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Di seguito tutti gli interventi pubblicati sul sito, in ordine cronologico.
 
 

Data di pubblicazione dell'appello: 23.07.2008
Status dell'appello: attivo

bambini rom e non di una classe elementare di Pavlovce nad Uhom ©AI

"Nella settima classe della scuola speciale ho imparato le stesse cose che ho imparato nella terza classe della scuola normale"
Ragazzo rom quattordicenne, erroneamente collocato nella scuola speciale di Pavlovce nad Uhom

In Slovacchia, un alto numero di bambini rom sono collocati inappropriatamente in "scuole speciali" per bambini con disabilità mentali, dove ricevono un'istruzione di livello inferiore, e hanno opportunità molto limitate di impiego e istruzione superiore. Studi indipendenti indicano che fino all'80 per cento dei bambini collocati nelle scuole speciali slovacche sono rom.

Una volta che i bambini vengono assegnati alle scuole speciali, le porte che riportano verso l'istruzione tradizionale per bambini con capacità medie o al di sopra della media restano chiuse.


Pavlovce nad Uhom è una cittadina nella Slovacchia orientale, a 10 chilometri dal confine con l'Ucraina. Più del 50 per cento dai suoi 4.500 abitanti sono rom. Ci sono due scuole elementari in città: una scuola normale e una scuola speciale per bambini con disabilità mentali. Circa i due terzi dei bambini rom che frequentano la scuola elementare a Pavlovce nad Uhom sono segregati di fatto nella scuola speciale. Il 99,5 per cento dei circa 200 alunni della scuola speciale sono rom.

Ufficialmente, i bambini possono essere collocati nelle scuole speciali dopo una diagnosi formale di disabilità mentale e solo col pieno consenso dei genitori. Tuttavia, molti bambini a Pavlovce nad Uhom non hanno ricevuto una valutazione e se c'è stata è stata gravemente difettosa. Nel contempo, nella maggior parte dei casi il consenso dei genitori non è stato nè libero nè informato.

Nel 2007, a seguito di indagini richieste dal sindaco di Pavlovce nad Uhom, è stato ufficialmente riconosciuto che 17 di alunni non andavano inseriti nelle scuole speciali e vi erano stati collocati erroneamente.
Amnesty International ritiene che il numero reale sia di gran lunga più alto e che altri bambini rom - il cui posto legittimo è nella scuola normale - continuino a veder negato il loro diritto all'istruzione a Pavlovce nad Uhom.

Le serie violazioni dei diritti umani a Pavlovce nad Uhom non sono solo il risultato di errori umani individuali, ma di un più ampio fallimento nell'eliminare la discriminazione sia nel modello, sia nella realizzazione del sistema educativo slovacco.

Amnesty International chiede alle autorità slovacche di riconoscere questi fallimenti e di introdurre adeguate riforme strutturali. In particolare Amnesty International chiede al direttore dell'Autorità scolastica della regione di Košice - fondatore e responsabile diretto della scuola speciale di Pavlovce nad Uhom - di:

  • Assicurare che tutte le decisioni di collocazione siano riviste a che tutti i bambini che al momento frequentano la scuola speciale di Pavlovce nad Uhom siano riesaminati per identificare gli alunni che vi sono stati collocati erroneamente, e assicurare la loro veloce integrazione nella scuola normale come giusto; in quei casi l'Autorità scolastica regionale dovrebbe anche fornire un rimedio efficace, compresi risarcimenti ai bambini coinvolti.
  • Prendere misure appropriate contro gli impiegati statali responsabili di aver agito contro la legge slovacca e alle spese dell'istruzione del bambini rom di Pavlovce nad Uhom.
  • Assicurare che l'iscrizione degli allievi in nessun caso sia approvata dalle scuole speciali a meno che non siano stati diagnosticati in modo chiaro, oggettivo e privo di ambiguità i portatori di disabilità mentale; tali diagnosi devono precedere il collocamento del bambino e le richieste o il consenso dei genitori non dovrebbero essere fattore decisivo per una simile collocazione.

