Nuova espulsione di due Rom rumeni ed OQTF (obbligo a lasciare il
territorio ndr) a Saint-Martin d'Hères il 27 gennaio 2010.
Alcune famiglie rumene con bambini hanno trovato rifugio in un edificio
abbandonato situato in avenue Gabriel Péri à St. Martin d’Hères (Isère). Tentano
di sopravvivere con la speranza di ottenere un lavoro legale, un impiego che
garantirebbe loro dei diritti. Queste famiglie sono seguite quotidianamente
dall'associazione Roms Action nell'agglomerato di Grenoble.
Nel giugno 2009 un raid illegale della Polizia s'è concluso con l'arresto di
un padre di famiglia considerato come "il patriarca" (che non è) e di un
dipendente di Roms Action che svolgeva il proprio lavoro. Sono stati rilasciati
poco dopo, perché non c'era nessun motivo per trattenerli.
L'11 gennaio 2010 alle 7.00 del mattino, dei gendarmi sono andati al medesimo
luogo per arrestare due uomini, che sono stati direttamente inviati al centro di
detenzione di Lione e reinviati via aerea in Romania. Nel contempo le forze
dell'ordine hanno confiscato i documenti (carta d'identità e passaporto) a 3
adulti e 2 bambini, promettendo loro di ridarli l'indomani. Il 13 gennaio i
documenti non erano ancora riapparsi. Roms Action ha accompagnato gli
interessati nella ricerca dei loro documenti d'identità: la polizia ha ammesso
che la confisca dei documenti d'identità è illegale. Per contro, non hanno
accettato un reclamo contro ignoti per furto di documenti. I documenti in
questione sono riapparsi solo il 14 gennaio.
Il 21 gennaio alle 6.00 di mattina, i gendarmi hanno visitato ancora una
volta l'edificio ed hanno arrestato una donna, che è stata reinviata in Romania
con l'aereo.
Il 27 gennaio, di mattino presto, tre camionette della Gendarmerie
accompagnate da una macchina della BAC (Brigate Anti Criminalità ndr) e
da un'interprete si sono ripresentate allo stesso indirizzo.
Dopo un controllo sommario del luogo (dentro gli armadi e sotto ai letti), i
gendarmi hanno arrestato:
Una famiglia con tre bambini (15 mesi, 14 anni e 16 anni)
Una famiglia con due bambini (6 anni e 11 anni)
Un padre di famiglia (i cui due figli vanno a scuola da due anni)
Non è stata fornita nessuna spiegazione riguardo all'ispezione del luogo. Per
giustificare gli arresti, la sola spiegazione data è stata "controllo dei
documenti alla prefettura".
Alle 8.00 di mattina abbiamo appreso che le famiglie non erano in prefettura,
ma alla gendarmerie di Moirans.
Alle 16.30 veniamo a sapere che due dei tre uomini sono stati mandati al
centro di detenzione di Lione. Uno dei due era già stato oggetto di un rimpatrio
forzato in Romania due settimane fa (l'11 gennaio). Era rientrato in Francia
qualche giorno dopo, per raggiungere sua moglie e i suoi bambini che frequentano
la scuola.
Abbiamo anche appreso che gli altri 3 adulti ed i 5 bambini sono stati
rilasciati, con l'obbligo a lasciare il territorio. Le famiglie che hanno
ricevuto un OQTF non erano in Francia che da una settimana - dunque lontane dal
termine legale di espulsione, che è di tre mesi di presenza sul territorio.
Ricordiamo anche che la Romania fa parte, dal gennaio 2007, dell'Unione Europea.
Perché questo accanimento? Queste famiglie sono tranquille (il vicinato lo
può testimoniare), frequentano tra l'altro regolarmente i servizi di Roms Action
e provano a cercare soluzioni per costruire la loro vita. I bambini vanno a
scuola con la paura che la polizia li venga a cercare o che i genitori vengano
arrestati in loro assenza. Come costruire un avvenire in queste condizioni?
Chiediamo che cessino l'accanimento e le pratiche d'intimidazione verso
queste persone grandemente sconfortate.
