Di seguito gli interventi pubblicati in questa sezione, in ordine cronologico.
Di Fabrizio (del 03/10/2007 @ 09:43:02, in media, visitato 1946 volte)
Vi segnalo questa importante iniziativa che la CISL di Milano organizza
domani pomeriggio (3 ottobre alle 16.30 in Via Tadino 23) per sensibilizzare
all'interno ed all'esterno sul tema dei Rom, con la proiezione del Film
Opera Gagia.
Invitiamo a partecipare numerosi per non far calare l'attenzione.
Maurizio Bove.
Di Fabrizio (del 15/10/2007 @ 23:08:04, in media, visitato 2049 volte)
(15/10/2007) - Nell'articolo del 5 ottobre di Barbie Nadau, "Nuova
Unione, Vecchi Pregiudizi", il sindaco di Roma Walter Veltroni, neo-eletto
segretario nazionale del Partito Democratico, e il prefetto romano Achille Serra
in testa alla criminalizzazione dei nomadi. Citato anche Roberto Malini del
Gruppo EveryOne, che non usa mezzi termini e parla invece di "genocidio" del
popolo Rom e Sinti, e di un nuovo, pericoloso Porrajmos alle porte. In uno
speciale del 5 ottobre 2007 a firma di Barbie Nadau, anche il settimanale
Newsweek tratta la problematica Rom in Italia : "Nuova Unione, vecchi
pregiudizi ", titola l'articolo, che descrive la persecuzione istituzionale che
l'Italia conduce contro Rom e Sinti, complici i media. "Il Gruppo EveryOne,
Opera Nomadi e poche altre realtà conducono una difficilissima campagna per la
vita e il rispetto dei diritti di queste minoranze , contro il razzismo che
cresce e di fatto uccide senza pietà uomini, donne e bambini innocenti. Il caso
del rogo di Livorno di agosto scorso è emblematico delle violazioni che vengono
attuate dalle istituzioni italiane contro i nomadi " commentano Roerto Malini,
Matteo Pegoraro e Dario Picciau, i leader di EveryOne. Il servizio di Newsweek
conduce i lettori nella tragica realtà dei Rom e dei Sinti nel nostro Paese,
dove vivono nella più totale indigenza, nel degrado, senza aiuti umanitari né
servizi igienici. Una condizione che solo grazie alla loro proverbiale capacità
di adattamento consente loro di non estinguersi, anche se la mortalità cui sono
soggetti è spaventosa. Newsweek spiega come l'indegna condizione in cui sono
tenuti i nomadi, che supera quella che i nazisti riservavano agli ebrei nei
ghetti dell'est europeo, sembra non saziare l'odio di un'Italia che si riscopre
in gran parte intollerante , perché la stampa italiana ha promosso una feroce
campagna razziale volta ad istigare nuova avversità da parte della gente.
"L'invasione dei nomadi" titola il Corriere della Sera . "Aiuto!" invoca Il
Messaggero. "Sono troppi!" fa eco La Repubblica, "Emergenza Rom!". Il
settimanale cita, tra tutti, Walter Veltroni, il sindaco di Roma nonché
neosegretario nazionale del PD, secondo cui i Rom sarebbero colpevoli del 75 per
cento dei piccoli crimini commessi nella capitale . A suo parere la questione è
così grave da richiedere un intervento del Ministero dell'Interno affinché i
nomadi siano classificati come immigrati illegali, soggetti ad espulsione anche
quando cittadini dell'Unione Europea, in quanto "minaccia alla sicurezza
nazionale". Nel frattempo, continua lo speciale, diverse città italiane hanno
adottato provvedimenti per sottrarre ai Rom le classiche, misere fonti di
sostentamento, come l'attività di lavavetri (emblematico l'ultimo caso di
Firenze) . Ma non basta: si sta cercando una via per perseguire penalmente i
reati commessi da minori nomadi, equiparandoli nei tribunali agli adulti. Fatto
salvo che lo stesso trattamento non sarà mai riservato ai ragazzini italiani.