La segregazione dei bambini rom nelle scuole speciali che impartiscono un'istruzione inferiore è una forma di discriminazione legale. Chiedi al Direttore dell'Autorità Scolastica Regionale di Košice di mettere fine alla situazione a Pavlovce nad Uhom, e ovunque nella regione di Košice!
Firma subito l'appello


Jozef Vook
Director
Košice Regional School Authority
Zádielska 1
040 78 Košice
Slovakia
Fax: +421 55 7245 437
E-mail: vook.jozef@ksuke.sk
 

Egregio Direttore,

Le scriviamo per esprimerLe profonda preoccupazione relativamente all'inappropriato collocamento e alla segregazione di fatto dei bambini rom nella scuola speciale di Pavlovce nad Uhom.

Durante l'anno scolastico 2007/2008 è stato dimostrato che molti bambini rom sono stati collocati inappropriatamente. Ci sono ragioni di credere che un nuomero molto alto di bambini rom - il cui posto legittimo è nella scuola normale - sia costretto a frequentare la scuola speciale di Pavlovce nad Uhom.

La esortiamo ad assicurare che tutti i bambini che stanno frequentando la scuola speciale di Pavlovce nad Uhom siano riesaminati, per identificare gli alunni che possono esservi stati collocati erroneamente. La esortiamo, inoltre, ad assicurare che siano prese misure per una loro rapida reintegrazione nella scuola normale come appropriato; e che una giusta riparazione, compreso un risarcimento, sia fornita ai bambini coinvolti.

La sollecitiamo inoltre a prendere misure appropriate contro tutti gli impiegati che possono aver agito contrariamente alla legge slovacca e a spese dell'istruzione dei bambini rom nella provincia di Pavlovce nad Uhom.

La segregazione dei bambini rom nelle scuole speciali che forniscono un'istruzione di livello inferiore è una forma di discriminazione proibita. Deve assicurarsi che i collocamenti sbagliati dei bambini rom nelle scuole speciali non accadano di nuovo a Pavlovce nad Uhom, o in qualunque altra parte della regione di Košice.

Distinti saluti.
Scarica l'appello (in pdf) in favore dei bambini rom della Slovacchia (14.12 KB)

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Di Fabrizio (del 25/07/2008 @ 10:04:35, in Italia, visitato 1795 volte)

Da Reterom

Lunedì 28 luglio 2008 ore 12:00 - INAUGURAZIONE
c/o Campo Rom Casilino 900
Via Casilina 900, Roma


Savorengo Ker, la casa di tutti, è un esperimento di autocostruzione che si è tenuto nel Campo Rom 'Casilino 900', il campo più antico di Roma, che circa quaranta anni fa accoglieva le baracche degli italiani provenienti dal meridione.

Savorengo Ker è una casa costruita dai Rom delle quattro diverse etnie del Campo, riuniti in un progetto comune volto a dimostrare all'amministrazione e ai cittadini che è possibile proporre risposte concrete e praticabili all'emergenza abitativa. La casa in legno costruita dai Rom con la collaborazione di Stalker/ON e il sostegno del Dipartimento di Studi Urbani dell'Università di Roma Tre, nasce come un' alternativa al container, unica soluzione prevista finora dalle amministrazioni. Savorengo Ker dimostra che allo stesso costo di un container di 32 metri quadrati è possibile costruire una casa di 70 metri quadrati su due piani, con soggiorno, cucina, servizi, tre camere e veranda, e che il costruire insieme la propria casa è un bellissimo modo per intessere legami e relazioni tra culture e persone diverse. Rom, associazioni, studenti, professori e cittadini in questa esperienza hanno condiviso immaginari, visioni del mondo e della vita, realizzando un prototipo di casa che non intende essere un modello da replicare nella sua forma architettonica, ma un modo differente di pensare l'abitare e la città.

Savorengo Ker è il primo spazio pubblico del Casilino 900, è una casa di tutti e per tutti. Accoglierà nel prossimo futuro diverse attività collettive: uno spazio di gioco e di studio per i bambini, un laboratorio per il centro di medicina solidale, ma soprattutto darà vita ad una cooperativa di autocostruzione fatta dai Rom per fornire supporto al progetto di rigenerazione del campo. La cooperativa potrà inoltre lavorare nello sviluppo e nel progetto di altri insediamenti per le persone che non hanno casa, siano essi Rom o cittadini Italiani e stranieri in perenne attesa di una casa.


