Di seguito tutti gli interventi pubblicati sul sito, in ordine cronologico.
Di Fabrizio (del 01/08/2007 @ 10:00:49, in Regole, visitato 1926 volte)
Lo scorso 29 aprile, il Quarto Tribunale Municipale di Belgrado ha trovato Aleksandar Nikolić, guardia della sicurezza del club "Acapulco" di Belgrado, colpevole di aver proibito l'accesso a tre cittadini Rom: Zorica Stojković, Petar Antić e Ljutvija Antić, solo sulla base della loro etnia. La Corte gli ha commutato sei mesi di prigione, e una sospensione di due anni. Il secondo accusato, Aleksandar Sabo, è stato prosciolto da tutte le accuse.
La decisione della Corte è stata accolta con favore da European Roma Rights Centre (ERRC) di Budapest, Minority Rights Centre (MRC) ed Humanitarian Law Centre (HLC) di Belgrado, che avevano compilato le accuse contro Aleksandar Nikolić e Aleksandar Sabo. Le tre organizzazioni hanno rappresentato le vittime nel procedimento legale che è seguito.
I querelanti hanno fatto parecchi tentativi di entrare nel club, ma ogni volta la guardia di sicurezza ha risposto che occorreva una prenotazione o una tessera. Questo ha portato HLC e MRC a condurre un test il 25 luglio 2003, che ha provato senza ombra di dubbio la discriminazione contro questi Rom nel loro diritto di accedere agli spazi pubblici.
Il test consiste nel creare ad hoc una simulazione per dimostrare la differenza di trattamento. Nel primo caso il gruppo era composto da Rom, mentre il secondo da non-Rom. Tutti i partecipanti al test erano vestiti propriamente e l'unica differenza tra loro consisteva nel colore della pelle. Al primo gruppo le guardie hanno chiesto se avessero una prenotazione, senza la quale non era possibile entrare. Il secondo gruppo è invece entrato senza nessuna contestazione.
[...]
Di Fabrizio (del 01/08/2007 @ 22:31:34, in blog, visitato 1842 volte)
La “zingara” di Palermo era del tutto innocente, e non c’è mai stato nessun
tentato sequestro di bambini in spiaggia a Isola delle Femmine. Anche la cellula
di Al Qaeda formata da medici musulmani presunti terroristi, che era sulle prime
pagine di tutti i giornali del mondo tre settimane fa, non è mai esistita. Nel
silenzio osceno dei media, sono stati scagionati tutti. La “società aperta” è
sotto attacco. Ma da parte di chi?
La signora Maria Feraru, 45 anni, cittadina romena, è stata completamente
scagionata dall’accusa infamante di aver tentato di rapire un bimbo di tre
anni sulla spiaggia di Isola delle Femmine, in provincia di Palermo. Portava una
gonna sospetta, e ciò è bastato a scatenare la follia collettiva. Dai media, ai
bar di tutta Italia, ai forum in Internet, in molti avevano chiamato al
linciaggio, al farsi giustizia da sé. I media, trattandosi di una “zingara”,
avevano immediatamente presunto la colpevolezza. C’erano perfino le motivazioni:
tratta di bambini, qualcuno aveva perfino parlato di traffico di organi, in una
corsa ad evocare più orrore possibile senza alcun riscontro. Non importa che il
luogo più improbabile per rapire un bambino sia una spiaggia affollata o un
supermercato, dove appena un paio di mesi fa era stato inventato un falso
sequestro analogo, questa volta in norditalia. E non importa che non esista un
solo caso di “zingara” condannata per sequestro di persona in Italia. La
maggioranza degli abitanti di questo paese –senza alcuna vergogna- tra un giorno
o un mese sarà di nuovo disposta a credere che tutti gli zingari rapiscono i
bambini. O che i nazisti -è più o meno lo stesso- fecero le Fosse Ardeatine per
colpa dei partigiani che non si consegnarono. Del resto lo dice anche Mike
Buongiorno!
