L'essere straniero per me non è altro che una via diretta al concetto di identità. In altre parole, l'identità non è qualcosa che già possiedi, devi invece passare attraverso le cose per ottenerla. Le cose devono farsi dubbie prima di potersi consolidare in maniera diversa.
Di Fabrizio (del 06/10/2009 @ 09:10:27, in Italia, visitato 1605 volte)
Il corso di Sociologia del diritto I e il Cirssi
ORGANIZZANO martedì 13 ottobre 2009 dalle ore 16.30 alle ore 18.30 in AULA B2, a Cà Borin, via del Santo n. 22 PADOVA
un incontro-dibattito in occasione della presentazione del libro:
Politiche possibili: abitare le città con i rom e i sinti (Carocci, Roma,
2009)
INTRODUCE E COORDINA: prof. Giuseppe Mosconi (titolare del corso di Sociologia del diritto I)
INTERVENGONO:
Tommaso Vitale (Università di Milano Bicocca - curatore del libro) Renata Paolucci (Opera Nomadi di Padova - autrice del capitolo: “Padova:
il superamento dei campi nomadi e il Progetto di inserimento scolastico”) Claudia Mantovan (Dipartimento di Sociologia, Università di Padova -
autrice del capitolo: “Venezia: quando un ente locale deve lottare per
realizzare le proprie politiche”)
Questo cortometraggio di eccellente qualità sia per la forma che il
contenuto, è stato presentato al Concorso Internazionale Audiovisivo Gitano "TIKINÓ",
nella categoria "Fatto per Gitani", dove ha vinto l'ultima edizione di questo
concorso.
Questo concorso si svolge nel Centro Socio-Cultural Gitano de Granada ed ha
preso il nome di Tikinó (corto in caló). E' nato gitano ed in questi tre anni è
stato riconosciuto come concorso riferito a tematiche di preferenza gitane nei
circuiti internazionali dell'audiovisivo.
Da allora, Tikinó cammina seguendo gli obbiettivo che lo originarono.
Costituire uno spazio di espressione dei gitani e per i gitani, e diffondere la
cultura gitana, assieme ad altre situazioni di rilevanza sociale, col massimo di
spazi possibili.
Rromiă, è il titolo del documentario che mostra il comportamento di
alcune donne gitane di fronte al lavoro, gli studi o la maternità. In questo
corto Tatiana ci racconta la sua storia che si sviluppa nella comunità gitana di
Gracia, a Barcellona, dove è la prima e unica donna che ha studiato sino a
conseguire un titolo universitario.
Per arrivare a conseguire la sua meta ha dovuto sfidare la mentalità che la
circondava, che mette in discussione l'identità gitana di chi vuole studiare,
soprattutto se si tratta di una donna.
Fotogramma di Rromia, Mujeres Gitanas con Tatiana Font come Protagonista.
Le autrici di questo corto sono Tatiana Font e Francesca Svampa. Francesca
Svampa è realizzatrice di audiovisivi con studi in economia, teatro e
documentario cinematografico, e Tatiana Font è creatrice di audiovisivi,
promotrice scolastica e portavoce della Unión Gitana di Gracia. Si sono
conosciute durante il programma "Roots&Routes" che appoggia i giovani nella
realizzazione di progetti audiovisuali. Da questo incontro, hanno realizzato "Rromia",
un documentario che narra la storia di Tatiana, una giovane gitana del Barrio de Grácia
e la visione di Francesca come straniera, esplorando la realtà dei gitani
spagnoli e catalani.
Il documentario è stato girato originariamente in catalano e in castigliano
con sottotitoli in castigliano, ma ne esiste anche una versione in inglese che è
divisa in tre parti:
La scolarizzazione dei bambini rom pone problemi alla municipalità
socialista di Cenon. Ma non a Bordeaux o Gradignan, due comuni di destra.
All'interno ci sono molti materassi, e qualche arnese per cucinare.
All'esterno, davanti a questa vecchia casa persa nei contrafforti della stazione
di Cenon, un terreno abbandonato dove, questo martedì, i bambini ammazzano il
tempo. Sempre all'esterno, un carrello riempito di bottiglie d'acqua, la casa
abbandonata di rue du Maroc non ha né acqua, né elettricità.
Da sei mesi vivono qui una trentina di persone. Rom, di nazionalità rumena.
Tra loro, una dozzina sono minori e non conoscono la scuola, come molti dei
bambini rom. In causa: la difficoltà delle pratiche, gli sgomberi frequenti,
voluti o forzati dalle espulsioni. Ma anche, in questo caso preciso, le
"reticenze del comune", accusano i militanti delle associazioni.
Tra i più attivi, Jérôme Lobao, presidente dell'associazione Procom, si dice
"molto innervosito" dal comportamento di Alain David, sindaco socialista di
Cenon. Gli rimprovera di ostacolare l'accesso dei Rom alla scuola, rifiutando
lorola domiciliazione amministrativa. Questa procedura avrebbe permesso loro di
avere un indirizzo al Centro Comunale di Azione Sociale (CCAS).
Procedura d'espulsione
I due comunicano per raccomandata. In una corrispondenza recente, Alain David
ha precisato che deciderà "entro due mesi". "E' improponibile! I bambini saranno
completamente passati al rientro...", deplora Jérôme Lobao.
Il sindaco si difende dalla sua posizione ideologica; invocando lo stretto
rispetto della legge. "Ho in effetti ricevuto la lettera di questa associazione
che richiede la domiciliazione delle famiglie. Ho adisposizione legalmente un
tempo di due mesi per prendere la mia decisione: ne approfitto per consultare i
miei servizi. In fondo, si pone comunque un problema di domiciliare famiglie che
occupano illegalmente una proprietà della comunità urbana..."
La CUB, di cui Alain David è il secondo vice-presidente, possiede in effetti
quest'opera muraria promessa ai grandi lavori nel quadro della sistemazione
della stazione. La CUB ha depositato una domanda di espulsione, che domani sarà
esaminata dal tribunale. "Voi, sareste contenti di trovare, rientrando la sera,
qualcuno installato a casa vostra?", si interroga l'eletto di sinistra.
Intransigente sulla domiciliazione, il sindaco garantisce tuttavia "di non
aver mai rifiutato un bambino nella scuola. Non ho visto volontà reali sul
terreno." Replica di Jérôme Lobao: "Nelle scuole, ci dicono: senza
domiciliazione, niente scolarizzazione."
Guerra delle sinistre
Il contenzioso tra i due in questi ultimi giorni ha preso una dimensione
politica, interna alla sinistra. Sul suo blog, Jérôme Lobao, già membro del PS e
ora vicino al Partito della Sinistra, fustiga "una città socialista che rifiuta
l'iscrizione dei bambini nelle scuole della Repubblica".
Ed all'inizio della settimana, Michel Chanteau, militante molto implicato nel
sostegno ai sans-papiers, ha invitato per email "tutti i socialisti di Cenon a
prendere, in una giornata di protesta, la tessera dell'UMP (la destra ndr)".
Riguardo alla scolarizzazione dei Rom, Lobao e Chanteau salutano gli sforzi
delle due municipalità che non sono assolutamente schierate a sinistra: Gradignan e
Bordeaux.
Nella prima, una quindicina di Rom hanno occupato da un anno una vecchia
stazione di benzina, in cours du général-de-Gaulle. "Si fa in modo che la loro
situazione sia decente, anche se è giuridicamente irregolare. Teniamo, con la
CCAS e la Croce Rossa, a soddisfare le necessità elementari, come
l'abbigliamento, il vitto e la scuola", spiega il sindaco di Gradignan, Michel
Labardin, membro di Comunità del futuro, il gruppo di Alain Juppé alla CUB. "Due
bambini rom così hanno appena fatto il loro rientro nelle nostre scuole. L'uno
nella scuola materna, l'altro nell'elementare."
Quanto a Bordeaux, Jérome Lobao sottolinea che i "bambini rom sono iscritti
alle scuole senza nessun problema". La delegata agli affari scolastici di Alain Juppé, Brigitte Collet,
precisa: "E' per noi un principio superiore, tutti i bambini sono accettati,
quale che sia lo status dei loro genitori."
Di Fabrizio (del 03/10/2009 @ 19:16:20, in Italia, visitato 1807 volte)
Conferenza "La voce del popolo Rom: Nuove politiche e strategie verso la
rappresentatività"
Roma, 30 Ottobre 2009 dalle ore 15,30 alle ore 19.30 (la sede è in corso
di definizione e sarà trasmessa con la prossima comunicazione della conferenza)
Interverranno: Parlamentari Italiani ed Europei, forze politiche, il Governo,
enti locali ed istituzioni, rappresentanti rom di organizzazioni Europee, rom e
sinti, la società civile italiana
"Il fallimento in passato di gran parte degli interventi a favore dei rom/sinti
in Italia è da attribuire al mancato coinvolgimento attivo dei "soggetti" in un
processo di autodeterminazione.
La strategia della Federazione romanì mira a riconoscere e valorizzare le
professionalità rom/sinte per "strappare" le redini dalle mani di una politica
"sociale" di assistenzialismo culturale emarginante e segregante, e riportarla
alla legittimità di una politica culturale "attiva" di autodeterminazione della
popolazione rom e sinta.
Il programma politico della Federazione romanì è finalizzato a costruire una
RAPPRESENTATIVITA’caratterizzata da qualità progettuale per passare dalla
mediazione alla partecipazione attiva e per promuovere una politica per la
cultura romanì."
Programma provvisorio Ore 15, 30 presentazione
Ore 15, 40 Presentazione del programma politico e delle strategie della
Federazione romani. Interventi di Demir Mustafà, Bruno Morelli, Sergio Suffer
Ore 16, 30 Saluto
Ore 17, 00 Presentazione programma politico e strategie della Federazione romanì.
Interventi di Graziano Halilovic, Loris Levak, Najo Adzovic, Nihad Smajovic
Ore 18, 00 Intervento rappresentanti rom organizzazioni Europee
Ore 19, 00 Saluto
Ore 19, 30 Conclusioni
Il coordinatore: Bruno Morelli
Il segretario: Graziano Halilovic
Il presidente: Guarnieri Nazzareno
Un bambino rom ritorna a casa con contenitori di acqua pulita, che ha
"guadagnato" lavorando per i vicini World Vision MEERO,
http://meero.worldvision.org
28 Settembre 2009 - L'attesa di una propria fornitura d'acqua è quasi
terminata per gli oltre 100 Rom della comunità Cobadin di Costanza, dove
genitori e figli lavorano per i loro vicini per ottenere soltanto acqua
potabile. I due pozzi ricostruiti dall'Associazione Sunshine Cobadin con i fondi World Vision
Romania daranno a circa 16 famiglie accesso all'acqua potabile e non dovranno
più lavorare o camminare per km. per procurarsela.
"Lavoriamo tutto il giorno per due galloni (8 litri) d'acqua," piange una
donna rom la cui voce racconta la triste storia di oltre 100 persone di Cobadin,
una comunità rurale nella regione di Costanza, sud-est della Romania.
Vivono alla periferia del villaggio, in misere case di terra rattoppate con
teli di plastica, le famiglie lamentano il fatto che i due pozzi che si
iniziarono a scavare molti anni fa,, sono stati analizzati e dichiarati
contaminati. Da quel momento sono stati obbligati a mendicare l'acqua dai loro
vicini e lavorare tutto il giorno per pochi litri d'acqua.
"Negli ultimi due anni non abbiamo avuto alcuna sorta d'acqua nelle nostre
case. Di solito la prendevamo fuori dal municipio, ma lo scorso inverno l'hanno
chiusa. Tutta l'estate abbiamo trasportato l'acqua dalla pompa della scuola, ma
ora stanno chiudendo i cancelli. Quando chiediamo l'acqua ai vicini, dicono che
dobbiamo pagarla. Pagare con cosa?" si chiede Ismail Redivan, padre di quattro
bambini.
Ogni giorno Ismail lavora per portare abbastanza acqua ai suoi bambini.
Trasporta spazzatura su un carro, cura il giardino dei vicino - tutto per
l'acqua. "Senza acqua, moriamo," dice semplicemente.
Salie ed i suoi tre figli camminano per quattro km. al giorno per prendere
l'acqua da un pozzo dei parenti. "Se in casa non abbiamo acqua, non beviamo.
Resistiamo. Se i bambini si svegliano di notte e chiedono l'acqua, non possiamo
dargliela," spiega Salie.
Emaciata e debole per il cancro, Zulfie - 70 anni, non è preoccupata per sé,
ma per i suoi animali, la sua ultima fonte di gioia e soddisfazione. "Non ho
acqua - nemmeno per il mio gatto," dice la nonna.
Ma l'acqua potabile è solo il primo anello della catena di problemi per
questi Rom. Quando si centellina ogni goccia d'acqua è difficile parlare di
igiene. "Lavo tutti i bambini nella medesima acqua," dice Emma, 32 anni, madre
di sei ed in attesa del settimo. Suo figlio Resep, 15 anni, ha terminato il
quarto grado a scuola, ma ora non va più a scuola.
"Voglio davvero andare a scuola, ma mi vergogno con i miei compagni in questi
vestiti sporchi e puzzando. Ora sto lavorando per un vicino turco, che mi da tre
bidoncini d'acqua, ogni giorno, solo per bere," relaziona Resep.
Tutti ricordano con nostalgia quando i pozzi funzionavano. "Avevamo acqua
dolce e fresca," dice l'anziana rom.
Corina Iordanescu,
coordinatrice del Progetto di Sviluppo Comunitario di
World Vision, spiega perché ricostruire i pozzi è così cruciale. "Abbiamo deciso
di ricostruire i pozzi per aiutare le famiglie rom ad avere una migliore qualità
di vita, perché possano lavare i loro bambini, i vestiti ed avere basiche
condizioni igieniche."
"Dopo che avremo ricostruito il pozzo, tratteremo l'acqua con il cloro per 48
ore. Dopo, faremo una prova per vedere se l'acqua è bevibile. I pozzi avranno le
pareti esterne, shaduf [il braccio per raccogliere l'acqua] e una botola per
proteggere i bambini," dice Ani Vlaicu, presidente dell'Associazione Sunshine Cobadin
e consigliere tecnico municipale per i Rom.
Secondo il Rapporto 2008 sui Diritti Umani di Amnesty International, l'UNICEF
a marzo dello stesso anno riportava che oltre il 70% delle case rom non ha una
fornitura d'acqua diretta.
Ufficialmente ci sono in Romania 535.140 Rom, che rappresentano il 2,5% della
popolazione, ma le stime non ufficiali danno un totale fra i 700.000 e i 2,5
milioni di persone.
Source: World Vision Middle East - Eastern Europe, Central Asia office
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