Di seguito tutti gli interventi pubblicati sul sito, in ordine cronologico.
Di Fabrizio (del 21/09/2012 @ 09:15:50, in Italia, visitato 2263 volte)
dalla rassegna stampa di Elena Cesari
Legnano (MI). Questa settimana, non senza conseguenze rilevanti, si è
alzato un polverone mediatico sulle comunità rom presenti nel quartiere San
Paolo: Legnano,
rom a San Paolo. Nuovo sgombero nel quartiere (Giorno Legnano, 7/9).
Uno sgombero quello dei rom di San Paolo a cui hanno fatto curiosamente seguito
la comparsa di scritte ingiuriose sui muri:
Rabbia rom a Legnano "Italiani bastardi" (Libero
Milano, 12/9). Scritte la cui paternità è attribuita immediatamente da media e
rappresentanti politici di destra alle persone rom. Oggi il razzismo purtroppo
non è una pianta che necessita di molte cure; una volta seminato grazie a un
pretesto qualunque si riproduce rapidamente attraverso il web. Su Twitter e
su Facebook (alla pagina "Questa è Legnano"), molte persone
commentano le scritte sui muri presumibilmente lasciate dai rom. Ne approfittano
anche Movimento Sociale e Fiamma Tricolore, affermando di non poter permettere
"che certi stranieri, residenti tra l’altro in un campo abusivo, insultino tutti
noi italiani". Ragione sufficiente per "affiggere uno striscione che riportava
«rom nelle galere»": Rom:
"Stop alle polemiche" (Prealpina, 14/9). Fiamma Tricolore ha annunciato
una manifestazione "con gli italiani e per gli italiani" davanti al Comune di
Legnano. Tardiva la smentita della polizia sull’origine delle scritte "anti
italiane": Scritte
anti-italiane sui muri. I vigili: non sono stati gli zingari
(Giorno Legnano, 14/9). Secondo il comandante della Polizia locale "La modalità
con cui sono apparse le scritte, quindi i caratteri utilizzati […] ci fanno dire
con un buon grado di sicurezza che non può trattarsi di loro […] perché
conosciamo uno a uno queste persone e sappiamo bene che sono analfabeti.
Attribuire ai rom questo fatto equivale giungere a una conclusione immotivata e
strumentale". Dopo lo scatenamento, meticolosamente costruito dai media,
dell’"emergenza rom", arriva la risposta repressiva delle istituzioni: Dopo
le proteste anti Rom i militari a San Paolo per calmare gli animi
(Giorno Legnano, 18/9). Infine, tardivamente, Prealpina pubblica un articolo in
cui emergono i dubbi sull’effettiva necessità di un intervento militare. In
proposito "il quartiere è diviso": Rom,
a San Paolo aspettando i militari (Prealpina,
19/9).
segnalazione di Alessandra Meloni ed Ernesto Rossi
PRESIDIO ANTIFASCISTA
Come gruppo consiliare Sinistra Legnanese invitiamo tutti i cittadini e le forze
democratiche di Legnano ad aderire e partecipare al presidio antifascista che si
terrà VENERDI' 21 SETTEMBRE dalle 17.30 nel quartiere San Paolo, via Ponzella,
vicino alla chiesa, per manifestare contro il corteo organizzato contro i rom
dal movimento fascista Fiamma Tricolore.
La città del martire partigiano Mauro Venegoni non può rimanere inerte di fronte
alle derive xenofobe e razziste di un gruppo neofascista che sfrutta un problema
reale e sentito per miseri fini propagandistici.
Siamo certi che gli abitanti di San Paolo non si faranno strumentalizzare da
chi, in tutti questi anni, si è distinto per l'assoluta assenza rispetto al
quartiere e per la totale indifferenza nei confronti dei suoi problemi.
Non cediamo una fetta della nostra città a individui a cui non importa nulla di
proporre soluzioni o di dare risposte, ma solo di promuovere la loro ideologia,
che in questo Paese ha già portato abbastanza lutti e guerre.
Venerdì la Legnano antifascista sarà a San Paolo.
