Di seguito tutti gli interventi pubblicati sul sito, in ordine cronologico.
Di Fabrizio (del 25/07/2008 @ 09:37:23, in scuola, visitato 1700 volte)
Data di pubblicazione dell'appello: 23.07.2008 Status dell'appello: attivo
bambini rom e non di una classe elementare di Pavlovce nad Uhom ©AI "Nella settima classe della scuola speciale ho imparato le stesse cose che ho imparato nella terza classe della scuola normale" Ragazzo rom quattordicenne, erroneamente collocato nella scuola speciale di Pavlovce nad Uhom In Slovacchia, un alto numero di bambini rom sono collocati inappropriatamente in "scuole speciali" per bambini con disabilità mentali, dove ricevono un'istruzione di livello inferiore, e hanno opportunità molto limitate di impiego e istruzione superiore. Studi indipendenti indicano che fino all'80 per cento dei bambini collocati nelle scuole speciali slovacche sono rom. Una volta che i bambini vengono assegnati alle scuole speciali, le porte che riportano verso l'istruzione tradizionale per bambini con capacità medie o al di sopra della media restano chiuse. Pavlovce nad Uhom è una cittadina nella Slovacchia orientale, a 10 chilometri dal confine con l'Ucraina. Più del 50 per cento dai suoi 4.500 abitanti sono rom. Ci sono due scuole elementari in città: una scuola normale e una scuola speciale per bambini con disabilità mentali. Circa i due terzi dei bambini rom che frequentano la scuola elementare a Pavlovce nad Uhom sono segregati di fatto nella scuola speciale. Il 99,5 per cento dei circa 200 alunni della scuola speciale sono rom. Ufficialmente, i bambini possono essere collocati nelle scuole speciali dopo una diagnosi formale di disabilità mentale e solo col pieno consenso dei genitori. Tuttavia, molti bambini a Pavlovce nad Uhom non hanno ricevuto una valutazione e se c'è stata è stata gravemente difettosa. Nel contempo, nella maggior parte dei casi il consenso dei genitori non è stato nè libero nè informato. Nel 2007, a seguito di indagini richieste dal sindaco di Pavlovce nad Uhom, è stato ufficialmente riconosciuto che 17 di alunni non andavano inseriti nelle scuole speciali e vi erano stati collocati erroneamente. Amnesty International ritiene che il numero reale sia di gran lunga più alto e che altri bambini rom - il cui posto legittimo è nella scuola normale - continuino a veder negato il loro diritto all'istruzione a Pavlovce nad Uhom. Le serie violazioni dei diritti umani a Pavlovce nad Uhom non sono solo il risultato di errori umani individuali, ma di un più ampio fallimento nell'eliminare la discriminazione sia nel modello, sia nella realizzazione del sistema educativo slovacco. Amnesty International chiede alle autorità slovacche di riconoscere questi fallimenti e di introdurre adeguate riforme strutturali. In particolare Amnesty International chiede al direttore dell'Autorità scolastica della regione di Košice - fondatore e responsabile diretto della scuola speciale di Pavlovce nad Uhom - di:
- Assicurare che tutte le decisioni di collocazione siano riviste a che tutti i bambini che al momento frequentano la scuola speciale di Pavlovce nad Uhom siano riesaminati per identificare gli alunni che vi sono stati collocati erroneamente, e assicurare la loro veloce integrazione nella scuola normale come giusto; in quei casi l'Autorità scolastica regionale dovrebbe anche fornire un rimedio efficace, compresi risarcimenti ai bambini coinvolti.
- Prendere misure appropriate contro gli impiegati statali responsabili di aver agito contro la legge slovacca e alle spese dell'istruzione del bambini rom di Pavlovce nad Uhom.
- Assicurare che l'iscrizione degli allievi in nessun caso sia approvata dalle scuole speciali a meno che non siano stati diagnosticati in modo chiaro, oggettivo e privo di ambiguità i portatori di disabilità mentale; tali diagnosi devono precedere il collocamento del bambino e le richieste o il consenso dei genitori non dovrebbero essere fattore decisivo per una simile collocazione.
