Di Fabrizio (del 29/05/2010 @ 11:33:32, in Kumpanija, visitato 2954 volte)
Ciao Fabrizio
Ti racconto un po' come è andata in Camargue.
Non è facile raccontare o scrivere di queste cose, vanno vissute... comunque ci
provo.
Sabato ventidue ho caricato mio figlio Pietro all'uscita di scuola e poco
dopo l'una siamo partiti.
Tirata unica, ci siamo fermati il tempo di riempire il serbatoio e vuotare la
vescica: siamo arrivati verso le otto di sera. La chiesa era aperta, ma la
cripta chiusa, e non siamo riusciti a salutare santa Sara. Abbiamo fatto un giro
per il paese: tantissimi musicisti, uno più bravo dell'altro. Ci siamo
innamorati di un gruppo di trombettisti moldavi (Fanfare Vagabontu).
Abbiamo dormito in macchina nel parcheggio del centro, il mattino dopo ci siamo
mossi prima delle otto: dopo le otto si paga. Abbiamo deciso di fare un giro a
les Salines, con corsa in macchina sulla lunghissima spiaggia. Questa spiaggia è
misteriosa, ogni volta che vado è diversa: questa volta ci si corre in auto per
chilometri senza piantarsi; l'anno scorso ci si affondava, come se fossero
sabbie mobili, anche a piedi.
La spiaggia è piena di baracche e roulottes, da un certo punto in poi inizia la
zona riservata ai nudisti. I nudisti, contrariamente a quello che ci si
immagina, non sono dei fricchettoni con i capelli rasta di vent'anni, ma dei
distinti signori di cinquanta, sessanta anni che girano completante nudi.
Dopo un secondo passaggio a les Salines, dove abbiamo visto una confusa (da dove
si parte? Dove si arriva?) ma simpaticissima parata tradizionale, siamo
ripartiti per les Saintes Maries. Il richiamo di santa Sara è sempre più forte.
Il paese incomincia a riempirsi di gente, in centro non si parcheggia più.
L'incontro con S. Sara è sempre emozionante, non si riesce a trattenere la
commozione. Non so se qualcuno è mai riuscito a capire come mai santa Sara è
diventata la patrona dei gitani, ma se uno viene in questa chiesa il 24 di
maggio capisce che non potrebbe essere diverso.
Durante la giornata si gira per il paese ascoltando questi musicisti fantastici,
e si fanno diversi passaggi nella cripta, a salutare la nostra patrona, a dire
una preghiera o ad accendere un cero (che come sempre abbondano).
Durante la serata si canta e si balla, si ascolta musica e si incontra gente.
Girando per i campi si incontrano gruppi e famiglie che suonano, mangiando
piatti di ricchissima paella e bevendo vino bianco.
Il pellegrinaggio raduna sempre tanti fotografi (forse troppi), da qualche anno
richiama anche una serie di "personaggi alternativi", come artisti di strada,
buskers e giramondo.
Lunedì mattina ci svegliamo già elettrizzati: facciamo una colazione veloce,
offerta da una famiglia di gitani che vengono da un paese dell'est che non sono
riuscito a individuare e che hanno dormito in furgone di fianco a noi, ci
vestiamo eleganti, e si parte per la chiesa. Per non rimanere fuori bisogna
entrare in chiesa verso le due, per sicurezza entriamo all'una, forse un po'
troppo in anticipo, ma abbiamo tutto il tempo di prepararci.
Questo è il momento per cui vale la pena fare quasi duemila chilometri e dormire
in macchina per tre notti. La preparazione è straordinaria, ognuno porta una
veste, un drappo, un fiore, il gioco di un bambino, le foto dei propri cari (io
le foto di mia moglie e dei figli) per abbellire la santa, e perché vengano
portati in processione. E' un momento molto forte, più di uno si fa prendere
dall'emozione.
Le casse con le reliquie delle sante vengono fatte scendere dalla cripta
superiore, il vescovo e i preti devono dire qualcosa (forse troppo?), qualcuno
piange, qualcuno sviene e qualcuno strilla.
La santa viene caricata in spalla dai portantini, si parte. La gente è veramente
troppa, i fotografi, i turisti, i cavalli… tutti spingono per seguire la santa.
Una delle cosa che mi ha sempre colpito è la processione che si ferma ogni volta
che un anziano o un malato chiede di poter toccare la santa. Il rispetto per le
persone malate, invalide o anziane che hanno i gitani è da imparare.
