Di Fabrizio (del 16/03/2013 @ 09:06:25, in Regole, visitato 1699 volte)
COMUNICATO STAMPA SPOSA BAMBINA: LA MONTAGNA PARTORI' UN TOPOLINO
ROM ASSOLTI DAI REATI DI VIOLENZA SESSUALE DI GRUPPO, RIDUZIONE IN SCHIAVITU' E
MALTRATTAMENTI
Nessuna violenza sessuale di gruppo. Nessuna riduzione in schiavitù, né
alcuna tratta degli esseri umani. Nessun maltrattamento su minorenne. Nessun
matrimonio forzato. E' netta la sentenza pronunciata oggi dal
Tribunale di Pisa nel processo cosiddetto "della sposa bambina".
Ricordiamo brevemente i fatti. Nel 2010 vengono arrestati sette rom del campo di
Coltano: secondo l'accusa, avevano portato in Italia una minorenne kosovara,
costringendola a sposarsi, riducendola in schiavitù e compiendo su di lei abusi
e violenze sessuali. Nel corso del processo, il Pubblico Ministero ha ipotizzato
anche forme di pressione e di violenza psicologica.
La sentenza di oggi ha demolito questo castello di accuse: a carico degli
imputati resta solo il reato di immigrazione clandestina, per il quale la difesa
ricorrerà in appello.
Si tratta però, è bene dirlo, di una condanna che cambia radicalmente il senso
del processo. Era stato disegnato un quadro fatto di rom primitivi e violenti,
dediti allo sfruttamento dei minori e al maltrattamento delle donne; una
comunità in cui i matrimoni sono forzati e la volontà delle spose è calpestata.
Un vero e proprio catalogo dei peggiori pregiudizi sui rom.
Oggi, quel che resta di queste accuse è il semplice ingresso irregolare in
Italia. Un reato che non configura una violenza sulle persone, e che dipende da
semplici fatti amministrativi: solo per fare un esempio, se la ragazza fosse
stata cittadina albanese anziché kosovara, non esisterebbe reato (l'entrata
dall'Albania, infatti, non richiede visto di ingresso).
Ma ciò che è più grave in questa vicenda è il coinvolgimento del Comune di Pisa
e della Società della Salute. Sin dall'inizio, gli amministratori di questa
città hanno utilizzato il processo per diffondere veleni sulla comunità rom. Il
Comune ha condannato gli imputati prima ancora della sentenza: ricordiamo che
una giovane donna è stata sfrattata con i suoi cinque figli (l'ultima di appena
sei mesi) perché coinvolta nella vicenda processuale.
Noi chiediamo che sia restituita la dignità a persone che per mesi sono state
ingiustamente umiliate. Chiediamo al Comune di rispettare la Costituzione, e
quindi di revocare tutte le misure punitive a carico degli imputati (a partire
dagli sfratti), finché non si giungerà alla fine dei tre gradi di giudizio: è
l'unico modo per rimediare ai gravi danni, materiali e morali, inflitti a queste
famiglie.
Il nostro pensiero e la nostra solidarietà vanno alle persone ingiustamente
accusate di crimini odiosi, ma anche alla giovane minorenne kosovara (la
cosiddetta "sposa bambina"): vittima di una vicenda più grande di lei, vittima
di vergognose strumentalizzazioni politiche da parte del Comune.
ASSOCIAZIONE AFRICA INSIEME
Da Agostino Rota Martir
La sentenza di oggi della Corte d'Assise di Pisa sul caso "la sposa-bambina",
assolve tutti e quanti i Rom accusati di quelle pesanti accuse: rapimento,
riduzione in schiavitù, violenza sessuale di gruppo e maltrattamento. In 15
udienze è stato possibile dimostrare la falsità di tali accuse e la loro
inconsistenza, questo grazie anche al lavoro paziente e attento degli avvocati,
che hanno saputo smontare il castello accusatorio.
Ricordo che fin dall'inizio di questa triste vicenda, i rom del campo hanno
sempre sostenuto l'assurdità di tali accuse, ma pochi ci hanno creduto qui a
Pisa, eccetto coloro che hanno voluto conoscere e ascoltare la voce dei Rom.
