Rom e Sinti da tutto il mondo

Ma che ci fa quell'orologio?
L'ora si puo' vedere dovunque, persino sul desktop.
Semplice: non lo faccio per essere alla moda!

L'OROLOGERIA DI MILANO srl viale Monza 6 MILANO

siamo amici da quasi 50 anni, una vita! Per gli amici, questo e altro! Se passate di li', fategli un saluto da parte mia...

ASSETTO VARIABILE

E' sospeso sino a data da destinarsi.

Le puntate precedenti sono disponibili QUI


Volete collaborare ad ASSETTO VARIABILE?
Inviate una
mail
Sostieni il progetto MAHALLA
 
  
L'associazione
Home WikiMAHALLA Gli autori Il network Gli inizi Pirori La newsletter Calendario
La Tienda Il gruppo di discussione Rassegna internazionale La libreria Mediateca Documenti Mahalla EU Assetto Variabile
Inoltre: Scuola Fumetti Racconti Ristorante Ricette   Cont@tti
Siamo su:  
Gli Zingari fanno ancora paura?

La redazione
-

Di seguito tutti gli interventi pubblicati sul sito, in ordine cronologico.
 
 
Di Fabrizio (del 14/02/2011 @ 09:16:27, in Europa, visitato 1606 volte)

Virgilio notizie

Anche presidente Basescu ha detto che non la firmerà mai

Roma, 9 feb. (TMNews) - Rom somiglia troppo a romeno. E così a Bucarest qualcuno aveva pensato di cambiare la denominazione ufficiale della minoranza, adottando il termine "zingaro". Tuttavia, il Senato oggi, secondo quanto riferisce l'agenzia di stampa Mediafax, la proposta di legge è stata bocciata.

Sono 51 i senatori che hanno votato contro la proposta. Ventisette si sono espressi a favore, cinque si sono astenuti. E' stato così ignorato il parere delle commissioni per i diritti umani e le pari opportunità che avevano approvato la proposta avanzata dal parlamentare liberaldemocratico Silviu Prigoana.

L'Accademia di Romania e parte del governo avevano dato il loro sostegno alla legge, affermando che il termine "zingari" è utilizzato nella gran parte dei paesi europei. Si erano invece detti contrari il ministero della Cultura, il ministero degli Esteri, il Dipartimento per le relazioni interetniche e il Consiglio nazionale contro la discriminazione.

Il presidente romeno Traian Basescu, in un'intervista al Financial Times a metà dicembre, aveva detto che non avrebbe mai promulgato la legge, perché sarebbe stato un gesto di discriminazione nei confronti della comunità rom.

La legge deve ancora essere discussa alla Camera dei deputati.

Articolo Permalink Commenti Oppure (0)  Storico >>  Stampa Stampa
 
Di Fabrizio (del 14/02/2011 @ 09:22:09, in Italia, visitato 1687 volte)

Stavolta si è trattato solo di uno sputo.

Poteva finire molto, ma molto peggio.

Perché lo scrivo? Perché solo qualche settimana fa abbiamo fatto indigestione della parola MEMORIA, ma la memoria è vigliacca: si desta quando meno te l'aspetti. Anche se il giorno di san Valentino meriterebbe un post diverso

Articolo Permalink Commenti Oppure (0)  Storico >>  Stampa Stampa
 
Di Fabrizio (del 14/02/2011 @ 09:33:40, in Italia, visitato 1698 volte)

12 feb 2011

Quattro bambini arsi vivi nel sonno, nella baracca di un microcampo abusivo nelle campagne della via Appia Nuova a Roma. Lo scorso 6 febbraio, il destino non poteva scegliere modo più doloroso per riproporre sull’agenda pubblica la "questione rom", la difficile integrazione di una comunità guardata con diffidenza e fastidio (come testimoniano alcuni inquietanti commenti apparsi sui social network) anche quando a parlare dovrebbero essere solo le lacrime.

Dijana Pavlovic, attrice serba ma milanese d’adozione, vice-presidente della Federazione Rom e Sinti Insieme, in questi anni ha assunto il ruolo di "voce" di un popolo (150mila in Italia) nascosto, non riconosciuto se non come spauracchio da agitare per raccogliere facile consenso elettorale. Con lei abbiamo affrontato le ragioni di questa difficoltà.

Dijana, qual è l’origine dei pregiudizi verso i rom?
"Non sono una psicologa ma avverto il peso del cliché, anche romantico, che pesa sulla figura dello zingaro. Evoca libertà ma anche mistero, oscurità, furto. E’ vero: il popolo tzigano è distante dal rigido inscatolamento tipico dell’occidente. I rom hanno sempre vissuto segregati eppure per noi la libertà è un atteggiamento mentale, la straordinaria capacità di vivere la vita alla giornata. Prendere la fisarmonica e cantare nei momenti più difficili. Non è una visione pittoresca ma la realtà profonda. Un’immagine che porto con me degli sgomberi a Milano è una fila di persone, amici, tutti con la valigia in mano, scortati dalla polizia per abbandonare la loro casa. Tra loro un signore anziano, con i baffi, che in preda alla rabbia, alla disperazione, ha preso una fisarmonica ed ha iniziato a suonare. Toglieva il respiro. La società è troppo legata all’idea del possesso, vali in base a quello che hai nel portafogli. Gli zingari, invece, si giudicano tra loro in base a quello che sei. E questo in occidente fa molta paura".

A che punto è la battaglia sulla richiesta dello status di minoranza linguistica?
"Al punto zero. Nel 1999 i rom non sono stati inclusi nella legge che regola la materia, eppure la comunità italiana è presente sul territorio dal 1400. E’ un problema tecnico: in Italia lo status si riconosce solo ad una comunità legata ad un territorio. I rom non lo sono, per la specificità della loro cultura. E’ solo una scusa che nasconde una precisa volontà politica: non riconoscere i rom, non stabilire un rapporto e quindi non rispettarli".

