Rom e Sinti da tutto il mondo

Ma che ci fa quell'orologio?
L'ora si puo' vedere dovunque, persino sul desktop.
Semplice: non lo faccio per essere alla moda!

L'OROLOGERIA DI MILANO srl viale Monza 6 MILANO

siamo amici da quasi 50 anni, una vita! Per gli amici, questo e altro! Se passate di li', fategli un saluto da parte mia...

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\\ Mahalla : Storico per mese (inverti l'ordine)
Di seguito tutti gli interventi pubblicati sul sito, in ordine cronologico.
 
 
Di Fabrizio (del 15/05/2011 @ 09:44:00, in Italia, visitato 1726 volte)



giovedì 19 maggio dalle 10.00 alle 17.00
Sala di rappresentanza del Comune di Bolzano

Ma è vero che gli zingari rubano i bambini? Una ricercatrice è andata a verificare come sono andati a finire tutti i processi a donne rom accusate di aver rapito un bambino italiano. Mentre un'altra ricercatrice è andata per le procure minorili in giro per l'Italia a verificare quanti bambini rom (e sinti) sono stati sottratti alle loro famiglie per essere affidati a famiglie non-rom. Intervengono l'antropologo Leonardo Piasere e le due autrici delle ricerche.

Nel pomeriggio invece si parlerà del sistema di tutela dei minori sinti e rom nella nostra provincia con il giudice Benno Baumgartner, la sovrintendente Nicoletta Minnei, con Radames Gabrielli e Kanja Asan, oltre che con Nigritella Pilat e Anna Bergonzini dei distretti sociali di Bolzano.

Il programma completo dell'iniziativa su www.nevodrom.it

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12 May 2011 silvia

Il razzismo strisciante che da tempo si percepiva nel quartiere è uscito alla luce ed ha un nome e un cognome: Riccardo Corsetto e Fabio Sabbatani Schiuma

portavoce romano e delegato al XX municipio il primo e coordinatore laziale il secondo del Movimento per l'Italia di Daniela Santanché che hanno, a quanto scrive Repubblica, presentato domanda alla direzione chiedendo per i bambini rom l'obbligo di sciampo e di capelli corti, perchè ritenuti responsabili della presenza di pidocchi!

Stento a credere a quanto scritto sulla Repubblica di oggi e mi augurerei che i redattori siano un pochino più attenti perché in realtà a scuola non è arrivata nessuna richiesta ufficiale di questo movimento!

Eppure la cosa purtroppo non mi sorprende!

Sa tanto di iniziativa politica di campagna elettorale!

Additare i rom e i diversi in genere di ogni nefandezza è risaputamente un comportamento che genera "forte coesione all'interno di una classe sociale di cultura medio bassa" che si sente appunto rinforzata in primo luogo dall'individuazione di un nemico e in secondo luogo dalla battaglia quanto più accanita possibile contro questo nemico!

Come Presidente del Consiglio dell'Istituto della scuola Baccano non solo appoggio in pieno la risposta di Anna Maria Guarcini , vicepreside e meravigliosa professoressa di matematica di questa scuola, quando risponde dicendo che "non siamo un campo di concentramento” ma rifiuto, insieme a tutto il Comitato Genitori l'etichetta di scuola dei diversi che ci viene attribuita!
Già da tempo ci siamo accorti della strisciante ondata di razzismo (non vedo termine più appropriato per descrivere questo atteggiamento) nei confronti della nostra scuola, l'ho denunciato con forza su questo blog più volte, descrivendo la situazione della nostra scuola e l'ostracismo che riceve dal quartiere e anche dalle autorità municipali

Domani la scuola Baccano parteciperà alla festa della diversità organizzata e promossa dall'associazione l'Agorà per combattere con la conoscenza e la consapevolezza la paura che genera l'estraneo, chiunque esso sia!