A chi o cosa sono servite le spese generate dalla detenzione, dai giudizi e
dai rimpatri in aereo verso la Romania? Se non sono offerte alternative, le
persone ritorneranno in Francia qualche giorno dopo. A cosa servono queste nuove
espulsioni?
A nome delle persone interessate, di quante lo saranno in seguito, e di
quanti tenteranno con ogni mezzo d'arrivare,
L’associazione Roms Action
La Présidente de l'A.M.I.D.T et Samudaripen Esméralda Romanez
Niente teatro gratuito per la recita sulla Shoah. Il sindaco: inaccettabile
parallelo tra i nazisti e il governo
MILANO - Volevano esibirsi al Teatro della Martesana. Si preparavano da mesi,
i ragazzini della media Falcone di Cassina De’ Pecchi. Giorno della Memoria, le
terze sul palco. Il tema di quest’anno, la storia di Rebecca Covaciu, la
quattordicenne «pittrice» (è stata premiata dall’Unicef e le sue opere sono
esposte in tutto il mondo) che ha lanciato un appello contro la persecuzione dei
rom in Italia ed è stata soprannominata la «Anna Frank dei rom». Mancava solo il
patrocinio del Comune. Il sindaco lo ha negato: «Iniziativa non attinente alla
ricorrenza». Un recital organizzato, scritto e diretto dai ragazzi. Con il
contributo del Comune. Che non è mai arrivato. Con una lettera datata 22 gennaio
e indirizzata alla scuola, il sindaco di Cassina De’ Pecchi, il leghista e
onorevole Claudio D’Amico, ha risposto così: «Il diniego del patrocinio è
ascrivibile ai seguenti motivi: l’estraneità dell’evento proposto con la
ricorrenza da celebrare; l’inaccettabilità dell’unica chiave di lettura che
propone uno sconcertante parallelismo tra il nazismo e gli indirizzi perseguiti
dal governo del nostro Paese nei confronti della minoranza rom; infine, la
scuola dispone della palestra, location più che idonea per realizzare l’evento,
oltretutto a costo zero».
Capitolo chiuso. Almeno sembrava. Ma il 25 gennaio il dirigente
dell’istituto comprensivo non ha resistito. Con una lettera inviata al sindaco e
ai genitori delle classi terze, Sergio Roncarati ha voluto fare alcune
precisazioni: «Contesto il fatto che l’evento teatrale sia estraneo al giorno
della Memoria perché è riconducibile al nazismo e alla discriminazione delle
minoranze etniche presenti nei campi di concentramento. La scuola è
un’istituzione, non fa politica. Raccoglie spunti che provengono dalla società
per accrescere la sensibilità dei ragazzi e formare una coscienza civica». La
replica continua, avanti con le precisazioni del preside. «Sul sito della
Conferenza Episcopale Italiana (www.chiesacattolica.it)
si trova un chiaro riferimento alla vicenda della ragazza e alla giornata della
memoria del 2008. E su questo sito non ho trovato "alcun sconcertante
parallelismo tra il nazismo e gli indirizzi perseguiti dal nostro governo nei
confronti della minoranza rom"». E, infine, «la palestra è uno spazio affidato
alle manifestazioni sportive e ad eventi connessi. Per questo abbiamo affittato
il Piccolo Teatro della Martesana, perché da quando è in ristrutturazione il
teatro dell’oratorio, è l’unico spazio idoneo sul territorio di Cassina De’
Pecchi».
Botta e risposta. Che non è servito a riappacificare gli animi e anzi, ha
confermato il mancato patrocinio alla manifestazione da parte del Comune a Est
di Milano. Lo spettacolo, comunque si farà. Le mamme della scuola media
insistono: «Vogliamo tenere i ragazzi fuori dalle polemiche politiche».
L’appuntamento è per giovedì mattina e venerdì sera, ovviamente al teatro della
Martesana, pagato con il contributo delle famiglie e della scuola. Sul palco,
gli studenti. E in platea, Rebecca (che dopo varie peregrinazioni e brutte
esperienze ora vive a Milano) «la cui vicenda condurrà lo spettatore dentro una
realtà di discriminazione e, contemporaneamente, lo avvicinerà a rivelandogli
uno straordinario messaggio di gioia e di speranza».