Qual è il ruolo della scuola?
"In Italia siamo indietro, a scuola i bambini rom sono dati per spacciati. In altri paesi ci sono rom laureati, qui manca completamente una classe dirigente. Nessuno si preoccupa della conservazione della lingua romanes, il vero "luogo" della cultura rom. E’ difficile quando vivi nei ghetti, provare ad uscirne. Ti racconto un episodio che ho vissuto quando facevo la mediatrice culturale nelle scuole: seguivo un ragazzino rom di 11 anni, molto sensibile. Ogni mattina era prelevato da uno scuolabus con la scritta "pulmino rom". A scuola era scaricato in una classe con la scritta "aula rom". Lui capiva perfettamente di essere trattato diversamente. Un giorno la preside, gli dice "resisti, che tra un anno per te la scuola è finita". Lui mi guarda e chiede: "Perché io non vado alle medie?". Per la preside era scontato che abbandonasse gli studi, nonostante fosse capace di continuarli".

Qual è l’episodio di discriminazione più detestabile che ricordi?
"I disegni degli scolari napoletani a Ponticelli con le scritte ‘bruciamoli tutti’. E l’infamante stereotipo degli zingari rapitori di bambini. E’ l’accusa che fa più male, davvero ingiusta. A quella di "ladri" siamo abituati ma basterebbe conoscerci solo un po’ per capire che i bambini sono amati e rispettati, sono il centro della nostra cultura. Immagina il dolore per quanto accaduto a Roma domenica scorsa".

Sabino Di Chio

Articolo Permalink Commenti Oppure (0)  Storico >>  Stampa Stampa
 
Di Fabrizio (del 14/02/2011 @ 14:26:13, in Italia, visitato 1819 volte)

Segnalazione di Stefano Nutini

venerdì 18 febbraio, ore 17.30 in Via Pietro Calvi, 29 - 20129 Milano

Il comune di Milano butta i soldi nei continui e ripetuti sgomberi dei campi Rom. Non risolve niente, anzi peggiora le condizioni di esistenza nella nostra città.

Le maestre e le mamme della scuola di via Rubattino, invece, con il loro agire hanno trovato risposte di vita quotidiana a problemi di convivenza anche molto gravi e ci mostrano una strada per uscire  dall’impotenza. Le invitiamo per approfondire la loro esperienza e discutere con loro del significato politico di ciò che fanno. Conducono Maria Cristina Mecenero e Alessio Miceli.
Ad apertura dell’incontro verrà proiettato il video Seminateci Bene.

Attenzione si inizia alle 17.30

Circolo della rosa
Circolo cooperativo Sibilla Aleramo - Libreria delle donne

Via Pietro Calvi, 29 - 20129 Milano
Tel.0270006265
info@libreriadelledonne.it - www.libreriadelledonne.it

Articolo Permalink Commenti Oppure (0)  Storico >>  Stampa Stampa
 
Di Sucar Drom (del 15/02/2011 @ 09:23:26, in blog, visitato 1497 volte)

Milano, il Tribunale conferma: il Sindaco Moratti e il Ministro Maroni hanno discriminato i rom
Con ordinanza del 24 gennaio 2010, il collegio giudicante del Tribunale di Milano ha respinto il reclamo opposto dal Comune di Milano avverso l'ordinanza del giudice civile di Milano dd. 20 dicembre 2010, con la quale era stata dichiarata la natura discriminatoria del comportamento a...

Berlino, il 27 gennaio 2011 al Bundestag la commemorazione del Porrajmos

Mantova, Articolo 3 ha presentato il Rapporto 2010
Articolo 3, con il suo Osservatorio compie tre anni, e guadagna un importante riconoscimento: entra nella rete dell'Unar, l'Ufficio nazionale antidiscriminazioni razziali, che fa capo alla presidenza del consiglio-ministero per le Pari opportunità. In q...

Firenze, al via le demolizioni nei "campi nomadi" del Poderaccio e dell’Olmatello
Sono iniziate questa mattina le operazioni di demolizione di alcune strutture dismesse nei "campi nomadi" del Poderaccio e dell’Olmatello. Agli interventi, predisposti dalla direzione servizi tecnici, hanno assist...

Porrajmos, Ue: i Sinti e i Rom sono stati vittime di una persecuzione su base etnica
Il 15 dicembre scorso alcuni parlamentari europei hanno presentato un’interrogazione per chiedere il riconoscimento da parte dell'UE del genocidio dei rom e dei sinti durante la II Guerra mondiale...

Roma, ennesima tragedia scuote la Capitale
Mercoledì lutto cittadino nella Capitale per i quattro fratellini morti nell'incendio domenica sera. La procura di Roma ha aperto un fascicolo contro ignoti. Alemanno: tendepoli per smantellare le 'baracche della morte...

Dedicaraia ia ghili u star tine ciave Raul, Fernando, Sebastian e Patrizia
U merape ilo dinglan mur vudar, La morte è davanti alla mia porta, tel u cibe, striscio sotto il letto, Deval na cher tamarà, Dio non farmi morire...

Mantova, Korkoro (liberté - freedom) l'ultimo film di Tony Gatlif in prima visione
L'Istituto di Cultura Sinta è lieta di invitare alla proiezione del poetico e pluripremiato ultimo film del regista Tony Gatlif: Korkoro (liberté - freedom) venerdì 11 febbraio 2011 a Mantova, ore 21.00, Cinema del Carbone in piazza don Leoni (di fronte alla Stazione ferroviaria). INGRESSO GRATUI...

Roma, manifesta il fronte "no piano nomadi"
Ieri sera diverse organizzazioni e comitati di Roma hanno organizzato una manifestazione dal titolo "contro il piano nomadi per il diritto alla casa". La manifestazione si è tenuta in Piazza del Campidoglio e ha visto la partecipazione di circa...

Senatore Pietro Mercenaro: interrompere la spirale di ignoranza e pregiudizio
Il rogo che domenica notte ha ucciso quattro bambini Rom in un campo alla periferia di Roma è una tragedia che obbliga ciascuno di noi ad un’assunzione di responsabilità...

Roma, Sucar Drom: sosteniamo Najo Adzovic e il Sindaco Alemanno
"E' stata una tragedia che pesa dolorosamente su ciascuno di noi e che ci rende ancor più convinti della necessità di non lasciare esposte a ogni rischio comunità che da accamp...