UNA FALSA NOTIZIA NON NASCE DAL NULLA Nasce da rappresentazioni collettive,
mentalità collettive, che la precedono e la sostengono. E’ quello che ci ha
insegnato già negli anni ’20 Marc Bloch, con La guerra e le false notizie. Siamo
disposti a credere tutto quello che ci rende chiaro un quadro. Gli zingari, o i
musulmani o i politici sono sempre colpevoli. I carabinieri (o gli Stati Uniti),
secondo da dove si guarda, hanno sempre torto o sempre ragione. Gli italiani (e
non solo loro) sono così disposti a credere che gli zingari rapiscono i bambini,
tanto da ribaltare l’onere della prova: sei tu –chi scrive sta ricevendo diversi
messaggi in tal senso- a dover dimostrare che gli zingari non rapiscono i
bambini, non loro a dover citare un solo caso di condanna passata in giudicato.
Continua sul
blog di Gennaro Carotenuto
Da
Mundo_Gitano
Por: LORENZO ARMENDARIZ GARCÍA**
Quando inizia ad interessarmi nel sorprendente mondo dei Gitani messicani,
a provare a recuperare le orme di mio nonno, "el Hungaro", che conobbi
pochissimo, il destino mi condusse verso la famiglia Costich, che amo e rispetto
come il mio proprio sangue. A partire da quel momento mi introdussi in un
universo di viaggi, storie ed esperienze che mi hanno segnato per la vita.
I forti legami emotivi che mi uniscono a varie famiglie Gitane mi hanno
permesso di ascoltare narrazioni dalla loro viva voce, che costituiscono la
storia orale di questo popolo. Nel contempo, le mie lunghe visite a diversi
accampamenti han reso possibile conoscere la quotidianità dei rappresentanti
della vita Gitana.
I Gitani han saputo adattarsi alla cultura messicana e alcune icone
nazionali sono presenti nelle loro case. Il 6 gennaio i Gitani Ludar
commemorano i loro defunti ed iniziano l'anno nuovo. Durante la Settimana Santa,
i Ludar non lavorano, si aiutano però vendendo salvavita e palle sulla
spiaggia. Montano anche piccoli trucchi visuali.
Anche se è difficile precisare con esattezza in quale anno arrivarono in
Messico le prime migrazioni di Gitani, probabilmente alla fine del secolo XVI e
poi durante i primi anni delle loro conquiste in America, tanto la Spagna che il
Portogallo cominciarono ad espellere verso le nuove colonie i gruppi di Gitani
che vagabondavano nelle terre europee. Molti di questi Gitani erano di origine
ungarica, dato che in quel periodo il vasto impero spagnolo comprendeva le terre
austriache. La presenza Gitana più antica in America di cui si ha conoscenza
proviene dal Brasile e data 1574. Mi consta che il popolo Gitano si trova oggi
principalmente in Argentina, Perù e Brasile, però anche in Colombia, Uruguay,
Cile, Guatemala, El Salvador, Honduras, Puerto Rico ed in misura minore a Cuba.
Le prime testimonianze sulla presenza Gitana in Messico di cui ho notizia,
appaiono nelle note di Albert Guilliam, viaggiatore statunitense che percorse
tra il 1843 e il 1844 il nord e il centro del Messico e menziona i Gitani
commercianti che giravano il paese. Anche il norvegese Kart Lumholtz ne allude
nella sua opera "El México Desconocido":
"Mi sorpresero all'improvviso le allegre chiacchiere e lo strano aspetto
di un gruppo di gente dai lunghi capelli sciolti che stavano bagnando alcuni
grandi cavalli [...] L'occupazione principale degli uomini è di calderai [...],
inoltre commerciano cavalli [...] Molti erano bosniaci e non mancavano alcuni
turchi e greci che portavano orsi e scimmie, però la maggioranza erano originari
dell'Ungheria, ungari vengono chiamati in tutto il Messico. Molti parlano bene
l'inglese e il francese, ed uno di loro mi disse che suo padre conosceva il mio
paese"
In effetti, in Messico, al pari di molti paesi dell'America Latina, li si
conosce col nome generico di "húngaros" perché considerati originari di questo
paese, però la loro vera origine è nel nord dell'India.
L prima grande migrazione documentata in Messico si da a partire dal 1890 e
proviene principalmente dall'Ungheria. Più in là arrivarono gruppi rumeni con
l'intenzione di entrare negli Stati Uniti. Un'altra grande ondata di migrazione
avvenne tra il 1920 e il 1926, a causa del razzismo contro questo popolo che si
intensificò dopo la I guerra mondiale. Si trattava di famiglie polacche ed
ungheresi che decisero di cercare la fortuna negli Stati Uniti, molte delle
quali si fermarono in Messico. Pochi anni prima, altri Gitani russi avevano
fatto lo stesso fuggendo dai moti rivoluzionari. Dato che il Messico aveva al
tempo una politica immigratoria abbastanza flessibile ed accoglieva senza
discriminazioni qualsiasi straniero, le famiglie Gitane arrivavano dalla Francia
in Messico passando da Cuba. Queste facilitazioni terminarono con la
promulgazione della legge sull'immigrazione nel 1930, con la quale venne
limitato l'ingresso nel paese di perseguitati politici ed esiliati.
