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Di seguito tutti gli interventi pubblicati sul sito, in ordine cronologico.
 
 
Di Fabrizio (del 01/09/2012 @ 09:12:44, in Italia, visitato 1315 volte)

Segnalazione di Giancarlo Ranaldi

Fanpage.it La ragazza rom accusata del tentato rapimento di una neonata torna a Ponticelli, dove nel 2008 una folla inferocita aveva assaltato e incendiato i campi della zona e costretto centinaia di persone a fuggire. Angelica racconta ai microfoni di fanpage.it la verità su quello che accadde in quei giorni.

Angelica Varga torna per un giorno a Ponticelli. La giovane rom accusata del tentato rapimento di un neonato nel maggio del 2008 quando aveva appena 15 anni: episodio che scatenò la violenza razzista ai danni della comunità rom, gli incendi e il pogrom di anziani, donne e bambini. Angelica è stata condannata a quattro anni di reclusione, trascorsi tra il carcere minorile di Nisida e una casa famiglia della provincia di Napoli. A fine maggio ha scontato la sua pena ed è tornata libera. Ha deciso di parlare ai microfoni di fanpage.it e raccontare la sua verità. Nega l’accusa di rapimento e racconta la sua versione dei fatti. Lo fa tornando proprio in via Argine, per un giorno, davanti agli ex campi dove vivevano centinaia di suoi connazionali.

Prova a cacciare le paure e guardare quei campi incendiati dall’ignoranza e dagli affari criminali. In un italiano impeccabile, Angelica parla del suo passato e del suo futuro, riannodando i ricordi che aveva provato scrivere in un diario mentre era in comunità. Napoli, i magistrati che l’anno giudicata "era solo una bambina", gli operatori sociali e i volontari che l’hanno accolta e sostenuta, il popolo Rom, sono solo alcuni dei temi che affronta. E poi la "pena", quella "dentro e fuori al carcere", afferma, "è la prima cosa che mi viene in mente ricordando questi anni". Eppure Angelica non si arrende e guarda al futuro. Tornerà in Romania per riabbracciare la sua famiglia e sua figlia che oggi ha cinque anni. A nemmeno vent’anni, la giovane originaria della Transilvania rivendica il diritto a una vita per "provare almeno ad assaggiare la felicità".

Eppure, prima di partire, sa di lasciare un pezzo di sé in Italia. Il nostro Paese non ha esitato a condannare una ragazzina di 15 anni e deve fare ancora i conti con la xenofobia, con la povertà e con le paure verso culture diverse.

A cura di Giuseppe Manzo e Alessio Viscardi

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Di Fabrizio (del 02/09/2012 @ 09:18:30, in lavoro, visitato 1210 volte)

Mediaroma

C'è tensione tra i Rom lavoratori agricoli, che giungono a Karasu (distretto Sakarya - Marmara) per la raccolta delle noci, ed il mukthar della Yeni Mahalla, O.B. Gli abitanti si lamentano che le tende dei Rom creerebbero inquinamento visivo. Il mukthar chiede che le tende vengano tolte dall'ingresso della Yeni Mahalla. I Rom, che lavorano e vivono in condizioni estremamente dure, hanno paura di perdere, causa la reazione dei residenti, l'unico lavoro che hanno durante l'estate.

Le famiglie rom di vari insediamenti in Tracia e nelle regioni egee della Turchia, migrano ogni estate in cerca di lavoro in campagna. Durante questi periodi possono esserci problemi con i residenti delle zone agricole. L'ultimo esempio è quello di Karasu.

I lavoratori agricoli rom sono invitati ad andarsene dall'area dove hanno piantato le tende, a causa dell'inquinamento visivo. Quando il governatore locale ha rifiutato di portare avanti la richiesta, alcuni residenti hanno iniziato una campagna dentro di lui, dicendo che "difende i Rom invece dei residenti locali". Il mukhtar si è unito alla protesta. Inoltre, ci sono lamentele, e si dice che il tasso delle rapine in zona sarebbe aumentato vertiginosamente con l'arrivo delle famiglie rom. Sembra anche che i residenti vogliano unirsi per provocare una reazione comune contro i Rom.

Le famiglie rom aspettano con ansia che le autorità giochino un ruolo di mediazione con i residenti locali. Altrimenti, se fossero costrette ad abbandonare prematuramente la zona, potrebbero patire la fame, non avendo redditi alternativi.