Anche alcune Associazioni Rom Italiane hanno preferito prendere le distanze!
La stampa locale, diversi operatori del comune, assistenti sociali (quasi tutti)
e amministratori fin dall'inizio hanno sentenziato, condannato, mantenendo anche
un atteggiamento di tortura psicologica verso i rom coinvolti.
L'opinione pubblica è stata infettata dal virus dell'intolleranza, attraverso
gli articoli dei giornali, sopratutto quelli a firma di Candida Virgone, apparsi
su Il Tirreno di Pisa.
Alla luce dell'odierna sentenza sarebbe interessante ed educativo andare a
rileggersi quei "racconti fantascientifici" (orrendi) della giornalista: una
vera vergogna che disonora e offende chi onestamente e con competenza si dedica
a tale attività. (ne tengo copia di questi orrendi articoli)
Gli artefici di questa assurda follia non sono i Rom, come si è voluto far
credere, (giornali parlavano di orrore), ma altri e sopratutto chi era
incaricato di lavorare per la cosi detta "integrazione". Questa follia ha un
nome si chiama "Città Sottili", che in un certo senso ha permesso, incubato, ha
sollecitato e partorito il mostro del pregiudizio, sono molti i complici che a
titolo diverso vi hanno preso parte. Una delle loro colpe è la disumanità che
hanno perseguito per tutto questo tempo, ma ce ne sarebbero altre, altrettanto
gravi..che a suo tempo verranno elencate e discusse.
Di tutto questo è rimasto "solo" il reato di immigrazione clandestina, con il
massimo della pena previsto dalla Legge Bossi-Fini, 5 anni. Sono tanti e questo
ha un po' spento la gioia e la soddisfazione dei Rom e loro famigliari.
Pubblichiamo il comunicato stampa del Consiglio direttivo dell'associazione Sucar Drom, dopo il "blitz" delle Forze dell'Ordine che ha visto coinvolte alcune famiglie mantovane, appartenenti alla minoranza linguistica sinta.
L'associazione Sucar Drom condanna l'azione spropositata messa in atto nella mattinata del 26 marzo 2013 nell'area di Trincerone a Mantova. Un esercito di 150 persone formato da Carabinieri, Finanza, Polizia di Stato, Corpo Forestale dello Stato e Vigili del Fuoco con l'aggiunta di Polizia Municipale, Arpa, Tea, Urbanistica del Comune di Mantova e Parco del Mincio hanno bloccato tutte le strade con decine e decine di mezzi blindati. Erano anche presenti unità cinofile antidroga e squadre della Polizia di Stato che hanno operato a viso coperto con i passamontagna. Il risultato? Otto persone indagate per presunti abusi edilizi. Durante l'azione tutte le persone, residenti dagli Anni Ottanta, sono state tenute in stato di fermo e alla richiesta di spiegazione la risposta è stata: "è una normale operazione di polizia".
Per noi non è stata una "nomale azione di polizia", ma uno sperpero di risorse pubbliche senza precedenti. In un momento di grave crisi economica riteniamo indecente questa dissipazione di risorse pubbliche ed è per questo che chiederemo alla Corte dei Conti di indagare sulle responsabilità dirette e indirette.
L'azione è stata condotta in questi termini per il solo fatto che a Trincerone abitano dei cittadini mantovani, appartenenti alla minoranza linguistiche sinta. Se non fossero stati residenti dei sinti italiani l'azione sarebbe stata completamente diversa. Quindi l'azione in tali dimensioni nasce da un'idea distorta e razzista insita nelle Istituzioni che al contrario dovrebbero combattere tali fenomeni. L'azione è la riprova che a Mantova è insita nelle Istituzioni un'irrazionale volontà di stigmatizzazione e criminalizzazione di una piccola minoranza, già colpita duramente durante il fascismo e ancora oggi sottoposta a intimidazione inaccettabile in un Paese che si dichiara democratico.
