Rom e Sinti da tutto il mondo

Ma che ci fa quell'orologio?
L'ora si puo' vedere dovunque, persino sul desktop.
Semplice: non lo faccio per essere alla moda!

L'OROLOGERIA DI MILANO srl viale Monza 6 MILANO

siamo amici da quasi 50 anni, una vita! Per gli amici, questo e altro! Se passate di li', fategli un saluto da parte mia...

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Di seguito tutti gli interventi pubblicati sul sito, in ordine cronologico.
 
 
Di Fabrizio (del 06/02/2010 @ 09:01:49, in media, visitato 1597 volte)

In questi giorni ho rischiato la solita indigestione di notizie e buone parole sulla Giornata della Memoria. Non sarebbe male (anzi, credo che il suo scopo sia proprio questo) che questa Memoria si spalmasse su tutto l'anno e non su di una settimana. Riporto l'articolo che segue, perché dopo molte parole giuste e altrettanta retorica, mi sembra una descrizione sintetica e asciutta (un buon bigino, insomma) di cosa successe

Marsal@.it di Giorgia Troiani

Quello che è successo 65 anni fa è ben noto alla memoria collettiva, nonostante ciò penso sia bene ricordarlo ai più giovani e a chi poca memoria storica.
La data simbolica scelta è quella del 27 gennaio, perché proprio quel giorno, nel 1945, le truppe sovietiche dell'Armata Rossa arrivarono presso la città polacca di Auschwitz, scoprendo il campo di concentramento e liberandone i pochi superstiti.
Ad Auschwitz, come negli innumerevoli altri campi di concentramento e di sterminio creati dalla Germania nazista, erano stati commessi crimini di incredibile efferatezza.
Tra il 1939 e il 1945 si consumò in Europa la più grande tragedia della storia, nota col nome di Shoa, cioè lo sterminio del popolo ebreo e, non solo.
Tredici milioni di uomini vennero ridotti in cenere, uccisi, massacrati,
di questi, 6 milioni erano ebrei provenienti dall’Europa centro orientale, dalla Francia, dall’Olanda e dall’Italia, gli altri 7 milioni furono definiti dai nazisti untermenschen, cioè dei sottouomini: rom e sinti, più comunemente detti zingari, disabili, prostitute, alcolisti, omosessuali, malati di mente,
categorie non omologabili alla visione del nazifascismo.
Queste categorie incarnano l’idea di alterità, diversi da tutto ciò che è l’idea di buono. Intollerabile per la cultura nazifascista.
Il nazifascismo si basa su un elemento fondamentale:disuguaglianza tra gli uomini, dimostrata con pretese scientifiche.
Gli ebrei sono coloro che hanno rifiutato il Cristo, che non vogliono accettare la verità, hanno una coscienza attiva.
Mentre per gli zingari si tratta di a-sociali, perché non vivono secondo i criteri della cultura dominante, hanno un’idea altra di come si vive, sono pacifici, hanno valori di maggiore libertà, spregiudicatezza, e apertura nei confronti della vita.
Ancora oggi i rom sono indifesi e pochi sanno che lo status di vittime di nazifascismo non è stato ancora loro riconosciuto.
Quindi i crimini tremendi di violenza, di odio, non furono commessi solo contro il popolo ebraico e gli altri popoli e categorie “diverse”, ma in un certo senso contro tutta l’umanità, perché l’olocausto è stata la sconfitta dell’uomo e della sua intelligenza, giacchè usò il suo sapere per scopi criminali, tramutando quelle conquiste scientifiche e tecnologiche, di cui l’Europa era allora protagonista indiscussa, in strumenti per annichilire e distruggere intere popolazioni.
E’ bene non dimenticare che anche la concezione del fascismo in Italia è stata razzista, basti pensare alle leggi del 1938 in difesa della razza italiana, che causarono l’espulsione di tutti gli ebrei dalle scuole e dagli uffici pubblici.
A guerra finita quando il mondo “si svegliò” si domandò com’era stato possibile quel crimine così violento e soprattutto quali comportamenti e azioni mettere in atto per scongiurare che accadesse di nuovo.
Dalla consapevolezza dei crimini di cui il nazismo si era macchiato nacque nel 1948 la Dichiarazione universale dei diritti umani, promulgata dalle Nazioni Unite con lo scopo di riconoscere a livello internazionale i diritti inalienabili di tutti gli uomini in ogni nazione.
Su questa giornata sono stati scritti libri, articoli, e per me scrivere con la mia piccola penna significa far rivivere la mia memoria storica, perché sono convinta che la memoria serva per il passato, ma anche per il presente per costruire il futuro, un futuro migliore.

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Di Sucar Drom (del 06/02/2010 @ 09:38:56, in blog, visitato 1639 volte)

Roma, iniziata la demolizione del Casilino 900
Al via la demolizione del Casilino 900: alle dieci di questa mattina, la prima baracca è stata abbattuta da una ruspa. Dopo il trasferimento di lunedì dei 120 rom da via Salone al "campo" di Castelnuovo di Porto, è partita l'operazione di esodo dal Casilino 900 a via Salone. Il "cam...

Roma, piano rom: Sant'Egidio sbatte la porta
Trasferiti contro la loro volontà e minacciati. Il "piano nomadi" è appena partito e, dopo le proteste di ieri in via Salone e gli abbattimenti delle prime baracche del Casilino 900 di oggi, si registra una clamorosa rottura. Il sindaco Gianni Alemanno plaude soddisfatto alla realizzazione di un ...

