Di seguito tutti gli interventi pubblicati sul sito, in ordine cronologico.
Di Fabrizio (del 24/06/2011 @ 09:06:20, in scuola, visitato 1539 volte)
InformarePerResistere
Hanno finito la scuola nonostante tutto, sono stati promossi nonostante
tutto...
Sono le storie di George, Ionut, Valeriu, Riccardo, Daniela, Maria, Florina,
bambini rom che vivono in situazioni impossibili, tra sgomberi e viaggi
lunghissimi per arrivare a scuola, a volte viaggi di un'ora e mezza.
Eppure hanno continuato e per loro l'imparare è diventato il traguardo che
rappresenta una garanzia per il loro futuro; tra pochi giorni potranno ricevere
le "pagelle", potranno finalmente dire "mi hanno promosso" e questa promozione
ha un valore così diverso dal nostro, non è solo l'ammissione ad una classe
superiore è il sentirsi capace, sentirsi riconosciuto e finalmente apprezzato.
Maria e Florina hanno frequentato la terza media e ora stanno facendo gli esami:
raccontano ogni giorno quale prova hanno fatto e sono felici di poter dimostrare
tutta la loro voglia di imparare.
Ogni giorno per loro è stata un'impresa continuare a frequentare, spostandosi da
varie parti della città, spesso sono andate a scuola anche nelle mattine in cui
la famiglia veniva sgomberata, senza sapere dove poi l'avrebbero ritrovata e
hanno dimostrato che nulla può fermare la crescita e l'apprendimento di chi vede
nella scuola l'unico ambiente in cui sentirsi parte di un gruppo.
Hanno imparato nomi e concetti nella lingua italiana, leggono e scrivono in
lingua italiana, conoscono poesie e poeti italiani, ma pochi italiani hanno
riservato loro sguardi benevoli.
Ora stanno cambiando gli occhi di chi li guarda e anche i loro occhi sono più
fiduciosi e sereni; con l'aiuto dei volontari della Comunità di Sant'Egidio e
della scuola" sanno leggere, scrivere, studiare….. cose apparentemente semplici
che per questi ragazzi e questi bambini diventano una ricchezza con la quale
potranno viaggiare verso una vera società interculturale.
E' possibile aiutarci al seguente indirizzo:
COMUNITA' DI SANT'EGIDIO
MILANO ONLUS
Unicredit Banca, via Carducci Milano
IBAN: IT73J0200801739000100909828
causale Rom Rubattino
Assunta Vincenti
Mamma di Rubattino
Modena2000
Proseguono gli eventi nell'ambito del progetto "Vite di Quartiere – Sguardi
inconsueti sulla periferia di Modena". Sabato 25 Giugno presso Parco della
Repubblica - via Salvo d'Acquisto – Artegenti e Amici di via Django presentano
"Vento in scatole" di Roberta De Piccoli, Daniela Bazzani, Annabella Ferrin,
Riccardo Giacobazzi – da un'interazione con la Comunità Sinti (microarea di via
Django) di Modena.
In caso di mal tempo la manifestazione si svolgerà presso la Polisportiva G.
Pini, via Pio la Torre, 61 – Modena
ore 18,30 – Conferenza dibattito: La documentazione artistica come strumento di
conoscenza, consapevolezza e integrazione.
Un esempio: la comunità sinti come soggetto d'indagine nel contesto cittadino.
Allarghiamo i confini e facciamo il punto sulle esperienze e i risultati
raggiunti in realtà geografiche vicine (Modena, Bologna, Reggio Emilia,
Mantova). Francesca Maletti, Assessore alle politiche sociali del Comune di
Modena; Loris Bertacchini, Presidente della Circoscrizione 3 del Comune di
Modena; Mario Rebeschini, Come ho attraversato la Spagna con i ragazzi sinti e
rom di Bologna (testimonianza e letture); Stefano Cattini, M.E.Z. Sinti italiani
e conversione all'evangelismo pentecostale: un rafforzamento dell'identità?
Carlo Berini, Progettare è istituzionalizzare: Sucar Drom e l'Istituto di
Cultura Sinta di Mantova; Roberta De Piccoli, Abito a Modena o Vivo a Modena? Le
curiosità, le timidezze d'approccio e gli approfondimenti di quattro artisti non
professionisti che hanno deciso di interagire con gli abitanti di una microarea
sinti della città; Simonetta Malinverno, Conosciamoci meglio! Il desiderio di
incontro è più forte della paura, Associazione "Amici di via Django"
ore 21,00 Proiezione: Laciodrom, reportage fotografico di Mario Rebeschini sui
sinti e i rom di Bologna (15 min)
Vento in scatole, testimonianza video prodotta da Roberta De Piccoli, Annabella
Ferrin, Daniela Bazzani, Riccardo Giacobazzi e dalla comunità Sinti di Modena
(40 min)
Amèn, film di Stefano Cattini sulla conversione evangelica della comunità sinti
di Reggio Emilia (20 min)
Mostra fotografica: Due occhi fanno uno sguardo.
Il campo di via Django visto attraverso gli occhi di Daniela Bazzani e di
Lorenza Malinverno.
Il percorso fotografico intende svilupparsi lungo le linee di due obiettivi che
convergono verso uno stesso orizzonte, quello della fotografa che osserva come
ospite gli abitanti e la loro vita nella microarea e quello di una giovane
ragazza sinti che lo vive quotidianamente dall'interno.
Il progetto "VITE DI QUARTIERE" è promosso dall'associazione no profit ARTEGENTI
con il sostegno del Comune di Modena, della Circoscrizione n.3 e della
Fondazione Cassa di Risparmio di Modena.
Per informazioni visitare www.artegenti.it o telefonare al 348 0782972.
Di Fabrizio (del 25/06/2011 @ 09:05:38, in Europa, visitato 2135 volte)
Osservatorio Balcani e Caucaso Bernardo Venturi 21 giugno 2011
Sono una parte importante della popolazione moldava, e guardano più alla
Russia che all'Europa occidentale. È la comunità rom. Andiamo alla sua scoperta
in compagnia di Ion Duminica, ricercatore, a volte "gagè", a volte "zingaro"
Ritratto, Moldavia - Silvia Biasutti
"Sono cresciuto subendo una doppia discriminazione: per i rom ero un gagè, un
non-zingaro, mentre i compagni di scuola mi apostrofavano come "zigano". Ion
Duminica è oggi uno dei più grandi esperti della storia e cultura rom in
Moldavia. Da quando lavora per l'Accademia delle Scienze della Moldavia ha
girato per villaggi, ascoltando tantissime storie e racconti tramandati
oralmente, le uniche fonti per ricostruire storia e tradizioni rom.
La sua doppia origine – "sono rom al 50%" – gli ha permesso ricerche
storico-culturali muovendosi da angolature diverse, ma gli ha anche creato non
pochi problemi. Per Ion non è stato facile guadagnarsi la fiducia degli abitanti
di tanti villaggi e non essere considerato come "altro".
All'Accademia delle Scienze oggi lavora presso il Centro del Patrimonio
Culturale dell'Istituto di Etimologia, impegnato dal 2004 a comprendere la
cultura e la storia rom in Moldavia, un lavoro mai fatto prima in modo organico:
l'unico testo ad ampio respiro sull'argomento risale al 1837. "Ricercando sulla
cultura e la storia rom in Moldavia facilitiamo la loro integrazione sociale e
politica nella società democratica", racconta ancora Ion.
Fotogallery:
Viaggio a Chisinau, Moldavia - Silvia Biasutti
I rom in Moldavia
Le prime tracce di presenza rom in Moldavia risalgono all'inizio del 1400. La
loro storia è caratterizzata dalla sopravvivenza di alcuni modelli etnici,
linguistici e culturali, perdurati per secoli. Un popolo che ha fatto della
diversità una delle sue caratteristiche e che viene qui chiamata "rom" solo per
convenzione.
In un censimento del 2004, i cittadini dichiaratisi rom erano oltre 12 mila,
equivalenti allo 0,36% della popolazione moldava. Stime di questo tipo,
comunque, sono del tutto parziali ed è difficile avere un'idea più precisa: chi
ha lavorato al censimento del 2004 non era di etnia rom e ciò ha portato molti
rom a non dichiararsi tali. "Un dato realistico potrebbe essere trai 200 e i 250
mila" sostiene Ion Duminica.
In Moldavia, Ion ha individuato 11 gruppi rom, differenziandoli a seconda delle
professioni, della tipologia abitativa, dell'organizzazione familiare e sociale.
Vi sono per esempio i "linguarari", artigiani che producono cucchiai nella
regione di Calaraşi, o i "lautari", violinisti, a Chişinău. "La loro posizione,
le relazioni sociali e le specifiche occupazioni tradizionali di queste comunità
sono rimaste quasi sconosciute alla comunità scientifica fino a qualche anno
fa", sostiene Ion non senza un pizzico di orgoglio.
Al momento Ion si sta dedicando con particolare attenzione allo studio delle
professioni e a come sono mutate nel tempo.
Ion Duminica
Uno dei lavori in espansione tra i rom in Moldavia è ad esempio comprare vecchie
auto e pullman dalla Germania e dalla Russia, risistemarle e rivenderle, anche
se la povera economia moldava non offre grande spazio a queste iniziative
commerciali.
"Che ne pensano i rom della Moldavia? È percepita come un Paese molto povero,
l'Europa occidentale è vista come più ricca, ma avida e ostile". Molti rom della
Moldavia negli ultimi anni si stanno spostando in Russia. Vi sono infatti legami
storici che risalgono al periodo sovietico della Moldavia, che li legano a
Russia, Ucraina e Bielorussia. Molto più radi sono invece i rapporti con i rom
della Romania.
Spesso i rom amano abitare nelle fratture sociali, negli spazi tra confini,
nelle terre di mezzo. La Moldavia, in un certo senso, ha rappresentato anche
questo, una terra di mezzo, zona di confine tra la Romania e il mondo sovietico.
"I rom moldavi comprendono sia i rom della Romania che quelli dell'area ex
sovietica" spiega Ion "ma invece tra le comunità ex-sovietiche e i rom romeni
non c'è nessuna lingua in comune".
La collina dei rom
Soroca è famosa anche fuori dai confini moldavi per la forte e stravagante
presenza rom. Con oltre 5 mila rom su una popolazione totale di 20 mila
abitanti, questo antico avamposto austroungarico ha incuriosito tanti
giornalisti e fotografi più per la "collina dei rom" che per la sua fortezza.