Source: Sakarya Rehberim

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Di Sucar Drom (del 03/09/2012 @ 09:07:52, in Italia, visitato 1221 volte)
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Di Fabrizio (del 04/09/2012 @ 09:13:28, in media, visitato 1575 volte)

Da Roma_Daily_News

Ci è gradito informarvi sul progredire del film sulla lingua romanì, iniziato circa 2 anni fa ed in via di completamento entro ottobre 2012.

Il film sperimentale "Talking Letters" intende rappresentare una lingua che è un caso straordinario di sopravvivenza alle avverse circostanze  sociali, economiche, politiche ed educative.

Mostrando testimonianze di Rom dall'Austria, Lituania, Moldavia, Romania ed Ucraina, il film fornisce un sguardo interno sulle differenti realtà dei Rom che - contro ogni pressione verso l'assimilazione - stanno seguendo una loro strada nel mantenere, trasmettere e promuovere la loro lingua.

Vi invitiamo a visitare il nostro sito web, perché possiate condividere alcuni frammenti video e fotografie del nostro viaggio. Potete anche lasciarci un messaggio sulla nostra pagina Facebook.

Talking Letters team: Angelika Herta, Pavel Braila, Lilia Braila

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Di Fabrizio (del 05/09/2012 @ 09:10:50, in Italia, visitato 1385 volte)

NO(b)LOGO Aug. 28th, 2012 at 11:45 AM

Sono ritornato lunedì 27, dopo due anni e mezzo di (mia colpevole) assenza, nel campo di Tor de Cenci.
La foto è relativa alla visita del 2010, quando stava prendendo piede la minaccia della chiusura del campo.
La didascalia diceva "11" anni e nulla è cambiato, prendendo spunto dalla foto di Tano d'Amico che documentava lo sgombero del Casilino 700 [sindaco Rutelli, le deportazioni pro Giubileo messe in atto dal clericale ex-radicale sindaco di sinistra (?)].

In questi due anni e mezzo qualcosa è cambiato, e molto in peggio, in quanto il campo ha subito l'assedio violento da parte della giunta Alemanno, ed in particolare la rabbiosa ostilità della vicesindaco e responsabile delle politiche sociali.
E' bene ricordare che Belviso ha costruito la sua carriera politica sulla promessa ai "benpensanti" del quartiere della rimozione della comunità di Tor de' Cenci. La comunità rom, composta in buona parte di bambini ed adolescenti, trattata come un problema di decoro urbano, monnezza da portare fuori dagli sguardi fuori dal confine del raccordo anulare.

In questi due anni e mezzo sono successe tantissime cose. La più dolorosa la morte di George (11 mesi), morte evitabilissima, se chi amministra avesse avuto a cuore la sicurezza dei residenti del campo più degli interessi elettorali.

In questi due anni e mezzo il Comune ed il Municipio hanno fatto di tutto per portare al degrado una struttura che, con tutti i limiti degli italici campi rom, era non disastrosa.

Nel 2010 Tor de' Cenci non era il disastro di adesso. A questo proposito c'è la testimonianza di Marco Squicciarini (responsabile CRI per i ROM) che mi diceva: "sono rimasto sorpreso da questo campo. spero rivedano i progetti di smantellamento. per me ci sono altre priorità in altri campi senza luce, fogne ed acqua". [Si veda anche : Roma, Tor de' Cenci: una follia il progetto di spostare le famiglie Rom a Castel Romano]

Fabio Grilli, un reporter attento e molto presente sul territorio, racconta molto bene come si riesca a far diventare un "campo nomadi modello" un "campo tollerato" (agosto 2011).

Nei mesi successivi il campo tollerato è diventato secondo Alemanno: "un campo dichiarato inagibile dalla Asl".
Premesso che la dichiarazione di inagibilità non c'è mai stata. Il sindaco centurione dovrebbe assumersi tutte le responsabilità di questo degrado.

Alla fine la pressione della giunta, un misto velenoso di promesse e minacce, ha convinto parte dei residenti del campo, la comunità macedone, ad accettare la "deportazione" al costosissimo nuovo lager de La Barbuta.

Su La Barbuta scrivo lager a ragion veduta: basta guardarne le foto per rendersene conto, e basta la sentenza dell'8 agosto scorso in cui la II sezione del tribunale civile di Roma che ha bloccato le deportazioni.

Con una azione tanto dimostrativa e simbolica quanto dispendiosa ed inutile, le ruspe hanno demolito a Tor de' Cenci i containers lasciati vuoti dalla comunità macedone.

Un'altra parte dei residenti di Tor de' Cenci, la comunità bosniaca, non ha ceduto alle pressioni ed è rimasta in quel che resta del campo.