(red.) Sembra destinata a durare la polemica tra il comune di Brescia e
quello di Guidizzolo in provincia di Mantova sul trasferimento delle famiglie
sinti in un terreno acquistato dalla controllata della Loggia, la Brixia
Sviluppo, e destinato proprio alla realizzazione di un campo nomadi (leggi
qui).
I residenti del comune mantovano hanno cominciato a scavare una trincea per
erigere successivamente una palizzata al confine tra le loro proprietà e
quella delle famiglie di nomadi, mentre il sindaco Graziano Pelizzaro ha
predisposto un'ordinanza che prevede il divieto di sosta nomadi nel territorio.
A ciò si aggiungono le 500 firme raccolte contro questo insediamento.
La Lega Nord, che ha protestato con i suoi amministratori locali dicendo che
“non staranno a guardare”, presenterà un'interpellanza parlamentare su ciò che
definisce “un tiro mancino” sferrato da un comune, quello bresciano, di
centrodestra.
La vicenda approda in Parlamento con un'interrogazione dell'onorevole
leghista Gianni Fava nella quale, dopo aver ricostruito la vicenda, si chiede al
ministro degli interni se "è a conoscenza dei fatti e quali provvedimenti
ritiene opportuno adottare al fine di evitare che i comuni mantovani non siano
costretti a subire passivamente le decisioni operate dall’amministrazione
comunale”.
Non sembra comunque che ci possa essere spazio per adire a vie legali, in
quanto il terreno è stato regolarmente acquistato e un altro lotto, per
un'analoga operazione del comune di Brescia, è stato individuato a Gazzo di
Bigarello.
IL Caso in un locale vicino al campo nomadi della martora «Due euro per un caffè, se sei rom»
Per tutti gli altri solo 75 centesimi Conto con sovrapprezzo per una nomade in un bar a Tor Cervara: costa caro
così ve ne andate da un'altra parte
Lo scontrino del caffè: due euro (Brogi)
ROMA - Via di Tor Cervara, un bar. Siamo nella periferia est di Roma, tra
Tiburtina e Collatina, vicino al Raccordo anulare. Ma anche nei pressi
dell’ufficio immigrazione della questura di Roma e del quartier generale della
Guardia di Finanza. Vicino c’è infine un campo nomadi, quello della Martora. In
fila alla cassa, per un caffè. Costa 75 centesimi, annuncia la tabella in mostra
alle spalle della giovane cassiera italiana. Diamo un euro, in cambio di uno
scontrino e di 25 centesimi di resto.
CONTO DIVERSO - Poi tocca a una nomade. Chiede un caffè anche lei. «Due euro», è
la risposta. «Ma come?», protesta la donna. «Ieri costava un euro e cinquanta.
Oggi due?». Imperturbabile la cassiera ribatte: «Sono due euro». La direttiva
deve essere molto netta. Caffè a due euro. La nomade paga, lo scontrino indica
come voce dell’acquisto la categoria «varie». Accanto ci sono due agenti, stanno
acquistando cartelle del Superenalotto alla vicina cassa, sono indaffarati,
forse non sentono. Eppure la nomade ha protestato alzando un po’ la voce.
Il bar in via di Tor Cervara (Brogi)
IL SOVRAPPREZZO - Va avanti così da tempo. Finora era un euro e mezzo, oggi
(mercoledì 3 febbraio) è addirittura scattato un ulteriore sovrapprezzo. La
banconista addetta alla macchina del caffè è una giovane rumena, alla nomade
rumena come lei (ma rom) serve il caffè richiesto in un bicchierino di plastica.
Tutto avviene in silenzio ora. Non è la prima volta che succede. La nomade
lavora come operatrice di una cooperativa per la scolarizzazione dei bambini
rom. Se ne va via col suo bicchierino di plastica in mano e lo scontrino che
registra il prezzo del caffè probabilmente più caro d’Italia.
