Di seguito tutti gli interventi pubblicati sul sito, in ordine cronologico.
Di Fabrizio (del 01/02/2008 @ 10:32:16, in Europa, visitato 2199 volte)
Da
Roma Daily News
La parlamentare europea
Viktória Moháksi (Ungheria) è in disaccordo con i cambiamenti dell'ultimo
minuto ad una risoluzione che richiede una strategia europea per il popolo rom.
Nonostante il vasto appoggio ad una risoluzione che chiede una migliore
integrazione per i Rom, Moháksi critica l'emendamento posposto dal gruppo
UEN (Unione per l'Europa delle nazioni) che collega maggiori livelli di
scolarizzazione con la lotta al crimine.
"Secondo me, non c'è relazione tra criminalità e livelli educativi" dice la
parlamentare.
"Questo emendamento mette in relazione etnia con criminalità... e purtroppo
sarà compreso nella relazione finale," dice in conferenza stampa a seguito
dell'adozione parlamentare di giovedì.
Moháksi dice di essere rimasta colpita del voto parlamentare di questo
emendamento e continua dicendo che persone istruite come i politici sono
comunque capaci di crimini come ad esempio frode e corruzione.
La risoluzione sulla strategia EU per i Rom segue diverse mozioni orali dei
parlamentari alla commissione europea che chiedevano perché non si fosse ancora
sviluppato un piano globale per affrontare le tematiche rom.
Rudko Kawczynski, presidente dell'European Roma and Travellers’ forum,
è pure in disaccordo sulla risoluzione e sul fatto che il forum non è stato
menzionato nel testo.
Dice "Non è un buon inizio, per combattere la discriminazione... senza
integrare le infrastrutture rom come il forum."
Kawczynski è anche arrabbiato con l'emendamento, aggiungendo che dovrebbe
essere focalizzato nel combattere il razzismo piuttosto che nelle dichiarazioni
dei "cosiddetti auto-nominati esperti" circa la lotta al crimine attraverso una
migliore educazione.
Sono profondamente in disaccordo su questo emendamento, dobbiamo combattere
il razzismo e le attitudini anti-zigane, questo è il problema base del nostro
popolo..." aggiunge. "Dobbiamo stare attenti che le buone intenzioni non
producano cattivi sbocchi."
Di Fabrizio (del 02/02/2008 @ 09:32:16, in casa, visitato 3318 volte)
Ricevo da Roberto Malini
Per combattere efficacemente la discriminazione - ormai divenuta, in Italia,
persecuzione - che colpisce i Rrom, è necessario che il popolo Rrom sia
riconosciuto dalle Istituzioni nazionali e internazionali come una "nazione
senza territorio". Solo così si potrà preservare la sua identità. Ecco perché il
Gruppo EveryOne non combatte solo gli effetti dell'oppressione (per esempio,
con la Mozione che ha prodotto la Risoluzione del Parlamento Europeo del 15
novembre 2007, che intima all'Italia di abbandonare le politiche antizigane o
con la Denuncia al CERD - Nazioni Unite - e alla Corte Internazionale di
Giustizia de L'Aja, entrambe accolte, per i crimini contro l'umanità commessi
dalle Istituzioni italiane), ma si impegna perché venga approvato lo Statuto
Quadro del Popolo Rrom nell'Unione Europea.
La petizione e la campagna per salvare Sulukule sembrano piccola cosa, in questa
tragica emergenza internazionale, ma non è così, perché l'identità di un popolo
inizia con le radici della sua Storia. Salvare da sgomberi, ruspe e cemento il
quartiere di Sulukule, a Istanbul, in Turchia, significa proprio difendere le
radici di una cultura, di un mondo e di un'antica tradizione. Sono fragili
radici da cui può avere ancora origine una quercia solida e vitale. Ecco perché
vi invito a leggere, sottoscrivere e considerare attentamente la petizione per
salvare Sulukule... delicate radici che hanno bisogno della cura di ognuno di
noi. Roberto Malini - Gruppo EveryOne
Campagna urgente per salvare Sulukule (Turchia) e tutelare la Comunità Rrom
più antica del mondo.
Campagna per salvare il quartiere Rrom di Sulukule (Istanbul, Turchia).
Il Gruppo EveryOne è a fianco dell'Associazione Rrom di Sulukule, dell'Union
Romani, dell'Unesco e di tutte le organizzazioni che si battono per la tutela
dei diritti dei Rrom in questa Campagna internazionale contro lo sgombero di una
fra le comunità Rrom più antiche del mondo e la "modernizzazione" del quartiere,
che distruggerebbe un Patrimonio dell'Umanità.
Il quartiere di Sulukule fu popolato dalla comunità Rrom a partire dall'era
Bizantina e divenne il primo insediamento al mondo di Rrom sedentari nel XV
secolo, sotto il sultano Mehmet il Conquistatore, protagonista della caduta di
Costantinopoli. Le case, le strade, l'intero quartiere di Sulukule sono parti di
uno straordinario monumento che rappresenta un'epoca e un popolo antico: un
prezioso, inestimabile Patrimonio dell'Umanità. Il Comune di Istanbul ha già
attuato interventi invasivi nell'area, ma attualmente ha preso la decisione di
cancellare le tracce dell'insediamento, sgomberandola dai 3000 Rrom che la
abitano (discendenti dei Rrom di Costantinopoli) e avviando, a partire da
febbraio 2008, il "progetto di rinnovamento urbano", che prevede la demolizione
degli edifici storici e l'edificazione di un quartiere moderno.
A nulla sono valse finora le proteste dell'Associazione di Sulukule per la
valorizzazione della Cultura Rrom e la Solidarietà né le istanze presentate al
municipio e al governo turco da numerosi accademici delle più importanti
università del Paese. Il progetto in corso, se portato a termine, causerà
l'assimilazione forzata dei Rrom di Sulukule da parte della cittadinanza di
Istanbul e la distruzione di un quartiere storico in cui le tradizioni dei Rrom
turchi si sono miracolosamente conservate per secoli e secoli. Il Gruppo
EveryOne, insieme all'Associazione di Sulukule per la valorizzazione della
Cultura Rrom e la Solidarietà, all'Union Romani, a La Voix des Rroms e alle
organizzazioni per la tutela dei diritti dei Rrom chiede con vigore alle
autorità di Istanbul e della Turchia di non perseguitare un popolo che deve
invece essere tutelato, con le sue preziose tradizioni, e di non distruggere un
sito storico che è Patrimonio dell'Umanità.
