Rom e Sinti da tutto il mondo

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\\ Mahalla : VAI : scuola (inverti l'ordine)
Di seguito gli interventi pubblicati in questa sezione, in ordine cronologico.
 
 
Di Fabrizio (del 19/07/2008 @ 09:36:44, in scuola, visitato 1534 volte)

Da Roma_ex_Yugoslavia

BELGRADO 16 luglio 2008 - Fonte: Tanjug: Il Consiglio Nazionale dei Rom accoglie con favore la decisione di introdurre il Romanì nelle scuole primarie.

Il Ministero dell'Istruzione ha deciso di rendere possibile lo studio della lingua Rom.

Ibrahim Osmani, presidente del Comitato per l'Istruzione e l'Uso Ufficiale delle Lingue, ha detto che il ministero ha appoggiato il progetto del Consiglio Rom e preso un impegno per assicurare pari opportunità di accesso delle minoranze all'istruzione a tutti i livelli, in linea con la Convenzione Quadro Europea sull'Istruzione.

L'Istruzione dovrebbe fornire pari opportunità a tutti, indipendentemente da religione o etnia, di prendere parte alla vita pubblica ed alle istituzioni, ha detto, notando che "i diritti garantiti a tutti gli esseri umani possono essere esercitati solo se hanno pari accesso all'istruzione".

La Serbia è una comunità multietnica, multiculturale e multireligiosa e l'appoggio alle minoranze dovrebbe costituire il punto di partenza per il progresso democratico e per la stabilità interna ed internazionale, ha detto Osmani.

 
Di Fabrizio (del 19/07/2008 @ 09:50:48, in scuola, visitato 1735 volte)

Ricevo da Maria Grazia Dicati

Leggere e scrivere in romanés è arrivato anche in Spagna

L’UNION ROMANÌ ha recensito Il testo "Leggere e scrivere romanés" su NEVIPENS ROMANI giornale quindicinale in difesa dei diritti umani, contro il razzismo e la discriminazione che ha visto la luce per la prima volta nel maggio 1986.

Inoltre il testo è stato illustrato anche sulla rivista trimestrale, a carattere internazionale, I TCHATCHIPEN (LA VERITÀ, ROMANÒ), che offre ai suoi lettori la possibilità di avvicinarsi al popolo zingaro da una prospettiva sociale e culturale.

Attraverso articoli, rapporti di ricerca e fornisce un quadro veritiero della comunità zingara, evitando stereotipi e di affrontare le questioni della diversità ideologica e di rigore scientifico.

I Tchatchipen mostra anche i più significativi sviluppi di pubblicazioni riguardanti la comunità zingara nella sezione di recensioni di libri e riviste, si può prendere il polso ad una cultura gitana che è costantemente in via di sviluppo.

I Tchatchipen è rivelato, in breve, come uno strumento molto efficace per insegnanti, operatori sociali, sociologi, antropologi, linguisti, giornalisti e tutti coloro che vogliono avvicinarsi a una delle più antiche minoranze in Europa.

 
Di Fabrizio (del 20/07/2008 @ 09:24:14, in scuola, visitato 1910 volte)

Da Bulgarian_Roma

Gli esperti dell'Ispettorato Regionale per l'Istruzione hanno discusso sull'integrazione scolastica dei Rom alla luce dei budget scolastici

Il numero degli abbandoni scolastici dei Rom probabilmente crescerà acutamente con l'inizio del prossimo anno scolastico, dato che molti dei genitori che vivono nei villaggi dove le scuole saranno chiuse, non sono pronti a permettere ai loro figli di studiare in un altro posto. Il numero di scuole chiuse è già troppo grande ed il processo di abbandono scolastico da parte di chi le frequentava potrebbe sfuggire dal controllo. Non è un'eccezione che siano state chiuse scuole con un numero relativamente alto di studenti. Nelle scuole dei villaggi che non sono state chiuse il budget copre a fatica gli standard minimi e per questo tutte le classi elettive ed i "doposcuola" saranno cancellati, cosa che renderà il processo educativo significativamente peggiore. D'altra parte, in molte scuole selezionate che integreranno gli studenti Rom delle scuole chiuse, si può osservare una certa paura tra i genitore ed anche tra gli insegnanti.

Questi sono stati indicati come i problemi acuti dell'integrazione dei bambini Rom durante l'incontro di lavoro nazionale "Integrazione scolastica alla luce dei budget scolastici". L'incontro era stato organizzato dal Centro "Amalipe" ed ha avuto luogo dal 6 all'8 luglio a Lyaskovetz. Vi hanno preso parte esperti di 15 Ispettorati Regionali per l'Istruzione (RIE) responsabili per l'integrazione scolastica.

E' stato presentato durante l'incontro il rapporto "Pari Accesso dei Rom all'Istruzione di Qualità" pubblicato da OSI. I partecipanti hanno discusso come applicare le sue raccomandazioni alle condizioni della riforma dell'istruzione del gennaio 2008. Si è anche discusso della fase attuale del programma "Folklore dell'ethnoi - folklore Rom", come pure degli effetti del budget dedicato sull'educazione interculturale. Hanno moderato l'incontro Deyan Kolev, Teodora Krumova (Centro Amalipe) e Boyan Zahariev (OSI – Sofia).

I partecipanti hanno concordato di proporre al Ministro dell'Istruzione ed al Ministro delle Finanze di stabilire il Programma Nazionale per il Supporto all'Educazione Culturale come mezzo per finanziare le classi elettive ed i doposcuola che sono fuori budget. Proporranno anche l'incorporazione di componenti aggiuntivi per le scuole che implementino la Strategia per l'integrazione scolastica (approvata dal Ministero dell'istruzione a giugno 2004) nella formula dei cosiddetti "standard unificati di spese" (ad es. la somma fornita dal Ministro dell'Istruzione e della Scienza per l'istruzione di 1 bambino).

E' stato anche deciso che il Centro "Amalipe" e i RIE organizzino incontri regionali con le scuole chiave nelle sei giornate bulgare. Il primo sarà organizzato il 15 luglio a Shumen. Vi prenderanno parte le principali scuole chiave della regione nord-orientale. Saranno presentate durante l'incontro le pratiche di successo per attrarre, mantenere ed integrare i bambini Rom a scuola (come le classi di folklore Rom), le principali conclusioni del rapporto "Pari Accesso dei Rom all'Istruzione di Qualità" e le opportunità per finanziare le misure per l'integrazione dei Rom nel quadro del budget.

Ulteriori informazioni su http://www.amalipe.com/en/?nav=news&id=76

Center Amalipe - Bulgaria
5000 Veliko Turnovo, p.o.box 113
Tel/fax: 00359 62 600 224;
tel: 00359 888 681 134
e-mail: center_amalipe@yahoo.com
http://amalipe.com

 
Di Fabrizio (del 23/07/2008 @ 09:29:22, in scuola, visitato 2089 volte)

By Nick Thorpe BBC News

La decisione potrebbe interessare i bambini Rom dell'Europa

Il Tribunale Europeo per i Diritti Umani ha stabilito che la Croazia non discrimina gli studenti Rom mettendoli a scuola in classi separate solo per Rom.

I bambini, ora di età tra i 14 e i 20 anni, hanno detto di aver sofferto psicologicamente e praticamente, dato che gli è stato insegnato soltanto ad un terzo del programma di studi.

Ma il tribunale ha detto che sono stati separati solo sino a quando non hanno migliorato la lingua.

Un corrispondente BBC dice che la decisione potrebbe avere un impatto su molti paesi nell'Europa Centrale ed Orientale.

In Croazia, come in molti paesi dell'est Europa, è pratica comune per i Rom essere piazzati in classi speciali, od in alcuni casi, in scuole speciali.

Le scuole si giustificano dicendo che spesso i bambini non parlano abbastanza bene bene la lingua nazionale per restare con gli altri alunni, e che le classi speciali sono progettate per aiutarli ad apprenderla.

I consiglieri legali degli alunni replicano che questi sono semplicemente relegati in classi sotto-gli-standard sulla base del colore della loro pelle e che, come risultato dei bassi standard educativi in classi simili. le loro possibilità di trovare lavoro sono significativamente ridotte.

Non essere messi da parte

Una precedente decisione del medesimo tribunale, nel novembre dell'anno scorso, era stata a favore dei Rom della Repubblica Ceca che erano in scuole Rom.

Ma in quell'occasione il tribunale di Strasburgo aveva stabilito che non si trattava di discriminazione etnica.

E' stato trovato che in Croazia, gli alunni erano piazzati in classi Rom all'interno delle scuole primarie ordinarie.

Si è detto che i bambini prendevano parte ad attività extra-curriculari con gli altri bambini, e che non erano separati per il solo essere Rom.

Anita Danka dell'European Roma Rights Centre di Budapest, che ha lavorato attentamente al caso, ha espresso il proprio disappunto sul giudizio.

Rivela che il Tribunale dei Diritti Umani "non è stato capace di vedere che l'istruzione segregata può avere varie manifestazioni", ha detto alla BBC, "inclusa la segregazione nella scuola primaria".

 

Data di pubblicazione dell'appello: 23.07.2008
Status dell'appello: attivo

bambini rom e non di una classe elementare di Pavlovce nad Uhom ©AI

"Nella settima classe della scuola speciale ho imparato le stesse cose che ho imparato nella terza classe della scuola normale"
Ragazzo rom quattordicenne, erroneamente collocato nella scuola speciale di Pavlovce nad Uhom

In Slovacchia, un alto numero di bambini rom sono collocati inappropriatamente in "scuole speciali" per bambini con disabilità mentali, dove ricevono un'istruzione di livello inferiore, e hanno opportunità molto limitate di impiego e istruzione superiore. Studi indipendenti indicano che fino all'80 per cento dei bambini collocati nelle scuole speciali slovacche sono rom.

Una volta che i bambini vengono assegnati alle scuole speciali, le porte che riportano verso l'istruzione tradizionale per bambini con capacità medie o al di sopra della media restano chiuse.


Pavlovce nad Uhom è una cittadina nella Slovacchia orientale, a 10 chilometri dal confine con l'Ucraina. Più del 50 per cento dai suoi 4.500 abitanti sono rom. Ci sono due scuole elementari in città: una scuola normale e una scuola speciale per bambini con disabilità mentali. Circa i due terzi dei bambini rom che frequentano la scuola elementare a Pavlovce nad Uhom sono segregati di fatto nella scuola speciale. Il 99,5 per cento dei circa 200 alunni della scuola speciale sono rom.

Ufficialmente, i bambini possono essere collocati nelle scuole speciali dopo una diagnosi formale di disabilità mentale e solo col pieno consenso dei genitori. Tuttavia, molti bambini a Pavlovce nad Uhom non hanno ricevuto una valutazione e se c'è stata è stata gravemente difettosa. Nel contempo, nella maggior parte dei casi il consenso dei genitori non è stato nè libero nè informato.

Nel 2007, a seguito di indagini richieste dal sindaco di Pavlovce nad Uhom, è stato ufficialmente riconosciuto che 17 di alunni non andavano inseriti nelle scuole speciali e vi erano stati collocati erroneamente.
Amnesty International ritiene che il numero reale sia di gran lunga più alto e che altri bambini rom - il cui posto legittimo è nella scuola normale - continuino a veder negato il loro diritto all'istruzione a Pavlovce nad Uhom.

Le serie violazioni dei diritti umani a Pavlovce nad Uhom non sono solo il risultato di errori umani individuali, ma di un più ampio fallimento nell'eliminare la discriminazione sia nel modello, sia nella realizzazione del sistema educativo slovacco.

Amnesty International chiede alle autorità slovacche di riconoscere questi fallimenti e di introdurre adeguate riforme strutturali. In particolare Amnesty International chiede al direttore dell'Autorità scolastica della regione di Košice - fondatore e responsabile diretto della scuola speciale di Pavlovce nad Uhom - di:

  • Assicurare che tutte le decisioni di collocazione siano riviste a che tutti i bambini che al momento frequentano la scuola speciale di Pavlovce nad Uhom siano riesaminati per identificare gli alunni che vi sono stati collocati erroneamente, e assicurare la loro veloce integrazione nella scuola normale come giusto; in quei casi l'Autorità scolastica regionale dovrebbe anche fornire un rimedio efficace, compresi risarcimenti ai bambini coinvolti.
  • Prendere misure appropriate contro gli impiegati statali responsabili di aver agito contro la legge slovacca e alle spese dell'istruzione del bambini rom di Pavlovce nad Uhom.
  • Assicurare che l'iscrizione degli allievi in nessun caso sia approvata dalle scuole speciali a meno che non siano stati diagnosticati in modo chiaro, oggettivo e privo di ambiguità i portatori di disabilità mentale; tali diagnosi devono precedere il collocamento del bambino e le richieste o il consenso dei genitori non dovrebbero essere fattore decisivo per una simile collocazione.

La segregazione dei bambini rom nelle scuole speciali che impartiscono un'istruzione inferiore è una forma di discriminazione legale. Chiedi al Direttore dell'Autorità Scolastica Regionale di Košice di mettere fine alla situazione a Pavlovce nad Uhom, e ovunque nella regione di Košice!
Firma subito l'appello


Jozef Vook
Director
Košice Regional School Authority
Zádielska 1
040 78 Košice
Slovakia
Fax: +421 55 7245 437
E-mail: vook.jozef@ksuke.sk
 

Egregio Direttore,

Le scriviamo per esprimerLe profonda preoccupazione relativamente all'inappropriato collocamento e alla segregazione di fatto dei bambini rom nella scuola speciale di Pavlovce nad Uhom.

Durante l'anno scolastico 2007/2008 è stato dimostrato che molti bambini rom sono stati collocati inappropriatamente. Ci sono ragioni di credere che un nuomero molto alto di bambini rom - il cui posto legittimo è nella scuola normale - sia costretto a frequentare la scuola speciale di Pavlovce nad Uhom.

La esortiamo ad assicurare che tutti i bambini che stanno frequentando la scuola speciale di Pavlovce nad Uhom siano riesaminati, per identificare gli alunni che possono esservi stati collocati erroneamente. La esortiamo, inoltre, ad assicurare che siano prese misure per una loro rapida reintegrazione nella scuola normale come appropriato; e che una giusta riparazione, compreso un risarcimento, sia fornita ai bambini coinvolti.

La sollecitiamo inoltre a prendere misure appropriate contro tutti gli impiegati che possono aver agito contrariamente alla legge slovacca e a spese dell'istruzione dei bambini rom nella provincia di Pavlovce nad Uhom.

La segregazione dei bambini rom nelle scuole speciali che forniscono un'istruzione di livello inferiore è una forma di discriminazione proibita. Deve assicurarsi che i collocamenti sbagliati dei bambini rom nelle scuole speciali non accadano di nuovo a Pavlovce nad Uhom, o in qualunque altra parte della regione di Košice.

Distinti saluti.
Scarica l'appello (in pdf) in favore dei bambini rom della Slovacchia (14.12 KB)

 
Di Fabrizio (del 05/08/2008 @ 09:33:21, in scuola, visitato 1648 volte)

Da Polska_Roma

By MONIKA SCISLOWSKA - WARSAW, Poland (AP) - Il Ministro dell'Istruzione ha programmato di chiudere le classi per soli Zingari, a seguito delle proteste per cui sarebbero discriminatorie.

"Non ci sarà più assolutamente alcuna forma di classi separate per i bambini Rom" ha detto venerdì Katarzyna Hall a radio Tok FM. "Dobbiamo porre una fine a questo".

Nel 2004, il Consiglio d'Europa si era appellato alla Polonia e ad altre nazioni con una minoranza Rom, di porre una fine alle classi segregate.

Ma il giornale polacco Dziennik ha riportato questa settimana che, secondo dati del Ministero degli Interni, ci sono state classi separate quest'anno in cinque città meridionali ed orientali.

I bambini Zingari erano spediti in classi separate col pretesto che non parlavano polacco, riporta il giornale, anche se molti lo parlavano fluentemente.

Una scuola aveva persino ingressi separati per Zingari e Polacchi, secondo il giornale.

Krzysztof Stanowski, delegato alla Camera, ha detto all'Associated Press che dal 1 settembre tutti i bambini saranno messi insieme, indipendentemente dall'etnia.

"Il ministro sta parlando con tutte le autorità locali dell'istruzione coinvolte e ha detto che a partire da quest'anno scolastico non saranno più formate classi separate per i Rom," ha detto Stanowski.

Ha detto che il Ministero dell'Istruzione si è opposto ad ogni tipo di discriminazione, ed elogiato il giornale per aver sollevato la questione.

 
Di Fabrizio (del 10/08/2008 @ 09:49:48, in scuola, visitato 1907 volte)

Da Roma_ex_Yugoslavia

05 Agosto 2008 14:11:57 GMT Fonte: UNHCR

PODGORICA, MONTENEGRO - All'età di sette anni, finalmente Adnan Behuli esiste legalmente. Anche se il giovane rifugiato era nato in ospedale, sinora era ufficialmente "invisibile" in Montenegro, perché la sua nascita non era mai stata registrata.

Ora, con l'aiuto dei partner di aiuto legale dell'UNHCR, Servizi di Assistenza Cattolici (CRS)/Centro Legale, il ragazzo ha un certificato di nascita - un'identità legale che gli permetterà questo settembre di iscriversi alla scuola elementare.

Adnan è uno dei 4.338 rifugiati Rom, Ascali ed Egizi che vivono in Montenegro, che lasciarono il Kosovo nel conflitto del 1999. A volte chiamati Zingari, compongono quasi un quinto dei 24.000 rifugiati dell'ex Yugoslavia che tuttora vivono in Montenegro. In questi giorni 220 famiglie Rom, Ascali ed Egizie vivono nel campo rifugiati Konik di Podgorica, che è gestito dal partner di attuazione dell'agenzia dei rifugiati ONU, la Croce Rossa del Montenegro. Il padre di Adnan combatte per far vivere i suoi nove figli con i 200 € che guadagna ogni mese come spazzino.

"Oltre alla povertà estrema ed ai livelli generalmente bassi di scolarizzazione, la mancanza di documenti personali e/o registrazione civile rappresenta un serio ostacolo all'integrazione dei rifugiati Rom, Ascali ed Egizi nella società maggioritaria montenegrina, dice Serge Ducasse, rappresentante dell'UNHCR in Montenegro. "A molti dei loro bambini è negata l'iscrizione alla scuola e non possono ottenere un lavoro appropriato o il pieno accesso ai servizi sociali. Senza documenti adeguati, i rifugiati Rom, Ascali ed Egizi non sono riconosciuti come persone dalla legge e spesso sono senza patria effettivi. Questa condizione viene trasmessa alle generazioni future".

Spesso i Rom non registrano la nascita dei loro figli. La mancanza di documenti porta ad una "reazione a catena" dove gli individui non possono assicurare altri documenti e finiscono senza nessun diritto di base. I movimenti della popolazione in decenni di conflitti nei Balcani hanno esacerbato questo problema, i documenti sono andati persi e le famiglie separate.

Uno studio di inizio anno del CRS/Centro Legale ha trovato che circa il 46% dei rifugiati Rom, Ascali ed Egizi che vivono nel campo di Konik e lì attorno sono a rischio di apolidia.

Per risolvere il problema, l'UNHCR sta mettendo enfasi nell'assicurare rappresentazione legale per aiutare i rifugiati Rom, Ascali ed Egizi dal Kosovo in Montenegro a navigare tra le transenne legali e registrarsi, in una scala mai vista prima. Questo attraverso un progetto regionale dell'Unione Rom Europei sviluppato in Serbia, Bosnia e Herzegovina, Macedonia, Montenegro e Kosovo.

"Speriamo che assistendo un gran numero di casi, aiuteremo a determinare cambiamenti sistematici e rendere più facile portare avanti questi temi in un futuro senza avvocati," ha spiegato Ducasse.

Quella del piccolo Adnan Behuli è una delle prime storie di successo."Ora sono così contento," dice suo padre, Behrim, che ha perso un figlio più grande durante la guerra in Kosovo e non ha nessuna voglia di tornarci. A differenza degli altri bambini che frequentano la scuola del campo, Adnan avrà ora la possibilità di andare alla scuola fuori dal campo, dove la qualità dell'istruzione è migliore, ed avrà quindi più opportunità di integrarsi nella più vasta società montenegrina.

"In tutti questi anni mi sono sentito colpevole," dice Behrim, "ma ora mio figlio inizierà la scuola e sarà in grado di avere un'educazione e spero avrà un buon lavoro, non come suo padre."

By Charlotte Lyne and Gordana Popovic
in Podgorica, Montenegro

 
Di Fabrizio (del 17/08/2008 @ 08:50:04, in scuola, visitato 1890 volte)

Da Czech_Roma

Breclav, Sud Moravia, 11 agosto (CTK) - Il sindaco ha detto a CTK che il municipio di Breclav e la branca locale della governativa Agenzia per l'Integrazione Sociale vogliono selezionare studenti tra i bambini Rom che frequenteranno le scuole secondarie a Brno, nello sforzo di aumentare il numero degli ex studenti tra i Rom.

Attualmente, solo 36 sui giovani Rom del posto hanno istruzione secondaria o hanno completato il ciclo di studi. Ha detto il sindaco Dymo Piskula che l'anno prossimo, gli insegnanti nelle scuole locali selezioneranno gli studenti Rom che frequenteranno le scuole secondarie a Brno.

L'agenzia governativa ha iniziato le sue attività a Breclav questa primavera. Opera in altre 11 città in Boemia e Moravia.

La coesistenza con i Rom è un frequente argomento di discussione tra i residenti e i politici di Breclav.

Il consigliere cittadino Tomas Nepras (Scelta per la Città) è stato criticato l'anno scorso per le sue dichiarazioni poco lusinghiere sui Rom. Durante un incontro in municipio descrisse i Rom come "neri plebei". Più tardi si scusò per le sue dichiarazioni dicendo che era stato frainteso.

Le autorità di Breclav stanno preparando diversi progetti con l'aiuto dell'Unione Europea che vuole soprattutto focalizzarsi sull'istruzione dei giovani.

"Le assenze senza giustificazione pongono un grande problema. Oltre il 50% dei bambini sotto i 15 anni hanno molte ore di assenze ingiustificate," ha detto Piskula.

Janicek ha aggiunto che i genitori sono largamente responsabili della frequenza scolastica dei loro figli e che il municipio e le agenzie impegnate vogliono lavorare anche con i genitori. Si aspettano che li aiutino a sviluppare il progetto di istruzione secondaria per i Rom.

Piskula ha detto che il comune spera che i genitori siano illuminati abbastanza da non proibire ai loro figli di andare a Brno per frequentare le scuole secondarie.

Janicek ha detto che ci saranno degli assistenti per aiutare l'istruzione dei bambini Rom nelle scuole elementari. D'altro canto, il comune non ha ancora deciso come lavorerà questo sistema. Intende consultare i direttori scolastici sul problema, ha detto Janicek.

 
Di Fabrizio (del 26/08/2008 @ 09:04:04, in scuola, visitato 1973 volte)

Da Mundo_Gitano

ETNIAS DE COLOMBIA - ACTUALIDA ETNICA Il significato dell'educazione etnica per la Colombia
Por: María Fernanda Garzón Arias (Guiaacademica.com)

Bogotá, 21 /08/2008. Indigeni, afrocolombiani e gitani compongono la ricchezza intangibile del paese, nondimeno, la discriminazione ha segnato la convivenza di questi popoli, a tal proposito lavorano iniziative accademiche.

Con l'arrivo di Cristoforo Colombo nel 1492, l'America divenne una terra colma di ibridi culturali tra nativi, mori, spagnoli, gitani ed africani.

La conosciuta epoca della "conquista" per qualcuno non fu niente più che un'invasione nelle credenze autoctone, per cui le comunità indigene trovarono la forma di mantenere la loro essenza e reinventarono la forma di convivere, attraverso le difese indigene o le kumpanias (gli spazi urbani dove vivono i rom).

Secondo il Dipartimento Amministrativo Nazionale di Statistica (DANE), sulla base del Censimento realizzato durante il 2005, i gruppi etnici che tuttora permangono sono:

  • Indigeni, che corrispondono a circa il 3,43% della popolazione nazionale.
  • Afrocolombiani, con circa il 10,62%, incluse le comunità razziali di San Andrés y Providencia e quella di San Basilio de Palenque.
  • Rom o gitani, che corrispondono allo 0,01%.

Sin dall'arrivo degli europei, la Colombia ha guardato con malcelata superiorità a questi popoli ancestrali, come dimostrato dalla Legge 089 del 25 novembre 1890, che determinava "che i 'selvaggi' dovessero essere ridotti a incorporarsi nella vita civilizzata".

Con la Costituzione del 1991 si riconobbe l'importanza di queste comunità minoritarie nella conformazione di un paese plurietnica e perciò furono elaborati vari articoli per proteggere l'integrità culturale e patrimoniale della nazione.

Però, Gloria Amparo Rodríguez, professoressa e studiosa della Facoltà di Giurisprudenza dell'Università del Rosario, afferma che queste parole sono rimaste sulla carta e non sono diventate realtà.

"Considero che manca il riconoscimento (di queste comunità), ed inoltre, di strategie accademiche e del Governo per preservare l'essenza etnica", aggiunge.

Sulla base di questo panorama, varie istituzioni educative superiori han deciso di prendere misure a proposito.

Per esempio, l'Università del Rosario ha un programma di borse di studio destinate a coprire il 90% delle spese di una matricola appartenente ad una comunità etnica.

In questo senso, Rodriguez spiega che aprire questo spazio non è stato un compito facile perché l'incontro di due culture è complicato da assumere.

"All'inizio l'impatto di vedere gli indigeni nell'università, non era così semplice, incluso per i professori; ad esempio, un giorno un docente mi disse che uno studente aruhaco stava prendendo coca in classe, riferendosi all'utilizzazione del poporo (implementando in una forma dove si mescolano varie sostanze organiche e che tiene un significato vitale) invece dei quaderni per plasmare le sue conoscenze", commenta.

Così Rodriguez ha deciso di fondare la Cattedra Viva Interculturale, che intende mostrare la cultura etnica agli studenti tradizionali.

"Impariamo molto sulle comunità minoritarie, in questa materia ogni studente etnico ci mostra come pensa, vive e percepisce il mondo, perché sono le altre conoscenze, quelle dei nostri antenati, che dobbiamo conoscere", sottolinea.

Nel contempo, l'Università in collaborazione col Ministero degli Interni accoglie queste comunità nella pre-università, dove ricevono consigli per scegliere la carriera che più si adatta al loro profilo.

"E' un'opportunità di crescita accademica tanto per gli alunni delle etnie che per quelli tradizionali", spiega Myriam Ochoa, decana della Facoltà di Educazione.

Come recita uno dei punti del Piano Decennale di Istruzione, è necessario generare "autonomia per il riconoscimento della diversità culturale e del rispetto per la differenza, guardando alla convivenza pacifica".

Gli studenti parlano

Kasokaku Busintana, alunno aruhaco, arrivò dalla Sierra Nevada di Santa Marta e cercare strumenti validi nella società attuale per aiutare la sua comunità.

Spiega: "Lavoro e progetti ambientali, guardando al cammino politico e sociale per proteggere i patrimoni vivi che siamo noi popoli indigeni".

Kasokaku che attualmente frequenta il settimo semestre di Giurisprudenza dell'Università del Rosario, afferma che nell'università ha trovato spazi per insegnare la sua cultura.

"E' importante che la società capisca che la Colombia è un paese di differenze, di comunità multiple; non è come una mostra del museo, giorno a giorno si lavora duro perché sia una realtà e non qualcosa di fittizio", enfatizza.

Nella stessa maniera Arukin Torres, studente di Relazioni Internazionali all'Università del Rosario, riferisce come l'istituzione si è convertita in un luogo di interscambio o "baratto" di conoscenze.

"Sono venuto a costruire un mutuo conoscimento di permanenza culturale per tracciare un cammino definito per i nostri popoli. (...) Perché, come dice mia mamma: gli uccelli possono cambiare le piume ma, mai il canto", aggiunge.

 
Di Fabrizio (del 30/08/2008 @ 09:09:06, in scuola, visitato 2743 volte)

Da Roma_Daily_News

I Rom combattono per un'istruzione più giusta

Per generazioni, milioni di Rom e Sinti - spesso chiamati zingari - sono stati esclusi dalle scuole regolari in Europa. Ma la Corte Europea dei Diritti Umani l'anno scorso ha stabilito che questa è una discriminazione, contro la più grande minoranza etnica del continente.

Ray Furlong della BBC esamina quale impatto ha avuto il giudizio

Non c'è senso di vittoria nel piccolo appartamento di Berta Cervenakova.

I quattro figli, dai 13 ai 18 anni, vivono ancora nella stessa camera da letto di otto anni fa, quando lei iniziò il suo ultimo ricorso di successo contro la Repubblica Ceca. Il cadente blocco di appartamenti è ora un edificio condannato.

Berta Cervenakova

L'anno scorso la Corte Europea riconobbe che la figlia di Berta, Nikola - ora di 18 anni, aveva sofferto di discriminazione essendo stata mandata in una scuola speciale per bambini disabili mentali, anche se non c'era niente di sbagliato in lei.

"La presero da parte per un test psicologico. Mi dissero di aspettare fuori."

"Poi mi diedero qualcosa da firmare, e firmai. Diceva che era ritardata mentalmente - ma non avevo idea di cosa significasse," ricorda.

Ha ricevuto un indennizzo di 4.000 €u. "Ma ciò non la ricompensa per gli anni persi - gli anni dove impari a leggere, scrivere, far di conto. Non posso mandarla a fare compere. Tutto quello che può fare ora è un lavoro manuale."

Ma il verdetto è stato visto dai gruppi Rom come uno strumento importante per combattere una pratica che è comune in Europa - sono seguiti ricorsi in Grecia e Croazia, mentre altri paesi hanno preso misure verso le classi desegregate.

Attitudini

Nonostante ciò, il vero cambiamento è lento da filtrare. I cechi hanno abolito le scuole speciali nel 2006, quando sono cresciute le critiche attorno ai casi in tribunale.

I critici dicono che l'unico cambiamento è nel nome sulla targa della porta -ed una visita ad un'ex scuola speciale di Ostrava sembra confermarlo.

"Nel primo grado di una scuola normale, i bambini sanno contare sino a 20. Qui, arrivano solo a 5 - anche se vogliamo insegnargli i numeri sopra il 10," dice il direttore Jindrich Otzipka della scuola Ibsen.

Mi porta in giro. Nell'ottavo grado, una classe di quattordicenni, c'è un colorato alfabeto sul muro.

Normalmente, i bambini lo imparerebbero durante il quarto rado. Ma questi bambini dimenticano le cose, quindi bisogna continuare a ripeterle," dice.

"Rimprovero i genitori. Non leggono ai loro bambini. I Rom non apprezzano che ci si debba applicare per riuscire. Vivono alla giornata." Immagini simili sono un luogo comune nella Repubblica Ceca, e mi sono state espresse anche da altri insegnanti. Il Ministro dell'Istruzione, Ondrej Liska, dice che cambiare gli atteggiamenti è la sfida più grande.

"Non possiamo dire a quanti insegnano così: dovete andare. Porterebbe al collasso del sistema scolastico."

"Voglio vedere in due anni che gli insegnanti nelle scuole con un'alta percentuale di bambini Rom abbiano una formazione appropriata e voglio vedere un cambiamento in queste scuole - ma non posso dire: domani dovete cambiare la filosofia con cui avete insegnato per 20 anni."

Scelte

Ma i membri della comunità Rom mi dicono che i anche i genitori devono assumersi più responsabilità per come i loro bambini proseguono a scuola.

Radek Bhanga, rapper Rom

"Non sono andato alla scuola speciale perché i miei genitori sono stati rigorosi con me," dice Radek Bhanga, un rapper Rom che ha ottenuto un vasto pubblico interraziale - mischiando  l'hip-hop con i suoni tradizionali zingari.

E' diventato famoso per aver sfidato quello che chiama la "mentalità vittimistica" dei Rom cechi.

"Il popolo ceco è razzista e xenofobo. Ma molti Zingari sono peggio. Non mandano i figli a scuola perché non vogliono che diventino "bianchi". E' un grosso errore. Possiamo parlare di razzismo. Ma viviamo in un paese democratico e ognuno può scegliere."

Sinti

Dopo aver parlato con Radek, mi dirigo in Germania - dove ci sono stati problemi simili nel mandare i bambini Sinti nelle scuole regolari. Voglio vedere che effetto hanno avuto 30 anni di sforzi stridenti per l'integrazione.

La mia visita alla scuola speciale di Straubing, Baviera, è più ottimistica della visita alla scuola di Ostrava. Le lezioni che vedo sembrano molto più esigenti. Ma ancora. i Sinti sono sotto rappresentati in maniera massiccia.

"Le famiglie Sinti vedono questa scuola come la loro scuola," dice il direttore Wolfgang Steinbach.

"Ci mandano i loro bambini, e noi cerchiamo di inserirli nella scuola normale. Ma loro preferiscono che i loro bambini siano in una scuola dove ci sono altri Sinti."

Assistenti Sinti agli insegnanti come Manuela e Nadia aiutano i bambini ad entrare nel circuito scolastico regolare

Frequentano classi speciali con assistenti Sinti per prepararli a rientrare nella scuola principale.

In una classe , ho incontrato Leo - che sarà  trasferito l'anno prossimo nella scuola normale.

Leo ha un carattere insolente e divertente, con le guancie tozze e capelli sparati neri.

Dice che il lavoro in questa scuola è frustrante e che le assistenti Sinti nella nuova scuola lo faranno sentire come a casa. Ma c'è voluto un anno per persuadere i suoi genitori a trasferirlo.

L'esperienza qui è un ammonimento a chiunque si aspetti cambiamenti rapidi nella Repubblica Ceca dopo la decisione di Strasburgo.

Ma Jim Goldston, l'avvocato che rappresenta Berta Cervenakova, dice che quel giudizio è tuttora un momento cruciale.

"I genitori dei bambini nelle scuole speciali o sotto gli standard sono loro stessi i prodotti di uno sviluppo istruttivo discriminatorio. Questo interesserà le scelte dei loro figli."

"Così ci sono problemi con molte delle comunità coinvolte, ma la difficoltà principale resta che il governo renda chiaro che la discriminazione deve finire."

Published: 2008/08/28 00:19:51 GMT
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