Di Fabrizio (del 11/03/2009 @ 09:18:42, in Italia, visitato 1525 volte)
Ricevo da Maria Cristina Di Canio
DEGUSTAZIONE, ASSAGGI E SFIZI DELLA CUCINA BOSNIACA TRADIZIONALE
ti aspettiamo il
14 marzo 2009 dalle 10 alle 17
nel Laboratorio di MANUFATTI DONNE ROM in via dei Bruzi,11/c – San Lorenzo - Roma
troverai anche… gonne della tradizione zingara, borse, sciarpe, vestitini per bambini,
cappellini, tovaglie, set da tavola, asciugamani, canovacci, portamonete,
portagioielli, collane, pizzi, bigliettini d’auguri in stoffa … e tanti altri
prodotti originali per l’arredo della casa e per l’abbigliamento
Molti non lo sanno. Chi le pronuncia forse non lo sa ma è bene rendersene conto.
Tante frasi dure e aggressive ripetute a sostegno di ordinanze, di provvedimenti
o di proposte legislative a favore dei padani doc, assomigliano a quelle che
hanno preparato il clima politico e culturale delle leggi razziali in Germania
(1935) e in Italia (1938). Senza abbondare in citazioni (la bibliografia al
riguardo è immensa), mi limito a ricordare il programma del Partito
nazionalsocialista, redatto da Hitler nel 1920, dove si afferma (dal n. 4 al n.
8) la famigerata teoria della “comunità di popolo” basata su concetto di
Volksgenosse che significa “membro della comunità popolare”, di “razza tedesca”,
l’unico a godere dei diritti di cittadinanza. Tutti gli altri sono “ospiti”
sottomessi a una “legislazione per stranieri”. È questo che si vuole?
Chi ritiene esagerato il giudizio di imminente o diluito nazifascismo può
almeno riflettere sulla logica tribale in cui stiamo cadendo. Vari esponenti
politici di governo (nazionale e locale) sembrano pensare solo all’ indiano
padano perennemente assediato o minacciato. Vogliamo vivere come tribù separate
o parallele? Tribù significa sia gruppo etnico che organismo sociale determinato
e omogeneo che occupa una regione sulla quale afferma diritti tradizionali.
Moltissimi rom, sinti o islamici sono italiani-padani da anni, eppure si cercano
impronte e foto, si invoca la difesa della “comunità di popolo”, si moltiplicano
controlli esasperati del tutto controproducenti, mai pensati, ad esempio, per i
sospettati di criminalità mafiosa o di finanza nera (analizzata dal Financial
Crimes Enforcement Network), per gli autori (in gran parte familiari o
conoscenti) di violenza contro donne, bambini e bambine o per i responsabili di
grandi evasioni fiscali o di vittime del lavoro.
Giorni fa, un gruppo di antropologi ha diffuso un appello dal titolo “La
civiltà violata. Contro il ripiegamento autoritario e razzista che mina le basi
della coesistenza”. Le loro argomentazioni assomigliano a quelle di molte
organizzazioni sostenitrici della campagna “siamo medici non spie” o ai
firmatari della recente lettera aperta riguardante l’inutile odiosa schedatura
di persone (italiane e veronesi), avvenuta il 5 marzo scorso presso le piazzole
di sosta di strada La Rizza, presso Verona.
Gli imprenditori delle paure aprono ferite e alimentano divisioni. La cultura
del nemico ci rende tutti più infelici e insicuri. Il linguaggio volgare e
violento che spesso ci avvolge tende a produrre inevitabilmente azioni volgari e
violente. La vera sicurezza può essere solo costruita assieme come un bene
comune.
Ultima osservazione. I sostenitori del binomio “sangue-suolo” sono pronti a
brandire la croce come simbolo di un “cristianesimo senza Cristo” che mi sembra
simile a quello propugnato dall’“Action francaise”, il movimento di Charles
Maurras sostenitore di un “cattolicesimo anticristiano”, condannato da Pio X
(1914) e da Pio XI (1926). Ogni progetto autoritario o totalitario ha bisogno di
una religione civile settaria o guerriera.