Si raggiunge il mare, seguiti dai cavalli e dai musicisti (urs karpaz) che
dedicano un pezzo alla santa.
Il ritorno è più tranquillo, e nell'ultimo tratto la santa viene portata a
spalle dalle donne gitane. Forse è vero che la società gitana è maschilista, ma
non so in quante processioni hanno questa attenzione.
La processione finisce, santa Sara viene riaccompagnata alla cripta.
Un ultimo saluto, un cero, una preghiera per gli amici e le persone care, e
siamo pronti per rimetterci in strada.
Subito dopo la processione si sente la smania di ripartire, nel giro di poche
ore il paese si svuota: il popolo viaggiatore sente bisogno di rimettersi in
marcia.
Mi sono fatto l'idea che il rischio peggiore in questo periodo per il popolo
gitano sia perdere le proprie tradizioni e la propria identità. Il
pellegrinaggio di santa Sara, il fatto di incontrarsi e di festeggiare assieme,
la musica, i costumi e i balli danno ai gitani la possibilità di ricordarsi e
ri-incontrare questa identità, la fede in santa Sara dà loro un'identità che
altrimenti sarebbe troppo facile perdere.
Come sempre non ho fatto foto, un po' perché non sono capace e sicuramente in
internet se ne possono trovare di migliori di quelle che farei io, un po' perché
vado a les Saites Maries come pellegrino, non da "turista" che deve tornare con
dei souvenirs.
Il ritorno è stato più rilassato, con varie tappe qua e là.
Mi son scritto queste note un po' per me, per non dimenticarmi, e un po' per
te: se vuoi inserirle nel blog fai pure (magari taglia, fai un po' te…).
Ciao, [...]
Marco[Beri]
Di Fabrizio (del 29/05/2010 @ 11:39:32, in Italia, visitato 3132 volte)
21:49 - CRONACA- 26 MAG 2010
7 giugno al via lavori recinzione decisi da giunta centrosinistra
Milano, 26 mag. (Apcom) - Si accende la polemica politica sul progetto di
costruzione di un muro lungo 500 metri e alto quasi tre con il quale il Comune
di Sesto San Giovanni (Milano) intende cingere una vasta area demaniale dismessa
divenuta da anni luogo di insediamento dei nomadi, con conseguenti, continui,
sgomberi. L'opera, già soprannominata "muro anti-rom" e il cui cantiere partirà
il prossimo 7 giugno, è stata decisa dalla giunta di centrosinistra al governo
del piccolo Comune alle porte del capoluogo lombardo, che per costruirla ha
anche ottenuto un corposo finanziamento ministeriale. Sulla costruzione del muro
in via Luini, al confine con Monza e Cinisello nei pressi della ferrovia e
vicina all'area ex Falck, oggi è intervenuto il vicesindaco e assessore alla
Sicurezza del Comune di Milano Riccardo De Corato che, sottolineando
l'"assordante silenzio della sinistra", ha ricordato come l'Amministrazione
meneghina "lo scorso ottobre fosse stata messa alla berlina solo per aver deciso
di mettere un semplice rilevato di terra come dissuasore della sosta abusiva dei
camper e delle roulotte dei plurirecidivi sinti siciliani di via Cusago".
"Nell'immaginario dei soliti buonisti e benaltristi quel nostro 'non-muro' era
diventato una muraglia, un simbolo addirittura della volontà del Comune di
chiudere le porte all'integrazione" ha proseguito De Corato, evidenziando come
"la decisione del sindaco Oldrini ha avuto il pregio di scoperchiare le
contraddizioni del centrosinistra: capace periodicamente di evocare i fantasmi
inesistenti della discriminazione per certe decisioni prese da Palazzo Marino e
di mettere la testa sotto la sabbia quando sono i sindaci amici ad attuare
analoghi provvedimenti".
Di Sucar Drom (del 30/05/2010 @ 09:03:42, in blog, visitato 2131 volte)
Roma, Trenitalia vuole schedare i passeggeri se sono Rom
Segnalare e contare "eventuali passeggeri di etnia rom" che salgono e scendono
dal treno alla fermata di Salone, tra Roma Tiburtina e Avezzano. La "selezione"
è affidata a controllori e capotreni alle prese con un modulo prestampato di
Trenitalia (in foto), secondo l'azienda però mai in pratica utilizzato, che non
menziona pas...