Roma, Najo Adzovic: data storica ma rimangono perplessità e paure
«Questa è l'occasione per fare una vita migliore dopo 16 anni vissuti al Casilino 900, e per essere spostati in un campo più igienico e attrezzato dove abbiamo anche alcuni parenti che ci aspettano. Siamo contentissimi». Sono le parole di Hakija Husovic, portavoce d...

Roma, la chiusura del Casilino 900? Uno spot elettorale
Situazione molto particolare si è creata a Roma con l’attuazione del cosiddetto “piano nomadi”, strutturato dal Comune e dalla Prefettura. Il primo dato che emerge è che i Rom non sono stati fatti partecipi di quanto stava succedendo, con il risultato che permangono paure e diffidenze. Ma non solo perché si è mortificato un processo partec...

Django, una piazza di Parigi per celebrare il più grande musicista sinto a cent'anni dalla sua nascita
Una piazza di Parigi, nel Nord della città, a due passi dal più celebre mercato delle pulci, quello della Porta di Clignancourt (XVIII arrondissement), ora porta il nome di Jean Baptiste Reinhardt, soprannominato Django (nella foto grande), il ...

Mantova, Porrajmos - Binario 1
Numerose sono le iniziative per il Giorno della Memoria, organizzate nella Provincia di Mantova. Come ogni anno l’associazione Sucar Drom, l’Istituto di Cultura Sinta e le Comunità sinte e rom mantovane invitano tutti alla commemorazione del P...

Di nuovo Il Giorno della Memoria tra pogrom e violenze contro i Rom e i Sinti
Di nuovo Il Giorno della Memoria sarà celebrato in tutta l’Italia e in tutto il Mondo. Il 27 gennaio 1945 l’Armata Rossa abbatteva i cancelli di Auschwitz ponendo fine alla persecuzione su base razziale subita da Sinti, Rom ed Ebrei in Germania, in Italia e nei P...

Romania, Amnesty International chiede al Governo rumeno di cessare gli sgomberi forzati delle famiglie rom
Amnesty International ha diffuso un rapporto sulla Romania, intitolato ‘Trattati come rifiuti. La distruzione delle case delle famiglie rom e i rischi per la loro salute in Romania’ e ha chiesto alle autorità di Bucarest di porre fine agli sgomberi forzati d...

Torino, una brutta storia
Sola, con padre e fratelli in galera, con una figlia di appena quattro anni e senza un soldo in tasca. Anna (nome di fantasia), giovane madre rom di 22 anni, ha chiesto aiuto a un caro amico di famiglia, un quarantenne italiano residente a Moncalieri. Lui l’ha aiutata, le ha prestato del denaro...

Mantova, il discorso del Sindaco per Il Giorno della Memoria
Mercoledì 27 gennaio si sono tenuti al Bibiena il consiglio comunale e provinciale congiunti al Bibiena. L’appuntamento era dedicato alla Giornata della Memoria. Hanno parlato il professor Stefano Levi Della Torre, docente del Politecni...

Guidizzolo (MN), strumentalizzazioni e xenofobia
La questione “Sinti a Birbesi” è deflagrata in maniera violenta in questi giorni nel peggior modo. Qualcuno sia nel cento-destra che nel cento-sinistra ha voluto strumentalizzare in chiave elettorale la volontà di persone serie e per bene, le famig...

Brescia, un progetto abitativo a rischio
La questione “Sinti a Birbesi” si è infiammata sempre di più tra strumentalizzazioni politiche e paure della gente amplificate da agitatori senza scrupoli. Attualmente nel Comune di Brescia è in atto lo scontro intestino tra il Pdl e la Lega Nord (insieme al governo d...

Milano, ennesimo sgombero nell'indifferenza e nel cinismo
Sgomberato a Milano un insediamento abusivo in via Rogoredo, sotto i ponti della Tangenziale Est. Il blitz è scattato alle 7.30 di ieri mattina ed erano presenti anche la Croce rossa e un medico della polizia locale che ha effettuato alcune visite durante l'operazione. Sono stati allontanati 90 r...

Andrea Riccardi: "Roma troppo dura con i poveri"
«A Roma c´è tanta durezza e poca sensibilità verso i più deboli. In questi anni sono aumentate le persone morte per strada e questo è un fatto rivelatore». La denuncia sociale è del fondatore della Comunità di Sant´Egidio Andrea Riccardi ieri al termine della messa ...

Brescia, un dramma frutto dell'ignoranza
Un dramma nel dramma sta scuotendo Brescia e la comunità Rom rumena. Una ragazzina di quattordici anni si è spostata con un ventiduenne, sieropositivo dall’età di cinque anni dopo una trasfusione a Bucarest. La Procura l'altro ieri ha arrestato il giovane, muratore di 22 ann...

Guidizzolo (MN), il Consiglio comunale vara una norma antiSinti
Il pubblico è quello dei grandi eventi. Sono usciti di casa, i guidizzolesi, con il sapore del caffè ancora in bocca e i piumini infilati di corsa sopra le felpe. Che non è il voto al bilancio, che verrà approvato a maggioranza, ad aver attirato decine di persone alla riunione del consig...

Guidizzolo (MN), una pagina nera per Mantova
Nel Consiglio comunale di Guidizzolo si è consumata una delle pagine più tristi della nostra provincia. In sintesi con una decisone lampo sono state modificate le norme urbanistiche per impedire a quattro famiglie di poter risiedere nella frazione di Birbesi, in un terreno ch...

