Ieri nell’aula consiliare di Palazzo Marino l’assessore alla Famiglia (!)
Mariolina Moioli festeggiava la XXª Giornata internazionale dei diritti
dell’Infanzia. Poche ore prima, in un’alba livida come questa città, centinaia
di poliziotti, carabinieri, poliziotti locali sgomberavano 300 persone di etnia
rom con 80 bambini, 40 dei quali frequentavano le scuole del quartiere. Con le
poche cose personali, venivano distrutte le speranze di una vita meno
disumana per queste 40 famiglie, per chi aveva un lavoro, precario e in nero ma
lavoro, e aveva cercato di inserirsi in un contesto civile grazie alla
solidarietà delle maestre delle scuole, di cittadini che accompagnavano i
piccoli «zingari» a scuola e soprattutto delle associazioni – la comunità di
Sant’Egidio e i Padri somaschi soprattutto - che sostenevano questo faticoso
percorso di inserimento sociale. In questa coincidenza, non casuale, perché uno
sgombero non si improvvisa, c’è tutta la ferocia di questa città, della sua
squallida amministrazione i cui spiriti più brillanti sono il vicesindaco De
Corato che si vanta di circa 150 sgomberi in un anno e il capogruppo leghista
Salvini, quello delle carrozze separate per gli extracomunitari e del fora dai
ball per i rom e «mai una moschea a Milano».
Si può essere stupefatti dall’arroganza di questa amministrazione nell’esercizio
del potere, che non teme nemmeno la critica e se ne frega, virilmente, delle
normative nazionali e internazionali che tutelano l’infanzia e che prevedono
garanzie in caso di sgomberi (preavviso, alternative, ecc.). Ma io non mi
stupisco più, ho capito che questa Milano, con il suo Expo, i suoi affari in
mano a ‘Ndrangheta e Camorra, la scelta di cancellare la cultura
dell’accoglienza e della solidarietà, è una città fuori dall’umanità, una città
che perde i suoi giovani e la sua cultura, una città senza più anima, destinata
a essere un deserto nel quale le voci dell’umanità si spengono. Ma in questa
città io ho fatto un figlio e ho visto nell’ospedale nel quale mio figlio è nato
tante altre zingare, tanti altri extracomunitari che mettevano al mondo i loro
figli e credo che con queste nuove vite abbiamo seminato il fiore della
speranza. Quando cresceranno questi bambini così diversi da De Corato e da
Salvini (ma com’erano da piccoli, rubavano i giochi ai loro vicini?) non saranno
soli e tutti insieme aiuteranno questa città e ritornare civile, giusta e umana.
PRISTINA, Kosovo, 16 novembre (UNHCR) – Ukshin Toplica sentiva che sarebbe
tornato veramente a casa, una volta che avesse rinnovato la casa che era stato
costretto a lasciare un decennio fa nella capitale del Kosovo Pristina.
"Ora che la mia casa è finita, non mi sono mai sentito meglio," dice
orgogliosamente il 49enne Ukshin ai visitatori della sua nuova casa."Non c'è
nessun posto come casa propria." E' di buon umore perché ha iniziato una piccola
attività in proprio, con i fondi UNHCR, provvidenziale per la sua famiglia di 11
persone in duri tempi economici.
Ma per molti anni Ukshin ha pensate che non avrebbe mai potuto ritornare in
Kosovo dall'esilio nella vicina Repubblica di Macedonia. "Ho sempre voluto
riportare indietro la mia famiglia. Ma ci era stato detto che gli Albanesi
avevano occupato tutte le case nel nostro vecchio quartiere, così non ci
sentivamo sicuri a tornare."
Non è sempre stato così. Per anni lui e la sua famiglia di Rom di lingua
albanese, conosciuti come Askali, avevano vissuto serenamente accanto all'etnia
albanese nel distretto di Vranjevic della capitale Pristina. Ukshin lavorava
come guardia di sicurezza. "Il salario bastava per la mia famiglia, e prima del
conflitto vivevamo bene," ricorda.
Ma la vita della famiglia Toplica fu gettata nel trambusto quando la NATO
intervenne militarmente alla fine del marzo 1999, dopo aver richiesto il ritiro
delle forze di sicurezza serbe dal Kosovo e la fine alla discriminazione contro
i kosovari albanesi.
"Tutti lasciarono le loro case una volta che iniziò il bombardamento in
Kosovo," ricorda Ukshin, aggiungendo che la sua famiglia seguì i propri vicini
albanesi e fuggì in Macedonia. "Non avevamo scelta," spiega. Invece, la maggior
parte dei kosovari non albanesi di lingua rom fuggirono oltremare al termine del
conflitto.
