Rom e Sinti da tutto il mondo

Ma che ci fa quell'orologio?
L'ora si puo' vedere dovunque, persino sul desktop.
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L'essere straniero per me non è altro che una via diretta al concetto di identità. In altre parole, l'identità non è qualcosa che già possiedi, devi invece passare attraverso le cose per ottenerla. Le cose devono farsi dubbie prima di potersi consolidare in maniera diversa.

Wim Wenders
-

Di seguito tutti gli interventi pubblicati sul sito, in ordine cronologico.
 
 
Di Fabrizio (del 27/03/2008 @ 09:46:28, in Europa, visitato 2405 volte)

Da Roma_Francais

LE MONDE | 24.03.08 | 15h08 . Mis à jour le 24.03.08 | 15h08 - Quaranta responsabili di associazioni d'aiuto ai Rom venuti dai paesi del Sud e dell'Est dell'Unione Europea hanno attraversato la Francia, dal 27 febbraio al 18 marzo, per condividere le loro esperienze. La politica d'integrazione dei 7 milioni di Rom della UE, che sarà oggetto d'una comunicazione della Commissione di Bruxelles a giugno, è sostenuta da incontri regolari tra le associazioni rumene e francesi.

I contatti non sono sempre fruttuosi perché le problematiche divergono. In Francia, i Rom insediati nel paese da diversi anni e divenuti francesi, hanno poco in comune con i Rom migranti (rumeni, bulgari, ungheresi) che si spostano con uno permesso per turismo. Gli accampamenti sono separati.

La gens du voyage francese fa di tutto per distinguersi dai Rom migranti. "L'amalgama ci porta sempre pregiudizio" indica Christophe Sauvé, dell'Associazione Nazionale gens du voyage cattolica, a Nantes.

In Romania, i Rom hanno uno statuto di minoranza etnica, riconosciuta come un gruppo male integrato (istruzione, lavoro, rappresentazione politica). "Questo permette a volte di identificarli e difenderli meglio", indica Nicoleta Bitu, coordinatrice del progetto dell'associazione Romani Criss.

RIUNITI DALLA DISCRIMINAZIONE

Arrivata a fine novembre con cinque mediatrici sanitarie rumene, la signora Bitu ha constatato una grande differenza d'approccio: "In Francia, le associazioni sono restate militanti. Lavorano essenzialmente per informare le comunità sui loro diritti, per proteggersi dalle espulsioni. In Romania, hanno lavorato soprattutto per far cadere i pregiudizi dei non-Rom e le apprensioni dei Rom. La nostra missione è di riempire gli obiettivi della politica nazionale d'integrazione."

La sola cosa che le riunisce è la discriminazione. Ma, che si parli del settore della sanità o dell'istruzione, i problemi d'integrazione che tentano di risolvere non sono gli stessi. "Le difficoltà della gens du voyage sono legati al nomadismo, mentre i due milioni di Rom rumeni sono sedentari da lunga data e generalmente confrontati a conflitti etnici", spiega Virgil Ciomos, presidente della fondazione Le Collège Europeo, che sviluppa dal 2001 una scuola di seconda possibilità per i Rom a Cluj (Romania).

Quanto ai Rom migranti in Francia, "le municipalità spesso stimano che non hanno legittimità a restare sul territorio nazionale e dunque ad integrarsi. Iloro figli sono raramente scolarizzati , contrariamente alla gens du voyage o ai Rom installati da lunga data", spiega Stéphane Lévêque, direttore dell'Associazione per l'accoglienza dei viaggianti (ASAV) di Nanterre.

"Il più difficile da risolvere in Romania è il problema della legge", estima Ciomos. Confrontati all'esclusione durante tutta la loro storia, i Rom rispettano il loro diritto usuale ma non sempre il diritto nazionale. L'ultimo esempio è del 15 febbraio, la cerimonia di fidanzamento tra una bambina di 6 anni ed un adolescente di 17 a Ramnicelu (est della Romania). Questo tipo di fidanzamento è tollerato dalla polizia rumena che teme che qualsiasi intervento si concluda in bagno di sangue.

