Di seguito tutti gli interventi pubblicati sul sito, in ordine cronologico.
sabato 25 giugno dalle 11.30 alle 13.00
Giardini Indro Montanelli (lato porta venezia) Corso Venezia MILANO
Dalle paure alle libere diversità
Incontro con i primi cittadini Rom che si dichiarano gay.
Conducono: Patrizia Quartieri, Consigliere Comunale del Comune di Milano e Paolo
Hutter, attivista lgbt e giornalista.
In occasione del pride, inserito nel tema della campagna 'Milano siamo anche
noi", discutiamo, serenamente di differenze, inclusione sociale e cultura.
L'appuntamento su
Facebook
Di Fabrizio (del 22/06/2011 @ 09:51:35, in lavoro, visitato 1666 volte)
Fattoriasocialeabc
L'associazione RomSinti@politica e l'azienda agricola Ciattoni di Pescara hanno
avviato le attività del progetto Fattoria sociale bravalipè, un incubatore
multiculturale formativo/lavorativo finalizzato alla occupabilità dei giovani.
La sede della fattoria è Città S. Angelo, provincia di Pescara, in Contrada San
Vittorito in un terreno agricolo di circa due ettari.
Il progetto nella sua fase di allestimento è realizzato con l'auto
finanziamento, le donazioni, il contributo di singole persone ed enti pubblici e
privati, la sponsorizzazione.
La crisi culturale e del lavoro
La crisi d'identità dei nostri ragazzi e ragazze è sotto gli occhi di tutti.
Assistiamo a fenomeni di identificazione extra culturale, organizzazioni
devianti dove i nostri giovani perdono ogni giorno un pezzo della loro vita,
della loro storia, si allontanano dall'appartenenza culturale, incapaci di
inserirsi in un mondo a loro ostile e proibito. In tale ambito ha luogo la
generazione di uno spazio discordante e virtuale dove l'inclusione sociale
diventa un tabù.
Con la promessa di un tenore di vita lussuoso e luccicante, entrano in questi
spazi inconsapevoli di ciò che li attende.
Attività illegali, gestiti da "professionisti" della mala vita reclutano le
vittime in un sistema difficilmente sfaldabile, lì vengono ridotti a pura
manovalanza, "strumenti" per arricchire e ampliare i loro imperi. Molte volte
tali emolumenti si giustificano dietro la facciata del perbenismo, aziende
impeccabili.
In altri casi, vere e proprie cosche, evidentemente criminali, si servono di
tali "risorse" declinando i rischi di responsabilità ad alibi consolidati dagli
stereotipi dell'opinione pubblica, il vecchio ma sempre funzionante capro
espiatorio.
Tali circostanze producono l'azzeramento della dignità interiore legata
all'ethos d'appartenenza in quanto codeste attività, bandite dalle regole della
tradizione, creano senso di rimorso e disistima. Un processo di svuotamento
inarrestabile dei valori morali.
Persi di vista la verità circa il senso e l'etica del lavoro, le potenzialità
interiori sono ridotti e dirottati a servizio della criminalità. Le nuove
generazioni finiscono per approdare in terreni minati, altamente pericolosi,
alienanti sul piano psicologico- identitario, dove il confine tra consentito e
non consentito è quasi saltato del tutto, un vuoto nella delimitazione fra bene
e male che lascia spazio ad altro, l'inquietudine del nulla, una ferita aperta
in cui penetrano i virus della società. Un grande vuoto incolmabile dalla
tradizione ma allettante per i mandanti del male.
Giunti a questo punto, più propriamente è in dubbio la relatività tra l'abilità
e la rappresentatività. Fenomeno denominato dalla sociologia come crisi di
identità nel ruolo sociale.
Nella società moderna l'identità è direttamente collegata e proporzionata alla
configurazione professionale,mentre oggi il giovane è impossibilitato ad auto
rappresentarsi perché è venuto meno l'esercizio di una funzione produttiva, la
sua configurazione professionale.
Abbandonati i mestieri tipici del passato ai giovani non rimane che il fantasma
di essi, l'orientamento si è perso in un mondo consumistico venerato
dall'industria, una società in cui il talento per i lavori del passato (dal "recupero" alla
"creatività", dall'agricoltura familiare all'artigianato) non si
percepisce più portatore di cultura.
Il magnetismo che regola la "giusta direzione" per il giovane non proviene più
da un sentire interiore, cioè riflesso da un pregresso culturale, ma la sorgente
di attrazione proviene dall'esterno, dai margini della comunità civile dove
fonti di "lavoro" si trovano a "buon prezzo", dove il solo requisito richiesto è
la disperazione alla vita, la pura sopravvivenza.
La "giusta direzione" si può trovare nella riscoperta di un sé a volte
misconosciuto e negato paradossalmente per primo dai giovani.
Il Progetto Fattoria sociale
Le Fattorie Sociali sono imprese agricole che offrono servizi culturali,
educativi, assistenziali, formativi e di inclusione sociale e lavorativa per
soggetti deboli o svantaggiati. L'agricoltura sociale trova le sue radici più
profonde nelle forme di solidarietà e nei valori della reciprocità che
contraddistinguono le aree rurali.
L'intreccio che si determina tra dimensione produttiva, dimensione relazionale
con le piante, con gli animali, con la natura e quella familiare e comunitaria,
ha permesso all'agricoltura di assolvere sempre più ad una funzione sociale. I
soggetti a cui si rivolge l'agricoltura sociale sono soprattutto quelle persone
che, provate da diverse forme di disagio, possono trovare nelle attività
agricole una possibilità per dare un senso alla propria vita.
Il progetto Fattoria sociale Bravalipè si propone di realizzare a Città S.