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Di Fabrizio (del 07/02/2010 @ 09:30:52, in musica e parole, visitato 1609 volte)

Segnalazione di Juan Garcia Santiago

 Amalgama (♫) Flamenco Gitano (Hindustán/India & España)

Fotos: Culturas de India/ Gitanos/ Fusión.
Música: "Amalgama & Karnataka College of Percussion -
Ramamani (Vocales, Konakol)
Charo Manzano (Vocales)
Sheshikumar ( Kanjira)
Tunsi Beyer ( Ghatam, Tabil)
Xavi Turull (Tabla, ghatam, berimbau)
Juan Parrilla (flauta)
Jesús Losada (Guitarra Flamenca)
Antonio Ramos (Bajo)
Pau Martinez ( Congas)

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Di Fabrizio (del 07/02/2010 @ 09:38:04, in casa, visitato 2034 volte)

Segnalazione di Lina Bertorello (Le puntate precedenti QUI)

E' passato un anno dal febbraio 2009, quando la bidonville rrom sotto il ponte autostradale di Gazela, a Belgrado, fu vittima di un terribile incendio. Il sindaco approfittò dell'occasione per espellerne tutti gli abitanti. In aprile, vennero abbattuti i baraccamenti illegali del Blocco 67, a Nuova Belgrado. Il sindaco continua le sue operazioni di "pulizia sociale", ma i Rrom cacciati in provincia muoiono di fame e di freddo. Reportage a Vranje. Par Goran Antić

Vista del vecchio campo rrom di Gazela

Il solo accesso all'accampamento improvvisato di Vranje, 350 chilometri a sud di Belgrado, è un percorso fangoso che sale per la collina. Gli stessi abitanti hanno scavato dei percorsi nella terra per arrivare ai loro ripari.

La casa dove alloggiano Nasser Kamberi, 38 anni, sua moglie ed i loro tre bambini, due ragazze ed un ragazzo, è tipica: pareti nude senza intonaco, un tetto di lamiera coperto di plastica. I suoi bambini poco vestiti corrono nella neve del mese di gennaio, mentre i loro vestiti di ricambio, vecchi e strappati, si asciugano su una corda stesa.

"I bambini non possono andare a scuola in questa maniera, hanno vergogna di essere sporchi e malvestiti. Prima, a Belgrado, andavano a scuola. Qui, non hanno niente, né quaderni, né libri, né matite," spiega Irinka, la moglie di Nasser.

La vita era dura a Belgrado nell'accampamento illegale stabilito sotto il ponte di Gazela, ma la comunità si organizzava, faceva piccoli lavori, raccoglieva vecchi cartoni, faceva la selezione dei rifiuti per il riciclaggio.

Ascoltate il nostro servizio sonoro su Balkanophonie: Belgrade : hiver 2009, les Rroms de Gazela chassés par un incendie (in francese ndr)

Invece, a Vranje, non c'è nulla da fare. "Non c'è lavoro. I nostri bambini crepano di fame e viviamo di carità," racconta Nasser.

Le autorità di Belgrado hanno giustificato la pulizia dell'accampamento con la necessità di fare piazza pulita per la ricostruzione del ponte, che farà parte del famoso corridoio 10, che attraversa la capitale serba.

La decisione di spostare i Rrom è stata presa nel 2007, quando la Banca Europea per lo Sviluppo e la Ricostruzione (BERD), ha dato il suo benestare per assegnare i fondi per la ricostruzione del ponte alla condizione di spostare la gente che vi viveva sotto.

I Rrom sono stati ripartiti in diversi luoghi in provincia, secondo i loro vecchi indirizzi di residenza, con la promessa che le autorità locali li accogliessero in condizioni rispettabili.

I Rrom si sono lamentati delle loro condizioni presso le autorità serbe

Quanti si trovano a Vranje si sono lagnati presso il Ministero del Lavoro e gli Affari Sociali, denunciando le loro attuali condizioni di vita. La sola risposta che hanno ricevuto è stato che gli enti locali erano responsabili e dovevano occuparsi di loro.

l comune di Vranje sostiene di aver ricevuto più famiglie di quante aspettava e che non aveva fondi per occuparsi di tutti.

La famiglia di Dino Kamberović che conta tre persone fa parte di questi nuovi arrivi. Ha ricevuto un'assegnazione di realloggiamento da parte del governo di 140.000 dinari (circa 1500 euro), ma il denaro è scomparso molto rapidamente.

"Il denaro è finito in un batter d'occhio. Non avevamo più nulla ed avevamo bisogno di tutto. Ho speso denaro per mangiare, per gli abiti, per il riscaldamento e per il materiale scolastico di mio figlio di 10 anni", spiega Dino che non ha lavoro e la cui famiglia deve sopravvivere con gli aiuti sociali di 15.000 dinari al mese (circa 160 euro).

Miroslav Iljazović e le sei persone che compongono la sua famiglia vivono affianco, in una baracca senza finestre con un uno tetto in lamiera. Ha ricevuto soltanto 31.000 dinari (circa 300 euro) d'aiuto sociale in quest'ultimi sei mesi, e tutto è stato speso per comperare da mangiare.

È la stessa cosa per Velija Kamberović. Di 20 anni soltanto, è già il padre di quattro bambini che si appendono alle sue gambe e chiedono di mangiare. "Mangiamo una volta al giorno ed è magra. È duro per noi perché non abbiamo l'acqua corrente; i bambini si lavano una volta al mese".