Salvare l'antico sito Rrom di Sulukule e impedire che i Rrom che vi abitano
siano sgomberati significa salvare un pezzo di Storia del nostro mondo, impedire
un grave abuso sui Rrom della Turchia e permettere che un'antica tradizione si
tramandi alle generazioni future. E' necessario agire subito, inviando e-mail,
cartoline e lettere di protesta, copiando il testo della pedizione e aggiungendo
messaggi rivolti alle autorità turche: "No alla distruzione di Sulukkule", "No
allo sgombero dei Rrom dal quartiere di Sulukkule", "Il quartiere di Sulukkule e
i suoi abitanti Rrom sono patrimonio della Storia e dell'umanità" ecc.
Firmate la petizione "SAVE SULUKULE" su www.everyonegroup.com
E inviate le vostre e-mail, cartoline e lettere ai seguenti destinatari:
Abdullah Gül
President of Turkey
Postal address:
T.C. Cumhurbaskanligi
Cankaya-Ankara Turkey
e-mail:
cumhurbaskanligi@tccb.gov.tr
Recep Tayyip Erdogan
Prime Minister of Turkey
Postal address: Basbakanlik
06573 Ankara
Turkey
Fax: +90 312 417 0476
Ertuğrul Günay
Minister of Culture and Tourism of Turkey
Postal address:
T.C. Kultur ve Turizm Bakanligi
Ataturk Bulvari No. 29
06050 Opera Ankara Turkey
e-mail: ertugrul.gunay@kulturturizm.gov.tr
Kadir Topbag
Major of Istanbul
Postal address:
Istanbul Buyuksehir Belediye Baskanligi Sarachane Istanbul
Turkey
e-mail : baskan@ibb.gov.tr
Mustafa Demir
Major District of Fatih - Istanbul
Postal address:
Büyük Karaman Cad. No. 53 Fatih Istanbul, Turkey
e-mail : mustafademir@fatih.bel.tr
EveryOne Group
Roberto Malini, Matteo Pegoraro, Dario Picciau, Jean (Pipo) Sarguera, Santino
Spinelli, Daniela De Rentiis, Marcel Courthiade, Saimir Mile, Ahmad Rafat,
Arsham Parsi, Laura Todisco, Glenys Robinson, Steed Gamero, Fabio Patronelli,
Stelian Covaciu, Udila Ciurar, Alessandro Matta, Cristos Papaioannou, Paul
Albrecht.
Promoters and Consultants
Carolina Varga Dinicu • Association des Droits Democratiques a Geneve • Centre
Culturel Gitan, Pavillons-sous-Bois (France) • Promoters and Consultants • La
Voix des Rroms (Paris) • Gypsy Lore Society (Usa) • Group of Migrants & Refugees
of Salonica • Union Gypsy • Roma Right Watch • Union Rromsni • Roma Press Center
(Budapest) • Opera Nomadi • Associazione Çingeneyiz (Rroms in Turkey) • Romani
Yah - Association and Newspaper of Romas from Transcarpathia • Roma Virtual
Network • Tamara Deuel (Israel), Holocaust survivor – activist against the
discrimination of Rroms • Mercedes Lourdes Frias, Italian Republic Depute
(Rifondazione Comunista - Sinistra Europea) • Etudes Tsiganes (Paris) • Alain
Reyniers, anthropologist at the University of Louvain-La-Neuve (Belgium), expert
in Rroms, Sinti and Kale cultures • European Roma Information Office • Roma
Diplomacy Programme • John Pearson, Secretary, Democratic Socialist Alliance, UK
• Gady Castel (Israel), director, director of the Jewish Film Festival "Jewish
Eyes" of Tel Aviv, author of documentaries on the Holocaust • Cristina
Matricardi, founder of the first Multiethnic kindergarten "Oasis" - Genoa •
Maria Eugenia Esparragoza, Cultural mediator, member of the Ministerial
Intercultural Technical Committee • Professor Matt T. Salo, researcher and
publisher, expert in Gypsy culture • Emiliano Laurenzi, giornalista • Paolo
Buconi, Yiddish and Klezmer musician • Marius Benta, journalist • Seven Times
(Romania) • Ted Coombs, Director of Hilo Art Museum (Holocaust and Genocide art)
• Steve Davey, co-director of the Hilo Art Museum (Holocaust and Genocide Art) •
Mirjam Pinkhof, survivor of the Shoah, Holocaust heroine who saved 70 Jewish
children from the Nazis • Halina Birenbaum, survivor of the Shoah, writer and
teacher • Oni Onhaus, Holocaust witness • Manzi Onhaus, Auschwitz survivor •
Elisheva Zimet, Auschwitz survivor • Alice Offenbacher, Bergen Belsen survivor•
Mirko Bezzecchi, survivor the Samudaripen • Antonia Bezzecchi, survivor the
Samudaripen • Hanneli Pick-Goslar, friend of Anne Frank, Holocaust survivor •
Michael Petrelis, veteran Human Rights Advocate (Usa) • Stichting Buitenlandse
Partner • Professor Saimir Mile, jurist, lecturer in Rromsni, Sinti and Kale
culture at the University of Paris (INALCO), General-Secretary of the Centre of
Research and Action in France Against all Forms of Racism, member of
EveryOne Group • Jean (Pipo) Sarguera, President of the Centre culturel gitan –
Paris • Emeritus professor Marcel Courthiade, holder of the chair of Rromsni,
Sinti and Kale language and civilization at the University of Paris (INALCO) •
Kibbutz Netzer Sereni, Israel • Antonia Arslan, essayist and writer • Caffé
Shakerato - Intercultura - Genova • Simona Titti, Caritas Livorno • Gazeta de
Sud, Cotidian al oltenilor de pretutindeni (Romania) • Oana Olaru, journalist
(Romania) • Fabio Contu, playwright and teacher, Comunità Sant'Egidio, Genova •
Allie, Gypsy News, NE, Ohio, United States • Guri Gentian - Group of Migrant&Refugees
of Salonica • Associazione Yakaar Italia Senegal • Associazione
Secondoprotocollo Onlus • Elisa Arduini, Cristina Monceri, Miriam Bolaffi,
Roberto Delponte, Noemi Cabitza, Giorgia Kornisch, Claudia Colombo, Andrea
Pompei, Chiara Maffei, Federica Battistini (Members of Secondoprotocollo) • Thèm
Romano ONLUS Association
info@everyonegroup.com
www.everyonegroup.com
Di Sucar Drom (del 03/02/2008 @ 09:58:15, in blog, visitato 1829 volte)
Roma, Alleanza Nazionale si batte per i Rom?
