Rom e Sinti da tutto il mondo

Ma che ci fa quell'orologio?
L'ora si puo' vedere dovunque, persino sul desktop.
Semplice: non lo faccio per essere alla moda!

L'OROLOGERIA DI MILANO srl viale Monza 6 MILANO

siamo amici da quasi 50 anni, una vita! Per gli amici, questo e altro! Se passate di li', fategli un saluto da parte mia...

ASSETTO VARIABILE

E' sospeso sino a data da destinarsi.

Le puntate precedenti sono disponibili QUI


Volete collaborare ad ASSETTO VARIABILE?
Inviate una
mail
Sostieni il progetto MAHALLA
 
  
L'associazione
Home WikiMAHALLA Gli autori Il network Gli inizi Pirori La newsletter Calendario
La Tienda Il gruppo di discussione Rassegna internazionale La libreria Mediateca Documenti Mahalla EU Assetto Variabile
Inoltre: Scuola Fumetti Racconti Ristorante Ricette   Cont@tti
Siamo su:  
Blog INDIPENDENTE di informazione e divulgazione

-

\\ Mahalla : Storico per mese (inverti l'ordine)
Di seguito tutti gli interventi pubblicati sul sito, in ordine cronologico.
 
 
Di Fabrizio (del 19/06/2013 @ 09:03:22, in blog, visitato 1509 volte)

Si avvisano i gentili lettori,

    soprattutto quelli che quando è uscito L'Europa che c'è mi hanno risposto "che bello", "molto interessante", "lo comprerò di sicuro" ma poi se ne sono scordati,

che è disponibile su Lulu.com una piccola libreria della Mahalla, con questi Ebook a prezzi economici o anche gratuiti:

  1. L'Europa che c'è - prezzo di lancio: 2 euro
  2. Luoghi comuni - 1,40 euro
  3. Cocci - GRATIS
  4. Pacchetto formativo per Osservatori Legali - GRATIS
  5. Negligenza mortale - GRATIS
  6. I media e la percezione di Rom e Sinti - GRATIS
    e...
  7. altre novità in uscita tra settembre e ottobre...

Inoltre, nella pagina dedicata agli approfondimenti ci sono file e documenti da scaricare (tutti gratuitamente)

Tutte le altre opportunità, QUI.

Articolo Permalink Commenti Oppure (0)  Storico >>  Stampa Stampa
 
Di Fabrizio (del 20/06/2013 @ 09:01:21, in Italia, visitato 1274 volte)

Furto in casa e il modulo prestampato: barra la casella 'zingaro' - di Monica Lanfranco | 18 giugno 2013

Succede, ed è davvero un evento traumatico, che malviventi scassinino porte o finestre e cerchino di derubarti in casa. La violenza di questa intrusione va oltre il danno del furto di denaro o oggetti preziosi che vengono portati via con la forza: si tratta di una violazione fisica dello spazio privato e intimo nel quale viviamo, ed è un reato grave e odioso.

Molte e molti di noi hanno purtroppo sperimentato questa evenienza, ed è bruttissimo, anche perché getta in una condizione di vulnerabilità, insicurezza e fragilità estrema.

Racconto una vicenda che mi ha coinvolta da vicino perché, oltre e al di là della vicenda stessa, mi ha fatto conoscere un lato preoccupante di chi dovrebbe stare dalla parte delle vittime e di chi è colpito da questa violenza intrusiva.

Accade che un'amica subisca una invasione nella sua casa: finestra divelta, così come strappati dal muro gli apparecchi antifurto presenti nell'appartamento.

Vengono chiamati i carabinieri, che in un primo momento annunciano che sarebbero potuti arrivare solo molte ore dopo rispetto a quando sono stati chiamati, ("abbiamo solo una macchina per una vasta zona", è la spiegazione) poi, per fortuna, dopo tre ore una pattuglia si presenta alla porta.

La prima frase che i due uomini in divisa pronunciano è: "Signora, sta arrivando l'estate, saran zingari".

Mi astengo dal commentare, anche se trovo fastidioso dare per scontato che chi ruba appartenga solo ad una categoria etnica. Comunque ci sono i rilievi, le foto, la denuncia scritta che occorre poi portare all'assicurazione, nella speranza che alcuni danni possano essere rimborsati.

Capita che sia io a portare la denuncia all'assicurazione. Nell'attesa dell'addetta ne scorro il contenuto, e qui si passa al secondo livello della vicenda.

Noto che è un prestampato standart, con tipologie di eventi che, se corrispondono a quello che è successo, hanno a fianco delle caselle da barrare, evidentemente per facilitare l'organizzazione di chi raccoglie le denunce.

Nella parte finale, dove si chiede se ci siano evidenze riscontrate dalle vittime, c'è una parola, con la sua casella da barrare: c'è scritto 'zingari'.

Zingari, negri, ebrei, omosessuali: una lista inquietante che compone un mosaico altrettanto allarmante della storia recente. Possibile che si tratti di una iniziativa isolata di un singolo ufficio? Possibile che le forze dell'ordine, spesso sensibili, come io stessa sono stata testimone, a temi sociali quali l'integrazione o la violenza su donne e minori, abbiano prestampati di questo genere da somministrare alla cittadinanza?

Possibile che si possa inchiodare su un documento ufficiale una intera categoria di persone come delinquenti? E anche, ammettendo per ipotesi, che la maggioranza degli 'zingari' fosse dedita al furto, come la mettiamo con la minoranza onesta e laboriosa?

Ho voluto sentire un amico attivista, lo scrittore ed educatore romeno Mihai Mircea Butcovan, al quale ho raccontato la vicenda.

Ecco cosa mi ha scritto in proposito: "Sentendo dell'esistenza di questo 'dettaglio burocratico' mi vengono in mente quattro domande spontanee.

La prima è se tra le varie voci elencate come possibili sospettati di furto nelle case d'Italia sia contemplata anche quella dei 'politici', onorevoli o meno onorevoli.

La seconda è se chi ha predisposto tale modulo per la denuncia ha pensato a una efficacia investigativa oppure a un dato statistico - poco scientifico peraltro - da usare un giorno nei proclami di imbonimento elettorale e diversivo.

La terza è una domanda più 'orecchiabile' rimasta in mente anni fa con l'ascolto di una canzone di Francesco De Gregori: "Tu da che parte stai? Stai dalla parte di chi ruba nei supermercati o di chi li ha costruiti rubando?"

La quarta domanda - e poi mi prende lo sconforto -: ci sarà una solerte cancellazione e relative scuse per un errore concettuale e lessicale che, stante il dibattito degli ultimi 10 anni, non può essere casuale?

Soltanto la terza domanda esige una risposta individuale. Gli altri sono quesiti che devono avere una risposta collettiva. Di indignazione".

