Rom e Sinti da tutto il mondo

Ma che ci fa quell'orologio?
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La redazione
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\\ Mahalla : Storico per mese (inverti l'ordine)
Di seguito tutti gli interventi pubblicati sul sito, in ordine cronologico.
 
 

Da milano.blogosfere.it (vedi QUI ndr). In calce, due video girati la scorsa proiezione milanese del 15 aprile.

Parlare di rom senza pregiudizi è un'impresa molto difficile, specialmente adesso e specialmente a Milano dove ogni tre per due sgomberano campi e continuano a "spostare" il problema senza affrontarlo in maniera definitiva. Qualche settimana fa era stata sgomberata la baraccopoli della Ghisolfa, e solo due giorni fa quello in viale Cassala e via Giordani.

Due registi milanesi, Toni­no Curagi e Anna Gorio, hanno provato a raccontare la vita di un campo rom, e più precisamente quello in via San Dionigi 93 in un documentario. "Via San Dionigi 93" è stato prodotto dalla Provincia di Milano ed è stato presentato allo Spa­zio Oberdan.

Noi lo abbiamo visto: si tratta di 70 minuti di film tratti da oltre 50 ore di girato. Le riprese sono durate più di due anni. E' uno squarcio di vita quotidiana del campo rom situato vicino all'abbazia di Chiaravalle, che è stato colpito più volte da incendi ed è stato distrutto dalle ruspe comunali nel 2007. E che proprio qualche giorno fa è tornato alla ribalta.

Non c'è commento, non ci sono interviste: la videocamera diventa volutamente un occhio indiscreto che curiosa senza intervenire e mostra la realtà così com'è (a tratti però ci si perde un po', ma è l'effetto realtà se così possiamo chiamarlo).

Anche se in alcuni momenti si vorrebbe approfondire di più il tema che si sta trattando (e vedere di più) il risultato è un quadro sommario che è molto utile per chi lo guarda per osservare una realtà che spesso conosciamo solo dalle pagine della cronaca. Sarebbe bello vedere anche un "sequel", con altri spezzoni di documentario.

Abbiamo avuto l'opportunità di fare una breve chiacchierata con i registi

 

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Di Fabrizio (del 22/04/2009 @ 09:43:14, in Europa, visitato 1474 volte)

Da Roma_Francais

Lille

Martine Aubry ha confermato ieri agli eletti della comunità, che lo Stato non continuerà più col finanziamento per le case mobili. Halluin, Lille e Faches-Thumesnil dovranno dunque restare le sole tre città dell'area metropolitana ad aver accettato di accogliere famiglie di Rom sul loro territorio.

Precisa la presidente, dopo aver gentilmente rimproverato chi aveva un sorriso di sollievo troppo visibile: "Ci sono state reticenze all'inizio, ma le cose stanno andando bene. I bambini sono scolarizzati ed i genitori parlano o imparano il francese."

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Di Sucar Drom (del 22/04/2009 @ 13:17:44, in blog, visitato 1680 volte)

Rom e Sinti, il congresso della federAzione
A Roma si aprirà mercoledì prossimo il primo Congresso nazionale della federazione Rom e Sinti Insieme. Il congresso si terrà mercoledì 22 aprile alle ore 15.00 e giovedì 23 aprile alle ore 9.00 in via Palestro 68, ...

Diritti umani, è scontro tra Consiglio d'Europa e Governo italiano
Un Paese che non fa abbastanza contro il razzismo, dove «gli immigrati irregolari vengono criminalizzati», e che ha adottato o sta discutendo «misure draconiane» contro i clandestini. Una nazione dove es...

Alessandria, gli Italiani, i Rom e i Sinti: storia, problemi attuali e prospettive
L'Associazione Cultura e Sviluppo Alessandria invita, giovedì 23 aprile dalle ore 19.00 alle 22.00, alla conferenza "Gli Italiani, i Rom e i Sinti. Storia, problemi attuali e prospettive"...

Europee, Gruppo EveryOne: “no alla candidatura di Cofferati e Domenici”
Gli attivisti del Gruppo EveryOne hanno inviato una lettera aperta alle dirigenze del Partito Democratico in Toscana ed Emilia Romagna, nonché a tutti i Parlamentari Europei e ai membri del Parlamento Italiano contro la candidatur...

Le pari opportunità negate
Martedì 14 aprile 2009 la Gazzetta di Mantova ha titolato in prima pagina “Blitz di due nomadi nella casa protetta” e ha sottotitolato “Curtatone, forzano l’ingresso e portano via un ragazzo di 11 anni”. Al lettore disattento il messaggio rafforzerà lo ...

Rom e Sinti nella letteratura/8 - QUELLI DEL COLERA
Le immagini proposte dal Verga in Quelli del colera (1887) sono prosaiche, i suoi personaggi non hanno più nulla dell’aura magica del Romanticismo e, di contro agli idealismi e ai grandi sogni, protagonista è ora la realt...

Grande Fratello 9, il razzismo contro Ferdi
Questa sera avrà termine l’epopea dei reclusi nella Casa. Con vincitori, vinti, tifosi e opinionisti anche l’allarmante disprezzo di molti per il giovane montenegrino. Il reality show di Canale 5, sulla scia dell’Isola dei famosi, quest’anno ha voluto aprire al ’sociale’. Tra i concorrenti sono stati scelti un cieco, una ragazza omosessuale, un giovane profugo montenegrino di etnia rom...

Ginevra, un vertice sul razzismo indebolito dalle polemiche
La conferenza sul razzismo delle Nazioni Unite che si apre oggi a Ginevra è stata preceduta da un nutrito coro di polemiche e da un appello al boicottaggio. «I discorsi di odio e gli insulti di carattere razzista saranno vietati alla conferenza delle Nazioni Unite contro il razzismo e l'intolleranza...

Ginevra, chi è presente stavolta ha torto
Si apre oggi a Ginevra, sotto i peggiori auspici, la Conferenza delle Nazioni Unite sul razzismo. Gli occidentali sono arrivati a questo appuntamento divisi. Gli Stati Uniti, Israele, il Canada, l’Australia e l'Italia hanno confermato che non parteciperanno non essendoci garanzie che la Conf...

Ginevra, l'Europa intera è pronta ad andarsene
Si è aperta tra le polemiche a Ginevra la conferenza dell'Onu sul razzismo e la xenofobia, meglio nota come "Durban 2". Tantissimi i governi che hanno deciso di disertare l'appuntamento per timore che si trasformi in un processo a Israele. Non ci sono gli Stati Uniti, l'Italia, la Germania, la Polonia,...

Ginevra, Osservatore Santa Sede: assenze non si capiscono bene
L'assenza di alcuni paesi - come Usa, Israele, Italia - dalla conferenza Durban 2 sul razzismo, a Ginevra, "non si capisce bene", secondo l'osservatore permanente della Santa Sede all'ufficio delle Nazioni Unite a Ginevra, monsignor Silvano...

Ginevra, l'Europa abbandona dopo l'intervento di Ahmadinejad
Mahmud Ahmadinejad ha attaccato Israele denunciando la "formazione di un governo razzista in Medio Oriente" e i delegati dell'Unione europea hanno reagito lasciano la Conferenza di Ginebvra 'Durban ...

Ginevra, l'Onu deplora Ahmadinejad: "l'opposto della conferenza"
Il segretario generale dell'Onu Ban Ki-Moon ha deplorato il contenuto dell'intervento del presidente dell'Iran oggi alla Conferenza dell'On sul razzismo. "Il segretario generale - si legge in una nota pubblicata a Ginevra - deplora l'uso ...

Il calcio razzista
Durante la partita giocata sabato sera tra Juventus e Inter abbiamo assistito a vergognosi cori razzisti all’indirizzo del giocatore dell’Inter, Mario Balotelli, preso di mira perché nero...

Pisa, la Pasqua ortodossa tra gli accampamenti rom
Giorni fa ho accompagnato p. Ciprian, giovane sacerdote Ortodosso Rumeno di Livorno, in quattro accampamenti di Pisa per la Benedizione Pasquale. E' stato un momento bello e molto apprezzato dai Rom, sorpresi e meravigliati che un lo...

Roma, nel "campo nomadi" Ferdi è un eroe
In mezzo al nulla, un bagliore quasi accecante. Una luce illumina il prato di Ciampino, ma non sono i fari dell´aeroporto dell´Urbe, bensì il televisore acceso nel campo dove vivono i trecento rom della zona di Ciampino. Proprio lì ieri sera si sono dati appuntamento i Rom dei campi di Tor Vergata, Casilino '900 e dell´Arco di ...

La storia di Ferdi e l'alibi collettivo
Il modo giusto di fare tv? Rappresentare una realtà «accettabile» Si ha un bel dire sul Grande Fratello. Anzi, un brutto dire. Che è l'esito estremo della tv volgare. Che è la tv dei guardoni. Che è un quarto d'ora di celebrità a spese di ogni pudore. Ma se poi vince Ferdi e il GF rimane l'ultima possibilità ch...

Grande Fratello 9, Ferdi commuove e vince
È Ferdi il vincitore del Grande Fratello 9. Ventidue anni, di origini rom, con una storia difficile alle spalle - arrivato clandestinamente in Italia dal Montenegro in gommone e allontanato da piccolo dal padre e abbandonato dalla madre - oltre ai 300mila euro del montepremi fina...

Adesso se trovi uno zingaro, un rom che ti fruga nei cassetti di casa gli chiedi l'autografo?
Sapevo che dopo tanto blaterare di sicurezza nei tg e nei giornali, aver dato sfogo a tutti i pregiudizi dovuti al razzismo, avere discriminato romeni, sinti, zingari, rom tentando anche di dargli fuoco, il popolino della tv opportunamente guidato avrebbe avuto un sussulto di dignita'...

Ferdi: «Sarebbe bello se la mia partecipazione al "Grande Fratello" riuscisse a far superare tanti pregiudizi nei confronti dei rom»
«Sarebbe bello se la mia partecipazione al "Grande Fratello" riuscisse a far superare tanti pregiudizi nei confronti dei rom» questa è la prima dichiarazione di Ferdi Berisa, dopo aver vinto il Grande Fratello 9...

Ferdi nel Paese degli Orrori
C’era una volta il Paese degli Orrori, un mondo fitto di insidie e orchi terrificanti, un mondo senza luci. Ferdi viveva lì, abbandonato da una madre snaturata nelle grinfie di un padre sfruttatore e violento. Fin da bambino, nonostante ...

Potevo vincere il Grande Fratello
È imbarazzante, può apparire ridicolo. Ma è la pura verità. Come, sono certa, dimostrerà la storia che sto per raccontare. Una storia complicata. Ma quel che mi imbarazza - e che può apparire ridicolo - si riassume in cinque parole: potevo vincere il Grande Fratello. Ma andiamo con ordine. Nel s...

Rom e Sinti, si apre oggi il primo congresso
Si aprirà fra qualche ora il primo congresso della federazione “Rom e Sinti Insieme”. L’associazione Sucar Drom e l’associazione Nevo Drom presenteranno domani mattina una mozione/documento dal titolo unità e partecipazione...

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Di Fabrizio (del 23/04/2009 @ 01:28:24, in Italia, visitato 2906 volte)

Da RomSinti@Politica

La "Federazione rom e sinti insieme" promuove oggi, ad un anno dalla sua giuridica costituzione, il suo 1° congresso nazionale con il titolo "Rom e Sinti, protagonisti del nostro futuro. Sentire, percepire, pensare."

E’ doveroso ringraziare la presidente del Centro Servizi per il Volontariato del Lazio, Francesca Danese, per la comunicazione tra le reti, la preziosa collaborazione e la disponibilità per la promozione di questa iniziativa, l’UNICEF Italia per l’ospitalità, il presidente l’associazione Romà onlus, Graziano Halilovic e Paola Marotti per la gestione dell’accoglienza e segreteria organizzativa di questo congresso, gli amici di Radio radicale, le associazioni aderenti alla federazione, i graditi ospiti e tutti i partecipanti che saranno presenti oggi e domani.

Quello appena trascorso è stato un anno terribile per la popolazione Rom e Sinta, ma non è questa la sede per denunciare nei dettagli le diverse forme di illegalità, di violenze e di discriminazioni contro la nostra gente.

Questa relazione vuole formulare delle proposte politiche per Rom e Sinti e per meglio presentarle non posso evitare di mettere in evidenza scelte e comportamenti sbagliati del passato e che ancora oggi determinano un clima di odio e di rifiuto contro la popolazione rom e sinta.

Cosa sta accadendo alla politica ed alla società Italiana?

Motivare le reazioni della politica italiana agli atti di violenza degli ultimi tempi è il segnale di un profondo vuoto morale di una società che sta perdendo le coordinate culturali per convivere con "l’altro".

Il fenomeno dell’immigrazione ha trasformato l’Italia in un paese multiculturale, in una democrazia multiculturale, rideterminando il volto culturale dell’Italia e la politica è sollecitata a potenziare la sua responsabilità di garantire i diritti di tutti, dei cittadini "piccoli e grandi", "vecchi e nuovi", diritti essenziali per convivere in una società multietnica.

Va riconosciuto alla politica Italiana grandi meriti quando ha operato in osmosi con il contesto sociale e culturale, oggi deve seguire lo stesso metodo ed uscire dalla condizione di autorefenzialità in cui da anni si è rifugiata.

La politica deve prendere coscienza della necessità di un rapporto vivo con la società e non di plasmare i cittadini all’interno di contenitori, deve produrre cultura per far emergere un orientamento verso l'auto realizzazione, la partecipazione attiva, la consapevole applicazione dei diritti.

Penso che la crisi, di cui tanto si parla negli ultimi mesi, non sia solo una crisi economica, ma una crisi culturale che trova le sue radici nella perdita di valori fondamentali.

La crisi in atto troverà soluzione se la politica Italiana sarà capace di gestire il cambiamento culturale in atto trasformando una "statica" democrazia multiculturale in una "dinamica" democrazia interculturale, e per realizzare questo passaggio necessario un lavoro culturale che non deve interessare solo la ricerca di soluzioni, ma innescare percorsi di reazione positivi, che non siano la chiusura e il conflitto.

All’interno di questo contesto politico, sociale e culturale c’è la questione Rom e Sinta, con la sua specificità.

La realizzazione di questo evento è l’ennesima dimostrazione che la "Federazione Rom e Sinti insieme" non è una nuova associazione che si occupa di Rom e Sinti, ma un organismo politico che si propone con chiarezza, onestà e trasparenza di definire per Rom e Sinti un ruolo attivo e propositivo, per un dialogo diretto con il Governo, le Istituzioni e la società civile, collaborando alla programmazione di politiche di interazione con Rom e Sinti, per l’affermazione della cultura della legalità, il contrasto agli abusi di potere ed a ogni forma di discriminazione, la promozione di una società aperta e multiculturale.

Questo 1° congresso nazionale la federazione è stato promosso per coinvolgere Rom e Sinti e tutti coloro che direttamente o indirettamente in Italia sono impegnati nella questione Rom/Sinta per una riflessione, analisi e confronto sul processo di riconoscimento dei diritti di cittadinanza e di minoranza linguistica, per superare le divisioni e le frustrazioni del passato, per stimolare processi di formazione alla partecipazione (capacity building).

Questo non significa che la Federazione rom e sinti insieme non abbia la necessità di un ampio confronto interno per arricchire la proposta, la condivisione e la realizzazione del programma politico e della strategia organizzativa, discussione che realizzeremo dopo questo congresso, ma credo sia prioritario costruire un radicale cambiamento rispetto al passato, e se vogliamo migliorare le condizioni di vita della popolazione Rom e Sinta è necessario avviare un confronto ampio ed aperto con la politica, le istituzioni e la società civile.

Quello appena trascorso è stato un anno molto difficile per la popolazione rom e sinta per scelte e comportamenti sbagliati contraddistinte dalla fierezza dell’ignoranza e dall’arroganza.

Scelte sbagliate che hanno riversato i conflitti sulla quotidianità dei cittadini e legittimato la sospensione dei diritti di cittadinanza a rom e sinti e folclorizzato la cultura Rom/Sinta con pregiudizi e stereotipi.

In questo anno difficile, numerose sono state le manifestazioni di denuncia per la violazione di diritti fondamentali a Rom e Sinti, iniziative importanti, ma sono state più uno specchio che una finestra.

Malgrado l’impiego di energie e di risorse la condizione di Rom e Sinti diventa sempre più grave, questo è un dato indiscutibile e attribuire la responsabilità alla politica per il modo strutturale e recidivo con cui da troppo tempo realizza scelte tassativamente sbagliate per Rom e Sinti, oggi è diventato LIMITATO E NON RISOLUTIVO.

La denuncia, sacrosanta, non ha prodotto cambiamenti migliorativi alla popolazione rom e sinta.

Non possiamo continuare a piangerci addosso e rifugiarci nel "fatalismo persecutorio", oppure continuare ad ignorare, quasi sempre per un interesse personale, chi da troppo tempo soffia sul fuoco della nostra divisione per evitare a Rom e Sinti di essere protagonisti del nostro futuro, oppure ancora accettare passivamente le disastrose politiche "differenziate", assistenziali e segreganti, quasi che la normalità fosse estranea per Rom e Sinti, ed attribuire responsabilità ad "altri", perché la responsabilità è anche nostra, di Rom e Sinti.

Occorre analizzare ed elaborare i diversi livelli di responsabilità e adottare strategie in grado di migliorare le nostre condizioni culturali, sociali ed economiche, nella consapevolezza che oggi più ieri noi Rom e Sinti SIAMO "OSTAGGI" di alcuni OPPORTUNISTI e MASCALZONI senza scrupoli, presenti anche nella nostra popolazione.

Un radicale cambiamento di metodo rispetto al passato non è più rinviabile, iniziando dalla caduta delle falsificazioni sulla realtà Rom e Sinta che hanno avuto la finalità di far emergere SOLO l’aspetto sociale, l’emergenza e la negatività, limitando o folclorizzando gli aspetti culturali, ignorando la cultura Rom/Sinta ancora totalmente sconosciuta.

Infatti l’opinione pubblica, la politica, la società civile e i media leggono la realtà rom e sinta come limitata al campo nomadi, al disagio, alla devianza, alla illegalità, allo sfruttamento ed alla violenza, ecc. aspetti marginali e minoritari della popolazione rom e sinti, oltretutto estranei ai codici morali e culturali di questa minoranza, ma che attraverso un meccanismo politico/mediatico vergognoso schiaccia la positività e l’aspetto culturale della nostra popolazione.

Aspetti culturali e positività che non trovano spazi per emergere, per essere visibili a causa della negazione di prerequisiti essenziali: il riconoscimento alla popolazione rom e sinta quale entità culturale del territorio, la definizione di un ruolo attivo, propositivo e qualificato a Rom e Sinti.

Quanti sono cittadini Italiani appartenenti alla minoranza Rom e Sinta in Italia?

Perché la politica italiana nega il riconoscimento di minoranza linguistica a decina migliaia di Rom e Sinti Italiani, mentre riconosce minoranza linguistica poche centinaia di persone appartenenti ad altra minoranza?

Quanti Rom e Sinti, Italiani ed immigrati, vivono nelle case?
Quanti Rom e Sinti, Italiani e immigrati, svolgono un regolare lavoro dipendente o autonomo?
Tanti … tantissimi.
Perché queste persone Rom e Sinte sono ignorate?
Perché non rivendicano la loro identità Rom o Sinta?
Il problema è la discriminazione razziale generalizzata contro Rom e Sinti.

Queste persone rom e sinte per svolgere il loro lavoro generalmente sono obbligate a rinnegare la propria storia personale e familiare, la propria identità culturale, per evitare di essere pregiudizialmente discriminati per l’appartenenza etnica ed espulsi dal lavoro.

Per fortuna non è sempre così, ma nella grande maggioranza dei casi è proprio così.

Negli ultimi anni le richieste del cambio del cognome di persone Rom inoltrate alle Prefetture sono in aumento.

Che dire! …

Questo 1° congresso della Federazione è un’opportunità per elaborare un radicale cambiamento di metodo a tutti i livelli con il contributo di tutti per dare risposte adeguate alla realtà ed i bisogni sociali e culturali dei Rom e Sinti. Spero che da questo congresso emerga un contributo ampio sulla questione Rom e Sinta e che vada oltre le seguenti proposte:

- E’ urgente il riconoscimento di minoranza linguistica a Rom Sinti
- Diffondere e valorizzare la cultura Rom e Sinta
- Intervenire sulla normativa esistente in materia di discriminazione: ratificare integralmente la direttiva Europea 2000/43, rivedere, migliorare e rendere applicabile e celere la normativa vigente, indipendenza dal governo e poteri sanzionatori.
- Abbandonare la fallimentare politica dei campi nomadi SUBITO, rifiutando ogni forma di gestione, proponendo il superamento con l’autogestione di Rom e Sinti, utilizzare le risorse già disponibili per campi nomadi, ed altre nazionali e comunitarie, per avviare una politica abitativa pubblica per TUTTI I CITTADINI, Rom e Sinti compresi.
- Abbandonare ogni forma di politica differenziata per Rom e Sinti per abbandonare le politiche dell’assistenzialismo culturale.
- Definizione di un ruolo attivo e propositivo a Rom e Sinti.

In sintesi posso dire che si tratta di passare dalla mediazione alla partecipazione attiva per abbandonare le politiche dell’assistenzialismo e dell’esclusione e passare all’auto rappresentatività per il riconoscimento dei diritti di cittadinanza e di minoranza linguistica, per fare questo è necessario

Questo passaggio è possibile farlo subito perché molto dipende dalla nostra volontà, consapevole che si tratta di un passaggio delicato per il rischio di strumentalizzare la partecipazione attiva di Rom e Sinti e per evitare questo pericolo è necessario definire la partecipazione attiva di Rom e Sinti.

Una partecipazione attiva di Rom e Sinti "come un fine" che investe processi di trasformazione culturale e sociale di portata collettiva, "un processo sociale di azioni attraverso le quali gli individui, le comunità e le organizzazioni guadagnano padronanza sulle loro vite nel contesto di cambiare il loro ambiente sociale e politico per migliorare l’equità e la qualità di vita."

Si tratta di definirne le strategie per realizzare la partecipazione attiva di Rom e Sinti.

Nazzareno Guarnieri – presidente Federazione rom e sinti insieme

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Di Fabrizio (del 23/04/2009 @ 09:07:36, in Europa, visitato 2346 volte)

Da Czech_Roma

19 aprile 2009, 12:49 GMT

Praga - Dice la polizia che una bambina rom ed i suoi genitori sono stati seriamente feriti, sembra da una bomba molotov lanciata nella loro casa durante la notte nel nord est della Repubblica Ceca. Le vittime dicono che qualcuno ha lanciato una molotov nella loro casa nella città di Vitkov, dandole fuoco poco prima di mezzanotte, ha detto la portavoce della polizia, Sona Stetinska, all'agenzia stampa tedesca DPA.

Ha aggiunto che la polizia non sarà in grado di confermare la causa dell'incendio se non potrà esaminare il luogo, cosa che è complicata dal pericolo di crollo dell'edificio.

Il Primo Ministro uscente, Mirek Topolanek, ha detto di essere "seriamente preoccupato dal sorgente estremismo", chiedendo alle autorità di determinare se l'incidente possa essere motivato razzialmente.

La polizia ha detto che il motivo del presunto attacco non è immediatamente condiviso. "Non possiamo confermare che si trattasse di motivo razziale, ma neanche possiamo negarlo," ha detto la portavoce.

La bambina di 22 mesi, salvata dalla casa in fiamme dai genitori, trasportata in aereo in un ospedale nella capitale regionale Ostrava, è in condizioni critiche, hanno detto dal servizio di soccorso.

Ha diverse gravi bruciature nell'80% del corpo ed ha inalato i fumi, ha detto in una dichiarazione il portavoce Lukas Humpl.

Nella dichiarazione si dice che la madre, 27 anni, ha bruciature alle gambe ed un braccio, mentre i padre, 33 anni, ha serie bruciature alla schiena e agli arti.

L'incidente ha avuto luogo in mezzo ad una crescente attività politica dell'estrema destra e dei gruppi neonazisti.

La stessa sera, estremisti di destra avevano percorso in una marcia largamente pubblicizzata la città nord-occidentale di Usti nad Labem, che ospita un simil-ghetto della comunità rom, 430 km. ad est di Vitkov.

Le città ceche hanno combattuto per proibire le marce estremiste, mentre i loro organizzatori sfruttano le leggi che salvaguardano la libertà di assemblea.

"E' chiaro che esiste un collegamento tra l'attività politica degli estremisti e la violenza diretta verso gli abitanti," ha detto il premier. Ha auspicato che la prossima riunione di governo discuta la questione lunedì.

Nonostante questa retorica, i gruppi di estrema destra hanno continuato senza problemi le loro attività. Recentemente il governo ha fallito nel suo sforzo di sciogliere una di queste organizzazioni, il Partito dei Lavoratori.

Attacchi a sfondo razziale con bombe molotov, alcuni dei quali mortali, hanno recentemente scosso l'Ungheria.

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Di Fabrizio (del 23/04/2009 @ 09:51:52, in scuola, visitato 1950 volte)

Da Nordic_Roma

HELSINGIN SANOMAT By Kristiina Markkanen

"Laalo, blaato, dzjelto (rosso, blu, giallo), i bambini rom leggono ad alta voce in una stanzetta del centro diurno Viherlaakso di Lahti.

Stanno avendo una lezione in kàlo-finnico-romanes, il nome ufficiale della lingua della minoranza finnica rom. Le sorelle Teresa e Maritsa Borg stanno colorando dei palloni mentre imparano il nome dei colori in romanes.

Le ragazze sono state fortunate: l'insegnante Marianne Florin lavora nello stesso centro diurno come sovvenzionata, in altre parole come assistente, il cui salario arriva parzialmente dal budget del Ministero dell'Impiego e dell'Economia.

Marianne Florin ha esperienza in questi circoli linguistici, anche se il suo livello di competenza del romanes non è molto alto.

D'altra parte, una lezione a settimana non è sufficiente per consentire a Maritsa e Teresa di parlare fluentemente il romanes. Sfortunatamente, non avranno l'opportunità di continuare i loro studi in romanes alla scuola.

La situazione a Lahti è tipica.

Soltanto pochissimi bambini rom di Finlandia hanno imparato la propria lingua madre - dipende dall'anno, circa 150 bambini apprendono il romanes al centro diurno o a scuola.

Si tratta del 5-10% dei bambini rom di Finlandia. Oggigiorno, non molti imparano la lingua a casa.

Il Tavolo Nazionale Finnico dell'Istruzione (FNBE) ha provato ad incoraggiare l'insegnamento del kàlo-finnico-romanes nelle scuole e nel 2009, i crediti dedicati sono stati raddoppiati.

Nei fatti, sono stati lanciati in Finlandia alcuni progetti per appoggiare i bambini rom ed i loro genitori riguardo la lingua romanes.

"Il prossimo autunno introdurremo i gruppi d'immersione nella lingua, i cosiddetti nidi linguistici, tanto per adulti che bambini che imparano il romanes. Abbiamo anche intenzione di organizzare due campi estivi linguistici", dice Leena Nissilä, Consigliera Anziana del FNBE.

Ci sono numerose ragioni sulla scarsità di insegnamenti in romanes.

I comuni non sono obbligati a fornire questa lingua, né sono interessati nell'organizzare questo insegnamento, c'è scarsità di insegnanti qualificati, oppure i Rom stessi mancano di comprensione o coraggio per chiedere l'insegnamento in romanes ai loro figli.

Elämä ja Valo è un'associazione a Lahti dei Rom di Finlandia.

Qualche anno fa l'associazione segnalò il fatto che la lingua romanes sarebbe stata a rischio di estinzione in Finlandia entro un decennio.

Cos'hanno da dire i ricercatori? La lingua romanes cesserà di esistere in Finlandia?

"Il numero di quanti attualmente usano la lingua nella comunicazione di tutti i giorni non può essere molto alto", dice il professore Matti Leiwo dell'Università di Jyväskylä con un profondo sospiro.

Secondo lui la lingua dei Rom finnici è in pericolo, su questo non c'è dubbio.

Il ricercatore Kimmo Grönfors dell'Università di Helsinki dice che il kàlo-finnico-romanes è come minimo in serio pericolo.

Non esistono statistiche sull'abilità nella lingua romanes, ma secondo le ultime stime, ci sono almeno 10.000 Rom in Finlandia, di cui forse la metà conosce la lingua bene o in modo soddisfacente.

"Siamo circa il 50% a parlare bene il romanes, ma non i nostri figli", dice l'insegnante di romanes Tuula Åkerlund di Romano Missio, un'organizzazione di servizio sociale del popolo rom che si prende cura dei bambini.

"Semplicemente quando i bambini sono piccoli non capiamo che potremmo insegnare loro due lingue", dice Åkerlund con rammarico.

Tuula Åkerlund puntualizza anche che la generazione più anziana non vuole che la lingua sia insegnata agli estranei. Il linguaggio è stato l'unica ricchezza del povero popolo viaggiante.

"La generazione che ha provato l'oppressione ed il disprezzo è ancora viva. Dal linguaggio ha ottenuto comfort, è per questo che lo vogliono mantenere solo nel circolo famigliare", spiega Åkerlund.

[...]

Buongiorno! - Tsihko diives!
La Finlandia appoggia l'allargamento EU - Fintiko themmesko dzinta EU: sko bohliboske.
Ti amo! - Me kamlavaa tuut!
Un Finnico che appartiene alla popolazione maggioritaria - Fintiko komunis
Un Caucasico, una persona di origine europea - gaajo
Helsinki (la capitale) - Baro fooros
Finlandia - Finitiko them o Fintiko them
Università - Apruno skoola
Night caffè - rassako kaljakiero
Pace - Freediba
Numeri: 1 = iek, 2 = dui, 3 = triin, 4 = staar, 5 = pangh, 6 = hou, 7 = efta, 8 = ohta, 9 = enja, 10 = deh

Nota: L'8 aprile era il Giorno Internazionale dei Rom, per celebrare la cultura rom e far crescere la consapevolezza sulle questioni affrontate dal popolo rom. L'11 febbraio il Museo Cittadino di Helsinki ha inaugurato una mostra internazionale intitolata Attenzione, Zingari! La Storia di un Fraintendimento, sul passato e il presente dei Rom d'Europa. La mostra sarà aperta sino al 30 agosto da mercoledì a domenica dalle 11 alle 17 - giovedì sino alle 19. Entrata libera. Indirizzo: Hakasalmi Villa, Mannerheimintie 13 D (accanto al Finlandia Hall).

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Di Fabrizio (del 24/04/2009 @ 09:08:02, in lavoro, visitato 2176 volte)

Da Roma_Italia

Laura Clarke, 15/04/2009

L'Antica Sartoria Rom produce vestiti su misura ispirati al design romanì del XIX secolo

Entrare nel laboratorio tessile di Via Nomentana  952 è come entrare in un altro mondo. Qui l'uniformità unisex delle confezioni odierne lascia il passo ad indumenti di straordinaria femminilità e stile. Manichini vestiti di velluto o cashmere, corsetti e lunghe file di gonne a fiori punteggiano il locale. L'uniformità del locale fa da forte contrasto ai colori degli abiti in mostra: verde mela, blu cielo, rosso fuoco, rosa albicocca. Questa è l'Antica Sartoria Rom, una cooperativa di Romnià che producono abiti su misura ispirati al disegno tradizionale romanì del XIX secolo.

L'iniziativa prese vita nel campo di Via della Martora - Via Collatina a Roma est, dove un gruppo di donne rom voleva guadagnarsi da vivere ma senza imparare un nuovo lavoro. "La formazione professionale è complicata per gli adulti," dice la coordinatrice del progetto Alessandra Carmen Rocco, un'Italiana diplomata artistica con un diploma di conservatorio, che si è avvicinata ai Rom per la sua passione per la loro musica. "Prima di tutto, di solito non è pagata, poi c'è l'opposizione dei mariti, e per finire, chi guarderà tutti i bambini?"

Inizialmente, le donne consideravano due opzioni: babysitting ("le donne rom sono eccellenti babysitter, dato che le ragazze curano i fratelli e le sorelle più giovani sin dalla tenera età," dice Rocco) ed aprire un ristorante ("I Rom cucinano molto bene e la loro cucina è il risultato del contatto con le diverse comunità ospitanti), ma tutti e due gli schemi sono stati rapidamente abbandonati per ragioni pratiche. Poi un giorno le donne hanno prodotto a mano un vestito e così è nata l'idea della sartoria.

"Il progetto si adattava perfettamente perché le ragazze rom imparano a cucire a mano da molto giovani," spiega Rocco. "Inoltre, i Rom hanno mantenuto la distinzione tra il proprio modo di vestire e quello della comunità ospitante. Le tradizioni - gonne lunghe, cinturini stretti, corsetti attillati - sono rimasti." Le donne hanno continuato a fare una serie di indumenti, che vendono per i campi. Inizialmente i vestiti hanno sollevato entusiasmo, ma visto che erano fatti a mano, sono presto stati messi da parte, dando una cattiva nomea all'iniziativa.

Nel frattempo il gruppo ha deciso di focalizzarsi nel cucire vestiti ispirati agli stili tradizionali del XIX secolo. "Le donne vivono in condizioni che ricordano [quei tempi], senza elettricità o acqua corrente,e vogliono che i loro vestiti riflettano questo," spiega Rocco. I membri hanno contattato le anziane Romnià che vivono nei campi attorno a Roma, per sapere come la gente si vestiva in quel periodo e sono tornate con una serie di modelli. Poi i fondi sono stati assicurati dalla provincia di Roma per acquistare macchine da cucire, impiantare un laboratorio e fornire una formazione più approfondita.

All'inizio le donne hanno presentato i propri lavori alla Centrale Montemartini in Via Ostiense nel dicembre 2003. Da allora sono apparse all'evento AltaRoma haute couture il presso il Parco Auditorium della Musica, a MACRO, parte di una collezione preparata dal designer milanese Romeo Gigli (vedi QUI ndr), al Club La Palma nell'area Portonaccio per il lancio della cooperativa nel 2006 e, più recentemente, alla Città dell’Altra Economia al Testaccio. Dopo anni di lavoro in locali inadeguati, nel 2005 finalmente è stato garantito loro dal consiglio municipale locale l'uso indefinito dello spazio in via Nomentana, come riconoscimento del contributo dato dal rogetto all'integrazione degli stranieri nell'area.

La sartoria produce principalmente vestiti da donne - gonne, top, cappotti, scialli - ma anche vestiti e gilet maschili, gli indumenti sono fatti soltanto con fibre naturali e tipicamente includono intricati ricami disegnati usando pezzi di vetro, perline, lustrini e cristalli Swarovsk. Molti dei tessuti sono originari direttamente della Romania e sono portati in Italia dalla capo cucitrice Gabi Raducan che, a differenza di molti Rom di oggi, continua a seguire uno stile di vita nomade, viaggiando su e giù tra i due paesi. I prezzi variano dai 90 ai 1.000 €uro o più, a seconda del vestito, tipo e quantità del materiale usato e del ricamo adoperato. Attualmente il laboratorio impiega sette donne, che guadagnano 500 €uro al mese. Molti clienti sono dei privati che si avvicinano alla sartoria per varie ragioni compresa la ricerca di un abito da matrimonio.

Il 2009 è iniziato male con l'allagamento del laboratorio dovuto alle pesanti precipitazioni della fine dell'anno scorso. Inoltre la comunità rom di Roma sta fronteggiando un sovvertimento dovuto ai piani delle autorità cittadine di smantellare i numerosi campi non autorizzati e trasferire i loro abitanti fuori dal Grande Raccordo Anulare (GRA). Però, Rocco dice che la mossa non ha riguardato le lavoratrici tessili, che vivono nel campo autorizzato di Via della Cesarina, non lontano dal laboratorio.

 A dispetto di queste difficoltà ha grandi speranze per quest'anno. In primo luogo le donne stanno organizzando un'altra esposizione di moda dove introdurranno anche una linea di vestiti per bambini. In aggiunto hanno appena lanciato un sito web per presentare e promuovere il loro lavoro, che offre ai potenziali clienti un'idea migliore della bellezza ed unicità degli indumenti che offrono.