La situazione a Trincerone è il frutto dell'inerzia della politica mantovana che non ha mai voluto ascoltare il grido di dolore che la comunità sinta mantovana lanciava da quel ghetto che è il "campo nomadi" di viale Learco Guerra. Un'inerzia che ha visto decenni di disinteresse, quando non proprio ostilità e violenza. Ancora oggi non c'è una soluzione seria e credibile per la chiusura dell'Area di viale Learco Guerra e per chi ha cercato in questi anni di costruirsi un percorso indipendente c'è oggi l'incubo del sequestro della propria casa. La beffa è ancora più crudele perchè le famiglie residenti a Trincerone hanno fatto tutto nella legalità ma nel 2005 è entrata in vigore una legge (Testo Unico 380) che ha trasformato in illegale tutto ciò che fino a 31 dicembre 2004 era legale (Legge 47/1985). Chi sono stati i cittadini italiani colpiti da quest'assurdità legislativa? I sinti. Un classico esempio di discriminazione razziale indiretta che dovrebbe essere bloccata e sanzionata dalla Direttiva 2000/43, forse la Magistratura non la conosce?
Chiediamo al Signor Prefetto l'istituzione di un tavolo con il Sindaco di Mantova e il Presidente della Provincia di Mantova con lo scopo di trovare delle soluzioni che sappiano contemperare diritti e doveri per tutti, partendo da quanto approvato dal Governo italiano e convalidato dalla Commissione europea su queste situazioni.
Dossier:
Azione spropositata con dispendio di uomini e forze senza precedenti. Controllate solo le proprietà delle famiglie sinte, tutte le altre proprietà non toccate dal blitz...
Mantova, blitz contro le lottizzazioni abusive Da stamani (26 marzo, ndr.) blitz delle forze dell'ordine al Trincerone di Mantova per controllare alcuni terreni su cui erano stati avviati lavori poi sospesi su ordine della Procura. Polizia locale, Carabinieri, Finanza, Forestale, Vigili del fuoco e Polizia di Stato, con i tecnici dell'Asl e dell'assessorato ai lavori pubblici del Comune, circa 150 uomini, hanno bloccato gli accessi al Trincerone; chiuse anche via Donati e via Parma. In azione anche unità cinofile. Sarebbero stati sequestrati quattro lotti su cui erano state edificate trenta casette. Diverse persone risulterebbero indagate per lottizzazione abusiva
Gazzetta di MantovaMantova, lottizzazioni abusive al Trincerone - Maxi-blitz, scoperte anche villette con piscina
Circa 150 persone hanno controllato e posto sotto sequestro quattro lotti di terreno abusivo su cui erano state edificate circa trenta casette abusive, molte le persone indagate. Bloccati tutti gli accessi alla zona. Gli indagati sarebbero 12. Scoperte residenze e villette con piscina nascoste da siepi
MANTOVA. Blitz delle forze dell'ordine al Trincerone per controllare alcuni terreni abusivi su cui, nei mesi scorsi, erano stati avviati lavori poi sospesi su ordine della procura. Polizia locale, Carabinieri, Guardia di Finanza, Forestale, Vigili del fuoco e Polizia di Stato, con i tecnici dell'Asl e dell'assessorato ai lavori pubblici del Comune di Mantova, circa 150 uomini, hanno bloccato gli accessi al Trincerone a partire dal Camattino; chiuse anche via Donati e via Parma. In azione anche unità cinofile provenienti da Milano.
Sarebbero stati posti sotto sequestro alcuni lotti di terreno su cui erano state edificate circa trenta casette. Diverse persone risulterebbero indagate per lottizzazione abusiva. Il blitz è scattato alle 9 dopo il concentramento in piazzale Montelungo di uomini e mezzi delle forze dell'ordine.
"Hanno usato uno spiegamento di forze dell'ordine fuori da ogni immaginazione. Sono arrivati in divisa e con le unità cinofil. Mia figlia si è spaventata e a mia madre è venuta la febbre". Chi parla è una delle persone a cui è stato notificato il sequestro del terreno e dei fabbricati. E intanto l'associazione Sucar Drom ha già annunciato che nelle prossime ore organizzerà una marcia di protesta in città.
