L'essere straniero per me non è altro che una via diretta al concetto di identità. In altre parole, l'identità non è qualcosa che già possiedi, devi invece passare attraverso le cose per ottenerla. Le cose devono farsi dubbie prima di potersi consolidare in maniera diversa.
La Federazione Romanì persegue il superamento dei campi nomadi
Di Fabrizio (del 09/11/2011 @ 09:13:46, in Italia, visitato 1827 volte)
NdR: Motivazioni che personalmente non condivido, ma che trovo legittime. Le riporto per puro dovere di cronaca, perché mi sembra solo una ripicca (tra
fratelli coltelli) che, dopo settimane di discussioni, questa presa di posizione
pubblica (in privato lo si sospettava da un po')
sia arrivata a soli 2 giorni dalla
manifestazione del 9 novembre.
(da
youtube) Sempre
per dovere di cronaca, potete trovare gli aggiornamenti in diretta della manifestazione su
Twitter.
Federazioneromani.wordpress.com - 7 novembre 2011 - "Sembra che nessuno voglia riconoscere che la storia contemporanea ha creato
un nuovo genere di esseri umani – quelli che sono stati messi nei campi di
concentramento dai loro nemici e nei campi di internamento dai loro amici".
(Hanna Arendt)
In occasione della prossima manifestazione nazionale dei Rom e dei Sinti,
promossa a Roma per il prossimo 9 novembre, la Federazione Romanì esprime la
propria dissociazione dalla piattaforma rivendicativa e ritira l'adesione
all'iniziativa.
Il documento unitario che convoca la manifestazione pone soluzioni abitative che
non superano la concezione stessa dei campi nomadi, e, al contrario, ne
rafforzano "l'utilità" indirizzando un agire istituzionale distorto che continua
a intervenire proponendo soluzioni speciali, "differenziate", su una categoria
di persone inventata: " i nomadi"
La Federazione Romanì afferma in maniera forte e chiara la centralità del
diritto alla casa come il tema decisivo della partecipazione attiva e come
elemento centrale di un riconoscimento e una considerazione imperniati sui
diritti di una minoranza storica e significativa anche per consistenza numerica.
E' ancora forte il pregiudizio in base al quale i Rom rifiutano di vivere nelle
case perché vogliono vivere nei campi nomadi o all'aria aperta o in aree e
terreni a "larghi orizzonti"; questi pregiudizi la popolazione romanì li ha
pagati duramente in termini di emarginazione ed esclusione sociale, culturale e
politica.
Sono pregiudizi prodotti anche dall'impreparazione del volontariato,
dall'utilitarismo delle cooperative sociali che gestiscono i campi "nomadi",
dalla negligenza e inettitudine istituzionale nel confrontarsi con una minoranza
ascoltandola ed interloquendo direttamente.
Quella dei campi, dei "villaggi attrezzati" e delle "microaree", oltre ad essere
un'anomalia tutta italiana, è una soluzione "differenziata",
discriminante e segregante, e spesso sono le autorità che spingono le famiglie
rom a vivere in questi luoghi di ghettizzazione che strutturano un sistema di
apartheid proposto esclusivamente alla popolazione romanì.
Vogliamo dunque dichiarare che anche la popolazione romanì aspira ad
un'abitazione "normale" per superare definitivamente ogni forma di
segregazione/emarginazione abitativa, e vorrebbe poter essere presa in
considerazione per accedere alle case dell'edilizia popolare, definendone la
progettazione, le tipologie e le modalità.
Ridurre il fabbisogno abitativo alle forme truccate del campo "nomadi" è
un'azione di efferata violenza e disumanizzazione.
La Federazione Romanì, le 18 associazioni e le persone che la compongono (tutte
attive professionalmente sul territorio Italiano) credono che sia arrivato il
momento di offrire alla minoranza romanì risposte politiche e di politica
abitativa adeguate che facciano superare, senza alcuna possibilità di falsa
interpretazione, la logica segregante dei campi nomadi e che, allo stesso tempo,
restituiscano dignità alla coscienza collettiva del Paese.
La manifestazione del 9 novembre rischia di generare equivoci su un tema così
importante; inoltre è basata su presupposti di contrapposizione che al momento
non possiamo comprendere, vista la recente assegnazione (11 luglio 2011) alla 1°
Commissione della Camera dei Deputati della proposta di legge per il
riconoscimento della storica minoranza etnico-linguistica.
Nazzareno Guarnieri – presidente Federazione Romanì
GLI ADERENTI ALLA FEDERAZIONE ROMANI' Graziano Halilovic – Ass. Romà onlus di Roma,
Ass. RomSinti@Politica Teramo
Demir Mustafa – Amalipè Romanò di Firenze,
Vesna Vuletic – Ass. Idea Rom Onlus Torino,
Ass. Azunen Romalen di Napoli,
Coop. Pralipè di Pescara,
Sergio Suffer – Nevo Gipen di Brescia,
Loris Levak – Ass. Rom Kalderash di Venezia,
Vojkan Stojanovic – Ass. Romano Pala Tetehara di Collegno (TO),
Mauro Priano – ASD Amalipè di Palermo,
Ass. Tikanè Assiem di Isernia,
Centro Studi Ciliclo Roma
Ass. Sassarè Lamè Isernia,
Ass. Paparuga di Torre del Greco,
Saska Jovanovic – Ass. Romnì Onlus Roma
Carlo Stasolla – Ass. 21 Luglio Roma
Marco Brazzoduro – Coop. Antica sartoria rom Roma
Fattoria sociale Bravalipè Chieti
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