Dalle 11,00 di mattina fino al tardo pomeriggio saremo davanti alla biblioteca di via delle Galline Bianche, che ospiterà una sezione della festa, con Spettacoli di burattini e presentazione dei lavori realizzati dai ragazzi e con la partecipazione di Amnesty International Kids, perchè crediamo che un mondo migliore sia possibile e vogliamo insegnare ai nostri ragazzi che ognuno è responsabile del mondo nel quale vive!

Invitiamo quindi il giornalista che ha scritto l'articolo, chiaramente elettorale per la lista santanchè, a partecipare all'evento e venire a conoscere i nostri ragazzi italiani, rom, indiani, curdi, marocchini ecc… sono tutti ragazzi che non hanno paura delle diversità!

[...]

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Di Fabrizio (del 13/05/2011 @ 09:50:02, in Italia, visitato 1321 volte)

RIPARTONO GLI SGOMBERI: PISA DICE AI ROM "ANDATE IN ALTRI COMUNI"
AFRICA INSIEME ORGANIZZA LA SOLIDARIETA' CON LE FAMIGLIE SGOMBERATE: UN APPELLO ALLA CITTADINANZA PER L'ACQUISTO DI TENDE E GENERI DI CONFORTO

I comunicati della Giunta annunciano l'avvio di una nuova tornata di sgomberi nei già martoriati campi di rom rumeni a Pisa. L'amministrazione, in particolare, informa di aver effettuato "quattro interventi in cinque giorni": lo dice con tono trionfale, come fosse una cosa di cui andar fieri.
Il fatto che le famiglie sgomberate siano senza un tetto sulla testa, costrette a vagare per la città alla ricerca di un luogo dove nascondersi, non sembra turbare i sonni dei nostri amministratori. Né suscita alcuna preoccupazione il fatto che cinque minori provenienti dal campo dietro le Piagge – tra cui un bambino di un anno e mezzo e una bambina di due anni – dormano all'aperto.
La Giunta si limita a dire, in proposito, che le famiglie sarebbero state "ricevute dagli assistenti sociali", i quali avrebbero fornito "buoni per l’acquisto di generi alimentari". Un bel lavoro: si sbattono donne e bambini in mezzo a una strada, e in cambio si regala un pacco di pasta...

Interventi di questo tipo ricordano quelli condotti a Roma e a Milano dal centro-destra: si distruggono le baracche, si allontanano le famiglie (ben sapendo che si sistemeranno pochi metri più avanti) e non si offre alcuna sistemazione alternativa. E si ignorano le voci autorevoli che criticano l'inumanità, e l'inutilità, degli sgomberi: ricordiamo quella del Presidente Napolitano, o quella della Caritas che solo pochi giorni fa ha offerto accoglienza ai rom sgomberati da Alemanno, rifugiatisi nella Basilica di San Paolo.

Eppure, proprio in Toscana sarebbero disponibili strade alternative.
A pochi chilometri da Pisa, il Comune di San Giuliano ha avviato un percorso positivo con i rom dell'ex Ostello di Madonna dell'Acqua: rifiutando lo sgombero, sforzandosi di garantire percorsi di inclusione per le famiglie, con la collaborazione delle associazioni del territorio.
Il Consiglio Regionale ha approvato all'unanimità, lo scorso 16 Febbraio, una mozione in cui si critica la politica degli sgomberi. Il rogo di Roma, dove hanno perso la vita quattro bambini rom, dimostra in modo inequivocabile – scrive il Consiglio Regionale - «l’inutilità della pratica degli sgomberi, che non fanno altro che trasferire le comunità rom su un altro territorio».
Ma forse è proprio questa la politica del Comune di Pisa: trasferire le comunità rom nei territori vicini. Lo disse pochi mesi fa, con tono di minaccia, il Comandante della Polizia Municipale a un gruppo di rom rumeni, non sapendo di essere registrato: "andate in un altro Comune!". Oggi, a pochi mesi di distanza, quella frase sembra ispirare le scelte dell'amministrazione.