"L'immigrazione consistente di romeni," ha detto ancora Veltroni, "crea problemi
gravi di ordine ubblico, tanto che la città non può più tollerare questa
terribile ondata criminale". Seguendo una via sbagliata – commenta sottilmente
l'autore del pezzo –, sta cercando di imitare l'ex sindaco di New York Rudolph
Giuliani, che intraprese la famosa battaglia contro il crimine nella Grande
Mela. Newsweek riferisce alcuni dei numerosi eventi recenti di intolleranza
contro i Rom, amplificati dai media, ponendo l'accento sul rogo di Livorno, in
cui non solo sono stati uccisi quattro piccoli Rom, ma i loro genitori sono
stati perseguiti dalle autorità per "abbandono di minore" : capri espiatori di
una politica che non ha più colore quando si trova di fronte a eventi relativi
ai nomadi. "Non tutti, però, emarginano i Rom" scrive poi Newsweek. "Roberto
Malini del Gruppo EveryOne , un'organizzazione di difesa dei Diritti Umani che
cerca di mediare fra le istituzioni e i nomadi, descrive il trattamento che
l'Italia riserva loro come una <<pericolosa persecuzione>> e rivela che tale
atteggiamento ha abbassato le speranze di vita dei Rom a soli 47 anni, contro
gli 80 dei cittadini italiani. <<In altre parole,>> afferma, <<un genocidio>> ".
Newsweek riporta infine le dichiarazioni emblematiche del prefetto di Roma
Achille Serra che, trovandosi in un campo nomadi in cui non notò la presenza di
donne, disse a un giornalista del Corriere: " Forse sono sul metrò a rubare
portafogli, mentre gli uomini dormono dopo aver passato la notte a rubare nelle
case. Union Gypsy, Union Romani ed altre importanti associazioni per la
salvaguardia dei diritti dei nomadi" concludono i leader di EveryOne "hanno già
manifestato il loro disappunto riguardo alla politica persecutoria adottata nel
nostro Paese e hanno stigmatizzato le molteplici violazioni commesse dalle
autorità nei confronti dei genitori dei bimbi assassinati nel rogo di Livorno".
Come previsto – e pubblicato – con largo anticipo dagli attivisti del Gruppo
EveryOne, Victor Lacatus e Menji Clopotar, dopo aver subito la durezza del
carcere, la tortura della separazione dalla mogli, la crudeltà del divieto di
piangere sulle tombe dei loro bambini e infinite pressioni (senza che fosse
consentita la perizia di una psicoterapeuta del Comitato Etico, volta ad
evitarle), hanno scelto l'unica via concessa loro per riacquistare la libertà:
patteggiare e riconoscere il "reato" loro ascritto ovvero "abbandono di minori
seguito da morte".
Per il Gruppo EveryOne: Roberto Malini, Matteo Pegoraro, Dario Picciau
Di Fabrizio (del 16/10/2007 @ 22:29:53, in media, visitato 1893 volte)
L’Istituto di Cultura Sinta e l’Assessorato Politiche Sociali e Sanitarie
della Provincia di Mantova invitano operatori, insegnati, volontari,
amministratori e la cittadinanza alla presentazione del volume "vivere ai
margini, un'indagine sugli insediamenti rom e sinti in Lombardia".
I rapporti tra le Minoranze Sinte e Rom e la società maggioritaria (in senso
numerico) rappresentano una della contraddizioni più evidenti sia nel Paese che
nella stessa Regione Lombardia.
A Milano e Pavia la presenza di minoranze rom e sinte, provenienti dalla
Romania, ha innescato fenomeni di paura, rifiuto e in alcuni casi di vere e
proprie discriminazioni razziali.
Nelle resto della Lombardia la situazione è sicuramente meno acuta ma persistono
politiche abitative che di fatto segregano le minoranze sinte e rom nei
cosiddetti “campi nomadi”.