“Basta parlare serenamente con i Rom presenti nei campi illegali presenti sotto
il viadotto della Magliana e all’interno della Tenuta dei Massimi, a Parco dei
Medici, per verificare le anomalie che si riscon...
Porrajmos, a Berlino il primo memoriale
Il ministro della Cultura tedesco, Bernd Neumann (Cdu), dopo aver ricevuto la
conferma da parte della commissione Cultura del Bundestag, ha annunciato che
sarà realizzato il memoriale sul Porrajmos. Il M...
Brescia, Forza Nuova vuole cacciare tutti Cittadini Italiani se appartengono
alle minoranze sinte e rom
Sarà il segretario provinciale di Brescia, Luca Castellini, il candidato
sindaco di Forza Nuova per le amministrative per il Comune di Brescia. E sub...
La cronaca nera invade la politica
Non mi sono mai interessato alla cronaca nera, per due motivi: intanto perché
gli atti d’inchieste e processi penali li possono conoscere a fondo solo
magistrati ed avvocati degli imputati o delle eventuali parti civili,...
Roma, Alleanza Nazionale è preoccupata perchè i Rom lavorano
A Roma, alcune settimane fa, in molti si sono molto agitati perché gli Elenchi
telefonici, Tuttocittà e Pagine Gialle erano distribuiti da Rom rumeni. Fabrizio
Santori (in foto), membro dell’Esecutivo di AN Roma, si è su...
UE, votata risoluzione a favore di Sinti e Rom
Pubblichiamo la proposta di risoluzione su una strategia europea per i Rom,
presentata Lívia Járóka (gruppo PPE-DE, in foto) e da altri parlamentari il 28
febbraio e che è andata al voto oggi pomeriggio. Appena avr...
UE, combattere la fobia che colpisce i Rom e i Sinti in Europa
Una strategia europea per favorire l'inclusione sociale dei circa 10 milioni di
rom che vivono nell'Unione europea e che subiscono discriminazioni. Č quanto
chiede il Parlamento europeo in una risoluzione s...
UE, un Commissario per i Rom e i Sinti
La Commissione europea dovrebbe affidare ad uno dei suoi commissari la
responsabilità di coordinare le politiche a favore dei 10 milioni di Rom e Sinti
che vivono all'interno dell'Ue. E' quanto chiede l'Europar...
Eu, una strategia europea per i Rom
Pubblichiamo la Risoluzione del Parlamento europeo su una strategia europea per
i Rom, votata a larghissima maggioranza il 31 genna...
Casa della Cultura via
Borgogna 3,
domenica 10 febbraio 2008
ore 16.00
PER LA MEMORIA
Shoah e Porrajmos: due
volti dello sterminio razziale
ore 16.00: proiezione
estratto dal dvd a forza di essere vento (lo sterminio nazista degli
Zingari), autori vari, edito dalla rivista “A”
ore 16.15: testimonianze
di MIRKO BEZZECCHI e NEDO FIANO
ore 17.00: dialogo
teatrale Due voci, lo stesso orrore: Barbara–zingara, Sara–ebrea
tratto dalle testimonianze di una ragazza Ebrea e una ragazza Rom con Dijana
Pavlovic nel ruolo di Barbara e con Tatiana Olear nel ruolo di Sara
con accompagnamento
musicale di Marta Pistocchi–violino e Jovica Jovic-fisarmonica
saranno presenti DARIO
FO e MONI OVADIA.
Casa della Cultura,
Comunità Ebraica di Milano, Comitato Rom e Sinti insieme
Di Fabrizio (del 05/02/2008 @ 08:55:29, in Europa, visitato 2591 volte)
Sono recentemente apparsi a Praga manifesti con testi basati sulle leggi naziste contro gli ebrei durante il Protettorato di Boemia e Moravia, mettendo in guardia contro il razzismo e la xenofobia, in una campagna organizzata dal Museo Ebraico di Praga.
I testi in colore giallo sono un'ironica interpretazione degli assurdi divieti, riguardanti gli Ebrei, a dozzine emessi durante l'occupazione nazista.
"Agli skinheads è vietato visitare le librerie pubbliche", "Le persone con gli occhi azzurri non possono usare i telefoni pubblici", "Alle persone adulte di bassa taglia non è permesso lo shopping tra le 15.00 e le 17.00" dicono alcuni slogan.
Sono stati ideati per ammonire i Praghesi sulle attuali discriminazioni contro certi gruppi di popolazione. La campagna è organizzata per la commemorazione del Giorno della Memoria, che ricorda i sei milioni di Ebrei che morirono durante l'Olocausto nella II Guerra Mondiale. La parola Yom Hashoah o Ricordo dell'Olocausto ricorda il27 gennaio, giorno della liberazione del campo di sterminio di Osvetim (Auschwitz).
La campagna di manifesti avviene a due mesi da quando la polizia ha proibito una marcia neonazista attraverso lo storico quartiere ebraico il 10 novembre scorso, nell'anniversario della Notte dei Cristalli, il pogrom nazista del 1938.
[...]