Articolo Permalink Commenti Oppure (0)  Storico >>  Stampa Stampa
 
Di Fabrizio (del 15/02/2011 @ 09:40:58, in musica e parole, visitato 2062 volte)

Blog di Casa della Poesia

A proposito della "questione rom", oggi tragicamente agli onori della cronaca, per conoscere e capire, una delle poesie più famose del grande Paul Polansky: The well, in italiano Il pozzo.
Leggi e ascolta anche la versione originale!

Il pozzo

Mi presero al mercato
dove la mia gente una volta vendeva vestiti,
e dove ora gli albanesi praticano il contrabbando.
Quattro uomini mi gettarono sul sedile posteriore
di una Lada blu, urlando "Lo abbiamo detto,
niente zingari a Pristina."

Mentre mi spingevano giù sul fondo,
sentivo la canna della pistola sull’orecchio sinistro. Era così fredda
che sussultai proprio mentre qualcuno premette il grilletto.
Il sangue mi schizzò su un lato della faccia
dalla ferita sulla spalla.
Caddi, fingendomi morto.

Pregai la mia amata madre morta, tutti i
mulos*, affinché questi uomini non si accorgessero da dove
fuoriusciva il sangue. Quando arrivammo,
mi tirarono fuori per i piedi. La testa si schiantò
sul terreno, rimbalzando sulle pietre.

Mi gettarono a testa in giù in un pozzo.
Non raggiunsi mai l’acqua.
C’erano troppi corpi.
Giacevo rannicchiato, quasi incosciente
finché la puzza e il bruciore della calce viva
non mi fecero rinvenire.

Trattenni il fiato finché non sentii
ripartire la macchina, ma poi soffocai
per il fetore che mi circondava.
Con una sola mano, mi trascinai
aggrappandomi a gambe rigide
che mi fecero da scala per arrampicarmi.

La faccia, le mani, tutto il mio corpo
bruciava per la calce. Usai dell’erba
per pulire quello che potevo,
poi barcollai giù per una strada sporca
verso una lunga fila
di luci che si muovevano lentamente.

Venti minuti più tardi ero sull’autostrada
guardando i camion e le jeep verde oliva,
che mi passavano accanto come se fossi un palo del telefono.
Alla fine crollai davanti a due fari.
Non so dire se l’ultimo rumore che sentii
fu uno stridio o un grido.

Il giorno dopo in un ospedale militare
qualcuno della Nato mi interrogò per alcuni minuti.
L’interprete albanese fece sorridere i soldati.
A mezzogiorno stavo camminando
attraverso un bosco seguendo un sentiero per carri
che nessuno usa più,

tranne gli zingari
che fuggono da un paese
in cui hanno vissuto
per quasi
settecento anni.

* Mulos: spiriti di zingari defunti a cui non è stato ancora concesso di entrare nel regno dei morti.

Articolo Permalink Commenti Oppure (0)  Storico >>  Stampa Stampa
 
Di Fabrizio (del 15/02/2011 @ 09:48:54, in Italia, visitato 2388 volte)

Segnalazione da Evangelici.net

Repubblica.it

Nei cinque campi di Bologna ci sono 300 sinti, 250 i rom invisibili. Viaggio negli accampamenti di Bologna dove la vita, nonostante le difficoltà può anche sorridere. Come? Chiedetelo a Mary che si è trasferita per amore di LUIGI SPEZIA

Sinti, non rom, ma la paura non fa differenze, non guarda in faccia nessuno. Nei campi nomadi - via Peglion, via Erbosa, via Dozza alle Due Madonne, via Persicetana - vivono i sinti italiani non i rom romeni o bosniaci, che dopo i grandi sgomberi degli anni scorsi sono ancora oltre 200, ma sono sparpagliati e invisibili, in fuga dai vigili e senza cittadinanza. La morte dei quattro bambini rom, soffocati tra le fiamme a Roma, ha trasmesso i brividi anche ai 250-300 abitanti sinti che vivono ai margini della città, tra scarso lavoro, diffidenze, guai e legittime richieste di essere trattati da cittadini di serie A. "Ma qui basta una scintilla e prende fuoco tutto" .

"Viviamo in questo campo che doveva rimanere provvisorio per sei mesi e invece è provvisorio da vent'anni - tuona Matteo Bellinati, uno dei leader di via Erbosa -. Ci avevano promesso di trasformare questa ammucchiata di roulotte in una micro-area, ma i soldi ogni anno il Comune li investe altrove. Se qui in piena notte prende fuoco una di queste roulotte, va a fuoco tutto, capito? Sono una attaccata all'altra, non è regolare niente".

Vent'anni non è una cifra a caso. I Bellinati - con loro c'è anche un gruppo della famiglia Orfei - sono i parenti di quel Rodolfo preso nel mirino di Roberto e Fabio Savi, quando, con i loro Ar 70 e Sig Manurhin, il 23 dicembre 1990 spazzarono di piombo il campo abusivo di via Gobetti e lasciarono feriti e un'altra vittima, Patrizia Della Santina. Dopo la strage, il gruppo era sciamato per la regione, "il sindaco Imbeni ci chiese di tornare, ci ha piazzati qui ma dopo non è successo più nulla". Il campo è infossato fra tre massicciate ferroviarie e sorvolato dai fili di un traliccio dell'alta tensione. "Come si può vivere qua - continua un altro Bellinati che di nome fa Antonio -? I nostri venti bambini vanno a scuola, ma qui soffriamo di mal di testa e agli occhi, non dicono che dai tralicci bisogna star distanti settanta metri? Le roulotte sono riscaldate con stufette elettriche. Se scoppia un incendio di notte non si salva nessuno, la plastica di queste nostre case è come benzina". E come benzina ha preso fuoco ieri sera una parte di roulotte senza altre conseguenze, con intervento dei vigili del fuoco, al campo del Bargellino, certamente meglio attrezzato di quello di via Erbosa. Alcuni bambini bruciavano legna all'esterno.