Angelo in contrada San Vittorito in un fondo agricolo di 2 (due) ettari le
attività legate alla cultura del territorio, dell'ambiente, dell'agricoltura;
attività sportiva e amatoriale, maneggio, ippoterapia, peed terapia; servizi
culturali, educativi, formativi e occupazionali.
Il progetto Fattoria sociale Bravalipè è un centro aggregativo rurale,
interculturale e multidisciplinare, rivolto ai giovani e le loro famiglie per
sviluppare percorsi individualizzati volti a migliorare l'occupabilità e la
riscoperta dei valori della ruralità e del territorio; valorizzare il capitale
umano e culturale come motore di attivazione dello scambio di conoscenze, della
fiducia, della partecipazione attiva allo sviluppo del territorio, armonizzando
in modo inedito le peculiarità del mediatore culturale ed un'assistenza
specialistica integrata.
Gli spazi della Fattoria sociale Bravalipè saranno dotati di strutture ed
attrezzature atte ad offrire servizi nei quali gli ospiti si sentano attivi e
partecipi al fine di trarre benefici sul piano culturale sociale, psicologico,
fisico e mentale attraverso l'accrescimento dell'autostima ed il miglioramento
della persona.
La fattoria sociale oltre ad essere tutoring nell'inserimento nel mercato del
lavoro incarnerà la figura professionale e innovativa dell'Agente di Sviluppo
Umano che assiste la persona disagiata nell'inserimento nella società locale.
Obiettivi generali
Il progetto Fattoria sociale Bravalipè procederà alla realizzazione e
all'implementazione degli obiettivi principali che di seguito elenchiamo:
- riproduzione dei valori di solidarietà, reciprocità e mutuo aiuto, nonché del
patrimonio storico, architettonico, culturale e creativo, che rendono tipica la
ruralità
- integrazione tra l'attività produttiva agricola e l'offerta di servizi
culturali, sociali, educativi, formativi e occupazionali, per migliorare la
qualità della vita.
- sviluppo di progetti di ricerca, sperimentazione e diffusione di innovazioni per
favorire lo sviluppo sostenibile nelle aree rurali, nonché per diffondere
modelli d'uso e di valorizzazione delle risorse produttive, ambientali e
culturali delle aree rurali, mediante le quali soggetti con bisogni e risorse
diversificate trovino risposte di qualità alle loro esigenze
- riaffermazione del valore ideale del lavoro e la sua funzione sociale e
collettiva, inteso come spinta all'attività produttrice. La riscoperta del senso
e il piacere della creatività, alla base del concetto del lavoro
- recuperare il concetto di lavoro facendo leva sul piacere che stimola al lavoro,
calarsi nel fondo delle pulsioni originarie all'attività umana dove risiede la
creatività
- la natura e la cultura come l'arte del lavoro.
Obiettivi specifici:
- accoglienza e presa in carico individuale;
- mediazione interculturale;
- orientamento al lavoro in fattoria, bilancio di competenze e inserimento;
- consulenza per l'avvio di attività auto-imprenditoriali in ambito rurale;
- attività didattiche e ricreative per il dopolavoro e doposcuola
Il progetto si articola in tre fasi:
- Allestimento del fondo agricolo: Strutture ed attrezzature per le attività
ludiche, formative, culturali, di produzione agricole, l'impiego di animali.
- Fase di programmazione e comunicazione: definizione e programmazione delle
attività, comunicazione del progetto.
- Fase di avviamento: delle attività agricole definite e programmate; delle
attività ricreative relative a cultura e natura del territorio.
Convegno con proiezione di docu-fiction
Al termine del primo anno dall'inizio dei lavori verranno argomentati i
risultati del progetto all'interno di un convegno nel quale verrà proiettato un docu-fiction (film documentario), di circa 30 minuti realizzato durante
l'espletamento del progetto stesso.
Link
Poesia - Narrativa - Teatro - Fotografia Disegno - Pittura - Scultura -
Musica Saggistica - Video - Documentario - Film. OPERE EDITE ED INEDITE - PREMI
SPECIALI PER BAMBINI E SCUOLE
PREMIO SPECIALE DEDICATO ALL'ARTISTA ROM CANA KASUM
Regolamento
1 ) Il Concorso è aperto a tutti senza alcun tipo di discriminazione. Le
lingue ammesse al concorso sono: Romanì (zingara), Italiano, Inglese, Francese,
Spagnolo.
2) Le opere devono essere inviate in un plico unico, raccomandato, nel modo
indicato nelle diverse sezioni entro e non oltre il 31/08/2011
all'organizzatore del concorso: Santino Spinelli Presidente Ass. Thèm Romanò
Via S. Maria Maggiore n.12, 66034 LANCIANO (CH) ITALIA.
Oppure tramite mail: spithrom@webzone.it
3) I membri della Giuria, composta da una Commissione Internazionale saranno
resi noti il giorno della Cerimonia di Premiazione che avverrà l 29/10/2011.
Il giudizio della Giuria è inappellabile.
5) Il verbale della Giuria e i nomi dei vincitori e dei premiati saranno resi
noti tramite la pubblicazione sul sito ufficuiale del concorso consultabile
all'indirizzo
WWW.concorsoamicorom.it).
5) La partecipazione al concorso delle opere inedite implica la cessione
gratuita dei diritti all'organizzazione per la pubblicazione su Antologia, la
quale sarà tradotta in diverse lingue.
6) Tutte le scuole di qualsiasi ordine e grado, sia pubbliche che private con i
loro alunni possono partecipare. Sulle opere dovranno essere chiaramente scritti
i nomi degli alunni, la classe e la scuola, la città e il nome dell'insegnante/i
che ha/ hanno sostenuto l'iniziativa.
7) Ogni autore può partecipare a più sezioni e a più categorie o alla stessa
categoria con più opere pagando le relative quote di partecipazione.
8) Saranno escluse (senza rimborso) tutte le opere non concernenti il tema
indicato.
