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SOCIETA': Vestire in stile Romanì
Di Fabrizio (del 24/04/2009 @ 09:08:02, in lavoro, visitato 2176 volte)

Da Roma_Italia

Laura Clarke, 15/04/2009

L'Antica Sartoria Rom produce vestiti su misura ispirati al design romanì del XIX secolo

Entrare nel laboratorio tessile di Via Nomentana  952 è come entrare in un altro mondo. Qui l'uniformità unisex delle confezioni odierne lascia il passo ad indumenti di straordinaria femminilità e stile. Manichini vestiti di velluto o cashmere, corsetti e lunghe file di gonne a fiori punteggiano il locale. L'uniformità del locale fa da forte contrasto ai colori degli abiti in mostra: verde mela, blu cielo, rosso fuoco, rosa albicocca. Questa è l'Antica Sartoria Rom, una cooperativa di Romnià che producono abiti su misura ispirati al disegno tradizionale romanì del XIX secolo.

L'iniziativa prese vita nel campo di Via della Martora - Via Collatina a Roma est, dove un gruppo di donne rom voleva guadagnarsi da vivere ma senza imparare un nuovo lavoro. "La formazione professionale è complicata per gli adulti," dice la coordinatrice del progetto Alessandra Carmen Rocco, un'Italiana diplomata artistica con un diploma di conservatorio, che si è avvicinata ai Rom per la sua passione per la loro musica. "Prima di tutto, di solito non è pagata, poi c'è l'opposizione dei mariti, e per finire, chi guarderà tutti i bambini?"

Inizialmente, le donne consideravano due opzioni: babysitting ("le donne rom sono eccellenti babysitter, dato che le ragazze curano i fratelli e le sorelle più giovani sin dalla tenera età," dice Rocco) ed aprire un ristorante ("I Rom cucinano molto bene e la loro cucina è il risultato del contatto con le diverse comunità ospitanti), ma tutti e due gli schemi sono stati rapidamente abbandonati per ragioni pratiche. Poi un giorno le donne hanno prodotto a mano un vestito e così è nata l'idea della sartoria.

"Il progetto si adattava perfettamente perché le ragazze rom imparano a cucire a mano da molto giovani," spiega Rocco. "Inoltre, i Rom hanno mantenuto la distinzione tra il proprio modo di vestire e quello della comunità ospitante. Le tradizioni - gonne lunghe, cinturini stretti, corsetti attillati - sono rimasti." Le donne hanno continuato a fare una serie di indumenti, che vendono per i campi. Inizialmente i vestiti hanno sollevato entusiasmo, ma visto che erano fatti a mano, sono presto stati messi da parte, dando una cattiva nomea all'iniziativa.

Nel frattempo il gruppo ha deciso di focalizzarsi nel cucire vestiti ispirati agli stili tradizionali del XIX secolo. "Le donne vivono in condizioni che ricordano [quei tempi], senza elettricità o acqua corrente,e vogliono che i loro vestiti riflettano questo," spiega Rocco. I membri hanno contattato le anziane Romnià che vivono nei campi attorno a Roma, per sapere come la gente si vestiva in quel periodo e sono tornate con una serie di modelli. Poi i fondi sono stati assicurati dalla provincia di Roma per acquistare macchine da cucire, impiantare un laboratorio e fornire una formazione più approfondita.

All'inizio le donne hanno presentato i propri lavori alla Centrale Montemartini in Via Ostiense nel dicembre 2003. Da allora sono apparse all'evento AltaRoma haute couture il presso il Parco Auditorium della Musica, a MACRO, parte di una collezione preparata dal designer milanese Romeo Gigli (vedi QUI ndr), al Club La Palma nell'area Portonaccio per il lancio della cooperativa nel 2006 e, più recentemente, alla Città dell’Altra Economia al Testaccio. Dopo anni di lavoro in locali inadeguati, nel 2005 finalmente è stato garantito loro dal consiglio municipale locale l'uso indefinito dello spazio in via Nomentana, come riconoscimento del contributo dato dal rogetto all'integrazione degli stranieri nell'area.

La sartoria produce principalmente vestiti da donne - gonne, top, cappotti, scialli - ma anche vestiti e gilet maschili, gli indumenti sono fatti soltanto con fibre naturali e tipicamente includono intricati ricami disegnati usando pezzi di vetro, perline, lustrini e cristalli Swarovsk. Molti dei tessuti sono originari direttamente della Romania e sono portati in Italia dalla capo cucitrice Gabi Raducan che, a differenza di molti Rom di oggi, continua a seguire uno stile di vita nomade, viaggiando su e giù tra i due paesi. I prezzi variano dai 90 ai 1.000 €uro o più, a seconda del vestito, tipo e quantità del materiale usato e del ricamo adoperato. Attualmente il laboratorio impiega sette donne, che guadagnano 500 €uro al mese. Molti clienti sono dei privati che si avvicinano alla sartoria per varie ragioni compresa la ricerca di un abito da matrimonio.

Il 2009 è iniziato male con l'allagamento del laboratorio dovuto alle pesanti precipitazioni della fine dell'anno scorso. Inoltre la comunità rom di Roma sta fronteggiando un sovvertimento dovuto ai piani delle autorità cittadine di smantellare i numerosi campi non autorizzati e trasferire i loro abitanti fuori dal Grande Raccordo Anulare (GRA). Però, Rocco dice che la mossa non ha riguardato le lavoratrici tessili, che vivono nel campo autorizzato di Via della Cesarina, non lontano dal laboratorio.

 A dispetto di queste difficoltà ha grandi speranze per quest'anno. In primo luogo le donne stanno organizzando un'altra esposizione di moda dove introdurranno anche una linea di vestiti per bambini. In aggiunto hanno appena lanciato un sito web per presentare e promuovere il loro lavoro, che offre ai potenziali clienti un'idea migliore della bellezza ed unicità degli indumenti che offrono.

Antica Sartoria Rom
Via Nomentana 952
tel. 339/2357366 (Carmen)
anticasartoriarom@libero.it
www.anticasartoriarom.it