L'accampamento migliore è quello di via Dozza alle Due Madonne. Lì vive l'"aristocrazia" nomade e c'è anche una chiesetta in muratura degli Evangelici Pentecostali, che hanno convertito decine di sinti, le cui anime sono curate da pastori, sempre sinti. "Ma non curano il corpo, purtroppo - dice un residente -: io raccolgo ferro con il furgone, non c'è altro lavoro. Qui il villaggio è bello, sì, ma manca il lavoro". Qui ogni gruppo familiare ha un cortile tutto suo dove campeggia il fabbricato delle cucine e dei bagni e attorno le varie roulotte. "Ma le cucine e i bagni sono stati lasciati aperti, non danno il permesso per chiuderli e d'inverno non è proprio il massimo".

Oltre le Due Madonne c'è l'insediamento di Idice, Comune di San Lazzaro. Il bus giallo della scuola scarica i bambini, in mezzo al grande prato centrale gli adulti stanno festeggiando un compleanno, c'è il baffuto Franco che stende spiedini di pecora sul fuoco. Qui abita Giuseppe Bonora, 64 anni, detto "il bimbo", coordinatore dell'Opera Nomadi dell'Emilia Romagna: "Abbiamo chiesto più di una volta un incontro con il sindaco Macciantelli, ma non l'abbiamo ancora avuto. Qui siamo ancora ad una favelas, non alle micro-aree. In tutti i comuni dell'Emilia Romagna non fanno più aree di transito e di sosta. E siamo italiani. Da noi non cresce nemmeno l'erba, chissà cosa ci hanno messo qua sotto". Bonora ci tiene a dire che tutti i 15 bimbi del campo vanno a scuola, "nessuno va a chiedere l'elemosina, eh? Gli adulti raccolgono ferro, o fanno spettacoli viaggianti e poi magari c'è anche chi fa cose non belle. Ma bisogna pur dire che una mano non ce la dà nessuno".

Se il campo disastrato di via Erbosa è circondato da tre ferrovie, quello piccolo della famiglia Gallieri in via Peglion ha vista sul guardrail dell'A14. Un campo che è stato trasferito in loco per tre volte, anche l'ultimo pezzo di terra acquistato dalla famiglia per abitarci è stato espropriato dal Comune "e io - dice Antonio Gallieri, che a 58 anni ha 9 figli, 18 nipoti e 3 pronipoti - ho fatto una causa alla Corte europea. Ho avuto venti processi contro di me, ora ce n'è ho uno "Gallieri contro lo Stato"".

Non ci sono solo i campi. Dappertutto ci sono le famiglie isolate, soprattutto rom, anche dentro luoghi abbandonati come l'ex Casaralta o l'ex Cevolani. In via Biancolelli, a Borgo Panigale, ecco una roulotte di sinti che non trovano posto in via Persicetana, con tre bimbi che vanno alle elementari: "Abbiamo chiesto casa due anni fa al Comune, non l'abbiamo ancora", dice Adriano Bonora. Lì accanto una vecchia roulotte di rom, il capofamiglia è Brahim Husovic, calderas bosniaco. La moglie è incinta, ha sei figli stipati dentro quel cubo fatiscente, la più grande ha 18 anni. "Mio nonno viveva al Casilino 900", racconta riferendosi alla tragedia di Roma. "Da Roma ho dovuto scappare". Storie che si intrecciano. "I rom oggi sono circa 250 a Bologna, compresi quelli ai semafori - dice Dimitris Argiropoulos, attivista della Federazione Romanì -. Stanno nascosti". Due famiglie vivono tra le frasche del giardino del Baraccano.

Articolo Permalink Commenti Oppure (0)  Storico >>  Stampa Stampa
 
Di Fabrizio (del 16/02/2011 @ 09:13:18, in Europa, visitato 1614 volte)

Ho scritto di recente dei rimpatri forzati di Rom kosovari dalla Germania. Da qualche anno politiche simili si verificano anche in Svizzera, Austria, Benelux e Svezia. Da quest'ultimo paese mi arriva la lettera che riporto qua sotto.

Caro Fabrizio

ti scrivo augurandomi che tu possa fare qualcosa, riguardo la deportazione dalla Svezia dei rom kosovari. Da tempo i rom sono mandati verso il Kosovo senza nessuna sicurezza di essere accolti oppure assistiti nel paese di provenienza.

Ho letto l'articolo sulle famiglie rom deportate dalla Germania, scritto sempre sulle tue pagine, è vero che nessuno se ne frega dei rom quando arrivano nella loro maledetta destinazione, sono lasciti alla loro sorte, credetemi per niente buona, nessuna assistenza, né previdenza sociale o assistenza medica, ed infine non sanno dove e come chiedere aiuto, la maggioranza di loro non sono nemmeno iscritti all'anagrafe.

Spero che l'Unione Europea faccia qualche mossa per fermare, questo quasi genocidio di oggi. Sapendo che le dichiarazioni delle bande criminali che guidano il paese, qualcuno controlli meglio, che tutti coloro che alcuni paesi della EU mandano in Kosovo, vengano ben accettati e accolti non sono affatto vere, e sonno lasciati alla loro cattiva sorte.

Per non essere italiano mi auguro di essermi spiegato bene e che mi abbiate capito, perché il traduttore di google ha tradotto questa mia lettera.

Cordiali saluti da Mauro - bajrami162009@hotmail.com

Articolo Permalink Commenti Oppure (0)  Storico >>  Stampa Stampa
 
Di Fabrizio (del 16/02/2011 @ 09:31:45, in Italia, visitato 1615 volte)

Segnalazione di Alberto Maria Melis, che aggiunge: "Un bell'articolo, che dimostra come si può fare del buon giornalismo anche senza intingere la penna nel fango e nel sangue, semplicemente raccontando la verità che chiunque conosca personalmente i rom ha potuto toccare con mano."