9) I premi devono essere ritirati personalmente o da persone delegate, pena la
decadenza dello stesso.
10) Il concorso prevede le seguenti sezioni con le relative categorie:
Sezione Opere Inedite
Sono ammesse opere inedite che dovranno pervenire in n. 6 copie dattiloscritte
(cat. a-b-c) o n.1 copia (cat. d-e-f). Delle categorie a-b-c- solo una copia
deve recare il nome, cognome, indirizzo, nazionalità, telefono, curriculum
vitae, foto e firma del partecipante.
Cat. a) Poesia in lingua romani (zingara) standard o in uno dei dialetti.
Tema: libero. Fino a n. 3 poesie (max 50 versi). Ogni poesia deve essere munita
di traduzione in italiano o in una delle lingue internazionali (inglese,
francese, spagnolo) specificando di quale dialetto si tratta.
Cat. b) Poesia in lingua italiana, inglese, francese, spagnola. Tema: il
mondo romanò (un aspetto qualsiasi o un evento storico o un personaggio celebre
o meno o un'esperienza etc.). Fino a n. 3 poesie (max 50 versi).
Cat. c) Racconto breve in lingua romani (zingara), inglese, francese,
spagnola, o italiana che non superi due cartelle dattiloscritte (ogni cartella
equivale a 1800 battute: 30 righe da 60 battute). Tema: il mondo romanò (vedi
cat.b). Le opere in lingua zingara devono recare la traduzione in italiano o in
una delle lingue internazionali (inglese, francese, spagnolo).
Cat. d) Opera teatrale inedita (una sola copia) concernente il mondo
romanò (vedi cat.b) senza limitazioni. L'opera vincitrice potrà essere messa in
scena durante la XVI edizione della manifestazione "Prin©karanÞ - Conosciamoci.
Incontro con la cultura romanì" che includerà anche la cerimonia di premiazione
del Concorso "Amico Rom".
Cat. e) Racconto o romanzo inedito concernente il mondo romanò (vedi
cat.b) senza limitazioni.
Cat. f) Tesi di laurea o Monografia riguardante il mondo romanò (storia,
lingua, costumi, tradizioni, musica, etc.).
Sezione Arte Figurativa
Sono ammesse al concorso fotografie, pitture, disegni, sculture di qualsiasi
genere e in qualsiasi stile o tecnica purchè rechino un titolo e fissino un
momento di vita rom (o un personaggio romanò celebre o meno o un'attività
tipicamente romanì).
Le opere migliori illustreranno la VI Antologia del concorso e saranno inserite
in una grande mostra artistica internazionale. Allegare nome, cognome,
indirizzo, nazionalità, curriculum vitae, firma e foto del partecipante. Gli
autori dovranno far arrivare le opere in buone condizioni.
Cat. g) Disegno (max 3 opere) inedito con titolo eseguito singolarmente o
collettivamente con dimensione massima cm 100x70. Inviare una sola copia per
ogni disegno.
Cat. h) Fotografia (max 5 opere) inedita, con titolo, in bianco e nero o
a colori. Inviare le foto con le seguenti dimensioni: 1 ) cm 20x30 o 2) cm
30x45.
Cat. i) Le pitture o sculture (con titolo) potranno pervenire anche solo
a mezzo fotografico con una breve relazione riguardante: il titolo, la tecnica
impiegata, lo stile, il materiale usato, le dimensioni. etc.
Sezione Opera Edita
Opere pubblicate dal 1986 in poi in una delle lingue del concorso riguardante il
mondo romanò: espressioni artistiche, studi, ricerche. etc. Deve pervenire una
copia contenente il nome, cognome, indirizzo, nazionalità, telefono, foto, data
di pubblicazione, firma del partecipante e curriculum vitae.
Cat. l) Raccolta di poesia in lingua zingara (o in un'altra lingua purché
contenga almeno due poesie ispirate al mondo romanò) .
Cat. m) Racconto (in una raccolta anche solo un racconto dedicato al
mondo romanò) o romanzo (anche solo un capitolo riguardante il mondo romanò).
Cat. n) Teatro (anche solo un atto o una scena dedicato o ispirato al
mondo romanò)
Cat. o) Tesi di laurea o Monografia riguardante il mondo romanò (storia,
lingua, costumi, tradizioni, musica, etc.)
Cat. p) Musica romanì o musica ispirata al mondo romanò (Compact Disc,
musicassette, dischi, partiture musicali). Ai vincitori di questa categoria sarà
anche offerta la possibilità di un concerto da tenersi alla fine della Cerimonia
di Premiazione del Concorso "Amico Rom", nell'ambito di un Festival
internazionale di musica romanì.
Cat. q) Video, film, documentari riguardanti il mondo romanò.
Le migliori opere saranno proiettate durante la Edizione 2011 della
Manifestazione "Prin©karang Conosciamoci. Incontro con la cultura Rom"
Premi
Ai primi classificati di ogni categoria trofei e Diplomi d'Onore personalizzati,
viaggi e soggiorni (max tre giorni) a Lanciano (Chieti) completamente rimborsati
se stranieri. Fra i primi classificati di ciascuna categoria verrà scelto un
vincitore assoluto che vincerà il premio del Presidente della Repubblica
Italiana.
Ai secondi classificati di ogni categoria trofei e diplomi d'Onore
personalizzati. Ai terzi classificati di ogni categoria premi e diplomi d'Onore
personalizzati.
Numerosi premi speciali fra cui: Premio Speciale Scuola, (saranno premiati
scuole, alunni ed insegnanti), Premi alla Carriera, Premio Phralipè 2011.
PREMIO SPECIALE DEDICATO ALL'ARTISTA ROM: CANA KASUM
Quota di Partecipazione
La Quota di partecipazione è GRATIS per tutte le categorie.
