L'essere straniero per me non è altro che una via diretta al concetto di identità. In altre parole, l'identità non è qualcosa che già possiedi, devi invece passare attraverso le cose per ottenerla. Le cose devono farsi dubbie prima di potersi consolidare in maniera diversa.
Per cercare di comprendere il perche' delle gravi tensioni che esistono fra rom
e non rom, pero', non basta solo attribuire la responsabilita' a certe frange
estremiste dei gadje', che sono sicuramente il problema principale e piu'
immediato, ma non l'unico. Occorre anche individuare cio' che e' legato alle
diverse appartenenze all'interno della comunita' tzigana e, cosa importante,
tener conto della storia recente dell'Ungheria, che come quasi tutti i paesi
dell'est Europa ha attraversato decenni di regime comunista.
Sebbene, quando si parla di tzigani, ci si riferisca spesso ad un'unica entita'
linguistica e culturale, le cose stanno in verita' in modo un po' diverso,
poiche' le anime che compongono la comunita' sono almeno tre. Ci sono i Romungro,
i rom di lingua ungherese, che rappresentano circa il 70% degli tzigani nel
paese, i cui antenati hanno vissuto in Ungheria da cosi' tanto tempo da
diventarne elemento culturale integrante e che includono la maggior parte degli
artisti e degli intellettuali. Ci sono poi i Vlach (20% del totale), discendenti
degli zingari fuggiti dalla Romania dov'erano tenuti schiavi nel XIX secolo, che
parlano la lingua Lovari. Infine, i Beas (10%) che parlano un antico dialetto
rom, giunti in terra magiara due secoli fa.
Tutto questo crea inevitabili incomprensioni perche' non e' solo la lingua che
differenzia le varie anime che compongono la comunita', ma e' la stessa
concezione di "appartenenza". I Romungro si sentono sia tzigani che ungheresi.
Un mix di due culture in cui credono di aver assorbito il meglio di entrambe,
essendosi da tempo spogliati di tutto cio' che ritenevano in contrasto con una
convivenza civile con i gadje'. I Vlach e i Beas, invece, respingono
generalmente qualsiasi tipo di integrazione, rimanendo attaccati agli usi e alle
tradizioni degli antenati, rifiutandosi in molti casi di imparare la lingua ed
essendo refrattari a dare un'istruzione ai loro figli.
Ma a parte il fattore che riguarda le strade separate percorse dai vari gruppi,
come molte altre cose, i problemi in Gyöngyöspata e non solo in Gyöngyöspata,
hanno origine dal comunismo, ovvero dal suo crollo. Nel periodo comunista, tutti
dovevano lavorare. Chi non lo si faceva, andava in prigione. Il regime comunista
non ha mai voluto considerare gli zingari come minoranza, ma piuttosto come un
problema sociale. Nel 1961, il Partito Socialista Ungherese dei Lavoratori,
scriveva: "Nonostante alcune caratteristiche etniche, i Rom non costituiscono
una nazionalita'. Coloro che lo affermano preservano la segregazione degli
zingari e rallentano la loro integrazione nella societa'". Gli zingari erano
dunque, come tutti gli altri, semplicemente dei proletari che avevano bisogno di
essere costretti nel sistema, solo piu' indisciplinati.
Sono stati di conseguenza relegati in soluzioni abitative di scarsa qualita' e
costretti alla fatica, come tutti gli altri. La maggior parte dei Rom lavorava
nelle citta', nelle fabbriche o nei cantieri edili. Quelli di campagna
lavoravano in aziende agricole di piccole dimensioni o nei villaggi, impiegati
nella raccolta della frutta o scavando nei campi. Il regime non voleva che
ottenessero una maggiore istruzione, perche' aveva bisogno di manodopera non
qualificata e a buon mercato. Cosi', gli tzigani, come comunita' e come etnia,
sono scomparsi per lungo tempo, assorbiti e diluiti nel sistema socialista.
Ma quando quel sistema e' collassato in modo quasi improvviso nel 1989, il
problema dei Rom, come molti altri a cui il comunismo aveva promesso risposte
definitive, si e' riproposto in modo, per molti versi, piu' acuto di prima.
Quando le fabbriche e gli impianti produttivi hanno chiuso alla rinfusa, sono
stati i lavoratori non qualificati e di basso livello - rom in particolare - ad
essere maggiormente penalizzati e a restare praticamente senza niente di cui
vivere. La crisi economica successiva, poi, ha fatto il resto. Si consideri che,
negli ultimi due anni, la disoccupazione rom e' aumentata dal 15% all'85%. E
oggi sembra che gli tzigani siano entrambe le cose: sia una minoranza etnica che
un problema sociale.
In assenza di lavoro, i poveri si sono affidati al welfare. La mungitura del
sistema e' diventata cosi' una strategia per sopravvivere. I sussidi di
disoccupazione, di maternita', l'assegno per figli e molti altri piccoli
benefici, davano almeno la possibilita' di vivere. Non certo per diventare
ricchi, ma per uno stile di vita accettabile, e non solo per chi era tzigano, ma
per chiunque si trovasse in condizione di profonda poverta'.