Repubblica
Un anno fa in questo campo in un rogo era morto un bambino. Pneumatici e rifiuti abbandonati sono l'eredità di un vecchio sgombero - di BEPPE SEBASTE

La prima cosa che ci colpisce è il pudore. Poiché al mattino gli uomini sono tutti al lavoro, a venirci incontro è stato un nugolo di bambini, sorvegliati a vista e seguiti dalle madri, dai tre ai tredici anni. Sono curiosi e vivaci, e al tempo stesso protettivi. Tra tutti spicca Dario Valentino, undici anni: "Venite stasera, quando torna mio padre e gli altri uomini", ci ripete serio. Ci proibisce (ci prega di non farlo) di fotografare le case e le persone, cioè loro stessi. Colpisce la sua dignità, il volto serio nello sforzo di assumersi la responsabilità del campo. E' anche perfettamente consapevole del bello e del brutto. "Tutta questa zozzeria" - dice indicando una distesa di terra piena di detriti, e le carcasse arrugginite e bruciate di automobili, "non è nostra, l'abbiamo trovata qui". Ci dice il via vai di questi giorni di fotografi, che non hanno chiesto il permesso di scattare immagini a case e persone, come se fossero gabbie di uno zoo: "sono venuti a fotografare tutto e poi sono scappati".

Ci presentiamo. Siamo in un agglomerato di baracche nel quartiere della Magliana, racchiuse da canneti e pezzi di campagna sopravvissuta, chiusa da un lato dai palazzi che ospitano la Fao. Il sentiero che vi conduce da via Morselli è costellato di pneumatici e tracce di sgomberi recenti. Anche qui, un anno fa, un altro bambino morì bruciato per l'imperizia e la miseria, non questa volta dal riscaldamento, ma dalle candele. Sono rimaste famiglie bosniache di Sarajevo, da cui imparo che le tragedie della miseria accadono a quei rom che non hanno la sapienza pratica di altri, l'arte del sopravvivere. Nuovi poveri, per così dire. Con me e Francesca, fotografa, c'è Alessandro, un giovane antropologo che lavora con Arci Solidarietà nel vicino campo rom "regolare" di via Candoni: concepito per ospitare trecento persone, ne vivono più di mille, stipate dentro container di 18 metri quadrati. Alessandro aiuta le famiglie rom a sbrigare le pratiche sanitarie, scolastiche e sociali in genere. I bambini e le madri di questa baraccopoli di irregolari lo conoscono di vista, e si fidano poco alla volta di noi. Il fatto è che ci sentiamo in colpa a essere qui anche noi solo dopo l'ennesima tragedia che ha fatto notizia e suscitato clamore, a far visita e fotografare delle condizioni di vita, di vita nuda, come se le scoprissimo sempre per la prima volta, dimenticando che le abbiamo create noi, la nostra politica, e solo in seguito attribuite a "loro". Non solo il triste concetto di "campo", mi spiega il giovane antropologo volontario, è un'invenzione nostra, frutto di una logica di esclusione; ma anche all'estremo opposto la lirica adesione a un loro presunto e folcloristico stile di vita, a una loro presunta esigenza di separatezza.

Ci colpisce la serenità di questo scorcio di vita quotidiano di donne e bambini, e la tranquilla dignità delle donne e madri. "Ci portano di qui e di là come se fossimo giocattoli", dice una donna. Da uno sgombero all'altro, da una deportazione all'altra, la loro precarietà è una condanna, non una scelta. "Io vivo qui con mio padre, sono arrivata in Italia quando avevo 11 anni - mi dice un'altra che si definisce single, gonna verde con disegni fantasiosi, collana di perline, pendenti e un bracciale di corallo - vorrei lavorare, sono brava a fare le pulizie" - dice mostrandomi la baracca ordinata e accogliente sulla terra nuda e spazzolata: un letto, un fornelletto, un tavolino, due quadretti di "Roma sparita" appesi alle pareti fragili di legno, e un terzo che è un ritratto di padre Pio. Ma non sa leggere né scrivere, in nessuna lingua. Poi si siede all'aperto, in postura perfettamente eretta toglie il rame scorticando le guaine dei cavi elettrici e lo mette da parte. Sanno, a differenza di altri rom, che non bisogna bruciare il rame per non respirarne la diossina che sprigiona.

Tutte le baracche sono di legno, nessun uso di materiali nocivi, e dalle tettoie pendono le plastiche azzurre della Posta Italiana, con la scritta in bianco. In una, l'unica con l'impiantito pure di legno, tra i letti, i tappeti e le coperte dai colori festosi e sgargianti noto vicino alla porta una stufa circolare di metallo, saldature perfette, ma soprattutto una forma che sembra il frutto di un designer di grido. "L'ha fatta mio marito", dice la donna con orgoglio seguendo il mio sguardo. "Questa è sicura". E' una stufa a legno, davvero bella da guardare.

Dario Valentino, il ragazzo undicenne (che scopriamo essere il figlio del falegname e fabbro delle stufe), mentre attorniato dagli altri bambini costruisce con assi di legno, chiodi e un martello una piccola casetta per giocare, pone delle domande ad Alessandro come un grande, sul loro destino, se li sposteranno a via Candoni, che cosa siano le fantomatiche "case popolari", e chi ci può andare. Non è facile spiegare a bambini dagli occhi sgranati, che aspirerebbero ad avere una casa normale, cosa siano e chi abbia diritto alle case popolari, e perché. Intanto si sono avvicinate ad ascoltare alcune donne. Quando nominiamo il Cei (Centro di identificazione e espulsione), la madre di Dario Valentino, che sembrava disinteressata ai nostri discorsi, si affaccia dalla sua baracca per esclamare, seria: "Là non ci voglio andare neanche morta". Tutti qui hanno un regolare permesso di soggiorno, tutti vorrebbero che i loro figli andassero a scuola, vorrebbero una normale assistenza sanitaria, tutto ciò che per noi è così normale che ci dimentichiamo di averlo. Ignoro quali siano i criteri per l'attribuzione, ma una cosa è certa: i nomadi, come li chiamiamo, non sono nomadi, la loro origine è spesso contadina, e il lavoro degli uomini si relaziona con la realtà della metropoli, non in un mondo separato.