Gruppo consiliare SINISTRA LEGNANESE
Di Fabrizio (del 23/09/2012 @ 09:17:34, in media, visitato 3508 volte)
... e voglio condividerle!
Luoghi comuni, felice intuizione di Luca Klobas che ne ha
scritto l'introduzione, può significare il "sentito dire" che domina
nell'informazione e nella divulgazione attuale, ma anche quei posti che sono
sotto l'occhio di tutti, e per qualche strana ragione nessuno osserva.
I Luoghi comuni sono però ricolmi di gente, raccontano
storie, possono stimolare la fantasia, celano amicizie e rapporti. Tra loro, un piccolo campo sosta comunale alla periferia estrema di Milano. Dove
il nostro cronista si perde, gira con attenzione tra le piazzole, prova a
vincere le diffidenze reciproche che lo dividono dagli abitanti.
Il resoconto che ne nasce è del tutto simile ad una guida turistica, con tutte le ovvie
indicazioni su come arrivarci (anche in canoa o paracadute!), su come anche
questo insediamento abbia i propri centri e le sue periferie. Non è un luogo
anonimo e miserabile, ma è possibile differenziare i vari punti, addirittura
individuare monumenti e punti di aggregazione.
Il Palaidro dei concerti, l'ex stadio sommerso dal Lambro, le attività
lavorative, la scuola, gli spettacoli per bambini, persino un cinema, un
possibile agriturismo e un caffè letterario... metteranno a dura prova i
pregiudizi di molti, anche di chi si è sempre proclamato antirazzista, ma non è
mai venuto a contatto "dal vivo" con una simile realtà.
E ancora, i file rubati da Wikileaks sui rapporti tra il campo rom ed i
vicini studi della Mediaset (una storia oscura di elicotteri e panini).
Inoltre: dati e storia dei Rom Harvati che lo popolano.
Tutto questo in una trentina di pagine che l'autore si è divertito a
scrivere, sperando di divertire, interessare e far riflettere anche i lettori.
Prezzo assolutamente abbordabile anche alle tasche provate dalla crisi: 5 euro.
Dimenticavo: tutto il ricavato della vendita (esclusi i costi di stampa)
andranno a finanziare le attività proposte dalla locale comunità rom.
LUOGHI COMUNI
prima edizione
32 pagine in bianco e nero
Stampato in proprio
prezzo 5 euro
Distribuzione:
Social Rom, via Idro 62, Milano
Enoteca Ligera, via Padova
133, Milano
Libreria Popolare, via Tadino 8, Milano
oppure Fabrizio Casavola, 347-717.96.02
Di Fabrizio (del 24/09/2012 @ 09:18:24, in Italia, visitato 3388 volte)
Giornalista, poeta, scrittore, fotografo, regista e
antropologo di fama internazionale, ma anche ex pugile e giocatore di football
americano...
Agli inizi degli anni '90 inizia un lungo percorso di ricerca sulle origini
della propria famiglia, durante il quale scopre documenti che permettono di
riportare alla luce l'esistenza del campo di concentramento di Lety, in
Repubblica Ceca, che oggi è un allevamento di maiali. Le testimonianze raccolte
lo rendono inviso al governo ceco.
Nel 1999 viene ingaggiato dalle Nazioni Unite e inviato nel Kosovo come
intermediario tra le istituzioni e i gruppi rom perseguitati. Lotterà per 11
anni perché i Rom, cacciati dagli estremisti albanesi, possano uscire dai campi
profughi, costruiti su terreni altamente inquinati da piombo e metalli pesanti.
Nel 2004 è insignito del premio Human Rights Award, consegnatogli direttamente
da Günter Grass. Nel 2005 il suo film-documentario Gipsy Blood, visibile su
youtube, è premiato al Golden Wheel International Film Festival di Skopje.
Attualmente risiede a Nish, in Serbia, dove prosegue la sua attività per i
diritti umani, tramite l'associazione Kosovo Roma Refugee Foundation.