"Non ho mai sentito di casi simili in Francia", assicura a sua volta Lévêque. "Non abbiamo mai avuto reclami per matrimoni combinati tra Rom, assicura la brigata della protezione dei minori a Parigi. In compenso, si incontrano a volte giovani adolescenti già "sposati".""

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Di Fabrizio (del 27/03/2008 @ 20:36:18, in Europa, visitato 2040 volte)

E' uscito l'aggiornamento di marzo 2008 di PICUM.org con le notizie e l'evoluzione politica riguardanti i diritti sociali fondamentali degli immigranti non documentati in Europa. Disponibile nel formato Word nelle seguenti lingue: inglese, tedesco, olandese, spagnolo, francese, italiano e portoghese.
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Di Fabrizio (del 28/03/2008 @ 08:42:26, in Italia, visitato 2117 volte)

Ricevo da Dijana Pavlovic

ciao a tutti.
Oggi (ieri ndr.) a mezzogiorno Daniela Santanchè ha deciso di farsi uno spot elettorale nel campo di Bovisa.
L'abbiamo saputo e siamo andati là un po’ prima.
Abbiamo parlato con i Rom e insieme a loro abbiamo fatto un comitato di accoglienza.
L'Onorevole è arrivata con una decina di uomini di scorta, era indignata per gli urli delle persone spaventate e agitate, è entrata nel campo, ha fatto l'intervista dicendo che tutte le cose che sono lì dentro è la roba rubata ai cittadini milanesi, e se ne andata.
Vi mando alcune foto che si commentano da sole trovate sulla pagina di Vivimilano del Corriere della Sera (www.corriere.it)
Ciao
Dijana

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Di Sucar Drom (del 29/03/2008 @ 09:25:32, in blog, visitato 2199 volte)

Lamezia Terme (CZ), cittadinanza di carta
«Noi tutti vorremmo che non si parlasse più del campo Rom di Scordovillo, perché vorremmo che non esistesse una realtà del genere: non vogliamo esser...

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Carissimo amico Rom, rivolgo a te un appello ed una riflessione. In questi giorni, come accade ad ogni elezione, molte persone verranno a chiederti il voto ma subito...

Alghero (SS), il Comune presenta progetti per i Rom
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Di Fabrizio (del 30/03/2008 @ 08:55:30, in media, visitato 2460 volte)

Da Osservatorio sui Balcani

28.03.2008 scrive Franco Juri



Sullo sfondo i fumi di una termocentrale. In primo piano alcuni bambini rom che raccontano la favola di Cappuccetto Rosso. Un modo per raccontare ai più piccoli la difficile vita delle minoranze in Kosovo
Esattamente tre anni fa veniva proiettato a Gorizia il documentario RealitieS Kosova/o di Eva Ciuk, regista e giornalista triestina, di madre lingua slovena, nota per il suo impegno civile e umanitario a favore delle minoranze e delle realtà sociali più emarginate.

A tre anni da quella esperienza che l'aveva portata a conoscere in prima persona le minoranze dimenticate del Kosovo, e che aveva fatto seguito ad un documentario realizzato nel 2002 in Salvador e dedicato alla condizione della donna in America centrale, Eva Ciuk torna sul tema Kosovo, riproponendo un segmento particolare di quanto la coinvolse nel suo viaggio del 2005 nella provincia, quasi a voler affrontare questa volta le pieghe di una società satura di contraddizioni e in continua ebollizione alla vigilia e dopo la sua indipendenza. Per rifletterci su.

Eva lo fa anche questa volta seguendo le tracce di una minoranza perennemente discriminata e ai margini della provincia/stato che a malapena la sopporta: i rom, o meglio, i bambini rom.