Circa 1 milione di persone hanno cercato rifugio in Macedonia ed in altri
paesi durante il conflitto, terminato nel giugno 1999 quando le forze serbe
furono respinte e le truppe NATO inviate sul territorio. Il ritorno degli
Albanesi innescò l'esodo di circa 200.000 Serbi, Rom, Askali, Egizi ed altre
minoranze.
"Tutti avevamo tanta paura," dice Ukshin della sua famiglia fuggita in
Macedonia. Nella confusione e nella fretta, furono separati ed arrivarono in
aree differenti della Macedonia settentrionale. "Dopo tre giorni, mi riunii con
la mia famiglia a Skopje. Eravamo terrorizzati e depressi perché non sapevamo
mai cosa sarebbe successo il giorno dopo."
Ukshin e sua moglie, Hatixhe, hanno lottato per vestire e nutrire i loro
sette figli a Skopje. Altri due sono nati nella capitale macedone. Grazie ad un
contributo di 210 €u. dell'UNHCR, hanno affittato una casa alla periferia di
Skopje. "Non c'erano possibilità di lavoro. A volte, pulivo le strade e mi
davano qualcosa. Dipendevamo dall'UNHCR," rivela.
Negli anni seguenti, circa 16.000 Serbi e Rom sono ritornati in Kosovo, ma la
famiglia Toplica era preoccupata per la situazione ed ha aspettato sino a
novembre dell'anno scorso prima di tornare. "Sono andato all'UNHCR ed ho
registrato la mia famiglia per ritornare, così ci hanno portato qui. Il giorno
che siamo rientrati in Kosovo è stato davvero emozionante, mia moglie ed i
bambini non ci credevano che eravamo a casa," dice Ukshin.
La famiglia si è trasferita nella casa rinnovata nel loro vecchio quartiere.
Lo staff UNHCR a Pristina visita regolarmente la famiglia per verificare il suo
reintegro. E' stato un anno di sfida. Nel mezzo della recessione globale, hanno
affrontato difficoltà economiche in un'area dove circa metà della popolazione
adulta è disoccupata. Ma hanno beneficiato di un pacco aiuto dell'UNHCR e dei
suoi partner, che includeva cibo per sei mesi ed assistenza extra-alimentare.
Ukshin si è unito anche ad un progetto UNHCR che aiuta chi ha fatto ritorno a
sviluppare nuove capacità e diventare autosufficienti. Ha acquistato un mini
trattore col rimorchio per raccogliere plastica e scarti da rivendere ad una
compagnia di riciclaggio. Inoltre usa il suo veicolo per fornire un servizio di
trasporto nel quartiere. "Ho la mia attività," dice Ukshin, aggiungendo:
"Possiamo vivere del nostro denaro e delle nostre fatiche."
I membri della famiglia Toplica si sentono pienamente integrati nella loro
comunità. Come per altri che han fatto ritorno in Kosovo, la sfida principale è
di migliorare le proprie condizioni di vita ed assicurarsi la sopravvivenza
economica. UNHCR continua ad offrire aiuto e consulenza.
Sabato 28 novembre 2009, Mantova, Teatro Bibiena, ore 21.00 Norig, la nuova grande voce della sterminata koiné gitana. Intensa,
magnetica, affascinante, Norig è il presente e il futuro di un approccio al
canto che ha pochi uguali per capacità di trasformare la voce in un mobile e
sensuale segno di umanità.
Di Fabrizio (del 25/11/2009 @ 09:03:04, in Italia, visitato 2625 volte)
Segnalazione di Consuelo Pollini
Caritas Ambrosiana è lieta di invitarvi al convegno IL BELPAESE DEI ROM.