Articolo Permalink Commenti Oppure (0)  Storico >>  Stampa Stampa
 
Di Fabrizio (del 21/06/2013 @ 09:03:26, in Italia, visitato 1794 volte)

Campaniasuweb.it 18 Giugno 2013

I nomadi che abitano il campo di Giugliano denunciano il degrado dell'area circondata da rifiuti e gas nauseabondi. Padre Zanotelli: "Se ci saranno conseguenze per la salute di queste persone riterremo responsabili i commissari"

"Non possiamo più rimanere qui, la puzza è insopportabile e abbiamo paura per la salute dei nostri bambini". È l'appello di una delegazione di Rom del campo comunale di Giugliano che nei giorni scorsi ha incontrato i commissari prefettizi del Comune per chiedere il trasferimento lontano da alcune discariche da cui "continuano a fuoriuscire gas nauseabondi". "Se ci saranno conseguenze per la salute di queste persone riterremo responsabili i commissari", dice il padre comboniano Alex Zanotelli in rappresentanza del Comitato campano per i Rom che riunisce diverse associazioni.

UN CAMPO DI 400.000 EURO TRA I RIFIUTI - Il gruppo di Rom, circa 400, è stato trasferito in località Masseria del Pozzo due mesi fa dopo un esodo di due anni nelle campagne della cittadina campana. Il campo provvisorio, dicono le associazioni, è costato circa 400mila euro, tre centimetri di ghiaia e asfalto per separare un insediamento umano da terreni in cui negli anni è stata sversata ogni sorta di rifiuti, legali e illegali. Un'area, spiegano i comitati, di 30 chilometri su cui c'erano 6 discariche in cui sono finiti, negli anni, rifiuti speciali, tossici e nocivi e che è diventata simbolo del disastro ambientale in Campania. Secondo i comitati, le analisi dell'Arpac hanno riscontrato nella falda acquifera un massiccio inquinamento da manganese, ferro, piombo, benzene, idrocarburi, toluene, tetracloroetilene e persino consistenti anomalie magnetiche "attribuibili alla presenza di materiali ferromagnetici nel sottosuolo". Gran parte dell'area in questione è posta sotto sequestro giudiziario.

COMMISSIONE PARLAMENTARE D'INCHIESTA - Una situazione ambientale disastrosa ricostruita nel dettaglio dalla relazione della Commissione parlamentare d'inchiesta sulle attività illecite connesse al ciclo dei rifiuti che avrebbe dovuto fare da premessa a un piano urgente di bonifiche redatto, approvato, ma mai attuato. "Ci chiediamo come sia possibile una discrepanza così evidente con le analisi ambientali, dicono i portavoce del Comitato per i Rom, che sottolineano anche che il campo è stato costruito dal Comune in accordo con la Prefettura e con il parere favorevole dell'Asl. "Venga fatta chiarezza, ma intanto si cerchi una soluzione alternativa in tempi rapidi", concludono.

Articolo Permalink Commenti Oppure (0)  Storico >>  Stampa Stampa
 
Di Fabrizio (del 22/06/2013 @ 09:08:44, in Regole, visitato 1564 volte)

Da deputata EU a richiedente asilo in Canada: il lungo viaggio di una Romnì - 16 giugno 2013 | Mirjam Donath | Reuters - Chicago Tribune - (Reporting by Mirjam Donath; Editing by Claudia Parsons and Tim Dobbyn)

TORONTO (Reuters) - Meno di quattro anni fa, Viktoria Mohacsi si godeva la vita da politica internazionale, mangiando nei costosi ristoranti di Bruxelles e ottenendo premi come attivista dei diritti umani.

Oggi, trentotto anni e madre di tre figli, dorme sul pavimento di un seminterrato di Toronto e rischia la deportazione. In quanto richiedente asilo, spera di convincere il Canada che la vita di un ex membro del Parlamento Europeo può essere in pericolo in un paese democratico come l'Ungheria.

Racconterà martedì la sua storia nel corso di un'audizione di fronte all'Immigration and Refugee Board. Un banco di prova per la nuova politica migratoria del governo canadese, che considera "sicuri" quasi tutti i paesi EU. Mohacsi, che è rom, sostiene che se tornasse in Ungheria sarebbe a rischio di violenze da parte di gruppi razzisti e di persecuzioni da parte del governo ungherese.

Se perdesse, sarebbe rimpatriata. Se vincesse, il suo caso darebbe speranza agli altri richiedenti asilo della comunità rom dell'Europa centrale e orientale, che attualmente alcuni in Canada considerano come migranti per lavoro, o peggio - criminali che vogliono abusare di un sistema generoso.

Il governo conservatore a dicembre ha inasprito la legge sui rifugiati, per dare un giro di vite a quello che dice essere un'ondata di falsi richiedenti asilo dall'Unione Europea, che cercherebbero di trarre vantaggio dai generosi programmi di welfare. Molti di questi sarebbero Rom. Jason Kenney, ministro all'immigrazione, ha individuato l'Ungheria come principale sorgente dei richiedenti asilo in Canada negli ultimi tre anni, anche se gli Ungheresi, in quanto cittadini UE, possono girare liberamente all'interno del blocco.

Il governo canadese afferma che mentre desidera che il paese rimanga una delle destinazioni preferite per i rifugiati, è sommerso da gente che finge di fuggire da persecuzioni. Le cifre ufficiali mostrano che il Canada ha concesso asilo negli ultimi quattro anni ad oltre 300 Ungheresi, la maggior parte dei quali, dicono gli esperti di immigrazione, erano Rom. Il ministero non si pronuncia sui singoli casi.

Il governo ungherese ha respinto l'ipotesi che qualsiasi suo cittadino, compresa Mohacsi, possa trovarsi in pericolo in Ungheria. "Per quanto ci sia del lavoro da fare nel combattere i pregiudizi contro le minoranze, la sicurezza di una particolare comunità, in generale, non è in discussione," ha detto un portavoce governativo. Ha poi aggiunto: "Se la signora Mohacsi ha le prove di un piano criminale da parte delle forze di sicurezza ungheresi nel violare i suoi diritti costituzionali, il governo le chiede di presentarle agli enti preposti."

CRESCITA RAPIDA

Per molto tempo Mohacsi è stata una delle Romnià più conosciute in Ungheria. La sua ascesa da seduta nel fondo di un'aula scolastica in un piccolo paese ungherese assieme ad altri scolari rom, a seduta nel semicerchio del Parlamento Europeo, è stata rapida. A 20 anni, la piccola donna con gli occhi da cerbiatto divenne la prima femmina rom presentatrice nella principale televisione ungherese, prima di darsi alla politica

"Ero una dolce zingarella che non si poteva fare a meno di aiutare," dice Mohacsi, parlando in ungherese durante un'intervista alla Reuters di Toronto. "Fui sostenuta e ce la feci, entrai nella vita pubblica." Si sposò con Gabor Bernath, direttore del Roma Media Center, con forti collegamenti con i circoli che contano nel partito liberale ungherese.

Quando le elite politiche ungheresi finirono sotto pressione sulla questione della piena rappresentazione delle minoranze, divenne commissario speciale per il ministero all'istruzione, lavorando al programma per desegregare le scuole. A 29 anni, fu una delegata al Parlamento Europeo, madre di due bambini adottati e "ambasciatrice" non-ufficiale dei Rom.

I problemi iniziarono con una serie di violenti attacchi contro i Rom, attraverso tutta l'Europa all'inizio del 2008. Mohacsi viaggiò ossessivamente per tutta l'Ungheria da una scena del crimine all'altra, raccogliendo informazioni. Spinse le vittime che erano riluttanti per paura della polizia, a farsi avanti e denunciare i crimini, spingendo la polizia ad indagare

Arrivò la mattina presto di uno scuro febbraio, nel villaggio di Tatarszentgyorgy dove un uomo e suo figlio di 5 anni erano stai colpiti a morte, mentre fuggivano dalla loro casa data alle fiamme. Un'indagine interna alla polizia confermò che la scena del crimine non era stata resa sicura per ore. Si confrontò con la polizia quando scoprì che avevano riportato che le vittime erano morte per inalazione dei fumi e chiamò direttamente il capo dei "casi delicati" all'Ufficio Nazionale Investigazioni.

"Quando esaminai le foto, vidi subito che lei aveva ragione (erano stati colpiti da armi da fuoco)," disse Lajos Kovacs, detective ora in pensione a cui si rivolse, aggiungendo che l''aiuto di Mohacsi fu "indiscutibile".

Due poliziotti dell'unità coinvolta hanno poi subito provvedimenti disciplinari interni. Attualmente quattro persone sono sotto processo per una serie di attacchi anti-Rom nel 2008-2009., incluso l'uccisione dell'uomo e di suo figlio a Tatarszentgyorgy.

Il governo ungherese ha sottolineato quelle misure - come lo scioglimento del gruppo paramilitare Guardia Ungherese, responsabile di assalti anti-rom - come prova delle misure adottate a favore dei Rom dopo gli omicidi.

Facendo eco ai funzionari canadesi, il governo ungherese ha anche detto che la criminalità organizzata coinvolta nel traffico di persone, sarebbe dietro ad un numero cospicuo di richiedenti asilo in Canada, trovati con motivazioni non genuine.

Alla richiesta di un commento su questa vicenda, il dipartimento della polizia ungherese non ha risposto.

IN PERICOLO O NO?

Poco dopo aver parlato del caso Tatarszentgyorgy, dice Mohacsi, iniziò a ricevere email minacciose in cui veniva chiamata "lurida zingara puzzolente" e "sporco animale" che "presto [morirà] assieme a tutta la tua razza." Scatenò critiche il suo commento che un giocatore di pallamano ucciso avrebbe provocato i suoi assassini rom (che ora sono in prigione per omicidio). Chiese e ricevette la protezione della polizia a casa.

Un elemento chiave negli argomenti di Mohacsi, che sarebbe posta in pericolo dalle autorità in caso di ritorno, è la sua conoscenza di un rapporto dell'Ufficio per la Sicurezza Nazionale riguardo gli attacchi anti-rom nel 2008-2009. Il rapporto pubblicato dal Comitato Parlamentare per la Sicurezza Nazionale concludeva affermando che i servizi segreti avevano seguito gli assalitori e avevano ampie informazioni su di loro, già anni prima che venissero commessi omicidi seriali. Parte del rapporto è stato secretato.

Mohacsi dice di non aver visto il rapporto integrale, ma di avere avuto delle conversazioni a riguardo, inclusa una con Jozsef Gulyas, capo del comitato che aveva commissionato il rapporto.

Gulyas, allora politico dei liberali, e uno tra gli autori del rapporto, dice di non vedere la ragione per cui una parto dello stesso sarebbe stata secretata o perché Mohacsi debba aver avuto timori e lasciare il paese. Parlando al telefono dall'Ungheria, ha detto che il rapporto indicava gli errori che i servizi segreti avevano compiuto durante le indagini sugli attacchi contro i Rom, fossero più che semplice negligenza. Ma aggiungeva: "Non ho mai detto che le autorità abbiano partecipato direttamente agli eventi."

Dice Gulyas: "Sono d'accordo che per un Rom non è facile vivere in Ungheria, ma che lei sostenga che la sua vita sarebbe a rischio, è un'esagerazione poetica."

Kenney, ministro canadese all'immigrazione, ha visitato l'Ungheria ad ottobre, dopodiché dei cartelloni avevano fatto la loro apparizione nella città di Miskolc, patria di molti Rom, che anticipavano il cambiamento delle leggi canadesi in materia di immigrazione, e aggiungevano che quanti non avevano titolo per richiederla sarebbero presto stati rimpatriati. Secondo il ministero dell'immigrazione, nei primi tre mesi del 2013, le richieste di asilo dall'Ungheria, il paese in cima alla lista canadese, sono scese del 98% rispetto al passato, con solo nove Ungheresi in cerca di asilo.

Il caso Mohacsi viene seguito con attenzione in Ungheria e in altri paesi dell'Europa Centrale e Orientale che hanno significative presenze di popolazione Rom.

Aladar Horvath, importante attivista e primo Rom del parlamento ungherese, ha visitato Toronto questa primavera, per operare come testimone esperto in un altro caso di asilo.

Dice che una decisione positiva nel caso Mohacsi "rovescerebbe la posizione politica che l'Ungheria è un paese sicuro."

Articolo Permalink Commenti Oppure (0)  Storico >>  Stampa Stampa
 
Di Fabrizio (del 23/06/2013 @ 09:06:10, in Italia, visitato 2138 volte)

    Carissimi, mi viene un dubbio: non è che qualche amico che leggerà l'articolo di sotto (puro BRIANZA-STYLE), vorrà dar seguito all'ennesima denuncia per istigazione al razzismo?
    Sentite: è domenica, fa caldo e non ho voglia di incazzarmi (se voi volete, fate pure). Per una volta, piedi al fresco e Parole Crociate in mano, fatevi una risata su questi terribili ladri che sono gli zingari, questa enorme piaga sociale, questa minaccia ai nostri chiavistelli... talmente pericolosi da essere messi in fuga da un emulo di Macaulay Culkin!
    E mentre vi sorbite una granita al limone, pensate a come sta combinato l'ex presidente della Circoscrizione Uno di Monza, terrorizzato da decine di zingari che piombano (URKA!!) in città col treno, e "li ha persino visti entrare in chiesa..."
    Settimana scorsa, parlavo con una romnì torinese: ho scoperto che anche a lei hanno fregato la macchina. Gira con una Fiat a due portiere, e ho paura che qualcuno le abbia portato via le portiere posteriori. Poi, quando mi raccontava delle avventure con i gagé del suo condominio, mi è venuto spontaneo di chiederle: "Ma in che quartiere vivi? Tornatene in un campo!"
    Conclusione: i gagé sono pazzi e prima di partire per le ferie... chiudete bene casa!