Questa la situazione che ho trovato a Tor de' Cenci lunedì.
Un campo tra le macerie ed una popolazione reduce da un bombardamento, ma ancora determinata a non andare via ed a ritrovare una vita degna nel quartiere.

Fortunatamente lunedì, a dare uno stop all'assedio, è arrivato un pronunciamento del TAR che ha sospeso lo sgombero del Campo ed ha sancito il "dovere dell'amministrazione di adottare tutte le misure idonee a ripristinare, almeno temporaneamente, adeguate condizioni igienico-sanitarie nel campo Nomadi e nelle aree circostanti".

E' una tregua ... di una battaglia che sarà lunga.
Questo BLOG sarà schierato a favore dei diritti dei residenti del campo di Tor de' Cenci, 180 persone, di cui almeno la metà minori. Cittadini italiani e bosniaci (ogni famiglia ha qualche componente con cittadinanza italiana) che chiedono dignità ed il diritto alla scolarizzazione, al lavoro, alla salute ed all'abitare.

Bibliografia:

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Di Fabrizio (del 06/09/2012 @ 09:10:51, in media, visitato 1643 volte)

Deastore.com

Una giovane Rom di nome Rebecca inizia a soli sei anni un forzato e lungo viaggio itinerante, che dal Sud America l'ha portata in Europa e infine in Italia. Una vita la sua, intrisa di drammi e dolori. Sgomberi forzati delle baracche, incendi nei campi di Napoli, lunghe notti all'addiaccio nei giardini pubblici di Milano, all'interno di vagoni abbandonati. Rebecca ha però una capacità fuori dal comune, un dono innato: comunica con i colori. Il fascino per la pittura la attrae fin dalla nascita e disegna usando quello che trova, bastoncini, mattonelle colorate e addirittura sassi. Finché qualcuno non le regala una scatola di tempere. Questo è il suo primo quaderno di appunti, e questa è la sua storia. Età di lettura: da 9 anni.

Autore/i: Rebecca Covaciu
Editore: UR Editore
Collana: Atena
Prezzo deastore.com (info) € 11.70
Costo di Spedizione: 0€ GRATIS con Posta Standard Dettagli
Formato: Libro in brossura, illustrato
Data di pubblicazione: 2012
Disponibilità (info) 3 giorni lavorativi
ISBN: 8897547117
ISBN 13: 9788897547112

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Di Sucar Drom (del 07/09/2012 @ 09:15:14, in blog, visitato 1378 volte)

Roma, il "campo nomadi" La Barbuta ha un carattere discriminatorio
Azione legale di ASGI e Associazione 21 luglio: il Tribunale di Roma ha ordinato lo "stop" agli ingressi delle famiglie rom, sotto accusa procedure di assegnazione, regolamento discriminatorio e ghettizzazione...

Napoli, Angelica: «Sono Rom, ma non ladra di bambini la mia verità sui roghi di Ponticelli»
Il suo nome è entrato negli annali come esempio - più unico che raro - di cittadina rom condannata per sequestro di persona. Si chiama Angelica Varga, sta per compiere venti anni, gli ultimi quattro trascorsi in cella: una vicenda per...

Don Bruno Nicolini è scomparso, il ricordo di Peslingo
Don Bruno Nicolini è scomparso. Questa notizia rattrista moltissimi sinti che l’hanno conosciuto di persona, specialmente noi sinti di Bolzano. Don Bruno è stato il primo sacerdote che ci ha portato in casa la grande parola di Dio, io avevo si o no 5 anni quando l'ho conosciuto...

UNAR: un silenzio assordante!
E' passato più di un mese dal mancato rinnovo del contratto al Direttore dell'Ufficio Nazionale Antidiscriminazioni Razziale ed Etniche (UNAR) e tutto tace. Nessuna notizia dal Dipartimento per le Pari Opportunità sotto la Presidenza del Consiglio...

CERD ONU, allarmante aumento dei fenomeni di incitamento all’odio razziale in Italia
I risultati emersi dallo studio elaborato da un network di associazioni italiane sono preoccupanti: in Italia si registra un aumento dei fenomeni di incitamento all’odio razziale legati ai discorsi...

Mantova, "Alain e i rom" al Festivaletteratura
Sabato 8 settembre al Festival Letteratura di Mantova sarà presentato il volume "Alain e i rom", dalle ore 17.45, presso l'Aula magna dell’Università di Mantova. L'evento vede la presenza degli autori Emmanuel Guibert, Alain Keler e Frédéric Lemercier con Alberto Sebastiani, esperto di graphic novel...