A Vranje, sono arrivate persone due volte di più rispetto a ciò che era previsto

I Rrom si sono lamentati più volte della loro situazione presso gli enti locali ed il Ministero del Lavoro e degli Affari Sociali, ma nessuno ha prestato attenzione alla loro sorte. Il ministero li rinvia ai sindaci, ma lì non ottengono più attenzione. L'ultima volta che una delegazione è andato dal sindaco di Vranje, le guardie di sicurezza li hanno gettati fuori.

Branimir Stojancić incaricato degli affari sociali del sindaco di Vranje, ripete che ci sono più persone che sono arrivate per essere rialloggiate che non c'erano persone iscritte. "Avevamo una lista di 13 famiglie, e ne sono arrivate 29. Ci sono 16 famiglie che non erano iscritte e non possiamo aiutare tutta questa gente".

Le autorità provano a conservare un legame con questi nuovi arrivi. Il giorno di Vasilica, la festa celebrata da tutti i Rrom in occasione del nuovo anno ortodosso, il 13 gennaio, gli eletti locali hanno offerto cognac ai residenti del campo rrom di Gornja Čaršija.

Naser Kamberi non ha proprio apprezzato questo regalo. "Non abbiamo nulla da mangiare ed il sindaco ha denaro per offrirci cognac! Non ho bisogno di cognac, ho bisogno di prodotti alimentari, di abiti e di libri per i miei bambini! Avrebbero almeno potuto dare un pacco di Natale ai bambini".

A Belgrado, la ricostruzione del ponte Gazela non è ancora cominciata. I lavori potrebbero iniziare in primavera.


Allego un video con sottotitoli in inglese, trasmesso dalla rete serba RTS

Roma in Europe / EBU Documentary / MIGRATION from Milutin Jovanovic on Vimeo.

Gagi è residente nel nuovo insediamento rom. Qui risiedono i Rom che per decisione dell'Assemblea Cittadina di Belgrado, cinque mesi prima, li spostò dall'insalubre accampamento posto nelle adiacenze del ponte "Gazela". Guardando le riprese della squadra della Radio Televisione Serba - RTS che diverse volte registrava pellicole, a Gagi è cresciuto il desiderio di girare un film sui suoi vicini ed amici.

Gagi si fece prestare una videocamera ed andò a filmare. Però i vicini erano molto più propensi a parlare quando la videocamera era spenta, rispetto a quando Gagi con la videocamera accesa li interrogava sulla loro vita ed i problemi che affrontavano. Si può respirare l'atmosfera nell'insediamento attraverso le sue conversazioni con i vicini. Nelle parti dove non vengono date le risposte concrete, secondo il giudizio di Gagi, è lui stesso che si pone di fronte alla videocamera, spiegando lui stesso più dettagli della situazione.

Era intenzione di Gagi che il film fosse visto da qualcuno di RTS perché venisse trasmesso in TV. Spera che Milutin, il direttore film di RTS, lo aiuti. Milutin, [...] segue Gagi riprendendolo a su a volta nei sui sforzi di registrare la vita del suo nuovo insediamento. Storia ruvida su Gagi, le sue ambizioni, sui Rom ed i loro problemi, intervallata da diverse situazioni comiche [...]

Production RTS, December, 2009

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Di Fabrizio (del 08/02/2010 @ 08:57:56, in blog, visitato 2033 volte)

Segnalazione di Giancarlo Ranaldi

ParkingCasilino

(clicca sull'immagine per vederla in dimensione reale)

il futuro dell’area attualmente occupata dal Campo Rom Casilino 900 è un enigma: la versione ufficiale dice che diventerà parte del PARCO di Centocelle, altre voci dicono che sarà un PARCHEGGIO a servizio della linea C della metro, di certo c’è che, con il trasferimento del campo, la comunità Rom viene PARCHEGGIATA altrove, senza conoscere il suo futuro

quello che segue è la testimonianza degli ultimi giorni del campo raccontata dagli studenti della Facoltà di Architettura di Roma Tre

Roma, 19 gennaio 2010. L’amministrazione comunale dopo un anno di trattative con i rappresentanti della comunità e il Coordinamento Rom a Roma comincia lo sgombero del Casilino 900, dando così il via al Piano Nomadi. Il trasferimento del campo più grande d’Europa è proposto come esemplare, un modello da seguire per superare una volta per tutte la “questione Rom”, non solo nella capitale ma in Italia.

Ma ciò a cui stiamo assistendo non è la realizzazione di quelle promesse con cui l'amministrazione è riuscita ad ottenere la collaborazione dei Rom un anno fa: all'orizzonte non si vedono case, né a Roma né nelle provincie intorno, non c'è il nuovo campo in cui trasferire l'intera comunità senza smembrarla, un campo che sarebbe dovuto essere costruito dai Rom stessi, e che avrebbe dovuto avere aree dove fare il mercatino, spazi di incontro per la comunità, depositi per i materiali ferrosi, laboratori artigianali. Non si vedono né le cooperative né i progetti per l'inserimento lavorativo né i nuovi documenti di identità, in mano hanno solo delle strisciette di carta con la richieste di asilo umanitario, dopo essere scappati dalle guerre e aver vissuto quaranta anni in Italia. Dopo un anno la sensazione è che Rom siano lentamente scivolati in una trappola, la solita trappola, quella del campo, del container e dell’invisibilità.

Le famiglie del Casilino 900 verranno divise secondo la loro nazionalità, in quattro campi: via di Salone, via Gordiani, via Candoni e Camping Roman River. Accettano di trasferirsi senza opporsi, assistono alla demolizione delle loro case, vanno via senza alcuna garanzia sul proprio futuro. Oggi è iniziata la fine di Casilino 900, ma non della “questione Rom”, dell’annoso problema dei campi, che non si risolverà certo ammassando persone negli attuali campi già pieni, né creandone altri, sempre più periferici e sorvegliati.
Gli studenti della Facoltà di Architettura di Roma Tre raccontano la storia dello sgombero, attraverso le storie di chi ha lasciato o sta per lasciare il campo e attraverso gli oggetti che è stato costretto a lasciarsi dietro. Storie che nessuno ascolta, oggetti strappati alle grinfie di una ruspa. Storie ed oggetti di persone a cui stanno portando via la casa e il luogo in cui sono cresciuti in cambio di un futuro incerto, di cui non sanno quasi nulla, fatto di scatole di latta chiuse in recinti sorvegliati. Il nostro lavoro vuole raccogliere e proporre delle alternative, dimostrare che un’altra via è possibile ed è pure più conveniente, per i Rom e per tutti: l’autocostruzione, fuori da altri ghetti, oltre i recinti dei campi, verso un futuro in cui Rom e Gagè possano cominciare a conoscersi e a superare i reciproci pregiudizi, verso un'altra città da inventare insieme.

Questo blog intende avviare un Osservatorio per il Monitoraggio del Trasferimento del Casilino 900. Invitiamo tutti i cittadini e le associazioni che in questi anni sono stati vicini al campo a partecipare scrivendo a casilino900@googlegroups.com

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Di Fabrizio (del 08/02/2010 @ 09:24:12, in Europa, visitato 1690 volte)

Da Roma_ex_Yugoslavia

02/02/2010 - Il 25 novembre 2009 Thomas Hammarberg, Commissario per i Diritti Umani, ha scritto una lettera alla Cancelliera tedesca Angela Merkel, in cui chiede di fermare con urgenza la deportazione dei rifugiati Rom verso il Kosovo.

Ieri in un seminario a Stoccolma, Thomas Hammarberg ha informato di aver ricevuto una risposta dal governo tedesco, che gli intimano di non rendere pubblica (cosa tra l'altro impossibile secondo le leggi svedesi). Invece, ha raccontato al pubblico sul contenuto della risposta. La Germania sta insistendo nella sua politica di deportazione dei rifugiati verso il Kosovo. Nella risposta dicono che intendono deportare 2.500 rifugiati Rom all'anno, sino a quando tutti 10.000 avranno lasciato la Germania. E' tutto estremamente spaventoso. Thomas Hammarberg mi ha detto che intende visitare nuovamente il Kosovo nelle prossime settimane. Dopo, intende scrivere a tutti i governi europei (Svezia compresa) che intendono deportare rifugiati Rom verso il Kosovo per chiedere loro di fermarsi.

[...]

Irka Cederberg
Journalist
Davidshallsgatan 25 A S-21145 Malmö Sweden
Tel +46-40-232402
mobil +4670-6368817

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Di Fabrizio (del 09/02/2010 @ 09:10:28, in casa, visitato 1656 volte)

Segnalazione di Giancarlo Ranaldi

 link

In occasione della Giornata della Memoria, un presidio di 150 persone è riuscito (pur avendo ricevuto continui rifiuti da parte del sindaco di Comunione e Liberazione Roberto Zucchetti e dei consiglieri leghisti) a far sedere in consiglio comunale un esponente della comunità Rom che ha chiesto all'amministrazione di smetterla con gli sgomberi razzisti e disumani messi in atto dal Comune di Rho, che ricordano tristemente le operazioni di pulizia etnica subite dagli Ebrei e dai Rom durante il nazismo.
L'intervento di Johnny, in rappresentanza della comunità Rom rhodense ha ripercorso la storia della loro famiglia fino allo sgombero, all'abbattimento della loro casa e alla confisca dei loro terreni, sottolineando che le modalità disumane con cui sono stati messi in mezzo a una strada e privati di ogni loro diritto, facendogli perdere il lavoro e allontanando i bambini dalla scuola, rispondono ad una logica razzista per cui viene chiamata l'intera comunità Rom a rispondere di atti illegali che è pur vero che esistono tra i rom (ma anche tra gli italiani), ma la cui responsabilità deve essere individuale.

di sosFORNACE

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Di Daniele (del 09/02/2010 @ 09:30:53, in musica e parole, visitato 2458 volte)

La Repubblica Milano.it


Jovica Jovic è un maestro di fisarmonica di fama internazionale. "È incredibile, vivo in Italia da quarant’anni, sono sempre stato in regola e amato da tutti. Ma da due anni sono costretto a nascondermi, a vivere come un clandestino. Eppure non ho mai fatto niente di male". La sua unica colpa è di avere un visto scaduto di Luca De Vito

Jovica Jovic

La sua fisarmonica ha 39 anni. Jovica Jovic l’ha acquistata appena arrivato in Italia, a Stradella, nel 1971. Per essere precisi è una fisarmonica cromatica, uno di quei modelli introvabili con i bottoni al posto della tastiera, difficilissima da suonare. Jovic è un serbo di etnia rom e a guardarlo sembra un elegante pensionato sulla cinquantina, sorridente e dai modi gentili. Ma, suo malgrado, ha una doppia vita. Quella ufficiale, che vive sui palchi di mezza Italia a fianco di artisti internazionali e assieme alla sua band “ I Muzikanti”. E quella da clandestino, cominciata nel 2007 e passata a nascondersi fra un accampamento e l’altro. Con un’unica colpa: avere un visto scaduto.

