9 novembre 2008 - 122 Rom abitano su un terreno abbandonato di Fréjus dal
maggio 2007. In cinque anni, è il quarto sito dove si sono installati e da cui
sono stati sgomberati. Sono state acquistate dal Soccorso cattolico alcune
roulottes in buono stato.
Alin ha 23 anni. I suoi due bambini corrono nella roulotte, il terzo nascerà
tra poco. La famiglia abita [...] lì da cinque anni. Prima, questi Rom hanno
percorso l'Italia e il Belgio. La Romania, il suo paese? "Non bene," si
scioglie, la voce grave."No lavoro, no casa. Niente." Tuttavia, questi metri
quadrati illuminati da un debole lampada sono lontani da costituire un paradiso.
Ma si riesce a guadagnare un po' di denaro. Non molto - e sempre di meno, si
rammarica. Prima dell'estate, il rottame di rivendeva a 26 centesimi al chilo.
Il prezzo è crollato: 3 centesimi oggi. Neanche di che rimborsare il gasolio
sino a Pignans, dov'è la raccolta.
"Quando i bambini hanno fame," va a mendicare. Così da portare qualche euro
al giorno.
Accompagnamento sociale e professionale
Come Ali e sua moglie Grenguta, 21 anni, ci sono 122 Rom che vivono da maggio
2007 su quest'area, che appartiene ad un proprietario privato. Da almeno cinque
anni che il piccolo gruppo si è formato a Fréjus, le 28 famiglie ed altrettante
roulottes hanno già cambiato posto quattro volte. Anche da qui devono partire,
l'ordine di espulsione è ufficiale. Ma hanno ottenuto una proroga. La forza
pubblica non sloggerà le famiglie. Piuttosto che smuoverli, si cerca di
risolvere il problema.
Lo Stato ha indetto un comitato pilota per trovare una soluzione "prima della
fine dell'anno," spera Caroline Gadou, sotto-prefetto incaricato della missione
(alloggio, impiego, politica cittadina). Sono stati esplorati due siti. Ma tra
le zone inondabili, quelle esposte agli incendi, i proprietari recalcitranti ed
i vicini malfidenti, non è per niente facile. "L'obiettivo non è soltanto
trovare un luogo d'accoglienza, ma anche organizzare l'accompagnamento sociale e
professionale," aggiunge Caroline Gadou.
E' il compito affidato a Sichem. Mediatore di questa associazione, Philippe
Loiseau conosce i Rom da tempo. Inizialmente con il Soccorso cattolico, dove ha
militato e che ha aiutato molto. "Quando li ho incontrati, mi sono detto: che
problema!" Ha imparato a conoscerli uno per uno, con le loro qualità e difetti.
"E' la povertà della povertà," dice semplicemente di questa popolazione fuggita
da un paese (da quando si sono aperte le porte della Romania dopo Ceausescu),
colpiti dalla discriminazione.
Le ragioni per essere lì: "Quando voi non avete da mangiare, se trovate un
posto dove mangiare, anche male, vi fermate." Ma in nessun caso, insiste il
mediatore, le associazioni presenti sul terreno hanno contribuito a far fermare
i Rom. Erano già là, radicati su questa terra.
Rompere i pregiudizi
Cittadini europei, attualmente i Rom hanno il diritto di circolare
liberamente e di vivere in Francia. Ma restano miserabili, perché per il lavoro,
"è più complicato, spiega l'assistente sociale di Sichem, Christelle Berger, il
padrone deve chiedere un autorizzazione per loro, come la carta verde negli
USA."
Christelle aiuta quanti vogliono organizzare il loro ritorno. Il suo lavoro è
anche di difendere il loro diritto alla sanità e all'istruzione. Una ventina di
bambini vanno a scuola o al collegio, a Fréjus, in edifici diversi. L'assistente
sociale si occupa dell'urgenza: una bombola di gas, un aiuto, "con un contratto,
Non siamo una banca." E' un dare per avere. I Rom apprendono a farsi carico, a
tenere il terreno pulito, ad essere buoni cittadini.
"Ma hanno bisogno di talmente tante cose," sospira Philippe. E rompere i
pregiudizi, non è facile. Conclude Christelle: "Mi piacerebbe che la gente
venisse a vedere la realtà. Comprenderebbero che se un bambino arriva coperto di
fuliggine a scuola, è perché si scalda ad un fuoco di legna. E che non ha acqua
calda per lavarsi."
Di Fabrizio (del 16/11/2008 @ 09:38:39, in Italia, visitato 2004 volte)
Due articoli di Giulia Cusumano da ChiAmaMilano:
MENO
FACILITATORI, PIU' DIFFICOLTA' Sempre meno fondi statali per l'integrazione degli alunni stranieri. La
Provincia corre ai ripari e stanzia 4 milioni di euro
Una decina di anni fa erano 447, oggi sono appena 98. L'esercito dei
facilitatori di inserimento all'interno delle scuole della provincia di
Milano è stato letteralmente falciato via da una raffica di tagli dettati
dal Ministero dell'Istruzione.
A fronte di un aumento annuale del 13% dei ragazzi stranieri nella
popolazione studentesca milanese, diminuiscono viceversa le figure di
riferimento capaci di aiutare i giovani stranieri ad inserirsi nelle classi. Il
rapporto alunni-insegnanti, che nel ‘99-2000 era di 1 a 50, nel 2007-2008 è
stato pari a più di 1 a 500.
Per questo la Provincia scende in campo stanziando per il 2009 ben 4 milioni di
euro. Con il progetto "Non uno di meno", giunto al quarto anno e realizzato in
collaborazione con il Centro COME, l'Ufficio Scolastico e l'Università Bicocca,
verranno finanziati laboratori di italiano per gli studenti e corsi di
formazione per i docenti, oltre ai servizi di consulenza delle scuole, di
orientamento scolastico per i ragazzi e le famiglie immigrate e di mediazione
culturale. Il progetto, che negli anni scorsi ha coinvolto 29 istituti e 1.761
studenti, è rivolto a tutte le scuole superiori che ne faranno richiesta.