26 marzo 2013
Gazzetta di MantovaLa rabbia dei sinti dopo il blitz "Soldi sprecati dalle istituzioni" Dura reazione della comunità all'operazione anti-abusivismo: "Chiederemo alla Corte dei Conti quanto è stato speso". Otto gli indagati - di Sandro Mortari
Il giorno dopo il blitz delle forze dell'ordine al Trincerone che ha visto nel mirino alcune famiglie nomadi, e non solo, per lottizzazioni abusive, il segretario dell'associazione Sucar Drom, Carlo Berini, si scaglia contro le istituzioni.
"Chiederemo alla Corte dei Conti di sapere quanto è stato speso per questa operazione che ha visto in campo più di 150 persone soltanto per notificare degli avvisi di abusi edilizi. Ho l'impressione - aggiunge amaro - che in un giorno si sia speso quanto in cinque anni si spende a Mantova per la mediazione culturale. Chiederemo un incontro con il procuratore capo Condorelli per capire che cosa stia succedendo". Un'idea, Berini, se l'è fatta: "Contro i sinti e i rom ci sono dei pregiudizi difficili da sconfiggere. Martedì abbiamo assistito a scene che mai avremmo voluto vedere. C'erano poliziotti ovunque, sono state bloccate delle vie pubbliche per cinque ore. Bambini e vecchi della nostra comunità erano sotto shock, e lo sono tuttora; una persona anziana è finita all'ospedale. Hanno buttato all'aria tutto alla ricerca di non so che cosa e, alla fine, non hanno trovato niente".
Nel frattempo, sul tavolo del procuratore ieri è arrivata la relazione sull'intera operazione effettuata martedì, assieme alla documentazione sequestrata (rogiti e materiale informatico) necessaria a comprovare il reato di lottizzazione abusiva. Le indagini, dunque, continuano. Il Comune, dal canto suo, ha avviato la procedura per confiscare gli otto lotti di terreno e le 24 strutture adibite ad abitazione, posti sotto sequestro e affidati alla custodia giudiziale degli stessi proprietari.
La comunità sinta è attonita ma reagirà, promette Berini. Già state preannunciate manifestazioni di protesta che, all'ultimo momento, sono state fermate dagli stessi organizzatori: "Le associazioni sinte e rom sono in agitazione - annuncia Berini - e già martedì volevano venire a Mantova da tutt'Italia per manifestare contro l'emergenza abitativa che abbiamo qui. Abbiamo preferito indurre tutti alla calma. Ora ci riuniremo per definire la strategia da seguire". Berini assicura di non aver ancora pensato a quali iniziative adottare, "ma nulla è da escludere, potrebbe anche essere che occupiamo piazza Sordello in maniera permanente". Un punto tiene a precisare il segretario di Sucar drom: "I sinti non hanno ville né piscine".
E difende chi è stato indagato per lottizzazione abusiva: "Al Trincerone c'erano solo persone che hanno cercato di costruirsi un futuro fuori dal campo nomadi quando, a fine anni 80, la legge consentiva di tenere le roulotte su terreni agricoli. Nel 2005 la legge è cambiata, il Comune non ha applicato il condono edilizio e, per la prima volta, una legge è diventata retroattiva tanto che, otto anni dopo, ci considerano dei criminali. Ma noi non lo siamo".
28 marzo 2013
Notizia di contorno:
"Macchinari comprati dagli zingari" ma li avevano rubati da una ditta - 28 marzo 2013 Un 44enne e un 39enne colti in flagranza a Revere, seguiti di nascosto fino a Gazzo e arrestati in un'azienda di rottami
Italiani (si presume, non viene stranamente indicata la nazionalità) "prendono a prestito" macchine industriali, dicono di averle acquistate dagli zingari. Bottino: 1000 euro (principianti).