stereotipi pregiudizi conflitti utopie. L’incontro si terrà giovedì 3 dicembre
dalle ore 9.00 alle ore 17.00 nella SALA ASSEMBLEE INTESA SANPAOLO - Piazza
Belgioioso, 1 – Milano. I posti sono limitati, è necessaria l’iscrizione tramite
e-mail arom.ambrosiana@caritas.it
o attraverso il modulo di iscrizione on-line all’indirizzo
http://www.caritas.it/belpaese/
CONVEGNO 3 DICEMBRE 2009 IL BELPAESE DEI ROM stereotipi pregiudizi conflitti utopie SALA ASSEMBLEE INTESA SANPAOLO - Piazza Belgioioso, 1 - Milano
9.00 Introduzione e saluti di benvenuto
Don Roberto Davanzo
Direttore Caritas Ambrosiana
Fondazione Cariplo
Coordina Diego Cipriani, Caritas Italiana
10.00 Definizione, origine e sviluppo dello stereotipo
Alessandro Dal Lago
Professore ordinario di Sociologia dei processi culturali, Università di Genova
10.45 Rom e Sinti in Italia tra stereotipi e diritti negati
Gianni Loy
Professore ordinario di Diritto del lavoro, Università di Cagliari
Pausa
11.45 Non solo pregiudizio. La costruzione del Rom come nemico pubblico
Marcello Maneri
Docente e ricercatore in Sociologia e Ricerca sociale, Università di
Milano-Bicocca
12.15 Il pregiudizio antizigano, sensibile ai contesti di politica locale
Tommaso Vitale
Docente e ricercatore in Sociologia urbana e Sociologia politica, Università di
Milano-Bicocca
12.45 Dibattito
Buffet pranzo
Coordina Paolo Lambruschi, Giornalista
14.00 Proiezione del video “Via Novara 523”, regia di Gaetano Maffia
14.30 Muoversi nella complessità tra passato presente e futuro
…con i rom di via Novara
A cura di Caritas Ambrosiana
15.00 Uguali e diversi. È possibile coabitare?
Mediazione e gestione dei conflitti
Marco Bertoluzzo
Docente di Psicologia, Università di Torino
15.30 Dal pregiudizio alla diversità come bene pubblico. Oltre l'idea di
minoranza
Ilenia Ruggiu
Ricercatore di Diritto costituzionale, Università di Cagliari
16.00 Dibattito e conclusioni
Mostra fotografica “Ieri, oggi e domani… altri occhi su una stessa realtà” di
Elena Gagliardi
Con preghiera di diffusione.
Segreteria Rom- Sinti
Caritas Ambrosiana via San Bernardino, 4
20122 Milano
02 76037262
Di Fabrizio (del 25/11/2009 @ 09:10:44, in Italia, visitato 1485 volte)
Ricevo da
Eugenio
Viceconte: Ricevo e pubblico questo comunicato di Andrea Alzetta di Roma in
Action.
Mi associo preoccupato perché Forza Nuova sta soffiando sul fuoco del razzismo,
di recente lo ha fatto ad Alba Adriatica, ora torna a farlo a Roma.
Venerdi’ 27 novembre forza nuova ha indetto una manifestazione contro i Rom di
Casilino 900. Si tratta dell’esasperazione ulteriore e preoccupante di un clima
che alimenta la guerra tra i poveri e l’intolleranza, dimenticando la
solidarietà e il rispetto per i diritti umani e sociali.
Questa provocazione di Forza Nuova è inaccettabile, soprattutto dopo che la
stessa Amnesty International ha sollevato il problema del rispetto dei diritti
umani dei Roma. Non è accettabile consentire che un gruppo razzista, nazista e
xenofobo offenda la tradizione democratica di questa città, proponendo pulizie
etniche e appartaid.
Il sindaco intervenga immediatamente, se non vuole avvallare il sospetto che sia
interessato ad esasperare gli animi sulla questione rom per giustificare
ulteriore sgomberi indiscriminati.
Ricordo che è stato Alemanno a negare la possibilità di uno sgombero forzoso,
parlando invece di un trasferimento in un campo attrezzato, previsto dal piano
nomadi.
Mi auguro che il prefetto vieti la manifestazione. La manifestazione va vietata
e non per una questione di ordine pubblico, ma per una questione di civiltà,
perché la questione dei rom non va affrontata in modo disumano, ma contemperando
le esigenze dei residenti con il rispetto dei diritti umani.
Ma comunque ci penseranno le realtà sociali e il movimento a cacciare questi
reietti dal quartiere e dalla città e a porre un argine democratico alle derive
xenofobe e naziste.
Andrea Alzetta, Roma in action
Action-diritti in movimento
Due ragazzi sono balzati sotto un treno perché i genitori di lei non
volevano che uscisse con un ragazzo zingaro.
La ragazza ha scelto la morte prima di rompere con il quindicenne Tsetso.
[...] Questa storia di Romeo e Giulietta ha avuto luogo domenica mattina
sulla ferrovia tra i villaggi di Dubova Mahala e Brusartsi, vicino alla città di
Lom. La sedicenne Albena Mitova ed il suo innamorato Tsvetan Plamenov, di un
anno più giovane, hanno deciso insieme di suicidarsi, perché i genitori della
ragazza non volevano che si impegnasse con uno zingaro. I due si son presi per
le braccia e sono saltati sulla sede ferroviaria. Il treno merci era in
arrivo, prestava regolare servizio da Vidin e Sofia e li ha investiti. Albena è
stata uccisa dall'impatto e Tsvetan sta lottando per la vita nell'Ospedale di
Lom.
