L'assessore Zanella: "Il comune ha sostenuto il progetto del Padiglione, a
cui hanno partecipato davvero tantissimi giovani"
Oltre ventimila visitatori in cinque mesi: questo il risultato di "Paradiso
perduto", il primo Padiglione Rom presente quest'anno alla Biennale di Venezia,
realizzato grazie alla collaborazione dell'Osi - Open Society Institute di
Budapest, del Comune di Venezia, della Biennale e di altri enti finanziatori
internazionali. L'idea di allestire un Padiglione Rom nasce dalla duplice
volontà di mostrare l'arte contemporanea Rom ad un ampio pubblico internazionale
e di stimolare il dibattito sul ruolo della cultura Rom e sulla loro stessa
identità nella società europea, proprio nel momento in cui si allargano ad
est i confini dell'Unione Europea.
"Il Comune di Venezia" ha spiegato l'assessore comunale alla Produzione
culturale Luana Zanella, intervenuta oggi alla cerimonia di chiusura del
Padiglione "ha sostenuto il progetto del Padiglione, arricchendolo con la
manifestazione collaterale "Si Rom!": una serie di feste, incontri e concerti
iniziata il 16 settembre e conclusasi ieri, 15 novembre, con la festa-concerto "Electric
Gipsy Night" a Parco San Giuliano, "a cui hanno partecipato davvero tantissimi
giovani", come ha testimoniato l'assessore stessa, presente all'evento. Oggi
Venezia, ha continuato Zanella, porta avanti la sua lunga tradizione di apertura
e dialogo con popolazioni provenienti da luoghi piú o meno lontani, tra cui
anche Rom e Sinti, come testimonia un documento del 1378, rinvenuto a Nauplia,
in Grecia, in cui la Repubblica Serenissima conferma ai Rom i privilegi già
garantiti loro dall'Impero bizantino. Nel ricordare l'impegno decennale
dell'Amministrazione comunale nel cercare modalità di coesistenza con i Rom e i
Sinti italiani presenti nel territorio, l'assessore ha espresso rammarico per la
campagna negativa di cui sono fatti oggetto i Rom ultimamente, sottolineando
come essa crei abissi laddove c'è bisogno di dialogo e vicinanza tra le persone.
Proprio per questo Zanella ha concluso il suo intervento auspicando che al primo
Padiglione Rom ne seguano altri in futuro, citando la disponibilità del Casinó
di Venezia a collaborare in tal senso e, piú in generale, a sostenere iniziative
legate ai nuovi paesi dell'Unione Europea.
La cerimonia di chiusura del Padiglione è stata accompagnata da un breve
concerto eseguito da due violinisti, Andrea Boni e Lazos Sarközi, e da un
suonatore di fisarmonica, Zoltan Ökrös, studenti dell'Accademia
musicale "Ferenc Lizst" di Budapest, vincitori di una borsa di studio dell'Osi
per la migliore iniziativa di musica Rom (red).