Di seguito tutti gli interventi pubblicati sul sito, in ordine cronologico.
Di Fabrizio (del 05/06/2011 @ 09:51:36, in Italia, visitato 1832 volte)
Segnalazione di Franco Marchi
di Sandra Amurri
- 27 maggio 2011
Cio' che e' santo a Messina diventa il diavolo a Milano. Perche'? Perche' lo
propone Pisapia. Il candidato che al primo turno ha sbaragliato la sindachessa
uscente del Pdl e marcia con il vento in poppa verso il ballottaggio viene
accusato da Berlusconi di voler trasformare la citta' meneghina in una
Zingaropoli solo perche' uno dei punti del suo programma recita (pag. 27):
"Anche nei confronti dei Rom come mostrano una serie di esempi positivi e'
possibile fare passi avanti innanzitutto perche' nella maggioranza dei casi si
tratta di cittadini italiani o comunitari. E' del tutto evidente che vanno
contrastate le forme di sfruttamento dei minori e le attivita' illegali: e'
possibile affrontare il problema casa guardando alle esperienze di
autocostruzione, facilitare attivita' legali di artigianato e intrattenimento
musicale per la frequenza a scuola e preparare l’uscita comunque negativa dei
campi". Esattamente quello che ha deliberato il Comune di Messina, sindaco del
Pdl quel Buzzanca condannato in Cassazione per peculato costretto dalla Corte
d’Appello entro fine mese a scegliere tra la carica di sindaco e quella di
deputato regionale. Entro pochi giorni, parola del ministro Sacconi, arriveranno
150 mila euro e 40 mila usciranno dalla casse del comune come da delibera
approvata il 15 dicembre 2010. Totale 190 mila euro "per la realizzazione di
case per famiglie Rom presenti sul territorio attraverso il sistema
dell’autocostruzione supportata da tecnici comunali e da professionisti".
Insomma a Milano dare una casa a 1361 Rom – fonte Sole 24 Ore – basta per
aleggiare lo spettro di una citta' trasformata in una Zingaropoli. Non osiamo
immaginare come sarebbe stato apostrofato Pisapia se avesse riportato nel suo
programma l’analisi di Amnesty 2010, come si legge nella delibera della giunta
messinese che descrive "la comunita' Rom come vittima di pregiudizio e
stigmatizzazione territoriale e discriminazione istituzionale. I Rom continuano
a vedersi negati i diritti di accesso all’istruzione e all’alloggio alle cure
sanitarie e all’occupazione". Pensate solo come avrebbero apostrofato Pisapia se
solo avesse ripreso una sola di queste civili parole. "E' davvero incredibile un
governo che da' soldi alla sua parte politica e a Milano criminalizza Pisapia"
afferma Elio Veltri, ex deputato Idv fuoriuscito in polemica con Di Pietro.
Di Fabrizio (del 04/06/2011 @ 09:34:56, in Italia, visitato 1399 volte)
"Dietro un campo sosta che i cittadini non vogliono, c'è quasi sempre l'ennesimo
centro commerciale, un grattacielo, un parcheggio da costruire, quasi mai
quell'area sarà a disposizione della cittadinanza... informatevi sugli interessi
immobiliari!" Considerazione amara, scrivevo così nel 2004. Una conferma:
La Nazione I cittadini sul piede di guerra per la realizzazione di una
stazione ecologica di raccolta differenziata
Pisa, 2 giugno 2011 - La cosa più singolare è il nome: si chiama «Stazione
ecologica centro di raccolta differenziata Oratoio», ma verrà realizzata a
Putignano. Il nome è sbagliato — è ancora quello del primo progetto, quando
si pensava appunto di realizzare la struttura a Oratoio, idea poi bocciata a
furor di popolo — eppure compare nella delibera ufficiale approvata in giunta a
metà maggio, con la quale poi si precisa che la stazione ecologica verrà invece
fatta a Putignano, sotto il ponte delle Bocchette, nell'area che fino a poche
settimane fa era occupata da un accampamento rom abusivo.
«Ci sono voluti anni per mandare via gli zingari e adesso arrivano i rifiuti. Un
vero affare» sbottano i residenti del locale Comitato che cerca di opporsi
all'arrivo dei cassoni dei rifiuti. «Forse siamo cittadini diversi da quelli di
Oratoio? O forse non abbiamo alzato abbastanza la voce. Di sicuro siamo stati
fregati da palazzo Gambacorti» dicono altri residenti (quasi tutti di via
Benozzo Gozzoli, via delle Bocchette, via Fagiana, via Putignano, via
Fiorentina) che hanno animato la protesta e il sit-in in sala delle Baleari,
durante il consiglio comunale di martedì, agitando dei volantini con scritto
«Vergogna». «Di sicuro siamo stati fregati due volte: la prima perché nessuno ci
ha avvertito né detto niente, neppure il Consiglio territoriale di
partecipazione che ha approvato all'unanimità dei presenti (14) la proposta di
realizzare la stazione ecologica, senza nemmeno convocare un'assemblea pubblica.