Questa prima ricerca, pubblicata dalla Fondazione ISMU, mette in evidenza le
contraddizioni presenti, utilizzando come spazio di ricerca alcuni casi delle
province di Milano, Mantova e Cremona.
La presentazione si terrà a Mantova, lunedì 5 novembre 2007 dalle ore 17.30,
presso il Palazzo del Plenipotenziario in piazza Sordello n. 43.
All’evento interverranno Fausto Banzi (Assessore alle Politiche Sociali
della Provincia di Mantova) e i curatori della ricerca il professore Maurizio
Ambrosini (Università la Bicocca, Milano) e il professore Antonio Tosi
(Politecnico di Milano). Coordinerà la dottoressa Barbara Nardi dell’Istituto di
Cultura Sinta. Al termine sarà dato spazio ad interventi sulla tematica
affrontata dalla ricerca.
L’incontro è organizzato con il contributo e la partecipazione dell’Associazione
Sucar Drom, della Fondazione ISMU e dell’Ente Morale Opera Nomadi, sezione di
Mantova. Ai partecipanti all’evento sarà distribuita gratuitamente una copia del
volume.
Per informazioni
Istituto di Cultura Sinta,
ics@sucardrom.191.it, telefono 0376 360643, fax 0376 318 839
Assessorato Politiche Sociali Provincia di Mantova, telefono 0376 204201, fax
0376 204328, pol.soc@provincia.mantova.it
Di Fabrizio (del 29/10/2007 @ 09:00:10, in media, visitato 2429 volte)
OPERA GAGIA
Prosegue il ciclo “Contro l’identità contro” con un docu-film sulla vicenda dei
rom a Opera
Martedì 30 ottobre 2007, ore 21
Auditorium San Fedele
Via Hoepli 3/B – Milano
Martedì 30 ottobre Popoli organizza una serata tutta dedicata alla cultura
rom con la proiezione del documentario Opera Gagia di
Antonio Bocola (regista di Fame Chimica). Il documentario racconta l’arrivo
di un gruppo di rom, nel dicembre 2006, nel comune di Opera e le reazioni
della popolazione. La proiezione del video, prodotto dalla Provincia di Milano,
sarà seguita da un dibattito con la partecipazione dello stesso regista, di
Tommaso Vitale, docente di Sociologia nell’Univeristà di Milano-Bicocca, di
esponenti della Caritas Ambrosiana, della Casa della Carità, della Comunità di
Sant’Egidio, dell’Opera Nomadi e rappresentanti delle comunità rom di Milano.
L’evento, realizzato in collaborazione con il mensile di ricerca e intervento
sociale Aggiornamenti Sociali, avrà luogo nell’Auditorium San Fedele,
in via Hoepli 3/B, a Milano. La serata è a ingresso libero.
L’iniziativa è il secondo appuntamento del ciclo di incontri che Popoli,
il mensile internazionale dei gesuiti, propone con l’obiettivo di
incontrare e conoscere le diverse culture presenti sul nostro territorio. Lo
scopo è andare oltre la frequente strumentalizzazione del concetto di identità,
usato per giustificare arroccamenti e chiusure. “Contro l’identità contro”,
questo il titolo della serie di serate, rifiuta questo approccio e intende
invece promuovere una “identità aperta”: aperta a conoscere, riflettere,
con-vivere.
Il ciclo si è aperto con lo spettacolo di “cabaretnico” Strangers in the
night, realizzato dagli attori stranieri del laboratorio di Zelig Cabaret, e
si concluderà mercoledì 7 novembre con una tavola rotonda dedicata
all’incontro-scontro tra Occidente e Islam. Gli eventi hanno il contributo della
Provincia di Milano e di Banca Etica e il patrocinio della Regione Lombardia.