Mentre chiediamo al Comune di Pisa di interrompere immediatamente questa politica folle e insensata, facciamo appello a tutti i cittadini e a tutte le cittadine, affinché si attivi una "catena della solidarietà": offriamo alle famiglie sgomberate tende dove dormire, in modo che possano avere un qualche riparo sia pur provvisorio. Africa Insieme si rende disponibile a coordinare gli aiuti: chiunque abbia una tenda da donare a una famiglia, o chiunque intenda fare un'offerta per comprarla, ci contatti all'indirizzo
volontariato@africainsieme.net .

Africa Insieme Pisa - 10 Maggio 2011

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Di Fabrizio (del 12/05/2011 @ 09:34:05, in Italia, visitato 1624 volte)

Da Elisabetta Vivaldi, tramite Marco Brazzoduro

... sono stati sgomberati pure i Rom di Giugliano in Campania. Sono a Napoli. Se mi vuoi aiutare ti passo un po' di materiale. La situazione è tragica si tratta di 500 persone che sono state per decenni su una terra piena di rifiuti tossici. Secondo La Repubblica Napoli si tratterebbe di 35 mila tonnellate di materiali tossici. Adesso sono divisi in gruppi e si sono accampati nei campi del giuglianese, senza acqua o altro. Hanno perso sia le baracche che parte delle loro cose. Si sono mossi con i camper e le roulotte ma sono in condizione molto molto precaria. Ci dovrebbe essere un incontro domani tra Sindaco e Prefetto ma i rappresentanti dei Rom e i gruppi pro-Rom non sono stati invitati a partecipare. Solo 100 su 500 sono stati "sistemati" in una ventina di container senza allaccio idrico.

Tra gli sgomberati ci sono malati, bambini, donne incinte e che allattano, una vecchietta dializzata e la mamma del bambino che un paio di settimane prima è morto per la malasanità secondo la mamma, perché Rom.

Ti allego il materiale,

http://www.radio3.rai.it/dl/radio3/programmi/puntata/ContentItem-444ab352-e780-4162-870d-7415efbfcac2.html?refresh_ce

http://www.eu-roma.net/dblog/campo.asp?c=Giugliano

http://napoli.repubblica.it/cronaca/2011/04/13/news/via_i_rom_dall_asi_400_senza_casa_100_nei_container_ma_non_c_acqua-14871178/

radio http://www.radio3.rai.it/dl/radio3/programmi/puntata/ContentItem-444ab352-e780-4162-870d-7415efbfcac2.html

http://www.ansa.it/web/notizie/regioni/campania/2011/04/12/visualizza_new.html_903242545.html

http://www.ansa.it/web/notizie/regioni/campania/2011/04/12/visualizza_new.html_903242572.html

Kon mangel te kerel tumendar roburen chi shocha phenela tumen o chachimos pa tumare perintonde
Chi vuole schiavizzarti non ti dirà mai la verità sui tuoi antenati

Aggiornamento 2 maggio 2012:

ecco a distanza di un anno... l'ultimo triste evento... PER NON DIMENTICARE:

http://italy.indymedia.org/n/5565/23-04-12/bimbo-mese-muore-nel-campo-rom-aveva-forte-r

http://www.ilmattino.it/articolo.php?id=192270&sez=NAPOLI

https://mariomonfrecola.wordpress.com/2012/04/26/giugliano-lipocrisia/

http://www.carrierain.it/auchan/news/lqpage/3

http://www.santegidio.org/index.php?pageID=64&id=8246&idLng=1069

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Di Fabrizio (del 11/05/2011 @ 09:48:55, in scuola, visitato 1343 volte)

Dopo i "tre giorni della basilica di San Paolo" e le discussioni seguite sulle modalità di accoglienza delle famiglie rom sgomberate dai campi autorizzati, il piano dell'amministrazione locale per ripulire la città dalle baracche è stato riavviato. Obiettivo di stamane diversi "campi abusivi" del XV Municipio, dove sono intervenuti Vigili Urbani e Polizia di Stato. Fra gli insediamenti coinvolti anche quello noto come "il canneto" dove risiedono alcune delle famiglie che da alcuni anni la nostra associazione sostiene.