"La scuola è il primo elemento di integrazione –ha spiegato l'Assessore
Provinciale all'Istruzione Giansandro Barzaghi (ascolta
l'intervista) – Siamo contrari alle classi ponte che invece segregano gli
studenti stranieri e li differenziano. Noi vorremmo seguire il modello integrato
europeo, non quello separatista di alcuni lander tedeschi".
Con la legge 517 del 1977 in Italia venivano abolite le classi differenziali
per gli studenti svantaggiati. Oggi, con l'istituzione delle "classi ponte"
promossa dalla Lega, c'è il rischio di tornare indietro di 30 anni.
Eppure oggi gli studenti "svantaggiati" oggi sono molti di più. Dati
ministeriali parlano di un incremento di mezzo milione di iscritti di origine
straniera in dieci anni. Se nell'anno 1999-2000 gli studenti di cittadinanza non
italiana in Italia erano 119.679, oggi sono 572.621.
Secondo il Dossier Immigrazione Caritas/Migantes la Lombardia è la prima regione
per quanto riguarda la numerosità delle presenze (137.444 pari al 24%
dell'intera popolazione straniera nelle scuole italiane), mentre la Provincia di
Milano con i suoi 53.387 alunni stranieri, è la prima per numerosità non solo in
Lombardia, ma anche a livello nazionale.
Oggi in Italia circa 1 bambino su 20 non è italiano, in Lombardia 1 su 10. E'
stato stimato che nel 2050 i bambini di origine straniera nelle scuole saranno
di più di quelli italiani.
Risulta chiaro come gestire il multiculturalismo all'interno delle classi sia
di fondamentale importanza. Di soldi lo Stato e gli enti locali ne mettono
sempre meno, tanto che, come ormai accade frequentemente, sono i privati ad
investire in un servizio che dovrebbe essere garantito dal pubblico. La
Fondazione Cariplo quest'anno investirà un milione e duecentomila euro per
finanziare progetti di integrazione culturale in 15 scuole di Milano e altre 15
tra Brescia e Mantova.
"Il Comune ha via via ridotto la sua presenza –spiega Patrizia Quartieri,
consigliere comunale di Rifondazione Comunista– Invece di investire nella figura
dei facilitatori si è preferito allocare le risorse ai singoli istituti che li
gestiscono autonomamente affidandosi a cooperative che non sempre mettono a
disposizione operatori preparati e competenti. Non solo le poche risorse a
disposizione conducono a una scelta al ribasso. Il Comune non compie neppure un
controllo sulla qualità dei servizi".
Anche da Roma mancano fondi specificamente destinati alla figura dei
facilitatori. "Ci vorrebbe cooperazione tra stato ed enti locali; non è soltanto
una questione di soldi; manca una volontà politica e una regia." Conclude la
Quartieri.
Tra la grande stagione dei tagli avviata dall'attuale Governo e
le
sconfortanti previsioni di bilancio previste da Palazzo Marino per il 2009
(link articolo 16 ottobre "futuro da ribilanciare"), difficile che saltino fuori
soldi per il ripristino dei facilitatori. Più facile, oltre che politicamente
più coerente con la linea "protezionista" tanto cara alla Lega, creare delle
classi differenziali per chi italiano non è.
L'INTERCULTURALITA'
NASCE TRA I BANCHI DI SCUOLA Soprattutto per i più piccoli l'integrazione e l'apprendimento dell'italiano
è più facile all'interno di classi normali e accanto ai coetanei italiani
"I bambini si aiutano, si capiscono, creano solidarietà e amicizia. Sono loro i
veri facilitatori linguistici".
Lo assicura Luigi Ambrosi, insegnante della scuola elementare Fabio Filzi in
zona Corvetto. Lì di bambini stranieri ce ne sono tanti: 6 su dieci hanno
origine non italiane, anche se molti di loro nel nostro paese ci sono nati.
Lì fino a 10 anni fa di facilitatori ce n'erano diversi, lui era uno di loro.
Oggi ce n'è solo uno.
"L'anno scorso eravamo supportati dagli operatori di due cooperative
incaricati dal Comune che si sostituivano ai facilitatori. Quest'anno ci hanno
tolto anche questo servizio, non sappiamo perché" spiega Ambrosi.
Le cooperative, ci racconta l'insegnante, essendo composte da operatori che
girano e che cambiano in continuazione, non erano comunque la soluzione ideale.
I facilitatori, viceversa, si inseriscono a 360 gradi nell'ambiente in cui
lavorano, conoscono le storie dei bambini che seguono e delle loro famiglie, il
loro passato e il loro presente.
Eppure la situazione è gestibile. Non ci sono alunni che bloccano i lavori
della classe, anzi; i casi di eccellenza si registrano proprio tra i bambini
stranieri. "C'è più impegno, più rispetto dell'istituzione scolastica, e
soprattutto c'è la speranza del riscatto attraverso la mobilità sociale. Una
speranza che molte famiglie italiane disilluse hanno perso da tempo".
Nelle classi in cui lavora Ambrosi ci sono bambini con gli occhi a mandorla e
bambini con la pelle color caffelatte. Molti di loro sono nati in Italia.
"I neoarrivati a Milano dopo 6 o 7 mesi tra i banchi di scuola hanno già
acquisito il 70% della conoscenza dell'italiano. Ma non è solo una questione di
lingua-spiega l'insegnante- il progetto mandato avanti per anni attraverso la
figura dei facilitatori parlava di interculturalità e integrazione, di aiuto
alla comprensione e di insegnamento alla solidarietà".
Ambrosi ci racconta dei capodanni cinesi e delle ricorrenze musulmane
preparati e festeggiati con entusiasmo e divertimento dai "suoi" bambini; ci
racconta immagini di amicizia ed uguaglianza, di condivisione e curiosità, di
avvicinamento e reciprocità.
Ci racconta che l'integrazione, quella parola di cui si riempiono la bocca
alcuni politici sostenitori delle "classi ponte", prevede bilateralità, non
assimilazione; scambio, non imposizione.
Perché il rapporto tra culture diverse non arricchisce soltanto i bambini
stranieri; anche quelli italianissimi, le cui origini ed usanze qualcuno si
affanna a voler preservare a tutti i costi da eventuali pericolose
contaminazioni esotiche, ricevono insegnamenti e informazioni preziosissime per
la loro crescita individuale.