Ore 12.00 conferenza stampa
Introdurranno:
Francesco Careri, Stalker/ON, Università di Roma Tre
Najo Adzovic, Associazione Nova Vita
Sono invitati:
Gianni Alemanno, Sindaco di Roma
Carlo Mosca, Prefetto di Roma, Commissario per l’emergenza nomadi per Roma ed il Lazio
Prof. Mario Quinto, Università di Roma Tre, Consulente della Prefettura per la negoziazione sociale
Roberto Mastrantonio, Presidente VII Municipio di Roma
Prof. Giorgio Piccinato, Direttore del Dipartimento di Studi Urbani, Università di Roma Tre
Prof. Francesco Cellini, Preside della Facoltà di Architettura, Università di Roma Tre
Con la partecipazione di:
Don Paolo Lojudice, Pontificio Seminario Romano
Dott. Lucia Ercoli, Servizio di Medicina Solidale e delle Migrazioni del Policlinico di Tor Vergata
Prof Marco Brazzoduro, Dipartimento di Scienze Demografiche - Università La Sapienza
Lucio Conte, ex Consigliere del VII Municipio di Roma, gruppo misto
Valerio Musillo, Cooperativa Ermes
Paolo Ciani, Comunità di Sant'Egidio
Francesco Garofalo, curatore della mostra - L'Italia cerca Casa - alla Biennale di Venezia
Dott. Marco Nuccetelli, N.A.E., Nucleo Assistenza Emarginati VII Municipio di Roma

Ore 18.00 - 22.00 inaugurazione
Presentazione del progetto
Festa e concerto delle Nuove Tribù Zulu


Contatti:
Azzurra Muzzonigro 333 1060543
Ilaria Vasdeki 338 4104677
Francesco Careri 347 4142500

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Di Fabrizio (del 25/07/2008 @ 11:27:58, in Italia, visitato 1659 volte)

Ricevo da Roberto Malini

Il Gruppo EveryOne e gli antirazzisti sardi esultano: dalla campagna per i Rom di Terralba nasce un programma di integrazione positiva che coinvolge tutta la regione

Il 22 giugno scorso il Gruppo EveryOne, insieme agli Amici dei Rom di Terralba (Oristano) ha iniziato una campagna contro lo sgombero dell'insediamento locale, composto da 52 Rom: 23 adulti e ben 28 bambini. Il Comune di Terralba aveva deciso, formalizzando la decisione con un'ordinanza, di evacuare la comunità Rom, senza offrirle alcuna alternativa di alloggio. Alessandro Matta, esponente sardo del nostro gruppo, ha dedicato un impegno particolare alla riuscita dell'azione di protesta. La campagna EveryOne proponeva agli antirazzisti di tutta Italia di inviare e-mail di protesta al sindaco di Terralba. "E' da segnalare che ci sono molti anziani, molti bambini che frequentano le scuole," scrivemmo al primo cittadino e alle altre autorità locali, "e non paiono esserci grossi problemi con la comunità terralbese, a parte il fatto che le condizioni in cui vivono i Rom sono di indigenza ed emarginazione. Insieme agli amici dei Rom di Terralba lanciamo un accorato appello: aiutateci a evitare la tragedia umanitaria dello sgombero del campo nomadi di Terralba. Mettere in mezzo alla strada famiglie Rom integrate, ma prive di mezzi di sostentamento, equivarrebbe ad annientarle". L'azione a sostegno dei Rom di Terralba è stata da noi portata all'attenzione della Commissione per i Diritti Umani del Parlamento europeo, al Comitato contro le discriminazioni delle Nazioni unite, all'ERRC, alle principali organizzazioni internazionali per la tutela dei Diritti dei Popoli e ai media internazionali. Nonostante questo, le famiglie sono state costrette ad abbandonare il campo e sono state ospitati presso la comunità Il Samaritano, fondata da don Giovanni Usai. Il sindaco di Terralba, irriducibile antizigano, ha tentato di cacciare i Rom anche dalla comunità, attrezzata decorosamente dalla protezione civile, con la motivazione che "nel campo non ci sono le condizioni igieniche". Per fortuna Giovanni Usai non si è arreso: "Qui si tratta di persone che hanno bisogno e voglia di integrarsi e non si può accettare che vengano cacciate da un momento all’altro senza motivo. Le condizioni igieniche ci sono, si tratta di discutere e ragionare, anche per tutelare i 23 minori che vanno a scuola, tanto alle elementari quanto alle medie e con ottimo profitto". Il prefetto, sentite le ragioni del parroco, gli ha consentito di mantenere le tende nel campo allestito al Samaritano, in attesa di una soluzione più consona. Intanto proseguiva la campagna a favore dei Rom di Terralba e da tutta Europa piovevano proteste nei confronti dell'amministrazione comunale. Ieri, 23 luglio 2008, finalmente la vicenda si concludeva felicemente, grazie all'intervento della Regione - il cui presidente è Renato Soru - che ha concesso alla Cooperativa “Il Samaritano” una decina di immobili dell’ex Ersat in comodato gratuito, perché sia realizzato un Villaggio della Solidarietà. Gli immobili si trovano nei territori di Arborea, Oristano e Terralba: l'Assessorato degli Enti Locali ha stanziato 80 mila euro per gli interventi di manutenzione. L’Assessorato alla Sanità ha già iniziato ad attivare programmi di sostegno per l’inclusione sociale a favore dei nuclei familiari in particolari condizioni di emergenza e povertà. Per portare avanti il progetto di integrazione delle popolazioni Rom sparse per la Sardegna saranno investiti subito 500 mila euro. Con questi programmi, la Sardegna dimostra di aver superato la fase dell'emarginazione ed esclusione delle comunità Rom per entrare nello spirito della nuova Europa, l'Europa della solidarietà, del'integrazione positiva e dei diritti umani. Il nostro gruppo segnalerà alla Commissione europea per i diritti umani Renato Soru e la Regione Sardegna quali esempi virtuosi di accoglienza in questo periodo di deriva razzista che coinvolge molte regioni italiane, in cui istituzioni e autorità conducono una vera e propria campagna persecutoria nei confronti di Rom e Sinti.