Roma, le FS prendono provvedimenti disciplinari ma i razzisti sono sempre in
agguato
Ferrovie dello Stato rende noto che si sono conclusi i lavori della Commissione
interna d'inchiesta, riunitasi il 7 e 8 maggio scorsi, "in relazione
all'indebita produzione e distribuzione di un modulo per la segnalazione di
passeggeri di etnia Rom sui treni della linea FR2". L'inchiesta ha rilevato che
ta...
Milano, scontri in via Triboniano
Circa 150 persone, tra Rom e attivisti dei centri sociali, si sono scontrati,
nel pomeriggio di giovedì, a Milano con le forze dell'ordine fuori dal campo rom
di via Triboniano. I Rom volevano raggiungere Palazzo Marino, per manif...
Milano, scontri e feriti in via Triboniano
Lancio di sassi, manganellate e auto in fiamme. Gli scontri fra alcune decine di
Rom del campo regolare di via Triboniano e le forze dell'ordine sono scattati
alle quattro del pomeriggio. I Rom volevano raggiungere Palazzo Marino, sede del
Comun...
Milano, i video degli scontri in via Triboniano
Scene di guerriglia urbana in via Barzaghi a Milano, vicino al campo rom di via
Triboniano. Giovedì pomeriggio i Rom si sono scontrati con le forze di polizia
in assetto anti-sommossa e hanno lanciato sassi e bastoni contro gli agenti. Le
violenze sono cominciate intorno alle 16.30, quando è...
Milano, tensione altissima in via Triboniano dopo gli scontri
Dopo la sassaiola, gli scontri con la polizia e i disordini di giovedì sera
(guarda il video...) la tensione rimane alta nel campo rom di via Triboniano a
Milano, presidiato dalle forze di polizia. A farne le spese, denuncia don
Virginio Colmegna, sono stati gli operatori della Casa della Carità, che da anni
operavano tra i nomadi del campo assicurando, oltre alla solidarietà, anche
un...
Milano, basta strumentalizzare i Rom!
Gli scontri di giovedì a Milano sono un fatto grave, frutto dell’incapacità del
Comune di Milano di costruire un dialogo con i Rom. L’Amministrazione comunale
ha abdicato al suo ruolo istituzionale e ha lasciato un vuoto che è stato
occupato da persone che stanno usando i Rom p...
Ascoli Piceno, l'identità sommersa
Sabato 29 maggio sarà presentato ad Ascoli Piceno il libro “l’identità sommersa”
a cura di Francesca Innocenzi, edito da Edizioni Progetto Cultura. L’evento
inizierà alle ore 18.00 nella Sala Conferenze della Libreria Rinascita in piaz...
Il Governo italiano dice no al riconoscimento dei Sinti e dei Rom
No all’introduzione del crimine di tortura nel codice penale. No al
riconoscimento dello status di minoranza linguistica alle comunità rom e sinte
presenti in Italia. Sì alla costituzione di una istituzione nazionale
indipendente per la promo...
Rom e Sinti, siamo indignati!
Il prossimo 9 giugno, in occasione dell’esame periodico (universal periodical
review) a Ginevra, il Governo italiano dovrà rispondere alle raccomandazioni
poste al nostro Paese dal Consiglio per i Diritti Umani delle Nazioni Unite...
Di Fabrizio (del 30/05/2010 @ 09:10:47, in media, visitato 2423 volte)
Segnalazione di Maria Gabriella De Luca
Terre di Confine e FareReteCatanzaro presentano
6 GIUGNO -ore 21.30
c/o IL CAFFE' DELLE ARTI Centro Polivalente per i Giovani - via Fontana Vecchia
- Catanzaro Breve viaggio nella storia e nella cultura Rom
Proiezione del video "Seppellitemi in piedi" La voce del popolo Rom
"Nessuno libera nessuno, nessuno si libera da solo, gli uomini si liberano
insieme" (Paulo Freire)
Di cicciosax (del 31/05/2010 @ 09:48:33, in casa, visitato 2445 volte)
venerdì 28 maggio 2010
Per la seconda volta nel giro di un mese, a Palermo una coppia di rom, con sei
figli, prima nella graduatoria per l'emergenza abitativa, non è riuscita a
prendere possesso di un appartamento assegnato dal Comune sembra per
l'opposizione di alcuni inquilini, contrari all'ingresso nel condominio della
famiglia che al momento abita in un camper nel campo nomadi della Favorita. La
coppia di kosovari, che ha ottenuto asilo politico e vive in città da 18 anni,
ieri si è presentata agli uffici del comune per ricevere le chiavi
dell'appartamento, situato in un palazzo in corso Calatafimi. Ma il settore
patrimonio del Comune ha rinviato la consegna dell'abitazione senza fornire al
momento una data né una spiegazione. Secondo indiscrezioni, però, anche in
questo condominio alcune persone si sarebbero lamentate per l'arrivo della nuova
famiglia. Il primo episodio si era verificato a fine aprile. La famiglia aveva
ottenuto un appartamento di 180 metri quadrati confiscato alla mafia in via Bonanno, nella zona di via Libertà, in pieno centro città, ma la protesta di
alcuni condomini scesi in strada con lo striscione ‘Palermo ai palermitani',
aveva indotto il comune a trovare un'altra sistemazione. "E' grave – dicono il
consigliere comunale del Pd, Davide Faraone e la capogruppo dei democratici alla IV Circoscrizione, Serena Potenza – il tentennamento del Comune su questa
vicenda". I due esponenti Pd sottolineano che si tratta di una "famiglia
integrata: l'uomo fa lo stagionale in agricoltura, la donna lavora come badante
mentre i figli frequentano la scuola". "Chiediamo l'immediata assegnazione
dell'appartamento – aggiungono – e le scuse del sindaco Diego Cammarata per il
ritardo della consegna".
Di Fabrizio (del 31/05/2010 @ 09:52:34, in Italia, visitato 2450 volte)
Le tre "barachine" ritratte qua sotto da Lorenzo Mandelli non si differenziano da
quelle dei tanti campi "irregolari", tranne che per un piccolo importante
particolare.
Qual è?? (se non lo scoprite da soli, domani la soluzione)
Campo rom in periferia a Tirana - foto di Mario Salzano I rom dell’Albania sono tra i 100.000 e i 140.000. Subiscono ogni tipo di
discriminazione e la gran parte è senza lavoro. Raccolgono lattine nella
spazzatura per poi rivenderle, chiedono l'elemosina e l'attività maggiore è la
vendita al mercato dell'usato, noto anche come "Gabi". Un reportage
Vera Shahu, in attesa del settimo figlio, l'8 aprile scorso avrebbe voluto
celebrare con la sua famiglia la giornata internazionale dei rom e sinti, ma in
casa aveva soltanto qualche tozzo di pane raffermo, olio e patate.
I figli dormono su un tappeto per terra in una delle due stanze improvvisate e
dalle condizioni igieniche precarie, in una baracca di legno situata vicino al
fiume Lana che attraversa la capitale albanese.
L'unico mobile è un vecchio armadio, da cui escono scarafaggi.
Vai alla galleria fotografica sui rom in Albania
"I miei figli, il primo di 15 anni e il più piccolo di 4, non hanno un futuro se
non ricevono aiuto dallo Stato. Avranno le nostre stesse difficoltà o forse sarà
ancora peggio perché la vita sta diventando sempre più dura", si lamenta Vera,
40 anni, che soffre di anemia e non dispone di previdenza sociale né di alcun
tipo di tutela.
Il reddito famigliare oscilla da uno a due euro al giorno grazie alla vendita di
latte di alluminio, e riescono a sopravvivere grazie agli avanzi dei ristoranti
della città.
"Nonostante la miseria, voglio mandare i miei figli a scuola affinché imparino a
scrivere almeno il proprio nome", dice Vera, che chiede al governo un livello di
istruzione adeguato e una casa dignitosa per i propri figli.
In Albania la gran parte dei rom vive nella stessa situazione. Non si conosce il
numero ufficiale, ma si stima che si aggirino tra i 100.000 e i 140.000.
"Solo in occasione della giornata internazionale dei rom e sinti, l'8 aprile, si
vedono i politici che vengono a farsi fotografare con noi. Il resto dell'anno
non ci vogliono nemmeno vedere", afferma Selvie Rushiti, di etnia rom,
all'agenzia EFE.
Di fronte all'indifferenza del governo, Selvie, insieme ad alcuni dei rom più
"agiati", grazie alle donazioni provenienti dall'estero, ha creato associazioni
di assistenza ai rom più bisognosi.