Imparare a comprendere che esistono punti di vista differenti, imparare a non
fossilizzarsi in schemi prestabiliti. Imparare che la "diversità" è bella,
stimolante, costruttiva; questo è l'arricchimento più prezioso.
[...] il 17 novembre si svolgerà una marcia di un vasto fronte dei gruppi di
estrema destra (si attendono 2.000 persone) nel città di
Litvinov (Repubblica Ceca settentrionale), precisamente nel quartiere Janov,
abitato principalmente da Rom.
Ci sono già stati degli scontri in precedenza.
Nel video (in lingua ceca), è documentato lo scontro verbale tra le
due parti. Come si vede alla fine, la Polizia si comporta amichevolmente coi
nazisti e questa settimana un Rom è stato accusato di razzismo e discorsi
razziali. Nessun estremista di destra, uomo o donna - c'erano anche loro, è
stato incriminato.
Stavolta, la municipalità e la polizia non hanno trovato nessuna ragione per
proibire la manifestazione e nei giorni scorsi, gli estremisti hanno fatto
propaganda su internet alla manifestazione.
Sono un produttore cinematografico austriaco, di origine ceca, e sto
terminando un documentario su una famiglia Rom. Sarà il seguito di Romane Apsa -
Lacrime Romanì, un documentario che feci 5 anni fa.
Sto seguendo la crescita dell'anti-ziganismo e del razzismo nella Repubblica
Ceca ed in Slovacchia.
A Litvinov, ci sarà una grande copertura dei media.
Ieri ho preso parte a una discussione in un articolo a proposito di questa
marcia su
http://www.aktualne.cz/ e hanno minacciato di spararmi se avessi continuato
ad esprimere le mie opinioni. Sto valutando quali misure legali prendere.
Sono scosso e sconvolto dagli sviluppi nel mio ex paese, la Cecoslovacchia.
Alcuni militari e poliziotti sono stati sospesi a causa della loro vicinanza con
l'estrema destra.
Nella città di Brno, i militanti di estrema destra minacciano i Rom nelle
strade in cui vivono. I neonazisti manifestano in varie città ogni fine
settimana, e la polizia combatte il movimento antifascista. Il cantante
Daniel Landa
canta di razza Bianca ed è molto popolare. Il popolare giornale "Lidove Noviny"
annincia uno "studio" del Delnicka strana (partito Laburista), che intende
provare che i Rom dovrebbero tornare in India. Ho contattato il giornalista, era
convinto di aver fatto bene ad annunciare lo studio.
La Repubblica Ceca assumerà la presidenza dell'Unione Europea l'anno
prossimo.
Di Fabrizio (del 17/11/2008 @ 08:50:47, in Regole, visitato 3400 volte)
segnalato da Cristina Seynabou Sebastiani
Dopo l'approvazione del Pacchetto Sicurezza le retate della polizia si sono
intensificate. Spesso controllori e vigili salgono sugli autobus a far dei
controlli diretti in particolare contro gli immigrati. Ora è anche arrivato
l'esercito. Tutti accusano i cittadini immigrati di essere clandestini ma
nessuno dice che la clandestinità è tutta responsabilità del governo .
Quelli che governo, mass media e settori di popolazione chiamano "clandestini"
sono persone che lavorano ma che non possono regolarizzarsi perché la legge
sull'immigrazione non lo permette. Molti italiani che si lamentano
(ipocritamente) del pericolo "clandestini" hanno poi un "clandestino" alle loro
dipendenze che lavora nelle loro fabbriche, cura i loro figli e i loro genitori.
Questo testo è un intento di far conoscere ai cittadini immigrati, ma non solo,
cosa la polizia può fare e cosa non può fare affinché si possano denunciare gli
eventuali abusi. Il testo è stato prodotto grazie al lavoro degli avvocati di
"Supporto legale contro il razzismo". L'associazione Arci Todo Cambia e la Rete
degli Sportelli di ARCI Milano hanno contribuito alla sua realizzazione.
1. Controllo documenti, identificazione e fermo
a) In generale
Gli ufficiali-agenti di polizia (polizia di stato, carabinieri e altri corpi
appartenenti all'esercito, polizia municipale - ma questi ultimi solo se hanno
la qualifica di agente di polizia di sicurezza- ) possono costringerti a
seguirli nei propri uffici se rifiuti dichiarare le tue generalità (nome,
cognome, luogo e data di nascita) o mostrare un documento d'identità oppure
quando ci sono indizi sufficienti per ritenere che il nome che hai dato o i tuoi
documenti siano falsi (art. 11, d.l. 21.3.1978 n. 59): questo viene chiamato
fermo di identificazione o accompagnamento. Gli ufficiali-agenti di polizia che
ti accompagnano in questura per identificarti devono darne immediata notizia al
Procuratore della Repubblica e possono trattenerti per il tempo necessario alla
tua identificazione1 e comunque entro le 24 ore ti devono rilasciare. Non è
previsto il diritto alla nomina di un difensore.
E' perciò importante e - hai diritto di pretendere - che la comunicazione al
Procuratore della Repubblica venga effettuata subito al momento
dell'accompagnamento, perché solo da questo momento si contano le 24 ore entro
cui devono rilasciarti. Se rifiuti di dire le tue generalità / esibire i
documenti, oltre all'accompagnamento in questura di cui abbiamo parlato, puoi
essere denunciato per i seguenti reati:
- se sei cittadino italiano o comunitario, e rifiuti di dire il tuo nome, puoi
essere denunciato e rischi la pena dell'arresto fino a 1 mese (art. 651 c.p.).
Invece se non fai vedere i documenti puoi essere denunciato e rischi la pena
dell'arresto fino a due mesi (art. 294 reg .att. tulps e art. 221 tulps).
- se sei cittadino extracomunitario e non fai vedere i documenti
(passaporto-permesso), senza un valido motivo, ad agenti-ufficiali di polizia
quando te lo chiedono puoi essere denunciato e rischi la pena dell'arresto fino
a 6 mesi; se c'è motivo di dubitare della tua identità, puoi essere accompagnato
in questura per rilievi segnaletici (fino a un max di 24 ore.) - art. 6 d.lgs.
n. 286/98.