Di Fabrizio (del 06/02/2008 @ 09:21:44, in Europa, visitato 1868 volte)
Il Parlamento europeo , – visti gli articoli 3, 6, 7, 29 e 149 del trattato CE, che impegnano gli Stati membri a garantire uguali opportunità a tutti i cittadini, – visto l'articolo 13 del trattato CE, in base al quale la Comunità europea può prendere i provvedimenti opportuni per combattere le discriminazioni fondate sulla razza o l'origine etnica, – viste le sue risoluzioni del 28 aprile 2005 sulla situazione dei rom nell'Unione europea, del 1° giugno 2006 sulla situazione delle donne rom nell'Unione europea e del 15 novembre 2007 sull'applicazione della direttiva 2004/38/CE relativa al diritto dei cittadini dell'Unione e dei loro familiari di circolare e di soggiornare liberamente nel territorio degli Stati membri, – viste la direttiva 2000/43/CE, che attua il principio della parità di trattamento fra le persone indipendentemente dalla razza e dall'origine etnica, e la direttiva 2000/78/CE, che stabilisce un quadro generale per la parità di trattamento in materia di occupazione e condizioni di lavoro, come anche la decisione quadro sulla lotta contro il razzismo e la xenofobia, – vista la relazione per il 2007 su Razzismo e xenofobia negli Stati membri dell'Unione europea, pubblicata dall'Agenzia per i diritti fondamentali, – visti il Decennio per l'integrazione dei rom e il Fondo per l'istruzione dei rom, istituiti nel 2005 da numerosi Stati membri dell'Unione europea, paesi candidati e altri paesi in cui le istituzioni dell'Unione europea sono presenti in modo significativo, – visti l'articolo 4 della Convenzione quadro del Consiglio d'Europa per la protezione delle minoranze nazionali e la Convenzione europea per la salvaguardia dei diritti dell'uomo e delle libertà fondamentali, – visto il Piano d'azione globale adottato dagli Stati che partecipano all'OSCE, compresi gli Stati membri dell'Unione europea e i paesi candidati, incentrato sul miglioramento della situazione dei rom e dei sinti nella zona OSCE, nel quadro del quale gli Stati si impegnano, tra l'altro, a potenziare i loro sforzi volti a garantire che le popolazioni rom e sinti possano svolgere un ruolo pieno ed equo nelle nostre società, e a debellare la discriminazione nei loro confronti, – visti la Carta dei diritti fondamentali dell'Unione europea e lo Statuto dell'Agenzia per i diritti fondamentali, – vista la relazione del gruppo consultivo di esperti di alto livello sull'integrazione sociale delle minoranze etniche e sulla loro piena partecipazione al mercato del lavoro, intitolata "Minoranze etniche sul mercato del lavoro – Un urgente appello per una migliore inclusione sociale" e pubblicata dalla Commissione nel 2007, – visto l'articolo 108, paragrafo 5, del suo regolamento, A. considerando che i 12-15 milioni di rom che vivono in Europa – di cui circa 10 milioni nell'Unione europea – sono vittime di discriminazioni razziali e soggetti in molti casi a gravi discriminazioni strutturali e a condizioni di povertà e di esclusione sociale, come anche a discriminazioni molteplici in base al sesso, all'età, all'handicap o all'orientamento sessuale; considerando che gran parte dei rom europei sono diventati cittadini dell'Unione europea a seguito degli ampliamenti del 2004 e del 2007, beneficiando del diritto dei cittadini dell'Unione e dei loro familiari di circolare e di soggiornare liberamente nel territorio degli Stati membri, B. considerando che la situazione dei rom europei – che storicamente sono stati parte della società in numerosi paesi europei e hanno contribuito ad essa – è diversa da quella delle minoranze nazionali europee, cosa che giustifica l'adozione di misure specifiche a livello europeo, C. considerando che i cittadini rom dell'Unione europea sono spesso vittime di discriminazioni razziali nell'esercizio del loro diritto fondamentale, in quanto cittadini dell'Unione europea, alla libertà di circolazione e di stabilimento, D. considerando che numerosi rom e numerose comunità rom che hanno deciso di stabilirsi in uno Stato membro diverso da quello di cui sono cittadini si trovano in una posizione particolarmente vulnerabile, E. considerando che sia negli Stati membri sia nei paesi candidati non si sono compiuti progressi nella lotta alla discriminazione razziale nei confronti dei rom e nella difesa del loro diritto all'istruzione, all'occupazione, alla salute e all'alloggio, F. considerando che la segregazione nell'istruzione continua ad essere tollerata negli Stati membri dell'Unione europea; considerando che tale discriminazione nell'accesso ad un'istruzione di qualità condiziona in modo permanente la capacità dei bambini rom di sviluppare e di sfruttare il loro diritto ad uno sviluppo educativo, G. considerando che l'istruzione è uno strumento fondamentale per combattere l'esclusione sociale, lo sfruttamento e la criminalità, H. considerando che condizioni di vita deplorevoli e insalubri e una ghettizzazione evidente sono fenomeni ampiamente diffusi e che, regolarmente, i rom sono vittime di espulsioni forzate o viene loro impedito di abbandonare le aree in cui vivono, I. considerando che le comunità rom presentano in media livelli inammissibilmente elevati di disoccupazione, il che richiede interventi specifici volti ad agevolare l'accesso al lavoro; sottolineando che il mercato europeo del lavoro, così come la società europea nel suo complesso, trarrebbero enorme beneficio dall'integrazione dei rom, J. considerando che l'Unione europea offre una varietà di meccanismi e strumenti che possono essere utilizzati per migliorare l'accesso dei rom ad un'istruzione di qualità, all'occupazione, all'alloggio e all'assistenza sanitaria, in particolare politiche in materia di inclusione sociale, sviluppo regionale e occupazione, K. considerando che l'inclusione sociale delle comunità rom continua ad essere un obiettivo da raggiungere e che occorre utilizzare gli strumenti dell'Unione europea per realizzare cambiamenti efficaci e visibili in questo settore, L. considerando la necessità di garantire un'effettiva partecipazione dei rom alla vita politica, in particolare alle decisioni che incidono sulla loro vita e sul loro benessere, M. considerando che l''antizingarismo" o fobia dei rom è ancora diffuso in Europa, che è promosso e utilizzato dagli