Non è questa la cultura veronese in cui sono cresciuto.
Non è questa la fede cristiana espressa dal recente Sinodo diocesano.
Esiste una Verona ricca di risorse democratiche e di esperienze libere e
solidali che forse si è assopita ma può risvegliare la sua identità relazionale
e cosmopolita.
Qualcosa si muove. Per qualche mese alcuni autobus porteranno per Verona la
scritta “Nella mia città nessuno è straniero”.
Di Fabrizio (del 12/03/2009 @ 09:02:33, in Italia, visitato 1427 volte)
Oggi l'avvocatessa Federica Panizzo ha depositato presso la Procura della
Repubblica l'esposto-denuncia, relativo al brutale blit della polizia del 5
marzo, quando in diverse città del Veneto sono stati schedati centinaia di rom e
sinti. Con quella denuncia don Francesco Cipriani [anche lui tra gli «schedati»]
e altri cittadini residenti in Strada La Rizza chiedono alla magistratura «di
valutare se l'intera operazione si connoti, per le modalità con le quali è stata
condotta e per aver coinvolto una intera categoria di persone, anche minori di
età, cittadine e cittadini italiani individuate esclusivamente in base
all'appartenenza a una minoranza etnica, per essere discriminatoria per motivi
di appartenenza etnica, razziale, religiosa e lesiva, quindi, del principio
della pari dignità sociale».
Pubblichiamo di seguito una lettera aperta alle autorità civili e religiose
veronesi e alla stampa locale firmata da centinaia di persone [tra i primi
firmatari Mao Valpiana, direttore di Azione nonviolenta; per informazioni e
adesioni tel. 348 2863190,
www.nonviolenti.org].
«Lettera aperta alle autorità civili e religiose veronesi e alla stampa
locale» Cosa accadrebbe se domani in un qualsiasi condominio di Borgo Roma, Borgo
Trento o Borgo Venezia arrivassero funzionari di Polizia in divisa, svegliando
all'alba tutti i membri delle nostre famiglie, per fotografarci di fronte e di
profilo, con un cartello identificativo in mano, dicendoci che si tratta di
un'operazione di controllo? come reagiremmo? Certamente lo riterremmo
intollerabile e gravemente lesivo della nostra dignita'.
Noi sottoscritti, cittadine e cittadini veronesi, abbiamo saputo che,
all'alba del 5 marzo 2009, agenti di Polizia della Questura di Verona hanno
videofilmato e fotografato, di fronte e di profilo, le persone residenti o
domiciliate presso le piazzole di sosta di Strada La Rizza, Forte Azzano,
famiglie residenti in Verona da decenni; si tratta di nostri concittadini
italiani che si riconoscono come appartenenti alla minoranza etnico-linguistica
Rom.
Apprendiamo da un quotidiano locale che questi concittadini sarebbero stati
fotografati da personale di Polizia con un cartello in mano indicante cognome,
nome e data di nascita e numero progressivo, nonostante il possesso da parte
loro delle carte di identita' e la loro regolare iscrizione ai registri
anagrafici; sarebbero stati sottoposti a tale procedura anche alcuni minorenni.
In qualita' di semplici cittadini e cittadine, riteniamo che il possesso di
carta di identita' e la regolare iscrizione nei registri anagrafici locali,
dovrebbero preservarci, a prescindere dalla nostra appartenenza linguistica,
religiosa, etnica o dalle provenienze culturali o geografiche di ciascuno di
noi, dal subire metodi di identificazione che, al di fuori dei casi
tassativamente previsti dal nostro ordinamento, riteniamo lesivi della dignita'
personale.