VIDEO Il racconto di Jovica

«È incredibile - racconta - vivo in Italia da quarant’anni, sono sempre stato in regola e amato da tutti. Ma da due anni sono costretto a nascondermi, a vivere come un clandestino. Eppure non ho mai fatto niente di male». Jovic accetta di parlare nel chiuso di un garage del centro, perché «nelle mie condizioni le precauzioni non sono mai troppe». Insieme con lui, alcuni amici italiani che lo hanno conosciuto grazie alla sua attività artistica. Mauro Poletti, dell’associazione Terra del fuoco, segue da anni Jovica nella sua carriera di musicista. «La società dice Paoletti ha un atteggiamento schizofrenico nei confronti del maestro Jovic. Da una parte lo celebra come artista di fama internazionale: basti pensare che ha suonato per anni al binario 21 nel giorno della memoria della Shoah, e che ha collaborato con artisti del calibro di Piero Pelù, Moni Ovadia e Dario Fo. Dall’a ltra lo persegue come illegale e clandestino».

La vita del signor Jovic sembra un film di Kusturica, fatta di viaggi e colpi di scena, anche se il presente per adesso è amaro. Nato a Belgrado nel ‘52, ha imparato a suonare la fisarmonica ascoltando suo nonno, senza spartiti e senza metronomi. Un metodo che utilizza per insegnare ai trenta allievi del suo corso che tiene nella sede di “Terra del fuoco”, un corso di perfezionamento al quale può partecipare soltanto chi ha già una buona conoscenza della fisarmonica. In Italia ha lavorato e suonato senza problemi fino al 2007, quando è stato bloccato all’aeroporto di Roma e - a causa di un visto non rinnovato - rinchiuso in un Cpt, da cui è uscito solo per le sue precarie condizioni di salute e grazie all’a iuto di un medico.

Una settimana fa l’ultimo episodio di questa vita clandestina: il Comune di Rho - dove Jovic, con la sua famiglia, viveva negli accampamenti di via Magenta - gli ha recapitato un “avviso di imminente accertamento” sui suoi documenti. «Solo grazie a un nostro presidio - spiega Andrea Papoff, del centro sociale Fornace - siamo riusciti a impedire lo sgombero di Jovica e dei suoi parenti». E Jovic aggiunge preoccupato: «Le case accanto alla mia le hanno buttate giù, lasciando sulla strada tre famiglie. I miei parenti temono lo sgombero da un giorno all’altro. Mia moglie aspetta da mesi la possibilità di operarsi a un braccio e anch’io dovrei sottopormi a un intervento all’intestino».

Nonostante i consigli degli amici, però, Jovic si ostina a fumare. Fra le sue dita, un mozzicone che regge una torretta di cenere pericolante. «Prima o poi smetto», assicura, accennando un sorriso poco convinto. Poi torna serio e aggiunge con quella sua voce un po’ roca e un po’ lamentosa: «Mi appello a tutti gli artisti e a tutti gli intellettuali con cui ho lavorato. Vorrei poter rimanere in Italia e continuare con la mia vita di artista onesto. Il mio sogno? Un permesso di soggiorno ad honorem, per il contributo artistico che sto dando al vostro Paese»

[6 febbraio 2010]

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Di Fabrizio (del 10/02/2010 @ 09:09:34, in Europa, visitato 1968 volte)

Da Roma_Francais

Fabienne Huger, Vincent Vérier - 08.02.2010

Domenica sera, poco prima delle 20.00, s'è sviluppato un incendio su un terreno comunale in voie du Bouvray a Orly, dove alcuni Rom avevano installato sette baracche da circa un anno. Le fiamme, che hanno devastato due baracche e danneggiato una terza, sono costate la vita ad un bambino di quattro anni.

Una bambina di due anni, che potrebbe essere sua sorella ed è stata seriamente ustionata al viso, è ricoverata in prognosi riservata all'ospedale Trousseau, dove è stata condotta d'urgenza. Due adulti, un uomo di 28 anni ed una donna di 22, sono stati feriti più leggermente alle braccia. Qualche istante dopo il dramma, la sindaca di Orly (DVG - sinistra indipendente ndr), Christine Janodet, presente sul posto, ha fatto aprire il ginnasio Paul-Eluard, situato nelle vicinanze, per alloggiare i sinistrati. La psicologa della scuola è stata sollecitata a sostenere la piccola comunità.


Una tragedia che puntualmente si ripete nei campi e nelle baraccopoli in Europa. Certo, nel dolore spicca il comportamento delle autorità di Orly (proprio come quelle italiane, vero?).

Purtroppo la bambina ustionata non ce l'ha fatta. Leggo su Roma_Francais

Ahimè, la piccola Francesca (15 mesi) non è sopravvissuta alle bruciature. Ci siamo riuniti ieri sera (il comitato Romeurope 94) a Orly con la sindaca, i compagni di Romeurope 94 e le famiglie ospitate provvisoriamente in un ginnasio ed anche con la famiglia interessata da questo dramma: la morte di due bambini (Stéfan di 3 anni e la piccola Francesca).

Certamente daremo un altro senso alla nostra giornata che si voleva festiva sabato prossimo (al Royal) a Choisy-le-Roi (giorno dell'anniversario di 10 anni d'accompagnamento dei Rom nella Val-de-Marne) in presenza di numerosi eletti (consiglio generale, ecc.) che manterremo agli stessi orari (ma con un altro contenuto).

Redigeremo un opuscolo che vi faremo conoscere rapidamente.

Yves LORIETTE

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Di Fabrizio (del 10/02/2010 @ 17:41:08, in Italia, visitato 2199 volte)

Segnalazione di Tommaso Vitale

FACCIAMO IL PUNTO

Dato il silenzio stampa … vi chiedo di dedicare due minuti a scorrere queste righe e a diffondere anche per non dire poi… io non sapevo.

Siamo in uno dei momenti storici in cui Milano ha il maggior numero di soldi per i "nomadi" (fondo Maroni).
La scelta del Comune e Prefetto di Milano è di utilizzare i soldi unicamente per interventi sociali nei campi regolari; in base al Decreto del Ministero dell'Interno 3/2/09 il finanziamento approvato è di 13.115.700 euro (Progetto di riqualificazione, messa in sicurezza e alleggerimento delle aree adibite a campi nomadi, integrazione sociale della relativa popolazione ed eliminazione di alcune aree): 4.000.000 di euro per gli interventi sociali, 9.115.700 euro per gli interventi strutturali (cioè messa a norma e sgomberi)

Ma cosa succede nei “ campi irregolari “?
Nonostante l'"emergenza freddo", la situazione ha subito un forte peggioramento dall'inizio dell'anno. Le associazioni che da tempo stanno loro accanto ( Naga, Comunità di sant’Egidio, Padri Somaschi, Caritas,…) ci confermano che gli sgomberati sono quasi sempre le stesse famiglie (poche) che sono costrette a spostarsi continuamente spostate in altre aree periferiche.
E’ una persecuzione e questo è un bollettino di guerra

CRONOLOGIA DEGLI ULTIMI SGOMBERI
e non sono tutti

- 28 dicembre: sgombero alla Bovisa (all'ex campo noto alle cronache): si disse che alcuni rom erano tornati in Romania, ma sono già tutti nuovamente a Milano e hinterland.

- 28 dicembre: sgombero in via Sacile

- 14 gennaio: viale Forlanini, ex polveriera del demanio militare

- 19 gennaio: sgombero a Rho

- 19 gennaio (?): sgombero in via Gonin

- 21 gennaio: sgombero area vicino al cimitero di Chiaravalle (95 rom rumeni). Gli sgomberati si sono spostati per la maggior parte al campo di Lorenteggio (al confine con Corsico)

- 28 gennaio: via Cristina di Belgioioso, 60 rom rumeni

- 29 gennaio: via Molinetto di Lorenteggio. Circa 120 persone (almeno 40 minori, varie donne incinta, provenienti dagli sgomberi di Rubattino e di Chiaravalle). Erano in corso i trasferimenti per 7 minori dalle scuole del quartiere Rubattino alle scuole del quartiere Lorenteggio( via Salerno, via dei Narcisi). Agli uomini è stato detto potevano recarsi al dormitorio in Viale Ortles: arrivati al dormitorio, han detto che non c'era più posto. (una mamma con due bambine è stata per alcune notti in una comunità mamma-bambino)

- 31 gennaio: nuovo sgombero in via Molinetto di Lorenteggio

- 31 gennaio: nuovo sgombero in via Giambellino

- 1 febbraio: sgombero in un capannone di via Siccoli (Bovisa), 30 persone, di cui 8 minori. I minori in età scolastica erano 2, frequentavano da inizio gennaio la Scuola elementare di via dei Guicciardi, ben accolti da compagni e maestre. Erano bambini già provenienti dalle scuole di Rubattino, che quindi avevano già visto interrotto il loro percorso scolastico... (accoglienza per la prima notte in comunità mamma-bambino Villaggio della Misericordia)
A seguito di questo sgombero, De Corato dichiara: "Salgono a 188 gli sgomberi effettuati dal 2007. Otto solo nell'ultima settimana, più di uno al giorno."

- 1 febbraio: sgombero al cavalcavia Bacula Sarebbe interessante chiedere al Comune di rendere pubblici i costi delle operazioni di sgombero. Sarebbe così palese quanti soldi pubblici sono sprecati...
Un caso emblematico è sicuramente l'area del cavalcavia Bacula: in un Comunicato Stampa del 4 aprile, il Vicesindaco stimava in 30.000 euro il costo del solo sgombero del 31 marzo 2009. Quello era l'ottavo intervento, in quel luogo, in due anni.
Il 24 settembre 2009 c'è stato a Bacula il nono sgombero, il 1 febbraio 2010 il decimo sgombero e ora i rom sono già tornati a Bacula...!
Sempre a Bacula, dopo lo sgombero del 31 marzo 2009, il Comune pubblicizzò come risolutiva una cancellata ( .. "Sono terminati i lavori di pulizia sotto il cavalcavia Bacula dove era sorta una baraccopoli occupata da 140 rom romeni e smantellata lo scorso 31 marzo. Amsa ha rimosso ben 230 tonnellate di rifiuti ingombranti e solidi urbani. Dalla prossima settimana inizieranno le operazioni per la posa della cancellata in modo da prevenire ulteriori intrusioni. Gli 8 interventi effettuati in due anni nell'area abusiva sono costati al Comune circa 100 mila euro: 30 mila solo per l'ultimo sgombero". Lo comunica il vice Sindaco e assessore alla Sicurezza Riccardo De Corato.
"Dalla prossima settimana - conclude De Corato - verranno avviati i lavori per la cancellata, che si concluderanno entro Pasqua. La soluzione, prevista da accordi stipulati con un'azienda specializzata che si accollerà gran parte delle spese in cambio di una sponsorizzazione, sarà una recinzione alta 3,5 metri che poggerà su un muretto in calcestruzzo armato".)