Il cortometraggio, combinazione di documentario e cartone animato, dal titolo "Chi è cappuccetto rosso?", ci racconta il modo in cui i bambini rom-kosovari - dimenticati in una baraccopoli all'ombra della mostruosa ciminiera fumante di una termocentrale alla periferia di Priština - vivono la popolare favola.

La novità della proposta è proprio nella rilettura che la sceneggiatrice e regista ne fa, offrendola questa volta anche ad un pubblico molto più giovane, quello delle scuole . L'alito feroce del lupo invade la fiaba e, nonostante la serenità dei piccoli rom, ci ricorda quanto sia lungo e tortuoso il percorso dei diritti umani e minoritari in quelle terre. Ma anche altrove, molto più vicino a noi. Un percorso su cui riflettere attentamente.

“Quando nel 2005 sono stata in Kosovo – scrive Eva Ciuk - per le riprese del documentario “RealitieS KosovA/O – voci di minoranze dimenticate” - produzione della KAIROS, Centro produzione video di Gorizia – mi ha colpito la serenità e l’allegria dei bambini e delle bambine del campo sfollati interni di Plementina/e, vicino a Pristina. Abbiamo stretto amicizia con i rappresentanti del campo ed abbiamo deciso di portare la testimonianza dei bambini del campo nelle scuole della nostra regione. Così abbiamo posizionato la nostra telecamera e sullo sfondo che era tutt'altro che da fiaba i bambini ci hanno raccontato Cappuccetto Rosso.”

La presentazione goriziana del progetto, completato dalla proiezione di fotografie scattate dagli stessi bambini rom e sinti nei campi del Friuli Venezia Giulia dal titolo "Autobiografia dal campo" nonché dal virtuosismo musicale di Alessandro Simonetto e Roberto Daris, è stata organizzata da Osservazione- centro di ricerca azione contro la discriminazione e patrocinato da Kinemax-Transmedia, l' Ufficio per la pace della provincia di Gorizia e l' Unione dei Circoli Culturali Sloveni. Prima di essere presentato nella sua versione slovena a Gorizia, il progetto, nella versione italiana, era stato ospitato a Trieste dal Teatro Miela.

In Slovenia i rom sono trattati meglio che in Italia

A Gorizia si è voluto dire qualcosa di più anche sulle comunità rom e sinti che vivono in Italia e in Slovenia. Il confronto è stato inevitabile quando è intervenuto uno degli ospiti più attesi della serata: Jože Horvat –Muc, presidente dell'Union Romanì Slovenia, una delle principali organizzazioni dei Rom in quel paese. Com'è per i rom la Slovenia del dopo-Strojan? C'è ancora discriminazione e intimidazione, come nei giorni neri di due anni fa, quando una folla minacciosa scacciò, senza che le autorità lo impedissero, la numerosa famiglia rom degli Strojan dalle sue case di legno, successivamente rase al suolo, nei boschi di Ambrus?

A sentire Horvat in questi ultimi tempi molti sono i passi che lo stato ha intrapreso non solo per normalizzare la situazione della comunità rom slovena ma anche per offrire a questa possibilità di sviluppo finora inedite. La lezione Strojan - triste per tutti- ha quindi fruttato? Il presidente dell'Union Romaní preferisce non sbilanciarsi e, pur ricordando che la discriminazione esiste ancora, preferisce, optando per il politicamente corretto, sottolineare i tanti progressi fatti.

La Slovenia tutela i rom in base all'articolo 65 della Costituzione, varato già nel 1990, e ad una serie di leggi tra cui anche una apposita votata in parlamento circa un anno fa. La situazione tradizionalmente migliore per i rom sloveni è quella del Prekmurje, regione al confine con l'Ungheria e l'Austria, dove la comunità è ben integrata e organizzata e dove la convivenza multietnica è pressoché esemplare, a differenza di altre regioni slovene più restie ad accettare la convivenza con queste comunità.