I vincitori saranno segnalati alla televisione, alla stampa e alle riviste
specializzate nazionali ed internazionali.
Partecipa e fai partecipare al Concorso per far conoscere, apprezzare e
valorizzare un mondo sconosciuto.
Per agevolare il lavoro della Commissione Giudicatrice internazionale non
aspettate l'ultimo momento per inviare le vostre opere.
Di Fabrizio (del 23/06/2011 @ 09:53:51, in Italia, visitato 1504 volte)
Postato venerdì 17 giugno 2011
Alla fine il campo rom di Quaracchi è stato sgomberato. Anzi, chiuso
definitivamente, come dice il comunicato ufficiale della Regione, che parla di
persone "avviate al rientro" e di "percorsi di accoglienza". E anche i
principali giornali locali riportano la notizia con uguale serenità di toni,
come raccontassero la felice conclusione di una vicenda problematica.
Per quanto ci risulta, non è andata esattamente così. Oltre cento persone,
tra cui anziani, malati, bambini anche piccolissimi sono stati lasciati a se
stessi per quasi due anni, anzi, in questo tempo hanno subito sgomberi,
controlli, multe, sequestro del denaro per "questua molesta", e persino un
incendio. Proprio e soltanto quest'ultimo episodio ha riacceso su di loro non
diremo dei riflettori, ma almeno una timida lucina: solo allora qualcuno si è
accorto di queste persone che vivevano nel fango tra rovine piene di amianto.
Ed è proprio l'amianto che ha determinato questa "soluzione finale". Lì non
ci potevano più stare, così, dopo 6 mesi, dal famoso "tavolo" costituito dalla
Regione è uscito quello che per il Corriere fiorentino è addirittura un
"percorso di reinserimento": tutti a casa in Romania.
Nei giorni scorsi abbiamo parlato con Marzio Mori, responsabile della Caritas
fiorentina, che ha gestito lo sgombero. Mori ci ha spiegato tutti i dettagli e
le difficoltà della situazione: i comuni di Firenze e Sesto piuttosto sordi alle
richieste della Regione, e una indiscutibile carenza di risorse e di posti nelle
strutture di accoglienza, han fatto sì che, secondo Mori, il rientro assistito
fosse l'unica opzione possibile. La Caritas ha così accettato di gestire la
mediazione con le famiglie del campo, mettendo in campo allo scopo mediatori
romeni ed esponenti della Caritas di Bucarest. Curiosamente, fino a 10 giorni fa
la Caritas in quel campo non ci era mai andata, né conosceva le persone, né
aveva idea di quante e quali fossero. Tuttavia, è stata incaricata di spiegare
alle famiglie la proposta della Regione: una quota ora per rientrare in Romania,
e qualcos'altro a rate, per esser certi che non tornino subito indietro.
In effetti, mille o duemila euro a testa non sono così risolutivi per chi ha
lasciato il proprio paese per mancanza di lavoro, casa, futuro. La Romania, ci
ha spiegato Mori, è in una situazione pesante, che nei villaggi rom diventa
pesantissima: baracche autocostruite, povertà, arretratezza. Il costo della vita
è vicino a quello italiano, ma gli stipendi sono un quarto. Inoltre, fino a non
molto tempo fa il governo romeno era decisamente ostile ai rom, c'è stato un
lieve miglioramento soltanto dopo l'ingresso in Europa.
Quali prospettive si aprono dunque per queste persone, "grazie" alla Regione
e alla Caritas? Ce lo chiediamo con una certa angoscia, e con molta amarezza.
L'amarezza di chi pensa che potevamo fare di più, che ci voleva più impegno,
inventiva politica e coerenza per appuntarsi sul petto le medaglie
dell'accoglienza, dei diritti umani, della solidarietà.
Ma tant'è: rispedire a casa, con le buone o con le cattive, è la ricetta del
momento, una ricetta pratica e veloce. L'accoglienza, però, è davvero un'altra
cosa.
Di Fabrizio (del 24/06/2011 @ 09:06:20, in scuola, visitato 1539 volte)
InformarePerResistere
Hanno finito la scuola nonostante tutto, sono stati promossi nonostante
tutto...
Sono le storie di George, Ionut, Valeriu, Riccardo, Daniela, Maria, Florina,
bambini rom che vivono in situazioni impossibili, tra sgomberi e viaggi
lunghissimi per arrivare a scuola, a volte viaggi di un'ora e mezza.
Eppure hanno continuato e per loro l'imparare è diventato il traguardo che
rappresenta una garanzia per il loro futuro; tra pochi giorni potranno ricevere
le "pagelle", potranno finalmente dire "mi hanno promosso" e questa promozione
ha un valore così diverso dal nostro, non è solo l'ammissione ad una classe
superiore è il sentirsi capace, sentirsi riconosciuto e finalmente apprezzato.
Maria e Florina hanno frequentato la terza media e ora stanno facendo gli esami:
raccontano ogni giorno quale prova hanno fatto e sono felici di poter dimostrare
tutta la loro voglia di imparare.
Ogni giorno per loro è stata un'impresa continuare a frequentare, spostandosi da
varie parti della città, spesso sono andate a scuola anche nelle mattine in cui
la famiglia veniva sgomberata, senza sapere dove poi l'avrebbero ritrovata e
hanno dimostrato che nulla può fermare la crescita e l'apprendimento di chi vede
nella scuola l'unico ambiente in cui sentirsi parte di un gruppo.
Hanno imparato nomi e concetti nella lingua italiana, leggono e scrivono in
lingua italiana, conoscono poesie e poeti italiani, ma pochi italiani hanno
riservato loro sguardi benevoli.