Per ulteriori informazioni:
Gruppo EveryOne
Tel: (+ 39) 334-8429527 – (+ 39) 331-3585406
www.everyonegroup.com :: info@everyonegroup.com

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Di Fabrizio (del 26/07/2008 @ 00:31:56, in Italia, visitato 1795 volte)

Da Flickr

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Di Fabrizio (del 26/07/2008 @ 08:44:57, in Europa, visitato 1582 volte)

Da Roma_Francais

[18-07-2008 13:53 UTC] Par Alexis Rosenzweig - A meno di un anno dall'eliminazione del visto per i cittadini della Repubblica Ceca che si recano in Canada, un'affluenza di richiedenti asilo ha spinto la ministra canadese dell'Immigrazione, Diane Finley, a mettere la questione all'ordine del giorno durante la sua visita a Praga. Ottawa aveva già tolto l'obbligo di visto nel 1996, ma l'aveva ristabilito un anno dopo a causa del gran numero di domande d'asilo.

Secondo la Commissione dell'immigrazione e dello statuto di rifugiato in Canada, il paese ha ricevuto 320 domande d'asilo da parte di cittadini cechi da gennaio a maggio 2008. I media cechi hanno recentemente rivelato che questo numero crescerebbe a 449 alla fine del mese di giugno. I richiedenti asilo sarebbero in maggioranza Rom cechi.

"Ci sono state delle domande. Nessuna delle persone che aveva fatto la richiesta ha sinora ricevuto lo statuto di profugo. Sorvegliamo da vicino la situazione e per questo che ora sono in Europa centrale, per essere sicura che tutti si assumano le proprie responsabilità e che non ci siano abusi di sistema da ambo le parti. Il mio scopo è di fare in modo che i nostri governi cooperino perché le relazioni senza bisogno di visto siano mantenute".

Tra il 1996 e il 2000, quasi 1700 provenienti dalla Repubblica Ceca avevano fatto domanda d'asilo, e più della metà l'aveva ottenuto. Le possibilità di ottenerlo oggi sono molto più sottili, e Praga tenta di dissuadere i potenziali candidati. Karel Schwarzenberg, ministro ceco degli Affari esteri:

"Evidentemente non possiamo restringere la libertà di movimento dei nostri cittadini. Ma proviamo a convincere quanti vogliono partire che la situazione economica è tale che la disoccupazione scende, provando anche ad eliminare le ragioni che spingono a domandare asilo. Abbiamo osservato che molti di quanti sono andati in Canada, sono rientrati qui, che non è il paradiso in terra. Quelli che non ottengono asilo devono rientrare e la loro situazione è spesso peggiore di quando sono partiti".