Sabato tutto sembrava normale nelle case dei due ragazzi. Benjy, come
la chiamava Tsetso, aveva cenato con la sua famiglia nella loro casa in
Kniazheva Mahala.
"Quel giorno eravamo andati a far compere. Mi aveva detto che aveva rotto col
ragazzo zingaro. Eravamo molto intime e mi diceva tutto," ha detto ieri Nadia,
la mamma di Albena, ai giornalisti di The Monitor. Secondo la madre, che
gestisce la locale locanda, non c'erano segni che sua figlia intendesse
suicidarsi. Dopo che i genitori erano andati a letto verso le 23.00, Albena
aveva chiamato Tsetso.
"Era balzato sulla sua bicicletta ed era scomparso. Sembrava completamente
impazzito. Non mi ha dato il tempo di chiedergli dove andasse o cosa stesse
succedendo," dice Plamen, il padre del ragazzo, con le lacrime agli occhi.
Con la sua famiglia vive nel vicino villaggio di Dinkovo, che è a 3 o 4 km.
da Kniazheva Mahala. Nessuno sa cosa è successo quella notte. Circa alle 5 di
mattina, il 35enne ingegnere Rossen N. ha visto due persone sulla massicciata
della ferrovia. Preso dalla paura ha azionato la sirena del treno, ma non si
sono mossi. Il dipendente della BDZ ha fatto quanto possibile per arrestare la
macchina di 223 tonnellate, ma la collisione è stata inevitabile. L'ingegnere ha
visto i corpi dei due ragazzi volare per aria come bambole di stracci. Rossen ha
fermato il treno e riportato l'incidente ai suoi superiori. I medici arrivati
sulla scena hanno determinato che la ragazza era morta ma che Tsetso respirava
ancora. I genitori dei ragazzi hanno offerto due versioni completamente
differenti di ciò che era successo.
"Non può aver preso questa decisione da sola. Era una ragazza quieta e
modesta. Era sempre in casa davanti al PC. Non c'era modo che potesse conoscere
a che ora passava il treno," dice Nadia fissando il nome sulla corona funeraria.
"Venite a vederla. Il suo corpo non è stato mutilato. Il medico mi ha
detto che aveva rotti i due legamenti. Ha battuto la testa cadendo e quella è
stata la causa della sua morte," dice il padre addolorato, Dimcho, che è anche
il sindaco del villaggio. Albena era la loro unica figlia. La adottarono appena
nata.
"Era la luce dei miei occhi. Le davamo tutto. Era stata accettata alla Scuola
Superiore di Economia di Vratsa. Per tutti noi fu una grande notizia. Dev'essere
successo qualcosa. Qualcuna deve averla convinta. Non mi fermerò finché non
troverò la verità," è il voto della madre che continua a singhiozzare.
Plamen è categorico quando dice che suo figlio era innamorato perso di Benji.
"I ragazzi non volevano essere separati. Spesso Dimcho veniva qui con la polizia
per portare via sua figlia ed il giorno dopo erano di nuovo insieme," dice il
padre del ragazzo ferito. Si lamenta che ai genitori di Albena non piaceva
Tsvetan non solo perché aveva la pelle scura, ma anche perché era povero.
Non aveva soldi neanche per una fetta di pane
Tsvetan ora ha bisogno di 260 Leva per un'operazione alle braccia, entrambe
fratturate. Ha un ematoma al cervello ed è in coma. Dall'incidente non ha
ripreso conoscenza e non può raccontare cos'è successo alla sua amata. Tranne a
sua madre, Valentina, a nessuno è permesso visitarlo. Lei dice che un lato della
testa del ragazzo è gonfio in maniera preoccupante.
"Sono così poveri che non so come potranno permettersi le cure per il
ragazzo, dice Yulia Georgieva, sindaco del paese di Dinkovo.
Infatti, suo padre è l'unico parente che ha Tsetso. I due vivono in una
povera casa ad un piano. Suo padre va di porta di porta dai vicini ad offrire i
suoi servizi, per avere un po' di denaro. La madre del ragazzo li ha lasciati
circa un anno fa per vivere a Sofia, e tornava ogni tanto a trovarli. I vicini
si sono sentiti offesi ieri a vederla tornare da Sofia su un taxi.
"L'altro giorno Tsetsko e suo padre non avevano soldi per comperare il pane.
Gli ho dato quattro fette ed un Lev. Mi hanno detto poi che quel giorno Plamen
aveva perso i sensi perché non aveva mangiato," ci ha detto un vicino. Quando
gli abbiamo parlato ieri, il padre del ragazzo era preoccupato che quando
scoprirà cos'è successo ad Albena, Tsetso tenterà nuovamente di uccidersi.
Katia Ilieva and Galia Petrova
.....Achili man jag kiti te na merav shilestar ...
...davla tuke andar vogiestar!
Romani Baht Fountation
8 Nov Jivot str.
1373 SOFIA
BULGARIA
Tel./fax +359 2 920 42 72
Di Sucar Drom (del 25/11/2009 @ 14:35:52, in Kumpanija, visitato 2109 volte)
«La comunità di Casilino 900 chiede alla società civile, ai cittadini,
alle associazioni, ai comitati di quartiere di essergli vicino il prossimo
venerdì 27 novembre dalle ore 17, mentre si svolgerà
la
provocatoria manifestazione razzista di Forza Nuova che intende raggiungere
il campo esasperando la spinta politica già messa in atto con Casilino 700».
È questo l’appello
di Najo Adzovic, portavoce del Casilino 900. «Stiamo lavorando con tutto
il nostro impegno perché la baraccopoli di Casilino 900 venga chiusa e affinché
venga offerta a quanti ci vivono una reale possibilità di riscatto sociale e di
integrazione partecipando fattivamente ai tavoli con l’Amministrazione Comunale
e la Prefettura».«Vogliamo che la chiusura del Casilino 900 risulti un passaggio
storico verso il superamento dei campi, luoghi di rifiuto e di segregazione
sociale e non l’ennesimo sgombero senza alcuna alternativa. Siamo i primi a
voler andar via, nessuno ama vivere in baracche tra topi e immondizie, e siamo
disposti lavorare sodo per vivere meglio, ma non ce la facciamo più ad essere
scacciati e rifiutati, additati come la peste, fa male a noi come a tutta la
società di cui ci sentiamo di far parte. I nostri figli sono nati qui, vanno a
scuola con i bambini italiani, e si sentono italiani anche loro. Pensiamo a un
futuro di integrazione per questi ragazzi attraverso la formazione, il lavoro e
una vita fuori dai campi».
Di Fabrizio (del 26/11/2009 @ 09:02:17, in Italia, visitato 2374 volte)
DUE GIORNI di proiezioni, incontri ed eventi sulla condizione dei
giovani rom e sinti in Italia
Un'occasione per incontrare e conoscere, fuori da pregiudizi ideologici e
stereotipi mediatici, l'universo Rom, ricco di contraddizioni,
apparentemente chiuso e anacronistico, ma spesso protagonista di un'integrazione
possibile e praticabile, portata avanti con passione proprio dalle generazioni
più giovani.
ROM CITTA' APERTA E' UN EVENTO ORGANIZZATO DA SOTTODICIOTTO FILMFESTIVAL
E DAL CENTRO NAZIONALE DI DOCUMENTAZIONE E ANALISI PER L'INFANZIA E
L'ADOLESCENZA
gli appuntamenti:
MERCOLEDÌ 2 DICEMBRE
Cinema Massimo 3
ore 16.00 Carmen Meets Borat di Mercedes Stalenhoef - Olanda, 2009, Betacam
SP, 85'
Quando la troupe che sta girando Borat giunge a Glod, in Romania, il Paese
collabora entusiasta alle riprese pur senza conoscere il contenuto del film
interpretato da Sacha Baron Cohen. Una volta scoperto che nella fiction Glod è
diventato un villaggio kazako pieno di criminali e prostitute, gli abitanti
insorgono e fanno causa alla produzione. Sarà un modo per coronare i loro sogni
di ricchezza?
v.o. / sottotitoli italiani
ore 17.40 O Topanki - About the Shoes di Rozálie Kohoutová - Repubblica
Ceca, 2007, Betacam SP, 14'
Una piccola scuola materna in un villaggio Rom della Slovacchia: le maestre
tentano di sopperire in qualche modo allo stato di indigenza della popolazione,
che spesso non manda i figli a scuola per i problemi più banali, compresa
l'assenza di scarpe. Il film con pochi ma precisi cenni pone scottanti domande
sul senso delle parole "aiuto" e "educazione".
v.o. / sottotitoli italiani
La bougie n'est pas faite de cire mais de Flammes di Marion Gervais
-Francia, 2008, Betacam SP, 22'
La piccola Cassandra, di origini rom, si barcamena come può: spensierata in
classe, non può esserlo quando torna tra le "quattro mura di casa", ovvero
quelle dell'abitacolo di un'auto dove dorme con la famiglia. Per uscire da
questa situazione media tra i servizi sociali che cercano di trovare una
soluzione abitativa e i genitori che non conoscono il francese e temono di
essere espulsi.
v.o. / sottotitoli italiani
ore 18.15 ROM città aperta
Tavola rotonda. L'INTEGRAZIONE POSSIBILE?