In sala a Gorizia c'erano pure i redattori del programma romanì che ora anche la TV pubblica slovena si accinge a trasmettere regolarmente. Sono circa 10 mila i rom e sinti in Slovenia (quelli dichiarati tali molto meno), concentrati soprattutto nel Prekmurje, nella Dolenjska, in Bela Krajina, nella Gorenjska e nella zona di Lubiana. Horvat ha ribadito con orgoglio che il Prekmurje, la regione in cui l'Union Romanì ha sede, è stata considerata anche dall'Unione mondiale dei rom, un esempio per tutta l' Europa.

E l' Italia dove vivono circa 150 mila tra rom e sinti? Nel 1999, quando si varò la legge a favore dei gruppi minoritari, le comunità rom e sinti italiane vennero da essa escluse su esplicita richiesta della Lega Nord. La cosa più triste però – come a Gorizia ha ricordato Lorenzo Monasta di Osservazione - è che il ricatto xenofobo e anti-zingaro leghista ha dato i suoi frutti mentre al governo c'era una coalizione di centrosinistra. L'Italia dovrà imparare dalla vicina Slovenia?

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Di Fabrizio (del 31/03/2008 @ 09:07:56, in Italia, visitato 1979 volte)

sabato 5 aprile
via s. Martino 20 - Rho (MI)
(dietro alla stazione FS)

dalle 18.30: presentazione del libro "Voci dal silenzio" (poesia rom) con intervento di Tommaso Vitale (docente universitario di sociologia)...

dalle 20.30: "CENA BALCANICA" *piatti tipici della tradizione balcanica: maiale allo spiedo, cevapi slivonica (su prenotazione)

dalle 22.30: Live I MUZIKANTI www.myspace.com/imuzikanti

Festa organizzata con i rom del campo di via Sesia per far conoscere la cultura di questo popolo e per mandare un messaggio forte e chiaro: solidarietà e conoscenza reciproca sono le condizioni per costruire un percorso reale di integrazione.

Il ricavato dell'iniziativa verrà destinato per l'acquisto di un pulmino che servirà per mandare i ragazzi del campo alla scuola media.

www.sosfornace.org - sosfornace@inventati.org
www.operanomadimilano.org - mauriziopagani@operanomadimilano.org

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Di Fabrizio (del 31/03/2008 @ 15:33:11, in musica e parole, visitato 2131 volte)

Ricevo da Tommaso Vitale

Mercoledì 2 aprile ore 18.30

Teatro Franco Parenti - Via Pier Lombardo 14, Milano

Racconto Italiano
Gli immigrati nelle periferie: percorsi di un cammino rom

Incontro con MILENA MAGNANI

autrice di IL CIRCO CAPOVOLTO
Giangiacomo Feltrinelli Editore

Legge

Andrea Lupo

con accompagnamento musicale di

David Sarnelli

Qui di seguito il link alla scheda del libro http://www.feltrinellieditore.it/giornalisti/SchedaLibro?id_volume=5000950

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Di Fabrizio (del 01/04/2008 @ 09:09:18, in Italia, visitato 1486 volte)

Da Vita - di Sara De Carli (s.decarli@vita.it) - 31/03/2008

Il comitato “Rom e Sinti Insieme” ha redatto e inviato a tutti i candidati premier un documento politico. Il documento si focalizza esclusivamente su sette questioni, poste l'anno scorso dal Ministero dell'Interno. Nel documento non sono trattati temi quali il lavoro, la scuola, la sanità, i servizi sociali e anche il tema dell'immigrazione non è focalizzato appieno. Ecco i sette punti:

Partecipazione diretta dei Rom e dei Sinti. Proponiamo un “cambiamento di metodo” che porti all'inserimento attivo in ogni organismo in cui vengano prese decisioni che riguardino i Sinti ed i Rom, per evitare gli errori che nel passato hanno condotto al fallimento ogni iniziativa.

Istituzione Ufficio Nazionale e Uffici periferici. Proponiamo la realizzazione di un piano nazionale e locale, attraverso l'istituzione di Uffici con la partecipazione di Sinti e di Rom per realizzare una strategia coordinata, multisettoriale (cultura, habitat, lavoro, sanità, sociale, scuola e formazione) e globale.

Riconoscimento status di minoranza. Proponiamo la promulgazione della proposta di legge n. 2858: “Modifiche alla legge 15 dicembre 1999, n. 482, per l'estensione delle disposizioni di tutela delle minoranze linguistiche storiche alle minoranze dei Rom e dei Sinti”, presentata alla Camera dei Deputati il 2 luglio 2007.

Diritti e Doveri. Proponiamo una politica che esprima a Rom e Sinti parità di trattamento di fronte alla legge, cancellando norme punitive e/o discriminanti. Sottolineando che è fondamento giuridico nazionale e internazionale la sola ed esclusiva responsabilità personale di fronte ad un reato contestato.

Situazione di apolidia. Proponiamo l'introduzione del diritto di suolo (jus soli, chi nasce in Italia ne è per ciò stesso cittadino) anche per Rom balcanici genitori di minori nati in Italia, per i figli stessi e per gli altri Rom balcanici presenti in Italia.

Superamento dei “campi nomadi”. Proponiamo soluzioni flessibili e graduali ma anche veloci e concrete per uscire totalmente dalle logiche segreganti e ghettizzanti proprie dei “campi nomadi”.

Cultura e contrasto alla xenofobia. Riteniamo la promozione delle culture rom e sinte una priorità per superare pregiudizi e stereotipi. Sottolineando il bisogno di un codice deontologico per la stampa e il finanziamento di iniziative atte alla conoscenza delle culture sinte e romanì, patrimonio dell'umanità.

Scarica il documento integrale.

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Di Fabrizio (del 01/04/2008 @ 09:39:11, in Italia, visitato 2240 volte)

Ricevo da Marco Brazzoduro

FIGLI DI UNO STESSO PADRE”

Chi, passando lungo via Casilina, verso fuori Roma, poco prima dell’incrocio con via Palmiro Togliatti, gira gli occhi verso destra, vedrà questa scritta sull’edificio dell’ex benzinaio, in alto, a significare lo sforzo e l’impegno che tante persone, enti,  associazioni o privati cittadini hanno messo e mettono nel sostenere gli abitanti del campo chiamato “Casilino 900” nella loro battaglia per il riconoscimento dei diritti fondamentali di ogni essere umano. Tra l’altro questa frase è il titolo del giornalino, appena iniziato, che vorrebbe essere un foglio di collegamento tra gli amici di Casilino 900 e la città.

Dallo scorso 11 marzo l’intero insediamento è privo di energia elettrica e come se non bastasse  il 12 marzo gli abitanti del campo hanno saputo che da qui a breve il campo sarà trasferito altrove. Questi fatti non possono che aggiungere disperazione a disperazione e degrado a degrado, rendendo ancora più drammatiche le condizioni di vita degli 800 Rom che vivono nel Municipio VII da più di 30 anni. Crediamo che siano proprio questi ultimi 30 anni la base da cui ripartire per affrontare con sensatezza il futuro di queste famiglie, 30 anni in cui pur fra molte contraddizioni e difficoltà esse hanno costruito relazioni e percorsi di integrazione con le associazioni del quartiere, le istituzioni territoriali e con gli istituti scolastici del Municipio VII presso i quali sono iscritti 245 minori residenti nel campo. Per questo crediamo che il principio della continuità territoriale e la tutela dei diritti umani fondamentali insieme ad un giusto approccio alle diversità debbano essere le coordinate su cui orientare i passi che riguarderanno Casilino 900.