Ricordiamo infine che l'obbligo di visto dovrà presto essere rimosso anche per i Cechi che intendono recarsi negli Stati Uniti.

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Di Fabrizio (del 26/07/2008 @ 08:58:49, in casa, visitato 1913 volte)

Da British_Roma

A Rt Hon Jack Straw
Ministro della Giustizia

RECLAMO CONTRO GLI OPERATORI DI CONSTANT & CO

Spettabile Mr Straw,

Migliaia di Zingari in GB sono stati cacciati dagli operatori di Constant & Co, una compagnia che secondo il proprio sito web è specializzata nello sgombero dei Viaggianti.

Già centinaia di famiglie sono state brutalmente sgomberate dalle proprie terre, un processo criticato dall'Alta Corte e che molto presto potrebbe costare alla Gran Bretagna lo stesso tipo di condanna che ora è rivolta al trattamento dei Rom in Italia.

Secondo Sir Brian Briscoe, presidente della Task Force sugli Zingari, il Dipartimento per gli Affari Costituzionali ha accertato l'esigenza di regolare gli agenti della sicurezza privata e la necessità di un'esercitazio di consultazione, particolarmente per quanto riguarda la misura di procedura dei reclami.

Sir Brian continua dicendo che nel portare avanti le sue proposte sul regolare gli agenti della sicurezza, il Ministro della Giustizia dovrebbe assicurare copertura alle azioni degli operatori privati che sgomberano gli Zingari.

Alla luce di questa dichiarazione, chiediamo perché il Ministro, invece di accettare il dossier di 26 pagine sulle azioni dei dipendenti di sicurezza privata a voi sottomesso dalla Dale Farm Housing Association, l'ha soltanto girato al Governo Comunità Locali per una risposta.

Questo dossier, fornendo prova sulla negligenza sulle regole sanitarie e di sicurezza, richieste sulla valutazione del rischio prima degli sgomberi, e la distruzione e falò senza problemi di proprietà (invece della loro rimozione come specificato dagli ordini del tribunale), è pertinente alla richiesta di controllo degli agenti di sicurezza. Come sperimentato dalla nostra gente, gli sgomberi su larga scala, che coinvolgono polizia anti-rivolta e bulldozer che terrorizzano e traumatizzano i bambini, equivalgono alla pulizia etnica.

L'argomento, vitale per il benessere della nostra gente, è stato discusso nell'incontro del Consiglio Zingaro alla Greenwich University il 19 luglio e sarà nuovamente in agenda il 9 agosto. Spero in una vostra risposta soddisfacente entro quella data.

In fede,
Richard Sheridan
President Gypsy Council


[...]

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Di Fabrizio (del 27/07/2008 @ 09:07:17, in Europa, visitato 1882 volte)

Da Bulgarian_Roma

"Gli Zingari sono furbi come lupi, si riproducono come pecore. I primi a lasciare saranno le compagnie internazionali. Non ci sarà più nessuno a cui vendere la loro nuova merda, e andranno in qualche altro posto con meno Zingari e più soldi. Chi comprerà sapone per una pelle bianca soffice e tenera? Sporchi Gyppos?"

"La differenza tra gli Zingari e il bestiame è che il bestiame è soggetto a controlli veterinari. Il bestiame non può comportarsi da Zingari, ma è possibile il contrario. I diritti e le libertà dei bovini sono stati sotto una seria pressione per anni, e durante quel tempo la donna Zingara ha partorito ancora e tuttora ha il cervello di una mucca".

Quanto sopra si può trovare negli articoli di Kalin Rumenov, che ha ricevuto il premio 2008 Chernorizetz Hrabur "Giovane Giornalista". Questi articoli sono regolarmente pubblicati sul giornale nazionale "Novinar", che non fa nessuno sforzo per distanziarsi dai suoi punti di vista o pubblicare materiale che controbilanci Rumenov. La Commissione Etica sulla Stampa Bulgara non considera questo un problema degno di attenzione.

Questo premio è stato ricevuto da Kalin Rumenov durante una cerimonia ufficiale a Sofia, il 25 maggio 2008 alla presenza di politici, membri del Parlamento e giornalisti. Il premio per la stampa è stato istituito dall'Unione degli Editori nel 2002 e copre 11 categorie.