MBNews: Bravissimo: mette in fuga i ladri come Kevin - Scritto da Laura Marinaro

Ricordate la pellicola del 1990 in cui un ragazzino veniva "dimenticato" a casa dai genitori partiti per un viaggio che inscena di tutto in casa pur di far fuggire una banda di ladri? Sembra incredibile ma ad imitarlo nella realtà è stato un dodicenne residente a Cederna che, circa una settimana fa, è riuscito a scampare una rapina mentre era in casa da solo.

In pratica era a casa a studiare mentre i genitori erano fuori, quando ha sentito armeggiare nella toppa della porta di casa. Verificato dallo spioncino che non si trattava di mamma e papà ma di due zingari, il piccolo ha iniziato a fare rumore. Ha acceso la tv a tutto volume e gli elettrodomestici poi ha iniziato a parlare come se in casa non fosse da solo. E dopo pochi minuti è riuscito nel suo intento: i due malintenzionati si sono dati alla fuga.

Questo è il più curioso di una serie di altri furti in appartamento e su auto che stanno funestando alcune zone centrali della città e non solo e che sono stati riferiti dai diretti protagonisti a Massimiliano Longo, ex presidente della Circoscrizione Uno e ancora attivo nella sua attività di monitoraggio del territorio e accoglienza delle lamentele. Una serie di furti che, secondo Longo, potrebbero essere legati alla presenza di famiglie intere di zingari che ogni giorno si posizionano in diverse zone di Monza.

"Al mattino prendo il treno per andare al lavoro a Milano e tra le 7.30 e le 8.30 in stazione noto che gruppi di almeno dieci e anche più zingari piombano in città - ha raccontato - sono donne, uomini e bambini che si mettono davanti alle macchinette dei parcheggi a pagamento di piazza Cambiaghi e dovunque in centro, e non solo: li ho persino visti entrare in chiesa...". Non è ovviamente provata la connessione, ma secondo il rappresentante pidiellino è strano che contemporaneamente a questa presenza in città e a carovane che stazionano nei pressi dello Stadio Brianteo anche di notte, ci sia stato un aumento di furti in appartamento e su auto. "Mi hanno chiamato dall'Oratorio del Duomo e da quello di Cristo Re dicendomi di aver subito furtarelli di vario genere - ha detto Longo - poi una coppia di anziani che conosco in via Libertà è stata appena visitata di notte, addormentata e derubata nel sonno di tutto; ancora, nelle villette in fondo al viale una donna che era in ospedale, è tornata a casa e l'ha trovata ripulita; fortunatamente il ragazzino di Cederna che ha dodici anni non si è perso d'animo e ha dato alla fuga i ladri". Le vie intorno al Liceo Zucchi, quelle in zona San Gottardo e in centro sono invece funestate da furti su auto soprattutto nell'ora dell'aperitivo: "Un amico mi ha raccontato che alla sua Audi hanno portato via tutto il cruscotto - ha precisato - poi un altro mi ha detto che gli hanno portato via la portiera e così via i furti sulle auto parcheggiate in giro sono in aumento. Le vittime ovviamente hanno denunciato alle autorità competenti. Ma quello che è da sottolineare è che non ci sono abbastanza vigili in giro in centro e forze dell'ordine per la città. Chiederò ai consiglieri di opposizione in Comune di presentare un'interrogazione al sindaco; così non si può andare avanti".

Articolo Permalink Commenti Oppure (2)  Storico >>  Stampa Stampa
 

20-06-2013 / SOCIETA' / di BRUNELLA MENCHINI

LUCCA, 20 giugno - Mandare i figli a scuola e rispettare le strutture che verranno loro messe a disposizione, di questo hanno parlato l'assessore alle politiche sociali della Regione Salvatore Allocca e il sindaco di Lucca Alessandro Tambellini in visita ai due campi nomadi di Lucca. L'assessore, a Lucca per la presentazione del secondo rapporto condizione abitativa - Abitare in Toscana - Anno 2013, ha tenuto a conoscere di persona la situazione dei Rom e Sinti presenti sul nostro territorio.

"Senza promettere niente - ha detto Allocca - il mio sogno sarebbe di vedere qualche ragazzino che adesso risiede nei campi, andare avanti nel percorso scolastico e perché no arrivare a farsi chiamare dottore. Per fare questo potremmo provvedere con borse di studio".

"Stiamo facendo visite in tutta la regione per capire quali sono le problematiche da affrontare, e con quali priorità. Un progetto quello della Regione Toscana che si inserisce nell'attività della cabina di regia regionale e nazionale che ha aderito al progetto europeo: un percorso che dura 10 anni e che mira ad affrontare il problema non solo in termini di insediamento ma anche sul terreno della salute, dell'istruzione, del lavoro.

"Tutte le cose che consentono di abbattere le condizioni di degrado e di ricostruire gli elementi di sovrapposizione con la popolazione residente - continua Allocca -. Quella dei Romanì in Europa è la minoranza più numerosa: sono 11milioni di persone che non hanno rappresentanza e con cui si lavora come politiche pubbliche poco in termini di integrazione".

"Abbiamo fatto incontri tra istituzioni e associazioni a livello regionale - spiega l'assessore -, adesso facciamo incontri con le istituzioni sul territorio per recepire i progetti e capire come e quando possono essere realizzabili. Le risorse sono poche quindi dovremo fare una scala di priorità. Uno dei progetti per Lucca potrebbe essere la costruzione di villaggi in auto costruzione. Ambiti di insediamento non temporaneo ma permanente con caratteristiche particolari che vanno incontro ai problemi che di solito troviamo: innanzitutto i problemi di relazioni tra i gruppi perché dentro i campi non sempre c'è armonia poi di rimetterli in relazione con il territorio. Una serie di problematiche che non vanno più affrontate nell'ottica dell'emergenza e anche quando gli enti sono chiamati a risolvere emergenze, come ê successo a Lucca di recente, le soluzioni devono stare all'interno di un percorso di lungo respiro. La strategia europea si da 10 anni: in tutto i Rom presenti in Toscana sono 2700: non è impossibile. Dobbiamo fare un battaglia politica per cui ci si renda conto che le istituzioni devono occuparsi di tutto nessuno escluso"

Articolo Permalink Commenti Oppure (0)  Storico >>  Stampa Stampa
 
Di Fabrizio (del 25/06/2013 @ 09:05:54, in media, visitato 1585 volte)

Ricordate gli auguri di buone ferie di domenica scorsa? Il mio articolo è stato ripreso su uno dei blog di Paolo Teruzzi, col titolo:

MONZA: DOPO LA BELLA GITA A PREDAPPIO LAURA MARINARO ALL'ATTACCO DEGLI ZINGARI
LAURA MARINARO, GIORNALISTA DI RAZZA (ARIANA?)

Sempre tramite Teruzzi, vengo a conoscenza di questa risposta (a Teruzzi, non a me):

    Matteo Riccardo Speziali (direttore di MBNews online)
    Buonasera, se mi posso permettere le direi che semmai era più corretto dire che Longo ha quel tipo di "ascendenza" e non la giornalista visto che le dice lui quelle ipotesi di reato verso gli zingari. (E perchè non risponde a Longo attraverso MBnews con una lettera al giornale, crede che non gliela pubblichi? Si baglia!)
    P.S.
    Guardi che tra l'altro usa il logo di MB news in modo improprio. Lo levi, grazie.