E proprio in questo campo si è materializzata una nuova frontiera del diritto, un inedito criterio di separazione fra rom buoni e rom cattivi: i "NO" segnati con vernice rossa su alcune delle baracche del campo hanno infatti garantito a una decina di famiglie la possibilità di avere ancora un tetto sulle loro teste, un posto, sicuramente misero e pericoloso, dover potersi riparare e conservare le proprie cose.

Si tratta delle famiglie i cui bambini sono iscritti e frequentano le scuole del quartiere, a cui è stato assicurato che fino alla fine della scuola potranno rimanere nelle loro baracche.

Per gli altri invece nessuna alternativa e nessuna clemenza: baracche distrutte in poche ore e poi la strada, a cercare un nuovo rifugio.

E poco importa che fra questi tanti altri ci siano numerose famiglie con bambini troppo piccoli per essere inseriti a scuola, oppure già inseriti nelle liste per la formazione delle classi del prossimo anno scolastico; poco importa anche di quelle famiglie i cui bambini sono in cura negli ospedali del quartiere oppure frequentano la scuola materna: comunque non si tratta di scuola dell'obbligo e quindi nessun
dovere nei loro confronti per l'amministrazione.

Il nuovo criterio che legittima gli sgomberi senza alternative appare ai nostri occhi tanto semplice, quanto contraddittorio: si salvano per qualche settimana solo le famiglie i cui minori oggi sono iscritti a scuola, ma sul loro futuro nessuna certezza, mentre del presente e del futuro di tutti gli altri (nel campo ci sono almeno cinquanta bambini di età inferiore ai sei anni) non interessa a nessuno.

Ma questo nuovo criterio selettivo genera ancora altre contraddizioni e ambiguità che proponiamo in forma di domanda: se davvero il criterio della frequenza scolastica dei minori è stato assunto come linea d'intervento dall'amministrazione, cosa ne sarà di queste stesse famiglie oggi "graziate" quando quest'anno scolastico sarà finito? Quali misure saranno messe in campo per garantire la continuità del loro inserimento scolastico per il prossimo anno?

E ancora: se gli sgomberi degli insediamenti non autorizzati sono giustamente motivati dalle condizioni di pericolo e di degrado in cui i residenti si trovano, quali misure si intende adottare affinché queste famiglie di fatto autorizzate a rimanere in quel campo non debbano correre già da stanotte il rischio di incendi o di problemi igienici e sanitari, vista la grande quantità di materiali tossici come l'amianto che è stata rilevata?

A questa serie di domande oggi non c'è stata risposta, lasciando a tutti noi l'impressione netta che questo improvviso richiamo al diritto alla scuola per i minori rom, se applicato come stamattina, si sia di fatto tramutato in un gigantesco alibi, che permette all'amministrazione comunale di continuare nella sua strategia di sgomberi senza alternative, mettendo in strada decine di famiglie e di bambini, ma lasciando ancora per qualche settimana alcuni rom "buoni" a sopravvivere nelle stesse identiche condizioni di rischio e di degrado.

E' forse questa la nuova frontiera del diritto e della protezione dei bambini rom?