- Sabato 29 settembre: ore 13,00-14,30 Circolo Vereda,
via De' Poeti 2/E "Poesia per restare umani", reading di Paul Polansky
& Co, nell'ambito dell'evento "100 Thousand Poets For Change"
100 Thousand Poets For Change a Bologna
Coordinamento:
Marina Mazzolani, italiana autoctona amante della diversità.
Pina Piccolo, italo-americana, figlia della migrazione.
Antar Marincola, somalo-italiano, figlio del colonialismo.
Gassid Babilonia, iracheno, figlio delle guerra.
Nell'ambito di 100 Thousand Poets for Change, unendosi simultaneamente a 700
iniziative sparse per il mondo in 115 nazioni, i bar, le librerie, i giardini, i
luoghi storici di Bologna si aprono a oltre 80 poeti e alla poesia per costruire
insieme nuove visioni di un mondo non straziato da guerre, diseguaglianze,
ignobili distribuzioni delle ricchezze, sfruttamento insensato della Terra.
Bologna in mani ai poeti: Sono coinvolti più ottanta poeti in questo evento,
poeti famosi e altri giovani, poeti che credono nella possibilità del
cambiamento globale, cercano con il loro linguaggio di dimostrare la loro
indignazione verso un mondo considerato, erroneamente, libero, democratico e
difensore dei diritti umani.
In tempi di crisi globale l'urgenza di cambiamento a livello sociale, politico
ed ecologico si avverte ancora di più ed i poeti , che spesso captano i
cambiamenti nello "spirito dei tempi" e lo trasmettono con la perizia dei propri
versi possono contribuire in maniera efficace al movimento verso il nuovo.
I poeti hanno sempre scritto e gridato per la pace, i diritti umani, la
convivenza universale e tanti altri ideali, ma si faceva sempre in modo
personale, o a livello di piccoli gruppi. E' la prima volta, nella storia umana,
che i poeti si sono uniti tutti quanti per gridare in coro contro l'ingiustizia,
contro le guerre, contro la diseguaglianza, contro il razzismo, contro la fame e
contro tutti gli ideali sbagliati di un mondo che ormai sta andando alla rovina.
I cambiamenti si fanno a piccoli passi, e non si fanno a passi di uragano,
perché un uragano lascia sempre disastri dietro. A piccoli passi cerchiamo di
cambiare un mondo che è stato cambiato verso il male a piccoli passi.
A questo appello possono rispondere anche gli altri artisti di tutti i generi
d'arte, e tutte le persone che credono nella possibilità del cambiamento, in
modo da coinvolgere assolutamente tutti.
Itinerario delle letture poetiche:
Ore 10,00-14,00 Sala Borsa, Piazza Maggiore
Ore 11,00-12,00 Libreria Coop Ambasciatori, via Orefici 19
Ore 13,00-14,30 Circolo Vereda, via De' Poeti 2/E "Poesia per restare umani", reading di Paul Polansky & Co.
Ore 15,00-18,30 Bar L'Ortica, via Mascarella 25
Ore 16,00-17,30 Mural "500 anni dalla conquista", via Zamboni, Piazza Scaravilli,
lettura di poesie latino-americane
Ore 16,30-18,00 Bar Linea, sotto il Palazzo di Re Enzo
Ore 18,00-20,00 Nuova Arena Orfeonica, v. Broccaindosso 50
Ore 18,30-20,30 Poeti in cammino, da P. Maggiore a P. Verdi
Ore 18,00-20,30 Libreria delle Moline, via delle Moline 3/a
Ore 20,00-23,00 Giardino del Guasto, "Omaggio a PierPaolo Pasolini - una panca,
poesia e musica", con il sax di Guglielmo Pagnozzi
Ore 20,30-23,00 Bar La Scuderia, Piazza Verdi
Ore 21,00-23,00 Bottega del Mondo "Potosì", via Mascarella 35/a
Ore 21,00-24,00 Antico Bar dei Licei, via Broccaindosso 69/A
Vi preghiamo di diffondere l'evento, e anche di seguirlo, perché pubblicheremo
le locandine dei singoli eventi corrispondenti ai diversi posti.
SETTIMANA MILANESE
- 1 ottobre Ore 21.00 Reading presso CAM Ponte delle Gabelle, via
san Marco 45 (ingresso libero).
- 2 ottobre Ore 21.00 Reading presso circolo
"Via d'Acqua", viale Bligny 84 PAVIA (ingresso con tessera
Arci ed offerta libera a sostegno per l'iniziativa)
- 3 ottobre Ore 16.00 visita agli insediamenti rom in zona Cavriana-Forlanini. Ore 21.00 Reading presso
Libreria Popolare in via Tadino
18 (ingresso libero).
- 4 ottobre Pomeriggio (orario da definire): visita al
villaggio rom di via Idro, seguita da Reading alle ore 21.00 (ingresso libero).
Alle 20.00 sarà possibile cenare al Social Rom (cena solo su
prenotazione, 347-717.96.02 oppure info@sivola.net).
- 5 ottobre Pomeriggio (orario da definire): visita al
campo sinti
Terradeo a Buccinasco. Ore 21.00 Reading a Corsico presso la
Biblioteca comunale di via Buonarroti n. 8 (ingresso libero).
- 6 ottobre Pomeriggio (orario da definire): visita al
campo di Monte Bisbino (Milano-Baranzate).
- 7 ottobre Ore 21.30 Reading all'enoteca Ligera via Padova 133 (ingresso libero).
Organizzano: LA CONTA di Milano, ApertaMente
di Buccinasco, FAREPOESIA di Pavia e Mahalla con il concorso delle
comunità rom e sinte locali - per informazioni:
347-717.96.02 oppure info@sivola.net
Di Fabrizio (del 25/09/2012 @ 09:13:00, in scuola, visitato 1459 volte)
di Lucio Bontempelli
Stamattina bussa in presidenza una bambina e mi chiede seria: "vorrei
iscrivermi in prima media". Io trasecolo: è da sola? E i genitori? La faccio
accomodare. Una storia interessante: di famiglia povera, i genitori lavorano
tutto il giorno per sbarcare il lunario, trasferiti da poco in città non
possono più accompagnare a scuola la bambina nel paese dove l'avevano iscritta.
Non sembra abbandonata a se stessa, ma è certo temprata dalle difficoltà, è
autonoma e capace di dare una mano alla sua famiglia, prendendosi responsabilità
un poco più grandi di lei. Parla benissimo l'italiano e il rumeno, e mi dice di
conoscere anche un po' di inglese: mi diverto a farci due chiacchiere in
inglese, ma ben presto smetto perché farei una figuraccia: lo sa molto meglio di
me! Purtroppo le mie prime medie sono piene, le chiedo dove abita per capire
dove la posso indirizzare, ma lei si orienta poco a Pisa. Le dico di tornare con
un genitore quando vuole. Dopo due ore torna con la zia. Spiego anche a lei la
situazione, poi individuo due istituti comprensivi abbastanza vicini a casa loro
e mi metto a telefonare. Finalmente le trovo un posto. Spiego, al telefono, che
probabilmente non sarà un inserimento difficile: la bimba sa benissimo
l'italiano, sembra molto educata e responsabile, probabilmente è anche brava
(scolasticamente parlando). "Sarà mica ROM?", mi viene chiesto. Cavolo: mi sono
dimenticato di chiederle l'etnia! E se fosse addirittura EBREA?
Domenica 30 settembre 2012, h. 20.00
PALAZZO DUCALE Piazza Matteotti 9 - Genova - info tel. 010 5574064 / 65
www.palazzoducale.genova.it
Una notte di musica, poesia, pittura e cinema Rom.
Allegria, forza espressiva, festa per la vita, sono le caratteristiche
principali dell'arte romanì.
Una serata per affacciarsi su un mondo sconosciuto: la musica,
la letteratura, la poesia, il cinema e le arti figurative dei rom e dei
sinti. L'universo artistico romanì muove dalla quotidianità interna
alla famiglia di appartenenza, ma attraverso una sorprendente
vivacità espressiva riesce a diventare coinvolgentelinguaggio universale.