Ora stanno cambiando gli occhi di chi li guarda e anche i loro occhi sono più
fiduciosi e sereni; con l'aiuto dei volontari della Comunità di Sant'Egidio e
della scuola" sanno leggere, scrivere, studiare….. cose apparentemente semplici
che per questi ragazzi e questi bambini diventano una ricchezza con la quale
potranno viaggiare verso una vera società interculturale.
E' possibile aiutarci al seguente indirizzo:
COMUNITA' DI SANT'EGIDIO
MILANO ONLUS
Unicredit Banca, via Carducci Milano
IBAN: IT73J0200801739000100909828
causale Rom Rubattino
Assunta Vincenti
Mamma di Rubattino
Modena2000
Proseguono gli eventi nell'ambito del progetto "Vite di Quartiere – Sguardi
inconsueti sulla periferia di Modena". Sabato 25 Giugno presso Parco della
Repubblica - via Salvo d'Acquisto – Artegenti e Amici di via Django presentano
"Vento in scatole" di Roberta De Piccoli, Daniela Bazzani, Annabella Ferrin,
Riccardo Giacobazzi – da un'interazione con la Comunità Sinti (microarea di via
Django) di Modena.
In caso di mal tempo la manifestazione si svolgerà presso la Polisportiva G.
Pini, via Pio la Torre, 61 – Modena
ore 18,30 – Conferenza dibattito: La documentazione artistica come strumento di
conoscenza, consapevolezza e integrazione.
Un esempio: la comunità sinti come soggetto d'indagine nel contesto cittadino.
Allarghiamo i confini e facciamo il punto sulle esperienze e i risultati
raggiunti in realtà geografiche vicine (Modena, Bologna, Reggio Emilia,
Mantova). Francesca Maletti, Assessore alle politiche sociali del Comune di
Modena; Loris Bertacchini, Presidente della Circoscrizione 3 del Comune di
Modena; Mario Rebeschini, Come ho attraversato la Spagna con i ragazzi sinti e
rom di Bologna (testimonianza e letture); Stefano Cattini, M.E.Z. Sinti italiani
e conversione all'evangelismo pentecostale: un rafforzamento dell'identità?
Carlo Berini, Progettare è istituzionalizzare: Sucar Drom e l'Istituto di
Cultura Sinta di Mantova; Roberta De Piccoli, Abito a Modena o Vivo a Modena? Le
curiosità, le timidezze d'approccio e gli approfondimenti di quattro artisti non
professionisti che hanno deciso di interagire con gli abitanti di una microarea
sinti della città; Simonetta Malinverno, Conosciamoci meglio! Il desiderio di
incontro è più forte della paura, Associazione "Amici di via Django"
ore 21,00 Proiezione: Laciodrom, reportage fotografico di Mario Rebeschini sui
sinti e i rom di Bologna (15 min)
Vento in scatole, testimonianza video prodotta da Roberta De Piccoli, Annabella
Ferrin, Daniela Bazzani, Riccardo Giacobazzi e dalla comunità Sinti di Modena
(40 min)
Amèn, film di Stefano Cattini sulla conversione evangelica della comunità sinti
di Reggio Emilia (20 min)
Mostra fotografica: Due occhi fanno uno sguardo.
Il campo di via Django visto attraverso gli occhi di Daniela Bazzani e di
Lorenza Malinverno.
Il percorso fotografico intende svilupparsi lungo le linee di due obiettivi che
convergono verso uno stesso orizzonte, quello della fotografa che osserva come
ospite gli abitanti e la loro vita nella microarea e quello di una giovane
ragazza sinti che lo vive quotidianamente dall'interno.
Il progetto "VITE DI QUARTIERE" è promosso dall'associazione no profit ARTEGENTI
con il sostegno del Comune di Modena, della Circoscrizione n.3 e della
Fondazione Cassa di Risparmio di Modena.
Per informazioni visitare www.artegenti.it o telefonare al 348 0782972.
Di Fabrizio (del 25/06/2011 @ 09:05:38, in Europa, visitato 2135 volte)
Osservatorio Balcani e Caucaso Bernardo Venturi 21 giugno 2011
Sono una parte importante della popolazione moldava, e guardano più alla
Russia che all'Europa occidentale. È la comunità rom. Andiamo alla sua scoperta
in compagnia di Ion Duminica, ricercatore, a volte "gagè", a volte "zingaro"
Ritratto, Moldavia - Silvia Biasutti
"Sono cresciuto subendo una doppia discriminazione: per i rom ero un gagè, un
non-zingaro, mentre i compagni di scuola mi apostrofavano come "zigano". Ion
Duminica è oggi uno dei più grandi esperti della storia e cultura rom in
Moldavia. Da quando lavora per l'Accademia delle Scienze della Moldavia ha
girato per villaggi, ascoltando tantissime storie e racconti tramandati
oralmente, le uniche fonti per ricostruire storia e tradizioni rom.
La sua doppia origine – "sono rom al 50%" – gli ha permesso ricerche
storico-culturali muovendosi da angolature diverse, ma gli ha anche creato non
pochi problemi. Per Ion non è stato facile guadagnarsi la fiducia degli abitanti
di tanti villaggi e non essere considerato come "altro".
All'Accademia delle Scienze oggi lavora presso il Centro del Patrimonio
Culturale dell'Istituto di Etimologia, impegnato dal 2004 a comprendere la
cultura e la storia rom in Moldavia, un lavoro mai fatto prima in modo organico:
l'unico testo ad ampio respiro sull'argomento risale al 1837. "Ricercando sulla
cultura e la storia rom in Moldavia facilitiamo la loro integrazione sociale e
politica nella società democratica", racconta ancora Ion.
Fotogallery:
Viaggio a Chisinau, Moldavia - Silvia Biasutti
I rom in Moldavia
Le prime tracce di presenza rom in Moldavia risalgono all'inizio del 1400. La
loro storia è caratterizzata dalla sopravvivenza di alcuni modelli etnici,
linguistici e culturali, perdurati per secoli. Un popolo che ha fatto della
diversità una delle sue caratteristiche e che viene qui chiamata "rom" solo per
convenzione.
