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Romania
Di Fabrizio (del 01/10/2009 @ 09:25:26, in Europa, visitato 1665 volte)

Da Romanian_Roma

Reuters AlertNet (disclaimer)

Un bambino rom ritorna a casa con contenitori di acqua pulita, che ha "guadagnato" lavorando per i vicini World Vision MEERO, http://meero.worldvision.org

28 Settembre 2009 - L'attesa di una propria fornitura d'acqua è quasi terminata per gli oltre 100 Rom della comunità Cobadin di Costanza, dove genitori e figli lavorano per i loro vicini per ottenere soltanto acqua potabile. I due pozzi ricostruiti dall'Associazione Sunshine Cobadin con i fondi World Vision Romania daranno a circa 16 famiglie accesso all'acqua potabile e non dovranno più lavorare o camminare per km. per procurarsela.

"Lavoriamo tutto il giorno per due galloni (8 litri) d'acqua," piange una donna rom la cui voce racconta la triste storia di oltre 100 persone di Cobadin, una comunità rurale nella regione di Costanza, sud-est della Romania.

Vivono alla periferia del villaggio, in misere case di terra rattoppate con teli di plastica, le famiglie lamentano il fatto che i due pozzi che si iniziarono a scavare molti anni fa,, sono stati analizzati e dichiarati contaminati. Da quel momento sono stati obbligati a mendicare l'acqua dai loro vicini e lavorare tutto il giorno per pochi litri d'acqua.

"Negli ultimi due anni non abbiamo avuto alcuna sorta d'acqua nelle nostre case. Di solito la prendevamo fuori dal municipio, ma lo scorso inverno l'hanno chiusa. Tutta l'estate abbiamo trasportato l'acqua dalla pompa della scuola, ma ora stanno chiudendo i cancelli. Quando chiediamo l'acqua ai vicini, dicono che dobbiamo pagarla. Pagare con cosa?" si chiede Ismail Redivan, padre di quattro bambini.

Ogni giorno Ismail lavora per portare abbastanza acqua ai suoi bambini. Trasporta spazzatura su un carro, cura il giardino dei vicino - tutto per l'acqua. "Senza acqua, moriamo," dice semplicemente.

Salie ed i suoi tre figli camminano per quattro km. al giorno per prendere l'acqua da un pozzo dei parenti. "Se in casa non abbiamo acqua, non beviamo. Resistiamo. Se i bambini si svegliano di notte e chiedono l'acqua, non possiamo dargliela," spiega Salie.

Emaciata e debole per il cancro, Zulfie - 70 anni, non è preoccupata per sé, ma per i suoi animali, la sua ultima fonte di gioia e soddisfazione. "Non ho acqua - nemmeno per il mio gatto," dice la nonna.

Ma l'acqua potabile è solo il primo anello della catena di problemi per questi Rom. Quando si centellina ogni goccia d'acqua è difficile parlare di igiene. "Lavo tutti i bambini nella medesima acqua," dice Emma, 32 anni, madre di sei ed in attesa del settimo. Suo figlio Resep, 15 anni, ha terminato il quarto grado a scuola, ma ora non va più a scuola.

"Voglio davvero andare a scuola, ma mi vergogno con i miei compagni in questi vestiti sporchi e puzzando. Ora sto lavorando per un vicino turco, che mi da tre bidoncini d'acqua, ogni giorno, solo per bere," relaziona Resep.

Tutti ricordano con nostalgia quando i pozzi funzionavano. "Avevamo acqua dolce e fresca," dice l'anziana rom.

Corina Iordanescu, coordinatrice del Progetto di Sviluppo Comunitario di World Vision, spiega perché ricostruire i pozzi è così cruciale. "Abbiamo deciso di ricostruire i pozzi per aiutare le famiglie rom ad avere una migliore qualità di vita, perché possano lavare i loro bambini, i vestiti ed avere basiche condizioni igieniche."

"Dopo che avremo ricostruito il pozzo, tratteremo l'acqua con il cloro per 48 ore. Dopo, faremo una prova per vedere se l'acqua è bevibile. I pozzi avranno le pareti esterne, shaduf [il braccio per raccogliere l'acqua] e una botola per proteggere i bambini," dice Ani Vlaicu, presidente dell'Associazione Sunshine Cobadin e consigliere tecnico municipale per i Rom.

Secondo il Rapporto 2008 sui Diritti Umani di Amnesty International, l'UNICEF a marzo dello stesso anno riportava che oltre il 70% delle case rom non ha una fornitura d'acqua diretta.

Ufficialmente ci sono in Romania 535.140 Rom, che rappresentano il 2,5% della popolazione, ma le stime non ufficiali danno un totale fra i 700.000 e i 2,5 milioni di persone.

Source: World Vision Middle East - Eastern Europe, Central Asia office

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