LA SPIEGAZIONE - Una volta fuori la nomade spiega: «Un giorno me l’hanno anche
detto chiaro e tondo, il caffè costa caro perché così ve ne andate da qualche
altra parte…». Sono appena passate le 15,12, dice lo scontrino, e in via di Tor
Cervara si è ripetuta una scena che i rom considerano abituale. Tra gli
operatori della cooperativa la vicenda infatti è più che nota, sono state fatte
anche segnalazioni a quanto riferiscono alle forze dell’ordine, i controlli si
sarebbero arenati di fronte al fatto che ogni esercente fa quello che vuole.
Questo il succo degli interventi effettuati. Però, ricordano gli operatori della
cooperativa in cui è ingaggiata anche la nomade, la tabella dei prezzi esposta
dovrebbe pur contare qualcosa…
Come ieri sera a Zelig Enrico Brignano ha sparato a zero sui rom.
Non è stato scherzoso, né gentile, né tantomeno riguardoso nei confronti dei rom
di tutta Italia.
Dobbiamo fare qualcosa!!
Se comincia a passare il messaggio, attraverso la satira, che "gli zingari ladri
vogliono prendere dall'Italia per portare altrove" dove andiamo a finire?
Zingari e Viaggianti possono spesso essere descritti nei libri per bambini, ma
raramente si scrive di loro. Ma Hilda Brazil ha messo la penna sulla carta per
trovare questo libro ed il risultato sta facendo strabiliare i genitori. Il suo
libro Romany Johnny Joe racconta di come rospi e rane residenti a Toadville si
stiano preparando per una prova di forza dove il detentore Romany Johnny Joe
difende il suo titolo. Ma quest'anno deve affrontare il sindaco di Toadville, un
rospo effettivamente molto grande, sir Burty Marshland.
Hilda lavora per il servizio della giustizia infantile del Consiglio della
Contea del Surrey e si è dedicata a sfidare i pregiudizi che affrontano i
giovani Zingari e Viaggianti. "Non ho avuto una grande istruzione," dice, "ma
questo non significa che non avevo una grande immaginazione. Con l'aiuto di un
computer e di un correttore ortografico ho provato che chiunque può produrre un
libro."
Pubblicato da Athena Press, il libro è un saggio racconto su come uno
sfavorito può affrontare un avversario più potente. Corredato da illustrazioni
che i bambini possono colorare, sta attirando genitori dalla Gran Bretagna e
dall'Australia sul sito
Amazon.com. Un acquirente soddisfatto, O.J Barwick ha scritto:
"E' una storia affascinante dove lo sfavorito vince contro tutti i
pronostici! Progettato per bambini dai sei ai dieci anni, si rivolge a tutti
quanti pensano che la sorte sia contro di loro. E' anche un libro scritto da una
Romanichal che conosce l'arte diraccontare le storie, con riferimento alla
passata vita rurale ed alle tradizioni. Puntualizza con garbo gli errori del
pregiudizio e della discriminazione. Sarebbe indicato per le scuole primarie che
hanno bambini Viaggianti e per quelle che non ne hanno!
La multinazionale francese viene accusata di comportamenti razzisti e di
discriminazione dei disabili. Dopo un tam-tam in Rete, è costretta a modificare
il sito ufficiale in cui invitava i clienti a segnalare eventuali nomadi vicino
ai punti vendita. E intanto alle cassiere viene imposto di andare in bagno solo
a una volta ogni quattro ore
Ad accorgersene è stato un
blogger milanese, che - lo dice lui stesso - «non ci voleva credere». E
invece era vero: tra i possibili disservizi che la catena di grandi magazzini
Carrefour invitava a segnalare, c'era anche l'eventuale «presenza di nomadi» nei
pressi dei loro punti vendita. Il tutto nel sito ufficiale (italiano)
dell'azienda francese, presente con più di diecimila negozi in una trentina di
paesi (65 ipermercati solo nel nostro Paese).
Il blogger che ha scoperto la vicenda ci ha riso (amaramente) su, suggerendo di
aggiungere anche la possibilità di «segnalare l'eventuale presenza di ebrei, di
omosessuali, di cinesi, di marocchini, giusto per non lasciare fuori nessuna
categoria da discriminare». Ma, ironie a parte, la "tendina razzista" presente
nel sito di Carrefour ha rapidamente fatto il giro della Rete, con inevitabili
proposte di boicottaggio.