Situata nel nord della Moldavia e sul confine con l'Ucraina, Soroca è in
posizione ideale per commerciare e tessere rapporti verso est. I giornalisti che
hanno cercato di descrivere Soroca sono stati sfidati dallo sfarzo e dalla
ricchezza delle abitazioni, in netto contrasto con il resto della città, ma,
soprattutto, in controtendenza per molti versi rispetto agli stereotipi classici
nei confronti del mondo rom.
"Passando di notte la collina appare buia? Sì, molti vivono all'estero e
costruiscono la loro casa un po' alla volta, tantissime case sono ancora in
costruzione. Inoltre non pochi vivono in roulotte accanto alle case sontuose che
tengono per status sociale e per gli ospiti", chiosa Ion Duminica. Di certo, il
kitsch architettonico rende la collina unica e, a modo suo, affascinante.
Un partito etnico
In Moldavia le minoranze etniche ricevono sulla carta molte tutele, a partire
dalla stessa Costituzione. In più, negli ultimi anni, sono stati istituiti
alcuni strumenti specifici, quali l'Ufficio per le relazioni interetniche, la
Commissione parlamentare per le minoranze nazionali e i diritti umani e il
Centro di etnologia all'Accademia delle scienze della Moldavia, dove lavora Ion.
Il governo dal 2006 ha anche definito un piano d'azione pluriennale per la
tutela e promozione dei rom.
Nella vita di tutti i giorni la Moldavia non appare divisa da profonde fratture
etniche ma non è certo così dal punto di vista istituzionale. I rom in Moldavia
non sono mai entrati in Parlamento e, a parte l'esperienza di un sindaco rom,
non hanno mai partecipato attivamente alla vita politica. Dall'inizio degli anni
Novanta alcuni sono stati inclusi nelle liste elettorali, ma come gesto di
facciata e senza successo. Ha suscitato quindi interesse la nascita nel marzo
2010 del "Movimento Socio-Politico dei Rom nella Repubblica di Moldova" (Msrp),
di cui Ion Duminica è vicepresidente. Il partito voleva essere un modo per
favorire la partecipazione diretta dei rom alla vita politica del Paese. Il Msrp,
però, l'unico partito su base etnica della Moldavia, alle elezioni parlamentari
del 28 novembre 2010 ha riscontrato scarso successo ottenendo soltanto lo 0,14%
dei voti e il progetto sembra essersi sciolto come neve al sole.
Sono comunque molte le sfide del presente per i rom in Moldavia per arrivare ad
una reale integrazione e il rispetto dei diritti umani e civili. Il 20% circa
della popolazione rom, per esempio, è analfabeta e soltanto il 4% è laureata. Il
governo moldavo negli ultimi anni ha fatto molto, ma la strada è ancora lunga.
Di certo, un aspetto su cui consolarsi c'è: tanti Paesi dell'Unione europea
hanno legislazioni e strumenti che, per quanto riguarda i rom, sono molto più
arretrati e discriminatori.
Di Fabrizio (del 25/06/2011 @ 09:56:16, in Regole, visitato 1770 volte)
L'Espresso di Fabrizio Gatti
I moduli dati a vigili e agenti per indicare il gruppo etnico delle
persone identificate. Un censimento occulto. E vietato (20 giugno 2011)
Schedature dei cittadini in base al gruppo etnico. A Milano non se ne aveva
notizia dalla caduta del fascismo. Basta invece sfogliare alcune schede
personali, compilate dai vigili urbani durante l'era del sindaco Letizia
Moratti, per scoprire che la pratica è stata adottata per anni. E
probabilmente è ancora in corso. Il gruppo etnico di appartenenza è uno dei
campi da riempire nel modulo di identificazione. Per gli italiani, viene scritta
la formula generica: "Europeo mediterraneo". Soltanto per i rom, nomadi o
stanziali che siano, italiani o stranieri, viene precisata l'appartenenza. Sulle
schede appare appunto la scritta "rom". Fatta così è sicuramente una
discriminazione: i rom non sono cittadini europei? Ovviamente sì. Allora perché
rimarcare l'etnia di appartenenza soltanto per loro?
Ma c'è di più. Gli uffici della vigilanza urbana, ora promossa al rango di
polizia locale, avrebbero sbagliato numerose schede. I funzionari milanesi,
comprensibilmente confusi su geografia e antropologia, avrebbero schedato come
rom numerosi cittadini romeni che rom non sono. Il risultato è prima di tutto
statistico. Si tratta di solito delle schede sulle persone indagate o arrestate
con l'accusa di avere commesso reati. Così la minoranza rom si ritrova
ingiustamente accusata di crimini che non ha mai compiuto. Non solo a Milano, ma
a livello nazionale. Le schede vengono infatti consegnate al gabinetto di
Polizia scientifica della questura. E da lì, i dati sono inseriti nel casellario
centrale d'identità, potente archivio del dipartimento di Pubblica sicurezza del
ministero dell'Interno. Nessuno è in grado di calcolare quante siano le persone
coinvolte nell'errore.
La responsabilità della schedatura non è soltanto dei vigili urbani di Milano.