"Questa potete fotografarla", ci propongono fieri dopo avere finito la loro capanna di legno. Adesso i bambini, quelli più piccoli a piedi nudi, sono contenti di mostrarci quante più cose possibili, felici della nostra attenzione. Fotografiamo Lisa, il boxer femmina, Bambi, una pecora compagna di giochi dei bimbi. Siamo incantati dalla loro creatività e dalla loro gentilezza. La piccola Samantha, una biondina sempre sorridente, corre e grida di gioia quando diciamo che torneremo a portarle dei vestiti. "Anche delle scarpine", ci dice da lontano.

(11 febbraio 2011)

Articolo Permalink Commenti Oppure (0)  Storico >>  Stampa Stampa
 
Di Fabrizio (del 16/02/2011 @ 09:56:47, in Europa, visitato 1375 volte)

PARLAMENTO EUROPEO Giustizia e affari interni - 09-02-2011 - 15:24

La deputata Lívia Járóka

  • Il 95% dei Rom conduce ormai una vita sedentaria e non vuole tornare a essere nomade
  • Tra i rischi maggiori quello della povertà e della mancanza di istruzione

Mentre la tragica morte di quattro bambini in un campo di Roma commuove l'Italia, sono oltre 12 milioni i Rom europei che continuano a lottare contro segregazione e povertà nell'UE. Oggi l'Europa sta cercando una soluzione comune per risolvere il problema. La presidenza ungherese ha definito la strategia europea sui Rom una delle sue priorità.

Ne abbiamo parlato con la parlamentare di centro-destra (PPE) ungherese Lívia Járóka, l'unica deputata Rom seduta in Parlamento. La giovane 36enne è la relatrice di un rapporto che si propone di non permettere più all'Europa di sprecare il potenziale dei Rom e il loro possibile contributo all'Unione.

Sta cercando di lanciare una strategia europea sui Rom. Quali punti sono più importanti?
Dobbiamo cambiare il nostro approccio. Da una prospettiva etnica di questa minoranza dobbiamo allargare la nostra visuale, dando ai Rom più prospettive specialmente dal punto di vista lavorativo. Abbiamo leggi europee per combattere la discriminazione, ma spesso non vengono messe in atto nei singoli Stati membri. Comunque la discriminazione etnica è soltanto uno dei fattori. Esiste in Europa una povertà invisibile che non viene percepita neanche da coloro che assegnano i fondi europei.

Nella mia strategia metà del successo dipenderà dalla stessa comunità Rom e dalla presenza di leader fra loro. Per questo c'è il bisogno di una nuova classe dirigente di Rom istruiti che vengano dalla comunità stessa e la rappresentino.

Molti continuano a pensare che i Rom siano nomadi. Ma è ancora così?
I Rom hanno il diritto di andare dove vogliono in quanto cittadini europei. Se poi desiderino davvero muoversi è un altro discorso. Oggi il 95% dei Rom europei conduce una vita sedentaria. Quel 5% che continua a muoversi lo fa per ragioni culturali o lavorative.

Negli ultimi anni l'emigrazione che abbiamo visto era legata a motivi economici. Gli Stati membri usciti dall'epoca comunista si sono trovati di fronte a realtà economiche nuove che hanno lasciato i più poveri senza un lavoro. I Rom sono stati i primi a essere espulsi non in quanto gruppo etnico, ma perché non erano istruiti.

I Rom non vogliono una vita nomade, ma lavoro, dignità e cibo. La prossima generazione rischia di continuare a vivere in povertà non per la sua etnia, ma perché probabilmente ha entrambi i genitori disoccupati. Dobbiamo evitare che i Rom emigrino di nuovo per ragioni economiche come hanno fatto quando si sono diretti verso la Francia, il Regno Unito, l'Italia e molti altri paesi. Ma non sono stati soltanto i Rom: anche molte altre persone in difficoltà sono state costrette a lasciare il loro paese alla ricerca di un lavoro.

Perché è tanto importante sostenere le donne Rom?
Nelle aree più svantaggiate, due generazioni di Rom stanno crescendo senza vedere i genitori andare al lavoro. Questo vuol dire anche che sono le donne coloro che mentalmente e fisicamente coltivano la speranza. Sono un'antropologa e ho visto con i miei occhi quanto molto dipenda dal lavoro delle donne. Sono loro a assicurarsi che ogni giorno ci sia del cibo sul tavolo, sono loro a assicurare che vengano rispettati i diritti dei propri figli.

Sostenere le donne Rom è uno degli elementi chiave della nostra strategia. Dobbiamo accertarci che non avvengano più i matrimoni forzati e che si combatta contro l'abuso di droghe e la tratta di esseri umani.

Con la sua storia personale ha dimostrato che è possibile sconfiggere povertà e esclusione sociale. Cosa suggerirebbe a altri Rom che vogliono seguire il suo esempio?
La mia fortuna è stata l'istruzione. I miei genitori si sono trasferiti per evitare che fossimo messi in classi separate, soltanto per Rom. Hanno controllato che studiassimo abbastanza per essere ammessi in buone scuole. Comunque una delle cose più importanti che mi hanno dato è questo forte legame familiare e la nostra tradizione di accettarci l'uno con l'altro.

Io sono figlia di un matrimonio misto. Ho visto quello che hanno fatto i miei genitori per darci una vita migliore. Tutti noi, i miei fratelli e io, siamo andati all'università, grazie ai messaggi positivi trasmessi da mia madre e mio padre.

Ha mai sofferto sulla sua pelle la discriminazione?
Per me essere una Rom è una ricchezza, un elemento molto positivo.
Mio padre è sempre stato molto protettivo: non ho mai sentito nessun commento etnico a casa. Per noi era naturale essere Rom, ma prima di tutto ungheresi e europei.

Per mia sorella è stato diverso. È nata dieci anni dopo di me in un momento in cui il governo stava cambiando e si respiravano turbolenze economiche e tensioni sociali. Si stava creando un baratro tra Rom e non Rom, tra ricchi e poveri. Abbiamo iniziato a avvertire questa sensazione sulla nostra pelle.

Mi sono accorta all'università di quanto colleghi e amici non sapessero niente dei Rom e fossero completamente pieni di pregiudizi infondati. Ho capito così che dovevo fare qualcosa e mostrare che, oltre ai curriculum nazionali, al dialogo sociale e al lavoro nelle comunità Rom, era estremamente importante lavorare con i media.