A.R.P.J.- Tetto ONLUS
Lungotevere Dante, 5 - 00146 Roma
www.arpj.org - arpj@arpj.org

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Di Fabrizio (del 10/05/2011 @ 09:42:49, in musica e parole, visitato 1630 volte)

Vi invita THEATRE ROM

Sabato 14 maggio 2011 h. 19.00
Via Cassia 472 ROMA, TEATRO PATOLOGICO
INCONTRO CON:

Antun Blazevic, in arte Toni Zingaro è nato meticcio da padre rom e madre gagè nel 1961 a Sremska Mitrovica nell’ex-Yugoslavia. Dal 1981 vive in Italia e da allora si è sempre dedicato alla questione Rom in funzione di mediatore culturale, attivista, scrittore e attore teatrale. Dalle sue esperienze teatrali è nato il desiderio di scrivere sceneggiature che rappresentassero gli "uomini", i Rom come si autodefiniscono, cercando di avvicinare il pubblico al loro mondo apparentemente tanto distante. Negli anni ha anche scritto poesie e brevi racconti raccolti nel libro "Speranza", pubblicato nel 2009. Racconti e poesie tristi e malinconiche, ironiche e sarcastiche, intese a far fronte all’ignoranza e l’intolleranza che vige riguardo ai Rom.

h. 20:30
Associazione Culturale Theatre Rom in "Lo zingaro in ricerca di lavoro"  con la regia di Antun Blazevic

Per informazioni e prenotazioni www.anticorpi-online.it/Anticorpi/Base.html

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Di Fabrizio (del 09/05/2011 @ 09:26:08, in Kumpanija, visitato 1597 volte)

Da Mundo_Gitano (altro su Dalila Gomez)

EL MUNDO.es Por: Anna Viñas* - 16 aprile 2011
* Giornalista e sta girando il mondo per descriverci la situazione della donna nei cinque continenti

Dalila vive una contraddizione. Si definisce innanzitutto una gitana, ama il suo popolo e le sue tradizioni, e pertanto si veste da gitana, vive nel suo gruppo e ne parla l'idioma, il romanés. Però proprio per amore alla sua "kumpania", il nome che riceve la comunità in romanés, ha rotto con la maggior parte degli archetipi che limitano la donna gitana. E' ingegnere industriale, ha lavorato per l'amministrazione colombiana, ed il consiglio dei patriarchi della comunità -un'istituzione vietata alle donne- non  prende nessuna decisione senza prima consultarla. "Io faccio sempre quel che voglio", assicura. Non è poco. Il suo obiettivo: lottare per i diritti del popolo rom.

Il suo cammino verso la ribellione iniziò a 18 anni, quando decise che voleva andare all'università. Contravvenendo ai desideri di tutta la famiglia, preoccupata più di ogni altra cosa che si sposasse, Dalila si è laureata grazie al denaro guadagnato leggendo la fortuna alle sue compagne di corso. "Mio padre non voleva che studiassi e mi diceva che se l'avessi fatto sarei diventata una gagì (paya), che all'università si apprendono cose cattive, come la droga o la prostituzione."

Come poche gitane in Colombia, Dalila non si è sposata a 15 anni, non è rimasta incinta ed è riuscita a diventare ingegnere industriale specializzata in gestione e pianificazione dello sviluppo. Passata attraverso diverse imprese, facendosi passare come occidentale per paura delle discriminazioni, sino ad arrivare all'amministrazione pubblica, dove ha iniziato a lavorare per i diritti del suo popolo. Il suo impegno si è materializzato in un decreto che riconosce i gitani come gruppo etnico colombiano, presente nel paese dall'epoca coloniale ed in un censimento. " Già ora siamo una variabile di cui tenere conto nel bilancio, dato che il popolo gitano deve affrontare diverse sfide. Una di queste è di attuare politiche di prevenzione nella salute, perché culturalmente i gitani non ci pensano. Un'altra sfida è la scolarizzazione dei bambini, che molto presto abbandonano la scuola perché i loro modelli culturali non rientrano nel sistema educativo omologante della società occidentale." Di fatto, si calcola che in Colombia il 70% dei bambini gitani non abbia mai messo piede in una scuola.