Se invece fornisci false generalità a un pubblico ufficiale o a un incaricato di
pubblico servizio, il reato è punito con pene maggiori (che sono stata aggravate
col c.d. pacchetto sicurezza - d.l. 23.5.2008, n. 92):
se dichiari (a voce o per iscritto) false generalità e rischi il carcere fino a
un massimo di sei anni (artt. 495 e 496 c.p.);
la stessa pena è prevista se alteri il tuo corpo per impedire la tua
identificazione - es. alterazioni delle impronte digitali (art. 495-ter c.p.).
E' stata anche introdotta l'aggravante di clandestinità. Questo significa che la
pena prevista per il reato che hai commesso può aumentare solo per il fatto che
non hai il permesso di soggiorno (art. 61, n. 11 bis c.p.).
Non esiste più il reato di oltraggio a pubblico ufficiale ma rimangono il reato
di ingiuria cioè l'insulto o l'offesa a una persona (art. 594 c.p.) che viene
spesso utilizzato dalle autorità e il reato di resistenza a pubblico ufficiale
(cioè quando qualcuno si oppone con violenza o minaccia un pubblico ufficiale o
un incaricato di pubblico servizio mentre questo compie un atto d'ufficio (art.
337 c.p). Ti possono accusare del reato di resistenza (anche) se usi violenza o
minaccia nei confronti di un incaricato di pubblico servizio o di dipendenti di
istituti di vigilanza privata (guardie private) in servizio presso stazioni dei
treni, metropolitana e sugli autobus perché sono considerati ausiliari di
pubblica sicurezza.
E' importante sapere che per violenza e minaccia si intende qualunque
comportamento idoneo ad opporsi all'atto che non sia una semplice resistenza
passiva. (ad esempio se ti bloccano fisicamente e cerchi di divincolarti o
difenderti in qualsiasi modo verrai accusato di resistenza).
In caso di resistenza, la pena prevista è il carcere da 6 mesi e 5 anni.
b) Casi specifici e consigli pratici
Se ti ferma un agente di polizia/carabiniere:
Se chi ti controlla è un agente in borghese deve prima identificarsi
(generalità, numero di matricola, corpo di appartenenza) e mostrare il tesserino
di riconoscimento; se non lo fa, non sei tenuto a seguire i suoi ordini.
Negli uffici di polizia è sempre consigliabile chiedere il tesserino di
identificazione, segnare la targa della macchina, scrivere il nome dei
poliziotti che ti interrogano o fanno il verbale e chiedere sempre una copia di
quello che ti fanno firmare; queste cose servono per denunciare eventuali
irregolarità e/o prepotenze.
Se ti ferma un militare appartenente all'esercito I militari attualmente in
servizio nelle città hanno lo status di agente di pubblica sicurezza, ma non
possono svolgere funzioni di polizia giudiziaria. Questo significa che, come
polizia e carabinieri, possono:
1)chiederti generalità e documenti di identità
2)portarti in questura per procedere all'identificazione (fermo di
identificazione)
3)possono perquisirti e perquisire la tua auto ma SOLO in caso di eccezionale
urgenza che non consenta l'intervento del giudice o se devono verificare
l'eventuale presenza di armi o esplosivi o droga quando l'atteggiamento della
persona non è giustificabile.
Al di fuori di questi casi NON POSSONO perquisirti e le perquisizioni non sono
legali. E comunque deve essere sempre fatto un verbale e te ne devono dare una
copia (art. 4 L. 22 maggio 1975, n. 152)
Se ti ferma un agente della polizia municipale (ex vigili urbani)
Gli agenti di polizia municipale sono pubblici ufficiali e quasi sempre sono
anche agenti ausiliari di pubblica sicurezza (ma possono anche non esserlo) e
svolgere funzioni di polizia giudiziaria o polizia amministrativa. Possono
quindi fermarti e portarti in questura, commissariato, comando per
identificarti.
Se non hanno funzioni di polizia giudiziaria NON possono:
- obbligarti a fare dichiarazioni od obbligarti con la forza ad altro;
- accompagnarti con la forza negli uffici di polizia giudiziaria
- ispezionare nella tua casa, roulotte, tenda o all'interno della macchina salvo
che la legge lo autorizzi espressamente.
Non c'è un modo chiaro che identifica le funzioni dell'agente di polizia
municipale in quel momento, ma è sempre possibile sollevare la questione.
Il Pacchetto Sicurezza ha dato maggiori poteri ai sindaci quindi è possibile che
decretino misure che limitano le libertà personali (multe per chi beve alcolici
per strada o si ritrova in gruppo in alcuni luoghi, ecc.) e che gli interventi
della polizia municipale contro venditori ambulanti siano maggiori. Nel caso di
sequestro di merce durante la vendita ambulante le autorità di polizia devono
fare un verbale ed a consegnarlo all'interessato. E' punito il pubblico
ufficiale che sottrae, distrugge, al di fuori dei casi previsti dalla legge, o
deteriora le cose sottoposte a sequestro (Art. 334 cp: "sottrazione o
danneggiamento di cose sottoposte a sequestro"). Se sull'autobus o sul treno ti
ferma un controllore Il controllore è considerato un pubblico ufficiale (art.
357 c.p.). Cosa può fare:
- può chiederti le tue generalità (nome, cognome, ecc) e se ti rifiuti di dirle
ti può accusare del reato art. 651 c.p. (vedi sopra);
- può chiederti di mostrare i documenti SOLO nel caso in cui ti deve fare la
multa (perché sei senza biglietto). Se non mostri i documenti può fermarti e
chiamare la polizia per procedere alla tua identificazione. Quindi è sempre
meglio avere il biglietto.
- ricordati che il controllore non è un agente di polizia anche se a volte si
comporta come un poliziotto. Se ti accusa di un reato, deve andare a fare la
denuncia come un normale cittadino. A parte il caso in cui non mostri i
documenti e deve farti la multa (v. sopra), NON può usare la forza o altri mezzi
per obbligarti a far qualcosa, non ti può fare una espulsione, non ti può
fermare per consegnarti alla polizia affinché questa proceda all'espulsione.
Riguardo ai casi di rastrellamento sugli autobus, cioè quando i controllori
salgono sull'autobus insieme alla polizia o ai vigili, è bene sapere che queste
azioni possono essere denunciate all'autorità giudiziaria nel caso in cui
controllori e polizia chiedano biglietti e documenti solo agli stranieri e non
agli italiani, quindi fanno un controllo basato sulla provenienza etnica o
nazionale. In questo caso può essere una azione discriminatoria che può essere
denunciata alla magistratura.
E' perciò importante:
- documentare quello che succede (con foto o video). Se ci sono furgoni della
polizia documentare quante e quali sono le persone che vengono fatte scendere
dall'autobus e portate sulle camionette della polizia; prendere il numero di
targa;
- reperire sul posto persone disposte a testimoniare, sia i cittadini stranieri
che subiscono questi rastrellamenti sia i cittadini italiani presenti sui mezzi;
- identificare a che corpo appartengono gli agenti (polizia di stato,
carabinieri, polizia municipale/vigili) che fanno queste operazioni
- le persone straniere portate sui furgoni della polizia hanno l'obbligo di
mostrare passaporto/permesso di soggiorno, eccetto nel caso di giustificato
motivo (smarrimento, furto, sottrazione, permesso temporaneamente trattenuto da
altri, ecc.); la polizia può portare lo straniero in questura in caso di dubbio
sulla identità; il dubbio non può essere comunque basato solo sull'origine
etnica/ nazionale.
E' quindi consigliabile chiedere subito spiegazioni sul motivo del controllo e
del perché la persona viene portata in questura.
È sempre meglio girare in coppia o in gruppo e che in casa vi sia qualcuno, in
modo che vi siano testimoni in grado di raccontare gli eventuali abusi fatti da
parte delle forze dell'ordine.
Altri luoghi, oltre all'autobus o al treno in cui si può essere
controllati/fermati:
- in ospedale: l'accesso alle strutture sanitarie da parte del cittadino
straniero irregolare/clandestino NON PUO' COMPORTARE ALCUNA SEGNALAZIONE ALL'AUTORITA'
(art. 35 d.lgs. n. 286/98); quando però si va in ospedale per lesioni derivanti
da reato (aggressioni, violenza sessuale, ferite d'arma da fuoco o da taglio,
infortunio sul lavoro) i medici hanno l'obbligo del referto, devono cioè
segnalare il fatto alla polizia ; non c'è tale obbligo quando il referto
esporrebbe la persona a procedimento penale (art. 365 c.p.); la tutela della
salute è un diritto fondamentale che deve perciò essere assicurato anche ai
cittadini stranieri irregolarmente presenti in Italia: secondo la Cassazione le
cure mediche essenziali non comprendono solo le prestazioni di pronto soccorso
ma sono comprensive di tutti gli interventi necessari per l'eliminazione della
patologia (Cass. 22.9.2006, n. 20561)
Se viene emesso un decreto di espulsione nei confronti della persona che si reca
in ospedale per ricevere cure mediche, l'espulsione è illegittima e si puo' fare
ricorso
- quando vai in Questura a denunciare un reato che hai subito oppure perché hai
smarrito o ti hanno rubato il passaporto, ricordati che se non hai il permesso
di soggiorno la polizia puo' darti un'espulsione: in questi casi puoi delegare
una persona a presentare la denuncia per tuo conto
- alcuni Comuni richiedono per la pubblicazione del matrimonio misto (fra
cittadini italiani/comunitari e stranieri) l'esibizione del permesso di
soggiorno, anche se non è previsto questo specifico obbligo. In questi casi il
cittadino straniero privo di permesso di soggiorno deve evitare di presentarsi
per la richiesta di pubblicazioni. Se insistono nel richiedere l'esibizione del
permesso di soggiorno si puo' avviare un procedimento giudiziario per evitare la
pubblicazione del matrimonio (art. 100 c.c.) e così ottenere l'immediata
celebrazione del matrimonio, per effetto del quale lo straniero irregolare non
puo' essere espulso.
L'espulsione del cittadino straniero al momento della celebrazione del
matrimonio con cittadino italiano è in contrasto con le norme comunitarie (sent.
Corte di Giustizia Europea 25.7.08 nel proc. C/217) e si puo' fare ricorso.
2. Perquisizioni e accesso nell'abitazione
a) In generale
La polizia non può perquisire una persona né entrare in una casa privata o
locale privato o una macchina, senza un mandato del giudice (cioè senza un
documento scritto che dice chiaramente che lo possono fare). Se hanno il
mandato, la persona ha comunque diritto:
- prima di iniziare la perquisizione, ad avere una copia del mandato;
- durante la perquisizione, alla presenza di un avvocato o altra persona di
fiducia (che siano facilmente reperibili);
Si possono fare perquisizioni personali e nei locali senza mandato del giudice,
nei seguenti casi:
1) quando si sta commettendo un reato o una evasione (fuga) o quando si deve
eseguire un'ordinanza di custodia cautelare o un ordine di carcerazione o un
fermo (art. 352 c.p.p.);
2) la polizia giudiziaria (polizia di stato, carabinieri, guardia di finanza,
corpo forestale) può perquisire le persone, i locali, le macchine, i bagagli e
gli effetti personali per prevenire o reprimere il traffico di droga (art. 103
dpr n. 309/1990) o se ha fondato motivo di credere che ci sono armi, munizioni o
esplosivi, qualcuno cercato dalla polizia che si nasconde, un evaso in relazione
a determinati delitti di associazione mafiosa, traffico di droga o delitti con
finalità di terrorismo (art. 41 tulps e art. 25 d.l. 8.6.1992, n. 306);
Anche in questi casi ti devono lasciare sempre una copia del verbale di
perquisizione, anche se non viene sequestrato nulla, dove si indicano le
operazioni fatte, il motivo per cui hanno fatto la perquisizione senza
l'autorizzazione del giudice, i nomi e la qualifica degli agenti che hanno fatto
la perquisizione. Se sequestrano oggetti, documenti, devono essere
specificamente indicati nel verbale di perquisizione. Se non sei in grado di
leggere, hai diritto ad un interprete e comunque fai sempre scrivere che non
parli l'italiano.
La perquisizione in una casa o nei luoghi chiusi vicini a essa NON può farsi
prima delle ore sette e dopo le ore venti. Puoi farsi fuori da questi orari se
c'e' un'autorizzazione scritta del giudice che ti deve essere mostrata prima
(art. 251 c.p.p.)
NOTA: Il pacchetto sicurezza ha introdotto una nuova disposizione che prevede la
reclusione da sei mesi a tre anni per "chiunque a titolo oneroso, al fine di
trarre ingiusto profitto, dà alloggio ad uno straniero, privo di titolo di
soggiorno in un immobile di cui abbia disponibilità, ovvero lo cede allo stesso,
anche in locazione". Non si rischia di essere denunciati per questo reato quando
si affitta a casa a una persona straniera anche se clandestina a prezzi
contenuti.
b) Consigli pratici
Chiedi sempre il motivo della perquisizione e ricorda che fuori dai casi scritti
sopra, la polizia non ha diritto di entrare nella tua casa: se ad esempio la
polizia si presenta a casa tua, senza mandato, perché l'hanno chiamata i vicini
perché c'era troppo rumore, non sei obbligato a farla entrare in casa. Se la
polizia entra in casa con la scusa di ricercare armi o droga e fa delle
espulsioni, queste espulsioni non sono legittime (Trib. Trieste 24.7.2004).
3. Tutela legale
L'uso illegittimo/arbitrario della forza e/o dell'autorità da parte delle forze
dell'ordine puo' essere sempre denunciato all'autorità giudiziaria penale.
In caso di percosse, trattenimenti e perquisizioni illegali, atti di razzismo da
parte delle forze dell'ordine e controllori dei mezzi di trasporto, puo' essere
presentata una denuncia/querela alla Procura della Repubblica del luogo dove si
è verificato il reato.
Per i reati che vengono perseguiti solo se la vittima fa denuncia (per es.
percosse, lesioni lievi, ingiuria, minaccia ecc.), la denuncia- querela deve
essere presentata nei tre mesi successivi al reato.
La denuncia-querela può essere presentata dalla vittima personalmente; è
comunque consigliabile l'assistenza di un legale o il supporto di associazioni
che offrono assistenza legale, anche per contrastare le eventuali controdenunce.
Contro qualsiasi atto (anche di carattere normativo, come leggi statali,
regionali, regolamenti comunali, ordinanze del sindaco, ecc.) e/o comportamento
che abbia l'effetto di creare un trattamento differenziato in ragione
dell'origine nazionale, etnica, razziale o religiosa può essere proposta
l'azione civile contro le discriminazioni etnico-razziali.
Quando il giudice accerta che è in atto una discriminazione, puo' condannare a
risarcire i danni, anche di natura esistenziale, subiti dalla vittima della
discriminazione.
E' possibile in questi casi rivolgersi ad associazioni che operano nella lotta
alla discriminazioni razziali: queste possono infatti avviare questo tipo di
processo, sia a supporto di vittime di discriminazioni sia contro le
discriminazioni collettive
1. Per identificarti possono effettuare rilievi segnaletici (fotografie e
impronte digitali),anche senza la tua autorizzazione. Non possono prendere
capelli o saliva senza la tua autorizzazione, eccetto nel caso in cui lo
autorizzi un giudice.
(CTK) Praga, 10 novembre 2008. I Rom nella Repubblica Ceca hanno dimenticato
lo stile di vita nomadico dei loro antenati, ha detto a CTK Ivan Vesely,
presidente di Dzeno e vice-presidente del consiglio governativo per gli affari
Romanì.
Cinquanta anni fa l'ex regime comunista della Cecoslovacchia promosse una
legge sull'insediamento permanente delle persone migranti che ebbe effetto
dall'11 novembre 1958.
La legge è andata in proscrizione dieci anni fa ed il nomadismo non è più
stato punito dalla caduta del comunismo del 1989.
Ha detto Vesely: "La gente ha già dimenticato quello stile di vita. "Non è
più sentito come minaccia se qualcuno nella Repubblica Ceca volesse comprare un
cavallo o un caravan."
Ha detto, che comunque i Rom non hanno perso il sangue dei viaggiatori. "Una
nuova forma di nomadismo è la migrazione dopo il lavoro," ha detto, aggiungendo
che questo vale anche per le altre persone.
La maggioranza assoluta dei Rom sul territorio ceco già viveva in maniera
simile alla società maggioritaria, quando venne pubblicata la legge che vietava
il nomadismo.
Vesely ha affermato che 30.000 Rom al massimo, soprattutto gli Olah,
conducevano in quel periodo una vita nomade.
"Per loro fu un cambiamento fondamentale che ebbe un impatto immediato
completamente distruttivo per loro," ha detto Karel Holomek, presidente della
Comunità Romanì in Moravia, che ha ricordi dell'atmosfera al tempo
dell'emanazione della legge.
"Rimossero le ruote dai carri e probabilmente mandarono i cavalli al macello.
La gente si sistemò in posti dove sono tuttora," ricorda Holomek.
"Da un giorno all'altro furono obbligati a vivere in un ambiente che per loro
era insolito, nei villaggi. Dovettero accettare le regole del gioco, furono
obbligati a cambiare completamente lo stile del loro comportamento," ha detto
Holomek.
Ha poi aggiunto che i Rom spesso non sono riusciti a coesistere con i locali.
"Il loro modo di vita libero offriva una miglior possibilità di assicurarsi
da vivere e venne definitivamente distrutto," ha aggiunto.
Holomek ha poi detto che l'intenzione dei legislatori era assimilare i Rom,
ma che questo spesso non ha funzionato.
Emersero dei ghetti per Rom da varie parti, i loro abitanti non avevano
lavoro e vivevano in condizioni peggiori degli altri cittadini "bianchi".
"Inoltre, i pregiudizi sopravvivono ancora, sono generalizzati ed applicati a
tutti i Rom," ha detto Holomek.
Tuttavia, aggiunge, la Repubblica Ceca ha una posizione di partenza migliore
degli altri paesi dell'Europa post-comunista nel migliorare le condizioni di
vita dei Rom e le loro relazioni con la società maggioritaria, questo è dovuto
al buono stato dell'economia e della democrazia.
"Se i politici iniziassero davvero a premere per il compimento dei programmi
e così cambiasse l'atmosfera, ci vorrebbero lo stesso altre due generazioni o
altri 50 anni," termina Holomek.