Le voci che appaiono sul modulo prestampato sarebbero state decise dal ministero
dell'Interno e sono identiche per tutte le questure d'Italia. Gli stessi moduli
vengono distribuiti anche ai comandi della polizia locale che hanno allestito un
laboratorio per il fotosegnalamento. E' l'operazione in cui alla persona da
arrestare o semplicemente da identificare viene scattata la fotografia di fronte
e di lato. E vengono prese le impronte digitali e i dati personali. La voce
"gruppo etnico" compare almeno dal 2008. "I moduli distribuiti alle questure e
alla polizia locale sono gli stessi", spiega un funzionario del ministero, "il
campo "gruppo etnico" è compreso tra le caratteristiche antropologiche. Ma la
sua compilazione non è obbligatoria, né consente la ricerca automatica nel
databe del casellario. Non posso cioè digitare al terminale un gruppo etnico e
avere l'elenco di tutti gli appartenenti. Gli uffici di fotosegnalamento della
polizia di Stato lasciano di solito il campo libero: il gruppo etnico viene
specificato soltanto se si è di fronte a una persona senza documenti, che non è
in grado di dare notizie sulla propria identità o nazionalità. Ma non sappiamo
quali disposizioni siano state date dai comandi di polizia locale".
Le polizie locali insomma decidono da sé. E' l'effetto della secessione della
sicurezza, tanto cara all'attuale ministro dell'Interno, Roberto Maroni, e alla
Lega Nord. Ecco alcuni casi, tra quelli scoperti da "l'Espresso". Vasile C., 25
anni, e Ioan N., 49, vengono arrestati per ricettazione. E registrati nel
casellario dalla polizia locale di Milano secondo i normali criteri: cognome,
nome, padre, madre, sesso, data di nascita, stato civile, luogo di nascita,
provincia, Stato di nascita, residenza, comune, provincia, cittadinanza,
professione, motivo del segnalamento, impronte digitali, impronte palmari e
fotografie del volto. Non basta questo alla precisione dell'identificazione? No,
i vigili compilano anche il campo "gruppo etnico": rom.
"L'Espresso" ha rintracciato gli agenti che hanno fatto le indagini, ma non il
fotosegnalamento: "Erano romeni, non rom", spiegano. Tre mesi dopo vengono
arrestati i presunti capi della banda, cinque italiani. Uno è nato a Como, due a
Gravedona e Valsolda in provincia di Como, due a Melito Porto Salvo, Reggio
Calabria. E quale può essere il gruppo etnico dei cinque? Lombardo insubrico per
i comaschi? Grecanico-ionico per gli altri due? I vigili scrivono semplicemente:
"Europeo mediterraneo", una classificazione generica che comprende milioni di
cittadini da Gibilterra a Istanbul.
Di Fabrizio (del 26/06/2011 @ 09:02:18, in media, visitato 1754 volte)
Da
Romanian_Roma
ROMA
Transition By George Lacatus
15/06/2011 - Bah Tv, un canale di nicchia per le minoranze rumene e Rom in
particolare, è stato lanciato l'8 aprile, Giornata Internazionale dei Rom. Come
nota a margine "Bah" significa fortuna in romanés. Inizialmente, la nuova
stazione televisiva trasmette online. Durante il giorno, Bah Tv trasmette musica
rom e la sera, talk show.
Il proprietario della televisione è Constantin Ninel Potirca (foto sopra),
capo di un gruppo di uomini d'affari rom, ed ex candidato alle presidenziali nel
2009. "Voglio dedicare questo successo a tutte le minoranze in Romania e
specialmente alla minoranza rom, la minoranza a cui sono orgoglioso di
appartenere. Attraverso la creazione di questa stazione, vogliamo mostrare al
mondo che possiamo ottenere qualcosa, che siamo degni di fiducia. Vogliamo
presentare la nostra storia ed il nostro impegno ai nostri rappresentanti
d'affari. Vogliamo esporre i nostri problemi per collaborare con gli altri e
trovare soluzioni più facilmente," ha detto. Aggiungendo che "Vogliamo che
ci conosciate in profondità, così che possiate apprezzare il nostro vero valore
e possiamo mostrare al mondo che noi, minoranze, siamo orgogliose di cosa siamo.
Ecco perché abbiamo scelto lo slogan -Assieme in Europa-, per mostrare che siamo
partner su base egualitaria, coinvolti nelle questioni UE e siamo sempre pronti
ad aiutare a trovare una soluzione."
La stazione trasmette in rumeno.
"Il target sarà generalista, composto soprattutto da minoranze. Il pubblico
includerà anche i Rumeni. Siamo interessati ai Rom, dal punto di vista
dell'etnia. I programmi saranno in rumeno, ma se troveremo materiale in altre
lingue, trasmetteremo anche quello", ha detto Horia Enasel, direttore dei
programmi di Bah TV.
Il proprietario della stazione TV ha detto che l'investimento iniziale è
stato di 100.000 euro e che nel prossimo periodo investirà ancora 500.000 euro.
La struttura e la provenienza dei programmi sarà: programmi autoprodotti
92,5%, produttori di audiovisivi 7,5%. Secondo i tipi di spettacolo, la stazione
trasmetterà programmi informativi 47%, programmi educativi, culturali, religiosi
8,5%, programmi di intrattenimento e altri programmi 37% (12% pubblicità e
televendite).