La musica è l'arte più nota dei rom e dei sinti: "Sublime canto mistico"
come sosteneva Franz Liszt, ma di notevole interesse è
anche la giovane letteratura con le sue aspirazioni a una visione
libera, pura e naturale della vita.
Una serata per vedere e parlare anche di cinema e arti figurative
che attraverso un linguaggio a volte onirico, a volte autoironico,
ma sempre permeato di voglia di andare avanti, ci raccontano
l'uomo, le sue meraviglie e le sue miserie.
con
Seo Cizmic
Pino Petruzzelli
Paola Piacentini
Claudio Pozzani
Claudia Priano
e le musiche tradizionali e il jazz manouche
di Django Reinhardt con il gruppo sinto
The Gipsyes Vàganes.
I sinto altoatesini The Gipsyes Vàganes fino a poco tempo fa si chiamavano
U Sinto ed erano un gruppo musicale composto da zii e nipoti della
famiglia Gabrielli. I nipoti con un nome nuovo che in italiano significa "i
sinti antichi", proseguono, rileggendola, la tradizione dei loro avi.
a cura di
Seo Cizmic e Pino Petruzzelli
Di Fabrizio (del 27/09/2012 @ 09:14:58, in Regole, visitato 1890 volte)
Scritto da Angela Iannone – gio 13 set 2012
Un provvedimento paradossale, che suona un po' come il famoso Comma 22 di Joseph
Heller, è stato adottato dal sindaco leghista di Mortara, in Lomellina,
Marco Facchinotti. L'ordinanza disposta dal Comune prevede infatti una
multa dai 25 ai
500 euro per chiunque venga sorpreso a rovistare nella spazzatura.
Molti cittadini l'hanno definita assurda oltreché ingiusta: non si capisce
infatti come possa un senzatetto o un anziano indigente, ridotto per
sopravvivere a raccattare rifiuti, pagare una multa da 500 euro. Una sorta di
accanimento nei confronti dei più poveri, che mentre imperversa la crisi, con
tutte le nuove povertà che essa genera, è risultato ai più decisamente
incomprensibile.
Ma a quanto pare l'ordinanza Mortara non è nuova a drastiche soluzioni, visto
che qualche anno un’ordinanza simile, che si rifaceva all’articolo 650 del
codice penale, disponeva il carcere fino a 3 mesi per gli eventuali
trasgressori. L'assessore alla polizia locale, Elio Pecchenino, ha giustificato
l'iniziativa come una misura necessaria in quella che definisce una "guerra agli
sporcaccioni", volta a punire sostanzialmente chi commette azioni pericolose, al
pari di quelli che lasciano rifiuti ingombranti per strada. Ma molti suoi
concittadini evidentemente non la trovano convincente.
E' una questione che ha riguardato più volte le amministrazioni leghiste. Anche
il sindaco di Terno d'Isola, Corrado Centurelli, un paio di mesi fa era finito
al centro di polemiche simili, per aver fatto rimuovere due
panchine dal suolo
pubblico. Per favorire la viabilità in un passaggio piuttosto stretto, sosteneva
il sindaco, per impedire agli immigrati di usarle, accusava l'opposizione,
riportando le parole delle stesse guardie padane incaricate della rimozione.
Due anni fa invece il sindaco di Adro, a due passi da Brescia, aveva suscitato
l'indignazione generale per la scelta di negare la mensa ai bambini i cui
genitori non potevano permettersi di pagare la retta. Diverse poi le ordinanze
anti-kebab adottate in più comuni, non solo targati Lega, che vietano di fatto
l'apertura di negozi agli immigrati in nome di un'azione di garanzia dei
prodotti locali. Fra questi amministratori il sindaco di Lucca, Mauro Favilla,
che nel 2009 ha addirittura vietato espressamente "l’attivazione di esercizi di
somministrazione la cui attività sia riconducibile a etnie diverse", ricevendo
il plauso dell'allora ministro dell'agricoltura Luca Zaia.