Come potremmo creare fiducia e cooperazione reciproca?
I media hanno un ruolo molto importante, dovrebbero mostrare modelli di cooperazione tra Rom e non Rom. La crisi economica ha reso ancora più difficile combattere i pregiudizi. Il nostro compito dovrebbe essere quello di creare degli spazi per l'integrazione, come associazioni sportive miste, classi e luoghi di lavoro comuni. Poi abbiamo bisogno di una valida classe dirigente tra i Rom. Aspetto con ansia la nascita all'interno della società Rom di un approccio comune che venga dal basso.

Il rapporto sulla strategia europea per l'inclusione dei Rom dovrebbe essere votato dalla commissione per le libertà civili il 14 febbraio per poi arrivare in plenaria a marzo.

Articolo Permalink Commenti Oppure (0)  Storico >>  Stampa Stampa
 
Pagine: 1 2 3 4 5 6 7 8 9 10 11 12 13 14 15 16 17 18 19 20 21 22 23 24 25 26 27 28 29 30 31 32 33 34 35 36 37 38 39 40 41 42 43 44 45 46 47 48 49 50 51 52 53 54 55 56 57 58 59 60 61 62 63 64 65 66 67 68 69 70 71 72 73 74 75 76 77 78 79 80 81 82 83 84 85 86 87 88 89 90 91 92 93 94 95 96 97 98 99 100 101 102 103 104 105 106 107 108 109 110 111 112 113 114 115 116 117 118 119 120 121 122 123 124 125 126 127 128 129 130 131 132 133 134 135 136 137 138 139 140 141 142 143 144 145 146 147 148 149 150 151 152 153 154 155 156 157 158 159 160 161 162 163 164 165 166 167 168 169 170 171 172 173 174 175 176 177 178 179 180 181 182 183 184 185 186 187 188 189 190 191 192 193 194 195 196 197 198 199 200 201 202 203 204 205 206 207 208 209 210 211 212 213 214 215 216 217 218 219 220 221 222 223 224 225 226 227 228 229 230 231 232 233 234 235 236 237 238 239 240 241 242 243 244 245 246 247 248 249 250 251 252 253 254 255 256 257 258 259 260 261 262 263 264 265 266 267 268 269 270 271 272 273 274 275 276 277 278 279 280 281 282 283 284 285 286 287 288 289 290 291 292 293 294 295 296 297 298 299 300 301 302 303 304 305 306 307 308 309 310 311 312 313 314 315 316 317 318 319 320 321 322 323 324 325 326 327 328 329 330 331 332 333 334 335 336 337 338 339 340 341 342 343 344 345 346 347 348 349 350 351 352 353 354 355 356 357 358 359 360 361 362 363 364 365 366 367 368 369 370 371 372 373 374 375 376 377 378 379 380 381 382 383 384 385 386 387 388 389 390 391 392 393 394 395 396 397 398 399 400 401 402 403 404 405 406 407 408 409 410 411 412 413 414 415 416 417 418 419 420 421 422 423 424 425 426 427 428 429 430 431 432 433 434 435 436 437 438 439 440 441 442 443 444 445 446 447 448 449 450 451 452 453 454 455 456 457 458 459 460 461 462 463 464 465 466 467 468 469 470 471 472 473 474 475 476 477 478 479 480 481 482 483 484 485 486 487 488 489 490 491 492 493 494 495 496 497 498 499 500 501 502 503 504 505 506 507 508 509 510 511 512 513 514 515 516 517 518 519 520 521 522 523 524 525 526 527 528 529 530 531 532 533 534 535 536 537 538 539 540 541 542 543 544 545 546 547 548 549 550 551 552 553 554 555 556 557 558 559 560 561 562 563 564 565 566 567 568 569 570 571 572 573 574 575 576 577 578 579 580 581 582 583 584 585 586 587

Titolo
Quest'anno ci saranno le elezioni europee. Ti senti coinvolto:

 Per niente
 Poco
 Normalmente
 Abbastanza
 Molto

 

Titolo
La Newsletter della Mahalla
Indica per favore nome ed email:
Nome:
Email:
Subscribe Unsubscribe

 

********************

WIKI

Le produzioni di Mahalla:

Dicono di noi:

Bollettino dei naviganti:

********************


Disclaimer - agg. 17/8/04
Potete riprodurre liberamente tutto quanto pubblicato, in forma integrale e aggiungendo il link:
www.sivola.net/dblog.
Questo blog non rappresenta una testata giornalistica in quanto viene aggiornato senza nessuna periodicita'. Non puo' pertanto considerarsi un prodotto editoriale ai sensi della legge n. 62 del 7.03.2001. In caso di utilizzo commerciale, contattare l'autore e richiedere l'autorizzazione.
Ulteriori informazioni sono disponibili QUI

La redazione e gli autori non sono responsabili per quanto pubblicato dai lettori nei commenti ai post.
Molte foto riportate sono state prese da Internet, quindi valutate di pubblico dominio. Se i soggetti o gli autori avessero qualcosa in contrario alla pubblicazione, non hanno che da segnalarlo, scrivendo a info@sivola.net

Filo diretto
sivola59
per Messenger Yahoo, Hotmail e Skype


Outsourcing
Questo e' un blog sgarruppato e provvisorio, di chi non ha troppo tempo da dedicarci e molte cose da comunicare.
Alcune risorse sono disponibili per i lettori piu' esigenti:

Il gruppo di discussione

Area approfondimenti e documenti da scaricare.

Appuntamenti segnalati da voi (e anche da me)

La Tienda con i vostri annunci

Il baule con i libri Support independent publishing: Buy this e-book on Lulu.