Se, poi, come risulta da talune agenzie Ansa, tale procedura fosse stata
effettivamente programmata unicamente con riferimento a persone residenti nei
“campi nomadi” veneti, la nostra preoccupazione non potrebbe che aumentare:
riservare un trattamento deteriore ad un'intera categoria di persone a causa
della loro appartenenza ad una minoranza etnica, costituisce certamente offesa
intollerabile ai piu' basilari principi giuridici su cui si fonda la nostra
comunita'.
Dove non c'e' democrazia e dove non c'e' pace per i Sinti, i Rom, gli
“zingari”, non ci sara' pace e democrazia neppure per tutti gli altri, perche'
tutti siamo parte di questa citta': ci attiviamo dunque per noi stessi, per la
nostra comunita' civile, per i nostri figli, perche' la citta' e la societa' in
cui con responsabilita' ed onesta consapevolezza vogliamo vivere nasca dal
rispetto del diritto e della vita di ognuno.
Non vogliamo limitarci ad una mera testimonianza di solidarieta', ma anche
attivarci perche' tutti, ma proprio tutti, possano da una parte diventare
titolari di diritti civili, economici, sociali, politici e culturali, e
dall'altra assumersi la responsabilita' di doveri per una inclusione sociale che
non comporti annullamento della propria specificita' e non generi e alimenti
conflittualità».
Romedia Foundation, un'organizzazione civile di Budapest (www.mundiromani.com),
e Amnesty International (www.amnesty.hu)
hanno promosso una campagna video sulle donne rom col supporto di Duna
Television (www.dunatv.hu) e
del Decennio dell'Inclusione Rom (www.romadecade.org).
(in
ungherese ed inglese)
Lo spot di 4', prodotto per il Giorno Internazionale della Donna 2009,
presenta flash della storia personale di cinque attiviste rom per i diritti
umani di tutta Europa, assieme a filmati degli insediamenti rom nel continente.
In questi periodi di crisi, dove la coesione sociale è gravemente messa in
pericolo dalla moltiplicazione di atti di estrema violenza contro i Rom in
Ungheria e altrove, la campagna esorta il pubblico a rispettare i Rom in tutta
la loro complessità.
Una versione ungherese di 30" dello spot [è stata] trasmessa dal 6 all'11
marzo 2009 su centinaia di schermi pubblici in Ungheria.
Directed by Csaba Farkas and Katalin Bársony
Music by Babos Project Romani
Lyrics by Ágnes Daróczi
La municipalità di Lom è stata premiata col 3° premio della campagna
DOSTA del Congresso delle autorità locali e regionali del Consiglio
d'Europa. Citata da BNR, l'ha annunciato l'amministrazione municipale di Lom.
Il premio è elargito per gli sforzi della municipalità per integrare il
popolo rom e per la tolleranza etnica. Il premio è stato consegnato a Penka
Penkova, sindaco di Lom, in una cerimonia al Congresso per le autorità regionali
a Strasburgo.
Il premio DOSTA (che significa "basta" in romanes) è stato stabilito nel
2007. Viene passato ai comuni europei che conducono politiche di successo
nell'integrazione del popolo rom.
Il primo premio della campagna ha premiato le municipalità di Mostar e
Pridjedor in Bosnia Erzegovina, il secondo - il comune greco di Valos, ed il
terzo al comune di Lom.
Il comitato, presieduto da Yavuz Mildon, presidente del Congresso per le
autorità regionali, ha esaminato 26 nomination di comuni dell'Europa centrale ed
orientale.
In una dichiarazione ai media, il sindaco Penka Penkova ha sostenuto che
accetta il premio come riconoscimento per gli sforzi del governo locale e delle
OnG a Lom per migliorare la vita dei Rom nella più povera regione della UE.
Nel comune di Lom, Bulgari e Rom, abbiamo capito che su questa terra c'è pane
per tutti, e non abbiamo qualcosa che ci divide, ha detto Penka Penkova dopo
aver ricevuto il premio. Da anni viviamo in pace e armonia, ci rispettiamo e
abbiamo fiducia l'un l'altro, ha anche sostenuto il sindaco di Lom.