In Messico vivono pochi Gitani di origine spagnola, la maggioranza arrivarono
da Ungheria, Polonia, Grecia, Bosnia, Yugoslavia, Turchia, Francia e Romania. Il
Gruppo maggioritario è quello dei Rom, diviso in clan e sottogruppi
principalmente di Kalderash, Husos, Grecos, Xoraxai, Xoropesti y Hungaresdos.
Parlano il romaní, lingua imparentata col sanscrito ed arricchita con prestiti
dialettali di altri idiomi. Vivono stabilmente nelle grandi città e centri
mercantili, intraprendendo senza dubbio lunghi viaggi col pretesto di strategie
commerciali, però la vera ragione è la nostalgia per il viaggio stesso. I
rumanos son Ludar e parlano rumeno antico, anche se le nuove generazioni
hanno perso completamente questa lingua. Son nomadi, anche se qualcuno mostra
l'intento di stabilizzarsi, però la tentazione di mettersi in cammino è più
forte di qualsiasi comodità della vita sedentaria. I Ludar chiamano
Gubert i Rom e questi a loro volta si riferiscono ai Ludar come
Boyhás, ed entrambe si autodenominano "paisanos" per differenziarsi dai
non-Gitani.
A parte le loro affinità, i Rom e i Ludar marcano le loro differenze.
Senza dubbio, mantengono relazioni commerciali e di mutuo aiuto. Per riferirsi
ai non-Gitani, i Rom li chiamano gadye ed i Ludar nians, nel caso
maschile, e surva al femminile.
Il matrimonio avviene generalmente tra membri dello stesso gruppo, però son
possibili matrimonio tra un uomo Rom ed una donna Ludar ed il matrimonio
con donne non Gitane, mentre è quasi inesistente quello tra un non-Gitano ed una
donna Gitana.
Ambedue i gruppi professano principalmente la religione cattolica, anche se è
importante la presenza della chiesa ortodossa ed evangelica La Vergine di
Guadalupe è la patrona dei cattolici, e Malverde, bandito convertito in santo il
cui santuario si trova a Culiacán, Sinaloa, è molto popolare tra i Gitani
viaggianti del nordovest del paese. Nonostante l'essere cattolici, molte delle
celebrazioni importanti come il battesimo o il matrimonio avvengono con i vecchi
costumi. Quello che per molti sarebbe superstizione, per loro sono codici che
rispondono al non detto, ad azioni senza spiegazione verbale che devono
compiersi perché l'ordine delle cose continui secondo il suo passo. Queste
azioni si portano col sangue ed iniziano da quando si nasce, così molti gruppi
non tagliano i capelli del neonato prima del battesimo. Inoltre si evitano i
fiumi ed i cimiteri, perché possono danneggiare il bebé. Come protezione bastano
una tirata d'orecchi ed un buffetto. Ci sono cose che non si menzionano perché
causano dolore, come i defunti e le disgrazie. Quello che si deve fare o dire
regola ogni atto del Gitano. Durante il battesimo i padrini depositano una
moneta sotto il bambino mentre lo vestono e lo cullano. Questa moneta sarà
conservata per sempre. Tutto questo è diretto alla buona sorte, che sia
protezione, salute o denaro.
Il commercio è fondamentale per la terza premessa. Durante i loro primi anni
dell'arrivo in terra americana furono commercianti ed esperti nel lavoro dei
metalli, principalmente i Kalderash o “Caldereros”. I Ludar hanno
un'antica tradizione di artisti e la loro principale attività è sempre stata lo
spettacolo artistico.