Sull'imponente operazione di polizia di ieri al Trincerone rilevo, con preoccupazione, l'enorme sproporzione tra le motivazioni dell'intervento e le modalità di esecuzione dello stesso. Quando mai un controllo per abusi edilizi richiede la presenza attiva - assieme ai tecnici comunali, a quelli dell'Arpa e agli agenti della polizia locale - di oltre 150 unità di tutti e cinque i corpi di polizia (Polizia, Carabinieri, Guardia di Finanza, Forestale e Vigili del Fuoco), addirittura con unità cinofile? Oltre tutto la posizione di irregolarità di alcune roulotte - irregolarità divenuta tale dopo la legge del 2005 - era ben nota al Comune di Mantova, tanto da essere stata oggetto di discussione in occasione dell'approvazione del Prg. Cosa c'entra, poi, la chiusura di tutti gli accessi al Trincerone, i bambini sequestrati in casa per ore o il sequestro di beni familiari come cd musicali, chiavette Usb o i computer dei bambini? Incredibile! Un atto amministrativo è stato trasformato in un problema di ordine pubblico, con una spettacolarizzazione inaccettabile che ha lanciato, consapevolmente o inconsapevolmente, un messaggio devastante: i sinti e i rom sono dei criminali. Mi aspetto una spiegazione ufficiale dai responsabili di questa operazione.
Di Fabrizio (del 14/04/2013 @ 09:01:51, in Regole, visitato 2116 volte)
Scritto da: Pierpaolo Farina, 11 aprile 2013
Pisapia dà 30mila euro ad ogni famiglia rom. Questo, in soldoni, il messaggio
che nelle ultime ore è rimbalzato per tutti i social networks, facebook in
primis. La notizia, ovviamente, l'ha data Libero, che parla anche di 20 case
prefabbricate, per una spesa complessiva di 700mila euro.
Peccato che non sia vero. Perché il Piano Rom varato dalla giunta Pisapia a
luglio non prevede affatto di dare contributi di natura economica a ciascuna
famiglia rom, come invece prevedeva quello varato dalla giunta Moratti nel 2008:
furono spesi 8 milioni di euro, (15mila euro a ciascuna famiglia), ma il problema
non fu risolto, perché dopo un breve soggiorno nei paesi d'origine, i Rom
lautamente pagati dalla Moratti tornarono in città.
Per inciso, poi il Piano Rom della Moratti fu bocciato il 6 novembre 2011 dal
Consiglio di Stato, in quanto la presenza Rom non è straordinaria, e quindi di
natura emergenziale, bensì ordinaria.
Il Piano Rom varato dalla giunta Pisapia il mese scorso ha sbloccato
5 milioni
di euro di fondi statali, vincolati dalla legge Maroni del 2008 ad azioni per la
gestione della presenza rom sul territorio milanese (dunque, se non si possono
utilizzare per fare altro, il centrodestra se la prendesse con il proprio
ex-ministro e attuale presidente della Lombardia).
In ogni caso, per rassicurare i patiti dello slogan "L'Italia agli italiani", il
piano Rom della giunta Pisapia prevede tre tappe, tutte finanziate dallo Stato:
Allontanamenti programmati dai campi abusivi e messa in sicurezza dei terreni
per impedire la rioccupazione;
Ospitalità nei centri di emergenza sociale, nei dormitori gestiti dalla
Protezione civile, Terzo settore e controllati dalla Polizia locale;
Un percorso di integrazione proposto dal "Piano Rom" che prevede, a fronte
dell'assistenza, l'obbligo a mandare i figli a scuola, seguire un percorso di
formazione professionale e la disponibilità a collaborare con i servizi sociali.
Ora, non è Pisapia che decide di dare i soldi alle famiglie Rom: è la
legge
Maroni che vincola quei 5 milioni di euro. E in ogni caso, il Piano Rom
approvato dalla giunta non prevede l'erogazione di contributi nella misura di
30mila euro per ogni famiglia rom. E dunque? E dunque, smettete di leggere
Libero, se mai foste talmente masochisti da spendere soldi per restare
disinformati.
Di Sucar Drom (del 23/04/2013 @ 09:06:00, in Regole, visitato 1556 volte)
Sei una tale palla di lardo, che se tu rubassi qualcosa ti beccherebbero dopo 10
metri. Non sai fare il ladro, non hai mai lavorato, sei l'inutilità assolutacol microfono incorporato [Red.]