Antica Sartoria Rom
Via Nomentana 952
tel. 339/2357366 (Carmen)
anticasartoriarom@libero.it
www.anticasartoriarom.it

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Di Fabrizio (del 24/04/2009 @ 09:12:07, in Italia, visitato 1954 volte)

Da Kelebek

Chiedo scusa della mia assenza, che spero sia provvisoria... in questi giorni ci si sveglia più verso le tre che verso le quattro per lavorare. Comunque voglio dare più risalto a un commento fatto ieri sera da Maria su questo blog. Trattandosi di un commento, si tratta di un testo scritto di getto, senza riferimenti. Ma credo che sia importante pubblicarlo comunque. Tra parentesi, è interessante la differenza tra la pratica tradizionale dei Rom - altroché Family Day - in cui è normale che i membri meno sfortunati della grande familja allargata si prendano cura dei bambini dei più disastrati, e la visione di certi magistrati e operatori sociali. Ovviamente, chi ha tolto i bambini al padre/zio potrebbe avere ragione in termini strettamente legali: la persecuzione, più che nella loro azione, sta nella mancanza di reazione o di interesse di altri per la vicenda. Ti segnalo l'ennesima ignobile persecuzione contro una persona rom. Si tratta del bosniaco Zafir Hamidovic fermato con i suoi due figli perchè la bambina somigliava a Denise Pipitone, la piccola scomparsa alcuni anni fa. L'hanno accusato di essere il rapitore di Denise; il dna lo ha scagionato da questa accusa ma parzialmente in quanto soltanto il bambino è risultato essere suo figlio; la bambina è figlia di un cugino e Zafir l'ha in affido fin da piccola. Una cosa è accertata, la piccola NON è Denise Pipitone. Malgrado, però, le cose si siano parzialmente chiarite, o chiarite per l'accusa più infamante, i due bambini gli sono stati tolti e affidati a una casa famiglia. Sono passati 15 giorni, i piccoli sono traumatizzati sconvolti, la madre disperata come il padre ha detto piangendo. Ecco io mi domando, se zafir non fosse stato un rom bosniaco avrebbe dovuto subire questo terribile affronto, non ancora sanato, in quanto i bambini non gli sono stati restituiti? Adesso è indagato per due reati di cui uno riguarda l'aver mentito riguardo alla bambina, il non aver detto subito, voglio dire, che era figlia "adottiva". E nemmeno il bambino comunque, suo con certezza a prova di dna, non gli è stato ad oggi ridato. Se Zafir Hamidovic fosse stato un'italiano, un inglese, un americano, un francese, avrebbe avuto simile trattamento? Credo di no, quantomeno avrebbe subito gli inevitabili accertamenti in modo ben meno pesante . Ma zafir è un rom bosniaco e quindi non merita nessun rispetto o cautela, e i bambini nessuna misericordia. maria

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Ricevo da Roberto Malini

Nella foto di Steed Gamero, Codrean Ciuraru, Rom romeno. Ha subito diversi episodi di intolleranza e violenza razzista, anche da parte di agenti delle forze dell'ordine. Dopo aver denunciato i suoi aguzzini in divisa, è stato minacciato e costretto a fuggire all'estero. Il suo caso è uguale a quelli di centinaia di suoi concittadini di etnia Rom in Italia.

Bruxelles, 22 aprile 2009. L'Agenzia europea per i diritti fondamentali (Fra) pubblica oggi il suo rapporto su minoranze e migranti. Il rapporto Fra ha un valore statistico assoluto, basandosi su un campione di 25 mila interviste, oltre che sui rapporti delle Organizzazioni per i Diritti Umani che basano le loro ricerche su verifiche effettive, testimonianze e documenti. Secondo i dati, il 50 per cento dei Rom, in Europa, percepisce una forte esclusione sociale e ha subito nel corso degli ultimi dodici mesi almeno un'aggressione razzista. Seguono africani sub-sahariani (41%) e nordafricani (36%). Riguardo ai rapporti con le autorità, l'82% non denuncia le violenze subite; secondo il 62% ''tanto non cambierebbe niente''. I nordafricani, secondo il rapporto, percepiscono maggiormente l'atmosfera discriminatoria nel paese in cui vivono: sono il 94% degli intervistati), seguiti dai Rom in Ungheria (discriminazione percepita dal 90%). In Italia, il pregiudizio è percepito dal 77% dei romeni (ma se si dovesse considerare un campione di Rom romeni, arriveremmo al 98%) e dal 76% degli albanesi. Sempre nel nostro Paese, l’89% dei romeni e l’82% degli albanesi e dei nordafricani non ha conoscenza di associazioni che possano realmente aiutarli di fronte a episodi di discriminazione. Il 52% dei nordafricani, in Italia, è stato colpito da atti razzisti negli ultimi dodici mesi: è il settimo gruppo fra i dieci più discriminati in Europa. Riguardo ai controlli delle forze dell'ordine, il 74% dei nordafricani ritiene che le autorità prendano di mira i migranti, solo a causa della loro etnia. Morten Kjaerum, direttore dell’Agenzia europea per i diritti fondamentali (Fra), ha dichiarato che è ormai necessario promuovere politiche più mirate per curare il male sociale del razzismo affinché “migliaia di casi di crimini razzisti non restino invisibili".

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Di Daniele (del 25/04/2009 @ 09:10:49, in musica e parole, visitato 2001 volte)
 ...musica zingara dalla Romania in Piemonte
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