Milano, 25 ottobre 2007
Per informazioni:
Popoli 02.86.352.1
ufficiostampa@popoli.info -
www.popoli.info
Marta Zanella
Ufficio stampa Popoli e Aggiornamenti Sociali
02.86.352.583
Di Fabrizio (del 20/11/2007 @ 09:26:37, in media, visitato 2005 volte)
L'assessore Zanella: "Il comune ha sostenuto il progetto del Padiglione, a
cui hanno partecipato davvero tantissimi giovani"
Oltre ventimila visitatori in cinque mesi: questo il risultato di "Paradiso
perduto", il primo Padiglione Rom presente quest'anno alla Biennale di Venezia,
realizzato grazie alla collaborazione dell'Osi - Open Society Institute di
Budapest, del Comune di Venezia, della Biennale e di altri enti finanziatori
internazionali. L'idea di allestire un Padiglione Rom nasce dalla duplice
volontà di mostrare l'arte contemporanea Rom ad un ampio pubblico internazionale
e di stimolare il dibattito sul ruolo della cultura Rom e sulla loro stessa
identità nella società europea, proprio nel momento in cui si allargano ad
est i confini dell'Unione Europea.
"Il Comune di Venezia" ha spiegato l'assessore comunale alla Produzione
culturale Luana Zanella, intervenuta oggi alla cerimonia di chiusura del
Padiglione "ha sostenuto il progetto del Padiglione, arricchendolo con la
manifestazione collaterale "Si Rom!": una serie di feste, incontri e concerti
iniziata il 16 settembre e conclusasi ieri, 15 novembre, con la festa-concerto "Electric
Gipsy Night" a Parco San Giuliano, "a cui hanno partecipato davvero tantissimi
giovani", come ha testimoniato l'assessore stessa, presente all'evento. Oggi
Venezia, ha continuato Zanella, porta avanti la sua lunga tradizione di apertura
e dialogo con popolazioni provenienti da luoghi piú o meno lontani, tra cui
anche Rom e Sinti, come testimonia un documento del 1378, rinvenuto a Nauplia,
in Grecia, in cui la Repubblica Serenissima conferma ai Rom i privilegi già
garantiti loro dall'Impero bizantino. Nel ricordare l'impegno decennale
dell'Amministrazione comunale nel cercare modalità di coesistenza con i Rom e i
Sinti italiani presenti nel territorio, l'assessore ha espresso rammarico per la
campagna negativa di cui sono fatti oggetto i Rom ultimamente, sottolineando
come essa crei abissi laddove c'è bisogno di dialogo e vicinanza tra le persone.
Proprio per questo Zanella ha concluso il suo intervento auspicando che al primo
Padiglione Rom ne seguano altri in futuro, citando la disponibilità del Casinó
di Venezia a collaborare in tal senso e, piú in generale, a sostenere iniziative
legate ai nuovi paesi dell'Unione Europea.
La cerimonia di chiusura del Padiglione è stata accompagnata da un breve
concerto eseguito da due violinisti, Andrea Boni e Lazos Sarközi, e da un
suonatore di fisarmonica, Zoltan Ökrös, studenti dell'Accademia
musicale "Ferenc Lizst" di Budapest, vincitori di una borsa di studio dell'Osi
per la migliore iniziativa di musica Rom (red).
Di Fabrizio (del 29/11/2007 @ 09:16:34, in media, visitato 2117 volte)
Ricevo da Ernesto Rossi
"Mi sento un rom porterò l’Italia in giro nel mondo"
La straordinaria dichiarazione appare in un titolo dell’edizione di domenica 25
di un noto quotidiano.
A rilasciarla è Lapo Elkann (per chi non avesse familiarità con le famiglie più
ricche del mondo, ricordiamo che si tratta del figlio di Margherita Agnelli.
FIAT).
In definitiva, il maturo e ipertatuato giovanotto, ci rivela che, trasferendosi
da New York a Shanghai (in una campina?), si occuperà di promuovere
la Triennale di Milano nel mondo. “Sono, insiste, uno zingaro dell’arte”.