Lo sgombero del campo in via Dione Cassio (Newpress)
Iniziativa di Pd e Sel. La Lega: la gente è esasperata
Insulti, minacce. Messaggi violenti comparsi insistentemente sulle pagine
Facebook del Comune e del sindaco Giuliano Pisapia. Beceri inni all'odio
razziale. Ne sono comparsi a centinaia dopo lo sgombero del campo rom di via Dione Cassio. Attacchi ai nomadi e all'amministrazione. Sono reati: circa
duecento persone saranno denunciate alla polizia postale. Promotore
dell'iniziativa, il consigliere comunale pd Gabriele Ghezzi. Con l'assistenza
legale dell'avvocato e consigliere di Sel, Mirko Mazzali.
SU FACEBOOK - L'annuncio è arrivato in consiglio comunale: "Su Facebook - ha
spiegato Ghezzi - sono apparse violenze di ogni genere. Non è stato possibile
individuare tutti i responsabili. Presenterò denuncia per istigazione a
delinquere, alla violenza razziale e xenofoba, apologia del fascismo". Come
consigliere comunale e ufficiale di polizia, Ghezzi lo ha definito un "segnale
necessario", soprattutto alla vigilia del 25 Aprile, invitando i colleghi del
centrodestra "a un maggior senso di responsabilità nelle dichiarazioni su temi
come questo".
Applausi in aula. E le inevitabili polemiche dell'opposizione che dal 9 aprile -
con Riccardo De Corato, come un ariete, in pole position - chiede di convocare
le commissioni Sicurezza e Welfare per discutere il piano rom e l'uso dei sei
milioni di euro previsti dalla convenzione tra Comune e Prefettura proprio per i
nomadi (Mazzali ha rassicurato: "Appena possibile le commissioni congiunte
verranno convocate, non c'è nulla da vergognarsi in relazione all'operato
dell'amministrazione sulla questione rom").
SCONTRO POLITICO - Ecco allora l'affondo del capogruppo del Carroccio,
Alessandro Morelli: "Già che c'è, Ghezzi aggiunga alla sua denuncia un esposto
per sperpero di denaro pubblico motivato dall'acquisto delle venti casette per i
rom a fronte delle ventimila famiglie che restano in attesa di una casa
popolare" (è del 3 aprile scorso il bando di Palazzo Marino per la fornitura di
venti case mobili per il campo rom autorizzato di via Martirano, a Muggiano, con
un budget totale di circa 650 mila euro). Quanto poi alla questione razzista, ha
aggiunto Morelli, "sacrosanta la denuncia su duecento "pirla" che usano Facebook
per diffondere messaggi di violenza, ma bisogna anche pensare alle ragioni di
tali comportamenti: fino a due mesi fa queste cose non succedevano e sulla
pagina Facebook del sindaco certe frasi non comparivano".
LE "CASETTE" - Scontro di visioni. Un tentativo di mediazione è arrivato ieri in
aula dall'assessore alle Politiche sociali, Pierfrancesco Majorino. Ma prima,
una punzecchiatura alla Lega: "Il consigliere Morelli dovrebbe essere cauto: le
casette furono una decisione della giunta Moratti. La querela per sperpero di
denaro pubblico, dunque, dovrebbe essere diretta alla passata amministrazione".
Replica di Morelli: "Ma non erano destinate solo ai rom, e non dovevano finire
in via Martirano". Infine l'apertura dell'assessore: "Se invece vogliamo pensare
a soluzioni pragmatiche, possiamo tentare di cominciare a costruire insieme un
progetto nella commissione che riuniremo, come ho già garantito, nella prima
metà di maggio".
Energia elettrica: tornano i contratti a forfait, l'Autorità per l'energia
In queste ore abbiamo verificato che molti gestori, a partire dall'ENEL, non si
sono ancora adeguati alle nuove disposizioni e per questo li invitiamo al
rispetto della Delibera 38/2012. Sinti Italiani ha attivato uno sportello
segnalazioni. Mobile: 334-25.11.887
L'Autorità per l'energia e per il gas con
Delibera 38/2012 ha sospeso la
Delibera 67/2010 che abrogava la possibilità di stipulare contratti a forfait a
favore delle famiglie sinte, rom, giostraie e circensi.
Per informazioni! sportello segnalazioni. Mobile: 334-25.11.887 Davide Casadio.