estremisti, cosa che può culminare in attacchi razzisti, discorsi improntati all'odio, attacchi fisici, espulsioni illegali e vessazioni da parte della polizia, N. considerando che la maggior parte delle donne rom subiscono una doppia discriminazione, in quanto rom e in quanto donne, O. considerando che l'Olocausto dei rom (Porajmos) merita un pieno riconoscimento commisurato alla gravità dei crimini nazisti volti ad eliminare fisicamente i rom d'Europa, così come gli ebrei e altri gruppi mirati; 1. condanna senza eccezioni e senza ambiguità possibili tutte le forme di razzismo e di discriminazione cui sono soggetti i rom e altre comunità considerate "zingari"; 2. accoglie favorevolmente le conclusioni della Presidenza del Consiglio europeo del 14 dicembre 2007 il quale, "conscio della situazione molto particolare in cui versa la comunità rom in tutta l'Unione, invita gli Stati membri e l'Unione stessa ad utilizzare tutti i mezzi per migliorarne l'inclusione" e "invita a tal fine la Commissione ad esaminare le politiche e gli strumenti vigenti e a riferire al Consiglio, entro la fine del giugno 2008, in merito ai progressi registrati"; 3. ritiene che l'Unione europea e gli Stati membri condividano la responsabilità di promuovere l'inserimento dei rom e di appoggiare i loro diritti fondamentali in quanto cittadini europei, e che debbano intensificare prontamente i loro sforzi per conseguire risultati visibili in tale settore; invita gli Stati membri e le istituzioni dell'Unione europea ad avallare le misure necessarie per creare un clima sociale e politico adeguato, che consenta di porre in atto l'inserimento dei rom; 4. sollecita la nuova Agenzia per i diritti fondamentali a porre l''antizingarismo" tra le massime priorità del suo programma di lavoro; 5. riafferma l'importante ruolo dell'Unione europea nella lotta contro la discriminazione nei confronti dei rom, che spesso è strutturale e che per questo richiede un'impostazione globale a livello dell'Unione europea, in particolare con riguardo allo sviluppo di politiche comuni, ma riconosce che le competenze fondamentali e il principale investimento in termini di volontà politica, tempo e risorse da destinare alla protezione, all'attuazione di politiche, alla promozione e alla responsabilizzazion e dei rom devono essere a carico degli Stati membri; 6. sollecita la Commissione a sviluppare una strategia quadro europea per l'inserimento dei rom, che miri a dare coerenza alle politiche dell'Unione europea in materia di inclusione sociale dei rom e, nel contempo, sollecita tale Istituzione ad elaborare un piano d'azione comunitario dettagliato per l'inclusione dei rom volto a fornire un sostegno finanziario per la realizzazione dell'obiettivo della strategia quadro europea per l'inclusione dei rom; 7. Esorta la Commissione ad elaborare un esauriente piano d'azione comunitario sull'inclusione dei Rom; rileva che il piano deve essere elaborato ed implementato dal gruppo di Commissari responsabili per l'inclusione sociale dei cittadini dell'UE attraverso i loro portafogli dell'occupazione, degli affari sociali, delle pari opportunità, della giustizia, della libertà, dell'istruzione, della cultura e della politica regionale; 8. chiede alla Commissione di attribuire a uno dei Commissari la competenza per il coordinamento di una politica per i rom; 9. esorta la Commissione ad applicare la metodologia di lavoro "da Rom-a-Rom" quale strumento efficace per gestire le problematiche legate ai Rom e la invita a promuovere la presenza di personale Rom all'interno della sua struttura; 10. invita la Commissione ad istituire un'unità rom per coordinare la messa in atto della strategia quadro europea per l'inclusione dei rom, facilitare la cooperazione tra gli Stati membri e coordinare loro azioni comuni, nonché assicurare che tutti gli organi competenti siano sensibilizzati sulle questioni relative ai rom; 11. Invita la Commissione a considerare l'impatto degli investimenti privati sulle pari opportunità un fattore pertinente e determinante ai fini della mobilizzazione delle risorse dell'UE, imponendo alle persone fisiche e/o giuridiche che presentano un'offerta per progetti finanziati dall'UE l'obbligo di elaborare e implementare un'analisi e un piano d'azione sulle pari opportunità; 12. accoglie con favore le iniziative rese note dalla Commissione, tra cui una comunicazione sulla strategia rivista per la lotta contro la discriminazione, il prossimo libro verde concernente l'istruzione di bambini immigrati o appartenenti a minoranze svantaggiate, e l'intenzione di prendere misure addizionali per assicurare l'applicazione della direttiva 2000/43/CE; si compiace, in particolare, della proposta di istituire un forum di alto livello sui rom, quale struttura per lo sviluppo di politiche efficaci intese ad affrontare le questioni che interessano i rom; 13. Esorta la Commissione a creare una mappa paneuropea delle crisi, sulla cui base sono individuate e monitorate quelle aree dell'UE le cui comunità Rom risultano essere le più minacciate dalla povertà e dall'esclusione sociale; 14. sollecita la Commissione ad esaminare le possibilità di un rafforzamento della legislazione antidiscriminazione nel settore dell'istruzione, in particolare per quanto riguarda la desegregazione, e a riferire al Parlamento sulle risultanze dei suoi lavori entro un anno dall'approvazione della presente risoluzione; ribadisce che l'accesso a pari condizioni ad un'istruzione di qualità dovrebbe essere una priorità nell'ambito di una strategia europea per i rom; sollecita la Commissione ad intensificare i suoi sforzi per finanziare e sostenere, negli Stati membri, azioni intese ad integrare i bambini rom, sin dalla più tenera età, nei sistemi di istruzione ordinari; esorta la Commissione a sostenere programmi che promuovano azioni positive a favore dei rom nei settori dell'istruzione secondaria e superiore, includendo la formazione professionale, l'istruzione degli adulti, l'apprendimento lungo tutto l'arco della vita e l'istruzione universitaria; esorta altresì la Commissione a sostenere altri programmi che offrano modelli positivi e riusciti di desegregazione; 15. invita gli Stati membri e la Commissione a combattere lo sfruttamento dei bambini rom, l'accattonaggio che sono costretti a praticare