Tocca all’intervistatore ricordargli che, coi suoi quattrini, “potersi definire
zingaro è un grosso privilegio”.
E lo sanno bene tutti i Rom che perdono il lavoro non appena il padrone
scopre l’indirizzo del campo in cui vivono.
Che c’entra dunque questa fesseria con la realtà, quella in particolare che gli
zingari autentici vivono in questo periodo proprio in Italia?
Nulla, niente, zero.
Questa è la vera notizia. Di come, cioè, in certi ambienti, moda, marketing, e
altro, si faccia un uso sfacciato e superficiale d’una realtà sicuramente
ignorata, se non disprezzata, ma sfruttata a livello d’immagine. Dietro queste
parole, di Rom non ce ne sono. C’è solo una diversità sconosciuta ma comoda da
usare. Tanto, sotto le finestre ben protette di questa gente di roulotte non ne
compariranno mai.
26 novembre 2007 Ernesto Rossi
Di Fabrizio (del 12/12/2007 @ 16:41:15, in media, visitato 1757 volte)
A cura dell'Ufficio Nazionale Antidiscriminazioni Razziali -
Dipartimento per i Diritti e le Pari Opportunità ed ImmigrazioneOggi/videoweb.
vedi il video
Comunicato stampa del 12 dicembre 2007
Spot per la Campagna contro il pregiudizio nei confronti dei Rom: iniziativa
congiunta UNAR- ImmigrazioneOggi.
La voce di una bambina che ripete "Papà dice che i Rom sanno solo rubare..."
e, contemporaneamente, lo scorrere di immagini diverse da quelle a cui siamo
abituati: donne rom che lavorano come sarte e confezionano vestiti secondo una
tradizione millenaria, un ragazzo che studia al Conservatorio di
S. Cecilia, un altro che lavora come giardiniere, bambini rom che tornano da
scuola.
E' lo spot realizzato da ImmigrazioneOggi in collaborazione con l'UNAR (Ufficio
Nazionale Antidiscriminazioni Razziali - Dipartimento per i Diritti e le Pari
Opportunità) per la Campagna di sensibilizzazione contro il pregiudizio nei
confronti dei Rom, tesa a contrastare ogni tipo di discriminazione nei confronti
di questo popolo.
Lo spot, on line dal 12 dicembre su
www.immigrazioneoggi.it
e su
http://www.pariopportunita.gov.it , è un breve viaggio tra spaccati di vita
di rom che hanno avuto l'opportunità di realizzare un percorso d'integrazione,
un viaggio che ci porta inevitabilmente a riflettere sulla fondatezza delle
generalizzazioni e che, al contempo, ci fa sperare nella possibilità del
raggiungimento di una pacifica convivenza.
Enti, associazioni e quanti altri desiderano contribuire alla divulgazione di
questo spot possono inserire nei loro siti il banner scaricabile da
http://www.immigrazioneoggi.it/rubriche/badge_spot_rom.html
Studio immigrazione sas
Ufficio stampa
Corso Italia, 74
01100 Viterbo
info@immigrazione.it
immigrazioneoggi@studioimmigrazione.it
Di Fabrizio (del 16/12/2007 @ 09:08:52, in media, visitato 3033 volte)
Da ErrepiNews
di Sanja Lucic
A quello che un sondaggio realizzato dal Roma Information and Documentation
Center (RIDC) ha confermato, con un po' di intuito si può arrivare anche da
soli: i rom sono molto più interessati ai media elettronici come radio e
televisione che ai giornali, anche perché molti di loro non sanno leggere.
In diversi paesi la radio si è dimostrata uno strumento molto congeniale alla
cultura rom, assolvendo una funzione molto importante a diversi livelli:
informare i rom nelle lingue che conoscono; insegnare e codificare la lingua
rom; parlare dei problemi dei rom; far partecipare donne e bambini ai programmi;
collegare le comunità rom di diverse parti d'Europa e del mondo e promuovere le
diverse identità rom ma anche l'omogeneizzazione e la coesione del mondo rom.