Sette anni fa, Selvie trasformò il primo piano di casa sua in un centro
prescolare in grado di ospitare fino a 85 bambini all'anno, mentre in cortile si
vendevano vestiti usati. Con questa piccola attività si riuscivano a mantenere
120 famiglie rom.
Ma un giorno i poliziotti cacciarono i venditori dalla zona, e ora la famiglia
di Selvie vive con il timore che "qualcuno al governo possa espropriare il
terreno per costruire palazzi".
"Non possono ucciderci, ma ci discriminano. Dei 140.000 rom in Albania, solo
sette vanno all'università, di cui quattro con borse di studio del Consiglio
d'Europa", aggiunge Selvie.
Sono quelli che hanno rappresentato l'Albania al 2° Vertice europeo dei rom
tenutosi lo scorso 8 aprile nella città spagnola di Cordoba.
Gli altri sono costretti ad abbandonare la scuola per via della mancanza di
denaro e che non riescono nemmeno a comprarsi da mangiare.
L'80% dei tre milioni di albanesi appartenenti alla fascia estremamente povera è
rappresentato proprio dal popolo rom.
“Il primo ministro albanese, Sali Berisha, dice che l'economia è cresciuta, ma
noi non lo vediamo. Il nostro maggior problema è la disoccupazione”, afferma
Istref Pellumbi.
Con l'aiuto della fondazione del magnate statunitense George Soros è stata
creata a Tirana una sartoria dove imparano a cucire gratuitamente 150 donne rom
per nove mesi all'anno.
"Chiediamo al ministero del Lavoro di impiegare questo gruppo di donne già
esperte e di inserirle nella società", aggiunge Pellumbi.
La società rom albanese è preoccupata perché la strategia governativa formulata
nel 2003, che mirava ad aiutare questa etnia e fornirle casa, lavoro e
istruzione, è rimasta solo sulla carta.
Perciò, i rom albanesi oggi cercano di spingere il governo a intraprendere delle
vere riforme contro la discriminazione, se il Paese vuole entrare a pieno titolo
nell'Unione europea.
*Mimoza Dhima è corrispondente dell'EFE in Albania
Di Fabrizio (del 01/06/2010 @ 09:51:48, in Regole, visitato 2026 volte)
Segnalazione di Dhyan Gandha Emanuela Risari
Le carte false comunali sui Rom di Fossarmato di Giovanni Giovannetti
- da
ilprimoamore.com
«Bluffano sui dati, raccontano balle...» Ricordate? Cominciava così un mio
articolo del dicembre scorso, poco dopo lo sgombero "politico" del Centro
comunale di prima accoglienza a Fossarmato, «uno sporco gioco sulla pelle di
uomini donne e bambini rumeni» cacciati in mezzo a una strada. Quello sgombero
fu un atto di puro arbitrio, senza il supporto di un'ordinanza del sindaco
(obbligatoria in questi casi) preceduta dalla divulgazione di falsi dossier e da
un'infamante campagna di criminalizzazione orchestrata dal sindaco Cattaneo e
dall'assessore Assanelli, due che si dicono cristiani.
I falsi dossier erano opera di Carla Galessi, la superpagata dirigente dei
Servizi sociali (96 mila euro annuali in pubblico denaro), superpagata per
raccontare balle galessiche ai cittadini pavesi e al Prefetto che, fidandosi, ha
poi firmato sette decreti di allontanamento a carico di persone appartenenti a
cinque famiglie (di famiglie il Comune ne ha infine cacciate dieci).
In solitudine, dalle colonne di questo blog, avevo denunciato l'incredibile
misto di razzismo e menzogne; sei mesi dopo, la conferma arriva da una sentenza
del Tribunale di Pavia, a cui Radu Romeo – assistito dalla Cgil e dagli avvocati
Francesca Segagni e Sara Brusoni – unico tra loro, si era fiduciosamente
rivolto: accolto il ricorso, annullato il provvedimento.
La sentenza commenta anche le false carte comunali: in una nota del 7 settembre
2009 la dirigente dei Servizi sociali ha sostenuto che Radu «non è immune da
precedenti penali e di polizia, conduce un tenore di vita non idoneo alla sua
situazione, ha rifiutato una borsa lavoro […] non è integrato nella società
italiana». Dunque «si sospetta che il suddetto possa trarre il proprio
sostentamento da attività illecite». In uno Stato di diritto si sarebbe sentito
il dovere di esibire prove, documentare fatti, invece in Comune «si sospetta...»
e in prefettura nemmeno si sospetta che si tratti di una sòla costruita ad arte,
così come è stato infine accertato: né sugli aggiornatissimi certificati dei
"carichi pendenti" né sul "casellario giudiziale" figurano procedimenti penali a
suo nome, così come non risultano i millantati precedenti penali.