Un voto, quello del Ctp, del quale ha subito approfittato la giunta comunale che
infatti nella delibera con la quale 'condanna' Putignano, parla appunto di
scelta determinata dalle indicazioni favorevoli e unanimi del Ctp. E poi è stata
tradita un'altra promessa: l'area sotto il ponte delle Bocchette era stata
espropriata molti anni fa, ancora quando fu costruito il ponte, per realizzarvi
un polmone verde in maniera da attutire l'impatto delle nuove infrastrutture (e
questa è la destinazione del terreno). Vennero anche piantati decine di alberi.
Ci sono voluti tutti questi anni per veder crescere le piante, ma i residenti
non hanno mai potuto beneficiare di quel parco perché l'area è stata a lungo
occupata dai rom. E adesso cosa succede? Quasi tutti gli alberi sono stati
abbattuti, in fretta e furia senza dare tempo agli abitanti di fiatare. Un vero
scempio. Giù gli alberi, avanti i rifiuti. No, non ci stiamo, va trovata
un'altra soluzione».
Ma anche la politica ci ha messo lo zampino per cancellare ogni residua capacità
di sopportazione dei residenti. In apertura del consiglio comunale, martedì, il
capogruppo del Pdl, Giovanni Garzella, ha presentato un question time per
chiedere spiegazioni e subito dopo ha proposto una mozione urgente con la quale
si impegna il sindaco e la giunta a trovare un altro sito. Testo sul quale si
sarebbe poi dovuto sviluppare il dibattito e il voto. Ma così non è stato.
Ebbene, il consiglio ha infatti votato e riconosciuto l'urgenza della mozione,
ma poi non c'è stato il tempo per la discussione. Tutto rinviato al 9 giugno
nella speranza che, nel frattempo, i cassoni dei rifiuti non siano già arrivati.
Guglielmo Vezzosi
Di Fabrizio (del 03/06/2011 @ 09:16:45, in Regole, visitato 1630 volte)
Da
RomSinti@Politica
Cassazione: Illegittimo il rigetto dell’istanza di revoca della detenzione
cautelare se le motivazioni rimandano a pregiudizi e stereotipi relativi al
gruppo etnico Rom di appartenenza dell’imputato
Resa nota la decisione della Cassazione n. 17696/2010 in merito alla nota
vicenda della minore Rom accusata di aver sottratto una neonata a Ponticelli
(Na).
Per ragioni di opportunità, il collegio di difesa ha reso noto soltanto oggi
la decisione della Corte di Cassazione, V. sez. penale, n. 17696/2010 depositata
il 7 maggio 2010, con la quale era stata annullata la decisione del Tribunale
per i Minorenni di Napoli di respingere l'istanza di scarcerazione di A.V., la
quindicenne Rom accusata di avere rapito una neonata a Ponticelli (NA) nel
maggio 2008, avvenimento che scatenò la devastazione dei campi rom di
Ponticelli. La minorenne Rom era stata condannata in primo grado alla pena
detentiva di anni 3 e 8 mesi, sentenza poi confermata in appello. E' tuttora
pendente il ricorso in Cassazione.
La decisione del Tribunale per i Minorenni di Napoli aveva suscitato perplessità
e sconcerto presso il collegio di difesa dell'accusata, nonché presso
organizzazioni di tutela dei diritti dei Rom, per il ricorso da parte del
collegio giudicante ad affermazioni che rimandavano - piuttosto che a
valutazioni sulla pericolosità sociale della singola imputata - a pregiudizi e
stereotipi di matrice etnico- razziali nei confronti della popolazione Rom in
generale.
Nel rigettare l'istanza di scarcerazione, infatti, il collegio giudicante aveva
ritenuto che continuavano a sussistere i presupposti per la custodia cautelare
derivanti dal pericolo di fuga e di recidiva in conseguenza del fatto che
"l'appellante (sarebbe) pienamente inserita negli schemi tipici della cultura
rom" per cui "sia il collocamento in comunità che la permanenza in casa
risultano, infatti, misure inadeguate anche in considerazione della citata
adesione agli schemi di vita Rom, che per comune esperienza determinano nei loro
aderenti il mancato rispetto delle regole".
L'esame della situazione personale dell'interessata viene così filtrata
attraverso la sua adesione a schemi di vita tipicizzati del popolo cui essa
appartiene, che sarebbero caratterizzati in generale e tout court dal mancato
rispetto delle regole.
A detta del collegio di difesa, sembrava dunque configurarsi nel giudizio della
Corte un pericoloso principio per cui la mera appartenenza al gruppo etnico rom
renderebbe di per sé inconciliabile l'applicazione delle misure cautelari a
prescindere da una seria valutazione su basi personali ed individuali, mediante
invece l'utilizzo di una "categorizzazione" o "profilo etnico".
La Corte di Cassazione ha accolto i rilievi della difesa sostenendo che "non
è legittimo, in quanto riconducibile ad una visione per stereotipi (mal celatasi
dietro ad un generico richiamo alla "comune esperienza") marcata da pregiudizi
di tipo razziale, il riferimento agli schemi culturali dell'etnia di
appartenenza".
La vicenda presa in esame dalla Cassazione richiama una recente giurisprudenza
maturata in seno alla Corte europea dei diritti dell'uomo, nel caso Paraskeva
Todorova c. Bulgaria (CEDU, sentenza dd. 25 marzo 2010, caso n. 37193/07).
Qui, una corte bulgara, nel condannare l'imputata di origine etniche Rom, aveva
espressamente respinto la raccomandazione del pubblico ministero per
l'applicazione della pena condizionale, dichiarando che una cultura di impunità
era imperante entro la minoranza etnica Rom, così sottintendendo che la sentenza
doveva fungere da esempio per l'intera medesima comunità. La Corte di Strasburgo
ha quindi concluso che le autorità giudiziarie bulgare avevano violato il
principio del processo giusto (art. 6 CEDU), in relazione a quello di non
discriminazione (art. 14 CEDU).
Si ringrazia per la segnalazione l'avv. Cristian Valle, del Foro di Napoli.
Di Fabrizio (del 02/06/2011 @ 09:27:50, in Italia, visitato 1391 volte)
Da circa tre settimane è affissa all'esterno dell'insediamento rom di Ponte a
Quaracchi un'ordinanza del Comune di Sesto Fiorentino; si dice che il 30 maggio
alle ore 9.00 l’area deve essere abbandonata dagli "occupanti abusivi".
Non sarebbe la prima volta che le forze dell'ordine e l’azienda incaricata
della raccolta rifiuti intervengono per queste operazioni; l'ultima è stata nel
gennaio 2010 nell'area ex Osmatex: un intervento violento con le ruspe che
distruggono ogni cosa incontrino (baracche, vestiti, giocattoli, medicinali o
pentole). E la presenza di esseri umani è sempre vista più che altro come
impedimento alla bonifica e al riutilizzo dei terreni. Questo recita anche
l'attuale ordinanza: con le persone non è possibile rimuovere i rifiuti ed
effettuare gli interventi di messa in sicurezza (vista la presenza di eternit
bruciato durante l'incendio del 31 dicembre scorso); il "pericolo per la
sicurezza e l'incolumità pubblica", si dice, non è limitato ai soli
occupanti, ma esiste anche per coloro che vivono o lavorano nell’area.
Oggi come allora le Istituzioni, prima di disporre lo sgombero, non si sono
preoccupate di conoscere le persone che hanno trovato rifugio in quella
"discarica a cielo aperto", né di capire perché insistano così ostinatamente
a rimanere nelle nostre città, anche se periodicamente cacciati da un luogo
all'altro in condizioni sempre peggiori. Non è sempre stato così, le Istituzioni
locali hanno affrontato in passato altre migrazioni (ad esempio con i rom dal
Kosovo e dalla Macedonia) con atteggiamenti diversi e buoni risultati.
L'ordinanza indica la presenza di 30 persone, delle quali, si dice, non è
possibile "una puntuale identificazione". La documentazione clinica di
MEDU dice che la maggior parte delle famiglie sono stanziali e vivevano negli
insediamenti oggetto di sgombero negli anni passati.
La Regione Toscana ha avviato a inizio anno un tavolo con i Comuni limitrofi:
si è giunti a poco, se non a disporre risorse economiche per il rimpatrio dei
rom in condizioni più difficili, ma a oggi non si ha notizia di contatto con gli
occupanti.
La situazione attuale non è sostenibile e si sarebbe dovuto trovare una
soluzione alternativa e allontanare gli occupanti fin dal 31 dicembre scorso ma,
a cinque mesi di distanza, pare che lo sgombero sia l’unica soluzione, ancora
una volta violando i diritti dei rom: la normativa internazionale indica come lo
sgombero debba seguire un dialogo con gli occupanti e prevedere proposte
alternative a breve e lungo termine. Se così non fosse la sfida sarà persa e
un’esistenza dignitosa, l'istruzione per i bambini, la salute per le persone più
vulnerabili resteranno parole. Ma si tratta di diritti fondamentali e,
nell'interesse di tutti, non devono ammettere deroghe alla loro attuazione. Per
loro stessa definizione.
Medici per i Diritti Umani Onlus - Firenze - 30 maggio 2011
La salute è un diritto di tutti. Nessuno escluso.
Medici per i Diritti Umani onlus
www.mediciperidirittiumani.org
Uffici:
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Di Fabrizio (del 01/06/2011 @ 09:15:17, in Italia, visitato 1787 volte)
Ho aspettato qualche giorno a riportare la notizia qui sotto. Volevo vedere
che reazione avrebbe suscitato, ma a parte questo link non ho trovato altro.
Provate ad immaginare se le parti fossero state invertite: la campagna stampa
(bipartisan) che si sarebbe sollevata, campi rom dati alle fiamme (come a
Ponticelli), tanti Rom e Sinti onesti costretti a nascondere la loro
appartenenza per continuare a lavorare (e vivere).
C'è una fievole speranza, col cambiamento di vento di questi giorni, che
i miei diventino solo ricordi. A Milano, per esempio: la Moratti nella sua
caccia al voto aveva calendarizzato lo sgombero (senza alternative) di alcuni
campi regolari; col risultato che molti Rom per la prima volta hanno ritirato il
certificato elettorale (e votato Pisapia). Una gran bella festa che ha visto
mischiati Rom e cittadini della zona (se avete un account Facebook,
QUI). Il lavoro di tanti per arrivare a questi risultati. Cittadini come
tutti, finalmente...
Credo fortemente (Rom e Sinti a parte) che una delle letture chiave di queste
amministrative sia proprio nel concetto di "cittadinanza". Chi ha perso,
politiche precedenti a parte, ha continuato a ripetere in campagna elettorale il
tema della divisione tra un NOI e un LORO (cioè: zingari, gay, musulmani ecc.)
alla ricerca del voto moderato. Non riuscendo e non volendo capire che i
moderati, fiaccati da anni di promesse non mantenute, non si ritrovavano più in
questa DISCRIMINAZIONE, primo perché ingiusta e poi perché in questi anni non ha
risolto nessuno dei problemi posti.
Ora dovrà arrivare il momento di uscire da questa continua campagna
elettorale, governare ed affrontare i problemi. Che sono tanti e (non
illudiamoci di bastare a noi stessi), dovranno essere affrontati da tutti,
superando questo clima da "guerra civile a bassa intensità" che ci avvelena da
anni. Il centrosinistra ha dimostrato che se supera le divisioni interne, può
essere un'alternativa credibile. La destra si trova di fronte ad una svolta:
lasciarsi alle spalle le parole d'ordine dello scontro di civiltà (che non
compatta più i moderati, ma solo le frange estreme) ed evolvere in una destra
che sia anche INCLUSIVA (come lo sono anche molti loro parenti europei).
Insisto: per cambiare c'è bisogno di TUTTI. L'editoriale di ieri di
Sallusti è ancora fermo al "...io resto dell’idea che prima li mandiamo via
dalle nostre città meglio è per tutti". Non capisce, non vuole capire, che di
questo passo si prepara un'altra sconfitta.
Un vicino di casa italiano lo aveva rinchiuso in garage
Firenze, 29 mag. (TMNews)
- Un tentativo di stupro su di un bambino rom di cinque anni e' stato sventato
ieri sera per un soffio: le urla del piccolo hanno attirato l'attenzione dei
vicini di casa, che sono intervenuti all'ultimo momento utile. Il reato stava
per compiersi nella cantina di un'abitazione di Sesto Fiorentino, in via
Signorini. Terribile protagonista, un fiorentino di 37 anni, che è stato
arrestato con l'accusa di sequestro di persona, lesioni e violenza sessuale su
un minore.
Il piccolo stava giocando sotto casa, quando l'uomo l'ha adescato per portarlo
in garage, dove l'ha denudato e immobilizzato, per praticargli un'iniezione di
una sostanza non ancora precisata, ma sicuramente allo scopo di stordirlo. Le
urla del bambino sono state udite dai vicini, italiani, che sono accorsi. L'uomo
nel frattempo si e' rifugiato in casa, ma poco dopo è stato prelevato dai
carabinieri. Il minore invece è stato trasportato al Meyer per essere sottoposto
a controlli.
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