Ecco alcune significative esperienze di radio che operano come voce dei rom
nell'est europeo, e che ci danno un'immagine dei rom assai più dinamica e
moderna di quella che ci comunicano i pregiudizi che li circondano.
RADIO C
Unica radio rom in Ungheria, è nata nel 2001 a Budapest. La C del nome sta
per cigani, "zingari": che in ungherese non ha connotazioni negative come
in altre lingue. A due fermate di metropolitana da via Vaci, la zona pedonale,
la sede della radio si trova nella via Lujza, in quello che i rom di Budapest
chiamano il quartiere zigano. Per questa radio l'Ungheria ha ricevuto molte lodi
dalle organizzazioni, ma in realtà lo stato non ha niente a che fare con
l'emittente. Il commento del caporedattore Kerenyi Gyergy è che questa radio è
una soluzione a buon mercato che fa "vetrina": è molto più facile concedere una
frequenza per una radio del genere che costruire una seria strategia per
migliorare la condizione dei rom nel paese.
In ogni caso Radio C rappresenta un grande passo avanti per l'emancipazione
dei rom ungheresi. Statistiche del 2001 dicono che in Ungheria vivono 190 mila
rom, ma molti ritengono che siano molti di più, 100 mila solo a Budapest. I
giornalisti della radio si sentono investiti di una grande responsabilità e
dicono che questa è più di una radio. L'80 per cento dei collaboratori
dell'emittente sono rom; i giornalisti, una ventina, prima non facevano questo
mestiere, ma si sono formati con corsi finanziati da organizzazioni francesi e
britanniche.
La radio riceve molte visite di ascoltatori: a Radio C i rom si sentono come
a casa, finalmente hanno qualcosa che è loro e per la quale provano un senso di
appartenenza.
La maggior parte dei programmi è in ungherese perché l'80 per cento dei rom
del paese parla solo ungherese. Radio C è un'organizzazione non profit:
l'aspirazione è quella di mantenersi con la pubblicità, ma è una strada
difficile, e per il momento la radio continua in gran parte a vivere di
donazioni e sovvenzioni.
Il sito di Radio C:
www.radioc.hu
RADIO KHRLO E ROMENGO (leggi l'intervista)
Radio Khrlo e Romengo, cioè "Radio voce dei rom", ha sede a Belgrado ed è il
prodotto di Rrominterpress, una organizzazione informativa non governativa
fondata nel 1995.
La nascita della radio non è stata immediata perché all'inizio non c'erano i
fondi per realizzare una emittente di questo genere e le condizioni politiche
non erano favorevoli.
La radio ha cominciato a trasmettere nel marzo del 2002. Bilingue - rom e
serbo - propone notizie ogni ora, utilizzando in particolare le agenzie Beta e
Fonet e molti corrispondenti di origine rom. La musica copre il 70 per cento
della programmazione, con musica rom di tutte le parti del mondo ma anche musica
non rom.
Tra gli scopi principali della radio l'apprendimento della lingua, visto che
la maggior parte dei rom non parlano la loro lingua o la parlano male.
Un'attenzione speciale è riservata ai bambini, con musica indirizzata a loro
e programmi educativi: oltre che con Romoloske Studije/Romologi Studies, una
rivista che ha pubblicato una decina di numeri in rom, serbo e inglese, i
programmi per i più piccoli sono realizzati in collaborazione con un giornale
specializzato, Chavrikano Lil (Children's Newspaper), che è stato creato
nell'85, e che, rilanciato dalla Rrominterpress, ha all'attivo più di cinquanta
numeri.