Rumenov dipinge costantemente i Rom in termini violentemente offensivi come alieni e di seconda scelta, come una comunità i cui membri sono incapaci di prendere decisioni per loro ed il loro sviluppo. Chiede allo stato di trattare con loro con ogni mezzo possibile, presentando i Rom come una peste che minaccia la sicurezza dei gruppi etnici "migliori".

A seguito del premio a Kalin Rumenov, una coalizione di vari gruppi professionali bulgari ha scritto una petizione perché quel premio venga pubblicamente ritirato. Quanti hanno firmato la petizione chiedono al Presidente ed al Primo Ministro bulgari, che erano presenti alla cerimonia, una dichiarazione in cui loro non condividano i valori rappresentati dall'autore razzista.

Potete aggiungervi alla protesta e partecipare alla campagna chiedendo di ritirare il premio e la condanna dell'antiziganismo nei media bulgari.

Mandate una mail a ieifoundation@yahoo.com o a v.nicolae@diplomacy.edu includendo il vostro nome, posizione e nazione ed aggiungeremo il vostro nome alla lista esistente.

Per vedere la lettera di protesta intera e la lista dei firmatari: http://www.ergonetwork.org/bulgariakrl.doc. Per la traduzione dei peggiori articoli di Kalin Rumenov: http://www.ergonetwork.org/krarticle.doc

La coalizione che ha appoggiato la petizione controllerà lo sviluppo del caso fornirà informazioni su ogni decisione presa e sulle sue future intenzioni. Nel contempo, la coalizione sta lanciando un appello a rilevanti organizzazioni ed istituzioni internazionali ed europee ed a individui che appoggiano le richieste contenute nella petizione come appropriate.

Firmato a nome del segretariato della Campagna:

Adela Peeva, Bulgaria
Ivailo Dichev, Bulgaria
Kalina Bozeva, Bulgaria
Krustio Krustev, Buglaria
Liliana Makaveeva, Bulgaria
Mark Bossanyi, UK/Bulgaria
Valeriu Nicolae, Romania

Valeriu Nicolae – Executive Director
European Roma Grassroots Organisation
Strada Rezonantei Nr.1-3 Bl 15-16 Sc A Ap 3 Sector 4 Bucuresti Romania
Tel : (004) 0742379657 or 0727708788

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Di Sucar Drom (del 27/07/2008 @ 11:18:25, in blog, visitato 1394 volte)

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Schedatura, il Ministro ha diramato le linee guida
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Di Fabrizio (del 28/07/2008 @ 08:42:30, in media, visitato 1865 volte)

Leggo su La voix des Rroms

Vi annunciamo il lancio del canale TV de "La voix des Rroms" su internet, sul quale diffondiamo alcune nostre azioni.

Potete accedervi cliccando QUI.

Non è che l'inizio e contiamo di arricchire il contenuto della programmazione. Fateci sapere i vostri pareri, abbiamo ricevuto una sovvenzione enorme. Si chiama motivazione : - )

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Di Fabrizio (del 28/07/2008 @ 13:57:10, in Italia, visitato 2510 volte)

Ricevo da Roberto Malini

Illustrissimo Sindaco Luca Ceriscioli, Assessori Riccardo Pascucci e Marco Savelli, Presidente Regione Marche Gian Mario Spacca, Presidente della Provincia di Pesaro e Urbino Palmiro Ucchielli, Arcivescovo di Pesaro S. E. Rev.ma Piero Coccia, Prefetto Alessio Giuffrida e autorità civili

e per conoscenza: Onorevoli deputati al Parlamento europeo Viktoria Mohacsi, Marco Pannella e Marco Cappato; Commissario europeo Vladimìr Špidla; Alto Commissario per i diritti umani alle Nazioni Unite Navanethem Pillay, Presidente Union Romani Juan de Dios Ramírez-Heredia e altri,

