Da
Roma_ex_Yugoslavia
05 Agosto 2008 14:11:57 GMT Fonte: UNHCR
PODGORICA, MONTENEGRO - All'età di sette anni, finalmente Adnan Behuli esiste
legalmente. Anche se il giovane rifugiato era nato in ospedale, sinora era
ufficialmente "invisibile" in Montenegro, perché la sua nascita non era mai
stata registrata.
Ora, con l'aiuto dei partner di aiuto legale dell'UNHCR, Servizi di
Assistenza Cattolici (CRS)/Centro Legale, il ragazzo ha un certificato di
nascita - un'identità legale che gli permetterà questo settembre di iscriversi
alla scuola elementare.
Adnan è uno dei 4.338 rifugiati Rom, Ascali ed Egizi che vivono in
Montenegro, che lasciarono il Kosovo nel conflitto del 1999. A volte chiamati
Zingari, compongono quasi un quinto dei 24.000 rifugiati dell'ex Yugoslavia che
tuttora vivono in Montenegro. In questi giorni 220 famiglie Rom, Ascali ed
Egizie vivono nel campo rifugiati Konik di Podgorica, che è gestito dal partner
di attuazione dell'agenzia dei rifugiati ONU, la Croce Rossa del Montenegro. Il
padre di Adnan combatte per far vivere i suoi nove figli con i 200 € che
guadagna ogni mese come spazzino.
"Oltre alla povertà estrema ed ai livelli generalmente bassi di
scolarizzazione, la mancanza di documenti personali e/o registrazione civile
rappresenta un serio ostacolo all'integrazione dei rifugiati Rom, Ascali ed
Egizi nella società maggioritaria montenegrina, dice Serge Ducasse,
rappresentante dell'UNHCR in Montenegro. "A molti dei loro bambini è negata
l'iscrizione alla scuola e non possono ottenere un lavoro appropriato o il pieno
accesso ai servizi sociali. Senza documenti adeguati, i rifugiati Rom, Ascali ed
Egizi non sono riconosciuti come persone dalla legge e spesso sono senza patria
effettivi. Questa condizione viene trasmessa alle generazioni future".
Spesso i Rom non registrano la nascita dei loro figli. La mancanza di
documenti porta ad una "reazione a catena" dove gli individui non possono
assicurare altri documenti e finiscono senza nessun diritto di base. I movimenti
della popolazione in decenni di conflitti nei Balcani hanno esacerbato questo
problema, i documenti sono andati persi e le famiglie separate.
Uno studio di inizio anno del CRS/Centro Legale ha trovato che circa il 46%
dei rifugiati Rom, Ascali ed Egizi che vivono nel campo di Konik e lì attorno
sono a rischio di apolidia.
Per risolvere il problema, l'UNHCR sta mettendo enfasi nell'assicurare
rappresentazione legale per aiutare i rifugiati Rom, Ascali ed Egizi dal Kosovo
in Montenegro a navigare tra le transenne legali e registrarsi, in una scala mai
vista prima. Questo attraverso un progetto regionale dell'Unione Rom Europei
sviluppato in Serbia, Bosnia e Herzegovina, Macedonia,
Montenegro e Kosovo.
"Speriamo che assistendo un gran numero di casi, aiuteremo a determinare
cambiamenti sistematici e rendere più facile portare avanti questi temi in un
futuro senza avvocati," ha spiegato Ducasse.
Quella del piccolo Adnan Behuli è una delle prime storie di successo."Ora
sono così contento," dice suo padre, Behrim, che ha perso un figlio più grande
durante la guerra in Kosovo e non ha nessuna voglia di tornarci. A differenza
degli altri bambini che frequentano la scuola del campo, Adnan avrà ora la
possibilità di andare alla scuola fuori dal campo, dove la qualità
dell'istruzione è migliore, ed avrà quindi più opportunità di integrarsi nella
più vasta società montenegrina.
"In tutti questi anni mi sono sentito colpevole," dice Behrim, "ma ora
mio figlio inizierà la scuola e sarà in grado di avere un'educazione e spero
avrà un buon lavoro, non come suo padre."
By Charlotte Lyne and Gordana Popovic
in Podgorica, Montenegro