Nello stesso anno, a Varallo Sesia, in Piemonte, il sindaco Gianluca Bonanno ha
ordinato l'installazione di cartelli comunali, scritti in italiano e in arabo,
in cui si avvertiva la cittadinanza che in tutte le aree pubbliche della città
era vietato indossare burqa, burqini e niqab. Anche in quel caso ci si divise
sui motivi reali, ispirati da una visione razzista secondo l'opposizione,
destinati secondo la giunta unicamente a favorire l'identificazione delle
persone, secondo criteri di pubblica sicurezza.
Di Fabrizio (del 27/09/2012 @ 11:22:35, in Europa, visitato 1728 volte)
foto da
Repubblica
La notizia che circola da ieri, dell'arresto di una presunta banda di
SCHIAVISTI (chiamiamo le cose col loro nome), ovviamente è circolata rapida come
un fuoco di fascina. Non è da escludere che, come in altri casi gli arresti
siano avvenuti in tempi diversi, e per la riservatezza delle indagini tutta
l'operazione sia stata svelata a fatti compiuti. Lo dico, perché in passato mi è
capitato di seguire casi simili.
Chi si è autonominato difensore "a prescindere" dei Rom e dell'umanità
offesa, già ieri diceva che non si trattava di un'indagine contro LA RIDUZIONE
IN SCHIAVITU', bensì della solita politica anti-rom, che mira a fare dello
"zingaro" il nemico pubblico. Non intendo entrare in questa polemica dai toni
scontati; lascio anche perdere il peso che una notizia simile ha tra le cronache
di questi giorni.
Mi limito a farvi notare alcuni particolari, che probabilmente stanno sfuggendo
sull'emozione del momento:
- in effetti i titoli di giornali parlano di "una
banda di rom sfruttatori", quindi se da un lato c'è l'etnicizzazione
(scusate il termine) del crimine, e questo dovrebbe essere
proibito, dall'altro non si scrive e non si lascia intendere che
tutti i Rom lo siano, anzi, i fatti raccontati svelano
esattamente l'opposto;
- come lettori siamo portati a pensare che azioni simili siano
quasi sempre estemporanee e magari dettate da opportunità
politiche, io invece sono convinto che in diversi settori le
varie politiche repressive (perché di REPRESSIONE si tratta,
buona o cattiva che sia) vadano coordinandosi a livello europeo;
faccio un esempio: il fatto che contemporaneamente un'operazione
simile sia
avvenuta in Francia, dobbiamo leggerlo come una coincidenza
o no?
Dopo oltre una ventina d'anni che, fortunatamente per ragioni indipendenti
dalla mia professione, frequento anche l'ambiente dei mendicanti, posso dire:
- da un lato, c'è chi lo fa, o continua a farlo, per la sua
condizione di miseria, di volta in volta considerandolo come un
lavoro o come una semplice necessità. Senza essere costretto a
farlo da bande organizzate di criminali, ma solo dalla
propria condizione personale. Se il paragone non appare
azzardato, è un discorso simile a quello (altrettanto datato)
della prostituzione, anche se immagino che le tariffe siano
diverse;
- dall'altro lato, in tutti questi anni, via via ho sentito
parlare di traffico di persone dalla Bosnia (anni '90), dal
Kosovo (anni 2000) e sempre più spesso dalla
Romania. Ma 20 anni fa mi ricordo di cronache simili che
accompagnavano l'arrivo delle ondate di immigrati dal nord
Africa, dove i Rom non c'entrano. Quindi l'idea che mi son fatto
non è di una TARA CRIMINALE presente in questo o in quel popolo,
ma di un business che sia alimento della miseria.
Business che esiste (è sempre esistito, anche quando toccava agli Italiani
partire per TERRE LUNTANE), non lo nego. E non nego che siano indagini delicate,
soprattutto per la condizione delle vittime, di cui dopo nessuno si interessa
più. Ma, visto il ripetersi decennale di cronache simili, col tempo mi si è
formata in testa una domanda, a cui non riesco a dare risposta:
- è immaginabile l'esistenza di un'organizzazione straniera
che in tutti questi anni si amputa e si riforma in est Europa,
Africa, America del sud (una specie di SPECTRE dei poveri)? E'
possibile che operino da così tanto tempo in Italia senza avere
basi, accordi, coperture con ITALIANI? E perché tra i periodici
arresti non ci sono Italiani? Chi li copre?