In un censimento del 2004, i cittadini dichiaratisi rom erano oltre 12 mila,
equivalenti allo 0,36% della popolazione moldava. Stime di questo tipo,
comunque, sono del tutto parziali ed è difficile avere un'idea più precisa: chi
ha lavorato al censimento del 2004 non era di etnia rom e ciò ha portato molti
rom a non dichiararsi tali. "Un dato realistico potrebbe essere trai 200 e i 250
mila" sostiene Ion Duminica.
In Moldavia, Ion ha individuato 11 gruppi rom, differenziandoli a seconda delle
professioni, della tipologia abitativa, dell'organizzazione familiare e sociale.
Vi sono per esempio i "linguarari", artigiani che producono cucchiai nella
regione di Calaraşi, o i "lautari", violinisti, a Chişinău. "La loro posizione,
le relazioni sociali e le specifiche occupazioni tradizionali di queste comunità
sono rimaste quasi sconosciute alla comunità scientifica fino a qualche anno
fa", sostiene Ion non senza un pizzico di orgoglio.
Al momento Ion si sta dedicando con particolare attenzione allo studio delle
professioni e a come sono mutate nel tempo.
Ion Duminica
Uno dei lavori in espansione tra i rom in Moldavia è ad esempio comprare vecchie
auto e pullman dalla Germania e dalla Russia, risistemarle e rivenderle, anche
se la povera economia moldava non offre grande spazio a queste iniziative
commerciali.
"Che ne pensano i rom della Moldavia? È percepita come un Paese molto povero,
l'Europa occidentale è vista come più ricca, ma avida e ostile". Molti rom della
Moldavia negli ultimi anni si stanno spostando in Russia. Vi sono infatti legami
storici che risalgono al periodo sovietico della Moldavia, che li legano a
Russia, Ucraina e Bielorussia. Molto più radi sono invece i rapporti con i rom
della Romania.
Spesso i rom amano abitare nelle fratture sociali, negli spazi tra confini,
nelle terre di mezzo. La Moldavia, in un certo senso, ha rappresentato anche
questo, una terra di mezzo, zona di confine tra la Romania e il mondo sovietico.
"I rom moldavi comprendono sia i rom della Romania che quelli dell'area ex
sovietica" spiega Ion "ma invece tra le comunità ex-sovietiche e i rom romeni
non c'è nessuna lingua in comune".
La collina dei rom
Soroca è famosa anche fuori dai confini moldavi per la forte e stravagante
presenza rom. Con oltre 5 mila rom su una popolazione totale di 20 mila
abitanti, questo antico avamposto austroungarico ha incuriosito tanti
giornalisti e fotografi più per la "collina dei rom" che per la sua fortezza.
Situata nel nord della Moldavia e sul confine con l'Ucraina, Soroca è in
posizione ideale per commerciare e tessere rapporti verso est. I giornalisti che
hanno cercato di descrivere Soroca sono stati sfidati dallo sfarzo e dalla
ricchezza delle abitazioni, in netto contrasto con il resto della città, ma,
soprattutto, in controtendenza per molti versi rispetto agli stereotipi classici
nei confronti del mondo rom.
"Passando di notte la collina appare buia? Sì, molti vivono all'estero e
costruiscono la loro casa un po' alla volta, tantissime case sono ancora in
costruzione. Inoltre non pochi vivono in roulotte accanto alle case sontuose che
tengono per status sociale e per gli ospiti", chiosa Ion Duminica. Di certo, il
kitsch architettonico rende la collina unica e, a modo suo, affascinante.
Un partito etnico
In Moldavia le minoranze etniche ricevono sulla carta molte tutele, a partire
dalla stessa Costituzione. In più, negli ultimi anni, sono stati istituiti
alcuni strumenti specifici, quali l'Ufficio per le relazioni interetniche, la
Commissione parlamentare per le minoranze nazionali e i diritti umani e il
Centro di etnologia all'Accademia delle scienze della Moldavia, dove lavora Ion.
Il governo dal 2006 ha anche definito un piano d'azione pluriennale per la
tutela e promozione dei rom.
Nella vita di tutti i giorni la Moldavia non appare divisa da profonde fratture
etniche ma non è certo così dal punto di vista istituzionale. I rom in Moldavia
non sono mai entrati in Parlamento e, a parte l'esperienza di un sindaco rom,
non hanno mai partecipato attivamente alla vita politica. Dall'inizio degli anni
Novanta alcuni sono stati inclusi nelle liste elettorali, ma come gesto di
facciata e senza successo. Ha suscitato quindi interesse la nascita nel marzo
2010 del "Movimento Socio-Politico dei Rom nella Repubblica di Moldova" (Msrp),
di cui Ion Duminica è vicepresidente. Il partito voleva essere un modo per
favorire la partecipazione diretta dei rom alla vita politica del Paese. Il Msrp,
però, l'unico partito su base etnica della Moldavia, alle elezioni parlamentari
del 28 novembre 2010 ha riscontrato scarso successo ottenendo soltanto lo 0,14%
dei voti e il progetto sembra essersi sciolto come neve al sole.
Sono comunque molte le sfide del presente per i rom in Moldavia per arrivare ad
una reale integrazione e il rispetto dei diritti umani e civili. Il 20% circa
della popolazione rom, per esempio, è analfabeta e soltanto il 4% è laureata. Il
governo moldavo negli ultimi anni ha fatto molto, ma la strada è ancora lunga.
Di certo, un aspetto su cui consolarsi c'è: tanti Paesi dell'Unione europea
hanno legislazioni e strumenti che, per quanto riguarda i rom, sono molto più
arretrati e discriminatori.
Di Fabrizio (del 25/06/2011 @ 09:56:16, in Regole, visitato 1770 volte)
L'Espresso di Fabrizio Gatti
I moduli dati a vigili e agenti per indicare il gruppo etnico delle
persone identificate. Un censimento occulto. E vietato (20 giugno 2011)
Schedature dei cittadini in base al gruppo etnico. A Milano non se ne aveva
notizia dalla caduta del fascismo. Basta invece sfogliare alcune schede
personali, compilate dai vigili urbani durante l'era del sindaco Letizia
Moratti, per scoprire che la pratica è stata adottata per anni. E
probabilmente è ancora in corso. Il gruppo etnico di appartenenza è uno dei
campi da riempire nel modulo di identificazione. Per gli italiani, viene scritta
la formula generica: "Europeo mediterraneo". Soltanto per i rom, nomadi o
stanziali che siano, italiani o stranieri, viene precisata l'appartenenza. Sulle
schede appare appunto la scritta "rom". Fatta così è sicuramente una
discriminazione: i rom non sono cittadini europei? Ovviamente sì. Allora perché
rimarcare l'etnia di appartenenza soltanto per loro?
Ma c'è di più. Gli uffici della vigilanza urbana, ora promossa al rango di
polizia locale, avrebbero sbagliato numerose schede. I funzionari milanesi,
comprensibilmente confusi su geografia e antropologia, avrebbero schedato come
rom numerosi cittadini romeni che rom non sono. Il risultato è prima di tutto
statistico. Si tratta di solito delle schede sulle persone indagate o arrestate
con l'accusa di avere commesso reati. Così la minoranza rom si ritrova
ingiustamente accusata di crimini che non ha mai compiuto. Non solo a Milano, ma
a livello nazionale. Le schede vengono infatti consegnate al gabinetto di
Polizia scientifica della questura. E da lì, i dati sono inseriti nel casellario
centrale d'identità, potente archivio del dipartimento di Pubblica sicurezza del
ministero dell'Interno. Nessuno è in grado di calcolare quante siano le persone
coinvolte nell'errore.
La responsabilità della schedatura non è soltanto dei vigili urbani di Milano.
Le voci che appaiono sul modulo prestampato sarebbero state decise dal ministero
dell'Interno e sono identiche per tutte le questure d'Italia. Gli stessi moduli
vengono distribuiti anche ai comandi della polizia locale che hanno allestito un
laboratorio per il fotosegnalamento. E' l'operazione in cui alla persona da
arrestare o semplicemente da identificare viene scattata la fotografia di fronte
e di lato. E vengono prese le impronte digitali e i dati personali. La voce
"gruppo etnico" compare almeno dal 2008. "I moduli distribuiti alle questure e
alla polizia locale sono gli stessi", spiega un funzionario del ministero, "il
campo "gruppo etnico" è compreso tra le caratteristiche antropologiche. Ma la
sua compilazione non è obbligatoria, né consente la ricerca automatica nel
databe del casellario. Non posso cioè digitare al terminale un gruppo etnico e
avere l'elenco di tutti gli appartenenti. Gli uffici di fotosegnalamento della
polizia di Stato lasciano di solito il campo libero: il gruppo etnico viene
specificato soltanto se si è di fronte a una persona senza documenti, che non è
in grado di dare notizie sulla propria identità o nazionalità. Ma non sappiamo
quali disposizioni siano state date dai comandi di polizia locale".
Le polizie locali insomma decidono da sé. E' l'effetto della secessione della
sicurezza, tanto cara all'attuale ministro dell'Interno, Roberto Maroni, e alla
Lega Nord. Ecco alcuni casi, tra quelli scoperti da "l'Espresso". Vasile C., 25
anni, e Ioan N., 49, vengono arrestati per ricettazione. E registrati nel
casellario dalla polizia locale di Milano secondo i normali criteri: cognome,
nome, padre, madre, sesso, data di nascita, stato civile, luogo di nascita,
provincia, Stato di nascita, residenza, comune, provincia, cittadinanza,
professione, motivo del segnalamento, impronte digitali, impronte palmari e
fotografie del volto. Non basta questo alla precisione dell'identificazione? No,
i vigili compilano anche il campo "gruppo etnico": rom.
"L'Espresso" ha rintracciato gli agenti che hanno fatto le indagini, ma non il
fotosegnalamento: "Erano romeni, non rom", spiegano. Tre mesi dopo vengono
arrestati i presunti capi della banda, cinque italiani. Uno è nato a Como, due a
Gravedona e Valsolda in provincia di Como, due a Melito Porto Salvo, Reggio
Calabria. E quale può essere il gruppo etnico dei cinque? Lombardo insubrico per
i comaschi? Grecanico-ionico per gli altri due? I vigili scrivono semplicemente:
"Europeo mediterraneo", una classificazione generica che comprende milioni di
cittadini da Gibilterra a Istanbul.
Di Fabrizio (del 26/06/2011 @ 09:02:18, in media, visitato 1754 volte)
Da
Romanian_Roma
ROMA
Transition By George Lacatus
15/06/2011 - Bah Tv, un canale di nicchia per le minoranze rumene e Rom in
particolare, è stato lanciato l'8 aprile, Giornata Internazionale dei Rom. Come
nota a margine "Bah" significa fortuna in romanés. Inizialmente, la nuova
stazione televisiva trasmette online. Durante il giorno, Bah Tv trasmette musica
rom e la sera, talk show.