By: MTI - 2008-11-11 h. 10:31 - Combattere gli stereotipi basati sul
"crimine zingaro" come pure incoraggiare i giovani rom a considerare la carriera
di poliziotto, sono gli obiettivi di un'iniziativa lanciata lunedì a Budapest,
hanno annunciato gli organizzatori in una conferenza stampa.
"Tutti gli zingari sono criminali" è lo stereotipo ripetuto più spesso
riguardo i Rom in Ungheria ed in tutta Europa, ha detto durante l'incontro
Greg Dorey, ambasciatore GB in Ungheria. Ha aggiunto di sperare che questa
campagna possa aiutare a cambiare quella falsa immagine.
L'iniziativa può portare a una nuova era di apertura e tolleranza, ha detto
April H. Foley, ambasciatore USA.
C'è paura che l'attuale crisi economica si evolva in crisi sociale e morale,
e dobbiamo fare tutto quanto è nel nostro potere per evitarlo, ha detto Katalin
Levai, parlamentare ungherese. Le persone tendono a cercare dei capri espiatori
quando le loro condizioni di vita si fanno incerte, ha detto.
La segretaria di Stato francese con incarico agli Affari esteri e ai diritti
dell'Uomo era ieri a Bucarest. Rama Yade ha incontrato Mariana Campeanu,
ministro del Lavoro, diversi parlamentari, rappresentanti della società civile,
OnG e ha visitato l'associazione "Per una comunità solidale ed un intervento
sociale" (ACSIS), che opera nel campo della prevenzione dell'abbandono materno e
del sostegno alle giovani madri sole. Per concludere il suo viaggio rumeno, Rama
Yade ha consegnato il premio dei diritti dell'Uomo dell'Ambasciata di Francia a
Elena Motas, ispettrice scolastica per i bambini rom a Iasi, per la sua azione
in favore dell'integrazione dei giovani rom nel sistema scolastico rumeno. Molto
emozionata, Elena Motas ha dichiarato essere "molto onorata di essere stata
decorata dalla Francia (...) Non succede spesso a una donna di origine rom."
.... Gli sbarchi nel Sulcis continuano.... ma il governo vuole chiudere le
frontiere....
ma quali frontiere? quale governo?
nelle coste del mediterraneo, giovani uomini, giovani donne, bambini, affollano
i porti per attraversare quel canale di mare che li separa dalla sognata
Europa....
Sfidare il nostro mare.... sfidare i flutti e le onde... sperare...
viaggiare...sognare... temere... non sapere...ma VOLERE...
sono convinta che è la sana, forte, necessaria VOLONTA' di CAMBIARE che spinge l
e genti a vendere i corpi alle organizzazioni di stampo mafioso pur di
attraversare quelle fisiche frontiere... sempre chiuse perché e questo è il
volere dei governi europei....
e allora TENTARE LA FORTUNA su BARCHE e BARCONI, SCAFI e GOMMONI, attraversare
misteriosamente facendo una breccia in fronte x per poi approdare o essere
avvistati nelle coste sarde e FINIRE il SOGNO in un CPA .... al centro di un
aeroporto internazionale... dietro anguste sbarre e con un reggimento che
osserva, o ciondolare qui e là per CAGLIARI
QUESTA è la FINE DEL VIAGGIO dei PIU' FORTUNATI
ALTRI giacciono nel marenostrum, cimitero liquido.
CPA, CEI,CARA? Cosa è quello strano posto ad ELMAS? le voci si rincorrono
comunque resta la viva necessità di accogliere queste genti, perché la maggior
parte di essi sono PROFUGHI, RICHIEDENTI ASILO, sono MIGRANTI, uomini e donne
che vogliono VIVERE
NOI con altre associazioni di CAGLIARI provvediamo per quanto ci è possibile ad
una prima assistenza.
Sono NECESSARI ABITI (pantaloni, jeans, tute, felpe, camicie, maglioni tshirt,
giubbini, giubbotti, giacconi etc) per DONNE E UOMINI ma anche RAGAZZI e RAGAZZE
e BIMBI, possibilmente in buono stato d'uso, BIANCHERIA INTIMA, VIVERI a LUNGA
CONSERVAZIONE, ma anche SCARPE, ZAINI,BORSE
chiunque fosse interessato a collaborare con un gesto concreto può contattarci
(da tutta la SARDEGNA con chiamata o sms al 3397916117 Eleonora - Gato Obrero -
mentre per la zona del cagliaritano 3391033752 Mariangela - Sardegna Palestina
-)
come sempre ma pensiamo sia inutile ripetervelo non disdegniamo anche contributi
economici (utili sempre e comunque anche in questo caso)
Di Sucar Drom (del 18/11/2008 @ 12:11:32, in blog, visitato 1625 volte)
Viaggio della memoria, Alemanno: "questo è il male assoluto"
Un viaggio duro, complesso, emozionante e tanto carico di significato, quello al
campo di concentramento di Auschwitz-Birkenau, cui si sono recati per tre giorni
oltre 250 studenti romani, provenienti da 62 sc...
Parma, dieci vigili urbani accusati di razzismo
Napolitano auspica che "cadano vecchi pregiudizi. Occorre un clima di apertura e
di apprezzamento verso gli stranieri che si fanno italiani: lavoratori,
studenti, ricercatori, imprenditori, sportivi, manager. E' in un simile clima -
riflette il capo dello Stato - che possono avere su...
Venezia, continuano le polemiche sul villaggio per i Sinti veneziani
La proposta di referendum sul nuovo villaggio a favore dei sinti veneziani
approderà in consiglio comunale sia pure con il parere negativo delle
commissioni congiunte. Lunedì pomeriggio nel municipio di Mestre...
Milano, il Pd si adegua sulle posizioni discriminanti del centro destra
Giorgio Bezzecchi (in foto) ha presentato il libro “i rom e l’azione pubblica”
alla Commissione politiche sociali del Comune di Milano. Bezzecchi ha denunciato
"macroscopiche esclusioni e il rischio crescente di trattamenti discriminatori o
differenziali, come l'obbligo di sottoscrivere un Patto di legalità e
socialità", sottolineando che "i ...