Il logo l'ho tolto (ci mancherebbe una guerra per un logo), poi fate voi...

Comunque, per completezza d'informazione, su Facebook salta fuori anche questo:

    Alessandro Gerosa: Dopo l'articolo in cui strizzavano l'occhiolino anche troppo esplicitamente ai neofascisti che andavano a ricordare mussolini a Predappio, la stessa giornalista si esibisce in un articolo in cui si da spazio a commenti di stampo razzista e xenofobo contro i rom.
    Il fatto più preoccupante? Che le venga ancora dato spazio per scrivere.
Articolo Permalink Commenti Oppure (1)  Storico >>  Stampa Stampa
 
Di Fabrizio (del 26/06/2013 @ 09:00:49, in Regole, visitato 1468 volte)

CORRIEREIMMIGRAZIONE, di Sveva Haertter

I cittadini non sono mai "nuovi", "vecchi" o a metà: è lo Stato a essere in ritardo. Le riflessioni di Sveva Haertter, nata a Roma ma italiana solo dal 1983.

Sono nata a Roma nel 1965. Mia madre era italiana, ma siccome mio padre era tedesco e in quegli anni lo "ius sanguinis" era anche sessista - e lesivo degli articoli 3 e 29 della Costituzione - mi hanno dato la cittadinanza tedesca. Non c'era ancora la Comunità Europea e quindi in Italia ero considerata straniera a pieno titolo, mi serviva il permesso di soggiorno da rinnovare ogni anno e per qualsiasi cosa era necessario presentare un mare di certificati.

Il 21 aprile 1983, dopo una sentenza della Corte Costituzionale e un parere del Consiglio di Stato, venne fatta una nuova legge che poneva rimedio all'illegittimità costituzionale di quella precedente, facendo sì che fosse cittadino per nascita il figlio minore, anche adottivo, di padre o di madre cittadini.

Il passaggio non era però automatico e quindi, una ventina di giorni dopo, appena compiuti i 18 anni, feci domanda per ottenere la cittadinanza italiana. Nel giugno 1983, diventata maggiorenne e italiana il mese prima, ho potuto votare alle elezioni politiche. Sulle liste elettorali il mio nome era stato aggiunto a mano all'ultimo momento e io non avevo ancora fatto in tempo ad ottenere dei documenti italiani... Tutto sommato mi è andata bene e non avuto particolari difficoltà, sicuramente anche perché ho la pelle bianca e questo rende tutto più facile, in Italia come in tanti altri posti.

Ma non è una storia un po' assurda? Chiaro che, se non altro per fatto personale, ritengo l'introduzione dello "ius soli" non solo necessaria, ma urgente.
Altrettanto chiaro è però che anche se lo "ius soli" venisse introdotto oggi stesso, resterebbe la legge Bossi-Fini, la tassa sul permesso di soggiorno, i Cie, non sarebbe risolta la questione del diritto di asilo, né sparirebbero automaticamente il razzismo e le discriminazioni e un mare di altri problemi che non sto ora qui ad elencare, anche se in effetti non se ne può parlare mai abbastanza.

Ma come si definisce una come me? Sono forse anch'io una "nuova cittadina"? E da dove viene fuori questa espressione? Già semplicemente per il fatto che sono passati 30 anni, come cittadina tanto "nuova" non sono...

Ne scrivo perché questa espressione mi da un po' sui nervi e non per ragioni formali. Mi fa pensare a uno con il vestito della domenica, una cravatta bruttissima e il sorriso a 32 denti che dice "Eccomi! Sono qui, sono buono e voglio tanto integrarmi! Faccio tutto quello che volete!" o qualcosa del genere. Ma soprattutto mi pare che sposti l'asse del ragionamento.

Se è corretto definire la cittadinanza come una condizione giuridica nella quale ad una persona viene riconosciuta la pienezza dei diritti civili e politici, come fa un cittadino a essere "nuovo"? Ce ne sono forse di "vecchi"? E quale sarebbe la differenza? Certamente se una persona ha acquisito la cittadinanza da poco, si può definire come "nuova" la sua condizione, ma che c'entra? Insomma, penso che sia proprio sbagliato parlare di "nuovi cittadini", mentre sicuramente è necessario rinnovare il concetto di cittadinanza in termini giuridici, legislativi, sociologici, e via dicendo.

Secondo me parlando di "nuovi cittadini" si vuole proprio ottenere l'effetto di spostare il ragionamento sul fatto che le persone, in quanto "nuove", devono dimostrare il proprio valore, la propria utilità. Essere insomma sottoposte ad una sorta di collaudo/rodaggio per poi finire magari nella condizione precedente in caso di funzionamento insoddisfacente... E infatti in questo periodo si sente dire di tutto. Si è parlato persino dell'ipotesi di legare lo "ius soli" a percorsi di scolarizzazione. E a uno che ha la cittadinanza in base allo "ius sanguinis", ma magari è analfabeta, qualcuno si è forse posto il problema di toglierla?

Di includere poi la categoria degli "immigrati" in quanto tale nell'attuale dibattito sulla cittadinanza, se non per quanto riguarda appunto i figli nati in Italia, non se ne parla proprio e già è tanto se negli ultimi anni è assurta fino allo status di "risorsa"...

In Germania si usa parlare di persone "mit Migrationshintergrund", che tradotto significa grosso modo "persone che hanno alle spalle una storia di migrazione". Non so se è corretto come modo di dire, comunque l'approccio mi pare un po' più inclusivo.

E poi qualche eccezione che conferma la regola c'è sempre. Come me, che però particolari problemi non ne ho avuti, anche se un po' spaesata forse a volte lo sono, sia in Italia che in Germania.

Parliamo insomma di una questione di diritti da riconoscere alle persone che nascono e risiedono in questo paese, con tutta la complessità che questo implica e che non si può ricomprendere in un'espressione come "nuovi cittadini". Non ci sono cittadini "nuovi" o "vecchi" o persone catalogabili per numero di generazioni alla quale si presume appartengano (in base a quale criterio di conteggio poi?) o altre cose ancora.

È semplicemente lo Stato ad essere in grandissimo ritardo. Forse è sufficiente partire almeno da questo.

Articolo Permalink Commenti Oppure (0)  Storico >>  Stampa Stampa
 
Di Fabrizio (del 27/06/2013 @ 09:08:00, in sport, visitato 1845 volte)

Se Pirlo non ammetterà mai di essere Sinto (mah... ce ne faremo una ragione), consoliamoci con un vero Manouche (ndr.)