La segregazione dei bambini rom nelle scuole speciali che impartiscono un'istruzione inferiore è una forma di discriminazione legale. Chiedi al Direttore dell'Autorità Scolastica Regionale di Košice di mettere fine alla situazione a Pavlovce nad Uhom, e ovunque nella regione di Košice! Firma subito l'appello
Jozef Vook Director Košice Regional School Authority Zádielska 1 040 78 Košice Slovakia Fax: +421 55 7245 437 E-mail: vook.jozef@ksuke.sk Egregio Direttore, Le scriviamo per esprimerLe profonda preoccupazione relativamente all'inappropriato collocamento e alla segregazione di fatto dei bambini rom nella scuola speciale di Pavlovce nad Uhom. Durante l'anno scolastico 2007/2008 è stato dimostrato che molti bambini rom sono stati collocati inappropriatamente. Ci sono ragioni di credere che un nuomero molto alto di bambini rom - il cui posto legittimo è nella scuola normale - sia costretto a frequentare la scuola speciale di Pavlovce nad Uhom. La esortiamo ad assicurare che tutti i bambini che stanno frequentando la scuola speciale di Pavlovce nad Uhom siano riesaminati, per identificare gli alunni che possono esservi stati collocati erroneamente. La esortiamo, inoltre, ad assicurare che siano prese misure per una loro rapida reintegrazione nella scuola normale come appropriato; e che una giusta riparazione, compreso un risarcimento, sia fornita ai bambini coinvolti. La sollecitiamo inoltre a prendere misure appropriate contro tutti gli impiegati che possono aver agito contrariamente alla legge slovacca e a spese dell'istruzione dei bambini rom nella provincia di Pavlovce nad Uhom. La segregazione dei bambini rom nelle scuole speciali che forniscono un'istruzione di livello inferiore è una forma di discriminazione proibita. Deve assicurarsi che i collocamenti sbagliati dei bambini rom nelle scuole speciali non accadano di nuovo a Pavlovce nad Uhom, o in qualunque altra parte della regione di Košice. Distinti saluti. Scarica l'appello (in pdf) in favore dei bambini rom della Slovacchia (14.12 KB)
Di Fabrizio (del 25/07/2008 @ 10:04:35, in Italia, visitato 1795 volte)
Da
Reterom
Lunedì 28 luglio 2008 ore 12:00 - INAUGURAZIONE
c/o Campo Rom Casilino 900
Via Casilina 900, Roma
Savorengo Ker, la casa di tutti, è un esperimento di autocostruzione che
si è tenuto nel Campo Rom 'Casilino 900', il campo più antico di Roma, che circa
quaranta anni fa accoglieva le baracche degli italiani provenienti dal
meridione.
Savorengo Ker è una casa costruita dai Rom delle quattro diverse etnie del
Campo, riuniti in un progetto comune volto a dimostrare all'amministrazione e ai
cittadini che è possibile proporre risposte concrete e praticabili all'emergenza
abitativa. La casa in legno costruita dai Rom con la collaborazione di Stalker/ON
e il sostegno del Dipartimento di Studi Urbani dell'Università di Roma Tre,
nasce come un' alternativa al container, unica soluzione prevista finora dalle
amministrazioni. Savorengo Ker dimostra che allo stesso costo di un container
di 32 metri quadrati è possibile costruire una casa di 70 metri quadrati su
due piani, con soggiorno, cucina, servizi, tre camere e veranda, e che il
costruire insieme la propria casa è un bellissimo modo per intessere legami e
relazioni tra culture e persone diverse. Rom, associazioni, studenti, professori
e cittadini in questa esperienza hanno condiviso immaginari, visioni del mondo e
della vita, realizzando un prototipo di casa che non intende essere un modello
da replicare nella sua forma architettonica, ma un modo differente di pensare
l'abitare e la città.
Savorengo Ker è il primo spazio pubblico del Casilino 900, è una casa di
tutti e per tutti. Accoglierà nel prossimo futuro diverse attività collettive:
uno spazio di gioco e di studio per i bambini, un laboratorio per il centro di
medicina solidale, ma soprattutto darà vita ad una cooperativa di
autocostruzione fatta dai Rom per fornire supporto al progetto di rigenerazione
del campo. La cooperativa potrà inoltre lavorare nello sviluppo e nel progetto
di altri insediamenti per le persone che non hanno casa, siano essi Rom o
cittadini Italiani e stranieri in perenne attesa di una casa.
