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Nel 2011 in Europa c'è ancora chi lotta per la terra
Di Fabrizio (del 31/08/2011 @ 09:34:31, in casa, visitato 3287 volte)

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Le prime notizie da Dale Farm, le tradussi dall'inglese in italiano circa 10 anni fa. La storia di questa lunga vertenza l'ho già indicata altre volte, oppure le trovate sul blog di Dale Farm in inglese.
Dopo tanto tempo di conoscenza solo virtuale era ora di conoscersi personalmente, ed il Big Weekend è stata l'occasione.
Ma, come mi sono poi reso conto quando ho cominciato a respirarne l'atmosfera, la solidarietà è una comunicazione a due vie: la situazione per i Rom e i Sinti in Italia è altrettanto difficile di quella dei fratelli Travellers in Gran Bretagna, ed allora, quale posto migliore per imparare qualcosa, se non dove resistono da 10 anni ai tentativi di sgombero?

Qualche particolare utile: la lunga lotta dei Travellers nella difesa dei loro terreni sta vivendo una nuova fase. Circola voce (ma manca qualsiasi comunicazione scritta) che venerdì 2 settembre verranno chiuse le strade circostanti e che si taglieranno i rifornimenti di acqua e di elettricità, mentre lo sgombero vero e proprio di 400 persone su 1.000 abitanti potrebbe avvenire attorno a metà settembre, con l'impiego della compagnia privata Constant & co. che già in passato è stata messa sotto accusa per i metodi inumani impiegati.

Nel fine settimana ci sono stati incontri, aperti anche alla cittadinanza, in cui sono state presentate la storia e la lunga lotta per i diritti dei Travellers. Poi si sono susseguite innumerevoli riunioni e laboratori, che hanno visto la partecipazione di molti dei residenti di Dale Farm, volte ad organizzare la resistenza nella prossime settimane. I punti principali sono stati le varie tecniche di resistenza non-violenta, la ricerca di posti alternativi dove si riverseranno gli sfrattati, i vari aspetti legali e giuridici della vicenda.
Molto interessanti, per chi segue vicende simili in Italia, i seminari legati alla figura dell'Osservatore Legale. Su Ldmg.org.uk potete trovare informazioni in inglese, altrimenti ho intenzione di tradurre appena possibile alcuni loro documenti in italiano.

Più complicata la questione, anche questa dibattuta a lungo, del rapporto coi media (locali e nazionali) e i social network. Da una parte emerge la necessità di aprirsi all'esterno, dall'altra nei fatti prevale la paura per quanto potrebbe succedere, sia agli abitanti che ai sostenitori, per cui tutte le comunicazioni verso l'esterno vengono molto accentrate. A tal proposito ho ripreso pochissime persone, proprio per proteggerne la sicurezza, chiedendo loro permesso prima di scattare ogni foto. Ciononostante i giornali locali hanno riempito le loro pagine di immagini riprese senza alcuna autorizzazione.
Ulteriori notizie in questo .pdf