Al mattino verranno trasmesse notizie, musica folk e pop di interesse per le
minoranze rumene. La notte e nei fine settimane, la programmazione consisterà in
documentari scientifici e culturali. Pilastro della stazione sarà il talk show "Confluent",
trasmesso in diretta alla fine della giornata. Altri programmi condotti sul
canale sono "E loro sono nostri", "Ti ascoltiamo", "Arpeggi" ecc.
Bah TV si può vedere su www.bahtv.ro
COMUNICATO STAMPA
IL NUOVO ASSESSORE ALLA SICUREZZA COME PRIMO ATTO DEL SUO MANDATO - SGOMBERA,
SGOMBERA, SGOMBERA, SGOMBERA, SGOMBERA, SGOMBERA - UN APPELLO DELLA FEDERAZIONE
ROM&SINTI INSIEME E DELLA CONSULTA ROM AL SINDACO DI MILANO
La Federazione Rom&Sinti e la Consulta Rom di Milano denunciano che il nuovo
assessore alla sicurezza del Comune di Milano, Marco Granelli, come primo atto
del suo mandato ha proceduto a far eseguire lo sgombero di 6 insediamenti
abusivi di rom rumeni e sinti italiani. 174 persone, la metà minori, costrette a
spostarsi da un punto all’altro della città in un assurdo e crudele carosello,
una pratica che si pensava conclusa con l’uscita di scena di De Corato che aveva
fatto dei suoi 540 sgomberi un trofeo personale. Una pratica che non aveva
sortito allora e non sortisce ora nessun risultato se non costi sociali
altissimi e un grande dispendio di denaro pubblico, utile soltanto a fomentare
discriminazione e persecuzione.
Ci preoccupa che il nuovo assessore sappia fare solo quello che ha fatto il suo
predecessore, sbandierando il “fermo rispetto delle regole” e dimenticando,
nonostante la sua esperienza di volontario Caritas, non solo il principio di
solidarietà ma le infinite raccomandazione delle autorità internazionali a
tutela della minoranza rom e sinta, tra le quali, a proposito di regole, il
divieto di eseguire sgomberi senza alternative sociali, in primo luogo senza
tutela dei minori.
Ci sorprende la scelta del nuovo assessore che non si rende conto che sul tema
dei rom l’unica vera emergenza è la condizione di fragilità di queste piccole
comunità (sono circa 800 i rom irregolari nel territorio del Comune secondo il
censimento del prefetto) che nella città occupata nei piani alti dalle drine
calabresi e dalla corruzione amministrativa occupano spazi abbandonati,
discariche, sottoponti per cercare una via d’uscita dalla loro miseria.
Ci domandiamo se questa è la politica della nuova giunta che è stata eletta
anche grazie al voto dei rom italiani e rumeni che con la loro partecipazione
hanno espresso la speranza che cessasse il clima di pregiudizio, di
discriminazione e di caccia al rom per scopi elettorali.
Per tutto questo la Federazione Rom&Sinti insieme e la Consulta Rom di Milano
rivolgono al nuovo sindaco di Milano, Giuliano Pisapia, un appello pressante
· perché il problema delle comunità rom e sinte presenti sul territorio milanese
venga affrontato nel rispetto dei diritti umani e del principio di uguaglianza
che riguarda ciascun cittadino;
· perché si sospenda la politica degli sgomberi senza senso che tanti danni
hanno provocato a comunità già fragili e inutili costi alla collettività;
· perché si avvii da subito un confronto con le comunità rom e sinte per
elaborare un progetto che ridiscuta il piano Maroni e l’utilizzo dei relativi
fondi, in modo da stabilire un clima di convivenza serena nella città delle
mille comunità e delle mille risorse culturali e umane delle quali la comunità
rom e sinta è parte integrante.
Federazione Rom e Sinti Insieme C.F. 97510400589
Segreteria: Via don Enrico Tazzoli, 14, 46100 Mantova
telefono 0376 360643, fax 0376 318839 e-mail:
romsinti.insieme@libero.it
web:
http://comitatoromsinti.blogspot.com
Di Fabrizio (del 27/06/2011 @ 09:27:17, in Italia, visitato 1850 volte)
from testardo on
Vimeo.
Documentario sulle condizioni dei Rom, Sinti e Caminanti a Torino.
A documentary about Rom's, Sinti's and Caminanti's life conditions in Turin (Piedmont,
Italy)
autori: Sara Marconi e Francesco Mele
camera: Federico Tonozzi
montaggio:Roberto Carini
musica: Luca Morino aka morinomigrante
fotografie: Augusto Montaruli
voci: Lorenzo Fontana e Manuela Grippi
traduzione: Oana Patraucean
Di Fabrizio (del 28/06/2011 @ 09:41:48, in blog, visitato 2075 volte)
Da
FULOG
L'Autorità per le garanzie nelle comunicazioni procede spedita verso il 6
luglio, data probabile di approvazione del regolamento su internet e diritto
d'autore.
Il 6 luglio si colloca a ridosso dell'anniversario dell'indipendenza americana (
il 4 luglio) ma segnerà per il web italiano una data da ricordare per ben altri
motivi rispetto a quelli "nobili" dei legislatori statunitensi.
Nel frattempo, guardate bene quello che è successo in questi giorni ( e quello
che accadrà).