Informazioni e agenzie:

MAHALLA international

Romea.cz

European Roma Information Office

Union Romani'

European Roma Rights Center

Naga Rom

Osservazione


Titolo
blog (2)
Europa (7)
Italia (6)
Kumpanija (2)
media (2)
musica e parole (4)

Le fotografie più cliccate


21/11/2024 @ 15:49:26
script eseguito in 188 ms

 

Immagine
 Il gruppo Dhoad Gipsy del Rajasthan... di Fabrizio



Cerca per parola chiave
 

 
 

Circa 6636 persone collegate


InChat: per non essere solo un numero scrivete /n  e poi il vostro nome/nick

< novembre 2024 >
L
M
M
G
V
S
D
    
1
2
3
4
5
6
7
8
9
10
11
12
13
14
15
16
17
18
19
20
21
22
23
24
25
26
27
28
29
30
 
             
Titolo
blog (506)
casa (438)
conflitti (226)
Europa (986)
Italia (1410)
Kumpanija (377)
lavoro (204)
media (491)
musica e parole (445)
Regole (348)
scuola (335)
sport (97)

Catalogati per mese:
Maggio 2005
Giugno 2005
Luglio 2005
Agosto 2005
Settembre 2005
Ottobre 2005
Novembre 2005
Dicembre 2005
Gennaio 2006
Febbraio 2006
Marzo 2006
Aprile 2006
Maggio 2006
Giugno 2006
Luglio 2006
Agosto 2006
Settembre 2006
Ottobre 2006
Novembre 2006
Dicembre 2006
Gennaio 2007
Febbraio 2007
Marzo 2007
Aprile 2007
Maggio 2007
Giugno 2007
Luglio 2007
Agosto 2007
Settembre 2007
Ottobre 2007
Novembre 2007
Dicembre 2007
Gennaio 2008
Febbraio 2008
Marzo 2008
Aprile 2008
Maggio 2008
Giugno 2008
Luglio 2008
Agosto 2008
Settembre 2008
Ottobre 2008
Novembre 2008
Dicembre 2008
Gennaio 2009
Febbraio 2009
Marzo 2009
Aprile 2009
Maggio 2009
Giugno 2009
Luglio 2009
Agosto 2009
Settembre 2009
Ottobre 2009
Novembre 2009
Dicembre 2009
Gennaio 2010
Febbraio 2010
Marzo 2010
Aprile 2010
Maggio 2010
Giugno 2010
Luglio 2010
Agosto 2010
Settembre 2010
Ottobre 2010
Novembre 2010
Dicembre 2010
Gennaio 2011
Febbraio 2011
Marzo 2011
Aprile 2011
Maggio 2011
Giugno 2011
Luglio 2011
Agosto 2011
Settembre 2011
Ottobre 2011
Novembre 2011
Dicembre 2011
Gennaio 2012
Febbraio 2012
Marzo 2012
Aprile 2012
Maggio 2012
Giugno 2012
Luglio 2012
Agosto 2012
Settembre 2012
Ottobre 2012
Novembre 2012
Dicembre 2012
Gennaio 2013
Febbraio 2013
Marzo 2013
Aprile 2013
Maggio 2013
Giugno 2013
Luglio 2013
Agosto 2013
Settembre 2013
Ottobre 2013
Novembre 2013
Dicembre 2013
Gennaio 2014
Febbraio 2014
Marzo 2014
Aprile 2014
Maggio 2014
Giugno 2014
Luglio 2014
Agosto 2014
Settembre 2014
Ottobre 2014
Novembre 2014
Dicembre 2014
Gennaio 2015
Febbraio 2015
Marzo 2015
Aprile 2015
Maggio 2015
Giugno 2015
Luglio 2015
Agosto 2015
Settembre 2015
Ottobre 2015
Novembre 2015
Dicembre 2015
Gennaio 2016
Febbraio 2016
Marzo 2016
Aprile 2016
Maggio 2016
Giugno 2016
Luglio 2016
Agosto 2016
Settembre 2016
Ottobre 2016
Novembre 2016
Dicembre 2016
Gennaio 2017
Febbraio 2017
Marzo 2017
Aprile 2017
Maggio 2017
Giugno 2017
Luglio 2017
Agosto 2017
Settembre 2017
Ottobre 2017
Novembre 2017
Dicembre 2017
Gennaio 2018
Febbraio 2018
Marzo 2018
Aprile 2018
Maggio 2018
Giugno 2018
Luglio 2018
Agosto 2018
Settembre 2018
Ottobre 2018
Novembre 2018
Dicembre 2018
Gennaio 2019
Febbraio 2019
Marzo 2019
Aprile 2019
Maggio 2019
Giugno 2019
Luglio 2019
Agosto 2019
Settembre 2019
Ottobre 2019
Novembre 2019
Dicembre 2019
Gennaio 2020
Febbraio 2020
Marzo 2020
Aprile 2020
Maggio 2020
Giugno 2020
Luglio 2020
Agosto 2020
Settembre 2020
Ottobre 2020
Novembre 2020
Dicembre 2020
Gennaio 2021
Febbraio 2021
Marzo 2021
Aprile 2021
Maggio 2021
Giugno 2021
Luglio 2021
Agosto 2021
Settembre 2021
Ottobre 2021
Novembre 2021
Dicembre 2021
Gennaio 2022
Febbraio 2022
Marzo 2022
Aprile 2022
Maggio 2022
Giugno 2022
Luglio 2022
Agosto 2022
Settembre 2022
Ottobre 2022
Novembre 2022
Dicembre 2022
Gennaio 2023
Febbraio 2023
Marzo 2023
Aprile 2023
Maggio 2023
Giugno 2023
Luglio 2023
Agosto 2023
Settembre 2023
Ottobre 2023
Novembre 2023
Dicembre 2023
Gennaio 2024
Febbraio 2024
Marzo 2024
Aprile 2024
Maggio 2024
Giugno 2024
Luglio 2024
Agosto 2024
Settembre 2024
Ottobre 2024
Novembre 2024

Gli interventi più cliccati

Ultimi commenti:
BuongiornoE-mail: giovannidinatale1954@gmail.comOf...
28/12/2021 @ 11:20:35
Di giovannidinatale
Hi we are all time best when it come to Binary Opt...
27/11/2021 @ 12:21:23
Di Clear Hinton
 

Locations of visitors to this page

Contatore precedente 160.457 visite eliminato il 16/08/08 per i dialer di Specialstat

 Home page © Copyright 2003 - 2024 Tutti i diritti riservati.

powered by dBlog CMS ® Open Source