Ricevo da Roberto Malini
Illustrissimo Sindaco Luca Ceriscioli, Assessori Riccardo Pascucci e Marco
Savelli, Presidente Regione Marche Gian Mario Spacca, Presidente della Provincia
di Pesaro e Urbino Palmiro Ucchielli, Arcivescovo di Pesaro S. E. Rev.ma Piero
Coccia, Prefetto Alessio Giuffrida e autorità civili
e per conoscenza: Onorevoli deputati al Parlamento europeo Viktoria Mohacsi,
Marco Pannella e Marco Cappato; Commissario europeo Vladimìr Špidla; Alto
Commissario per i diritti umani alle Nazioni Unite Navanethem Pillay, Presidente
Union Romani Juan de Dios Ramírez-Heredia e altri,
il Gruppo EveryOne - organizzazione internazionale per la tutela dei diritti
umani - e i rappresentanti della Comunità Rom romena che vive a Pesaro
indirizzano questa lettera aperta alle Istituzioni e alle autorità civili e
religiose della città e della regione. Innanzitutto, confermiamo il nostro
sincero apprezzamento per la disponibilità mostrata dalle Istituzioni - nelle
persone del Sindaco e degli Assessori alla Salute e Sicurezza e ai Servizi
Sociali - ad intraprendere un serio progetto di integrazione, necessario per
consentire alla Comunità Rom di Pesaro di inserirsi positivamente nel tessuto
sociale della città, nel rispetto dei loro diritti etnici, civili e umani e in
contrasto con qualsiasi ideologia razzista e intollerante. Come vi è noto, anche
grazie ad alcuni articoli pubblicati sulla stampa locale e nazionale, i Rom che
vivono a Pesaro sono impegnati nella ricerca di un lavoro e di un inserimento a
scuola per quanto riguarda i minori. La Comunità Rom che si trova sul territorio
di Pesaro è formata da tre nuclei familiari, comprendenti anche bambini, donne
(alcune gravide), invalidi e malati. Purtroppo i rapporti con le Istituzioni e
le autorità cittadine non sono stati finora facili, perché è un momento
difficile, nel campo dell'accoglienza e dell'integrazione razziale, per tutta
l'Italia e solo poche località, nonché una sola regione (la Sardegna) hanno
finora scelto di attenersi alle Direttive e alle norme vigenti nell'Unione
europea, che prevedono di combattere il razzismo e di favorire programmi
concreti di inserimento soprattutto per quanto concerne il popolo Rom, che
subisce ancora un fenomeno diffuso di intolleranza e discriminazione. Sono
ancora attuali, purtroppo, in molte città italiane, gli stereotipi razziali che
hanno colpito nei secoli le persone di etnia Rom e che i movimenti razzisti e
xenofobi hanno posto alla base di terribili persecuzioni. Secondo tali
stereotipi, i Rom non vogliono lavorare, tramano contro la "brava gente",
rapiscono bambini, sono geneticamente dediti al crimine, non vogliono
integrarsi, sono sporchi e disordinati, violenti e immorali. Le stesse accuse
che in altri tempi, difficili come e più del presente, furono rivolte agli
ebrei, alle persone di colore, alle minoranze etniche e religiose (oltre che
agli stessi "nomadi"). La Comunità Rom di Pesaro comprende alcuni Figli
dell'Olocausto di seconda e terza generazione: figli e nipoti dei pochissimi
'zingari' scampati allo "zigeunelager" di Auschwitz. Altri membri sono sfuggiti
alla persecuzione attuata dal dittatore Ceausescu e posseggono competenze
professionali significative nei campi dell'edilizia, dell'industria e
dell'artigianato, dell'agricoltura biologica e dell'allevamento. Fino ad ora,
però, a causa del pregiudizio e nonostante le referenze e le garanzie offerte
dal Gruppo EveryOne e da Istituzioni e organizzazioni europee, non è stato
possibile ottenere un inserimento professionale per alcuno dei Rom adulti di
Pesaro, i quali stanno disperatamente cercando qualsiasi attività lavorativa,
anche umilissima e sottopagata e una soluzione alloggiativa dignitosa,
indispensabile per la vita di nuclei familiari indigenti, che senza un tetto
sulla testa sarebbero costretti all'addiaccio, in una situazione vulnerabile e
indegna di qualsiasi società civile.
Vi è da dire che i Rom di Pesaro, che circa un anno fa giunsero nella città
marchigiana sfuggendo alla persecuzione e agli sgomberi promossi dalle
Istituzioni nel Milanese, oltre che ostilità e violenze, hanno incontrato anche
solidarietà, in Italia. A tale proposito, è il caso di lasciare la parola a
Nicusor Grancea, Rom romeno di Pesaro noto come musicista folk e attivista per i
diritti umani: "E' vero, perché, oltre alle organizzazioni che ci tutelano,
abbiamo incontrato personalità politiche che hanno posto il nostro caso al
centro di un progetto europeo. La parlamentare europea Viktoria Mohacsi ci ha
chiesto ufficialmente, durante un incontro a Roma, di testimoniare per la
Commissione europea in merito alla condizione del popolo Rom in Italia.
Parlamentari italiani e di altri Stati membri dell'Unione europea ci seguono con
attenzione, monitorando attraverso di noi la situazione in cui vivono i Rom
romeni sul territorio italiano. Anche alcuni Testimoni della Shoah hanno alzato
le loro autorevoli voci per difenderci, paragonando il nostro popolo
perseguitato agli ebrei, negli anni delle leggi razziali e dell'Olocausto. E'
stato commovente l'incontro di alcuni rappresentanti della Comunità Rom pesarese
con il sopravvissuto ad Auschwitz Piero Terracina. E' molto importante che anche
le Istituzioni e le autorità locali ci ascoltino, mentre finora nessuno ci ha
confortati quando siamo stati oggetto di episodi discriminatori, mentre se gli
stessi episodi fossero accaduti a cittadini italiani, sicuramente essi non
sarebbero stati lasciati soli. Vi è tempo di rimediare, ma è importante che le
Istituzioni e le autorità comincino a guardarci come esseri umani, come famiglie
in difficoltà e non come invasori, potenziali nemici o creature che non
appartengono alla razza umana. Una ragazza incinta presa a calci in mezzo alla
strada nell'indifferenza di tutti, un ragazzino schiaffeggiato e cacciato dalla
città, un giovane attivista Rom minacciato di morte, una madre di famiglia
sofferente di cancro e in preda a dolori lancinanti rifiutata da un ospedale: se
questi episodi fossero capitati a persone a voi care, di certo vi sareste
indignati e avreste sofferto per loro. E' importante che vi sforziate e
cominciate a considerarci 'famiglie' e non una banda di malviventi degenerati.
E' importante che abbandoniate il pregiudizio e che vediate la verità".
Questa lettera aperta vuole chiedere alla città di Pesaro di non rigettare la
Comunità Rom locale come se fosse un corpo estraneo, ma di sforzarsi a
conoscerla, a capire le sue tragedie, a rispettare la storia delle sue famiglie,
una storia di dolore e persecuzione, di discriminazione e umiliazioni, ma anche
di coraggio e fede. Senza la fede in Dio, le nostre famiglie non avrebbero
sopportato tanta sofferenza, tanta umiliazione, tanta esclusione. L'onorevole
Mohacsi ha assicurato ai Rom di Pesaro che l'Unione europea è disposta a
sostenere le Istituzioni che rispetteranno le Direttive europee ed attueranno
programmi di integrazione positiva. Non sarebbe un orgoglio, per la città
marchigiana, poter affermare che non si è fatta travolgere dalla deriva
razzista, ma ha guardato avanti, verso l'Europa dell'accoglienza e
dell'integrazione, dei diritti umani e della civiltà? Per far questo, però, è
necessario che alle buone intenzioni seguano fatti concreti, perché presto
finirà l'estate e ai primi freddi la già difficile vita dei Rom romeni che si
trovano a Pesaro diventerà drammatica, soprattutto per gli anziani e i malati.
Il Gruppo EveryOne è in stretto contatto con il Parlamento europeo, con il
Comitato contro le discriminazioni delle Nazioni Unite, con Union Romani ed ERRC,
le principali organizzazioni a tutela dei Rom: possiede esperienza e competenze
che possono risultare fondamentali, nella realizzazione di un piano di
integrazione efficace. Progetto che in Sardegna, per esempio, partendo dalla
piccola Comunità Rom che vive a Terralba (Oristano) è diventato una realtà per
l'intera regione, una regione presieduta da un uomo di notevole statura morale,
ben lontano dal razzismo dilagante, Renato Soru. Il progetto attuato dalla
Sardegna è già stato da noi portato all'attenzione del Parlamento europeo e
delle Istituzioni internazionali, come modello di vera civiltà e della capacità
di una regione di accogliere e rispettare le minoranze. Ci auguriamo che le
Istituzioni e le autorità civili e religiose di Pesaro rispondano a questa
lettera aperta, senza temporeggiare, con l'attivazione di un progetto tanto
necessario e moralmente elevato quanto in linea con le leggi europee e
internazionali, che i provvedimenti persecutori attuati troppo spesso in Italia
hanno trasgredito con inaudita gravità, ponendo questo Paese al centro di una
stigmatizzazione internazionale severa e foriera di sanzioni e provvedimenti
futuri, nonché del prossimo giudizio della Corte europea dei Diritti Umani e
della Corte penale internazionale de L'Aja.
In fede, Roberto Malini, Matteo Pegoraro, Dario Picciau, Nicusor Grancea, Ipat
Ciuraru - Gruppo EveryOne
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