Tutto ciò, parlando della nuda cronaca nera. Dietro, mettiamoci qualche arida
cifra:
- ad esempio, in Romania lo stipendio di un dottore si aggira
sui 500 euro, quello di un operaio sui 200 (quando c'è il
lavoro, s'intende). Per arrivare in Italia non devi affrontare
il Mediterraneo in barcone, o viaggiare nascosto sotto gli
assali di un TIR, bastano invece 24 ore di pullman e 100 euro.
Se le condizioni economiche sono queste, il razzismo diviene un
elemento secondario e continueranno ad arrivare; non ci sono
leggi, polizia o documenti che potranno fermarli. Nel contempo,
chi arriva impara presto che anche soltanto chiedendo l'elemosina o
finendo nei piani bassi della malavita da strada, si possono
guadagnare con poco sforzo e senza documenti cifre equivalenti o
superiori ad uno stipendio medio rumeno; di questo c'è qualcuno
che ne ha fatto un business. Si tratta di una massa di arrivi a
getto continuo che non ha alcun interesse a politiche di
integrazione, piuttosto adopera la strategia del mordi e fuggi.
Lo stesso discorso vale per
Spagna e Francia.
Per terminare, casi simili hanno comunque conseguenze su noi stanziali, sulle
vittime di questi traffici, su chi è Rom e non solo non c'entra con queste
storiacce, ma vive anche nel terrore (giudicate voi se esistenziale o reale) che
i propri figli cadano preda dei trafficanti o piuttosto degli assistenti
sociali. Paura sottopelle e diffusa, che può coniugarsi tanto nel foraggiare il
meccanismo politico-industriale della sicurezza, che nel nostro timore di
fare la carità di fronte ad una mano tesa.
Anch'io, sul fare la carità ho le idee confuse. Ripropongo le
riflessioni di un po' di tempo fa, e vediamo se è possibile ripartire.
Di Sucar Drom (del 28/09/2012 @ 09:16:25, in blog, visitato 1622 volte)
Sucar Drom: si al Piano d'azione nazionale contro il razzismo
L'associazione Sucar Drom ha inviato oggi all'Ufficio Nazionale
Antidiscriminazioni Razziale ed Etnica (UNAR) presso il Dipartimento per le Pari
Opportunità sotto la Presidenza del Consiglio il documento...
Verona, la Giunta comunale vuole discriminare i sinti italiani
La Giunta comunale di Verona, guidata dal Sindaco Flavio Tosi, sembra che abbia
deliberato una proposta di modifica al regolamento per l’area per sinti italiani
di Forte Azzano a Verona, da portare a breve in Consiglio comunale per
l'approvazione definitiva...
Giuliano (Napoli), Alex Zanotelli: mi ribello a un altro sgombero!
In questa torrida estate, oltre al calore, è stato lo spettacolo osceno dei rom
di Giugliano, trattati peggio delle bestie, a farmi ribollire il sangue. E’
inconcepibile per me che in un paese che si proclama civil...
Amnesty International: le comunità rom ancora segregate e senza prospettive
In occasione della presentazione di un nuovo documento, intitolato "Ai margini:
sgomberi forzati e segregazione dei rom in Italia", Amnesty International ha
sollecitato oggi l'urgente modifica delle leggi, delle politiche e delle prassi
discriminatorie che e...
E' grave il ridimensionamento di UNAR
Dopo l'analogo appello lanciato in luglio da numerose sigle dell'associazionismo
italiano, tra cui la FISH (Federazione Italiana per il Superamento
dell'Handicap), tutte impegnate nell'affermazione dei diritti e della dignità
delle persone e co...
Pringiarasmi: un'educatrice tra i sinti da Mantova a Saintes Marie de la Mer
Ripensando ad alcuni eventi significativi della mia vita mi viene spesso alla
mente l’esperienza presso l’Associazione Sucar Drom dove ho svolto il mio
tirocinio universitario. L’anno e mezzo trascorso con q...