E così - seppur non ripresa da nessun giornale o canale televisivo - la
questione dev'essere arrivata sul tavolo di qualche manager italiano, che ha
rapidamente impartito l'ordine di far sparire la scritta razzista. E così è
stato: dopo meno di 24 ore dalla prima segnalazione in rete, il sito era stato
modificato.
Una grande vittoria per i blog, dunque, che con il loro tam-tam hanno costretto
una multinazionale a tornare sui suoi passi.? Forse, ma una vittoria solo a
metà, perchè Carrefour ha sì cancellato l'opzione razzista, ma zitta zitta,
senza dirlo a nessuno. Nessun comunicato di scuse, nessuna ammissione di
responsabilità. Il contrario esatto della trasparenza che oggi i consumatori
-che sono anche cittadini - chiedono sempre di più a tutte le aziende.
Non è la prima volta che Carrefour impatta nella forza della rete, dopo una
pessima figura; qualche tempo fa la madre di un bambino disabile denunciò
sul suo blog le umiliazioni subite dal figlio nel corso di un'animazione
dell'azienda. In quell'occasione la Carrefour
fu costretta a scusarsi pubblicamente, cosa che questa volta non ha
(ancora?) fatto.
La stessa Carrefour è recentemente salita agli onori delle cronache per aver
imposto alle proprie cassiere di andare in bagno non più spesso si una volta
ogni quattro ore (LEGGI).
Due anni fa la stessa azienda aveva scatenato le proteste dei sindacati
per aver sospeso i pulmini di trasporto dei dipendenti disabili nella sede
di Paderno Dugnano, ritenendo il servizio «economicamente svantaggioso e non
indispensabile».
Nel settembre scorso i grandi magazzini finirono al centro di
un altro scandalo perché sui banconi venivano vendute bottiglie di alcolici
con le effigi di Hitler.
A completare l'opera,
l'azienda
ha appena disdetto unilateralmente il contratto integrativo con i suoi
dipendenti. Il Tutto mentre l'azienda
festeggia in borsa un ottimo risultato di vendite e un aumento dei ricavi (LEGGI).
Insomma, Carrefour incassa ma non sembra curare molto la sua reputazione in
termini di responsabilità sociale, pur essendo uno dei gruppi più grandi e
potenti del mondo. O forse proprio per questo.
(04 febbraio 2010)
Di Fabrizio (del 06/02/2010 @ 09:01:49, in media, visitato 1597 volte)
In questi giorni ho rischiato la solita indigestione di
notizie e buone parole sulla Giornata della Memoria. Non sarebbe male (anzi,
credo che il suo scopo sia proprio questo) che questa Memoria si spalmasse su
tutto l'anno e non su di una settimana. Riporto l'articolo che segue, perché
dopo molte parole giuste e altrettanta retorica, mi sembra una descrizione
sintetica e asciutta (un buon bigino, insomma) di cosa successe
Quello che è successo 65 anni fa è ben noto alla memoria collettiva, nonostante
ciò penso sia bene ricordarlo ai più giovani e a chi poca memoria storica.
La data simbolica scelta è quella del 27 gennaio, perché proprio quel giorno,
nel 1945, le truppe sovietiche dell'Armata Rossa arrivarono presso la città
polacca di Auschwitz, scoprendo il campo di concentramento e liberandone i
pochi superstiti.
Ad Auschwitz, come negli innumerevoli altri campi di concentramento e di
sterminio creati dalla Germania nazista, erano stati commessi crimini di
incredibile efferatezza.
Tra il 1939 e il 1945 si consumò in Europa la più grande tragedia della storia,
nota col nome di Shoa, cioè lo sterminio del popolo ebreo e, non solo.
Tredici milioni di uomini vennero ridotti in cenere, uccisi, massacrati,
di questi, 6 milioni erano ebrei provenienti dall’Europa centro orientale, dalla
Francia, dall’Olanda e dall’Italia, gli altri 7 milioni furono definiti dai
nazisti untermenschen, cioè dei sottouomini: rom e sinti, più comunemente detti
zingari, disabili, prostitute, alcolisti, omosessuali, malati di mente,
categorie non omologabili alla visione del nazifascismo.