Ore 12.00 conferenza stampa
Introdurranno:
Francesco Careri, Stalker/ON, Università di Roma Tre
Najo Adzovic, Associazione Nova Vita
Sono invitati:
Gianni Alemanno, Sindaco di Roma
Carlo Mosca, Prefetto di Roma, Commissario per l’emergenza nomadi per Roma ed
il Lazio
Prof. Mario Quinto, Università di Roma Tre, Consulente della Prefettura per
la negoziazione sociale
Roberto Mastrantonio, Presidente VII Municipio di Roma
Prof. Giorgio Piccinato, Direttore del Dipartimento di Studi Urbani,
Università di Roma Tre
Prof. Francesco Cellini, Preside della Facoltà di Architettura, Università di
Roma Tre
Con la partecipazione di:
Don Paolo Lojudice, Pontificio Seminario Romano
Dott. Lucia Ercoli, Servizio di Medicina Solidale e delle Migrazioni del
Policlinico di Tor Vergata
Prof Marco Brazzoduro, Dipartimento di Scienze Demografiche - Università La
Sapienza
Lucio Conte, ex Consigliere del VII Municipio di Roma, gruppo misto
Valerio Musillo, Cooperativa Ermes
Paolo Ciani, Comunità di Sant'Egidio
Francesco Garofalo, curatore della mostra - L'Italia cerca Casa - alla
Biennale di Venezia
Dott. Marco Nuccetelli, N.A.E., Nucleo Assistenza Emarginati VII Municipio di
Roma
Ore 18.00 - 22.00 inaugurazione
Presentazione del progetto
Festa e concerto delle Nuove Tribù Zulu
Contatti:
Azzurra Muzzonigro 333 1060543
Ilaria Vasdeki 338 4104677
Francesco Careri 347 4142500
Di Fabrizio (del 25/07/2008 @ 11:27:58, in Italia, visitato 1659 volte)
Ricevo da Roberto Malini
Il Gruppo EveryOne e gli antirazzisti sardi esultano: dalla campagna per i
Rom di
Terralba nasce un programma di integrazione positiva che coinvolge tutta la
regione
Il 22 giugno scorso il Gruppo EveryOne, insieme agli Amici dei Rom di Terralba
(Oristano) ha iniziato una campagna contro lo sgombero dell'insediamento locale,
composto da 52 Rom: 23 adulti e ben 28 bambini. Il Comune di Terralba aveva
deciso, formalizzando la decisione con un'ordinanza, di evacuare la comunità
Rom, senza offrirle alcuna alternativa di alloggio. Alessandro Matta, esponente
sardo del nostro gruppo, ha dedicato un impegno particolare alla riuscita
dell'azione di protesta. La campagna EveryOne proponeva agli antirazzisti di
tutta Italia di inviare e-mail di protesta al sindaco di Terralba. "E' da
segnalare che ci sono molti anziani, molti bambini che frequentano le scuole,"
scrivemmo al primo cittadino e alle altre autorità locali, "e non paiono esserci
grossi problemi con la comunità terralbese, a parte il fatto che le condizioni
in cui vivono i Rom sono di indigenza ed emarginazione. Insieme agli amici dei
Rom di Terralba lanciamo un accorato appello: aiutateci a evitare la tragedia
umanitaria dello sgombero del campo nomadi di Terralba. Mettere in mezzo alla
strada famiglie Rom integrate, ma prive di mezzi di sostentamento, equivarrebbe
ad annientarle". L'azione a sostegno dei Rom di Terralba è stata da noi portata
all'attenzione della Commissione per i Diritti Umani del Parlamento europeo, al
Comitato contro le discriminazioni delle Nazioni unite, all'ERRC, alle
principali organizzazioni internazionali per la tutela dei Diritti dei Popoli e
ai media internazionali. Nonostante questo, le famiglie sono state costrette ad
abbandonare il campo e sono state ospitati presso la comunità Il Samaritano,
fondata da don Giovanni Usai. Il sindaco di Terralba, irriducibile antizigano,
ha tentato di cacciare i Rom anche dalla comunità, attrezzata decorosamente
dalla protezione civile, con la motivazione che "nel campo non ci sono le
condizioni igieniche". Per fortuna Giovanni Usai non si è arreso: "Qui si tratta
di persone che hanno bisogno e voglia di integrarsi e non si può accettare che
vengano cacciate da un momento all’altro senza motivo. Le condizioni igieniche
ci sono, si tratta di discutere e ragionare, anche per tutelare i 23 minori che
vanno a scuola, tanto alle elementari quanto alle medie e con ottimo profitto".
Il prefetto, sentite le ragioni del parroco, gli ha consentito di mantenere le
tende nel campo allestito al Samaritano, in attesa di una soluzione più consona.
Intanto proseguiva la campagna a favore dei Rom di Terralba e da tutta Europa
piovevano proteste nei confronti dell'amministrazione comunale. Ieri, 23 luglio
2008, finalmente la vicenda si concludeva felicemente, grazie all'intervento
della Regione - il cui presidente è Renato Soru - che ha concesso alla
Cooperativa “Il Samaritano” una decina di immobili dell’ex Ersat in comodato
gratuito, perché sia realizzato un Villaggio della Solidarietà. Gli immobili si
trovano nei territori di Arborea, Oristano e Terralba: l'Assessorato degli Enti
Locali ha stanziato 80 mila euro per gli interventi di manutenzione.