Il proprietario della televisione è Constantin Ninel Potirca (foto sopra),
capo di un gruppo di uomini d'affari rom, ed ex candidato alle presidenziali nel
2009. "Voglio dedicare questo successo a tutte le minoranze in Romania e
specialmente alla minoranza rom, la minoranza a cui sono orgoglioso di
appartenere. Attraverso la creazione di questa stazione, vogliamo mostrare al
mondo che possiamo ottenere qualcosa, che siamo degni di fiducia. Vogliamo
presentare la nostra storia ed il nostro impegno ai nostri rappresentanti
d'affari. Vogliamo esporre i nostri problemi per collaborare con gli altri e
trovare soluzioni più facilmente," ha detto. Aggiungendo che "Vogliamo che
ci conosciate in profondità, così che possiate apprezzare il nostro vero valore
e possiamo mostrare al mondo che noi, minoranze, siamo orgogliose di cosa siamo.
Ecco perché abbiamo scelto lo slogan -Assieme in Europa-, per mostrare che siamo
partner su base egualitaria, coinvolti nelle questioni UE e siamo sempre pronti
ad aiutare a trovare una soluzione."
La stazione trasmette in rumeno.
"Il target sarà generalista, composto soprattutto da minoranze. Il pubblico
includerà anche i Rumeni. Siamo interessati ai Rom, dal punto di vista
dell'etnia. I programmi saranno in rumeno, ma se troveremo materiale in altre
lingue, trasmetteremo anche quello", ha detto Horia Enasel, direttore dei
programmi di Bah TV.
Il proprietario della stazione TV ha detto che l'investimento iniziale è
stato di 100.000 euro e che nel prossimo periodo investirà ancora 500.000 euro.
La struttura e la provenienza dei programmi sarà: programmi autoprodotti
92,5%, produttori di audiovisivi 7,5%. Secondo i tipi di spettacolo, la stazione
trasmetterà programmi informativi 47%, programmi educativi, culturali, religiosi
8,5%, programmi di intrattenimento e altri programmi 37% (12% pubblicità e
televendite).
Al mattino verranno trasmesse notizie, musica folk e pop di interesse per le
minoranze rumene. La notte e nei fine settimane, la programmazione consisterà in
documentari scientifici e culturali. Pilastro della stazione sarà il talk show "Confluent",
trasmesso in diretta alla fine della giornata. Altri programmi condotti sul
canale sono "E loro sono nostri", "Ti ascoltiamo", "Arpeggi" ecc.
Bah TV si può vedere su www.bahtv.ro
COMUNICATO STAMPA
IL NUOVO ASSESSORE ALLA SICUREZZA COME PRIMO ATTO DEL SUO MANDATO - SGOMBERA,
SGOMBERA, SGOMBERA, SGOMBERA, SGOMBERA, SGOMBERA - UN APPELLO DELLA FEDERAZIONE
ROM&SINTI INSIEME E DELLA CONSULTA ROM AL SINDACO DI MILANO
La Federazione Rom&Sinti e la Consulta Rom di Milano denunciano che il nuovo
assessore alla sicurezza del Comune di Milano, Marco Granelli, come primo atto
del suo mandato ha proceduto a far eseguire lo sgombero di 6 insediamenti
abusivi di rom rumeni e sinti italiani. 174 persone, la metà minori, costrette a
spostarsi da un punto all’altro della città in un assurdo e crudele carosello,
una pratica che si pensava conclusa con l’uscita di scena di De Corato che aveva
fatto dei suoi 540 sgomberi un trofeo personale. Una pratica che non aveva
sortito allora e non sortisce ora nessun risultato se non costi sociali
altissimi e un grande dispendio di denaro pubblico, utile soltanto a fomentare
discriminazione e persecuzione.
Ci preoccupa che il nuovo assessore sappia fare solo quello che ha fatto il suo
predecessore, sbandierando il “fermo rispetto delle regole” e dimenticando,
nonostante la sua esperienza di volontario Caritas, non solo il principio di
solidarietà ma le infinite raccomandazione delle autorità internazionali a
tutela della minoranza rom e sinta, tra le quali, a proposito di regole, il
divieto di eseguire sgomberi senza alternative sociali, in primo luogo senza
tutela dei minori.
Ci sorprende la scelta del nuovo assessore che non si rende conto che sul tema
dei rom l’unica vera emergenza è la condizione di fragilità di queste piccole
comunità (sono circa 800 i rom irregolari nel territorio del Comune secondo il
censimento del prefetto) che nella città occupata nei piani alti dalle drine
calabresi e dalla corruzione amministrativa occupano spazi abbandonati,
discariche, sottoponti per cercare una via d’uscita dalla loro miseria.
Ci domandiamo se questa è la politica della nuova giunta che è stata eletta
anche grazie al voto dei rom italiani e rumeni che con la loro partecipazione
hanno espresso la speranza che cessasse il clima di pregiudizio, di
discriminazione e di caccia al rom per scopi elettorali.
Per tutto questo la Federazione Rom&Sinti insieme e la Consulta Rom di Milano
rivolgono al nuovo sindaco di Milano, Giuliano Pisapia, un appello pressante
· perché il problema delle comunità rom e sinte presenti sul territorio milanese
venga affrontato nel rispetto dei diritti umani e del principio di uguaglianza
che riguarda ciascun cittadino;
· perché si sospenda la politica degli sgomberi senza senso che tanti danni
hanno provocato a comunità già fragili e inutili costi alla collettività;
· perché si avvii da subito un confronto con le comunità rom e sinte per
elaborare un progetto che ridiscuta il piano Maroni e l’utilizzo dei relativi
fondi, in modo da stabilire un clima di convivenza serena nella città delle
mille comunità e delle mille risorse culturali e umane delle quali la comunità
rom e sinta è parte integrante.
Federazione Rom e Sinti Insieme C.F. 97510400589
Segreteria: Via don Enrico Tazzoli, 14, 46100 Mantova
telefono 0376 360643, fax 0376 318839 e-mail:
romsinti.insieme@libero.it
web:
http://comitatoromsinti.blogspot.com
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