Queste categorie incarnano l’idea di alterità, diversi da tutto ciò che è l’idea
di buono. Intollerabile per la cultura nazifascista.
Il nazifascismo si basa su un elemento fondamentale:disuguaglianza tra gli
uomini, dimostrata con pretese scientifiche.
Gli ebrei sono coloro che hanno rifiutato il Cristo, che non vogliono accettare
la verità, hanno una coscienza attiva.
Mentre per gli zingari si tratta di a-sociali, perché non vivono secondo i
criteri della cultura dominante, hanno un’idea altra di come si vive, sono
pacifici, hanno valori di maggiore libertà, spregiudicatezza, e apertura nei
confronti della vita.
Ancora oggi i rom sono indifesi e pochi sanno che lo status di vittime di
nazifascismo non è stato ancora loro riconosciuto.
Quindi i crimini tremendi di violenza, di odio, non furono commessi solo contro
il popolo ebraico e gli altri popoli e categorie “diverse”, ma in un certo senso
contro tutta l’umanità, perché l’olocausto è stata la sconfitta dell’uomo e
della sua intelligenza, giacchè usò il suo sapere per scopi criminali,
tramutando quelle conquiste scientifiche e tecnologiche, di cui l’Europa era
allora protagonista indiscussa, in strumenti per annichilire e distruggere
intere popolazioni.
E’ bene non dimenticare che anche la concezione del fascismo in Italia è stata
razzista, basti pensare alle leggi del 1938 in difesa della razza italiana, che
causarono l’espulsione di tutti gli ebrei dalle scuole e dagli uffici pubblici.
A guerra finita quando il mondo “si svegliò” si domandò com’era stato possibile
quel crimine così violento e soprattutto quali comportamenti e azioni mettere in
atto per scongiurare che accadesse di nuovo.
Dalla consapevolezza dei crimini di cui il nazismo si era macchiato nacque nel
1948 la Dichiarazione universale dei diritti umani, promulgata dalle Nazioni
Unite con lo scopo di riconoscere a livello internazionale i diritti
inalienabili di tutti gli uomini in ogni nazione.
Su questa giornata sono stati scritti libri, articoli, e per me scrivere con la
mia piccola penna significa far rivivere la mia memoria storica, perché sono
convinta che la memoria serva per il passato, ma anche per il presente per
costruire il futuro, un futuro migliore.
Di Sucar Drom (del 06/02/2010 @ 09:38:56, in blog, visitato 1639 volte)
Roma, iniziata la demolizione del Casilino 900
Al via la demolizione del Casilino 900: alle dieci di questa mattina, la prima
baracca è stata abbattuta da una ruspa. Dopo il trasferimento di lunedì dei 120
rom da via Salone al "campo" di Castelnuovo di Porto, è partita l'operazione di
esodo dal Casilino 900 a via Salone. Il "cam...
Roma, piano rom: Sant'Egidio sbatte la porta
Trasferiti contro la loro volontà e minacciati. Il "piano nomadi" è appena
partito e, dopo le proteste di ieri in via Salone e gli abbattimenti delle prime
baracche del Casilino 900 di oggi, si registra una clamorosa rottura. Il sindaco
Gianni Alemanno plaude soddisfatto alla realizzazione di un ...
Roma, Najo Adzovic: data storica ma rimangono perplessità e paure
«Questa è l'occasione per fare una vita migliore dopo 16 anni vissuti al
Casilino 900, e per essere spostati in un campo più igienico e attrezzato
dove abbiamo anche alcuni parenti che ci aspettano. Siamo contentissimi». Sono
le parole di Hakija Husovic, portavoce d...
Roma, la chiusura del Casilino 900? Uno spot elettorale
Situazione molto particolare si è creata a Roma con l’attuazione del cosiddetto
“piano nomadi”, strutturato dal Comune e dalla Prefettura. Il primo dato che
emerge è che i Rom non sono stati fatti partecipi di quanto stava succedendo,
con il risultato che permangono paure e diffidenze. Ma non solo perché si è
mortificato un processo partec...