L’Assessorato alla Sanità ha già iniziato ad attivare programmi di sostegno per
l’inclusione sociale a favore dei nuclei familiari in particolari condizioni di
emergenza e povertà. Per portare avanti il progetto di integrazione delle
popolazioni Rom sparse per la Sardegna saranno investiti subito 500 mila euro.
Con questi programmi, la Sardegna dimostra di aver superato la fase
dell'emarginazione ed esclusione delle comunità Rom per entrare nello spirito
della nuova Europa, l'Europa della solidarietà, del'integrazione positiva e dei
diritti umani. Il nostro gruppo segnalerà alla Commissione europea per i diritti
umani Renato Soru e la Regione Sardegna quali esempi virtuosi di accoglienza in
questo periodo di deriva razzista che coinvolge molte regioni italiane, in cui
istituzioni e autorità conducono una vera e propria campagna persecutoria nei
confronti di Rom e Sinti.
Per ulteriori informazioni:
Gruppo EveryOne
Tel: (+ 39) 334-8429527 – (+ 39) 331-3585406
www.everyonegroup.com
:: info@everyonegroup.com
Di Fabrizio (del 26/07/2008 @ 00:31:56, in Italia, visitato 1795 volte)
Da Flickr
clicca sull'immagine per vedere l'originale
Di Fabrizio (del 26/07/2008 @ 08:44:57, in Europa, visitato 1582 volte)
Da
Roma_Francais
[18-07-2008 13:53 UTC] Par Alexis Rosenzweig - A meno di un anno
dall'eliminazione del visto per i cittadini della Repubblica Ceca che si recano
in Canada, un'affluenza di richiedenti asilo ha spinto la ministra canadese
dell'Immigrazione, Diane Finley, a mettere la questione all'ordine del giorno
durante la sua visita a Praga. Ottawa aveva già tolto l'obbligo di visto nel
1996, ma l'aveva ristabilito un anno dopo a causa del gran numero di domande
d'asilo.
Secondo la Commissione dell'immigrazione e dello statuto di rifugiato in
Canada, il paese ha ricevuto 320 domande d'asilo da parte di cittadini cechi da
gennaio a maggio 2008. I media cechi hanno recentemente rivelato che questo
numero crescerebbe a 449 alla fine del mese di giugno. I richiedenti asilo
sarebbero in maggioranza Rom cechi.
"Ci sono state delle domande. Nessuna delle persone che aveva fatto la
richiesta ha sinora ricevuto lo statuto di profugo. Sorvegliamo da vicino la
situazione e per questo che ora sono in Europa centrale, per essere sicura che
tutti si assumano le proprie responsabilità e che non ci siano abusi di sistema
da ambo le parti. Il mio scopo è di fare in modo che i nostri governi cooperino
perché le relazioni senza bisogno di visto siano mantenute".
Tra il 1996 e il 2000, quasi 1700 provenienti dalla Repubblica Ceca avevano
fatto domanda d'asilo, e più della metà l'aveva ottenuto. Le possibilità di
ottenerlo oggi sono molto più sottili, e Praga tenta di dissuadere i potenziali
candidati. Karel Schwarzenberg, ministro ceco degli Affari esteri:
"Evidentemente non possiamo restringere la libertà di movimento dei nostri
cittadini. Ma proviamo a convincere quanti vogliono partire che la situazione
economica è tale che la disoccupazione scende, provando anche ad eliminare le
ragioni che spingono a domandare asilo. Abbiamo osservato che molti di quanti
sono andati in Canada, sono rientrati qui, che non è il paradiso in terra.
Quelli che non ottengono asilo devono rientrare e la loro situazione è spesso
peggiore di quando sono partiti".
Ricordiamo infine che l'obbligo di visto dovrà presto essere rimosso anche
per i Cechi che intendono recarsi negli Stati Uniti.
Di Fabrizio (del 26/07/2008 @ 08:58:49, in casa, visitato 1913 volte)
Da
British_Roma
A Rt Hon Jack Straw
Ministro della Giustizia
RECLAMO CONTRO GLI OPERATORI DI
CONSTANT & CO
Spettabile Mr Straw,
Migliaia di Zingari in GB sono stati cacciati dagli operatori di Constant & Co,
una
compagnia che secondo il proprio
sito web è
specializzata nello sgombero dei Viaggianti.
Già centinaia di famiglie sono state brutalmente sgomberate dalle proprie
terre, un processo criticato dall'Alta Corte e che molto presto potrebbe costare
alla Gran Bretagna lo stesso tipo di condanna che ora è rivolta al trattamento
dei Rom in Italia.
Secondo Sir Brian Briscoe, presidente della Task Force sugli Zingari, il
Dipartimento per gli Affari Costituzionali ha accertato l'esigenza di regolare
gli agenti della sicurezza privata e la necessità di un'esercitazio di
consultazione, particolarmente per quanto riguarda la misura di procedura dei
reclami.
Sir Brian continua dicendo che nel portare avanti le sue proposte sul
regolare gli agenti della sicurezza, il Ministro della Giustizia dovrebbe
assicurare copertura alle azioni degli operatori privati che sgomberano gli
Zingari.
Alla luce di questa dichiarazione, chiediamo perché il Ministro, invece di
accettare il dossier di 26 pagine sulle azioni dei dipendenti di sicurezza
privata a voi sottomesso dalla Dale Farm Housing Association, l'ha soltanto
girato al Governo Comunità Locali per una risposta.
Questo dossier, fornendo prova sulla negligenza sulle regole sanitarie e di
sicurezza, richieste sulla valutazione del rischio prima degli sgomberi, e la
distruzione e falò senza problemi di proprietà (invece della loro rimozione come
specificato dagli ordini del tribunale), è pertinente alla richiesta di
controllo degli agenti di sicurezza. Come sperimentato dalla nostra gente, gli
sgomberi su larga scala, che coinvolgono polizia anti-rivolta e bulldozer che
terrorizzano e traumatizzano i bambini, equivalgono alla pulizia etnica.
L'argomento, vitale per il benessere della nostra gente, è stato discusso
nell'incontro del Consiglio Zingaro alla Greenwich University il 19 luglio e
sarà nuovamente in agenda il 9 agosto. Spero in una vostra risposta
soddisfacente entro quella data.
In fede,
Richard Sheridan
President
Gypsy Council
[...]
Di Fabrizio (del 27/07/2008 @ 09:07:17, in Europa, visitato 1882 volte)
Da
Bulgarian_Roma
"Gli Zingari sono furbi come lupi, si riproducono come pecore.
I primi a lasciare saranno le compagnie internazionali. Non ci sarà più nessuno
a cui vendere la loro nuova merda, e andranno in qualche altro posto con meno
Zingari e più soldi. Chi comprerà sapone per una pelle bianca soffice e tenera?
Sporchi Gyppos?"
"La differenza tra gli Zingari e il bestiame è che il bestiame è
soggetto a controlli veterinari. Il bestiame non può comportarsi da Zingari,
ma è possibile il contrario. I diritti e le libertà dei bovini sono stati sotto
una seria pressione per anni, e durante quel tempo la donna Zingara ha partorito
ancora e tuttora ha il cervello di una mucca".
Quanto sopra si può trovare negli articoli di Kalin Rumenov, che ha
ricevuto il premio 2008 Chernorizetz Hrabur "Giovane Giornalista".
Questi articoli sono regolarmente pubblicati sul giornale nazionale "Novinar",
che non fa nessuno sforzo per distanziarsi dai suoi punti di vista o pubblicare
materiale che controbilanci Rumenov. La Commissione Etica sulla Stampa Bulgara
non considera questo un problema degno di attenzione.
Questo premio è stato ricevuto da Kalin Rumenov durante una cerimonia
ufficiale a Sofia, il 25 maggio 2008 alla presenza di politici, membri del
Parlamento e giornalisti. Il premio per la stampa è stato istituito dall'Unione
degli Editori nel 2002 e copre 11 categorie.
Rumenov dipinge costantemente i Rom in termini violentemente offensivi come
alieni e di seconda scelta, come una comunità i cui membri sono incapaci di
prendere decisioni per loro ed il loro sviluppo. Chiede allo stato di trattare
con loro con ogni mezzo possibile, presentando i Rom come una peste che minaccia
la sicurezza dei gruppi etnici "migliori".
A seguito del premio a Kalin Rumenov, una coalizione di vari gruppi
professionali bulgari ha scritto una petizione perché quel premio venga
pubblicamente ritirato. Quanti hanno firmato la petizione chiedono al Presidente
ed al Primo Ministro bulgari, che erano presenti alla cerimonia, una
dichiarazione in cui loro non condividano i valori rappresentati dall'autore
razzista.
Potete aggiungervi alla protesta e partecipare alla campagna chiedendo di
ritirare il premio e la condanna dell'antiziganismo nei media bulgari.
Mandate una mail a ieifoundation@yahoo.com
o a v.nicolae@diplomacy.edu
includendo il vostro nome, posizione e nazione ed aggiungeremo il vostro nome
alla lista esistente.
Per vedere la lettera di protesta intera e la lista dei firmatari:
http://www.ergonetwork.org/bulgariakrl.doc. Per la traduzione dei peggiori
articoli di
Kalin Rumenov:
http://www.ergonetwork.org/krarticle.doc
La coalizione che ha appoggiato la petizione controllerà lo sviluppo
del caso fornirà informazioni su ogni decisione presa e sulle sue future
intenzioni. Nel contempo, la coalizione sta lanciando un appello a rilevanti
organizzazioni ed istituzioni internazionali ed europee ed a individui che
appoggiano le richieste contenute nella petizione come appropriate.
Firmato a nome del segretariato della Campagna:
Adela Peeva, Bulgaria
Ivailo Dichev, Bulgaria
Kalina Bozeva, Bulgaria
Krustio Krustev, Buglaria
Liliana Makaveeva, Bulgaria
Mark Bossanyi, UK/Bulgaria
Valeriu Nicolae, Romania
Valeriu Nicolae – Executive Director
European Roma Grassroots Organisation
Strada Rezonantei Nr.1-3 Bl 15-16 Sc A Ap 3 Sector 4 Bucuresti Romania
Tel : (004) 0742379657 or 0727708788
Di Sucar Drom (del 27/07/2008 @ 11:18:25, in blog, visitato 1394 volte)
Una morte assurda
Si sono svolti i funerali delle due ragazze morte affogate in mare domenica
pomeriggio. I loro corpi erano stati lasciati sulla spiaggia di Torregaveta
prima di essere portati via dai soccorritori. Probabilmente le due ragazze non
s...
Il cardinale Sepe: indifferenza devastante
"Girarsi dall’altra parte o farsi gli affari propri può essere a volte più
devastante degli stessi eventi che accadono". Lo afferma in una nota
l’arcivescovo di Napoli, cardinale Crescenzio Sepe, riferendosi a quanto
accaduto sa...
Roma, iniziano a schedare
Oggi è partito il "censimento" dei Rom e dei Sinti che vivono nei campi nomadi
della Capitale. L'operazione sarà effettuata dai volontari della Croce Rossa
Italiana. Gli operatori della Cri ogni giorno si recheranno in un insedia...
Il ministro Maroni vuole rubare i bambini ai Rom?
Cittadinanza italiana ai bambini dei “campi nomadi” senza genitori certi. La
proposta subdola del ministro dell'Interno, Roberto Maroni, avanzata per la
prima volta mercoledì scorso nella sede dell'Unicef, è stata ribadita oggi a
Milano dal titolare del Viminale. Nei prossimi giorni, ha detto il ...
Rom e Sinti, delegazione Osce in Italia per tutela diritti umani
È da oggi in Italia la delegazione dell'Organizzazione della Sicurezza e
cooperazione in Europa (Osce) che dovrà esaminare il 'fascicolo Rom' e le
condizioni di vita delle popolazioni rom e sinte nei “campi nomadi” dopo gli
assalti e gli episodi di razzismo delle ultime settimane...
Clima intimidatorio durante la visita dell’Osce
La delegazione dell’Osce è questa settimana in Italia per verificare le
violazioni dei diritti umani, subite da Rom e Sinti. La visita è iniziata lunedì
a Milano. Il primo insediamento visitato dall’organizzazione per la sicurezza e
la cooperazione in Europa è stato quello della famiglia Bezzecchi, insediamento
rom “censito” dal Governo italiano all’inizio di giugno...
Schedatura, il Ministro ha diramato le linee guida
Il ministro dell'Interno, Roberto Maroni, ha diramato il 22 luglio scorso ai
Prefetti di Roma, Milano e Napoli le linee guida per l'attuazione delle
ordinanze con le quali sono stati nominati Commissari delegati per l'emergenza
relativa agli insediamenti di comunità nomadi nelle regioni Lazio, Lombardia e
Campania...
Di Fabrizio (del 28/07/2008 @ 08:42:30, in media, visitato 1865 volte)
Leggo su
La
voix des Rroms
Vi annunciamo il lancio del canale TV de "La voix des Rroms" su internet, sul
quale diffondiamo alcune nostre azioni.
Potete accedervi cliccando
QUI.