Cio' e' durato per quasi vent'anni. Per tenere bassa la tensione sociale e'
stato scelto di dedicare sempre piu' fondi al welfare, senza far nulla per
creare occupazione o ricostruire un tessuto produttivo nel quale tutte queste
persone povere potessero trovare occupazione. Tutti i governi che si sono
succeduti da allora, sia di sinistra che di destra, hanno scelto l'immobilismo e
di non fare niente al riguardo. Cosi' lo Stato si e' indebitato sempre di piu',
arrivando al punto, oggi, da non poter piu' sostenere la spesa sociale. Di
questo, cioe' dell'impoverimento del paese, nonostante ad usufruire del welfare
siano e siano stati soprattutto i non rom - gli zingari sono solo un terzo delle
famiglie in poverta' assoluta - sono ciononostante i rom ad essere accusati, in
quanto individuati come i soli ad aver "munto" lo stato.
C'e' inoltre la questione della criminalita'. Esistono due linee di pensiero
ovviamente in antitesi fra loro: c'e' chi considera gli zingari solo delle
vittime, colpevoli di nient'altro se non di essere quello che sono, ed e' l'idea
per cui lottano gli attivisti e le organizzazioni che si occupano della difesa
dei diritti delle minoranze etniche e culturali vestendo i panni di difensori
della comunita' rom, e chi, invece - praticamente la stragrande maggioranza
degli ungheresi -, la pensa in modo diametralmente opposto.
Cio' genera odio in entrambe le comunita' e la gente ha esperienza quotidiana di
questo conflitto. A scuola, molti sono i bambini non rom in conflitto con i loro
compagni rom. E' quindi qualcosa che si radica nelle coscienze fin dall'infanzia
e spesso sono i genitori stessi ad indicare ai propri figli l'altro come un
probabile pericolo. Non sono piu' isolati ormai i casi in cui ci sono
aggressioni, sia da parte che dall'altra. Si formano gruppi e bande di giovani
al cui naturale conflitto che anima un po' tutti gli adolescenti, si aggiunge
anche l'odio etnico. Sono a volte episodi terribili fatti di faide anche cruente
in cui a farne le spese, spesso, sono sempre le persone piu' deboli. I bambini e
le donne. Gadje' o rom che siano. In mezzo a tutto cio', non mancano pero'
manifestazioni di civile convivenza, in cui le due parti si incontrano e si
rispettano, ma perche' cio' sia possibile e' necessario che alla base ci sia una
educazione, civile ed etica, possibile solo con la scolarizzazione piu' ampia
che istruisca i giovani e li sottragga alla strada ed alle attivita' illecite.
Uno dei reati che piu' fa infuriare i gadje' di Gyöngyöspata e' il furto di
frutta e verdura dai loro giardini. Gli alberi da frutto sono sempre stati una
risorsa per la popolazione locale, ma nessuno si preoccupa piu' di prendersene
cura perche', ogni volta che i frutti arrivano a maturazione, gli alberi vengono
saccheggiati. D'altro canto non si puo' neppure impedire a chi non ha un lavoro
e non sa come nutrire i figli, di appropriarsi di qualcosa che gli e' necessario
alla sopravvivenza, anche se appartiene a qualcun altro. Il conflitto e' dunque
fra chi possiede qualcosa, anche se poco, e chi non ha davvero niente.
E' quello che le autorita' chiamano reato di sopravvivenza, che in qualche modo
e' diventato accettabile e la polizia generalmente tollera. Ma anche se e' cosi'
a livello politico, cio' non rispecchia la realta' quotidiana, e non fa altro
che aumentare l'intolleranza della gente comune, sempre piu' arrabbiata, verso i
rom che vengono considerati "protetti" nei loro reati, anche se si tratta di
reati di misera entita'. Tutto questo senza che qualcuno abbia il coraggio di
porsi la domanda: se le parti fossero invertite le cose andrebbero diversamente?
Di Fabrizio (del 07/11/2011 @ 09:52:58, in media, visitato 1698 volte)
Lunedì 14 novembre - ore 21.00 Circolo ARCI Martiri di Turro - Via Rovetta
14, Milano - ingresso gratuito, con tessera Arci
proiezione di "Ho
incontrato anche zingari felici" (Skupljaci perja) – Jugoslavia
- 1967 di Aleksandar Petrovic
Presenta la serata Ivana Kerecki - Coordinamento Nazionale per la Jugoslavia
secondo appuntamento della terza edizione della rassegna di film "HO
INCONTRATO ZINGARI FELICI" (Maladilem bachtale Romenca - da Upre Roma),
organizzata dall'associazione La Conta, in collaborazione con
l'associazione Aven Amentza - Unione di Rom e Sinti, con l'associazione
ApertaMente, la redazione di Mahalla e con il circolo ARCI
Martiri di Turro
E' stato il primo
film di successo ad affrontare l'argomento. Alterna scene di vita che oggi
definiremmo di maniera, ad uno sguardo attento e partecipe alla vita
comunitaria, ai suoi amori e dissidi. Fu forse anche il primo film che illustrò
il supposto nomadismo di Rom e Sinti, non come uno loro necessità di viaggiare,
ma legato a motivazione precise. Ciononostante, non è un semplice
documentario, una trama sottile collega le scene che descrivono il loro modo di
vita, nel quadro del complesso tentativo della Jugoslavia di allora di
integrare le sue diverse etnie e popolazioni.