La maggior parte dei problemi rispondono a blocchi culturali, e Dalila lo ha sperimentato nella storia della sua vita. Durante i primi anni di scuola ricorda di essere stata una bimba segnalata per le sue "strane" abitudini e per il suo modo di vestire. "Non  parlavo bene il castigliano ed avevo uno strano accento perché in famiglia si parlava il romanés. Inoltre, i miei compagni di classe non capivano perché non avessi una casa e vivessi in una tenda." Era l'obiettivo degli scherzi, ma lei voleva lo stesso completare gli studi. Inoltre dovette adattarsi ai nuovi modelli di autorità. "Ero molto ribelle perché non capivo che il professore dovesse comandarmi. Nella kumpania solo il patriarca ha l'autorità sugli altri ed i bambini sono sempre molto liberi."

La libertà è uno dei valori più apprezzati dal popolo gitano, che si dichiarano libertari. Non vogliono [...] padroni, non accettano la routine, né essere schiavi del tempo. "Viviamo nel presente, nel qui e ora. Non ci occupiamo del passato, e questo in parte ci pregiudica perché non reclamiamo giustizia. Non abbiamo capitalizzato l'Olocausto come gli Ebrei." Non si preoccupano neanche del futuro, da qui il disinteresse alla prevenzione o al risparmio. "Se abbiamo soldi li spendiamo o li condividiamo con gli altri," dato che la loro concezione di vita è collettiva.

Distaccati dalla materia e dal territorio, i gitani sono nomadi per concezione di vita, anche se oggi è un'opzione difficilmente realizzabile a causa delle frontiere, e in Colombia dal conflitto armato. "Anche se la guerra genera il fenomeno dello spiazzamento in molte vittime, noi soffriamo il confinamento. Dentro un territorio ci sentiamo sequestrati, e questo influisce sulla nostra qualità di vita."

Tuttavia, la mobilità è il loro livello mentale. Ed è quello che da vita a Dalila. "Quando lavoravo per l'amministrazione, mi offrirono un posto fisso ma rifiutai. Non era per me." Tuttavia, il lavoronon le è mai mancato, e quindi lei èil supporto economico della sua famiglia allargata, con 20 membri. "Mio padre ed i miei fratelli non hanno un'entrata stabile, perché sono artigiani del rame e non vendono molto. Io sostengo tutti e loro sono orgogliosi di me per il mio lavoro."

Tuttavia, in precedenza era una donna perseguitata dai patriarchi della comunità, ed era a rischio di essere esclusa dal suo lavoro pubblico in difesa degli interessi del popolo gitano. "Mi giudicavano e mi accusavano di voler rimpiazzare gli uomini. Non accettavano che prendessi il comando."

Proprio la mancanza i rappresentanza delle donne e la loro assenza negli organi di potere, è per Dalila un'altra delle sfide che deve affrontare il popolo rom. "Dobbiamo cambiare in alcune cose, per esempio il nostro accesso all'istruzione superiore, se vogliamo essere in una situazione migliore." Tuttavia, sottolinea che "questo non significa che dobbiamo cambiare la nostra maniera di essere."

Si riferisce ai lignaggi patrilineari che organizzano il gruppo, e alla differenziazione tra uomini e donne, che dice "si prendono cura di loro." Per Dalila questo non è maschilismo. "I gitani hanno imparato ad essere maschilisti dalla società occidentale, non dalla nostra cultura," assicura. "Vedo il maschilismo come una questione del capitalismo, in cui gli uomini vogliono possedere le donne, però per i gitani non è una questione di possesso, ma di rispetto."

Dalila intende preservare l'essenza gitana immergendola nei nuovi tempi, e ha iniziato l'esperimento con la sua stessa vita. Ha cambiato il suo destino di donna gitana studiando, pianificando e investendo nel suo futuro per essere autonoma, ed è riuscita a farsi ascoltare dagli organi di comando della sua kumpania. Dalila ha rotto con gli schemi del popolo gitano, al fine di preservarli. Sembra questa stessa una contraddizione, però la vita ne è piena.
_______
PRORROM
Proceso Organizativo del Pueblo Rrom (Gitano) de Colombia
Correo-e: prorrom@gmail.com

“Yo no se qué tristeza o qué alegría me producen estas aves errantes a quienes amparan el sol y la luna y el cielo y las estrellas y los árboles. Tristeza de irse a todas horas. Alegría de renovar el horizonte a cada que los pájaros cantan al alba. Alegría de no pesar sobre la tierra más de lo que pesa una yerba. Tristeza de no tener Patria, ni raza, ni alero nativo” / (Tic Tac: 1913)

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Di Fabrizio (del 08/05/2011 @ 09:28:15, in Italia, visitato 1446 volte)

Segnalazione di Agostino Rota Martir

PisaNotizie.it Circa venti persone, tra cui donne e bambini, sono state allontanate nella giornata di ieri. Distrutto l'insediamento

Sono state sgomberati nella giornata di ieri (mercoledì 4 maggio) due insediamenti di ridotte dimensioni fra il viale delle Piagge e il Ponte alle Bocchette. Sul luogo diciannove persone, tutti rom di cittadinanza rumena.

Tre famiglie sono state dunque allontanate dalla Polizia Municipale in collaborazione con Carabinieri e Polizia. Lo sgombero è iniziato intorno alle otto e alle 10.30 le ruspe avevano già abbattuto le strutture presenti. Sul posto anche la Croce Rossa e gli operatori della Società della Salute. Le donne e i bambini sono state ricevuti dai servizi sociali e, dopo il colloquio, hanno ricevuto alcuni buoni per l'acquisto di generi alimentari e di prima necessità.

Dalle undici di ieri, poi, si sono attivati gli uomini e i mezzi di Avr, impegnati nella rimozione di due roulotte e un camper parcheggiati nella zona che si trova lungo la golena dell'Arno non facilmente raggiungibile con mezzi di grandi dimensioni.

L'area era già stata interessata da un'operazione di sgombero il 15 aprile scorso, quando Polizia Municipale e Carabinieri procedettero all'allontanamento molto probabilmente delle stesse persone coinvolte nella giornata di ieri. Intanto, però, delle famiglie sgomberate non si hanno notizie certe. Se infatti sono stati dati loro buoni per acquistare generi di prima necessità, non è dato sapere dove abbiano passato la notte né se gli siano state prospettate soluzioni alternative.

Ennesima operazione di sgombero, dunque, da parte dell'amministrazione comunale, verso la quale solleva forti dubbi l'associazione Africa Insieme, da anni impegnata nella tutela dei migranti presenti sul territorio: "Il 16 Febbraio scorso il Consiglio Regionale della Toscana aveva approvato all'unanimità una mozione in cui si chiedeva la sospensione degli sgomberi e l'avvio di una diversa politica in materia di insediamenti".

"Il Comune di Pisa - proseguono da Africa Insieme - si pone al di fuori delle politiche toscane, e avvia una nuova campagna di sgomberi condotti alla stessa maniera di Alemanno a Roma: distruzione delle baracche e nessuna soluzione alternativa per gli abitanti dei campi. Intere famiglie, con donne e bambini al seguito, vengono messe in mezzo ad una strada: gli unici interventi in loro favore - qualche misero pacco-spesa alimentare - hanno quasi il sapore di una beffa, per chi si è visto distruggere il tetto sotto il quale dormiva ed è ora costretto a vagare di luogo in luogo. Una politica crudele, costosa e del tutto inutile, perché tutti sanno che gli sgomberi non allontanano nessuno. Ci chiediamo a chi giovi tutto questo".