Di Sucar Drom (del 12/03/2009 @ 11:14:37, in blog, visitato 1495 volte)
Roma, un gran pasticcio le indagini sullo stupro della Caffarella
Ci sono gli identikit tracciati dagli uomini della Mobile su indicazione dei
fidanzatini aggrediti alla Caffarella, che non corrispondono per nulla ai volti
di Karol Racz e Alexandru Loyos Isztoika. Il ve...
Vicenza, blitz nei campi sinti, no alle leggi razziali
Ieri 05 marzo 2009, le forze dell’ordine hanno eseguito un blitz anche nei campi
sinti di Vicenza e Costabissara, hanno tentato, senza mandato, di entrare anche
nel villaggio privato di Montecchio Maggiore...
Veneto, ieri è scattata la schedatura
Nella giornata di ieri è scattata in tutta la Regione Veneto la schedatura dei
Sinti e dei Rom che vivono nei “campi nomadi” comunali e nelle proprietà
private (terreni privati). Le modalità di schedatura sono state diverse...
Rom e Sinti nella letteratura/3 - IL LIBRO DEI VAGABONDI
Riporta il Camporesi ne Il libro dei vagabondi: A rendere più complicata la
scena del vagabondaggio e a portare maggiore turbamento e confusione erano le
bande nomadi probabilmente zingaresche, talvolta confuse con altre forme di
pitoccheria, che l’urbinate Poliodoro Virgilio supponeva discendenti dai
sacerdoti questuanti della dea Siria...
La "caduta" di Fini su media e violenze sulle donne
Ieri, 8 marzo 2009, il Presidente Fini è intervenuto alla manifestazione
organizzata al teatro Brancaccio di Roma. Il Presidente della camera nel suo
intervento è partito bene: “La violenza sulle donne è da un lato una piag...
Verona, interviene anche il Vescovo
Dopo il blitz della polizia di giovedì scorso al campo di strada La Rizza, con
la schedatura di massa di tutti i presenti, fotografati di fronte e di profilo,
molte le testimonianze di solidarietà che sono giunte a don Francesco Cipriani,
il delegato dioce...
Veneto, le strane coincidenze
Martedì 17 febbraio 2008 l’associazione Sinti Italiani, in collaborazione con le
associazioni Sucar Drom e Nevo Drom, ha organizzato una grande manifestazione
per chiedere che i Cittadini italiani, appartenenti alla minoranze sinte e rom,
non siano discriminati...
Cronaca nera, l'analisi sulle notizie nei Telegiornali
Per l’elaborazione di questa analisi il Centro d'Ascolto dell'Informazione
Radiotelevisiva ha considerato le notizie degli ultimi 5 anni (dal 2003 al 2007)
e dei primi quattro mesi del 2008 delle edizioni principali dei telegiornali di
Rai, Mediaset e La7 in relazione alla loro classificazi...
Nuove frontiere della "giustizia razziale"
La giustizia italiana ha metabolizzato da alcuni anni l'atmosfera xenofoba e
razzista che imperversa nel nostro Paese. Il caso Giovanna Reggiani, cha ha
visto la condanna a 29 anni di carcere comminata a Romulus Mailat in base alla
testimonianza di una donna la...
Roma, il Papa accolto dai Rom in Campidoglio
Roma ha ormai "il volto di una metropoli multietnica e multireligiosa, nella
quale l'integrazione è talvolta faticosa e complessa". Papa Benedetto XVI, in
visita in Campidoglio, ha auspicato che Roma, di fronte al grande afflu...
I neofascisti ora vanno di moda, slogan razzisti e svastiche sul mensile per
teenager
«La nostalgia del Duce esiste, ha il volto di ragazzi normali e parla di valori
tradizionali: Dio, Patria e famiglia». Sono alcune delle parole con cui inizia
un lungo articolo che il mensile TopGirl ha dedicato alla nuova moda degli
adolescenti: il neofascismo. La rivis...