Segnò anche il
successo internazionale di Bekim Fehmiu, attore di origine albanese morto a
giugno 2010, conosciutissimo in Italia per la sua interpretazione di Ulisse
nell'Odissea televisiva alla fine degli anni '60.
Il volume rappresenta un'assoluta novità nel panorama della letteratura
giuridica italiana. Si tratta, infatti, della prima
opera che cerca di fornire una visione completa, aggiornata e interdisciplinare
dei problemi giuridici relativi alla
condizione in Italia delle persone appartenenti alla minoranza dei Rom e dei
Sinti. I capitoli fanno riferimento a
molteplici aspetti con ricadute di rilievo tanto per la giurisprudenza
costituzionale che per quella ordinaria, ma anche
per il diritto dell'UE e la giurisprudenza della Corte europea dei diritti
dell'uomo. Sono così approfonditi tutti gli aspetti
della condizione delle singole persone (italiane, straniere o apolidi) e dello
status della minoranza in sé, le norme
statali e regionali rilevanti, le prassi istituzionali e i problemi di
discriminazione, le raccomandazioni e le proposte
emesse da organismi internazionali. Le analisi vanno a toccare il diritto
costituzionale, pubblico e regionale, il diritto
amministrativo e urbanistico, il diritto penale e processuale penale, il diritto
civile, il diritto del lavoro, il diritto
internazionale e dell'Unione europea. Sono presenti altresì riflessioni di
diritto comparato (Francia, Spagna, Ungheria,
Romania, Stati dell'ex-Jugoslavia), nonché analisi empiriche sulle prassi
amministrative e giudiziarie. Oltre ad analisi
svolte da giuristi accademici, l'opera contiene contributi di magistrati e
avvocati, ma anche di sociologi, politologi,
epidemiologi, antropologi e linguisti scelti tra coloro che più si sono distinti
nello studio del mondo rom e sinto. Sono
altresì presenti contributi di rappresentanti di istituzioni statali italiane,
della Commissione europea, del Consiglio
d'Europa e dell'OSCE, nonché testimonianze di rappresentanti
dell'associazionismo rom e sinto. L'appendice
contiene un'articolata bozza di progetto di legge elaborata dai curatori.
In questa direzione ci piacerebbe organizzare anche con gli autori alcune
presentazioni del volume (per il quale nessun autore o curatore percepisce
diritti d'autore) in diverse città italiane, magari mantenendo lo stile con cui
è stato costruito il convegno prima e il libro poi, ovvero avvicinando
collaborativamente accademici, istituzioni e terzo settore, e in particolare le
associazioni in cui si esprime la partecipazione di Rom e Sinti, e
contestualmente discutendo le ipotesi di progetto di legge. In tali eventi si
potrebbe presentare il volume (per il quale nessuno riceve alcun diritto
d'autore) e discutere anche le ipotesi di progetto di legge. Ci comunichi ogni
idea in proposito, per poterci organizzare insieme e anche con l'editore Giuffré.
Nello stesso spirito, ti invitiamo a diffondere l'informazione sul volume su
siti internet, e a segnalarlo a riviste per recensioni.
Nonostante il grande lavoro per immaginare il convegno prima, e per realizzare
il volume in seguito, continuiamo a pensare che tutto ciò non sia altro che un
punto di partenza, e ci piace pensare che la nostra collaborazione possa
continuare su questo tema, così importante.
Con molta cordialità e sincera riconoscenza,
Paolo Bonetti, Alessandro Simoni e Tommaso Vitale
INDICE
TOMO I
PAOLO BONETTI, ALESSANDRO SIMONI e TOMMASO VITALE Presentazione. La condizione giuridica di Rom e Sinti in Italia: dall'ascolto
e confronto alla proposta
....................................................... 1
GIORGIO NAPOLITANO Telegramma del Presidente della Repubblica
........................................... 11
Sezione I
INTRODUZIONE
PAOLO BONETTI I nodi giuridici della condizione di Rom e Sinti in Italia
......................... 15
Sezione II
ASPETTI GENERALI
DIETER HALWACHS Possiamo dire che Roma, Sinti, Calé, ecc. sono un'unica minoranza
linguistica?
...............................................................................................
127
FRANCESCO PALERMO Rom e Sinti come minoranza. Profili di diritto pubblico italiano e comparato
e di diritto internazionale
............................................................ 151
SERENA BALDIN Le minoranze rom in Europa: proposte classificatorie e accomodamento delle
istanze identitarie
........................................................................... 175
GIANNI LOY Diritto e legislazione su Rom e Sinti "dal nostro punto di vista"
............. 203
ALESSANDRO SIMONI Il "problema di una gente vagabonda". Retrospettiva sulla percezione degli
"zingari" nella cultura giuridica italiana
........................................... 225
TOMMASO VITALE Gli stereotipi che ingombrano politiche e rappresentazioni
........................ 255
ANNA RITA CALABRÒ Segregazione urbana e debolezza delle politiche sociali
............................. 273
Sezione III
ASPETTI DI DIRITTO COMUNITARIO E INTERNAZIONALE E DI DIRITTO DEGLI STRANIERI
MATTEO FORNARA I principi di base comuni sull'inclusione sociale dei Rom e dei Sinti
elaborati dagli organismi dell'Unione europea
............................................ 293
JAMES A. GOLDSTON e COSTANZA HERMANIN Corti europee e cause pilota: una finestra d'opportunità per combattere la
discriminazione dei Rom in Italia?
......................................................... 303
DELFINA BONI La libera circolazione dei Rom e dei Sinti all'interno dell'Unione europea
.......................................................................................................
321
GIULIA PERIN L'applicazione ai Rom e ai Sinti non cittadini delle norme sull'apolidia,
sulla protezione internazionale e sulla condizione degli stranieri comunitari ed
extracomunitari
..........................................................................363
GRÉGOIRE COUSIN e FRANCESCA MARIANI Il passepartout dell'"ordine pubblico". Politica e diritto nelle prassi di
allontanamento dei "rumeni detti rom" in Italia e Francia
........................ 415
Sezione IV
BREVE CASISTICA DI MODELLI EUROPEI
FERNANDO REY MARTÍNEZ L'uguaglianza razziale/etnica e i Gitani in Spagna: fatti, garanzie,
prospettive
.............................................................................................
457
KATALIN KELEMEN Tutela giuridica della minoranza rom nell'ordinamento giuridico ungherese
......................................................................................................
477
SIMINA TANASESCU Protezione giuridica e inclusione sociale della minoranza rom in Romania
......................................................................................................
505
MARIA DICOSOLA Strumenti di protezione giuridica delle comunità rom negli stati
dell'ex-Jugoslavia
............................................................................................
527
CHRISTOPHE LE BERRE Categorie giuridiche e identità etnica nel diritto francese: dalle gens du
voyage alla "questione rom"
................................................................. 553
Sezione V
EGUAGLIANZA, DISCRIMINAZIONI E AZIONI LEGALI
MARZIA BARBERA I Rom e i paradossi del diritto antidiscriminatorio
.................................. 587
TIZIANA VETTOR Il lavoro delle persone rom e sinti, tra esclusione e interventi promozionali
613
ALESSANDRO MAIORCA Il quadro degli strumenti di tutela giuridica in Italia contro le
discriminazioni nei confronti delle persone rom e sinte
......................................... 625
VICTORIA VASEY Casi riguardanti Rom e Sinti presentati presso la Corte europea dei diritti
dell'uomo
........................................................................................
647
ALBERTO GUARISO Azione civile antidiscriminatoria e tutela dei Rom: ipotesi su un sodalizio
mancato
...........................................................................................
659
EVA RIZZIN e ANGELICA BERTELLINI Istigazione all'odio razziale e discriminazioni nel discorso pubblico
italiano. Dai rapporti di ricerca alle cause strategiche
.................................. 673
PALMINA TANZARELLA La propaganda d'odio razziale nel discorso pubblico. Alcune riflessioni
.. 691
TOMO II
Sezione VI
INTEGRAZIONE, PARTECIPAZIONE E COMUNICAZIONE
FEDERICO FURLAN Rom e Sinti nelle legislazioni regionali
.................................................... 703
NANDO SIGONA Discriminazione, cittadinanza e partecipazione politica
.......................... 739
GIULIO ENEA VIGEVANI Obblighi dei mezzi di comunicazione e prevenzione della stigmatizzazione
....................................................................................................
747
Sezione VII
I DIRITTI A CIRCOLARE, A SOGGIORNARE E AD ABITARE
CECILIA CORSI I diritti delle persone rom e sinte alla circolazione, al soggiorno e
all'abitazione
........................................................................................
759
ANTONIO TOSI Le politiche abitative per i Rom e i Sinti
................................................ 791
NICOLA BASSI Le diverse forme di abitazione dei Rom e dei Sinti nel diritto amministrativo
e nel diritto urbanistico
............................................................. 805
ELENA PACIOTTI Le condizioni abitative dei Rom e dei Sinti in Italia di fronte ai suoi
obblighi internazionali e comunitari: i rapporti dell'Agenzia dell'Unione
europea per i diritti fondamentali
........................................................... 813
GIOIA SCAPPUCCI e ROVENA DEMIRAJ Il diritto all'abitazione di Rom e Sinti: gli obblighi dell'Italia alla luce
della giurisprudenza del Comitato europeo dei diritti sociali relativa
all'articolo 31 della Carta sociale europea (riveduta)
.............................. 823
LORIS LEVAK Libertà di circolare e soggiornare e diritto alla casa: il punto di vista di
un Rom
................................................................................................