il Gruppo EveryOne - organizzazione internazionale per la tutela dei diritti umani - e i rappresentanti della Comunità Rom romena che vive a Pesaro indirizzano questa lettera aperta alle Istituzioni e alle autorità civili e religiose della città e della regione. Innanzitutto, confermiamo il nostro sincero apprezzamento per la disponibilità mostrata dalle Istituzioni - nelle persone del Sindaco e degli Assessori alla Salute e Sicurezza e ai Servizi Sociali - ad intraprendere un serio progetto di integrazione, necessario per consentire alla Comunità Rom di Pesaro di inserirsi positivamente nel tessuto sociale della città, nel rispetto dei loro diritti etnici, civili e umani e in contrasto con qualsiasi ideologia razzista e intollerante. Come vi è noto, anche grazie ad alcuni articoli pubblicati sulla stampa locale e nazionale, i Rom che vivono a Pesaro sono impegnati nella ricerca di un lavoro e di un inserimento a scuola per quanto riguarda i minori. La Comunità Rom che si trova sul territorio di Pesaro è formata da tre nuclei familiari, comprendenti anche bambini, donne (alcune gravide), invalidi e malati. Purtroppo i rapporti con le Istituzioni e le autorità cittadine non sono stati finora facili, perché è un momento difficile, nel campo dell'accoglienza e dell'integrazione razziale, per tutta l'Italia e solo poche località, nonché una sola regione (la Sardegna) hanno finora scelto di attenersi alle Direttive e alle norme vigenti nell'Unione europea, che prevedono di combattere il razzismo e di favorire programmi concreti di inserimento soprattutto per quanto concerne il popolo Rom, che subisce ancora un fenomeno diffuso di intolleranza e discriminazione. Sono ancora attuali, purtroppo, in molte città italiane, gli stereotipi razziali che hanno colpito nei secoli le persone di etnia Rom e che i movimenti razzisti e xenofobi hanno posto alla base di terribili persecuzioni. Secondo tali stereotipi, i Rom non vogliono lavorare, tramano contro la "brava gente", rapiscono bambini, sono geneticamente dediti al crimine, non vogliono integrarsi, sono sporchi e disordinati, violenti e immorali. Le stesse accuse che in altri tempi, difficili come e più del presente, furono rivolte agli ebrei, alle persone di colore, alle minoranze etniche e religiose (oltre che agli stessi "nomadi"). La Comunità Rom di Pesaro comprende alcuni Figli dell'Olocausto di seconda e terza generazione: figli e nipoti dei pochissimi 'zingari' scampati allo "zigeunelager" di Auschwitz. Altri membri sono sfuggiti alla persecuzione attuata dal dittatore Ceausescu e posseggono competenze professionali significative nei campi dell'edilizia, dell'industria e dell'artigianato, dell'agricoltura biologica e dell'allevamento. Fino ad ora, però, a causa del pregiudizio e nonostante le referenze e le garanzie offerte dal Gruppo EveryOne e da Istituzioni e organizzazioni europee, non è stato possibile ottenere un inserimento professionale per alcuno dei Rom adulti di Pesaro, i quali stanno disperatamente cercando qualsiasi attività lavorativa, anche umilissima e sottopagata e una soluzione alloggiativa dignitosa, indispensabile per la vita di nuclei familiari indigenti, che senza un tetto sulla testa sarebbero costretti all'addiaccio, in una situazione vulnerabile e indegna di qualsiasi società civile.