Caso numero 1.
Sono un'associazione di consumatori con un canale Youtube frequentato da
migliaia di Consumatori.
Qualcuno chiama l'emittente televisiva Mediaset e le dice che ho messo sul mio
canale due frammenti di video protetti da diritto d'autore.
Mediaset si attiva e segnala a Youtube la violazione del diritto d'autore
(domani all'AGCOM).
Dove sono i Server di Youtube?
In Irlanda.
Ahia non si può fare la rimozione selettiva dei files perché i siti non sono in
Italia.
Cosa si fa allora?
Si cancella l'intero canale su Yotube.
Fantadiritto?
No, è quello che è successo due mesi fa all'Unione Nazionale Consumatori, la più
antica Associazione di tutela dei Consumatori, che si è vista dall'oggi al
domani cancellare il canale sul quale erano presenti qualche spezzone di
trasmissione di programmi Mediaset.
I video in questione denunciavano alle Iene e a striscia la notizia alcune
truffe ai danni dei consumatori che sono poi stato oggetto di indagine della
Magistratura..
Peraltro all'interno del canale c'erano anche video autoprodotti con campagne
informative a favore di categorie disagiate.
Tutto sparito.
Puf!
Sulla base della segnalazione di violazione del diritto d'autore.
Ora, dal 6 luglio ad organizzare la "sparizione" sarà l'AGCOM con tutti i suoi (
potenti…) mezzi.
Caso numero 2
Guardate un po' qui cosa è successo:
"Vado in vacanza torno e metto un video su youtube con i filmini della scorsa
estate per farli vedere agli amici… Un bel videomontaggio… macchiato dall'unica
pecca di avere, in sottofondo e coperto dalle voci dei protagonisti, la hit di
Shakira e di qualche altro artista… pochi secondi per ogni brano, giusto il
primo loop del ritornello (tanto per ricordare i tormentoni estivi)…
Improvvisamente me li trovo CANCELLATI…!!
Youtube mi notifica questa mattina con una mail:
"Il tuo video Aprile Maggio 2010 potrebbe contenere materiale di proprietà
o concesso in licenza da WMG.
Non è richiesta alcuna azione da parte tua; se ti interessa sapere come ciò
influirà sul tuo video, visita la sezione "Corrispondenze ID video" del tuo
account per ulteriori informazioni."
Poi di fatto il video non era stato cancellato, ma avevano tolto l'audio…
Sembrava un muto di Charlie Chaplin
Ripenso ai vecchi 8mm, i SUPEROTTO di mio padre, quando faceva i montaggi con le
pellicole e ci metteva in sottofondo INTERE canzoni dei Platters. Cosa sarebbero
quelle scene di quando avevo 3 anni senza "Only You" o "Smoke gets in your eyes"…
LA NOSTRA STESSA STORIA è composta dalla musica… Un po' come togliere le canzoni
di battaglia agli eserciti o la canzone di amore alla scena di un bacio…"
http://avvangelogreco.blogspot.com/2010/12/youtube-ci-vuol-togliere-la-nostra.html
Anche questo già succede e succederà sempre di più a partire dal 6 luglio.
Caso numero 3
Il mio sito o il mio blog sono situati su server esteri.
"Posso stare tranquillo, io rispetto la legge sono un cittadino modello di cosa
debbo preoccuparmi?".
E invece no.
PUF!
Il mio sito sparisce senza che io ne sappia nulla perché magari sono in vacanza
oltre i cinque giorni.
E non ho ricevuto nulla, oppure perché per qualche motivo non mi è arrivata
alcuna comunicazione.
Chiamo disperato il provider che non mi sa dare alcuna spiegazione.
Ma come può essere stato possibile?
Anche questo è successo nelle scorse settimane.
Per un errore dell'Amministrazione Americana ottanquattromila siti che non
svolgevano alcuna attività illecita, siti di ricette di cucina, associazioni
bocciofile, imprese e blog privati, organi di informazione on line sono
scomparsi dall'oggi al domani, scambiati per siti pedopornografici e
semplicemente cancellati senza preavviso.
Quando è stato scoperto l'errore migliaia di siti non sono più tornati on line,
persi nell'inferno delle cancellazioni tecnologiche "mirate" e tutto ciò grazie
ad una delle procedure tecniche che l'AGCOM italiana intende introdurre, ovvero
l'inibizione dei DNS per i siti esteri, che impedirà a milioni di cittadini
italiani di vedere tali siti, senza la consapevolezza del perché questo stia
accadendo.
Semplicemente chi doveva presiedere a questa cancellazione ha sbagliato i DNS e
PUF!
Sono scomparsi ottanquattromila siti e blog di informazione, marchiati
dell'infamia della pedopornografia.
E ad agire lì è stato il Dipartimento della sicurezza interna statunitense,
pensate quando a fare questa cosa sarà l'italica ed organizzata AGCOM!.
Chi risarcirà i blogger, i siti di informazione, le piattaforme di UGC che
scompaiono in caso di errori?
A chi verranno addebitati gli errori dei titolari dei diritti che segnalano una
violazione che non c'è, visto che non esiste alcuna sanzione per chi fa una
notifica non basata sul diritto?
L'AGCOM non ha pensato di rispondere a nessuna di queste semplici domande.
