dagli avvocati Bernardo e Lelio Marasco. A rappresentare
il Comune è stato l'avvocato Alessandra Belvedere, capo dell'ufficio legale
municipale.
Di Fabrizio (del 02/09/2011 @ 09:04:54, in sport, visitato 1642 volte)
Da
Bulgarian_Roma
YAHOO! News - 23 agosto 2011
Bucarest, 23/08/2011 - Il Consiglio Rumeno di Lotta alla Discriminazione si è
rivolto alla UEFA dopo i commenti "razzisti" formulati dal presidente del club
bulgaro di calcio CSKA Sofia contro i giocatori rom.
"Il Consiglio Nazionale di Lotta alla Discriminazione (CNCD) apprende con
preoccupazione le dichiarazioni razziste di Dimitar Borisov, presidente del
CSKA Sofia, a proposito dell'etnia dei giocatori di calcio della squadra dello Steaua
Bucarest", ha detto Csaba Astzalos, presidente del CNCD, in una lettera inviata
a Michel Platini, presidente della UEFA.
I commenti risalgono a settimana scorsa dopo la partita di Europa League tra Steaua
Bucarest e CSKA Sofia, vinta dalla squadra rumena per 2-0.
"Il contesto in ci sono state usate le parole -spazzatura- e -sporco-
riferite alla squadra dello Steaua ed in particolare ai due giocatori di origine
rom, è critico tanto della comunità rumena che di quella rom, creando
un'atmosfera ostile, degradante, umiliante ed offensiva," dice Astzalos nella
lettera ottenuta da AFP.
Secondo il CNCD Borisov avrebbe detto: "I Rumeni chiamano star due sporchi
calciatori. Li impiegherei nella mia azienda a raccogliere la spazzatura. Si
inserirebbero perfettamente!"
Bulgaria e Romania contano importanti minoranze rom. Secondo l'Unione Europea
e diverse OnG, l'etnia rom in tutta Europa affronta numerose discriminazioni.
Il CNCD ha chiesto agli organi di governo del calcio europeo di "prendere
misure appropriate per prevenire e combattere la discriminazione" ed "eliminare
questo tipo di comportamenti".
Di Fabrizio (del 02/09/2011 @ 11:19:06, in media, visitato 1949 volte)
Da
British_Roma
National Union of Journalists
NUJ richiede l'accesso a Dale Farm per riferire in merito agli sgomberi
01/09/2011 - NUJ ha condannato la notizia che il Consiglio della Contea dell'Essex
intende limitare l'accesso dei media durante lo sgombero di massa dei Viaggianti
presso il sito di Dale Farm a Basildon, domani venerdì 2 settembre.
Lo sgombero può iniziare in ogni momento, ma il Consiglio non intende
spiegare e giustificare la propria intenzione di bloccare gli accessi stradali
verso il sito di Dale Farm.
Michelle Stanistreet, segretario generale NUJ, ha detto: "Il mondo ha
gli occhi puntati su Dale Farm. Osservatori delle Nazioni Unite e gente romanì
da tutta Europa hanno visitato il sito nell'Essex, dove molti residenti stanno
per affrontare uno sgombero. C'è un chiaro interesse pubblico nella storia ed il
consiglio non deve reprimere e limitare l'accesso dei media. Richiamiamo con
urgenza il consiglio a riconsiderare la propria decisione."
Jess Hurd, presidente della sezione fotografi londinesi del NUJ, ha
detto: "Questa è una grave violazione della libertà di stampa, il consiglio non
ha alcun interesse a limitare l'accesso dei media a Dale Farm. Ho coperto la
lunga campagna di lotta dei Viaggianti, la battaglia legale e la vita a Dale
Farm durante gli ultimi 5 anni. Le immagini di uno sgombero forzato di massa
potrebbero fornire una cattiva immagine del consiglio, ma questo non ha
l'autorità di ostacolare la stampa ed il controllo pubblico. La copertura dello
sgombero è una questione di diritti umani di importanza internazionale ed ai
giornalisti non deve essere impedito di compiere il loro lavoro."
NdR: la
testimonianza di chi c'era.
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