e il loro assenteismo scolastico, nonché i maltrattamenti delle donne rom; 16. sollecita la Commissione a sostenere l'integrazione dei rom nel mercato del lavoro mediante misure che comprendano un sostegno finanziario alla formazione e alla riconversione professionale, misure intese a promuovere azioni positive sul mercato del lavoro, un'applicazione rigorosa delle leggi antidiscriminazione nel settore dell'occupazione e misure atte a promuovere presso i rom il lavoro autonomo e le piccole imprese; 17. invita la Commissione a considerare la possibilità di un sistema di microcredito quale suggerito nella relazione summenzionata del gruppo consultivo di esperti di alto livello, per promuovere l'avvio di piccole imprese e sostituire la prassi dell'usura, che obera molte delle comunità svantaggiate; 18. invita il Consiglio, la Commissione e gli Stati membri a sostenere programmi nazionali volti a migliorare la situazione sanitaria delle comunità rom; in particolare introducendo un adeguato programma di vaccinazioni per i bambini; sollecita tutti gli Stati membri a porre fine e a rimediare in modo adeguato e senza indugio all'esclusione sistematica di talune comunità rom dall'assistenza sanitaria, comprese, tra l'altro, le comunità che si trovano in aree geografiche isolate, come anche a violazioni estreme dei diritti dell'uomo nell'ambito del sistema sanitario, laddove esse abbiano avuto o stiano avendo luogo, comprese la segregazione razziale nelle strutture sanitarie e la sterilizzazione forzata delle donne rom; 19. sollecita la Commissione a basarsi sui modelli positivi esistenti per sostenere programmi volti a porre fine, negli Stati membri in cui esiste, al fenomeno delle baraccopoli rom – che generano gravi rischi sociali, ambientali e sanitari – e a sostenere altri programmi che offrano modelli positivi e riusciti di alloggio per i rom, inclusi i rom migranti; 20. sollecita gli Stati membri a risolvere il problema dei campi, dove manca ogni norma igienica e di sicurezza e nei quali un gran numero di bambini rom muoiono in incidenti domestici, in particolare incendi, causati dalla mancanza di norme di sicurezza adeguate; 21. sollecita la Commissione e il Consiglio ad allineare la politica dell'Unione europea relativa ai rom sul "Decennio per l'integrazione dei rom" e a fare uso delle iniziative esistenti, quali il Fondo per l'istruzione dei rom, il Piano d'azione dell'OSCE e le raccomandazioni del Consiglio d'Europa, al fine di accrescere l'efficacia degli sforzi compiuti in tale settore; 22. sottolinea l'importanza che riveste il fatto di coinvolgere le autorità locali per garantire un'esplicazione efficace degli sforzi volti a promuovere l'inserimento dei rom e a combattere la discriminazione; 23. invita gli Stati membri a coinvolgere la comunità rom al livello di base nel tentativo di mettere il popolo rom in condizioni di beneficiare pienamente degli incentivi forniti dall'Unione europea volti a promuovere i loro diritti e l'inserimento delle loro comunità, nei settori dell'istruzione, dell'occupazione e della partecipazione civica, dal momento che un'integrazione riuscita comporta un approccio che va dal basso verso l'alto e responsabilità comuni; sottolinea l'importanza di sviluppare le risorse umane e le capacità professionali dei rom, al fine di promuovere la loro presenza a tutti i livelli dell'amministrazion e pubblica, ivi comprese le istituzioni della UE; 24. ricorda che tutti paesi candidati si sono impegnati, nel quadro del processo di negoziazione e di adesione, a migliorare l'inserimento delle comunità rom e a promuovere il loro diritto all'istruzione, all'occupazione, all'assistenza sanitaria e all'alloggio; chiede alla Commissione di effettuare una valutazione del rispetto di tali impegni e della situazione attuale dei rom in tutti gli Stati membri dell'Unione europea; 25. invita la Commissione e le autorità competenti a compiere i passi necessari per porre termine alle attività di ingrasso dei suini sul sito dell'ex campo di concentramento di Lety (Repubblica Ceca), lasciando spazio ad un monumento commemorativo che onori le vittime delle persecuzioni; 26. ritiene di dover dovrebbe esaminare più nel dettaglio i diversi aspetti delle sfide strategiche europee riguardanti l'inserimento dei rom; 27. incarica il suo Presidente di trasmettere la presente risoluzione al Consiglio e alla Commissione nonché ai governi e ai parlamenti degli Stati membri, ai paesi candidati, al Consiglio d'Europa e all'OSCE. (1) GU C 45 E del 23.2.2006, pag. 129. (2) GU C 298 E dell'8.12.2006, pag. 283. (3) Testi approvati, P6_TA(2007)0534. ____________ _________ _________ _________ The European Roma Information Office (ERIO) is an international advocacy organization, which promotes political and public discussion on Roma issues by providing factual and in-dept information on a range of policy issues to the European Union institutions, Roma civil organizations, governmental authorities and intergovernmental bodies. The ERIO cooperates with a network of a large number of organizations and acts to combat racial discrimination and social exclusion through awareness raising, lobbying and policy development. ERIO Ave. Edouard Lacomble 17 Brussels 1040 Belgium Tel: 0032(0)27333462 Fax: 0032(0)27333875 For more information: E-mail: ivan.ivanov@erionet.org www.erionet.org
Di Fabrizio (del 07/02/2008 @ 08:56:29, in Europa, visitato 2253 volte)
E' uscito l'aggiornamento di gennaio 2008 di PICUM.org con le notizie e l'evoluzione politica riguardanti i diritti sociali fondamentali degli immigranti non documentati in Europa. Disponibile nel formato Word nelle seguenti lingue: inglese, tedesco, olandese, spagnolo, francese, italiano e portoghese.
Di Fabrizio (del 08/02/2008 @ 09:11:25, in Regole, visitato 2030 volte)
Da
La
voix des Rroms
Ieri, la mattina presto, più di 150 gendarmi hanno
circondato il terreno del Hanul a Saint-Denis, terreno che è oggetto di una
convenzione d'occupazione con il municipio. Secondo il rappresentante della
polizia nazionale sul posto, agivano nel quadro di una commissione rogatoria di
un giudice d'istruzione di Meaux. Tuttavia, la presa di fotografie individuali
da parte dei gendarmi lascia perplessi quanto alle motivazioni di questa
operazione, che si è conclusa con quattro arresti.