Mantova, Porrajmos - Binario 1
Numerose sono le iniziative per il Giorno della Memoria, organizzate nella
Provincia di Mantova. Come ogni anno l’associazione Sucar Drom, l’Istituto di
Cultura Sinta e le Comunità sinte e rom mantovane invitano tutti alla
commemorazione del P...
Di nuovo Il Giorno della Memoria tra pogrom e violenze contro i Rom e i Sinti
Di nuovo Il Giorno della Memoria sarà celebrato in tutta l’Italia e in tutto il
Mondo. Il 27 gennaio 1945 l’Armata Rossa abbatteva i cancelli di Auschwitz
ponendo fine alla persecuzione su base razziale subita da Sinti, Rom ed Ebrei in
Germania, in Italia e nei P...
Torino, una brutta storia
Sola, con padre e fratelli in galera, con una figlia di appena quattro anni e
senza un soldo in tasca. Anna (nome di fantasia), giovane madre rom di 22 anni,
ha chiesto aiuto a un caro amico di famiglia, un quarantenne italiano residente
a Moncalieri. Lui l’ha aiutata, le ha prestato del denaro...
Mantova, il discorso del Sindaco per Il Giorno della Memoria
Mercoledì 27 gennaio si sono tenuti al Bibiena il consiglio comunale e
provinciale congiunti al Bibiena. L’appuntamento era dedicato alla Giornata
della Memoria. Hanno parlato il professor Stefano Levi Della Torre, docente del
Politecni...
Guidizzolo (MN), strumentalizzazioni e xenofobia
La questione “Sinti a Birbesi” è deflagrata in maniera violenta in questi giorni
nel peggior modo. Qualcuno sia nel cento-destra che nel cento-sinistra ha voluto
strumentalizzare in chiave elettorale la volontà di persone serie e per bene, le
famig...
Brescia, un progetto abitativo a rischio
La questione “Sinti a Birbesi” si è infiammata sempre di più tra
strumentalizzazioni politiche e paure della gente amplificate da agitatori senza
scrupoli. Attualmente nel Comune di Brescia è in atto lo scontro intestino tra
il Pdl e la Lega Nord (insieme al governo d...
Milano, ennesimo sgombero nell'indifferenza e nel cinismo
Sgomberato a Milano un insediamento abusivo in via Rogoredo, sotto i ponti della
Tangenziale Est. Il blitz è scattato alle 7.30 di ieri mattina ed erano presenti
anche la Croce rossa e un medico della polizia locale che ha effettuato alcune
visite durante l'operazione. Sono stati allontanati 90 r...
Andrea Riccardi: "Roma troppo dura con i poveri"
«A Roma c´è tanta durezza e poca sensibilità verso i più deboli. In questi anni
sono aumentate le persone morte per strada e questo è un fatto rivelatore». La
denuncia sociale è del fondatore della Comunità di Sant´Egidio Andrea Riccardi
ieri al termine della messa ...
Brescia, un dramma frutto dell'ignoranza
Un dramma nel dramma sta scuotendo Brescia e la comunità Rom rumena. Una
ragazzina di quattordici anni si è spostata con un ventiduenne, sieropositivo
dall’età di cinque anni dopo una trasfusione a Bucarest. La Procura l'altro ieri
ha arrestato il giovane, muratore di 22 ann...
Guidizzolo (MN), il Consiglio comunale vara una norma antiSinti
Il pubblico è quello dei grandi eventi. Sono usciti di casa, i guidizzolesi, con
il sapore del caffè ancora in bocca e i piumini infilati di corsa sopra le
felpe. Che non è il voto al bilancio, che verrà approvato a maggioranza, ad aver
attirato decine di persone alla riunione del consig...
Guidizzolo (MN), una pagina nera per Mantova
Nel Consiglio comunale di Guidizzolo si è consumata una delle pagine più tristi
della nostra provincia. In sintesi con una decisone lampo sono state modificate
le norme urbanistiche per impedire a quattro famiglie di poter risiedere nella
frazione di Birbesi, in un terreno ch...
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