Eric Cantona con la maglia dello United nel 1996. A destra la copertina del libro di Daniele Manusia - Nel libro di Daniele Manusia la parabola dell'ex campione tra colpi di genio e gesti folli

Cantona story: gol capolavoro e follie in campo

FILIPPO FEMIA - LA STAMPA Come si diventa una leggenda del calcio? I piedi buoni e la classe non bastano, questo è certo. Sono fondamentali carattere, istinto e genialità (dentro e fuori dal campo). Ma anche una buona dose di follia. Tutte caratteristiche che nel "pedigree" di Eric Cantona non mancavano. Anzi. Nel libro "Cantona, come è diventato leggenda" in uscita il 27 giugno (Add Editore, 14 euro) Daniele Manusia ripercorre la storia di un campione indimenticabile. Una parabola lastricata di gol, polemiche, trionfi, scivoloni e ritorni trionfali. Senza dimenticare quelli che Manusia definisce i "grandi brutti gesti", che hanno segnato la carriera del francese. "Cantona è un calciatore che ha sbagliato, si è redento, è inciampato di nuovo, ha deluso alcuni tifosi, ne ha mandati in delirio altri: è un enorme contenitore di storie, una più complessa dell'altra", spiega l'autore.

Il suo ego smisurato emerge già al liceo, quando i compagni lo vedono aggirarsi per i corridoi urlando "I am the king!". A 17 anni e mezzo debutta nella serie A francese con la maglia dell'Auxerre, dopo essere stato scartato dal Marsiglia perché "troppo lento". Il rapporto con i compagni è problematico, quello con gli avversari turbolento. Eric è un personaggio schivo: vive in mezzo a un bosco, legge Freud, dipinge e scrive poesie. Ed è estremamente suscettibile. A farlo infuriare è il senso dell'ingiustizia: quando crede che qualcosa stia prendendo una piega sbagliata, sente di dover reagire. Spesso nel peggiore dei modi. Come nel 1991, quando in disaccordo con alcune decisioni dell'arbitro gli scaglia il pallone addosso. Viene squalificato un mese, poi dà degli idioti ai membri della commissione disciplinare, che aumenta la pena a tre mesi. E' qui che Cantona sorprende tutti: "Mi ritiro". Ha solo 24 anni.

Michel Platini, ct francese e suo grande estimatore, lo convince a fare marcia indietro e a trasferirsi oltremanica. Lo compra il Leeds, dove diventa presto un idolo dei tifosi. E rivoluziona un calcio ancorato alla vecchia tattica del kick and rush: ha un'eleganza impensabile per il suo metro e ottantotto, un fisico da panzer con movenze da cigno. Uno dei primi attaccanti moderni. "Cantona ha mostrato cose che fino ad allora nessuno aveva provato. Era un visionario: faceva gol e assist che tutti credevano impossibili", spiega Manusia. Un vero e proprio esteta nel rettangolo di gioco: "Non sono ossessionato dal gol, preferisco fare un assist che spingere il pallone in rete a porta vuota: godo troppo a toccare il pallone per limitarmi a segnare", diceva il francese.

Manusia descrive con minuzia le magie sportive del francese, ma ha il merito di indagarne il lato più intimo, il Cantona uomo. Dall'ossessione per la follia - "Non potrò mai essere altro che pazzo, perché ne ho bisogno per essere felice", ripeteva -, alla fragilità esorcizzata con le spacconate.

Il suo punto più alto - e più basso insieme - lo raggiunge a Manchester, dove si consacra con la maglia dello United. Riporta al successo una squadra a digiuno da 26 anni, aprendo uno dei cicli più travolgenti della storia inglese. E ha la forza di ripartire anche dopo il famigerato calcio da kung-fu rifilato a un tifoso del Crystal Palace, in seguito al quale è squalificato otto mesi. Poi l'uscita di scena discreta, con quell'assist di "rabona" per Yordi Cruyff, figlio del suo unico mito d'infanzia. Quando si ritira non ha neanche 31 anni. "Ha lasciato al top, mentre era ancora protagonista, evitandosi il lento declino di molti colleghi", dice Manusia. I tifosi, coscienti di aver potuto ammirare uno dei calciatori più forti della storia, sono in lacrime. "Il Re se n'è andato, lunga vita al Re", recitano i cori e gli striscioni. E inizia la leggenda Cantona.

Articolo Permalink Commenti Oppure (0)  Storico >>  Stampa Stampa
 
Di Fabrizio (del 28/06/2013 @ 09:05:41, in conflitti, visitato 1769 volte)

2013: Ritorno a Lety by Paul Polansky - su Roma.Idebate.org (su Lety, vedi precedenti in Mahalla)

"I Cechi non discriminano", affermava il mio amico qualche settimana fa, tra le pivo (birre, in originale nel testo ndr.) di un pub di Praga. "Ora stiamo dando la medesima considerazione al memoriale rom di Lety, come alla tragedia di Lidice della II guerra mondiale."

Avevo sentito dei miglioramenti al campo di sterminio di Lety, ma dovevo ancora vederli. Così il giorno dopo ho guidato sino a Lety con quattro amici cechi, per scoprire cosa fosse successo dopo che la Lidice Memorial Association aveva assunto la gestione del memoriale di Lety.

Oltre alla non rimozione dell'allevamento di suini costruito sopra il campo originale, in spregio agli accordi di Helsinki, la mia più grande lamentela è sempre stata la mancanza di indicazioni stradali per il memoriale di Lety, o un accesso adeguato dall'autostrada 19, la via più vicina. Ma arrivando all'intersezione tra il villaggio di Lety e l'autostrada Praga-Pisek, fui contento di vedere un grande cartello marrone indicante Lety Pamatnik (Memoriale di Lety). A poche centinaia di metri, un secondo cartello indica la strada.

Non è più stato necessario fermarsi e chiedere ai passanti dove fosse il memoriale Rom. Lungo tutto il percorso c'erano segnali stradali ben disposti che ci hanno portato al nuovo accesso asfaltato dall'autostrada 19.

Nel 1995, durante la conferenza stampa del primo memoriale di Lety, avevo chiesto all'allora ministroin carica, Igor Nemec, perché non ci fossero segnali stradali o accesso ai veicoli per il memoriale di Lety. Nemec aveva replicato sarcasticamente che il governo ceco aveva già pagato abbastanza per il memoriale zingaro. Se gli zingari volevano segnali stradali e un accesso adeguato, dovevano pagarli di tasca loro.

Così, 18 anni dopo, è stato un vero progresso. Ma i segnali stradali e un accesso adeguato non sono stati i soli miglioramenti. Raggiunto il sito, abbiamo trovato un parcheggio asfaltato, servizi igienici pubblici, un centro informazioni e due piccole cabine di legno, che presumibilmente dovevano rappresentare le baracche in cui gli zingari erano detenuti.

Anche se non c'era presente nessuno a fornirci informazioni, ho capito che eravamo agli inizi di maggio e che con la susseguente "stagione turistica" ci sarebbe stato del personale ad accogliere e informare i visitatori, come indicato dai cartelloni.