Rom e Sinti, il dramma delle adozioni facili
Bambini rom e sinti uguale bambini maltrattati: un’equazione assai diffusa
nell’opinione pubblica, ma anche fra gli operatori di settore. Ha fatto scalpore
in Italia la ricerca commissionata dalla Fondazione della Cei Migrantes al
dipartimento di Psicologia e antropologia culturale dell’Università di Verona.
Secondo questa ricerca sono infatti...
Roma, il Governo "caccia" il Prefetto Mosca
Alla fine anche il Prefetto Mosca è stato “cacciato” da Roma. Erano settimane
che circolavano insistenti voci di un cambio alla guida della Prefettura di
Roma, soprattutto perché Mosca aveva contr...
Non chiamarmi zingaro
È un pretesto ben curioso, quello che ha spinto Pino Petruzzelli a scrivere “Non
chiamarmi zingaro”, la raccolta di racconti-interviste uscita qualche mese fa
per Chiarelettere. “Sì, deve essere andata pro...
Mantova, l’Italia scopre il razzismo e le discriminazioni
L’associazione “per la sinistra” invita al dibattito pubblico “l’Italia scopre
il razzismo e le discriminazioni, dialoghi tra il locale e il globale, A Mantova
un’occasione di conoscenza e dibattito”. L'evento s...
Firenze, un osservatorio sull'informazione? Speriamo...
Si chiudono con proposte e impegni le giornate dell’Interdipendenza a Firenze.
Tra i relatori anche Roberto Natale presidente Fnsi, che ricorda la Carta di
Roma e lancia il progetto di un Osservatorio sull’informazione...
Facebook rimuove le pagine contro i Sinti e i Rom
Facebook ha annunciato oggi di aver rimosso dal proprio sito diverse pagine
usate da qualche migliaia di italiani per incitare alla violenza, dopo che
esponenti politici a livello europeo avevano accusato il sito di social networki...
Roma, Alemanno: i Sinti e i Rom fuori dal raccordo anulare
Dopo neppure ventiquattr’ore dalla sostituzione del prefetto Carlo Mosca che già
il sindaco Alemanno ha cominciato a dettare l’agenda al suo successore Pecoraro
(in foto). Il quale, con il nuovo incarico a Palazzo Valentini, assumerà anche
il ru...
San Giuseppe Vesuviano (NA), divieto di sosta per i "nomadi"
Anche nel Sud Italia si emettono le ordinanze sindacali razziste contro le
popolazioni sinte e rom. Ultimo in ordine di tempo il Comune di San Giuseppe
Vesuviano, in Provincia di Napoli...
Mantova, se questa è democrazia...
Negli ultimi giorni due notizie hanno segnato politicamente la questione sinta e
rom a Mantova: l’interpellanza in consiglio provinciale di Giovanni Fava,
capogruppo della Lega Nord, e una deliberazione della giunta comunale di Mantova
proposta dall’assessore Fabio Aldini...
Quanto vale la vita di un Rom o di uno straniero, sulle strade d'Italia?
5 novembre 2008. Bruno Radosavljevic, un Rom di origine croata, nato a Torino,
investe ad Acilia, alle porte di Roma, 13 persone, di cui tre restano feriti in
modo rilevante. Il giovane, che vive nel campo di Dragona, rischia di essere
linciato dalla folla....
12-11-2008 20:00 Il rompicapo dell'integrazione dei Rom Le associazioni chiedono la creazione di una cellula d'urgenza
Come favorire l'integrazione dei Rom nella metropoli? Di espulsione in
espulsione, la situazione della gens du voyage originaria dell'Est Europa
sembra insolubile. I reclami dei proprietari obbligano le forze dell'ordine a
procedere all'evacuazione delle bidonvilles - come alla porte de
Valenciennes, fine ottobre - rimandando per strada intere famiglie ed impedendo
una scolarità normale ai bambini.
Cittadini europei Con l'arrivo dell'inverno, le associazioni di aiuto alla gens du voyage
lanciano un appello per la creazione di una cellula d'urgenza, che riunisca la
prefettura, la metropoli e la città di Lille: "Non si potrà fare scomparire i
Rom, perché sono cittadini dell'Unione Europea," spiega Gérard Minet, segretario
federale della Lega dei diritti dell'uomo. "Occorre una risposta collettiva dei
poteri pubblici, perché si smetta di rimbalzarsi la palla!"
La città di Lille, che assicura di lavorare a proposito, ricorda che si
tratta di una competenza statale. A tal proposito, le espulsioni mirano ad
evitare di lasciare peggiorare le situazioni sanitarie, come fu il caso negli
anni precedenti, precisamente nel dicembre 2007, quando una Romnì aveva trovato
la morte a causa di un incendio, in rue du Faubourg-d'Arras.
Da parte della prefettura, che lo scorso inverno aveva requisito l'ostello
della gioventù di Lille per alloggiare delle famiglie, si ricorda che il
dispositivo di alloggiamento invernale è stato allargato quest'anno,
particolarmente a destinazione delle famiglie. Secondo le associazioni, per il
momento non è prevista alcuna tavola rotonda.
Disclaimer - agg. 17/8/04 Potete
riprodurre liberamente tutto quanto pubblicato, in forma integrale e aggiungendo
il link: www.sivola.net/dblog.
Questo blog non rappresenta una testata giornalistica in quanto viene aggiornato senza nessuna periodicita'. Non puo' pertanto considerarsi un prodotto editoriale ai sensi della legge n. 62 del 7.03.2001. In caso di utilizzo commerciale, contattare l'autore e richiedere l'autorizzazione. Ulteriori informazioni sono disponibili QUI
La redazione e gli autori non sono responsabili per quanto
pubblicato dai lettori nei commenti ai post.
Molte foto riportate sono state prese da Internet, quindi valutate di pubblico
dominio. Se i soggetti o gli autori avessero qualcosa in contrario alla
pubblicazione, non hanno che da segnalarlo, scrivendo a info@sivola.net
Filo diretto sivola59 per Messenger Yahoo, Hotmail e Skype
Outsourcing Questo e' un blog sgarruppato e provvisorio, di chi non ha troppo tempo da dedicarci e molte cose da comunicare. Alcune risorse sono disponibili per i lettori piu' esigenti: