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Roma_Francais
LE MONDE | 24.03.08 | 15h08 . Mis à jour le 24.03.08 | 15h08 -
Quaranta responsabili di associazioni d'aiuto ai Rom venuti dai paesi del Sud e
dell'Est dell'Unione Europea hanno attraversato la Francia, dal 27 febbraio al
18 marzo, per condividere le loro esperienze. La politica d'integrazione dei 7
milioni di Rom della UE, che sarà oggetto d'una comunicazione della Commissione
di Bruxelles a giugno, è sostenuta da incontri regolari tra le associazioni
rumene e francesi.
I contatti non sono sempre fruttuosi perché le problematiche divergono. In
Francia, i Rom insediati nel paese da diversi anni e divenuti francesi, hanno
poco in comune con i Rom migranti (rumeni, bulgari, ungheresi) che si spostano
con uno permesso per turismo. Gli accampamenti sono separati.
La gens du voyage francese fa di tutto per distinguersi dai Rom
migranti. "L'amalgama ci porta sempre pregiudizio" indica Christophe Sauvé,
dell'Associazione Nazionale gens du voyage cattolica, a Nantes.
In Romania, i Rom hanno uno statuto di minoranza etnica, riconosciuta come un
gruppo male integrato (istruzione, lavoro, rappresentazione politica). "Questo
permette a volte di identificarli e difenderli meglio", indica Nicoleta Bitu,
coordinatrice del progetto dell'associazione Romani Criss.
RIUNITI DALLA DISCRIMINAZIONE
Arrivata a fine novembre con cinque mediatrici sanitarie rumene, la signora
Bitu ha constatato una grande differenza d'approccio: "In Francia, le
associazioni sono restate militanti. Lavorano essenzialmente per informare le
comunità sui loro diritti, per proteggersi dalle espulsioni. In Romania, hanno
lavorato soprattutto per far cadere i pregiudizi dei non-Rom e le apprensioni
dei Rom. La nostra missione è di riempire gli obiettivi della politica nazionale
d'integrazione."
La sola cosa che le riunisce è la discriminazione. Ma, che si parli del
settore della sanità o dell'istruzione, i problemi d'integrazione che tentano di
risolvere non sono gli stessi. "Le difficoltà della gens du voyage sono
legati al nomadismo, mentre i due milioni di Rom rumeni sono sedentari da lunga
data e generalmente confrontati a conflitti etnici", spiega Virgil Ciomos,
presidente della fondazione Le Collège Europeo, che sviluppa dal 2001 una scuola
di seconda possibilità per i Rom a Cluj (Romania).
Quanto ai Rom migranti in Francia, "le municipalità spesso stimano che non
hanno legittimità a restare sul territorio nazionale e dunque ad integrarsi.
Iloro figli sono raramente scolarizzati , contrariamente alla gens du voyage
o ai Rom installati da lunga data", spiega Stéphane Lévêque, direttore
dell'Associazione per l'accoglienza dei viaggianti (ASAV) di Nanterre.
"Il più difficile da risolvere in Romania è il problema della legge", estima
Ciomos. Confrontati all'esclusione durante tutta la loro storia, i Rom
rispettano il loro diritto usuale ma non sempre il diritto nazionale. L'ultimo
esempio è del 15 febbraio, la cerimonia di fidanzamento tra una bambina di 6
anni ed un adolescente di 17 a Ramnicelu (est della Romania). Questo tipo di
fidanzamento è tollerato dalla polizia rumena che teme che qualsiasi intervento
si concluda in bagno di sangue.
"Non ho mai sentito di casi simili in Francia", assicura a sua volta Lévêque.
"Non abbiamo mai avuto reclami per matrimoni combinati tra Rom, assicura la
brigata della protezione dei minori a Parigi. In compenso, si incontrano a volte
giovani adolescenti già "sposati".""