14 MAGGIO 2013 Nella sua videolettera da Roma il senatore altoatesino Pd-Svp
Francesco Palermo annuncia di voler presentare due disegni di legge. Il
primo per il "riconoscimento di Rom e Sinti come minoranze nazionali", il
secondo per garantire il diritto di voto anche agli studenti universitari fuori
sede all'estero.
Di Fabrizio (del 01/06/2013 @ 09:07:03, in Regole, visitato 1452 volte)
Comunicato stampa
Milano, 27/5/2013. Presentiamo oggi una guida con informazioni su scuola,
lavoro, casa, salute, residenza per cittadini rom e sinti a Milano.
"Attraverso le nostre attività di assistenza sanitaria e sociale con i cittadini
rom e sinti a Milano, abbiamo rilevato una carenza d'informazioni su quali siano
i loro diritti e su quali siano le modalità per poterne godere e farli
rispettare. Per questo abbiamo deciso di scrivere una guida che distribuiremo
durante le nostre attività." dichiarano i volontari del servizio di Medicina di Strada del Naga.
"Le informazioni riportate sono frutto di un'approfondita ricerca svolta
contattando gli uffici interessati e su internet.Gli argomenti sono stati
selezionati rilevando i bisogni dei diretti interessati che incontriamo durante
le nostre attività." proseguono i volontari.
"Ci auguriamo di aver dato informazioni utili. Abbiamo anche previsto un
monitoraggio dell'efficacia della guida e di aggiornarla in base alle
segnalazioni che riceveremo." concludono i volontari del Naga.
La guida è in versione italiano-rumeno e italiano-serbo.
[...]
Saranno disponibili copie della guida e già da ora può essere scaricata a questi
link:
Di Fabrizio (del 05/06/2013 @ 09:09:11, in Regole, visitato 1793 volte)
Uno dei controlli effettuati da vigili e polizia al campo
-
L'Arena di
Giampaolo Chavan CONTROLLI IN VIA SOGARE. L'intervento di polizia e vigili urbani risale al
settembre 2008. I difensori hanno affermato che tutti gli allacciamenti alla
rete idrica erano regolari come è emerso dalle testimonianze nel dibattimento
Quattro anni e mezzo vissuti sul filo del rasoio di una possibile condanna. Sono
durati fino a ieri quando è arrivata l'assoluzione perchè i fatti non sussistono
per i 41 sinti, insediatisi in via Sogare nel 2002. Risaliva al 25 settembre
2008, l'intervento di vigili urbani, carabinieri e polizia nel campo di via
Sogare con l'accertamento di tre reati: occupazione abusiva di suolo, accusa
archiviata già in fase d'indagine su richiesta della stessa procura, furto di
acqua ed energia. La sentenza del giudice Giorgio Piziali ieri ha spazzato via
anche queste due accuse con l'assoluzione dei 41 sinti, accogliendo le tesi del
collegio difensivo, rappresentato in aula da Federica Panizzo, Paola Montresor,
Annalisa Bravi, Maila Meniconi e Gianluca Vettorato. Le ragioni di questa
assoluzione, però, si conosceranno solo tra 45 giorni quando il giudice Giorgio
Piziali depositerà la motivazione della sentenza. Al termine della sua
requisitoria, il pm non togato in aula Giusy Bisceglie aveva chiesto una
condanna a 3 anni per gli imputati. Ieri i cinque difensori hanno ricordato che
durante le udienze, è emersa la regolarità del comportamento dei Sinti. I
testimoni chiamati a deporre, hanno insistito tutti i legali, hanno parlato di
un allacciamento regolare alla rete idrica pubblica. A confermarlo durante il
processo, sono stati un paio di funzionari del del Comune e lo stesso ex
assessore della giunta Zanotto, Tito Brunelli. "Il 25 settembre 2008", ha detto
in aula l'avvocato Annalisa Bravi, difensore di alcuni degli imputati, "vigili
urbani, carabinieri e polizia hanno fatto una "retata" per fotografare la
situazione di quel giorno". E non sono mancati anche equivoci: "È finita sul
registro degli indagati anche una persona che non risiedeva nel campo ma quella
mattina si trovava lì solo per caso", ha spiegato ancora Bravi. Maila Meniconi,
legale di altri due imputati, ha ricordato che "non è stata raggiunta la prova
della responsabilità di furti commessi dai sinti nel campo di via Sogare". Anche
l'avvocata Federica Panizzo alla fine dell'udienza ha sottolineato che "quando è
stato cancellato il reato di occupazione abusiva del suolo, dovevano essere
archiviate anche le altre accuse". E ancora: "Indigna un processo intentato per
il furto di un bene primario quale è l'acqua: diritto fondamentale a cui tutti
gli esseri viventi hanno diritto". L'avvocato Paola Montresor ha sottolineato
l'assenza del Comune sui banchi riservati alle parti civili, aggiungendo che
l'amministrazione "sapeva dell'esistenza dei due contatori ai quali si
allacciavano i sinti". Nel tardo pomeriggio, è arrivata anche la nota della
comunità dei Sinti: "Esprimiamo grande soddisfazione per la piena assoluzione
pronunciata dal giudice Piziali". La decisione ha un sapore particolare per
alcuni imputati: "La sentenza assume un significato ancor più pregnante",
riporta la nota, "per alcuni appartenenti alla comunità che poco prima di
affrontare quali parti civili il processo intentato per propaganda d'idee
razzista a carico di Tosi (svoltosi il 20 ottobre 2008 mentre l'intervento delle
forze dell'ordine in via Sogare risale al 25 settembre ndr) si vedevano
ingiustamente accusati di reati. Da parti offese per una strana coincidenza,
divenivano improvvisamente indagate per reati contro il patrimonio. Ieri è stata
ristabilita la verità".
Il Tribunale civile accoglie la causa di Elviz Salkanovic, cittadino italiano ma
di etnia rom che era stato identificato e fotografato durante il censimento di
tre anni fa. Riconosciuto "il carattere discriminatorio della procedura e
violata la dignità con l'effetto di creare un clima ostile". Lo riferisce
l'associazione 21 luglio. Tutti i dati sensibili dovranno essere eliminati dalla
Presidenza del Consiglio
Mercoledì, 5 giugno 2013 -
Fra il Tar e il Tribunale Civile non c'è giorno in cui la comunità rom di Roma
non porti a casa una strepitosa vittoria contro il tentativo di dare una
soluzione ad una vertenza che sembra non averne. E se poi c'è la campagna
elettorale, la condanna con relativo risarcimento che mr. Elviz Salkanovic, ha
portato a casa assume i connotati di una sconfitta istituzionale. A dare la notizia, tanto per cambiare, è l'associazione 21 luglio, da sempre al
fianco e dei rom e ormai vero baluardo contro ogni tentativo comunale di attuare
il "Piano nomadi".
Ecco la storia. "Tre anni fa, insieme ad altri migliaia di rom residenti nella
Capitale, era stato oggetto del censimento nell'ambito della cosiddetta
'emergenza nomadi'. Nei giorni scorsi, con una storica sentenza, il Tribunale
Civile di Roma ha riconosciuto a un cittadino rom di essere stato vittima di una
discriminazione su base etnica e ha ordinato al Ministero dell'Interno di
distruggere tutti i documenti che contengono i dati sensibili dell'uomo raccolti
durante il fotosegnalamento".
Continua l'associazione 21 Luglio: ""Accogliendo il ricorso di Elviz Salkanovic,
cittadino italiano di etnia rom con regolare documento d'identità - prosegue il
comunicato - l'autorità giudiziaria ha di fatto riconosciuto il carattere
discriminatorio della procedura di foto segnalamento in quanto l'uomo è stato
coinvolto in un'operazione i cui destinatari erano esclusivamente persone
appartenenti alla comunità rom. La misura, secondo la sentenza del Tribunale
Civile di Roma, ha provocato l'effetto sia di violare la dignità del rom sia di
creare un clima ostile da parte dell'opinione pubblica. Oltre all'eliminazione
di tutti i dati sensibili del cittadino rom, la Presidenza del Consiglio dei
Ministri e lo stesso Ministero dell'Interno sono stati condannati al pagamento
di 8 mila euro in qualità di risarcimento morale".
Disclaimer - agg. 17/8/04 Potete
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