Nel 2005 Khrlo e Romengo ha tentato anche l'esperimento di una televisione,
che si è esaurito nel marzo scorso. Dall'ottobre di quest'anno la radio
trasmette anche via satellite, Hotbird 12322 Mhz, symbol rate 27500 H. Il sito
di Khrlo e Romengo: www.khrloeromengo.com
RADIO TOCAK
Radio Tocak, cioè "Radio Ruota" (una ruota rossa - la ruota che gira come i rom
che da sempre girano il mondo - su uno sfondo verde e blu è la bandiera degli
zingari), trasmette da Valjevo, città a circa 100 km da Belgrado.
L'emittente è proprietà di un rom, Dragan Jovanovic: l'idea che lo ha mosso è
che il tempo degli zingari che si preoccupavano solo dell'oggi e di che cosa
c'era da mangiare, e domani poi si vedrà, è ormai lontano, e che la prospettiva
per i rom è l'istruzione dei bambini, in modo che imparino a non essere
dipendenti da nessuno, e da nessun aiuto umanitario o della società.
Radio Tocak lavora quindi in questa direzione sapendo che l'8 per cento dei
bambini rom non parla la lingua madre ma neanche il serbo, ma solo un misto di
rom, serbo e turco.
Due volte alla settimana la radio manda in onda il programma E Romanca, che
in precedenza era trasmesso da radio Valjevo: si tratta di un programma dedicato
al contatto con gli ascoltatori, nel quale possono intervenire anche i bambini.
La radio non fa politica: parla dei problemi dei rom, anche se ha l'ambizione
di non essere un ghetto per i rom.
La radio vuole essere inoltre un luogo di formazione, dove i giovani possono
imparare il mestiere di giornalista, conduttore, tecnico del suono.
Il sito di Radio Tocak:
www.radiotocak.co.yu
Khrlo, per tutti quelli che amano la musica di
qualità
Vi riproponiamo un'intervista di Sanja Lucic a Dragilijub Ackovic, direttore
di Radio Khrlo e Romengo, trasmessa da Radio Popolare nel 2006
La vostra radio si può sentire solo a Belgrado o in tutta la
Serbia/Montenegro?
La radio si riceve nel raggio di cento chilometri intorno a Belgrado: abbiamo
scelto questa zona perché la maggior parte dei rom si trova qua.
Che tipo di musica fate ascoltare? Solo musica zingara o anche musica
pop, rock e musica delle ex repubbliche?
La musica che si può sentire da noi è molto varia, musica che arriva da tutta
la ex Jugoslavia, ma dato che da noi siamo rom, naturalmente trasmettiamo molta
musica zingara. La nostra specialità è la musica dal vivo: i nostri
collaboratori vanno a concerti, matrimoni, ristoranti, registrano tutto e noi
mandiamo in onda. Certo, queste cose sono le più ascoltate in assoluto, molto
più di quelle che si possono trovare anche altrove. Per avere un'idea: nella
nostra fonoteca abbiamo ventisettemila brani di musica rom.
Avete anche spazi informativi?
Non siamo solo una radio musicale, abbiamo un palinsesto ventiquattro ore su
ventiquattro. Ci sono varie trasmissioni, della durata massima di quarantacinque
minuti: il trenta per cento della nostra programmazione è legato
all'informazione, abbiamo dei notiziari ogni ora, ci sono edizioni in lingua rom
e in serbo, poi la rassegna stampa, con molta attenzione a tutto quello che
riguardai rom, e poi abbiamo anche una decina di trasmissioni di carattere
vario.
Chi sono i vostri ascoltatori?
Tutti quelli che amano la musica di qualità, i musicisti rom, tutte le
persone a cui questo tipo di programmi va bene.
La radio è presente in qualche attività per quanto riguarda la
comunità rom?
Certo, la radio è molto attiva in tutte le cose che fa la comunità dei rom,
non solo in Serbia, e questo è molto interessante, perché la nostra radio si
occupa dei rom che stanno dovunque. Abbiamo informazioni da tutto il mondo:
facciamo parte di una rete a cui partecipano tutti i media che hanno a che fare
con i rom.