Ieri verso le 8 di mattina, un membro dell'associazione "La voix des Rroms"
che risiede sul terreno di Hanul a Saint-Denis ha constatato uno spiegamento importante di
forze della polizia, di un'ampiezza tale che poteva suggerire un'espulsione.
Arrivato sui luoghi poco tempo dopo, il portavoce dell'associazione si è visto
proibire l'accesso alla località da parte dei gendarmi in questi termini : "l'accesso
è vietato ad ogni persona esterna". I gendarmi non hanno saputo rispondere alla
domanda "come sapete che non vi abito?", "ma si può immaginare - non sono
scuro di pelle, sono vestito all'occidentale, bluetooth all'orecchio e
portafoglio alla mano..." tutto quello che è lontano dallo stereotipo
"romanichel del malvivente"
Un padre di famiglia passa con ciò alcuni minuti più tardi.
Ha appena portato i suoi figli a scuola. E' potuto uscire, dopo che i gendarmi
lo hanno fotografato e rilevato la sua identità. Interrogato, dice che tutti
hanno dovuto presentare i propri documenti prima di essere fotografati.
Non sappiamo ciò che avviene dentro. Dell'altro lato, un certo numero di
giornalisti, messi in allarme dalle nostre cure, anche a loro è vietato
l'accesso, ma possono porre domande al responsabile dell'operazione, che nel
nome del magistrato di Meaux ha consegnato la commissione rogatoria per
quest'operazione.
Per quest'operazione... Quale operazione esattamente?
Č nel potere della polizia e della gendarmeria, nel quadro definito dai
giudici, di procedere a ricerche di persone sospettate d'infrazione. Ma, non è
la prima volta che ci sono operazioni spettacolari senza nulla alla fine. Appena
un anno fa, su questo stesso terreno, uno scenario simile è stato messo in
scena, tranne che invece dei controlli, ci sono state della brutalità. Tutto ciò
per cercare un giovane che aveva rapito una ragazza, senza trovarlo. Alla fine,
è il giovane stesso che ha trovato i poliziotti nel loro commissariato per
spiegare loro una vertenza familiare, ben lontano da qualsiasi idea di rapimento
(Le monde, 12 gennaio 2007).
Oggi, i circa 150 gendarmi non sono ripartiti da soli. Verso le 10.30, hanno
portato vie quattro persone, fra cui una donna. Non sappiamo che sono sospettati.
In compenso, una cosa sembra molto più sospetta : la registrazione di ogni
persona sul posto, escluso poche eccezioni. Tale misura ha potuto essere
ordinata dal giudice d'istruzione nel quadro della commissione rogatoria? Ciò
sembra difficilmente possibile da un punto di vista giuridico.
Di Fabrizio (del 09/02/2008 @ 09:15:00, in Italia, visitato 1686 volte)
di
Dijana Pavlovic
Il 27 gennaio in occasione di una giornata dal grande valore civile: la
Giornata della memoria, si svolgerà una manifestazione. Ma questa giornata
rischia di testimoniare una memoria selettiva. Infatti, in questa occasione così
significativa, nessun Rom potrà parlare e portare la testimonianza della
deportazione e del massacro del nostro popolo, nonostante ne sia stata fatta
richiesta al comitato organizzatore e nonostante il valore fondamentale di
parlarne in un momento che vede in questo Paese i rom indicati come il nemico
pubblico numero uno.
Nell’Italia democratica e civile i nostri figli muoiono di freddo e nei roghi e
nessuno si scandalizza. Gruppi di neonazisti entrano nei nostri campi,
minacciano, sparano e bruciano e nessuno si scandalizza. Ci rifiutano
l’assistenza sanitaria costringendoci a partorire per strada e nei campi. A
Milano fa freddo e più di cinquecento persone, uomini donne bambini e anziani,
dormono nel fango sotto le tende, spesso rotte e tagliate dalle forze
dell’ordine durante gli sgomberi. Ci distruggono le case, le uniche che abbiamo,
separano le nostre famiglie. Per noi varano leggi speciali. Con patti di
legalità ci proibiscono di ospitare nostri parenti anche solo per una notte, ci
danno un pass e ci controllano i documenti per lasciarci entrare in casa nostra.
I mass media ci criminalizzano e ci fanno apparire come un popolo di assassini
ladri e asociali, la politica ci considera un danno elettorale.
Ma per noi, questa è una vecchia storia. Dal 1400 ci hanno braccato come
animali, hanno fatto leggi e decreti per stabilire che la nostra vita non valeva
niente e che chiunque ci poteva uccidere senza nessuna conseguenza. Nei campi di
concentramento nazisti ci hanno portato nelle camere a gas, i nostri figli erano
le cavie preferite di Mengele e altri scienziati, in tutta Europa ci hanno
misurato crani e altre parti del corpo per provare che non siamo esseri umani
come gli altri.
Violenze, umiliazione, morte… Questa è la storia del mio popolo. Ed è sempre
trascorsa nel silenzio. Nonostante ci siano prove scritte, testimonianze,
fotografie, che confermano senza dubbi che siamo stati deportati non come
individui, ma come appartenenti a una razza inferiore, un popolo criminale e
asociale, per anni ci hanno negato questo riconoscimento. Il nostro orrore, che
chiamiamo Porrajmos, cioè distruzione, divoramento, non ha mai avuto voce.
Sarebbe inquietante dover pensare ancora oggi nella civile Milano che oltre 500
000 Rom morti nei campi di concentramento, anche italiani, non valgano, non
meritino memoria né riconoscimento. Forse è troppo scomodo e impopolare in
questo momento dar voce a chi rappresenta questo popolo, anche per chi porta
nella propria storia i valori fondamentali come antifascismo e antirazzismo?
Questi valori sono importanti anche per noi Rom, perché la loro affermazione ci
ha restituito la dignità e ci ha salvato dagli stermini, dalle umiliazioni e
dalla schiavitù in tutta Europa. Chi condivide questi valori e ne fa la propria
bandiera non può dimenticare che non conoscono compromessi, non possono
convivere con piccoli giochi politici per raccattare o non perdere qualche voto.
