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Di Fabrizio (del 01/02/2010 @ 09:02:55, in Italia, visitato 2154 volte)

L'esperienza del Casilino from Il Carattere on Vimeo

Due esperti, un architetto urbanista e un'antropologa sociale, spiegano che cosa è stato il Casilino 900 in questi anni. L'esperienza del più grande campo rom italiano e i tentativi di integrazione, andati falliti.
(Il video rientra nella inchiesta de "Il Carattere" sul Casilino 900)

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Di Fabrizio (del 01/02/2010 @ 15:34:56, in Italia, visitato 1910 volte)

Ricevo da Ernesto Rossi

APERTAMENTE di Buccinasco

Care amiche e amici, soci, insegnanti, concreti, appassionati e affettuosi sostenitori dell’esperienza del Quartiere Terradeo,

(se dico ‘affettuosi’, non si tratta d’una carineria accattivante, ma d’una concreta e oggettiva valutazione sul fatto che ci si mette tutta la competenza e la capacità di cui si dispone, certo. Ma anche l’anima)

questa mattina di sabato 30 gennaio 2010 abbiamo celebrato presso il nostro Quartiere la Giornata della Memoria. Una ricorrenza che ha particolarmente a che vedere e a che fare con i Sinti.

Spesso facilmente dimenticate –a partire dalla legge istitutiva- vittime di quelle violenze che si afferma di voler ricordare.

Presenti e partecipanti circa dieci (ma come si fa a contarli, quando sono così piccoli? erano di più?) bambine e bambini del Terradeo, alcuni speditici dai genitori, una minuteria infantile (a parte una grandona di ben 14 anni) vivace ma attenta, insieme ai consiglieri dell’Associazione Augusto Luisi, dal quale era partita l’ardimentosa proposta, ed Ernesto Rossi. Il tutto nella casetta messa a disposizione da Romina con l’abituale sensibilità (dopo, le pulizie).

Siamo partiti dal grave recente lutto per la morte di Carlo Iussi, uomo gentile, amabile e aperto, e dal fatto che avesse colto lui un’occasione per parlare d’un suo fratello e d’un cugino, partigiani (sapevano tutto, i bambini), chiedendo che il presidente cercasse tracce della loro attività di combattenti: una restituzione di onore, che raramente si compie nei confronti dei non pochi rom e sinti sostenitori e collaboratori, o combattenti della Resistenza.

Da questa considerazione, facilitati dal fatto che alcuni dei giovanissimi partecipanti avevano ricevuto informazioni sulla Giornata dalla televisione (perfino) o dalla scuola, siamo passati a considerare il perché i partigiani avessero combattuto, con quale obiettivo di libertà e di riscossa, contro le violenze fasciste e naziste (i bambini si sono molto divertiti riconoscendo i termini ‘zingari’ ciriklè-uccelli, usato per definire i partigiani, e kastènghere-quelli del manganello, per i fascisti) e cosa ne fosse nato: la Costituzione della nostra Repubblica italiana.

Ne abbiamo ricordato l’articolo 3, che non solo afferma il diritto all’uguaglianza di tutti alla nascita, ma il dovere della Repubblica di rimuovere gli ostacoli economici e sociali, che, impediscono il pieno sviluppo della persona umana e l’effettiva partecipazione di tutti i lavoratori all’organizzazione politica, economica e sociale del Paese.

Perché ‘il lavoro’? perché è il fondamento dell’affermazione di sé e delle proprie capacità, che tutti abbiamo, maschi e femmine, e base per il progetto del proprio futuro, individuale e familiare.

Le diversità delle culture e delle lingue (la diversità delle foglie sugli alberi piantati al Terradeo dai loro genitori), come il sinto, prima lingua dei nostri piccoli, sono una ricchezza che bisogna utilizzare: rom e sinti, proprio per la loro particolarità storica, culturale e sociale, sono una felicità per il nostro paese. Lo dimostrano, qui e altrove, i grandi rom e sinti, musicisti, danzatori, calciatori e sportivi, e donne e uomini ad alti livelli di rappresentanza, come il Parlamento europeo.

Insomma, c’è bisogno di voi: studiate.

Tutti felici e contenti –anche noi- e… a pranzo.

Sede legale e operativa: Quartiere Terradeo, via dei Lavoratori, 2 – 20094 Buccinasco MI
Domicilio fiscale: Ernesto Rossi, via Manzoni 15 B – 20090 Trezzano sul Naviglio MI (Italia) tel.+39.(02).48409114
Costituita il 13 novembre 2006, registrata a Milano l’8 marzo 2007, n.1753, serie 3. Codice fiscale 97459790156

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Segnalazione di Windart

COMUNICATO STAMPA

Cassina de' Pecchi, 1 febbraio 2010

"La storia di Rebecca": a Cassina de' Pecchi (Milano) spettacolo teatrale studentesco per dire no ai pregiudizi razziali

Gli studenti di terza media di Cassina de’ Pecchi (MI) celebrano la Giornata della Memoria con una rappresentazione teatrale dedicata alla storia di Rebecca Covaciu, ragazza Rom, premio UNICEF. La commovente storia di Rebecca Covaciu viene proposta all’attenzione del pubblico in occasione della ricorrenza della Giornata della Memoria.

A raccontarla saranno le classi della terza media, che in uno sforzo congiunto hanno inteso offrire un contributo concreto e quanto mai adeguato alla circostanza. Rievocare gli orrori della Shoah è per loro e per tutta la scuola un’occasione per ribadire che quegli eventi di un passato ancora così prossimo non debbono ripetersi mai più.

Convinti che il pregiudizio, allora come ora, costituisca una fonte di discriminazioni e di persecuzioni, con questa rappresentazione teatrale gli alunni hanno inteso valorizzare il tema cruciale del rispetto delle minoranze e della diversità. La diversità, denigrata e beffeggiata da chi la percepisce solo come mera estraneità, diviene invece un valore nel momento in cui la si conosce. Lo spunto per fare questa esperienza viene qui offerto dall’incontro con Rebecca (che sarà presente alla prima dello spettacolo) la cui vicenda condurrà lo spettatore dentro una realtà di discriminazione ma al contempo lo avvicinerà al mondo interiore della protagonista rivelandogli uno straordinario messaggio di gioia e di speranza, contro tutte le discriminazioni.
L’iniziativa ha ricevuto l’incoraggiamento della Croce Rossa Italiana offertoci dal dott. Marco Squicciarini, Responsabile Nazionale per le attività accoglienza e assistenza alle popolazioni Rom.

CASSINA DE’ PECCHI
Piccolo Teatro Martesana

4 febbraio 2010 ore 11.00
5 febbraio 2010 ore 20.30

Per informazioni:
"La storia di Rebecca"
tel. 02 9529155 Carol Morganti
email: carolmorgant@yahoo.it
Scuola Media Giovanni Falcone
Cassina de' Pecchi (Milano)

Per saperne di più su Rebecca Covaciu: http://italiadallestero.info/archives/468 (anche su http://www.sivola.net/dblog/articolo.asp?articolo=2274 ndr)

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Di Fabrizio (del 02/02/2010 @ 09:43:17, in Europa, visitato 1546 volte)

Da Roma_Francais

Lettera aperta

Nuova espulsione di due Rom rumeni ed OQTF (obbligo a lasciare il territorio ndr) a Saint-Martin d'Hères il 27 gennaio 2010.

Alcune famiglie rumene con bambini hanno trovato rifugio in un edificio abbandonato situato in avenue Gabriel Péri à St. Martin d’Hères (Isère). Tentano di sopravvivere con la speranza di ottenere un lavoro legale, un impiego che garantirebbe loro dei diritti. Queste famiglie sono seguite quotidianamente dall'associazione Roms Action nell'agglomerato di Grenoble.

Nel giugno 2009 un raid illegale della Polizia s'è concluso con l'arresto di un padre di famiglia considerato come "il patriarca" (che non è) e di un dipendente di Roms Action che svolgeva il proprio lavoro. Sono stati rilasciati poco dopo, perché non c'era nessun motivo per trattenerli.

L'11 gennaio 2010 alle 7.00 del mattino, dei gendarmi sono andati al medesimo luogo per arrestare due uomini, che sono stati direttamente inviati al centro di detenzione di Lione e reinviati via aerea in Romania. Nel contempo le forze dell'ordine hanno confiscato i documenti (carta d'identità e passaporto) a 3 adulti e 2 bambini, promettendo loro di ridarli l'indomani. Il 13 gennaio i documenti non erano ancora riapparsi. Roms Action ha accompagnato gli interessati nella ricerca dei loro documenti d'identità: la polizia ha ammesso che la confisca dei documenti d'identità è illegale. Per contro, non hanno accettato un reclamo contro ignoti per furto di documenti. I documenti in questione sono riapparsi solo il 14 gennaio.

Il 21 gennaio alle 6.00 di mattina, i gendarmi hanno visitato ancora una volta l'edificio ed hanno arrestato una donna, che è stata reinviata in Romania con l'aereo.

Il 27 gennaio, di mattino presto, tre camionette della Gendarmerie accompagnate da una macchina della BAC (Brigate Anti Criminalità ndr) e da un'interprete si sono ripresentate allo stesso indirizzo.

Dopo un controllo sommario del luogo (dentro gli armadi e sotto ai letti), i gendarmi hanno arrestato:

  • Una famiglia con tre bambini (15 mesi, 14 anni e 16 anni)
  • Una famiglia con due bambini (6 anni e 11 anni)
  • Un padre di famiglia (i cui due figli vanno a scuola da due anni)

Non è stata fornita nessuna spiegazione riguardo all'ispezione del luogo. Per giustificare gli arresti, la sola spiegazione data è stata "controllo dei documenti alla prefettura".

Alle 8.00 di mattina abbiamo appreso che le famiglie non erano in prefettura, ma alla gendarmerie di Moirans.

Alle 16.30 veniamo a sapere che due dei tre uomini sono stati mandati al centro di detenzione di Lione. Uno dei due era già stato oggetto di un rimpatrio forzato in Romania due settimane fa (l'11 gennaio). Era rientrato in Francia qualche giorno dopo, per raggiungere sua moglie e i suoi bambini che frequentano la scuola.

Abbiamo anche appreso che gli altri 3 adulti ed i 5 bambini sono stati rilasciati, con l'obbligo a lasciare il territorio. Le famiglie che hanno ricevuto un OQTF non erano in Francia che da una settimana - dunque lontane dal termine legale di espulsione, che è di tre mesi di presenza sul territorio. Ricordiamo anche che la Romania fa parte, dal gennaio 2007, dell'Unione Europea.

Perché questo accanimento? Queste famiglie sono tranquille (il vicinato lo può testimoniare), frequentano tra l'altro regolarmente i servizi di Roms Action e provano a cercare soluzioni per costruire la loro vita. I bambini vanno a scuola con la paura che la polizia li venga a cercare o che i genitori vengano arrestati in loro assenza. Come costruire un avvenire in queste condizioni?

Chiediamo che cessino l'accanimento e le pratiche d'intimidazione verso queste persone grandemente sconfortate.

A chi o cosa sono servite le spese generate dalla detenzione, dai giudizi e dai rimpatri in aereo verso la Romania? Se non sono offerte alternative, le persone ritorneranno in Francia qualche giorno dopo. A cosa servono queste nuove espulsioni?

A nome delle persone interessate, di quante lo saranno in seguito, e di quanti tenteranno con ogni mezzo d'arrivare,
L’associazione Roms Action

La Présidente de l'A.M.I.D.T et Samudaripen
Esméralda Romanez

ROMS ACTION
3, rue Gay-Lussac
38 100 Grenoble
09 52 52 87 13
Email romsaction@yahoo.fr

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Di Fabrizio (del 03/02/2010 @ 00:08:53, in Italia, visitato 2450 volte)

Scritto solo ieri. Neanche il tempo di godersi la notizia, e mi arriva questa sconcertante notizia, segnalata dal Gruppo EveryOne

di Annachiara Sacchi - Corriere della Sera

Niente teatro gratuito per la recita sulla Shoah. Il sindaco: inaccettabile parallelo tra i nazisti e il governo

MILANO - Volevano esibirsi al Teatro della Martesana. Si preparavano da mesi, i ragazzini della media Falcone di Cassina De’ Pecchi. Giorno della Memoria, le terze sul palco. Il tema di quest’anno, la storia di Rebecca Covaciu, la quattordicenne «pittrice» (è stata premiata dall’Unicef e le sue opere sono esposte in tutto il mondo) che ha lanciato un appello contro la persecuzione dei rom in Italia ed è stata soprannominata la «Anna Frank dei rom». Mancava solo il patrocinio del Comune. Il sindaco lo ha negato: «Iniziativa non attinente alla ricorrenza». Un recital organizzato, scritto e diretto dai ragazzi. Con il contributo del Comune. Che non è mai arrivato. Con una lettera datata 22 gennaio e indirizzata alla scuola, il sindaco di Cassina De’ Pecchi, il leghista e onorevole Claudio D’Amico, ha risposto così: «Il diniego del patrocinio è ascrivibile ai seguenti motivi: l’estraneità dell’evento proposto con la ricorrenza da celebrare; l’inaccettabilità dell’unica chiave di lettura che propone uno sconcertante parallelismo tra il nazismo e gli indirizzi perseguiti dal governo del nostro Paese nei confronti della minoranza rom; infine, la scuola dispone della palestra, location più che idonea per realizzare l’evento, oltretutto a costo zero».

Capitolo chiuso. Almeno sembrava. Ma il 25 gennaio il dirigente dell’istituto comprensivo non ha resistito. Con una lettera inviata al sindaco e ai genitori delle classi terze, Sergio Roncarati ha voluto fare alcune precisazioni: «Contesto il fatto che l’evento teatrale sia estraneo al giorno della Memoria perché è riconducibile al nazismo e alla discriminazione delle minoranze etniche presenti nei campi di concentramento. La scuola è un’istituzione, non fa politica. Raccoglie spunti che provengono dalla società per accrescere la sensibilità dei ragazzi e formare una coscienza civica». La replica continua, avanti con le precisazioni del preside. «Sul sito della Conferenza Episcopale Italiana (www.chiesacattolica.it) si trova un chiaro riferimento alla vicenda della ragazza e alla giornata della memoria del 2008. E su questo sito non ho trovato "alcun sconcertante parallelismo tra il nazismo e gli indirizzi perseguiti dal nostro governo nei confronti della minoranza rom"». E, infine, «la palestra è uno spazio affidato alle manifestazioni sportive e ad eventi connessi. Per questo abbiamo affittato il Piccolo Teatro della Martesana, perché da quando è in ristrutturazione il teatro dell’oratorio, è l’unico spazio idoneo sul territorio di Cassina De’ Pecchi».

Botta e risposta. Che non è servito a riappacificare gli animi e anzi, ha confermato il mancato patrocinio alla manifestazione da parte del Comune a Est di Milano. Lo spettacolo, comunque si farà. Le mamme della scuola media insistono: «Vogliamo tenere i ragazzi fuori dalle polemiche politiche». L’appuntamento è per giovedì mattina e venerdì sera, ovviamente al teatro della Martesana, pagato con il contributo delle famiglie e della scuola. Sul palco, gli studenti. E in platea, Rebecca (che dopo varie peregrinazioni e brutte esperienze ora vive a Milano) «la cui vicenda condurrà lo spettatore dentro una realtà di discriminazione e, contemporaneamente, lo avvicinerà a rivelandogli uno straordinario messaggio di gioia e di speranza».

02 febbraio 2010

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Di Fabrizio (del 03/02/2010 @ 09:16:07, in casa, visitato 1369 volte)

quiBrescia.it

(red.) Sembra destinata a durare la polemica tra il comune di Brescia e quello di Guidizzolo in provincia di Mantova sul trasferimento delle famiglie sinti in un terreno acquistato dalla controllata della Loggia, la Brixia Sviluppo, e destinato proprio alla realizzazione di un campo nomadi (leggi qui).

I residenti del comune mantovano hanno cominciato a scavare una trincea per erigere successivamente una palizzata al confine tra le loro proprietà e quella delle famiglie di nomadi, mentre il sindaco Graziano Pelizzaro ha predisposto un'ordinanza che prevede il divieto di sosta nomadi nel territorio. A ciò si aggiungono le 500 firme raccolte contro questo insediamento.

La Lega Nord, che ha protestato con i suoi amministratori locali dicendo che “non staranno a guardare”, presenterà un'interpellanza parlamentare su ciò che definisce “un tiro mancino” sferrato da un comune, quello bresciano, di centrodestra.

La vicenda approda in Parlamento con un'interrogazione dell'onorevole leghista Gianni Fava nella quale, dopo aver ricostruito la vicenda, si chiede al ministro degli interni se "è a conoscenza dei fatti e quali provvedimenti ritiene opportuno adottare al fine di evitare che i comuni mantovani non siano costretti a subire passivamente le decisioni operate dall’amministrazione comunale”.

Non sembra comunque che ci possa essere spazio per adire a vie legali, in quanto il terreno è stato regolarmente acquistato e un altro lotto, per un'analoga operazione del comune di Brescia, è stato individuato a Gazzo di Bigarello.

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Di Fabrizio (del 04/02/2010 @ 08:41:37, in Italia, visitato 2889 volte)

Corriere della Sera cronaca di Roma

IL Caso in un locale vicino al campo nomadi della martora
«Due euro per un caffè, se sei rom»
Per tutti gli altri solo 75 centesimi
Conto con sovrapprezzo per una nomade in un bar a Tor Cervara: costa caro così ve ne andate da un'altra parte

Lo scontrino del caffè: due euro (Brogi)

ROMA - Via di Tor Cervara, un bar. Siamo nella periferia est di Roma, tra Tiburtina e Collatina, vicino al Raccordo anulare. Ma anche nei pressi dell’ufficio immigrazione della questura di Roma e del quartier generale della Guardia di Finanza. Vicino c’è infine un campo nomadi, quello della Martora. In fila alla cassa, per un caffè. Costa 75 centesimi, annuncia la tabella in mostra alle spalle della giovane cassiera italiana. Diamo un euro, in cambio di uno scontrino e di 25 centesimi di resto.

CONTO DIVERSO - Poi tocca a una nomade. Chiede un caffè anche lei. «Due euro», è la risposta. «Ma come?», protesta la donna. «Ieri costava un euro e cinquanta. Oggi due?». Imperturbabile la cassiera ribatte: «Sono due euro». La direttiva deve essere molto netta. Caffè a due euro. La nomade paga, lo scontrino indica come voce dell’acquisto la categoria «varie». Accanto ci sono due agenti, stanno acquistando cartelle del Superenalotto alla vicina cassa, sono indaffarati, forse non sentono. Eppure la nomade ha protestato alzando un po’ la voce.

Il bar in via di Tor Cervara (Brogi)

IL SOVRAPPREZZO - Va avanti così da tempo. Finora era un euro e mezzo, oggi (mercoledì 3 febbraio) è addirittura scattato un ulteriore sovrapprezzo. La banconista addetta alla macchina del caffè è una giovane rumena, alla nomade rumena come lei (ma rom) serve il caffè richiesto in un bicchierino di plastica. Tutto avviene in silenzio ora. Non è la prima volta che succede. La nomade lavora come operatrice di una cooperativa per la scolarizzazione dei bambini rom. Se ne va via col suo bicchierino di plastica in mano e lo scontrino che registra il prezzo del caffè probabilmente più caro d’Italia.

LA SPIEGAZIONE - Una volta fuori la nomade spiega: «Un giorno me l’hanno anche detto chiaro e tondo, il caffè costa caro perché così ve ne andate da qualche altra parte…». Sono appena passate le 15,12, dice lo scontrino, e in via di Tor Cervara si è ripetuta una scena che i rom considerano abituale. Tra gli operatori della cooperativa la vicenda infatti è più che nota, sono state fatte anche segnalazioni a quanto riferiscono alle forze dell’ordine, i controlli si sarebbero arenati di fronte al fatto che ogni esercente fa quello che vuole. Questo il succo degli interventi effettuati. Però, ricordano gli operatori della cooperativa in cui è ingaggiata anche la nomade, la tabella dei prezzi esposta dovrebbe pur contare qualcosa…

Paolo Brogi
03 febbraio 2010

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Di Fabrizio (del 04/02/2010 @ 09:39:20, in media, visitato 2722 volte)

Ricevo da Daniela De Rentiis in data 3 febbraio

 (il link per chi legge da Facebook)

Carissimi,

Come ieri sera a Zelig Enrico Brignano ha sparato a zero sui rom.
Non è stato scherzoso, né gentile, né tantomeno riguardoso nei confronti dei rom di tutta Italia.
Dobbiamo fare qualcosa!!
Se comincia a passare il messaggio, attraverso la satira, che "gli zingari ladri vogliono prendere dall'Italia per portare altrove" dove andiamo a finire?

Teniamoci in contatto

Daniela

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Di Fabrizio (del 05/02/2010 @ 09:28:16, in musica e parole, visitato 1969 volte)

Da British_Roma

Travellers' Times

Zingari e Viaggianti possono spesso essere descritti nei libri per bambini, ma raramente si scrive di loro. Ma Hilda Brazil ha messo la penna sulla carta per trovare questo libro ed il risultato sta facendo strabiliare i genitori. Il suo libro Romany Johnny Joe racconta di come rospi e rane residenti a Toadville si stiano preparando per una prova di forza dove il detentore Romany Johnny Joe difende il suo titolo. Ma quest'anno deve affrontare il sindaco di Toadville, un rospo effettivamente molto grande, sir Burty Marshland.

Hilda lavora per il servizio della giustizia infantile del Consiglio della Contea del Surrey e si è dedicata a sfidare i pregiudizi che affrontano i giovani Zingari e Viaggianti. "Non ho avuto una grande istruzione," dice, "ma questo non significa che non avevo una grande immaginazione. Con l'aiuto di un computer e di un correttore ortografico ho provato che chiunque può produrre un libro."

Pubblicato da Athena Press, il libro è un saggio racconto su come uno sfavorito può affrontare un avversario più potente. Corredato da illustrazioni che i bambini possono colorare, sta attirando genitori dalla Gran Bretagna e dall'Australia sul sito Amazon.com. Un acquirente soddisfatto, O.J Barwick ha scritto:

"E' una storia affascinante dove lo sfavorito vince contro tutti i pronostici! Progettato per bambini dai sei ai dieci anni, si rivolge a tutti quanti pensano che la sorte sia contro di loro. E' anche un libro scritto da una Romanichal che conosce l'arte diraccontare le storie, con riferimento alla passata vita rurale ed alle tradizioni. Puntualizza con garbo gli errori del pregiudizio e della discriminazione. Sarebbe indicato per le scuole primarie che hanno bambini Viaggianti e per quelle che non ne hanno!