UNAR, il Consiglio d’Europa: "Più risorse e indipendenza"
"Le autorità italiane potenzino l'Unar, sia in termini di risorse che di
indipendenza, piuttosto che ridurre drasticamente le risorse". È quanto chiede
Nils Mui...
da
U VELTO venerdì 28 settembre 2012
Il comunicato della
Caritas di Roma
e della Comunità
di Sant'Egidio sullo sgombero del "campo" di Tor de Cenci avvenuto
poche ore fa.
Questa mattina Vigili urbani e polizia di Stato sono arrivati in gran numero
presso il "campo nomadi" di Tor de Cenci per realizzare lo sgombero di persone e
cose. Senza avvertire preventivamente, senza chiudere l'area, senza allontanare
le persone che vi abitavano, hanno iniziato a distruggere i
container che fungevano da oltre 15 anni da abitazioni per i rom.
Le ruspe hanno distrutto uno dopo l'altro i circa 50 container collocati lì
dalle precedenti amministrazioni e pagati con soldi pubblici. Le ruspe hanno
distrutto tutto davanti agli occhi dei bambini che in quelle "case" avevano
dormito fino ad un ora prima, esterrefatti, arrabbiati, atterriti, piangenti.
Stamattina si erano preparati per andare a scuola - il pulmino li attendeva - ma
la storia è andata in altra direzione. Il pianto di quei bambini è un macigno
sulla coscienza di chi ha voluto e realizzato lo sgombero in questo modo indegno
di una città considerata per secoli communis patria.
I responsabili delle operazioni hanno detto ai rom che saranno trasferiti per
una settimana in un centro di accoglienza allestito in modo provvisorio e
successivamente nel campo di Castel Romano, sulla via Pontina, dove vivono già
oltre 900 Rom.
Sono mesi che si discute del piano nomadi, che ci si confronta su alternative,
arrivando anche a ricorsi legali. Posizioni che, su alcuni punti, vedono
l'amministrazione capitolina molto distante dalla sensibilità delle
organizzazioni che lavorano per l'integrazione dei rom. Quello che ci preme oggi
non è tornare su questi argomenti, ma denunciare il modo violento e incivile con
cui è stato urlato agli abitanti del campo di andare via e la fretta con cui si
è dato seguito allo sgombero senza programmare pronte alternative dignitose. Ciò
che colpisce è il trattamento riservato ai minori, di fronte ai quali è stato
inscenato uno spettacolo non degno di un'amministrazione di un Paese civile,
capitale di uno stato fondatore dell'UE e patria del diritto.
Ciò a cui hanno assistito stamane in prima persona il Direttore della Caritas di
Roma, monsignor Enrico Feroci, e i volontari della Comunità di Sant'Egidio
presenti al campo è qualcosa che non appartiene alla nostra cultura e al
rispetto dei diritti umani e del fanciullo, che vorremmo non appartenesse alla
nostra amata città di Roma.
Abbiamo un'amara certezza: se ci fossero stati altri bambini in quel campo
invece dei bambini Rom le modalità, le attenzioni, il linguaggio, sarebbero
stati altri.
Non possiamo non ricordare in questa triste circostanza le parole di don Bruno
Nicolini, scomparso il 17 agosto scorso dopo una vita spesa al fianco dei rom:
"Chi mai pensa che un nomade sia una persona da prendere sul serio? Chi pensa
che il nomade possa essere un santo? Chi pensa che possa essere una persona con
cui discuto dell'educazione comune dei nostri figli? Lo zingaro è soltanto un
tipo a cui dare qualcosa con molto sospetto, la società lo ha già giudicato. Ma
cosa sappiamo di lui? Di quando viene svegliato nel cuore della notte per essere
sgomberato. Di quando le loro mogli non vengono accettate negli ospedali per
partorire. Come possono crescere i bambini vedendo i rappresentanti dello Stato
solo per essere mandati via dalle città?"
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