NO(b)LOGO Aug. 28th, 2012 at 11:45 AM
Sono ritornato lunedì 27, dopo due anni e mezzo di (mia colpevole) assenza, nel
campo di Tor de Cenci.
La foto è relativa alla visita del 2010, quando stava prendendo piede la
minaccia della chiusura del campo.
La didascalia diceva "11" anni e nulla è cambiato, prendendo spunto dalla foto
di Tano d'Amico che documentava lo sgombero del Casilino 700 [sindaco Rutelli,
le deportazioni pro Giubileo messe in atto dal clericale ex-radicale sindaco di
sinistra (?)].
In questi due anni e mezzo qualcosa è cambiato, e molto in peggio, in quanto il
campo ha subito l'assedio violento da parte della giunta Alemanno, ed in
particolare la
rabbiosa ostilità della vicesindaco e responsabile delle
politiche sociali.
E' bene ricordare che Belviso ha costruito la sua carriera politica
sulla
promessa ai "benpensanti" del quartiere della rimozione della comunità di Tor
de' Cenci. La comunità rom, composta in buona parte di bambini ed adolescenti,
trattata come un problema di decoro urbano, monnezza da portare fuori dagli
sguardi fuori dal confine del raccordo anulare.
In questi due anni e mezzo sono successe tantissime cose. La più dolorosa
la
morte di George (11 mesi), morte evitabilissima, se chi amministra avesse avuto
a cuore la sicurezza dei residenti del campo più degli interessi elettorali.
In questi due anni e mezzo il Comune ed il Municipio hanno fatto di tutto per
portare al degrado una struttura che, con tutti i limiti degli italici campi
rom, era non disastrosa.
Nel 2010 Tor de' Cenci non era il disastro di adesso. A questo proposito c'è la
testimonianza di
Marco Squicciarini (responsabile CRI per i ROM) che mi diceva:
"sono rimasto sorpreso da questo campo. spero rivedano i progetti di
smantellamento. per me ci sono altre priorità in altri campi senza luce, fogne
ed acqua". [Si veda anche :
Roma, Tor de' Cenci: una follia il progetto di
spostare le famiglie Rom a Castel Romano]
Fabio Grilli, un reporter attento e molto presente sul territorio, racconta
molto bene come si riesca a
far diventare un "campo nomadi modello" un "campo
tollerato" (agosto 2011).
Nei mesi successivi il campo tollerato è diventato secondo Alemanno: "un campo
dichiarato inagibile dalla Asl".
Premesso che la dichiarazione di inagibilità non c'è mai stata. Il sindaco
centurione dovrebbe assumersi tutte le responsabilità di questo degrado.
Alla fine la pressione della giunta, un misto velenoso di promesse e minacce, ha
convinto parte dei residenti del campo, la comunità macedone, ad accettare
la "deportazione" al costosissimo nuovo lager de La Barbuta.
Su La Barbuta scrivo lager a ragion veduta: basta guardarne le foto per
rendersene conto, e basta la
sentenza dell'8 agosto scorso in cui la II sezione
del tribunale civile di Roma che ha bloccato le deportazioni.
Con una azione tanto dimostrativa e simbolica quanto dispendiosa ed inutile, le
ruspe hanno demolito a Tor de' Cenci i containers lasciati vuoti dalla comunità
macedone.
Un'altra parte dei residenti di Tor de' Cenci, la comunità bosniaca, non ha
ceduto alle pressioni ed è rimasta in quel che resta del campo.
Questa la situazione che ho trovato a Tor de' Cenci lunedì.
Un campo tra le macerie ed una popolazione reduce da un bombardamento, ma ancora
determinata a non andare via ed a ritrovare una vita degna nel quartiere.
Fortunatamente lunedì, a dare uno stop all'assedio, è arrivato un pronunciamento
del TAR che ha sospeso lo sgombero del Campo ed ha sancito il "dovere
dell'amministrazione di adottare tutte le misure idonee a ripristinare, almeno
temporaneamente, adeguate condizioni igienico-sanitarie nel campo Nomadi e nelle
aree circostanti".
E' una tregua ... di una battaglia che sarà lunga.
Questo BLOG sarà schierato a favore dei diritti dei residenti del campo di Tor
de' Cenci, 180 persone, di cui almeno la metà minori. Cittadini italiani e
bosniaci (ogni famiglia ha qualche componente con cittadinanza italiana) che
chiedono dignità ed il diritto alla scolarizzazione, al lavoro, alla salute ed
all'abitare.
Bibliografia: