Segnalazione di Sara Palli da
PisaNotizie, un giornale che si è seriamente impegnato, sin dalla sua
fondazione, a seguire questa storia. Dopo gli ultimi sgomberi e le proteste dei
"soliti noti", la politica sembra stia riprendendo il suo ruolo. Personalmente
non conosco bene la situazione pisana tanto da fare delle valutazioni, ma giova
ricordare che quella stessa esperienza di
Città Sottili che ora il comune di Pisa vorrebbe azzerare, in passato ha
funzionato bene, grazie al coinvolgimento di diversi soggetti. Forse il sindaco
pensava di poterla cancellare con un colpo di spugna, senza che nessuno degli
attori di allora fiatasse?
Dopo gli sgomberi dei giorni scorsi, prendono parola congiuntamente il
segretario provinciale di Rifondazione, Luca Barbuti, e il coordinatore
provinciale di Sel, Dario Danti. Netta opposizione alle politiche sociali
dell'Amministrazione pisana: "Chiederemo con i nostri amministratori locali di
fare chiarezza su quanto accaduto: occorre un deciso cambio di passo per
affrontare la questione dei bisogni e delle necessità sociali. Subito confronto
fra enti locali e associazioni, volontariato, comunità parrocchiali per valutare
ipotesi di sistemazioni provvisorie, ma non precarie"
Non smette di suscitare polemiche e prese di posizione lo sgombero attuato
dall'Amministrazione Comunale di Pisa delle 27 famiglie rom (un totale di circa
80 persone di cui 30 minori) dal campo alle spalle dell'ospedale di Cisanello.
Dopo l'immediato
intervento dell'assessore alle politiche sociali, Salvatore
Allocca, in cui lo stesso aveva parlato di una scelta "sorprendente e
preoccupante" - anche alla luce di quanto concordato in una riunione della
cabina di regia regionale sui rom a cui il Comune di Pisa era presente - e dopo
la
lettera aperta agli amministratori comunali da parte dei sei sacerdoti della
diocesi pisana, Don Luigi Gabbriellini, Don Agostino Rota Martir, Don Vio Romeo,
Don Roberto Filippini, Don Antonio Cecconi e Don Sergio Prodi, arriva la presa
di posizione da parte di Rifondazione Comunista e Sel, per voce rispettivamente
del segretario provinciale, Luca Barbuti, e del coordinatore provinciale, Dario
Danti.
In un comunicato inviato agli organi di stampa, Barbuti e Danti chiedono la
convocazione un tavolo di area vasta per ovviare al ricorso agli sgomberi.
Un'iniziativa che ha anche un riflesso politico, visto che si tratta della prima
volta che gli organi provinciali dei due partiti prendono pubblica posizione in
maniera congiunta su una questione di carattere sociale, come nel caso degli
sgomberi dei rom dal territorio pisano.
L'incipit della lettera di Barbuti e Danti non lascia dubbi sugli intenti del
documento, uniti in questo specifico caso nella comune opposizione alla
politiche sociali avanzate dal Comune di Pisa: "Abbiamo condannato fermamente lo
sgombero, messo in atto dall'Amministrazione comunale di Pisa, delle 27 famiglie
rom, circa 80 persone di cui 30 minori, dal campo alle spalle dell'ospedale di
Cisanello. Continuiamo a non condividere la politica del sociale della giunta
Filippeschi".
Dopo aver ricordato a loro volta la netta presa di posizione dell'Assessore
Alloca, Danti e Barbuti lanciano la loro proposta, che nei prossimi giorni non
mancherà di sollevare più di una reazione: "Chiederemo con i nostri
amministratori locali di fare chiarezza su quanto accaduto, visto anche il
coinvolgimento dei singoli comuni dell'area pisana, proprio perché occorre un
deciso cambio di passo per affrontare la questione dei bisogni e delle necessità
sociali".
E dopo aver sottoscritto la critica che i sei sacerdoti della diocesi pisana
hanno rivolto all'Amministrazione e a una parte della cittadinanza in merito
alla percezione dei rom come "una realtà fastidiosa da ignorare e/o da
reprimere", e sposando dunque senza eccezioni la visione di "persone con una
loro dignità, soggetti di diritti oltre che di doveri", i due rappresentanti
hanno indicato i prossimi passaggi che intendono assolvere in merito alla
questione: "Convocare un tavolo di area vasta, o meglio riattivare un'esperienza
che in passato proprio nella Società della Salute pisana aveva trovato la sua
positiva attuazione in progetti di accoglienza e integrazione delle famiglie
rom".
"Solo con un confronto fra gli enti locali - continuano Danti e Barbuti - aperto
alle realtà dell'associazionismo, del volontariato, delle organizzazioni laiche
e delle comunità parrocchiali per valutare ipotesi di sistemazioni provvisorie,
ma non precarie, nonché una seria e non allarmistica campagna d'informazione
sulla presenza e le problematiche dei rom sul territorio pisano, può far uscire
la nostra zona da un'emergenza sociale. Sinistra Ecologia Libertà e Rifondazione
Comunista faranno la loro parte come l'hanno sempre fatta per i diritti e
l'accoglienza. Nessuno escluso".
Al di là del "casus" specifico, è lecito domandarsi quanto questa netta presa di
posizione inciderà sugli equilibri politici dei comuni dell'area vasta il cui
intervento in merito alla questione è stato invocato apertamente dai due
rappresentanti. Per quanto concerne la politica pisana, intanto, si registra
l'ennesima presa di distanze sulle politiche sociali condotte dall'attuale
amministrazione, in attesa che l'ormai spinosa vicenda nella quale sono
coinvolti quasi un centinaio di uomini, donne e bambini, possa trovare presto
una sua soluzione.