Ddl sicurezza, appello alle istituzioni molisane
In qualità di ex-dirigente dell’Ufficio Anagrafe di un Comune capoluogo, mi
rivolgo alla S.V. per segnalare lo spaventoso rischio che sia approvata una
norma del “pacchetto sicurezza” che ...
Milano, i bambini rom la doccia la fanno a scuola
Il Giornale ha pubblicato alcuni articoli sulla scolarizzazione dei bambini rom
a Milano. L’incipit è per un progetto che si sta realizzando in una scuola
elementare e media di Milano. Quest’anno il Ministero ha stanziato 6.395 euro
per «sostenere progetti di integrazione» e l...
Verona, firma anche la lettera contro la schedatura
A Verona oltre duecento cittadini e cittadine veronesi (e molto altri se ne
stanno aggiungendo) hanno firmato una lettera aperta, rivolta alle autorità
civili e religiose...
Ue, approvata risoluzione
Il Parlamento europeo ha lanciato un forte appello agli Stati membri dell'Ue
affinché si astengano dall'adottare "misure eccessive" nei confronti dei rom,
che finirebbero per "peggiorare", anziché migliorare...
FEDELE MENDICINO 05.03.2009 - L’associazione Mesemrom chiede conto alla
polizia ginevrina. Secondo Dina Bazarbachi, presidente del movimento d'appoggio
ai mendicanti rumeni di Ginevra, le forze dell'ordine hanno esagerato la notte
tra il 17 e il 18 febbraio scorso nel corso di un intervento a Vernier. "Due
poliziotti hanno lanciato due lacrimogeni in un edificio abbandonato verso
Renfile, per sloggiare dei Rom che lì dormivano. Tra loro, due ragazzi di 11 e
12 anni". Interpellata dall'avvocato di Mesemrom, il capo della polizia, Monica
Bonfanti, ha fin d'ora affidato un'indagine all'Ispettorato Generale dei Servizi
(IGS) al fine di fare luce su questo caso.
"Queste accuse non stanno in piedi"
L'accusa indirizzata alla polizia è particolarmente precisa. Luogo, ora, nome
dei poliziotti, numero di targa dei veicoli intervenuti.
Secondo Bazarbachi, "Due persone spaventate sono saltate fuori dall'edificio
dal primo piano e si sono ferite. Questi fatti si sono svolti sotto lo sguardo
divertito dei due poliziotti."
Contattato ieri, Jean-Philippe Brandt, portavoce della polizia, stima che "Se
è vero, è molto grave, se è falso pure..." Fatto curioso [...] non si ritrova
traccia dell'intervento in quel giorno. Si trattava d'una operazione della
polizia giudiziaria? Di falsi poliziotti? Un'invenzione dei Rom, che si sentono
perseguitati dalle forze dell'ordine? Sia quel che sia, l'IGS mette le mani nel
piatto: "Queste accuse non stanno in piedi," ritiene un poliziotto coperto
dall'anonimato. "Non si lanciano mai dei lacrimogeni in un edificio chiuso.
All'interno, se è il caso, si utilizza uno spray al pepe."
Unica certezza, gi interventi dei poliziotti si moltiplicano nei luoghi
abbandonati occupati dai Rom o dai sans-papiers.
"Prima, i mendicanti dormivano sotto i ponti," prosegue Jean-Philippe Brandt.
"Gli agenti della sicurezza municipale ce li segnalano ed i Rom si sono
allontanati in questi luoghi. Risultato: cercano rifugio in siti come quello di
Vernier, dove si trovano depositi vuoti destinati a scomparire. E' lì che l'Ikea
conta d'installarsi nel cantone."