Per favorire la nascita di questo  percorso gli abitanti di Casilino 900 insieme alla

Cooperativa ERMES, al Servizio di Medicina Solidale e delle Migrazioni del Policlinico di Tor Vergata, al prof.Marco Brazzoduro dell’Università “la Sapienza”, a don Paolo Lojudice del Pontificio Seminario Romano

hanno deciso di convocare una iniziativa pubblica che si terrà

mercoledì 2 aprile dalle h.16

proprio nel suddetto piazzale, sito in via Casilina 890.

PROGRAMMA dell’ INIZIATIVA

Mercoledì 2 APRILE 2008 h. 16

Via CASILINA 890

 

Animazione per i bambini del campo e del quartiere a cura della COOP ERMES

Musica e canzoni della tradizione Rom a cura dell’ Associazione Nuova Vita

Stand gastronomici con prodotti tipici Rom

Proiezione  di materiale video sul mondo Rom

Mostra sulla Scolarizzazione a Casilino 900

Stand dei vari gruppi e delle Associazioni operanti nel campo.

 Aderiscono: Comunità di S.Egidio,Lucio Conte del VII Municipio, Francesco Careri e Lorenzo Romito del Dipartimento di Studi Urbani dell’Università ‘ROMA TRE’, Suore ‘Maestre Pie Venerini’, “Free Lance International Press”,  

Sono invitati:

-Il Presidente del  VII Municipio, Roberto Mastrantonio;

-l’Assessore alle Politiche sociali del VII Municipio, Pungitore;

-l’Assessore alla Scuola e alla Cultura del VII Municipio, Enrica Rossi;

-il Prof.Massimo Androni, Vice-Preside della Facoltà di Medicina e Chirurgia  

  dell’Università degli Studi ‘Tor Vergata’;

-la Direttrice della Biblioteca ‘Gianni Rodari’, Piera Costantini;

-il Comandante dei Vigili Urbani del VII Municipio;

-il Comandante del Comando Carabinieri ‘Tor Tre Teste’;

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Di Fabrizio (del 02/04/2008 @ 09:09:52, in Italia, visitato 3469 volte)

Dal blog di Luciano Muhlbauer

La baraccopoli della Bovisasca è stata sgomberata definitivamente. Il vicesindaco De Corato esulta compiaciuto, l’assessore regionale Boni tira in ballo persino l’Expo e le centinaia di persone che abitavano le baracche stanno vagando in giro per la città, alla ricerca di un luogo dove andare. Della bonifica del terreno dove sorgeva l’ennesima bidonville milanese, invece, non parla più nessuno.
Quanto accaduto in Bovisasca è paradigmatico dell'inquietante livello di inconsistenza ormai raggiunto dalla politica milanese e dell’ipocrisia di molti amministratori con la testa in campagna elettorale.
Inconsistente è spacciare per “soluzione” la cacciata di centinaia di famiglie, compresi i bambini, senza porsi il problema dove e come finiranno, sperando semplicemente che qualche anima pia si occupi di loro oppure che qualcuno decida di tornare al paese d’origine.
Ipocrita è invocare la tutela della salute per motivare lo sgombero, dopo lunghissimi anni di disinteresse istituzionale per un terreno inquinato da pericolosi rifiuti tossici, per non parlare dell’incredibile fatto che ora né il Comune, né la Regione fanno sapere ai cittadini della Bovisasca se e quando si intende procedere alla bonifica.
Insomma, i rifiuti tossici rimangono e gli esseri umani finiscono per strada, finché non troveranno un’altra baraccopoli. Ahinoi, la solita storia che si ripete ormai da anni.
Ma quello che forse stupisce di più è che la città appare anestetizzata, incapace non solo di indignarsi di fronte al trattamento incivile riservato a uomini, donne e bambini, ma altresì di rendersi conto che la miseria della politica genera alla lunga dei mostri di cui sarà difficile liberarsi.

Comunicato stampa di Luciano Muhlbauer

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