Non posso essere soddisfatto, però, nel vedere le piccole casette che si suppone replichino le baracche dove erano confinati i Rom. Le cabine erano grandi appena per contenere due letti a castello e un lavabo. Secondo le oltre 100 storie orali che ho raccolto tra il 1995 e il 1996 dai sopravvissuti di Lety, ogni baracca conteneva tra i 50 e i 60 prigionieri. Secondo le cronache su Lety tenute dal municipio, la storia ufficiale nota che il campo venne costruito per ospitare 80 prigionieri d'inverno e 240 d'estate. Ufficialmente, ne ospitava 600 all'anno anche se, secondo i sopravvissuti, nel campo c'erano sempre diverse migliaia di Rom. Se quelle cabine replicavano la realtà, avrebbero dovuto essercene centinaia, coprendo un'area diverse volte più grande dell'attuale allevamento di suini.

L'altro "miglioramento" che abbiamo incontrato è stato un grazioso sentiero di ghiaia che porta ad alcune gradinate costruite prima dell'ingresso al memoriale. Lì accanto c'è il laghetto Schwarzenberg, dove molti sopravvissuti sostengono che le guardie del campo affogassero i bambini romanì, le nuove gradinate si affacciano sul memoriale come in attesa dell'inizio di un concerto.

Nel 1995 il piccolo cippo in onore di quanti morirono a Lety, fu collocato vicino le tacche di diverse tombe. Quando le trovai nel 1994, non c'era altro che un campo circondato dalle foreste di Schwarzenberg, dove molti dei detenuti lavoravano come schiavi. Oggi il sito è coperto da un prato ben tenuto simile al terreno per un pic nic; non esattamente quel che si intendeva negli accordi di Helsinki siglati dal governo ceco... ma questa "valorizzazione" è piaciuta ai miei amici cechi, che hanno continuato a sottolineare la somma di soldi spesi, perché quanto a cura Lety assomigliasse in tutto a Lidice.

Sfortunatamente, la scheda d'informazioni in tre lingue (ceco, romanés e inglese) all'ingresso non è stata migliorata. La breve storia dichiara che solo i Tedeschi furono responsabili per Lety. Nessuna menzione alo fatto che il campo fosse amministrato dai Cechi e che tutte le guardie fossero Ceche, cosa riconosciuta persino dal presidente Havel nel suo discorso a maggio 1995, quando presenziò alla prima commemorazione del memoriale.

Un'altra questione da risolvere è la puzza di letame-ammoniaca proveniente dall'allevamento di maiali. A seconda della direzione del vento, sono ancora necessarie delle maschere a gas se si vuole passare più di qualche minuto in visita al memoriale. Comunque, ora sono stati degli alberi tra il memoriale (oltre le innumerevoli altre tombe) e l'allevamento, così da nasconderne la vista.

I miei amici cechi non erano mai stati prima a Lety, ma erano orgogliosi che il loro paese finalmente stesse promuovendo e mantenendo Lety attraverso un alto standard. Non potevano capire perché sentivo ancora che il governo ceco non stesse rispettando glii accordi di Helsinki a mantenere e preservare questo sito sull'Olocausto. Tutto ciò che potei fare, fu suggerire di visitare la nuova "Lety Exhibition", ora ospitata nello stesso edificio dell'unico pub in città.

Se ero stato deluso per come il campo originale di Lety fosse stato trasformato in un terreno da picnic, lo fui ancora di più dall'unica stanza della Lety Exhibition. Praticamente consiste in due pareti coperte dal pavimento sino al soffitto dalla storia fotografica delle guardie di Lety e di come avessero sfidato gli ordini di maltrattare i prigionieri zingari.

Per non mettere in imbarazzo i miei amici cechi, non ho riso a quel tentativo di mostrare alcune guardie del campo di sterminio come se fossero state dei veri eroi. Questo nuovo eroe nazionale, Frantisek Kansky, secondo i documenti del tribunale del 1946 era stato effettivamente chiamato come testimone a difesa dell'accusato Vaclav Hejduk, la più famigerata guardia di Lety che, secondo molti sopravvissuti, spesso si aggirava nel campo in cerca di giovani ragazzi e ragazze, da portare nella sua stanza dove poterne abusare sessualmente o picchiarli a morte. Già nel 1947 Hajduck venne assolto, perché il giudice non credeva ai testimoni "zingari".

Per quanto questa esposizione potesse essere scorretta, non ero preparato a ciò che avrebbero trovato nella stessa stanza i miei amici. Mi chiamarono per dare uno sguardo a cosa avevano scoperto, scritto di recente sul libro a disposizione dei visitatori. Sulle prime, non compresi ciò che mi stavano indicando. Anche se era proprio al centro della pagina, la mia mente non registrò le parole in ceco, fin quando uno dei miei amici le tradusse: "Zingari nelle camere a gas".

Avrei voluto afferrare il libro dei visitatori e marciare sino al piano superiore (il municipio e l'ufficio del sindaco si trovano al secondo piano del pub). Invece mi sono limitato a prendere una foto e lasciare il libro agli altri, perché possano vedere cosa alcuni Cechi pensino dei Rom, ora come allora.

Se fosse vero quello che ha detto il mio amico di fronte alle nostre birre a Praga, che i Cechi non discriminano, immagino che presto vedremo scritto sul libro dei visitatori a Lidice che i Tedeschi avrebbero dovuto macellare più Cechi. E che ora si dovrebbe impiantare un allevamento di maiali sul Lidice Memorial, così da dare lavoro a cinque abitanti del posto, come a Lety.

    Paul Polansky sta attualmente preparando la pubblicazione di un libro di memorie sui rapporti e le interviste con testimoni locali dal campo di Lety, raccolte tra il 1992 e il 1995, e il successivo insabbiamento da parte del governo ceco.
Articolo Permalink Commenti Oppure (0)  Storico >>  Stampa Stampa
 
Pagine: 1 2 3 4

Titolo
Quest'anno ci saranno le elezioni europee. Ti senti coinvolto:

 Per niente
 Poco
 Normalmente
 Abbastanza
 Molto

 

Titolo
La Newsletter della Mahalla
Indica per favore nome ed email:
Nome:
Email:
Subscribe Unsubscribe

 

********************

WIKI

Le produzioni di Mahalla:

Dicono di noi:

Bollettino dei naviganti:

********************


Disclaimer - agg. 17/8/04
Potete riprodurre liberamente tutto quanto pubblicato, in forma integrale e aggiungendo il link:
www.sivola.net/dblog.
Questo blog non rappresenta una testata giornalistica in quanto viene aggiornato senza nessuna periodicita'. Non puo' pertanto considerarsi un prodotto editoriale ai sensi della legge n. 62 del 7.03.2001. In caso di utilizzo commerciale, contattare l'autore e richiedere l'autorizzazione.
Ulteriori informazioni sono disponibili QUI

La redazione e gli autori non sono responsabili per quanto pubblicato dai lettori nei commenti ai post.
Molte foto riportate sono state prese da Internet, quindi valutate di pubblico dominio. Se i soggetti o gli autori avessero qualcosa in contrario alla pubblicazione, non hanno che da segnalarlo, scrivendo a info@sivola.net

Filo diretto
sivola59
per Messenger Yahoo, Hotmail e Skype


Outsourcing
Questo e' un blog sgarruppato e provvisorio, di chi non ha troppo tempo da dedicarci e molte cose da comunicare.
Alcune risorse sono disponibili per i lettori piu' esigenti:

Il gruppo di discussione

Area approfondimenti e documenti da scaricare.