La musica zingara ha molto successo in occidente, magari perché è
divertente e ha un ritmo vivace: lei come spiega questo successo?
Non è solo questione di ritmo vivace: la musica rappresenta l'anima. E gli
ascoltatori, i critici, la gente che se ne intende, dicono che la musica zingara
ha l'anima. Questo è il motivo per cui è così ascoltata: il ritmo è solo un
aspetto.
E' la qualità che la fa apprezzare così tanto, non solo in occidente
ma dovunque.
Quello che è interessante è che ci sono i nuovi generi nella musica zingara,
non è più solo la musica di sempre, c'è di tutto, rap, jazz, pop, tutto quello
che si ascolta e che la gente richiede: tra le 8 e le 10 abbiamo anche la musica
per i bambini, musica nella lingua dei rom, una cosa molto carina, con le fiabe
e tutto il resto.
Quali sono le musiche e le canzoni più richieste?
Molto ascoltati sono i cantanti giovani: uno per esempio è Shikizi, figlio di
Shikiza, una cantante zingara famosissima, e molti altri.
Ma piacciono anche brani strumentali, musica di qualità: noi facciamo sentire
tutti quelli che fanno cose veramente buone, non solo nella musica zingara,
gente come Shaban Bairamovic, Vida Pavlovic, sono stati nostri ospiti molte
volte.
Una cosa molto bella sono i programmi in diretta, dove facciamo venire intere
orchestre e ci fanno sentire la musica dal vivo. Apriamo alle chiamate del
pubblico e i nostri telefoni sono sempre occupati.
La situazione dei rom durante la guerra è stata molto difficile: è
ancora così o c'è qualche miglioramento?
Sì, qualche miglioramenti sì, prima era molto dura: i rom sono a malapena
sopravvissuti a tutte quelle cose orribili. Oggi molte cose vanno meglio, ma
poco alla volta: i rom si stanno integrando nella vita sociale e nella politica.
Le cose cambiano: ma, lo ripeto, lentamente.
Leggi anche:
Onde
zingare (pdf)
Di Fabrizio (del 08/01/2008 @ 08:41:35, in media, visitato 1697 volte)
Da
Roma_Daily_News
La Radio
Ceca ha annunciato lo scorso 10 dicembre che sponsorizzerà il Romipen
Photography Contest, a cui i partecipanti possono inviare fotografie che
documentino la vita romani, le loro tradizioni e costumi. Il contest è aperto a
tutti incluso professionisti ed amatori, Rom e non-Rom di vari paesi. Il
termine per la partecipazione è il 31 maggio 2008. Il regolamento si può trovare
su
http://romove.radio.cz/en/clanek/21738 .
Verranno valutate fotografie di scene delle vita romani - quindi temi come la
famiglia, i miei amici Rom, Rom al lavoro, in relax o mentre si divertono,
artisti ed artigiani Rom, Natale, Pasqua e altre feste, avvenimenti importanti
(battesimi, matrimoni, funerali) ed altre situazioni che la vita ci porta.
I lavori saranno continuamente pubblicati sul sito web. Alla fine una giuria
professionale selezionerà il vincitore che sarà premiato con premi interessanti
(video camera, macchina digitale, lettori MP3, etc.). Il lavoro vincente sarà
selezionato il 30 giugno 2008 ed i risultati verranno pubblicati il giorno dopo.
La Radio Ceca sponsorizza il Romipen Contest in occasione del 10°
anniversario dell'esistenza del sito web
www.romove.cz, [...] ed in
occasione della fine del 2007 che la Commissione Europea ha dichiarato anno
delle pari opportunità per tutti.
Il contest è organizzato sotto il patrocinio di Dzamila Stehlíkova, Ministra
per i Diritti Umani e le Minoranze Nazionali della Repubblica Ceca.
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