Nel corso dei prossimi giorni indicherò tutti gli altri casi simili che vi
invito a segnalarmi anche attraverso questo blog.
Buon 6 luglio!
Fulvio Sarzana di S. Ippolito
Studio Legale Roma Sarzana &
Associati
ed ancora:
DELIBERA N. 668/10/CONS CHE METTE A RISCHIO LA LIBERTA' DI ESPRESSIONE VIA
WEB (per info continua a leggere)
ESEMPIO DI TESTO DA INVIARE AI CONSIGLIERI AGCOM: è possibile spedire
questo appello ai Consiglieri AGCOM ai seguenti indirizzi:
c.calabro@agcom.it -
a.martuscello@agcom.it -
s.mannoni@agcom.it -
e.savarese@agcom.it -
r.napoli@agcom.it -
n.dangelo@agcom.it -
m.lauria@agcom.it -
s.sortino@agcom.it -
g.magri@agcom.it
"Vi chiediamo di astenervi dall'adottare la nuova regolamentazione numero 668
2010 che vi darebbe il potere di rimuovere contenuti da siti internet italiani e
di chiudere i siti stranieri, se sospettati di violare il copyright. Nessuna
decisione che sopprime la libertà della rete e i nostri diritti fondamentali di
accedere alle informazioni può essere presa senza la decisione di un giudice. Vi
chiediamo di rimettere la questione al Parlamento, come prevede la nostra
Costituzione."
Cosa prevede la delibera [Tratto dalla sintesi di
www.valigiablu.it]
Secondo la delibera AGCOM, se il titolare dei diritti di un contenuto
audiovisivo dovesse riscontrare una violazione di copyright su un qualunque sito
(senza distinzione tra portali, banche dati, siti privati, blog, a scopo di
lucro o meno) può chiederne la rimozione al gestore. Che, «se la richiesta
apparisse fondata», avrebbe 48 ore di tempo dalla ricezione per adempiere.
CINQUE GIORNI PER IL CONTRADDITTORIO. Se ciò non dovesse avvenire, il
richiedente potrebbe, secondo la delibera ancora in bozza, rivolgersi
all'Authority che «effettuerebbe una breve verifica in contraddittorio con le
parti da concludere entro cinque giorni», comunicandone l'avvio al gestore del
sito o del servizio di hosting. E in caso di esito negativo, l'Agcom potrebbe
disporre la rimozione dei contenuti. Per i siti esteri, «in casi estremi e
previo contraddittorio», è prevista «l’inibizione del nome del sito web»,
prosegue l'allegato B della delibera, «ovvero dell’indirizzo Ip, analogamente a
quanto già avviene per i casi di offerta, attraverso la rete telematica, di
giochi, lotterie, scommesse o concorsi in assenza di autorizzazione, o ancora
per i casi di pedopornografia».
TESTO DELLA DELIBERA:
http://danielelepido.blog.ilsole24ore.com/files/delibera_668-10-cons.pdf
COSA POSSIAMO FARE
http://www.agoradigitale.org/nocensura
ULTERIORI INFORMAZIONI
http://sitononraggiungibile.e-policy.it/it/faq/
Articolo precedente
QUI. L'autrice del post che segue mi ha chiesto di provare a mobilitare la
stampa sul caso che presenta. La vedo dura: certi giornalisti non alzano il culo
dalla sedia neanche quando gli sgomberi avvengono a due passi dalla loro sede,
figuriamoci se hanno voglia di muoversi per un paesino perso nella campagna del
nord-est milanese, quando anche nella zona gli appelli vanno a vuoto. RINGRAZIO
QUINDI CHI MI AIUTERA' A FAR CIRCOLARE LA NOTIZIA.
Con la presente vi racconto del mio contatto con la famiglia Halilovic e dei
loro rapporti col comune di Pessano con Bornago.
Alcuni anni fa ho conosciuto la signora Maria, fuori dal supermercato
locale dove si siede a mendicare, e col tempo mi sono molto affezionata a
lei. E' una donna straordinaria, una Romnì bosniaca che è sopravvissuta a
persecuzioni e sgomberi per tutta la vita, e mi ha detto che lei e la sua
famiglia sono nuovamente minacciati di sgombero, nel campo che in gran parte era
già stato sgomberato a novembre 2010.. Mi ha detto che è solo una questione di
tempo prima che completino il lavoro, e che la sua famiglia comprende un figlio
cieco, Spaho, che sarebbe buttato anche lui per strada. Mi ha detto di soffrire
di cuore, di avere un triplo by-pass e che non pensa di poter sopravvivere ad un
ennesimo sgombero.
A quel punto ho capito che non potevo rimanere a guardare senza fare nulla,
così ho deciso di battermi e fare tutto quanto in mio potere per aiutarla. Sono
andata al campo per parlare con la famiglia, la prima di tante visite. Suo
figlio Edin mi ha fatto una breve storia dal loro punto di vista sugli ultimi
otto anni, da quando avevano comprato un piccolo appezzamento di terreno,
sperando di potersi stabilire in modo permanente e di integrarsi, mandando anche
i loro figli alle scuole locali. Ha insistito sul fatto che i loro caravan non
erano fissati al suolo, pensando allora che questo avrebbe potuto essere il
problema legale, che il comune usava come leva per liberarsi di loro. Come si è
scoperto in seguito, la nuova legge proibisce anche lo stazionamento di roulotte
su di un "terreno agricolo". Ovviamente volevano renderlo abitabile con
elettricità, acqua e servizi igienici, ma le loro richieste sono state rifiutate
e le strutture da loro installate sono state abbattute. In otto anni hanno avuto
otto ordini di sfratto e speso ingenti somme di denaro per l'avvocato e gli
appelli.