841
FABRIZIO CASAVOLA Politiche abitative sinte e rom
................................................................ 843
LIVIO NERI I profili giuridici dello sgombero degli insediamenti abusivi
..................... 849
Sezione VIII
I DIRITTI LINGUISTICI, CULTURALI E DELL'ISTRUZIONE
GIOVANNI POGGESCHI I diritti linguistici dei Rom e dei Sinti: una nuova sfida per la tutela
giuridica della diversità
...............................................................................
861
VALERIA PIERGIGLI I diritti culturali e dell'istruzione delle persone rom e sinte
...................... 893
ELENA ROZZI Discriminazioni dei minori rom e sinti rispetto al diritto all'istruzione:
uno sguardo socio-giuridico
.................................................................... 941
DIMITRIS ARGIROPOULOS Diritto alla cultura e all'educazione in una prospettiva romanì
.............. 969
ELISABETTA CIMOLI Gli interventi di volontariato a sostegno scolastico dei Rom e Sinti
......... 983
GIORGIO BEZZECCHI Mediazione culturale: uno strumento fondamentale
................................ 991
MASSIMO MAPELLI Interventi e opportunità sociali per contrastare l'esclusione urbana dei Rom
.....................................................................................................
997
Sezione IX
FAMIGLIA E DIRITTI DEI MINORI
ELISABETTA LAMARQUE La tutela legale della famiglia
................................................................ 1007
PAOLO MOROZZO DELLA ROCCA Il diritto alla vita privata e familiare, i diritti dei bambini rom e sinti e
la loro tutela
..........................................................................................
1021
CARLOTTA SALETTI SALZA Le adozioni dei minori rom e sinti in Italia. Risultati di una recente
ricerca sulla prassi tra il 1985 e il 2005
.................................................. 1047
Sezione X
IL DIRITTO ALLA SALUTE
FULVIA MOTTA e SALVATORE GERACI L'accesso di Rom e Sinti al diritto e alla tutela della salute
..................... 1065
LORENZO MONASTA La condizione di salute delle persone rom e sinte nei campi nomadi
......... 1081
Sezione XI
ASPETTI PENALI E PROCESSUALI
LUCA MASERA Il diritto penale di fronte a Rom e Sinti
.................................................. 1099
FRANCESCO VIGANÒ La giurisprudenza sui reati commessi da Rom e Sinti nei confronti dei minori
...................................................................................................
1109
GIULIO UBERTIS Multiculturalismo e processo penale
........................................................ 1127
LORENZO TRUCCO Le persone rom e sinte nel processo penale e nell'ordinamento penitenziario
........................................................................................................
1137
LAURA LAERA L'applicazione delle misure di protezione e il trattamento penale dei minori
nomadi
..........................................................................................
1145
SABRINA TOSI CAMBINI Chi ruba i bambini? I risultati di uno studio sui casi di presunto tentato
rapimento di minori gagé da parte di Rom nel periodo 1986-2007 .........
1155
Sezione XII
LE SFIDE PER IL FUTURO
ANDRZEJ MIRGA Crimini d'odio contro Rom e Sinti nell'area OSCE: una tendenza pericolosa
....................................................................................................
1169
MAURIZIO CERMEL Rom e Sinti: cittadini senza patria o popolo europeo transnazionale?
...... 1185
NICOLAE GHEORGHE Non si tratta di un «problema rom», né «europeo», si tratta di un «problema
rumeno»
......................................................................................
1213
MICHAEL GUET Le misure contro il razzismo e l'intolleranza a protezione dei popoli rom e
sinti: le raccomandazioni del Consiglio d'Europa
................................. 1231
TOMMASO VITALE e LORIS CARUSO Ripensare le politiche a livello locale dentro il quadro di una tutela
nazionale delle minoranze
.......................................................................... 1241
Sezione XIII
VERSO UNA LEGGE ITALIANA PER IL RICONOSCIMENTO E LA TUTELA DELLA MINORANZA DEI
ROM E DEI SINTI?
OLGA MAROTTI Verso una legge italiana per il riconoscimento delle minoranze rom e sinte?
........................................................................................................
1263
MAURIZIO PAGANI Tra "legge" e "questione sociale"
............................................................ 1271
GIANCARLO PEREGO Non ai margini, ma al centro: verso una legge italiana per il riconoscimento
e la tutela delle minoranze dei Rom e dei Sinti? ...........................
1275
APPENDICE
UN'IPOTESI DI PROPOSTA DI LEGGE: NORME PER LA TUTELA E LE PARI OPPORTUNITÀ DELLA
MINORANZA DEI ROM E DEI SINTI
PAOLO BONETTI, ALESSANDRO SIMONI e TOMMASO VITALE Relazione generale
..................................................................................
1281 Bozza di proposta di legge: indice e articolato
.......................................... 1295
Io e
Paul Polansky siamo seduti al bar uno di fronte all'altro. Sul tavolino tanti libri e due bicchieri di birra. So che la sera mi aspetta un compito non facile: dobbiamo presentare il suo
ultimo libro uscito da appena 2 giorni, e ovviamente non ho ancora potuto
leggerlo.
Per fortuna il posto è tranquillo. Paul mi ha riassunto i capitoli principali, a
cui ho dato una rapida scorsa, poi gli faccio alcune domande su quelle che mi
sembrano le questioni chiave sollevate. Ci accordiamo: durante la presentazione,
leggerò l'inizio di quei capitoli e gli porrò 2 o 3 domande per volta, altre
(spero) verranno dal pubblico, lui risponderà.
Non voglio fare una brutta figura di fronte a lui e al pubblico, così gli dico
che mentre aspettiamo darò un'altro sguardo al libro, "RANDOM", per farmene
un'idea meno approssimativa. Lui annuisce e si concentra nella traduzione in
spagnolo di alcune sue poesie.
Leggo con attenzione ma poca partecipazione l'introduzione di Pietro Marcenaro e
poi quella sua. Passo alle pagine interne, scorro la prima parte sulla Spagna. E
da questo momento termina la mia intenzione di leggere a caso e la mia
improbabile carriera di critico. Perché quando passo distrattamente al secondo
capitolo, la storia diventa un film breve e appassionante che non riesco ad abbandonare: quei
personaggi lì vedo davanti a me, reali, in tutto simili a tanti che conosco.
Riconosco il loro modo di parlare e ricordare, le strade percorse, le loro
vicissitudini, forse ne sento persino l'odore.
Ho persino paura che qualcuno possa notare il mio turbamento. Cerco di calmarlo
uscendo a fumare una sigaretta.
A parte questo, cosa potete trovare in 206 pagine, al prezzo di 18 euro?
Tante cose. Chi già conosce l'autore, troverà la risposta ad una domanda che
viene naturale farsi: come ha iniziato a vivere con gli zingari e perché ha
iniziato a scriverne. Chi non lo conosce, potrà fare un viaggio introduttivo
nella storia, cultura, religione, dei popoli rom e sinti in Europa e altrove.
Polansky è nel contempo un antropologo severo ed un testimone partecipe. Ama
ripetere: "Vivo tra gli zingari come uno studioso, ma ne scrivo con le loro
parole e la loro mente." ...Le loro parole e la loro mente: ecco il senso
del turbamento che descrivevo prima, perché Polansky sa anche essere scrittore
di razza. Asciutto, fotografico.
E poi, il libro va letto anche per le piccole chicche:
come quando racconta di un Rom scampato alla guerra, che nel 1948 aiuta
un Tedesco residente nei Sudeti ad abbandonare la Cecoslovacchia comunista,
che stava espellendo tutti i cittadini di origine tedesca;
o di quando ricorda un suo viaggio nel deserto del Rajastan: giunto nei
pressi di un accampamento zingaro, questi gli chiesero se voleva ascoltare
la loro musica. Si misero a suonare, ed eruppe una musica che a decine di
migliaia di km. e a secoli di distanza, assomigliava in tutto al cante
hondo dei gitani.
Lasciamo il libro per un momento, e facciamo un confronto:
Non voglio dilungarmi, il libro potrà anche stupire o far discutere, visto
che l'argomento ZINGARI rimane scottante. L'importante è approcciarlo con la
serietà e la passione necessarie.
Termino riportando l'ultima pagina del libro, per la sola
ragione che è bella:
Vivendo con loro ho scoperto che le differenze tra loro e me sono così
piccole che a volte non riesco a vederle affatto. L'amore delle madri per i
loro figli mi ricorda l'amore della mia per i suoi sette figli. Infatti, ho
notato che le madri, e in generale le famiglie gitane, sono molto più
premurose di quanto non siano le famiglie europee o americane di oggi. Gli
Zingari anziani non vengono messi in case di cura come fossero dei lebbrosi
ma, al contrario, vengono accuditi e rispettati nella propria casa e dalla
propria famiglia. Ciò non accade spesso nella civiltà occidentale.
So che, quando sarò vecchio, sarà probabilmente una famiglia di Zingari a
prendersi cura di me fino alla mia morte e non uno dei miei quattro figli.
Grazie Dio, per aver creato gli Zingari. Possano essi ereditare la terra,
come Dio ha promesso loro!
(mi-lorenteggio.com) Buccinasco, 07 novembre 2011 - Stamane alle ore 8.00 si
doveva tenere la demolizione forzata delle ville dei Sinti, per dare esecuzione
ad un'ordinanza, ma, ciò non è avvenuto perché parte delle demolizione stava
avvenendo, come stabilito. Tutti i dettagli nel video
Di Fabrizio (del 09/11/2011 @ 09:13:46, in Italia, visitato 1828 volte)
NdR: Motivazioni che personalmente non condivido, ma che trovo legittime. Le riporto per puro dovere di cronaca, perché mi sembra solo una ripicca (tra
fratelli coltelli) che, dopo settimane di discussioni, questa presa di posizione
pubblica (in privato lo si sospettava da un po')
sia arrivata a soli 2 giorni dalla
manifestazione del 9 novembre.
(da
youtube) Sempre
per dovere di cronaca, potete trovare gli aggiornamenti in diretta della manifestazione su
Twitter.
Federazioneromani.wordpress.com - 7 novembre 2011 - "Sembra che nessuno voglia riconoscere che la storia contemporanea ha creato
un nuovo genere di esseri umani – quelli che sono stati messi nei campi di
concentramento dai loro nemici e nei campi di internamento dai loro amici".