Non è che l'inizio e contiamo di arricchire il contenuto della
programmazione. Fateci sapere i vostri pareri, abbiamo ricevuto una sovvenzione
enorme. Si chiama motivazione
Di Fabrizio (del 28/07/2008 @ 13:57:10, in Italia, visitato 2510 volte)
Ricevo da Roberto Malini
Illustrissimo Sindaco Luca Ceriscioli, Assessori Riccardo Pascucci e Marco
Savelli, Presidente Regione Marche Gian Mario Spacca, Presidente della Provincia
di Pesaro e Urbino Palmiro Ucchielli, Arcivescovo di Pesaro S. E. Rev.ma Piero
Coccia, Prefetto Alessio Giuffrida e autorità civili
e per conoscenza: Onorevoli deputati al Parlamento europeo Viktoria Mohacsi,
Marco Pannella e Marco Cappato; Commissario europeo Vladimìr Špidla; Alto
Commissario per i diritti umani alle Nazioni Unite Navanethem Pillay, Presidente
Union Romani Juan de Dios Ramírez-Heredia e altri,
il Gruppo EveryOne - organizzazione internazionale per la tutela dei diritti
umani - e i rappresentanti della Comunità Rom romena che vive a Pesaro
indirizzano questa lettera aperta alle Istituzioni e alle autorità civili e
religiose della città e della regione. Innanzitutto, confermiamo il nostro
sincero apprezzamento per la disponibilità mostrata dalle Istituzioni - nelle
persone del Sindaco e degli Assessori alla Salute e Sicurezza e ai Servizi
Sociali - ad intraprendere un serio progetto di integrazione, necessario per
consentire alla Comunità Rom di Pesaro di inserirsi positivamente nel tessuto
sociale della città, nel rispetto dei loro diritti etnici, civili e umani e in
contrasto con qualsiasi ideologia razzista e intollerante. Come vi è noto, anche
grazie ad alcuni articoli pubblicati sulla stampa locale e nazionale, i Rom che
vivono a Pesaro sono impegnati nella ricerca di un lavoro e di un inserimento a
scuola per quanto riguarda i minori. La Comunità Rom che si trova sul territorio
di Pesaro è formata da tre nuclei familiari, comprendenti anche bambini, donne
(alcune gravide), invalidi e malati. Purtroppo i rapporti con le Istituzioni e
le autorità cittadine non sono stati finora facili, perché è un momento
difficile, nel campo dell'accoglienza e dell'integrazione razziale, per tutta
l'Italia e solo poche località, nonché una sola regione (la Sardegna) hanno
finora scelto di attenersi alle Direttive e alle norme vigenti nell'Unione
europea, che prevedono di combattere il razzismo e di favorire programmi
concreti di inserimento soprattutto per quanto concerne il popolo Rom, che
subisce ancora un fenomeno diffuso di intolleranza e discriminazione. Sono
ancora attuali, purtroppo, in molte città italiane, gli stereotipi razziali che
hanno colpito nei secoli le persone di etnia Rom e che i movimenti razzisti e
xenofobi hanno posto alla base di terribili persecuzioni. Secondo tali
stereotipi, i Rom non vogliono lavorare, tramano contro la "brava gente",
rapiscono bambini, sono geneticamente dediti al crimine, non vogliono
integrarsi, sono sporchi e disordinati, violenti e immorali. Le stesse accuse
che in altri tempi, difficili come e più del presente, furono rivolte agli
ebrei, alle persone di colore, alle minoranze etniche e religiose (oltre che
agli stessi "nomadi"). La Comunità Rom di Pesaro comprende alcuni Figli
dell'Olocausto di seconda e terza generazione: figli e nipoti dei pochissimi
'zingari' scampati allo "zigeunelager" di Auschwitz. Altri membri sono sfuggiti
alla persecuzione attuata dal dittatore Ceausescu e posseggono competenze
professionali significative nei campi dell'edilizia, dell'industria e
dell'artigianato, dell'agricoltura biologica e dell'allevamento. Fino ad ora,
però, a causa del pregiudizio e nonostante le referenze e le garanzie offerte
dal Gruppo EveryOne e da Istituzioni e organizzazioni europee, non è stato
possibile ottenere un inserimento professionale per alcuno dei Rom adulti di
Pesaro, i quali stanno disperatamente cercando qualsiasi attività lavorativa,
anche umilissima e sottopagata e una soluzione alloggiativa dignitosa,
indispensabile per la vita di nuclei familiari indigenti, che senza un tetto
sulla testa sarebbero costretti all'addiaccio, in una situazione vulnerabile e
indegna di qualsiasi società civile.
Vi è da dire che i Rom di Pesaro, che circa un anno fa giunsero nella città
marchigiana sfuggendo alla persecuzione e agli sgomberi promossi dalle
Istituzioni nel Milanese, oltre che ostilità e violenze, hanno incontrato anche
solidarietà, in Italia. A tale proposito, è il caso di lasciare la parola a
Nicusor Grancea, Rom romeno di Pesaro noto come musicista folk e attivista per i
diritti umani: "E' vero, perché, oltre alle organizzazioni che ci tutelano,
abbiamo incontrato personalità politiche che hanno posto il nostro caso al
centro di un progetto europeo. La parlamentare europea Viktoria Mohacsi ci ha
chiesto ufficialmente, durante un incontro a Roma, di testimoniare per la
Commissione europea in merito alla condizione del popolo Rom in Italia.