Però quando in Messico arrivò il cinema, tanto i Rom che i Ludar si
trovarono di fronte al progresso. Il cinema ambulante fu per entrambe i gruppi
la principale attività economica per varie generazioni. Questa nuova scoperta fu
portata nei posti più reconditi, prima con muli e carretti e dopo con veicoli
motorizzati. Con loro viaggiava il progresso, e le popolazioni rurali
conoscevano, a parte il cinema, anche l'energia elettrica generata da piccoli
impianti. Senza rendersene conto, i Gitani cominciarono a far parte della storia
culturale del paese. Gli anni '50, '60 e '70 del secolo passato costituirono gli
anni d'oro del cinema ambulante. La decadenza di questa attività data alla fine
degli anni '80 del secolo scorso, con l'introduzione degli apparati video e
delle antenne paraboliche nella provincia messicana. A partire da questo momento
fu necessario trovare alternative economiche. I Rom si inclinarono alla
riparazione di macchinari e principalmente alla compra vendita di automobili.
Invece, i Ludar recuperarono l'antica vocazione e convertirono le tende
da cinema in teatri ambulanti dove dispiegare le loro doti di maghi, fachiri,
illusionisti, pagliacci, imitatori e qualsiasi altra manifestazione artistica di
moda.
Le strategie economiche dei Ludar sempre si sono incamminate verso le
attività che permettano loro di continuare la transumanza. E' la loro ragione di
vita, per cui il destino ed il motivo non sono importanti, ma il pretesto del
viaggio. Mettere a dura prova il cammino fortifica l'animo e non esiste piacere
uguale al vincere la routine. Quando viaggio con le carovane condivido la stessa
sensazione di affrontare l'imprescindibile, che soccombe di fronte al potere
dell'improvvisazione. Paesaggi che si trasformano costantemente e che senza
dubbio sono familiari e vicini. Le notti al cielo aperto premiano la fatica
della giornata e propiziano il racconto di nuove esperienze che diventeranno
parte della storia di questo popolo. Non esiste limite alla creatività, così
uomini, donne e bambini risolvono qualsiasi imprevisto in maniera spontanea. La
notte, col suo silenzio interrotto da una voce che annuncia la prossima
pellicola od il seguente artista, propizia la libertà che risiede in un cielo
popolato di stelle e pareti che si spingono sino all'orizzonte.
Con la loro capacità naturale di adattarsi alle condizioni di ogni paese,
tanto i Rom che i Ludar fronteggiano i movimenti economici del Messico,
risolvendo con il loro istinto peculiare le vicissitudini dei cambi politici.
Ambedue i gruppi appartengono a questa terra e formano parte intrinseca della
cultura messicana, in un paese che ha permesso loro di essere liberi, condizione
che forma parte indissolubile della sua idiosincrasia.
Di Fabrizio (del 03/08/2007 @ 08:54:31, in media, visitato 1905 volte)
L'avremmo giurato: il caso della «zingara che ha rubato un bambino» non è mai
esistito, se non nella mente della madre del bimbo (e per lei abbiamo qualche
sentimento di pietà) e nei resoconti di certi giornali e certe televisioni, che
meritano invece tutta la nostra indignazione. A cominciare, va da sé, da quel
moltiplicatore di tutti gli istinti bassi che agitano il ventre della società
italiana che è La Padania. La quale, dopo aver insinuato dubbi sulla
mamma-testimone, che - scrive - «stranamente ritratta», continuava ancora ieri a
seminare e a inseguire paure sugli “zingari” con un titolone a nove colonne:
«Allarme: in azione bambini ladri». Che grande novità, eh?
Certo: i rom e altri nomadi rubano spesso, per necessità e per antica abitudine,
e i bambini rubano più ancora degli adulti. È un problema che riguarda tutte le
nostre città, anzi tutte le metropoli, che genera insicurezza e che va
affrontato e risolto. Ma i rom, le donne rom, non “rubano” i bambini. Che lo
facciano è un'antica convinzione basata soltanto sul pregiudizio verso le
evidenti diversità di costumi e di vita dei nomadi. Semmai, in passato, è
avvenuto il contrario: e cioè che dei bimbi nomadi siano stati rapiti “a fin di
bene”, per essere convertiti ed educati secondo i “veri valori” dei paesi che
ospitavano le loro comunità. L'idea che i nomadi rapiscano i bambini, pratica
oltretutto insensata per comunità con altissimi tassi di natalità, ha lo stesso
fondamento che ebbe quella secondo la quale gli ebrei uccidevano a scopo rituale
i bambini cristiani. La differenza è che se oggi un giornale si azzardasse a
sostenere che ciò avviene realmente sarebbe, giustamente, affogato nelle
critiche e nel disprezzo di tutte le persone di buon senso. Con gli “zingari”,
invece, non solo non accade, ma si trova anche qualche imbecille pronto a
commentare e a raccontare che sì, certo, come no, ci sono molti casi...
Ma quali casi, quando, dove? Ogni allarme che è stato diffuso in passato si è
dimostrato infondato. Ha portato soltanto nuove paure e nuovi pregiudizi. Ha
confermato soltanto che questo timore ancestrale, retaggio di tempi lontani e
assai diversi dai nostri, è ancora vivo non solo fra la gente semplice, non solo
fra i genitori (ai quali un eccesso di ansia di protezione verso i propri figli
può essere pure perdonato), ma anche tra persone che, per il mestiere che fanno,
dovrebbero avere una certa cultura e farsi governare da un certo senso di
responsabilità: cronisti di giornali e tv, commentatori strapazzoni, persino
qualche “esperto” di dubbissima fama.
Alla povera Maria Ferau, che ha pagato con l'arresto un gesto che probabilmente
era solo una carezza, andrebbero le scuse di molte persone, oggi. E invece avrà,
probabilmente, solo silenzio e nuovi insulti dalla Padania. Che tristezza.
Di Sucar Drom (del 03/08/2007 @ 09:21:11, in blog, visitato 1705 volte)
Opera (MI), erano in quattrocento: otto inquisiti tra omertà e razzismo
Non è stato agevole per i carabinieri del Nucleo informativo del comando
provinciale di Milano venire a capo delle responsabilità sull'assalto a furor di
popolo (400 persone) con conseguente rogo che il 21 dicembre distrusse il "campo
nomadi" allestito dalla Protezione civile a Opera. Si sono dovuti muovere
facendos...
Verona, il leghisti pagano per la condanna subita
La Lega Nord paga i risarcimenti ai Sinti veronesi e all'Opera Nomadi a cinque
mesi dalla condanna in appello per propaganda di idee fondate sull'odio
razziale. Gli avvocati dell'Opera Nomadi, guidati dalla Sezione di Mantova e dai
Sinti veronesi, hanno intimato a Flavio Tosi (attuale Sindaco di Verona) ,
Matteo Bragantini, Luca Coletto, ...
Reggio Calabria, il servizio civile con i Rom
«I Rom sono quelle persone che quando danzano non parlano, accantonano
confusioni, tramandano sentimenti, modellano gesti e si calano nei passi che
danzano. Nei silenzi dei loro spazi, mentre ascoltano il loro spirito, ch...
Porto Sant'Elpidio (AP), l'intercultura nella scuola
Dal 28 al 30 agosto a Porto Sant'Elpidio (Ascoli Piceno) si terrà il seminario
"Verso la costruzione di Curricula interculturali: dal canone etnocentrico a
quello del cittadino cosmopolita", promosso dal Ministero della Pubblica Istr...
Reggio Emilia, si chiude un "campo nomadi"
La decisione dei Comune di Reggio Emilia di chiudere il "campo nomadi" di via
Gramsci e di delocalizzare i suoi residenti in vari punti della città aveva
suscitato un vespaio di polemiche. Che oggi rischiano di esplodere, dal momento
che cominciano ad essere individuati i punti nei ...
Merano (BZ), il Questore chiede interventi urgenti e risolutivi per il "campo
nomadi"
Le condizioni del "campo nomadi" di Merano, alla confluenza fra Passirio e
Adige, sono di un degrado indegno per la città e sotto il profilo
igienico-sanitario oltre che della sicurezza, essendo posto sotto il viadotto di
una strada a scorrimento veloce qual è la MeBo, costituiscono un capitolo da
risolvere con in...
Rom e Sinti, proposte concrete per il governo
Al Tredicesimo meeting internazionale antirazzista, promosso dall'Arci in
Toscana, i Sinti e i Rom hanno presentato un testo in cui si chiede il
riconoscimento dello status di minoranze etniche linguistiche e si rivendica il
diritto alla cittadinanza e alla casa. Tre le...
Pavia, nessuna preoccupazione per i Rom ma tanta preoccupazione per un monumento
di archeologia industriale
E se i rom avessero occupato la Chiesa di San Pietro in Ciel d'Oro, il Broletto
o il Ponte Coperto? Ecco cosa ti domandi, nel vedere a Pavia le macerie di
quello che era fino a ieri uno dei monumenti di archeologia industriale più
affascinanti d'Italia: l'antico stabilimento della Snia Viscosa. Demolito dalle
ruspe perché il sindaco diessino non sapeva più cosa fare per cacciare gli «zingar...