Dai Rom, un popolo sena terra e senza guerra, tutti possono imparare che ci sono
cose che non sono in vendita, mai e a nessuna condizione: la libertà e
l’identità culturale.
Il mio è un grido di dolore, non solo di chi appartiene a un popolo da sempre
discriminato e rifiutato, ma anche di una cittadina che crede nei principi di
uguaglianza e di libertà, che crede che il silenzio sul passato danneggia
gravemente le generazioni future e il futuro di una nazione, che la memoria è
importante solo se non è selettiva e se non ci sono censure sui fatti storici
perchè.
Per questo, noi parteciperemo lo stesso alle manifestazioni di questa giornata
per testimoniare lo sterminio dei nostri nonni e dei nostri padri ieri,e la
discriminazione e l’ingiustizia nei nostri confronti e nei confronti dei nostri
figli oggi.
Di Fabrizio (del 10/02/2008 @ 09:49:24, in scuola, visitato 2367 volte)
New Kosova Report
Mentre la maggioranza della popolazione albanese si lamenta della qualità
dell'istruzione in Kosovo, i gruppi minoritari lottano contro ulteriori
difficoltà, dalla mancanza di programmi e di libri di testo, senza accesso
all'istruzione nella loro lingua.
Sehadin Shok della Missione OCSE in Kosovo dice che questo è il caso della
comunità Gorani. Dice: "Negli ultimi quattro anni, hanno affrontato seri
problemi nell'iscrivere i loro bambini all'istruzione primaria." Ci sono circa
8.000 Gorani in Kosovo.
Cadendo tra le crepe
Nel 2003 l'Assemblea del Kosovo ha adottato una legge sulla scuola primaria e
secondaria per le minoranze linguistiche. La legge, d'altronde, non prevedeva
programmi per gli studenti Serbi o i non-Serbi.
Dice Mursel Halili, insegnante gorani e rappresentante della comunità: "Sino
al2003, i nostri bambini venivano istruiti in serbo e seguivano i programmi
serbi."
Le Istituzioni Provvisorie di Auto Governo (PISG), il Ministero
dell'Istruzione, Scienza e Tecnologia in particolare, vuole che la comunità
gorani frequenti i programmi maggioritari, quindi non sono stati creati libri e
programmi in serbo.
"Noi abbiamo continuato ad insegnare secondo i programmi serbi," dice Halili,
"così i bambini non perderanno anni di scuola e potranno continuare verso
l'istruzione superiore qui nella regione."
D'altra parte, il ministero è stato riluttante nel permettere l'uso dei
programmi serbi, e negli ultimi quattro anni, gli studenti gorani non hanno
potuto iniziare puntualmente l'anno scolastico. Le loro scuole sono state
minacciate di chiusura nel 2007.
L'Alto Commissario OCSE per le Minoranze Nazionali, Knut Vollebaek, ha
riconosciuto il problema durante la sua visita in Kosovo tra il 10 e il 15
gennaio. "Il mancato sviluppo di programmi in serbo da parte delle istituzioni
kosovare, sta avendo un impatto negativo sui bambini gorani," dice.
Trovando una soluzione
Nel tentativo di disinnescare le tensioni, nel novembre 2007 la Missione OCSE
ha organizzato tavole rotonde per raggiungere la consapevolezza tra i partners,
il ministero in particolare, sui bisogni e problemi delle minoranze.
"Il nostro scopo era di identificare i suggerimenti e assistere il PISG nello
sviluppare misure per integrare le minoranze e preservare la loro identità,"
dice
Shok. Il testo sarà presto disponibile.
Halili dice che la tavola rotonda con i Gorani è stata molto positiva.
"Abbiamo discusso apertamente il problema coi rappresentanti del ministero -
abbiamo fatto le nostre proposte e discusso le soluzioni possibili," dice,
aggiungendo: "Il fatto che le scuole primarie stiano già funzionando è un
successo."
Mancano i libri di testo
Anche altri gruppi di minoranza affrontano problemi simile. Bosniaci e
Turchi, per esempio, sono senza libri di testo nella loro lingua.
"Non sono disponibili libri di testo per il quinto grado, mentre sono in
preparazioni quelli per il terzo, quarto e ottavo grado," dice Shok. "Per
l'istruzione secondaria non ci sono libri di testo disponibili."
Anche quando i libri sono disponibili, la qualità spesso è povera. La
traduzione dall'albanese è stata fatta da chi parla la lingua ma non conosce la
materia, la fisica, ad esempio," aggiunge. "Così, la terminologia è spesso
sbagliata." Per aiutare a colmare il gap, nel 2007 la Missione ha donato 2.800
libri alla Biblioteca Cittadina di Prizren per i 2.500 Bosniaci del Kosovo.
La Missione ha anche aiutato le comunità più marginalizzate - Rom, Askali ed
Egizi -a migliorare la loro istruzione. Grazie alla Missione, 1.800 bambini e
ragazzi sono stati in grado di raggiungere il livello scolare richiesto dalla
scuola maggioritaria primaria e secondaria.
Scolarizzazione parallela per i Serbi
Mentre queste comunità combattono per migliori condizioni di istruzione, gli
studenti serbi frequentano un sistema scolastico parallelo sotto l'autorità del
Ministero Serbo della Scienza ed Educazione.. La Missione ha sviluppato un
numero di progetti per aiutare anche queste scuole.
Per esempio, aiutando a modernizzare il laboratorio di ingegneria della
Scuola Tecnica di Mitrovica Nord, installando nuovi computers, stampanti,
scanners ed altri equipaggiamenti. Ha fornito autobus scolastici agli studenti
serbi delle scuole nella regione di Peje/Pec, assicurando loro libertà di
movimento.
Il nuovo Governo ha di fronte un gran numero di vecchi problemi. "La Missione
OCSE ha però fiducia che la leadership porrà più attenzione ai bisogni delle
minoranze e alla loro istruzione," dice Shok.
"Questo tema sarà al culmine della nostra agenda nel 2008."
Written by Mevlyde Salihu and Nikola Gaon
Source: OSCE
|