Parlamentari italiani e di altri Stati membri dell'Unione europea ci seguono con
attenzione, monitorando attraverso di noi la situazione in cui vivono i Rom
romeni sul territorio italiano. Anche alcuni Testimoni della Shoah hanno alzato
le loro autorevoli voci per difenderci, paragonando il nostro popolo
perseguitato agli ebrei, negli anni delle leggi razziali e dell'Olocausto. E'
stato commovente l'incontro di alcuni rappresentanti della Comunità Rom pesarese
con il sopravvissuto ad Auschwitz Piero Terracina. E' molto importante che anche
le Istituzioni e le autorità locali ci ascoltino, mentre finora nessuno ci ha
confortati quando siamo stati oggetto di episodi discriminatori, mentre se gli
stessi episodi fossero accaduti a cittadini italiani, sicuramente essi non
sarebbero stati lasciati soli. Vi è tempo di rimediare, ma è importante che le
Istituzioni e le autorità comincino a guardarci come esseri umani, come famiglie
in difficoltà e non come invasori, potenziali nemici o creature che non
appartengono alla razza umana. Una ragazza incinta presa a calci in mezzo alla
strada nell'indifferenza di tutti, un ragazzino schiaffeggiato e cacciato dalla
città, un giovane attivista Rom minacciato di morte, una madre di famiglia
sofferente di cancro e in preda a dolori lancinanti rifiutata da un ospedale: se
questi episodi fossero capitati a persone a voi care, di certo vi sareste
indignati e avreste sofferto per loro. E' importante che vi sforziate e
cominciate a considerarci 'famiglie' e non una banda di malviventi degenerati.
E' importante che abbandoniate il pregiudizio e che vediate la verità".
Questa lettera aperta vuole chiedere alla città di Pesaro di non rigettare la
Comunità Rom locale come se fosse un corpo estraneo, ma di sforzarsi a
conoscerla, a capire le sue tragedie, a rispettare la storia delle sue famiglie,
una storia di dolore e persecuzione, di discriminazione e umiliazioni, ma anche
di coraggio e fede. Senza la fede in Dio, le nostre famiglie non avrebbero
sopportato tanta sofferenza, tanta umiliazione, tanta esclusione. L'onorevole
Mohacsi ha assicurato ai Rom di Pesaro che l'Unione europea è disposta a
sostenere le Istituzioni che rispetteranno le Direttive europee ed attueranno
programmi di integrazione positiva. Non sarebbe un orgoglio, per la città
marchigiana, poter affermare che non si è fatta travolgere dalla deriva
razzista, ma ha guardato avanti, verso l'Europa dell'accoglienza e
dell'integrazione, dei diritti umani e della civiltà? Per far questo, però, è
necessario che alle buone intenzioni seguano fatti concreti, perché presto
finirà l'estate e ai primi freddi la già difficile vita dei Rom romeni che si
trovano a Pesaro diventerà drammatica, soprattutto per gli anziani e i malati.
Il Gruppo EveryOne è in stretto contatto con il Parlamento europeo, con il
Comitato contro le discriminazioni delle Nazioni Unite, con Union Romani ed ERRC,
le principali organizzazioni a tutela dei Rom: possiede esperienza e competenze
che possono risultare fondamentali, nella realizzazione di un piano di
integrazione efficace. Progetto che in Sardegna, per esempio, partendo dalla
piccola Comunità Rom che vive a Terralba (Oristano) è diventato una realtà per
l'intera regione, una regione presieduta da un uomo di notevole statura morale,
ben lontano dal razzismo dilagante, Renato Soru. Il progetto attuato dalla
Sardegna è già stato da noi portato all'attenzione del Parlamento europeo e
delle Istituzioni internazionali, come modello di vera civiltà e della capacità
di una regione di accogliere e rispettare le minoranze. Ci auguriamo che le
Istituzioni e le autorità civili e religiose di Pesaro rispondano a questa
lettera aperta, senza temporeggiare, con l'attivazione di un progetto tanto
necessario e moralmente elevato quanto in linea con le leggi europee e
internazionali, che i provvedimenti persecutori attuati troppo spesso in Italia
hanno trasgredito con inaudita gravità, ponendo questo Paese al centro di una
stigmatizzazione internazionale severa e foriera di sanzioni e provvedimenti
futuri, nonché del prossimo giudizio della Corte europea dei Diritti Umani e
della Corte penale internazionale de L'Aja.
In fede, Roberto Malini, Matteo Pegoraro, Dario Picciau, Nicusor Grancea, Ipat
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