Vi è da dire che i Rom di Pesaro, che circa un anno fa giunsero nella città marchigiana sfuggendo alla persecuzione e agli sgomberi promossi dalle Istituzioni nel Milanese, oltre che ostilità e violenze, hanno incontrato anche solidarietà, in Italia. A tale proposito, è il caso di lasciare la parola a Nicusor Grancea, Rom romeno di Pesaro noto come musicista folk e attivista per i diritti umani: "E' vero, perché, oltre alle organizzazioni che ci tutelano, abbiamo incontrato personalità politiche che hanno posto il nostro caso al centro di un progetto europeo. La parlamentare europea Viktoria Mohacsi ci ha chiesto ufficialmente, durante un incontro a Roma, di testimoniare per la Commissione europea in merito alla condizione del popolo Rom in Italia. Parlamentari italiani e di altri Stati membri dell'Unione europea ci seguono con attenzione, monitorando attraverso di noi la situazione in cui vivono i Rom romeni sul territorio italiano. Anche alcuni Testimoni della Shoah hanno alzato le loro autorevoli voci per difenderci, paragonando il nostro popolo perseguitato agli ebrei, negli anni delle leggi razziali e dell'Olocausto. E' stato commovente l'incontro di alcuni rappresentanti della Comunità Rom pesarese con il sopravvissuto ad Auschwitz Piero Terracina. E' molto importante che anche le Istituzioni e le autorità locali ci ascoltino, mentre finora nessuno ci ha confortati quando siamo stati oggetto di episodi discriminatori, mentre se gli stessi episodi fossero accaduti a cittadini italiani, sicuramente essi non sarebbero stati lasciati soli. Vi è tempo di rimediare, ma è importante che le Istituzioni e le autorità comincino a guardarci come esseri umani, come famiglie in difficoltà e non come invasori, potenziali nemici o creature che non appartengono alla razza umana. Una ragazza incinta presa a calci in mezzo alla strada nell'indifferenza di tutti, un ragazzino schiaffeggiato e cacciato dalla città, un giovane attivista Rom minacciato di morte, una madre di famiglia sofferente di cancro e in preda a dolori lancinanti rifiutata da un ospedale: se questi episodi fossero capitati a persone a voi care, di certo vi sareste indignati e avreste sofferto per loro. E' importante che vi sforziate e cominciate a considerarci 'famiglie' e non una banda di malviventi degenerati. E' importante che abbandoniate il pregiudizio e che vediate la verità".

Questa lettera aperta vuole chiedere alla città di Pesaro di non rigettare la Comunità Rom locale come se fosse un corpo estraneo, ma di sforzarsi a conoscerla, a capire le sue tragedie, a rispettare la storia delle sue famiglie, una storia di dolore e persecuzione, di discriminazione e umiliazioni, ma anche di coraggio e fede. Senza la fede in Dio, le nostre famiglie non avrebbero sopportato tanta sofferenza, tanta umiliazione, tanta esclusione. L'onorevole Mohacsi ha assicurato ai Rom di Pesaro che l'Unione europea è disposta a sostenere le Istituzioni che rispetteranno le Direttive europee ed attueranno programmi di integrazione positiva. Non sarebbe un orgoglio, per la città marchigiana, poter affermare che non si è fatta travolgere dalla deriva razzista, ma ha guardato avanti, verso l'Europa dell'accoglienza e dell'integrazione, dei diritti umani e della civiltà? Per far questo, però, è necessario che alle buone intenzioni seguano fatti concreti, perché presto finirà l'estate e ai primi freddi la già difficile vita dei Rom romeni che si trovano a Pesaro diventerà drammatica, soprattutto per gli anziani e i malati. Il Gruppo EveryOne è in stretto contatto con il Parlamento europeo, con il Comitato contro le discriminazioni delle Nazioni Unite, con Union Romani ed ERRC, le principali organizzazioni a tutela dei Rom: possiede esperienza e competenze che possono risultare fondamentali, nella realizzazione di un piano di integrazione efficace. Progetto che in Sardegna, per esempio, partendo dalla piccola Comunità Rom che vive a Terralba (Oristano) è diventato una realtà per l'intera regione, una regione presieduta da un uomo di notevole statura morale, ben lontano dal razzismo dilagante, Renato Soru. Il progetto attuato dalla Sardegna è già stato da noi portato all'attenzione del Parlamento europeo e delle Istituzioni internazionali, come modello di vera civiltà e della capacità di una regione di accogliere e rispettare le minoranze. Ci auguriamo che le Istituzioni e le autorità civili e religiose di Pesaro rispondano a questa lettera aperta, senza temporeggiare, con l'attivazione di un progetto tanto necessario e moralmente elevato quanto in linea con le leggi europee e internazionali, che i provvedimenti persecutori attuati troppo spesso in Italia hanno trasgredito con inaudita gravità, ponendo questo Paese al centro di una stigmatizzazione internazionale severa e foriera di sanzioni e provvedimenti futuri, nonché del prossimo giudizio della Corte europea dei Diritti Umani e della Corte penale internazionale de L'Aja.

In fede, Roberto Malini, Matteo Pegoraro, Dario Picciau, Nicusor Grancea, Ipat Ciuraru - Gruppo EveryOne

Per ulteriori informazioni:
Gruppo EveryOne
Tel: (+ 39) 334-8429527 – (+ 39) 331-3585406
www.everyonegroup.com :: info@everyonegroup.com

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