La banda Galessi-Cattaneo-Assanelli infierisce anche sui tre figli di Romeo: «I
maggiorenni non risultano inseriti nel tessuto nazionale. Il Comune di Pavia
ravvisa, per loro, gli estremi di una situazione di "drop-out"» ovvero «il
rifiuto dei predetti di seguire un percorso di integrazione, probabilmente
dettato dall'esempio del padre». Insomma, per i contaballe comunali Romeo è un
mostro. Allora forse stupiranno nell'apprendere che il Tribunale pavese ha
accertato che è vero esattamente il contrario; e bene hanno fatto e fanno i
figli di Romeo a seguire l'esempio del padre: il maggiore frequenta assiduamente
e con profitto un istituto professionale; i voti – recita la sentenza – sono
«spesso al di sopra della sufficienza», dimostrando un costante «impegno,
volontà di apprendere, buona conoscenza della lingua italiana e perfetta
integrazione nel tessuto scolastico e sociale». La secondogenita, pur avendo
perso l'anno «ha in programma di iscriversi a giugno ad un corso serale». Quanto
al più piccolo, la certificazione rilasciata al giudice Confalonieri dal
dirigente scolastico sottolinea «l'ottimo rendimento in tutte le materie» e una
più che «buona disponibilità a relazionarsi con gli altri nel rispetto delle
regole di convivenza». Su rispetto delle regole e della civile convivenza è
dunque il caso che Cattaneo, Assanelli e Galessi prendessero lezioni da questi
piccoli Rom e dai loro genitori: come si legge nella sentenza, «il loro
comportamento dimostra quanto la famiglia li stia educando in maniera corretta,
insegnando loro l'importanza dello studio e il rispetto delle regole di buona
convivenza».
Non è finita: nella sentenza leggiamo che Radu Romeo è un «lavoratore autonomo
integrato nel tessuto socio economico del Paese, dispone per se stesso e per i
propri famigliari di risorse economiche sufficienti per la conduzione di
un'esistenza dignitosa, non è un onere a carico dell'assistenza sociale […] e
non rappresenta un pericolo per la società»: sono motivi sufficienti per
annullare il provvedimento prefettizio, emesso il 12 novembre 2009, dodici
giorni prima che Radu venisse cacciato dal centro di Fossarmato insieme a moglie
e figli.
La prefettura ha perso, Romeo ha "vinto", in forza di una sentenza che
restituisce dignità a lui e credibilità allo Stato di diritto.
Ma quale dignità potrà fingere di avere ora la bugiardissima Carla Galessi? Come
dimenticare quell'altro falso dossier infamante su presunti episodi di
prostituzione minorile tra i Rom ospitati nel Centro di San Carlo? Che dire poi
dell'altrettanto bugiardo sindaco Cattaneo, secondo cui quelli come Romeo «non
si vogliono integrare? E l'assessore Assanelli? Aveva ritagliato su di loro la
menzogna degli «uomini difficilmente difendibili». E ora?
- Parte lesa è la Prefettura, che ha creduto ai falsi dossier di sindaco
e assessorato, esponendosi così a una sonante figuraccia.
- Parte lesa sono i cittadini, di fronte alla sistematica irrisione delle
norme da parte di chi invece ne dovrebbe garantire il rispetto.
- Parte lesa sono le dieci famiglie rumene illecitamente sgomberate da
Fossarmato e da San Carlo, le stesse che, coltivando non infondati pregiudizi
verso istituzioni così profondamente illiberali e antidemocratiche, sfiduciate,
hanno subito la violenza comunale, senza nemmeno provare a far valere i loro
diritti di esseri umani prima che di cittadini.
- Parte lesa sono le istituzioni, quelle rese astratte da chi erige muri
– a Fossarmato come in Borgoticino – di fronte a ogni realtà dinamica e fuori da
coro.
- Parte lesa è la ragione, sistematicamente irrisa da chi coltiva la
cultura dell'odio, chi promuove Pavia come terra di frontiera senza più spazi
sociali né sensibilità umana. E lo fa solo per nascondere l'incapacità di
interazione tra la politica accattona e le esigenze del territorio, oltre che
con la vita delle persone.