Di Fabrizio (del 04/08/2007 @ 09:31:14, in media, visitato 1830 volte)
Su segnalazione di
Daniele Mezzana, consiglio a lettura di un
articolo di Uzodinma Iweala, sugli aiuti occidentali all'Africa.
Nel testo si fa riferimento all'"umanitarismo sexy" delle star della pop
music o del cinema, ma anche al pericolo di neo-colonialismo che si cela dietro
tante altre iniziative umanitarie. Anche per Rom e Sinti, vale lo stesso
paragone?
Quanto sappiamo di loro attraverso un'informazione mediata, e quanto sappiamo
per testimonianza diretta degli interessati?
Cosa sappiamo del reale utilizzo delle somme stanziate? E per finire, cosa
fanno e come si danno una rappresentanza i Rom e Sinti stessi? Buona lettura.
Da
Czech_Roma
2. 8. 2007 Il cantante della popolare Rom band Gipsy.cz,che interpreta
un'esplosiva mistura di hip-hop e musica Romanì tradizionale, ha un nuovo - e
per i suoi fans sorprendente - ruolo. Questa settimana Dzamila Stehlikova,
ministra in carica per i diritti umani, ha "promosso" Radoslav "Gipsy" Banga al
ruolo di ambasciatore delle minoranze nell'ambito dell'Anno Europeo per le Pari
Opportunità.
In questo periodo i Gipsy.cz sono al culmine della loro fama. Dopo il lancio
del loro album di debutto Romano Hip Hop l'anno scorso, il gruppo è stato votato
miglior nuova band dell'anno nella Repubblica Ceca. Sono anche stati il primo
gruppo ceco a suonare quest'estate al popolare Festival di Glastonbury e la loro
canzone Romano Hip Hop ha ottenuto successo all'estero, arrivando nella top ten
del World Music Charts. Ho chiesto a Radoslav Banga cosa significhi per lui il
nuovo ruolo di ambasciatore per le minoranze:
"Per me è una grande responsabilità, naturalmente, perché voglio dire che
non sono un politico, sono solo un cantante e solo un uomo. Ma per me è
davvero un piacere rappresentare le minoranze nella Repubblica Ceca, perché
penso che la questione non sia mai stata presa sul serio. Prima di tutto,
naturalmente, lo scopo di questa azione dell'Unione Europea è dare
rappresentanza a tutto le minoranze, ad esempio minoranze di genere o
religiose, quindi tenterò di rappresentarle tutte"
Come musicista pensa che la musica abbia il potere di cambiare le cose?
"Penso che nel pratico non posso veramente aiutare qualcuno. Ciò che so è
che posso farmi ascoltare dalla maggioranza. Quindi vorrei davvero dire
qualcosa alla maggioranza che le gente ascolti. E so di esserne capace.
Quindi questo è quello che farò. Dirò che le minoranze sono qui nella
Repubblica Ceca e non sono prese sul serio. Penso che la musica sia un
linguaggio universale, molto più della politica, quindi se devo dire
qualcosa come Dzamila Stehlikova, lo posso dire in maniera totalmente
differente. Dire le stesse cose, ma che arrivino alla gente in maniera
differente."
Dopo i recenti successi, Radoslav Banga non manca certo di fiducia in se
stesso, ed è cosciente che molti giovani, soprattutto Rom, guardano a lui. C'è
qualche dubbio sul fatto che le minoranze nella Repubblica Ceca abbiano
raggiunto una voce abbastanza forte per parlare di loro stesse:
"Ovviamente, posso essere un buon esempio davvero per i giovani Rom.
Quanto a me, so che posso aiutare la mia nazione a fare meglio. Non solo
quello, naturalmente. I giovani ascoltano la nostra musica. Oggi i Gipsy.cz
sono uno dei gruppi più popolari nella Repubblica Ceca e questo è per forza
un punto di forza."
Ruth Frankova; Radio
Praha
Di Fabrizio (del 06/08/2007 @ 09:14:22, in lavoro, visitato 2105 volte)
Baki Hyuseinov, Ministro per le Politiche Sociali, ha detto che a settembre
2007 verrà organizzata una borsa del lavoro nella città di Stamboliiski, nella
Bulgaria centrale.
