Oltre le cronache cittadine
Di Fabrizio (del 27/09/2012 @ 11:22:35, in Europa, visitato 1723 volte)
foto da
Repubblica
La notizia che circola da ieri, dell'arresto di una presunta banda di
SCHIAVISTI (chiamiamo le cose col loro nome), ovviamente è circolata rapida come
un fuoco di fascina. Non è da escludere che, come in altri casi gli arresti
siano avvenuti in tempi diversi, e per la riservatezza delle indagini tutta
l'operazione sia stata svelata a fatti compiuti. Lo dico, perché in passato mi è
capitato di seguire casi simili.
Chi si è autonominato difensore "a prescindere" dei Rom e dell'umanità
offesa, già ieri diceva che non si trattava di un'indagine contro LA RIDUZIONE
IN SCHIAVITU', bensì della solita politica anti-rom, che mira a fare dello
"zingaro" il nemico pubblico. Non intendo entrare in questa polemica dai toni
scontati; lascio anche perdere il peso che una notizia simile ha tra le cronache
di questi giorni.
Mi limito a farvi notare alcuni particolari, che probabilmente stanno sfuggendo
sull'emozione del momento:
- in effetti i titoli di giornali parlano di "una
banda di rom sfruttatori", quindi se da un lato c'è l'etnicizzazione
(scusate il termine) del crimine, e questo dovrebbe essere
proibito, dall'altro non si scrive e non si lascia intendere che
tutti i Rom lo siano, anzi, i fatti raccontati svelano
esattamente l'opposto;
- come lettori siamo portati a pensare che azioni simili siano
quasi sempre estemporanee e magari dettate da opportunità
politiche, io invece sono convinto che in diversi settori le
varie politiche repressive (perché di REPRESSIONE si tratta,
buona o cattiva che sia) vadano coordinandosi a livello europeo;
faccio un esempio: il fatto che contemporaneamente un'operazione
simile sia
avvenuta in Francia, dobbiamo leggerlo come una coincidenza
o no?
Dopo oltre una ventina d'anni che, fortunatamente per ragioni indipendenti
dalla mia professione, frequento anche l'ambiente dei mendicanti, posso dire:
- da un lato, c'è chi lo fa, o continua a farlo, per la sua
condizione di miseria, di volta in volta considerandolo come un
lavoro o come una semplice necessità. Senza essere costretto a
farlo da bande organizzate di criminali, ma solo dalla
propria condizione personale. Se il paragone non appare
azzardato, è un discorso simile a quello (altrettanto datato)
della prostituzione, anche se immagino che le tariffe siano
diverse;
- dall'altro lato, in tutti questi anni, via via ho sentito
parlare di traffico di persone dalla Bosnia (anni '90), dal
Kosovo (anni 2000) e sempre più spesso dalla
Romania. Ma 20 anni fa mi ricordo di cronache simili che
accompagnavano l'arrivo delle ondate di immigrati dal nord
Africa, dove i Rom non c'entrano. Quindi l'idea che mi son fatto
non è di una TARA CRIMINALE presente in questo o in quel popolo,
ma di un business che sia alimento della miseria.
Business che esiste (è sempre esistito, anche quando toccava agli Italiani
partire per TERRE LUNTANE), non lo nego. E non nego che siano indagini delicate,
soprattutto per la condizione delle vittime, di cui dopo nessuno si interessa
più. Ma, visto il ripetersi decennale di cronache simili, col tempo mi si è
formata in testa una domanda, a cui non riesco a dare risposta:
- è immaginabile l'esistenza di un'organizzazione straniera
che in tutti questi anni si amputa e si riforma in est Europa,
Africa, America del sud (una specie di SPECTRE dei poveri)? E'
possibile che operino da così tanto tempo in Italia senza avere
basi, accordi, coperture con ITALIANI? E perché tra i periodici
arresti non ci sono Italiani? Chi li copre?
Tutto ciò, parlando della nuda cronaca nera. Dietro, mettiamoci qualche arida
cifra:
- ad esempio, in Romania lo stipendio di un dottore si aggira
sui 500 euro, quello di un operaio sui 200 (quando c'è il
lavoro, s'intende). Per arrivare in Italia non devi affrontare
il Mediterraneo in barcone, o viaggiare nascosto sotto gli
assali di un TIR, bastano invece 24 ore di pullman e 100 euro.
Se le condizioni economiche sono queste, il razzismo diviene un
elemento secondario e continueranno ad arrivare; non ci sono
leggi, polizia o documenti che potranno fermarli. Nel contempo,
chi arriva impara presto che anche soltanto chiedendo l'elemosina o
finendo nei piani bassi della malavita da strada, si possono
guadagnare con poco sforzo e senza documenti cifre equivalenti o
superiori ad uno stipendio medio rumeno; di questo c'è qualcuno
che ne ha fatto un business. Si tratta di una massa di arrivi a
getto continuo che non ha alcun interesse a politiche di
integrazione, piuttosto adopera la strategia del mordi e fuggi.
Lo stesso discorso vale per
Spagna e Francia.
Per terminare, casi simili hanno comunque conseguenze su noi stanziali, sulle
vittime di questi traffici, su chi è Rom e non solo non c'entra con queste
storiacce, ma vive anche nel terrore (giudicate voi se esistenziale o reale) che
i propri figli cadano preda dei trafficanti o piuttosto degli assistenti
sociali. Paura sottopelle e diffusa, che può coniugarsi tanto nel foraggiare il
meccanismo politico-industriale della sicurezza, che nel nostro timore di
fare la carità di fronte ad una mano tesa.
Anch'io, sul fare la carità ho le idee confuse. Ripropongo le
riflessioni di un po' di tempo fa, e vediamo se è possibile ripartire.
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