(Hanna Arendt)
In occasione della prossima manifestazione nazionale dei Rom e dei Sinti,
promossa a Roma per il prossimo 9 novembre, la Federazione Romanì esprime la
propria dissociazione dalla piattaforma rivendicativa e ritira l'adesione
all'iniziativa.
Il documento unitario che convoca la manifestazione pone soluzioni abitative che
non superano la concezione stessa dei campi nomadi, e, al contrario, ne
rafforzano "l'utilità" indirizzando un agire istituzionale distorto che continua
a intervenire proponendo soluzioni speciali, "differenziate", su una categoria
di persone inventata: " i nomadi"
La Federazione Romanì afferma in maniera forte e chiara la centralità del
diritto alla casa come il tema decisivo della partecipazione attiva e come
elemento centrale di un riconoscimento e una considerazione imperniati sui
diritti di una minoranza storica e significativa anche per consistenza numerica.
E' ancora forte il pregiudizio in base al quale i Rom rifiutano di vivere nelle
case perché vogliono vivere nei campi nomadi o all'aria aperta o in aree e
terreni a "larghi orizzonti"; questi pregiudizi la popolazione romanì li ha
pagati duramente in termini di emarginazione ed esclusione sociale, culturale e
politica.
Sono pregiudizi prodotti anche dall'impreparazione del volontariato,
dall'utilitarismo delle cooperative sociali che gestiscono i campi "nomadi",
dalla negligenza e inettitudine istituzionale nel confrontarsi con una minoranza
ascoltandola ed interloquendo direttamente.
Quella dei campi, dei "villaggi attrezzati" e delle "microaree", oltre ad essere
un'anomalia tutta italiana, è una soluzione "differenziata",
discriminante e segregante, e spesso sono le autorità che spingono le famiglie
rom a vivere in questi luoghi di ghettizzazione che strutturano un sistema di
apartheid proposto esclusivamente alla popolazione romanì.
Vogliamo dunque dichiarare che anche la popolazione romanì aspira ad
un'abitazione "normale" per superare definitivamente ogni forma di
segregazione/emarginazione abitativa, e vorrebbe poter essere presa in
considerazione per accedere alle case dell'edilizia popolare, definendone la
progettazione, le tipologie e le modalità.
Ridurre il fabbisogno abitativo alle forme truccate del campo "nomadi" è
un'azione di efferata violenza e disumanizzazione.
La Federazione Romanì, le 18 associazioni e le persone che la compongono (tutte
attive professionalmente sul territorio Italiano) credono che sia arrivato il
momento di offrire alla minoranza romanì risposte politiche e di politica
abitativa adeguate che facciano superare, senza alcuna possibilità di falsa
interpretazione, la logica segregante dei campi nomadi e che, allo stesso tempo,
restituiscano dignità alla coscienza collettiva del Paese.
La manifestazione del 9 novembre rischia di generare equivoci su un tema così
importante; inoltre è basata su presupposti di contrapposizione che al momento
non possiamo comprendere, vista la recente assegnazione (11 luglio 2011) alla 1°
Commissione della Camera dei Deputati della proposta di legge per il
riconoscimento della storica minoranza etnico-linguistica.
Nazzareno Guarnieri – presidente Federazione Romanì
GLI ADERENTI ALLA FEDERAZIONE ROMANI' Graziano Halilovic – Ass. Romà onlus di Roma,
Ass. RomSinti@Politica Teramo
Demir Mustafa – Amalipè Romanò di Firenze,
Vesna Vuletic – Ass. Idea Rom Onlus Torino,
Ass. Azunen Romalen di Napoli,
Coop. Pralipè di Pescara,
Sergio Suffer – Nevo Gipen di Brescia,
Loris Levak – Ass. Rom Kalderash di Venezia,
Vojkan Stojanovic – Ass. Romano Pala Tetehara di Collegno (TO),
Mauro Priano – ASD Amalipè di Palermo,
Ass. Tikanè Assiem di Isernia,
Centro Studi Ciliclo Roma
Ass. Sassarè Lamè Isernia,
Ass. Paparuga di Torre del Greco,
Saska Jovanovic – Ass. Romnì Onlus Roma
Carlo Stasolla – Ass. 21 Luglio Roma
Marco Brazzoduro – Coop. Antica sartoria rom Roma
Fattoria sociale Bravalipè Chieti
Dal 17 al 19 novembre alle ore 21.00 - il 20 novembre alle ore 18.00 Piccolo Teatro Campo d'Arte - Via dei Cappellari, 93 (Presso "Campo dei
Fiori") ROMA
Scritto e interpretato da Antun Blazevic (Tonizingaro)
Musiche del Maestro Nicola Serban (Cimbalon)
Spettacolo teatrale ironico e di denuncia, con la partecipazione di
musicisti rom. L'immaginaria lettera che un Rom, fuggito negli anni '90 dalla
ex-Yugoslavia in Italia, scrive al fratello rimasto nel paese di origine. Ironia
tagliante che fa riflettere sulla condizione dei Rom in Italia, presentati in
questa mise-en-scene come benestanti cittadini ben integrati nella società
italiana. Fantasie che un uomo racconta ai suoi cari ma che soprattutto racconta
a se stesso; una favola che fa sorridere e fa riflettere. Soprattutto perché
dall’altra parte dell’Adriatico il fratello rom risponde alla lettera in un modo
davvero inaspettato…
Di Fabrizio (del 10/11/2011 @ 09:11:08, in lavoro, visitato 1453 volte)
Segnalazione di Maria Di Lucia
Sfilata di moda 'rom' Nuovi modelli ma anche stimolo
alla tolleranza
(ANSA) - BUDAPEST, 6 NOV - Una sfilata di moda per combattere i pregiudizi e far
conoscere la cultura e le tradizioni del popolo Rom: e' quanto avvenuto ieri
sera nel cuore della capitale ungherese Budapest dove, al Museo delle Belle
Arti, e' stata organizzata da Romani Design una sfilata con le nuove creazioni.