Ha presentato il risultato di un'indagine del Ministero del Lavoro e le
Politiche Sociali, chiamata Rom per i Rom.
Secondo l'agenzia BTA, Hyuseinov intende riunire intermediari dell'impiego
che possano aiutare i Rom nella ricerca di un impiego. Intende così assicurare
un impiego permanente alla comunità Rom.
Secondo l'indagine. leaders ed imprenditori Rom di successo potrebbero avere
un importante ruolo di modelli, ed assistere i Rom nel trovare un lavoro
migliore. C'è anche la speranza che questi leaders possano essere d'esempio per
ragazzi e studenti di talento.
Il ministro intende anche promuovere la collaborazione d'impresa all'interno
della comunità Rom.
L'educazione dei bambini è basilare per le famiglie Rom, ha detto Emilia
Voinova, direttrice del Direttorio Ministeriale per le Politiche Demografiche e
le Pari Opportunità. E' stata anche enfatizzata l'importanza di disporre nelle
scuole di insegnanti Rom.
Elka Dimitrova, direttrice dl Direttorio per le Politiche del Mercato del
Lavoro, ha detto che il programma di impiego sociale includerà circa 18.000 Rom.
Gli Zingari di Gerusalemme: il Popolo Dimenticato
By Amoun Sleem
Una banda di ballerini e musicisti itineranti assunti da un re persiano? Una
casta di artisti, che difesero la loro patria contro l'invasione degli Unni nel
V secolo? Oppure un certo numero di tribù inviate dalla Persia ad un generale
turco-persiano e che mai fecero ritorno? Come e quando gli Zingari iniziarono la
loro migrazione, e come finirono a Gerusalemme da ogni dove? Agli inizi del
XVIII secolo, gli storici stabiliscono che il popolo zingaro ebbe origine da una
casta di artisti che si autodefiniva Dom (che nella loro lingua comune significa
"uomo"). I Dom di Gerusalemme sono tra le diverse comunità di Zingari che si
sono insediati in Medio Oriente. Come i Rom ed i Lom, la loro controparte in
Europa e Armenia, i Dom hanno una loro auto-consapevolezza pesantemente
influenzata dal paese che li ospita. In mezzo alle teorie sulle origini della
loro partenza dall'India, i Dom di Gerusalemme offrono una leggenda che li
radica saldamente al Medio Oriente.
Tanto tempo fa, c'erano due tribù guidate da due cugini residenti in Siria.
Un cugino, dopo aver ucciso il re, suscitò l'ira di sua sorella. Nel cercare una
rivincita, l'addolorata principessa mise le due tribù una contro l'altra ed
istigò una guerra tra loro, che causò la morte di entrambe i cugini. La
principessa non era ancora soddisfatta ed emise un decreto che obbligava a
vagabondare el deserto nelle ore più calde del giorno, cavalcando soltanto asini
e guadagnandosi da vivere soltanto con la danza e la musica. Da allora, alcuni
Dom si diressero in India, Iraq e nuovamente in Siria. Riconoscendo la Siria e
non l'India come la loro antica patria, i Dom alterarono la natura di "uomo" cui
si riferisce il loro nome in favore di un'identità mediorientale. Oggi i Dom
vivono in diversi paesi del Medio Oriente e la loro cultura si è mescolata con
quella degli arabi attorno.
Come in altri paesi, i Dom di Gerusalemme hanno accettato la lingua e la
religione del paese dove vivono. Sono musulmani e parlano arabo come pure il
Domari - il loro linguaggio nativo. Il Domari è una lingua distinta dal Romanì e
dal Lom. I suo stretti contatti col Punjabi furono chiave determinante nella
lontana eredità indiana, tuttavia l'effetto significativo dell'arabo sulla
lingua parla all'effetto dell'ultima patria dei Dom. Qualsiasi sia l'adattamento
nella religione, lingua o altro, gli Zingari di tutto il mondo mantengono
caratteristiche loro proprie ed i Dom non fanno eccezione.
I Dom di Gerusalemme rimangono una comunità infusa dai ritmi e dalle canzoni
di tradizione zigana, ma hanno abbandonato lo stile nomadico in favore di una
vita più sedentaria. Hanno fatto di Gerusalemme la loro casa da oltre 400 anni.