Un'occasione di incontro per interrogarsi, al di là delle contingenze della
cronaca e della tenacia degli stereotipi, sulla condizione dei giovani Rom in
Italia e sulle esperienze di possibile convivenza e integrazione che – nel
silenzio generale – vengono realizzate nel nostro Paese. Un modo per
"rappresentare" con le parole oltre che con le immagini una comunità
sorprendentemente multiforme, lontana dall'immagine approssimativa solitamente
restituita dai media. Ad aiutarci nella riflessione, professionisti che operano
nel campo dell'associazionismo, rappresentanti di enti pubblici promotori di
politiche per l'integrazione, membri attivi della comunità Rom, magistrati
minorili. Durante la tavola rotonda verranno proiettate alcune sequenze-video,
tra cui brani tratti dalla puntata di Presadiretta Caccia agli zingari di
Riccardo Iacona, gentilmente concessi dalla redazione del programma Rai. Ospiti: Piercarlo Pazè - magistrato, direttore della rivista «Minori giustizia»
Giorgio Bezzecchi - esperto in processi di mediazione culturale, Associazione
Romano Drom Onlus
Ilda Curti - Assessore alle Politiche per l'integrazione - Città di Torino
Massimo Conte - ricercatore, Agenzia di ricerca sociale Codici
Anna Maria Colella - direttrice dell'Agenzia regionale per le adozioni
internazionali - Regione Piemonte
Carla Bonino - dirigente del settore Integrazione Educativa della Città di
Torino
Maurizio Pagani - Opera Nomadi Milano Conduce l'incontro: Gabriela Jacomella - giornalista de Il Corriere
della Sera
ore 20.30 EVENTI:
IO, LA MIA FAMIGLIA ROM E WOODY ALLEN Un dialogo inedito tra passato e futuro, "vecchio" e "nuovo", muto e sonoro,
stereotipo e autobiografia, nella serata dedicata alla giovane cineasta Rom,
Laura Halilovic. Dai due cortometraggi di David W. Griffith ispirati a secolari
luoghi comuni sui Rom, uno musicato dal vivo da Bruskoi Triu, gruppo di musica
gitana, l'altro da Stefano Maccagno, pianista e compositore, agli ultimi lavori
di Laura Halilovic dedicati ai sogni, alle speranze e agli interrogativi della
sua generazione, dall'intervento in video di Moni Ovadia fino al dialogo a due
voci tra la stessa Halilovic e Costanza Quatriglio, regista da sempre attenta al
mondo giovanile, si cercherà di fare incontrare universi ed esperienze spesso
troppo lontani per conoscersi davvero.
The Adventures of Dollie di D.W. Griffith -USA 1908, 16mm, 12'
In una soleggiata giornata estiva, i genitori portano la piccola Dollie a fare
una passeggiata nei pressi di un fiume. La loro quiete è interrotta dall'arrivo
di uno zingaro che vende ceste. Il rom, approfittando di una distrazione dei
genitori, rapisce la bimba, portandola al suo accampamento. Dalla ricerca della
piccola e dalla fuga del rapitore ne nasce un'incredibile avventura. A lieto
fine?
Il mio sogno di Laura Halilovic -Italia 2009, DVD, 7'
Un gruppo di ragazzi rom, tra i 15 e i 18 anni, impegnati in diversi percorsi di
studio, raccontano che cosa vorrebbero fare "da grandi". Il sogno delle carriere
più ambite – stilisti, modelli, architetti, attori – si confronta con la
consapevolezza dei pregiudizi diffusi e con la contrarietà dei genitori verso
scelte che li possano allontanare dalla comunità d'origine. Il corto,
appositamente realizzato per il Festival, è in prima visione assoluta.
The Lonely Villa di David W. Griffith con David Miles, Marion
Leonard, Mary Pickford, Gladys Egan, Adele DeGarde - USA 1909, 16mm, 8'
Un gruppo di malviventi fa irruzione nella casa di un gentiluomo e minaccia
l'incolumità di moglie e delle tre figlie barricate in una delle stanze della
casa. Quando il gentiluomo telefona alla famiglia e scopre il pericolo ingaggia
una disperata corsa contro il tempo per salvare i suoi familiari, aiutato da un
gruppo di zingari.
Io, la mia famiglia rom e Woody Allen di Laura Halilovic -Italia 2009,
Betacam SP, 50'
La storia di una ragazza rom che abita con i suoi in un quartiere popolare alla
periferia di Torino. Il racconto
in prima persona esplora i cambiamenti e le difficoltà della nuova vita
stanziale affrontando i contrasti e le
incomprensioni che fin da bambina la accompagnano nelle relazioni con i Gagè,
tutti quelli che non sono
rom. Attraverso i ricordi dei suoi familiari, tra cui l'anziana nonna che ancora
vive in un campo, le fotografie e
i filmati del padre che documenta la vita quotidiana della piccola comunità,
Halilovic ci conduce dentro una
realtà che va oltre qualsiasi stereotipo o semplificazione.
Saluti: Teresa Angela Migliasso - Assessore al Welfare e al Lavoro - Regione
Piemonte Ospite: Laura Halilovic Con la partecipazione di: Costanza Quatriglio Intervento video di: Moni Ovadia Conduce l'incontro: Gabriela Jacomella - giornalista de «Il Corriere della Sera» Accompagnamento musicale dei corti di Griffith a cura di: Bruskoi Triu (Marco
Ghezzo, Manuela Almonte,
Florin Tanase) e Stefano Maccagno
GIOVEDI' 3 DICEMBRE
Cinema Massimo 3
ore 16.15 ROM città aperta Swing di Toni Gatlif,
con Oscar Copp, Lou Rech, Tchavolo Schmitt, Mandino Reinhardt
Francia 2002, 35mm, 90'
Max, dieci anni, si appassiona al jazz manouche, portato alla ribalta dal
musicista gitano Django Reinhardt.
In vacanza in Francia presso la nonna, il ragazzino si reca in un quartiere
abitato da una comunità Rom per
comprare una chitarra: qui conosce Swing, una coetanea della quale si innamora,
e Miraldo, un chitarrista che
gli insegnerà a suonare e a comprendere appieno la cultura manouche. Un romanzo
d'amore e formazione, di
gioia e libertà. Presenta il film: Laura Halilovic
ore 18.00 Citizen Manouche di Thomas Chansou, con Gary Chauquet, Sebastien Bellonie,
Wesley Bellonie -Francia
2005, Betacam SP, 52'
Un road movie che porta dalla città di Meymac, in Corrèze, fino in Piemonte tre
giovani cugini manouche.
Lo scopo del loro viaggio è ritrovare la comunità Sinti da cui provengono e
conoscerne la storia. Un viaggio
iniziatico, soprattutto per l'incontro con altri viaggiatori nelle varie tappe
del lungo cammino fino al confine
italiano.
v.o. / sottotitoli italiani
ore 19.00
Presentazione del libro Non chiamarmi zingaro di Pino Petruzzelli -Chiarelettere,
2008
Regista teatrale e direttore del Centro Teatro Ipotesi di Genova, Petruzzelli
racconta gli zingari dando loro la
parola, trascorrendoci insieme diversi mesi e andandoli a trovare nelle
periferie delle nostre città. Il suo libro-reportage raccoglie storie sorprendenti e inaspettate, così come racconti di
vita dura e sofferta, da cui è stata
tratta recentemente "un'orazione civile", dal titolo omonimo, che verrà portata
in scena nei prossimi mesi in
molti teatri italiani. Ospite: Pino Petruzzelli - regista, attore e scrittore Conduce: Marco Dalla Gassa - co-curatore del programma
Gipsy Summer di Kristina Nikolova - Bulgaria 2006, Betacam SP, 13'
Durante il periodo estivo, una famiglia di bulgari Rom vive in un campo non
lontano dalla spiaggia di
una località del Mar Nero, dove lavora da venticinque anni raccogliendo
l'immondizia lasciata dai turisti.
Documentario su una forma alternativa di lavoro stagionale che usa un registro
partecipe e leggero per
raccontare uno spaccato di quotidianità poco conosciuto.