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Di Fabrizio (del 07/05/2011 @ 09:07:56, in musica e parole, visitato 2219 volte)

Don Gino Rigoldi introduce
DJANGO DEI SOBBORGHI di Sabrina Dionisio Rossi
con la partecipazione di Jovica Jovic

Interpreti:
Tommaso Pusant Pagliarini
Claudio Lobbia

Regia di:
Alberto Oliva



Sabato 14 maggio 2011 ore 21.00
Mandello del Lario - TEATRO COMUNALE "Fabrizio De Andrè"

Ingresso € 10,00 - Prevendita biglietti giovedì 12 e venerdì 13 maggio 2011 dalle ore 10.00 alle ore13.30 presso la struttura n. 1 via Manzoni 44/3 e la sera dello spettacolo dalle ore 20.00 presso la biglietteria del teatro
PATROCINIO DEL COMUNE DI MANDELLO DEL LARIO
___
Lunedì 16 maggio 2011 ore 21.00
TEATRO OUT OFF via Mac Mahon 16, Milano

€ 12,00 - info 02-34.53.2140 www.teatrooutoff.it
___
Mercoledì 25 maggio
TEATRO DELLA TOSSE, Genova
www.teatrodellatosse.it/
con apertura di don Gallo

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Di Fabrizio (del 06/05/2011 @ 09:42:56, in media, visitato 1611 volte)

Segnalazione di Alberto Maria Melis

Cinecittà.com

Esce in Italia un film francese sui rimpatri forzati, Tutti per uno diretto da Romain Goupil, dal 1° giugno nelle sale distribuito da Teodora. Di grande impatto emotivo la pellicola ha imbarazzato l'Eliseo perché la protagonista, nei panni di una madre coraggio che difende i piccoli immigrati, è Valeria Bruni Tedeschi, la sorella della Premiere Dame Carla Sarkozy. Racconta all'Ansa Goupil, già assistente di Polanski e Godard, un passato da membro Lega Comunista, "Valeria mi ha detto: 'adoro questo film ma non posso davvero assicurarti la promozione'. Del resto la capisco, quello che ha da dire sulla politica del cognato lo dice nel film e senza equivoci". La storia è una sintesi di ciò che accade agli immigrati irregolari. E' ambientata a Parigi nel 2009 quando Milana, di origine cecena, ha 11 anni, le piace il compagno di classe Blaise e con lui e altri bambini, francesi ma anche maghrebini e africani, fa parte di una piccola banda. Un giorno assistono alla 'deportazione' di uno di loro, Youssef, illegale come i suoi genitori. Dopo qualche tempo, una mamma sans papier si suicida per paura di essere presa dalla polizia. I bambini ne sono scioccati e Milana sembra essere la prossima nella lista delle autorità. Così la scuola si dà da fare per i bambini in pericolo e la mamma di Blaise e della piccola Alice accoglie Milana e la protegge, finendo per prendersi cura di tutti gli altri: li porta in vacanza, li fa entrare a scuola di nascosto dalla polizia, ci gioca. Ma l'atmosfera si fa cupa: i bambini da soli preparano una fuga e una mattina spariscono. I genitori si disperano, la polizia fa pressione sui compagni di classe, i notiziari della sera parlano di questo mistero. Milana, Blaise e gli altri sono in una cantina a sperare che il brutto passi. Poi un giorno si arrendono, mani in alto, come dei piccoli criminali. "Nel 2007, quando Sarkozy ha cercato di sedurre l'estrema destra, ha decretato questa politica del rimpatrio forzato, anche per le famiglie e i bambini, che ha provocato in me un disgusto totale, un sentimento di rivolta. Ho fatto questo film non per denunciare ma per rinascere, far vedere l'assurdo in cui viviamo. In Italia accade lo stesso: si fa leva sulle paure della popolazione, si cerca di compiacerla con pratiche incivili quando dovremmo essere fieri di accogliere queste persone. Nell'agosto 2010 con il rimpatrio forzato dei Rom abbiamo raggiunto l'apice di questa politica allucinante". Goupil ha avuto la Caméra d'or a Cannes e una nomination all'Oscar per il suo debutto, Morire a 30 anni sul maggio '68.

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