Di seguito sono andata a parlare col loro avvocato a Milano, che mi ha detto
di aver provato di tutto ma che questa volta non c'era più niente da fare e che
non poteva più aiutarli (questo si vede chiaramente nel
film/documentario di Laura Halilovic, quando l'avvocato arriva carico di
cartelle al campo, incapace di dar loro altri consigli). La data prevista per lo
sgombero era il 16 maggio di quest'anno.
Poi ho avvicinato i servizi sociali ed il sindaco del comune (guidato da 20
anni dal centro sinistra!). Sono stata accolta con generale indifferenza ed in
alcuni casi palese ostilità. Mi è stato detto che il comune aveva fatto molte
cose per favorire ed aiutare i Rom ad integrarsi (con l'Opera Nomadi), ma che
loro avevano abusato della loro buona volontà, e che da 3 famiglie erano
diventate 33. Che il campo era diventato un centro di criminalità di ogni sorta
e che era stato un giudice a predisporre l'ordine di confisca del terreno a cui
sarebbe seguito lo sgombero. Che il campo era a rischio per la salute e pure un
"abuso edilizio". Quando ho chiesto cosa intendevano fare per donne, disabili e
bambini, la risposta è che erano "abusivi" e che erano non-residenti, quindi,
niente da fare. (In nessun modo è stata mai offerta loro la possibilità di
diventare residenti, perché secondo il comune non avevano un indirizzo -
d'altra parte hanno ottenuto l'indirizzo quando è arrivato l'ordine di
sgombero!). Ha aggiunto che la gente di Pessano c/B aveva espresso numerose
lamentele sul loro conto, e che le persone che avevano orti nei pressi del campo
erano state derubate e minacciate.
A questo punto ho iniziato a scrivere lettere, devono essere state centinaia
a tutte le associazioni dei diritti umani che ho potuto trovare (di cui posso
fornire esempio) e dopo alcuni mesi ho trovato a Milano un avvocato
straordinario che fa parte di un gruppo chiamato "Avvocati per Niente", che ha
acconsentito ad aiutarci per proteggere minori, donne e disabili. Ha scritto una
lettera al comune, indicando i loro obblighi giuridici nei confronti di donne e
bambini e chiarendo che se da parte del comune ce ne fosse stata la volontà, era
disposto a discutere la questione in qualsiasi momento. Il comune non ha mai
risposto a quella lettera. Aveva anche suggerito di cercare di ottenere per la
famiglia di Maria un "permesso di soggiorno" per ragioni umanitarie. Nel timore
di uno sgombero brutale molte famiglie, inclusa quella di Edin, hanno lasciato
il terreno per andare in posti alternativi, ma quelli che non avevano
alternative, i più fragili e vulnerabili del gruppo, hanno spostato le roulotte
dal terreno in questione e si sono accampati sulla strada al margine. Arrivato
il 16 maggio non è avvenuto nessuno sgombero, quasi sicuramente per la
concomitanza con le elezioni locali, ma nell'ultimo fine settimana i vigili
urbani hanno visitato il campo tre volte, dicendo loro senza mezzi termini che a
breve ci sarà un altro ordine di sgombero e devono prepararsi ad andare in tempi
brevi.
Ho parlato col nuovo sindaco (Giordano Mazzurana - ex DC), che mi ha detto
che questo sgombero è inevitabile, perché i Rom sono accampati per strada e
questo è illegale. Sono andata a parlare col parroco che conosce bene Giordano e
che è disposto ad incontrarsi con l'avv. Guariso e Giordano per vedere se
possono sedersi attorno ad un tavolo per trovare una soluzione civile al
problema. Questo si sta dimostrando difficile in quanto sono tutti molto
impegnati in questo periodo (e vi è una certa mancanza di volontà a trovare il
tempo!).
Non ho ancora perso la speranza. Rifiuto di credere che casi portati alla
Corte dei Diritti Umani per antidiscriminazione hanno vinto, e non possiamo in
qualche modo fermare questa folle crudeltà. Ascoltando le chiacchiere della
gente, comprendo che i Rom sono l'ultimo bastione di razzismo, intolleranza e
xenofobia. Ho sentito dire di loro che sono pieni di odio violento e di
ignoranza abissale, che mi rendo conto che si devono fare leggi, rendere
cosciente la stampa, svegliare l'opinione pubblica, sul fatto che queste
persone, i loro bambini e nipoti che sono nati in Italia sono ancora senza
documenti, e vivono in una sorta di purgatorio legale, senza alcuna apparente
possibilità di diventare italiani, spostati da un posto all'altro senza alcun
pensiero reale per un'alternativa durevole.
Lettera in originale inviata anche alla stampa.
Un caro saluto con i migliori auguri,
Frances Oliver Catania
sabato 2 luglio dalle 19.30 alle 23.30
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