v.o. / sottotitoli italiani
VENERDI' 4 DICEMBRE
Cinema Massimo 2
ore 10.00 ROM città aperta Io, la mia famiglia rom e Woody Allen di Laura Halilovic -Italia 2009,
Betacam SP, 50'
Una riflessione sull'(auto)rappresentazione della comunità rom nel cinema
rivolta ad alcune scolaresche torinesi. La giovane regista Laura Halilovic
presenterà il suo documentario autobiografico, una riflessione consapevole,
autoironica ma al tempo stesso commossa sulle proprie origini familiari ed
etniche, sulla propria comunità e sul grado di integrazione che la nostra
società offre a coloro che, a tutti gli effetti, sono suoi cittadini. proiezione per le Scuole Secondarie di II grado
Ospite: Laura Halilovic
Conduce l'incontro: Marco Dalla Gassa (consulente del Centro nazionale di
documentazione e analisi per l'infanzia e l'adolescenza)
Di Sucar Drom (del 26/11/2009 @ 09:19:26, in blog, visitato 2231 volte)
Venezia, la Lega Nord mostra il suo vero volto razzista
La Lega Nord svela la sua posizione, dopo la decisione del Comune di Venezia,
supportato dai giudizi di merito della Magistratura, di andare avanti sulla
questione del villaggio a favore delle famiglie sinte veneziane. Mandare via i
Sinti e fare di quelle casette residenze per anziani e...
Italia: continua la pulizia etnica contro i Rom
Dopo Cosenza, Roma, le violenze di Alba Adriatica ieri è stata la volta di
Milano, dove circa 200 persone di etnia romanì, tra le quali almeno 70 bambini,
e con passaporti principalmente rumeni sono stati sgomberati dal campo di via
Rubattino, nell’area ex-Enel alla periferia est...
Milano, i temi dei compagni di classe: "Dovrebbero aiutarli a restare"
«Roberta abitava in una baracca in un campo insieme ad altri rom e alla sua
famiglia. Era sempre presente in classe e io ero felicissima. Ma oggi non è
venuta e io ho pensato: "Sarà malata?"». Finito il tema, le maestre
dell´elementare di via Pini ...
Milano, sgombero senza umanità
Giovedì mattina i bambini della scuola elementare Elsa Morante di via Pini a
Milano non hanno trovato sui banchi i loro compagni rom. Senza alcun preavviso e
senza ascoltare le richieste di genitori, insegnanti, associazioni, il Comune ha
sgomberato il campo rom che sorgeva nell'ex area Enel di via Rubattino e che
ospita...
Stiamo ripiombando nell’incubo
Lo sgombero, in spregio alle leggi vigenti, delle famiglie rom che vivevano
nell'ex area Enel di via Rubattino, ha inaugurato una nuova stagione a Milano:
quella del numero chiuso per Rom e Sinti. Dopo la politica degli
“alleggerimenti” si passa alla politica della “pulizia etni...
Musica e romanipé
L'attività musicale è un fenomeno complesso che è mediato dagli atteggiamenti e
dai costumi culturali appresi. I Rom scelgono la musica, anzichè altri mezzi
d'espressione, perché offre loro un'intensità emozionale e una libertà di azione
che non ri...
Milano, i Rom si rifugiano in chiesa dopo lo sgombero di via Rubattino
Due sgomberi in tre giorni. Prima dal campo abusivo di via Rubattino, poi -
all'alba - dal sottopasso dove avevano passato la notte. Ecco come un centinaio
di nomadi romeni - tra loro almeno quaranta bambini - sono arrivati, ieri
mattina, ad occupare una chiesa, la parrocchia di Sant´Ign...
Nola (NA), sgomberate nel cuore della notte cinquanta persone
Ieri alle prime luci dell’alba un’operazione congiunta dei Carabinieri della
compagnia di Nola, dei vigili urbani di Cicciano e il Comando di Polizia di
Cicciano ha sgomberato di circa 50 immigrati, Rom rumeni, in un fabbric...
Roma, il "piano nomadi" tra sgomberi e nuovi ghetti
Casilino 900, La Martora e Tor de’ Cenci. Attorno alla chiusura di questi tre
campi rom alle periferie est e ovest della capitale si gioca la partita del
“Piano nomadi” del commissario straordinario, il pre...
Milano, i Rom di via Rubattino abbandonati al loro destino
“Sono esseri umani e come tali devono essere trattati. Come si può abbandonare
delle mamme con dei bambini per strada?” A porre questa spinosa domanda è don
Piero Cecchi, responsabile della parrocchia di San Giovanni Crisostomo di via
Cambini a Milano, che ha preso in carico una delle famiglie rom sgomberate
giove...
Mantova, RintracciArti: Blog In-Forma
Siete tutti invitati all’evento Blog In-Forma, che si terrà presso la Libreria
Feltrinelli (corso Umberto I), lunedì 30 novembre 2009, alle ore 18.00.
All’evento i curatori di tre importanti spazi web...
Roma, no alla manifestazione di Forza Nuova
La Federazione Rom e Sinti Insieme chiede alla Prefettura di Roma di non
autorizzare la manifestazione indetta dalla formazione politica Forza Nuova per
venerdì 27 novembre 2009, contro la politica del Comune di Roma nei confronti
delle famigl...
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