[...]

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Di Fabrizio (del 05/02/2010 @ 09:41:43, in Italia, visitato 2336 volte)

L'Espresso di Adriano Botta

La multinazionale francese viene accusata di comportamenti razzisti e di discriminazione dei disabili. Dopo un tam-tam in Rete, è costretta a modificare il sito ufficiale in cui invitava i clienti a segnalare eventuali nomadi vicino ai punti vendita. E intanto alle cassiere viene imposto di andare in bagno solo a una volta ogni quattro ore

Ad accorgersene è stato un blogger milanese, che - lo dice lui stesso - «non ci voleva credere». E invece era vero: tra i possibili disservizi che la catena di grandi magazzini Carrefour invitava a segnalare, c'era anche l'eventuale «presenza di nomadi» nei pressi dei loro punti vendita. Il tutto nel sito ufficiale (italiano) dell'azienda francese, presente con più di diecimila negozi in una trentina di paesi (65 ipermercati solo nel nostro Paese).

Il blogger che ha scoperto la vicenda ci ha riso (amaramente) su, suggerendo di aggiungere anche la possibilità di «segnalare l'eventuale presenza di ebrei, di omosessuali, di cinesi, di marocchini, giusto per non lasciare fuori nessuna categoria da discriminare». Ma, ironie a parte, la "tendina razzista" presente nel sito di Carrefour ha rapidamente fatto il giro della Rete, con inevitabili proposte di boicottaggio.

E così - seppur non ripresa da nessun giornale o canale televisivo - la questione dev'essere arrivata sul tavolo di qualche manager italiano, che ha rapidamente impartito l'ordine di far sparire la scritta razzista. E così è stato: dopo meno di 24 ore dalla prima segnalazione in rete, il sito era stato modificato.

Una grande vittoria per i blog, dunque, che con il loro tam-tam hanno costretto una multinazionale a tornare sui suoi passi.? Forse, ma una vittoria solo a metà, perchè Carrefour ha sì cancellato l'opzione razzista, ma zitta zitta, senza dirlo a nessuno. Nessun comunicato di scuse, nessuna ammissione di responsabilità. Il contrario esatto della trasparenza che oggi i consumatori -che sono anche cittadini - chiedono sempre di più a tutte le aziende.

Non è la prima volta che Carrefour impatta nella forza della rete, dopo una pessima figura; qualche tempo fa la madre di un bambino disabile denunciò
sul suo blog le umiliazioni subite dal figlio nel corso di un'animazione dell'azienda. In quell'occasione la Carrefour fu costretta a scusarsi pubblicamente, cosa che questa volta non ha (ancora?) fatto.

La stessa Carrefour è recentemente salita agli onori delle cronache per aver imposto alle proprie cassiere di andare in bagno non più spesso si una volta ogni quattro ore (LEGGI).

Due anni fa la stessa azienda aveva scatenato le proteste dei sindacati per aver sospeso i pulmini di trasporto dei dipendenti disabili nella sede di Paderno Dugnano, ritenendo il servizio «economicamente svantaggioso e non indispensabile».

Nel settembre scorso i grandi magazzini finirono al centro di un altro scandalo perché sui banconi venivano vendute bottiglie di alcolici con le effigi di Hitler.

A completare l'opera, l'azienda ha appena disdetto unilateralmente il contratto integrativo con i suoi dipendenti. Il Tutto mentre l'azienda festeggia in borsa un ottimo risultato di vendite e un aumento dei ricavi (LEGGI).

Insomma, Carrefour incassa ma non sembra curare molto la sua reputazione in termini di responsabilità sociale, pur essendo uno dei gruppi più grandi e potenti del mondo. O forse proprio per questo.
(04 febbraio 2010)

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