Appuntamenti segnalati da voi (e anche da me)

La Tienda con i vostri annunci

Il baule con i libri Support independent publishing: Buy this e-book on Lulu.


Informazioni e agenzie:

MAHALLA international

Romea.cz

European Roma Information Office

Union Romani'

European Roma Rights Center

Naga Rom

Osservazione


Titolo
blog (2)
Europa (7)
Italia (6)
Kumpanija (2)
media (2)
musica e parole (4)

Le fotografie più cliccate


21/11/2024 @ 18:39:56
script eseguito in 78 ms

 

Immagine
 Milano via Idro 62 - anno 1990... di Fabrizio



Cerca per parola chiave
 

 
 

Circa 10252 persone collegate


InChat: per non essere solo un numero scrivete /n  e poi il vostro nome/nick

< novembre 2024 >
L
M
M
G
V
S
D
    
1
2
3
4
5
6
7
8
9
10
11
12
13
14
15
16
17
18
19
20
21
22
23
24
25
26
27
28
29
30
 
             
Titolo
blog (506)
casa (438)
conflitti (226)
Europa (986)
Italia (1410)
Kumpanija (377)
lavoro (204)
media (491)
musica e parole (445)
Regole (348)
scuola (335)
sport (97)

Catalogati per mese:
Maggio 2005
Giugno 2005
Luglio 2005
Agosto 2005
Settembre 2005
Ottobre 2005
Novembre 2005
Dicembre 2005
Gennaio 2006
Febbraio 2006
Marzo 2006
Aprile 2006
Maggio 2006
Giugno 2006
Luglio 2006
Agosto 2006
Settembre 2006
Ottobre 2006
Novembre 2006
Dicembre 2006
Gennaio 2007
Febbraio 2007
Marzo 2007
Aprile 2007
Maggio 2007
Giugno 2007
Luglio 2007
Agosto 2007
Settembre 2007
Ottobre 2007
Novembre 2007
Dicembre 2007
Gennaio 2008
Febbraio 2008
Marzo 2008
Aprile 2008
Maggio 2008
Giugno 2008
Luglio 2008
Agosto 2008
Settembre 2008
Ottobre 2008
Novembre 2008
Dicembre 2008
Gennaio 2009
Febbraio 2009
Marzo 2009
Aprile 2009
Maggio 2009
Giugno 2009
Luglio 2009
Agosto 2009
Settembre 2009
Ottobre 2009
Novembre 2009
Dicembre 2009
Gennaio 2010
Febbraio 2010
Marzo 2010
Aprile 2010
Maggio 2010
Giugno 2010
Luglio 2010
Agosto 2010
Settembre 2010
Ottobre 2010
Novembre 2010
Dicembre 2010
Gennaio 2011
Febbraio 2011
Marzo 2011
Aprile 2011
Maggio 2011
Giugno 2011
Luglio 2011
Agosto 2011
Settembre 2011
Ottobre 2011
Novembre 2011
Dicembre 2011
Gennaio 2012
Febbraio 2012
Marzo 2012
Aprile 2012
Maggio 2012
Giugno 2012
Luglio 2012
Agosto 2012
Settembre 2012
Ottobre 2012
Novembre 2012
Dicembre 2012
Gennaio 2013
Febbraio 2013
Marzo 2013
Aprile 2013
Maggio 2013
Giugno 2013
Luglio 2013
Agosto 2013
Settembre 2013
Ottobre 2013
Novembre 2013
Dicembre 2013
Gennaio 2014
Febbraio 2014
Marzo 2014
Aprile 2014
Maggio 2014
Giugno 2014
Luglio 2014
Agosto 2014
Settembre 2014
Ottobre 2014
Novembre 2014
Dicembre 2014
Gennaio 2015
Febbraio 2015
Marzo 2015
Aprile 2015
Maggio 2015
Giugno 2015
Luglio 2015
Agosto 2015
Settembre 2015
Ottobre 2015
Novembre 2015
Dicembre 2015
Gennaio 2016
Febbraio 2016
Marzo 2016
Aprile 2016
Maggio 2016
Giugno 2016
Luglio 2016
Agosto 2016
Settembre 2016
Ottobre 2016
Novembre 2016
Dicembre 2016
Gennaio 2017
Febbraio 2017
Marzo 2017
Aprile 2017
Maggio 2017
Giugno 2017
Luglio 2017
Agosto 2017
Settembre 2017
Ottobre 2017
Novembre 2017
Dicembre 2017
Gennaio 2018
Febbraio 2018
Marzo 2018
Aprile 2018
Maggio 2018
Giugno 2018
Luglio 2018
Agosto 2018
Settembre 2018
Ottobre 2018
Novembre 2018
Dicembre 2018
Gennaio 2019
Febbraio 2019
Marzo 2019
Aprile 2019
Maggio 2019
Giugno 2019
Luglio 2019
Agosto 2019
Settembre 2019
Ottobre 2019
Novembre 2019
Dicembre 2019
Gennaio 2020
Febbraio 2020
Marzo 2020
Aprile 2020
Maggio 2020
Giugno 2020
Luglio 2020
Agosto 2020
Settembre 2020
Ottobre 2020
Novembre 2020
Dicembre 2020
Gennaio 2021
Febbraio 2021
Marzo 2021
Aprile 2021
Maggio 2021
Giugno 2021
Luglio 2021
Agosto 2021
Settembre 2021
Ottobre 2021
Novembre 2021
Dicembre 2021
Gennaio 2022
Febbraio 2022
Marzo 2022
Aprile 2022
Maggio 2022
Giugno 2022
Luglio 2022
Agosto 2022
Settembre 2022
Ottobre 2022
Novembre 2022
Dicembre 2022
Gennaio 2023
Febbraio 2023
Marzo 2023
Aprile 2023
Maggio 2023
Giugno 2023
Luglio 2023
Agosto 2023
Settembre 2023
Ottobre 2023
Novembre 2023
Dicembre 2023
Gennaio 2024
Febbraio 2024
Marzo 2024
Aprile 2024
Maggio 2024
Giugno 2024
Luglio 2024
Agosto 2024
Settembre 2024
Ottobre 2024
Novembre 2024

Gli interventi più cliccati

Ultimi commenti:
BuongiornoE-mail: giovannidinatale1954@gmail.comOf...
28/12/2021 @ 11:20:35
Di giovannidinatale
Hi we are all time best when it come to Binary Opt...
27/11/2021 @ 12:21:23
Di Clear Hinton
 

Locations of visitors to this page

Contatore precedente 160.457 visite eliminato il 16/08/08 per i dialer di Specialstat

 Home page © Copyright 2003 - 2024 Tutti i diritti riservati.

powered by dBlog CMS ® Open Source