Pubblicato da il 27-05-10
Comunque la pensiate serena notte a TUTT* e miglior risveglio
Il Parlamento europeo ha dato la sua approvazione ad una proposta della
Commissione europea che rende possibile utilizzare finanziamenti regionali
europei per migliorare le condizioni abitative delle comunità emarginate. Questa
misura, concordata previamente dagli Stati membri, sarà particolarmente
apprezzata dalla popolazione Rom che in Europa dovrebbe ammontare a circa 10-12
milioni di persone le quali spesso vivono in condizioni di estrema povertà e
segregazione.
Johannes Hahn, commissario responsabile per la Politica regionale, ha espresso
il suo plauso per questa decisione: “La comunità Rom è la più grande minoranza
etnica in Europa ed è spesso vittima di emarginazione, deprivazione ed
esclusione sociale. Plaudo alla decisione odierna che consentirà alla politica
regionale di contribuire a spezzare il circolo vizioso di cui queste comunità
appaiono prigioniere. Questa iniziativa dovrebbe rientrare in un approccio
globale comprendente anche interventi negli ambiti dell'istruzione, della
salute, degli affari sociali e dell'occupazione.”
La legislazione sui Fondi strutturali in precedenza era estremamente restrittiva
in materia di interventi abitativi e il loro criterio di fruibilità era limitato
ai dodici nuovi Stati membri dell'UE (con eccezioni introdotte di recente per
misure di efficienza energetica ed energie rinnovabili) e per il rinnovo di
condomini esistenti nelle aree urbane. Resta il fatto però che le popolazioni
Rom vivono per lo più segregate in zone rurali e in case unifamiliari.
Le misure di recente adozione estenderanno il campo d'intervento del Fondo
europeo di Sviluppo regionale (FESR) agli interventi abitativi a favore delle
comunità emarginate in tutti gli Stati membri. La modifica riguarda
esplicitamente, anche se non esclusivamente, la popolazione Rom. Essa concerne
la sostituzione delle case attuali nonché la costruzione di case nuove, sia in
ambito rurale che urbano. Il finanziamento del FESR non è applicabile ad alloggi
privati, bensì soltanto a progetti attuati dalle autorità pubbliche.
Il sostegno per gli alloggi integra azioni di più ampia portata
La soluzione del problema abitativo è considerata un fattore cruciale per
migliorare l'integrazione dei Rom. Essa però deve rientrare in un “approccio
integrato” concepito e attuato dalle autorità nazionali e regionali per
affrontare altre tematiche quali l'istruzione, lo sviluppo delle abilità,
l'occupazione e la salute.
I Fondi strutturali europei cofinanziano già diversi progetti rivolti alle
comunità Rom, ad esempio per quanto concerne l'istruzione nella prima infanzia,
l'occupazione, la microfinanza e le pari opportunità (soprattutto la parità tra
i sessi). Ad esempio, grazie a un investimento UE (1,11 milioni di euro) un
nuovo progetto di risanamento urbano verrà realizzato a Nyiregyhaza, che ospita
una delle maggiori comunità Rom d'Ungheria. La scuola segregata verrà abolita e
si rinnoveranno le strade, i campi giochi e i servizi per l'infanzia.
Oltre ai finanziamenti disponibili tramite i programmi di politica regionale, il
Parlamento europeo ha assegnato alla Commissione europea 5 milioni di euro per
un progetto pilota sull'inclusione dei Rom articolato in tre assi: istruzione
nella prima infanzia, microfinanziamento e sensibilizzazione. Il progetto è
realizzato nel corso del 2010 ed è per l'essenziale rivolto alle comunità Rom
nell'Europa centrale e orientale.
Nota per i redattori Nel luglio 2009 la Commissione ha presentato una proposta che è stata quindi
discussa dal Parlamento europeo e dagli Stati membri in sede di Consiglio.
Dalle ricerche condotte è emerso che nei paesi dell'Europa centrale e orientale
più del 50% della popolazione Rom vive in quartieri parzialmente o totalmente
segregati – una tendenza all'isolamento che si è intensificata negli ultimi
quindici anni.
Il 2010 è stato designato Anno europeo della lotta alla povertà e all'esclusione
sociale.
Disclaimer - agg. 17/8/04 Potete
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