''Diminuire i pregiudizi contro i Rom, e limitare il piu' possibile il crescente
numero di conflitti in seno alla societa' attraverso la moda'' e' stato
l'obiettivo che Romani Design si e' proposto.
Da
youtube: Attivista per
i diritti dei Rom e fondatrice del Romani Design Studio, Erika Varga organizza
una sfilata di haute couture che spera contribuirà a abbattere i
pregiudizi. Durata: 00:51
Di Fabrizio (del 11/11/2011 @ 09:22:16, in Italia, visitato 1448 volte)
Nella giornata del 7 novembre è stato attuato l'ennesimo intervento di
polizia nei riguardi dei rom rumeni presenti sul nostro territorio, con lo
sgombero di circa quaranta persone, tra le quali tre bambini minori di cinque
anni e due donne in stato di gravidanza, accampati da circa due mesi sotto il
ponte di via Baracca nel Comune di Firenze. Le forze dell'ordine, giunte
alle prime ore del mattino quando gli abitanti si erano allontanati per le
consuete occupazioni, hanno provveduto a sequestrare le tende presenti e
liberare lo spazio, sparpagliando a terra gli effetti personali. Queste persone
sono state lasciate senza alcun riparo ed è stato concesso loro di dormire
soltanto un'altra notte nella stessa zona.
Ancora una volta un intervento di forza, attuato in condizioni climatiche
sfavorevoli e senza previsione di alcuna soluzione di emergenza per garantire
alle persone una minima tutela.
MEDU, in risposta ad un'urgenza umanitaria, provvederà [...] a distribuire delle
tende per offrire nei prossimi giorni una minima protezione almeno alle famiglie
in cui sono presenti i soggetti più vulnerabili.
MEDU denuncia le modalità di un'operazione di polizia che, oltre a ledere la
dignità e minacciare il rispetto dei diritti umani e in particolare del diritto
alla salute delle persone, non può avere altra conseguenza che il peggioramento
delle loro condizioni. Da ultimo, non è possibile non rilevare come tali
operazioni siano svolte nei confronti della popolazione rom con una frequenza e
una facilità che non è permessa né accettata in alcun altro contesto di
marginalità.
Di Fabrizio (del 11/11/2011 @ 09:43:04, in Regole, visitato 1674 volte)
Intitoliamo questo siparietto "prove tecniche di dialogo". La
stessa testata un paio di settimane fa, riportava che i Sinti erano disposti
a pagare gli arretrati dovuti (rateizzandoli, immagino). Come potete leggere qui
sotto, a Stefano Cavalli della Lega Nord questo non basta. Anzi, lo manda su
tutte le furie (forse li preferisce morosi).
Pubblicato: lunedì 7 novembre 2011 - 17:16
Piacenza - Sinti di Piacenza, Cavalli (LN): "Sinti strumentalizzano i loro
stessi figli per continuare a non pagare. Comune e tribunale dei minori
intervengano per revocare loro la potestà genitoriale".
«Devo ammettere - dichiara Stefano Cavalli, consigliere regionale della Lega
Nord - che la comunità dei sinti piacentini è riuscita, ancora una volta, a
sorprendermi. Pur di non pagare i debiti accumulati per le utenze e pur di
ostacolare l'istallazione di impianti capaci di addebitare le utenze in base ai
consumi, gli occupanti del campo attrezzato di Torre della Razza ora tirano in
ballo, strumentalizzandoli nel peggiore dei modi, i loro stessi figli,
privandoli della scuola dell'obbligo. Un comportamento che si commenta da solo,
- aggiunge l'esponente del Carroccio - mi auguro solamente che l'Amministrazione
piacentina, spesso troppo accondiscendente nei confronti dei nomadi, non ceda ai
loro vili ricatti morali. Confido inoltre - conclude Cavalli - che il tribunale
dei minori si attivi quanto prima per revocare la potestà genitoriale a coloro
che stanno deliberatamente vietando ai loro figli di frequentare la scuola
dell'obbligo al solo scopo di poter continuare a consumare acqua ed energia
elettrica a sbaffo.»
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