Mantova, la Strategia "Men Sinti"
L'associazione Sucar Drom ha promosso nella Provincia di Mantova la Strategia locale "Men Sinti" per attuare le indicazioni della Commissione europea, contenute nella Comunicazione n. 173/2011. La Strategia locale "Men Sinti" è stata promossa in un quadro di partnership esteso, su cui si è lavorato nel 2011, per incidere in maniera seria, costruttiva e profonda nella realtà mantovana...

Sinti e Rom: il glossario
Pubblichiamo una prima bozza del glossario utilizzato dall'associazione Sucar Drom e dall'Istituto di CulturaSinta. Questa pagina è un work in progress, ovvero sarà integrata e modificata nel tempo in relazione agli approfondimenti e agli studi svolti dai membri dell'Istituto di Cultura Sinta e dagli stimoli che arriveranno dall'esterno...

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Di Fabrizio (del 08/09/2012 @ 09:15:41, in Regole, visitato 1564 volte)

A Case Study of Italy - by Claudia Tavani - Brill.com

L'uso di meccanismi che si focalizzano puramente sulla protezione dei diritti umani individuali, è sufficiente a proteggere l'identità culturale delle minoranze? Si può ottenere di più adottando un sistema che applichi i principi di eguaglianza e non-discriminazione, e che comprenda il riconoscimento al diritto collettivo dell'identità culturale. Cultura ed identità culturale sono davvero importanti per identificare gruppi ed etnie. Ma i Rom sono un gruppo etnico? Per rispondere alla domanda, l'Italia viene usata come caso di studio nell'illustrare i limiti delle disposizioni anti discriminazioni e la necessità di riconoscere il diritto collettivo all'identità culturale.

Nota biografica
Claudia Tavani, Ph.D. (2010) in Giurisprudenza, Università dell'Essex, coopera con diverse OnG ed università, inclusa quella di Cagliari. Suoi interessi di ricerca sono l'identità e i diritti culturali, la tutela delle minoranze, la non-discriminazione, i diritti collettivi ed umani in generale.

Indicato
A quanti interessati alle questioni delle minoranze, all'uso dei diritti collettivi nella tutela dell'identità culturale delle minoranze e delle istanze di Rom e Sinti.

Table of contents
Acknowledgements;
Abstract; List of Abbreviations; Introduction
Book Outline;
1 Chapter I: An overview of the Roma and their culture
1.1 Introduction: the importance of recognising the Roma as an ethnic group;
1.2 Culture and cultural identity;
1.3 Historical background;
1.4 The Roma today: main characteristics and identification;
1.5 Conclusions: the Roma as an ethnic and transnational minority;
2 Chapter II: The definition of minority and the protection of Roma in international law instruments
2.1 Introduction;
2.2 Article 27 International Covenant on Civil and Political Rights;
2.3 International Labour Organisation Convention 169 on Indigenous and Tribal Peoples;
2.4 The 2005 United Nations Declaration on the Rights of Indigenous Peoples;
2.5 The Organisation for Security and Cooperation in Europe;
2.6 The Council of Europe and the Framework Convention for the Protection of National Minorities;
2.7 The European Charter for Regional of Minority Languages;
2.8 Conclusions;
3 Chapter III: The protection of minority rights through individual human rights
3.1 Introduction;
3.2 The principles of equality and non-discrimination as a full realisation of the rights of minorities;
3.3 The protection of minorities in the European Union;
3.4 The United Nations instruments and their jurisprudence ;
3.5 The European Convention on Human Rights and the Framework Convention for the Protection of National Minorities;
3.6 Conclusions: de facto equality, affirmative action and special measures as ways to protect minorities;
4 Chapter IV: Individual v. Collective rights
4.1 Introduction;
4.2 The added value of collective rights;
4.3 The protection of collective rights in international instruments;
4.4. The debate between supporters and critics of collective rights;
4.5 Collective rights and cultural identity? ;
5 Chapter V: The case of Italy
5.1 Introduction;
5.2 Background information on the Roma in Italy;
5.3 The Italian legal system;
5.4 The juridical status of the Roma in Italy;
5.5 Measures “in favour” of the Roma?;
5.6 Conclusions and final remarks;
Conclusions; Appendix I ; Appendix II; Appendix III ; Appendix IV ; Appendix V; Bibliography; Table of Cases; Index.

€170.00 - $233.00

Author: Claudia Tavani
Category: Human Rights and Humanitarian Law - Minority & Group Rights
BIC2: International human rights law, International law

Volume: 3
Series: Studies in International Minority and Group Rights
ISSN: 2210-2132

ISBN13: 9789004202610
Planned Publication Date: October 2012
Edition info: 1
Version: Hardback
Publication Type: Book
Pages, Illustrations: xiv, 380 pp.
Imprint: Martinus Nijhoff
Language: English

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Di Fabrizio (del 09/09/2012 @ 09:05:03, in casa, visitato 1374 volte)

Il Resto del Carlino - REGGIO EMILIA di Federico Malavasi

I Sinti in via Gramsci (Artioli) - Il Comune ha deciso di spostare alcune famiglie del campo di via Gramsci

Reggio Emilia, 3 settembre 2012 - LA COMUNITA' sinti di via Gramsci si prepara a traslocare. E' infatti di pochi giorni fa (precisamente del 31 di agosto) il via libera ad un provvedimento dirigenziale del Comune che stabilisce la realizzazione di due nuove microaree - una a San Maurizio e una sempre a Mancasale - destinate ad ospitare le famiglie che attualmente vivono nel campo alla periferia nord della città. Questo intervento rappresenterebbe un ulteriore passo in avanti sulla strada del progetto, approvato dal consiglio comunale nell'ottobre del 2007 e finito al centro di una lunga scia di polemiche, che si era prefissato lo scopo di migliorare le condizioni abitative della comunità sinta, «andando oltre il concetto dei campi sosta».

E così, dopo la prima microarea creata in via Felesino - a Villa Cella - si apre ora un'ulteriore valvola di sfogo per gli abitanti del sempre più affollato campo di via Gramsci. Sulla scia dell' ‘esperimento' di Villa Cella, il Comune ha quindi individuato due aree idonee ad ospitare le famiglie sinti, una in via Beretta (a Mancasale) e l'altra in via Zannoni (un'area di campagna non molto abitata nella zona est della città, non lontano da San Maurizio).

L'INTERVENTO, si legge nel documento di piazza Prampolini, prevede «per ciascuna nuova microarea l' ‘urbanizzazione' di un terreno di 660 metri quadri, la pavimentazione della zona per il parcheggio di roulotte e case mobili, la realizzazione di 5 colonnine per l'allaccio di acqua ed elettricità, due servizi igienici, un impianto di illuminazione e uno di smaltimento di acque di scarico e piovane». I lavori, puntualizzano dal Comune, verranno portati a termine in meno di un anno dal loro inizio. Per quanto riguarda i costi, si stima una spesa di 230mila euro, finanziati per il 90% (207mila euro) da fondi regionali. Fondi (261mila euro in tutto per la provincia di Reggio) che la giunta di viale Aldo Moro ha sbloccato nel giugno scorso per il «miglioramento delle condizioni di vita nei campi nomadi». Un provvedimento che ha fatto andare su tutte le furie il capogruppo della Lega in sala del Tricolore Giacomo Giovannini («Appuriamo che Errani ha più a cuore i nomadi che i terremotati»).

DI TUTT'ALTRO tenore invece l'accoglienza riservata alla notizia dagli abitanti del campo sosta di via Gramsci. «Ben vengano le microaree - esulta Silvio Truzzi, che il campo di Mancasale lo ha visto nascere -. Qui ci sono quasi 40 ‘campine', e, quando ci siamo tutti, siamo circa in 300. E più le famiglie si allargano, più serve spazio». Uno spazio che in via Gramsci ormai non c'è più. «Le casette sono una attaccata all'altra . Non c'è privacy e se per disgrazia dovesse scoppiare un incendio sarebbe un disastro. Con queste nuove sistemazioni si potrebbero invece avere spazi idonei per vivere dignitosamente». Qualche perplessità in più invece riguardo alle dimensioni ipotizzate per le nuove microaree. «Per 660 metri quadri - continua Truzzi - non vale nemmeno la pena di iniziare i lavori. Nel giro di due anni, con l'arrivo di figli e nipoti e il conseguente ampliarsi delle famiglie, si sarebbe ancora da capo. Ne servirebbero almeno mille». Il progetto si preannuncia comunque tutto in salita. Il rischio è che - vista anche la non semplice situazione economica - si scoperchi un ‘vaso di Pandora' ancora peggiore di quello di Villa Cella.

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Di Sucar Drom (del 10/09/2012 @ 09:23:57, in Italia, visitato 1096 volte)
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