Di Fabrizio (del 13/03/2009 @ 09:11:27, in Italia, visitato 1711 volte)
Ricevo da Marco Brazzoduro
OsservAzione - Centro di Ricerca Azione contro la Discriminazione di
Rom e Sinti - e l'associazione Chi rom e ...chi no
sono liete di invitarvi
Lunedì *16 marzo*, alle ore 9.30 presso l' Antisala dei Baroni, Maschio Angioino- *Napoli *
al convegno: *"I rom tra stato di diritto e stato di eccezione.**
Proposte di trasformazione urbana."* /“Un momento per riflettere insieme di ciò che è accaduto e ciò che sta
accadendo in Italia a partire dalla questione rom". /
Lo faremo con Piero Colacicchi, presidente di Osservazione, Nazzareno
Guarnieri, presidente della Federazione Rom e Sinti insieme., lo scrittore
Maurizio Braucci e Giovanni Laino, docente di politiche urbane.
/Il convegno è l'occasione per presentare una proposta di intervento progettuale
per la riqualificazione di un'area nel territorio di Scampia, dove da 30 anni
sono presenti gli insediamenti spontanei dei rom./
[...]
OsservAzione (ONLUS) Centro di Ricerca Azione Contro la Discriminazione di Rom e Sinti
via dell'Osservatorio 39
Firenze
osservAzione è un'associazione di promozione sociale (ONLUS) impegnata nella
lotta contro l'anti-ziganismo e le violazioni dei diritti umani e per la
promozione dei diritti di rom e sinti in Italia.
Come ogni anno, l’ Istituto San Vincenzo de’ Paoli, in occasione della festa
della Fondatrice Santa Luisa de Marillac, Patrona di tutti coloro che operano
nel sociale,con il patrocinio del Comune di Bisceglie propone alcune iniziative
di solidarietà a favore di un bisogno concreto.
A questo scopo nell'ambito del progetto "Acqua" una goccia per la vita si
metterà in scena uno spettacolo di beneficenza dal titolo "Duj furatte mulo"
di e con Alexian Santino Spinelli (musiche e voce recitante), Di
Terlizzi Rossella (voce e danza), Arcieri Nico (pianoforte), il 15
marzo 2009 - alle ore 18.00 presso il Teatro Garibaldi di Bisceglie.
"Duj furatte mulo", è una cronaca toccante, un dramma che si ripete e continua a
ripetersi sul popolo Rom. E’ stato scritto in 2 lingue, in italiano e in lingua
romanì come due parti essenziali e inscindibili. Nella simbologia teatrale si
sono adoperati canti, danze e poesie originali romanès. Un malato racconta la
sua morte, un musicista racconta la sua vita, ma nello stesso tempo la vicenda
si trasforma. Nella malattia si scopre la persecuzione, la denuncia contro chi
non vuole capire. L’opera fa rivivere il conflitto fra società maggioritaria e
mondo romanò, come una riflessione sulla profondità dell’essere umano, per
allontanare lo spettro del razzismo.
Il rom muore 2 volte, ucciso dalla malattia e dalla società maggioritaria.
L’opera ha vinto il premio internazionale "Flaiano" di Pescara nel 1994.
L’opera viene eseguito in prima nazionale. A conclusione della lettura scenica "Duj
furatte mulo" i bambini della Scuola dell’Infanzia "San Vincenzo de Paoli" e il
coro dei "Piccoli Vincenziani", uniranno le loro voci per avvalorare il
messaggio interculturale proposto.
La raccolta fondi è rivolta alla costruzione di un pozzo d’acqua in Madagascar
precisamente a Manakara per:
- favorire l’accesso all’acqua potabile;
- migliorare le condizioni igienico-sanitarie nel villaggio;
- contrastare il processo di desertificazione;
- garantire condizioni per un’agricoltura che risponda al fabbisogno di comunità
umane in condizione di grande rischio.