Originariamente stanziati in un'area fuori dalla Città Vecchia chiamata Wadi
Al-Joz, i Dom si sono poi spostati in un piccolo quartiere chiamato Burj Al-Laqlaq
all'interno delle mura della Città Vecchia. Minoranza etnica, la comunità Dom ha
sofferto in silenzio i decenni del conflitto arabo-israeliano. Il loro numero è
diminuito significativamente durante le battaglie attorno alla fondazione dello
stato di Israele. L'esodo maggiore è avvenuto durante la guerra del 1967, che ha
spinto quasi la metà dei Dom a cercare rifugio in Siria, Libano e persino in
India.
Nonostante una profonda identificazione con la cultura mediorientale, le
rimanenti 200 famiglie hanno subito severe discriminazioni da parte di
israeliani e palestinesi. Lodati una volta nella poesia persiana come
intrattenitori senza pari, una serie di cambiamenti culturali, politici ed
economici ha portato i Dom ad essere visti come deprecabili mendicanti. La
vergogna di essere Zingaro viene istillata in giovane età quando i bambini
iniziano la scuola. Anche se i Dom si considerano Palestinesi, la loro non
appartenenza all'etnia araba porta che il 60% non ha terminato le scuole
elementari. Senza specializzazioni e percorso scolastico, i Dom sono rinchiusi
in un circolo di povertà e derisione. Le generazioni più giovani preferiscono
assimilarsi completamente ai vicini Arabi. abbandonando i vestiti tradizionali,
la lingua, i costumi e qualsiasi altra cosa li possa distinguere come Zingari.
Il Centro Domari a Gerusalemme Est è stato fondato per contrastare il
deterioramento di una comunità una volta vibrante e restaurare il suo orgoglio.
Fondata nel 1999, l'organizzazione aiuta lo sviluppo economico, fornisce
supporto a donne e bambini ed agisce per la preservazione della cultura.
Principalmente donne e bambini frequentano classi, programmi di formazione, di
consulenza ed assistenza. Il Centro Domari presta particolare attenzione nel
ricostruire l'autostima dei membri più giovani, fornendo programmi per leggere e
scrivere per l'infanzia, corsi di lingua e cultura Domari ed altri supporti
scolastici. La speranza è che questo porti i Dom di Gerusalemme fuori dal loro
status di "intoccabili" attraverso l'educazione e l'autostima.
Amoun Sleem is the founder and director of the Domari Society of Gypsies in
Jerusalem. As a gypsy, she has shared the difficulties and challenges of her
community and is focused on helping her people succeed. She can be reached at
domari@alqudsnet.com
sullo stesso argomento, leggi
QUI
Di Sucar Drom (del 08/08/2007 @ 09:13:54, in blog, visitato 1623 volte)
Caro Walter i Rom sono la nostra Africa, non facciamo vincere l'indifferenza
Walter Veltroni, in questi giorni, ha preso più volte la parola affermando che
la questione dei Rom è questione delicata e che la destra gioca col fuoco quando
aizza gli istinti e le insicurezze dei cittadini delle periferie romane; è una
presa di posizione chiara e condivisibile. Meno chiara e meno condivisibile è
l'affermazione, sempre del sindaco, secondo la quale la sicurezza è un bene
prezioso...
L'ARCI Toscana scrive al Comitato Rom e Sinti Insieme
Cari amici del Comitato Rom e Sinti Insieme, vi scrivo questa lettera di
ringraziamento e di saluto come organizzatore della giornata “Immaginare il
Futuro tra Memoria e Presente” al XIII Meeting Antirazzista. Innanzitutto sono
lieto della numerosa partecipazione, segno dell'importanza dell'esperie...
Palermo, parla la donna rom accusata ingiustamente di tentato rapimento
«Non c'entro niente con quel bambino, non volevo nè rapirlo nè fargli del male.
Sono solo una vittima». Così si difende Maria Feraru, la rom romena di 45 anni
arrestata sabato scorso per tentato sequestro di un bambino e scarcerata ieri
sera su decisione del gip del Tribunale di Palermo. La Fe...
Palermo, xenofobia e razzismo contro i Rom
Una vicenda in cui la psicosi collettiva e il pregiudizio contro i Rom si sono
coniugati, producendo un mostro sbattuto in prima pagina per tre giorni. Questo
il senso - e in alcuni casi anche le parole - usate dal gip di Palermo Maria
Elena Gamberini n...
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