- Il 4 febbraio, dopo lo sgombero di Rogoredo (90 rom rumeni; una mamma con bambino e una donna con handicap hanno accettato il ricovero nelle strutture comunali),
"L'azione del Comune - spiega De Corato - sta andando avanti inesorabilmente secondo un piano programmato di interventi. Salgono così a 190 le operazioni effettuate dal 2007, 15 da inizio anno, quasi uno ogni due giorni. I rom devono capire che Milano è ostile a qualsiasi forma di abusivismo. Ecco perché abbiamo predisposto che una pattuglia della Polizia Locale segua i movimenti dei nomadi allontanati. Per scongiurare il pericolo che si accampino in un'altra area della città". (omnimilano.it)

- Il 5 febbraio ci sono stati altri 3 piccoli sgomberi in un giorno


- Per l'inizio della settimana (9/10 febbraio?) è annunciato lo sgombero del campo di rom rumeni di Chiaravalle -Sant'Arialdo: circa cento persone, una cinquantina di minori. La Comunità di Sant'Egidio è presente in questo campo: nonostante le difficoltà "logistiche" (è necessario camminare dieci minuti nel fango per raggiungere la strada asfaltata), ci sono 4 famiglie che mandano i minori a scuola: sono famiglie di ex abitanti di Rubattino. Sono in corso le operazioni per iscrivere altri minori presso la scuola di via Ravenna (ad oggi altri 6 hanno fatto richiesta).
Due minori che frequentavano la scuola Pini della zona Rubattino, dal 1/2/2010 frequentano la scuola di via Ravenna,adesso verranno strappati anche da lì: tutti questi sgomberi rendono impossibile la continuità dei percorsi scolastici Altri minori frequentano le scuole elementari della DDS Pini (Lambrate-Feltre), la media di via Maniago, il CTP di via Heine.
Porto l'esempio di una famiglia, ex Rubattino ora al campo di Chiaravalle seguita dalla Comunità di S. Egidio: il padre ha avviato un percorso di formazione per la riqualificazione professionale presso l'ESEM, il figlio maggiore di 17 anni è iscritto al corso per le 150 ore al CTP Heine e ogni giorno accompagna i tre fratelli e un cugino a scuola in zona P.zza Udine (con i mezzi da Chiaravalle ci vuole almeno un'ora): alle 7,50 entra in prima media la sorella (via Maniago), alle 8,30 i due fratelli e un cugino all'elementare di via Feltre, alle 13,30 esce la sorella dalle medie e alle 16,30 i fratelli dalle elementari... Nonostante la distanza, la frequenza è ottima e regolare.

Sempre nel campo di Chiaravalle, il 30 gennaio sono bruciate sei baracche per una candela rimasta accesa (una mamma aveva paura che i topi mordessero la figlia di pochi giorni): vivere nei campi abusivi è pericoloso, non piace neanche ai rom, ma gli sgomberi continui non fanno altro che abbassare ulteriormente le condizioni di vita dei rom (speranza di vita per un rom che nasce in un campo abusivo a Milano: 50 anni) e aumentare i pericoli.

E’ stato più volte chiesto al Comune di rendere pubblici i costi delle operazioni di sgombero. Sarebbe così palese quanti soldi pubblici sono sprecati…

Se solo lo si volesse sono praticabili alternative alla politica degli sgomberi senza soluzioni alternative.
La complessità del fenomeno ( a cominciare dal fatto che alcuni “ nomadi” ( che nomadi non sono) sono italiani, altri comunitari…) richiede una pluralità di risposte che si giocano su più tavoli con scelte politiche che prevedano percorsi mirati all’autonomia.
E’ possibile fare politiche per la cittadinanza sociale dei rom e dei sinti, ed è possibile farle con loro” (Tommaso Vitale).
Sono già stati fatti percorsi con famiglie che, dopo un periodo di accompagnamento sociale, si sono rese autonome dal punto di vista abitativo e economico. Questo è il modo per "smantellare" veramente i campi rom da Milano.
Qui sotto c'è il link a un servizio andato in onda il 5/2/2010 sul tg3 nazionale. Si parla di una famiglia inserita in una casa e di un ragazzo, di 15 anni, anche lui inserito in casa: fino ai giorni dello sgombero andava a mendicare e non vedeva grandi prospettive alternative, ora frequenta un corso di 150 ore per l'ottenimento della terza media e un corso di idraulico.....

link per vedere il tg 3 online del 5 febbraio
http://www.rai.tv/dl/RaiTV/programmi/media/ContentItem-072d99b8-17c4-4939-a2a9-64e8188a541f-tg3.html?p=0


7 febbraio 2010 Patrizia Quartieri - consigliere comunale a Milano, indipendente per Rifondazione Comunista

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