A questo proposito la invitiamo a partecipare attivamente a questa iniziativa di
solidarietà.
di Alberto Giannoni - "Acqua e sapone" a scuola per i bambini rom? Chi
lavora tutti i giorni per i piccoli nomadi non è contrario a un progetto come
quello che un istituto del Gallaratese prevede per i bambini del vicino campo di
Triboniano. La possibilità, per gli alunni rom, di lavarsi nelle docce delle
scuole prima di entrare in classe. Chi conosce bene le reali difficoltà
dell’integrazione dunque non dà giudizi astratti. Non si affida alle certezze di
un approccio ideologico. Così, per esempio, Susanna Mantovani, ordinaria di
Pedagogia e prorettore all’Università Bicocca, promuove il progetto della
scuola "Riccardo Massa": "Mi pare un elemento di accoglienza - dice la
professoressa, per tre anni nel Consiglio direttivo di Unicef Italia -, secondo
me non è molto diverso dal pulmino che accompagna i bambini a scuola, o dal
servizio mensa". "Per quel che ne so io - continua - interventi del genere sono
visti con favore dalle stesse famiglie di nomadi. Come tutti i genitori, anche i
rom vogliono il meglio per i loro figli, almeno all’inizio, poi subentrano
dinamiche molto complesse e articolate in questi gruppi che sono nello stesso
tempo tradizionalisti e trasgressivi. Ma anche gli insegnanti credo siano
favorevoli, e si prestano anche al di là di quelli che sono i loro stessi
doveri". Il suo giudizio è pragmatico e favorevole, dunque: "Qualunque cosa
aiuti la frequenza scolastica mi pare utile, e se un bambino a scuola viene
visto come un lebbroso questo certo non aiuta. L’integrazione va incoraggiata
fin dall’inizio per prevenire fenomeni pericolosi e sgradevoli dopo. Se dei
bambini che non possono fare la doccia a casa la fanno a scuola mi sembra un
servizio di accoglienza positivo".
Non è molto diverso il parere di Maurizio Pagani, vicepresidente dell’Opera
nomadi di Milano, che promuove la tutela dei diritti di rom e sinti: "A volte è
inevitabile - commenta riferendosi al progetto del Gallaratese -. Certo, si deve
intervenire con rispetto e sensibilità. E non deve essere una previsione
generalizzata. Ma se si tratta di casi mirati mi sembra una risorsa, soprattutto
per i bambini che vengono da insediamenti abusivi". "Loro oltretutto - aggiunge
- non manifestano contrarietà. E così i genitori. Anche perché i bambini sono
molto diretti, spontanei. E se uno dice a un altro “tu puzzi” questo condiziona
inevitabilmente il loro rapporto e l’integrazione". "In ogni caso, aggiunge, i
problemi veri sono altri. Soprattutto l’esito scolastico. Molti non sanno
scrivere e leggere".
"Si tratta di un gesto d’attenzione - spiega l’assessore Mariolina Moioli -,
le maestre lo fanno volentieri, i bambini si presentano in modo decoroso e
questo li aiuta. Accade anche in altre scuole". Per ridurre i problemi nelle
scuole, gli uffici scolastici hanno cercato di distribuire i piccoli rom fra i
vari istituti. E la "Riccardo Massa" è fra le "scuole pilota" dei progetti di
inserimento, insieme agli istituti di via Console Marcello e di via Cilea. Sono
1032 i bambini nomadi iscritti nelle scuole di Milano e della provincia. Su
4mila rom e sinti che vivono nel Milanese. Molti non frequentano la scuola. Nel
2005 il 61 per cento risultava frequentare regolarmente. Oggi a Milano va in
classe l’80 per cento: circa 370 piccoli. Per l’ufficio scolastico provinciale
"non esistono casi di particolare sofferenza. Certo la frequenza va
incoraggiata, ci sono difficoltà, spesso si devono attivare i servizi sociali e
sanitari, ma la situazione è stabilizzata".
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