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Di Fabrizio (del 26/09/2005 @ 01:31:22, in Regole, visitato 2053 volte)

csmonitor

Martedì, 20 settembre 2005
L'Europa rimanda a casa ai rifugiati dalla guerra

La Germania mostra i muscoli ad Afgani, Iraqeni e Kossovari
By Isabelle de Pommereau | Correspondent of The Christian Science Monitor

FRANCOFORTE: Aferdite Hasanaj assomiglia alle sue compagne di scuola. Ma c'è una differenza. Da 13 anni, da quando la sua famiglia è fuggita dal Kossovo all'inizio del conflitto che avrebbe smembrato la Yugoslavia, ogni 3 mesi deve rinnovare il permesso per restare in Germania.

La sua richiesta d'asilo è stata rifiutata, ad aprile le è stato comunicato che "deve fare ritorno in Kossovo", infrangendo tutti i suoi sogni di frequentare il college a Francoforte. E' a rischio di espulsione da un giorno all'altro.

"Non sono mai stata in Kossovo, non parlo la lingua e non conosco la cultura del posto" dice la diciasettenne durante una manifestazione di protesta. "Non hanno il diritto di trattarmi a questo modo".

In Germania sono 220.000 i rifugiato a cui è stata negata la richiesta di asilo e che condividono il destino di Aferdite. Il governo tedesco intende accelerare i rimpatri, per motivi di politica interna, per il peso che i richiedenti asilo hanno sul bilancio sociale, ma anche per affrettare la soluzione politica in Kossovo.

"Come può uno stato espellere una ragazza che è qui da 13 anni, e che qui studia con profitto?" si chiede Volker Ludwig, del GRISP Theater di Berlino, che ha messo in scena il racconto della deportazione di una famiglia. "Questa pratica è unica in Europa, è offensiva" ( nel resto d'Europa il rimpatrio forzato può avvenire, vedi Bossi-Fini, al compimento della maggiore età ndr.)

Quest'estate, 16 ministri federali dell'interno hanno votato per accelerare il ritorno di centinaia di migliaia di rifugiati dal Kossovo, Iraq e Afghanistan.A maggio lo stato federale di Amburgo (Bassa Sassonia ndr.) ha iniziato a rimpatriare gli Afgani, ritenendo che la stabilità sia tornata nel paese.

Questa è una tendenza che sta attraversando tutta l'Europa, particolarmente quei paesi che sinora si erano distinti per politiche di accoglienza liberali, come Olanda, Norvegia, Danimarca e Inghilterra. [...]

"C'è un intensificarsi della corsa al rimpatrio" dice Karl Kopp, rappresentante europeo di Pro-Asyl, un gruppo di assistenza legale ai rifugiati con base a Francoforte.

"C'è un boom" continua "nella cosiddetta partenza assistita: cioè il richiedente asilo a cui è stato negato il permesso, viene invogliato a rimpatriare volontariamente, dietro l'offerta di soldi e alimenti. Nelle istituzioni si sta affermando la filosofia del: cosa posso fare se non posso espellerti?" ancora Kopp. "Quindi si fa in modo di rendere la vita più difficile - limitare la libertà di movimento a queste persone, finché non resta loro altra possibilità, se non quella di andarsene."

Rispondono le istituzioni che quanti si sono visti negare il permesso, sapevano dall'inizio a cosa sarebbero andati incontro. Agendo così, intendono "mandare un segnale a quanti vorrebbero stabilirsi permanentemente in Germania, tutto ciò che intendono fare è rinnovare a vita il loro permesso di soggiorno" dice Wilfried Schmäing, del Ministero degli Interni.

La regolamentazione tedesca sui richiedenti asilo è considerata una delle meno permissive d'Europa. Sino a pochi anni fa, soltanto le vittime di persecuzioni da parte dello stato potevano fare richiesta d'asilo. Le vittime delle guerre civili, come quella del Kossovo, avevano diritto a uno status di "tollerate", perché le persecuzioni da loro sofferte non venivano direttamente dallo stato. Il nuovo regolamento, entrato in vigore quest'anno, ha riconosciuto anche a questi ultimi lo status di rifugiati a tutti gli effetti. Nel contempo, la Germania ha iniziato a rimandare in patria quanti si erano visti negare il permesso.

"La questione si sta politicizzando" dice Patricia Coelho, dell'European Council on Refugees and Exiles di Londra. "I politici devono mostrare ai propri elettori di essere rigidi sul diritto d'asilo".

In Inghilterra, i richiedenti asilo "che non cooperano" [...] si vedono tagliare gli assegni sociali. In Olanda, il richiedente asilo a cui è stata rifiutata la richiesta, perde l'assistenza sociale dopo 28 giorni. La Norvegia ha mobilitato le squadre speciali per occuparsi dei rimpatri. [...]

"E' una tendenza delle nazioni industrializzate a sviluppare politiche che inducano o costringano le persone a rimpatriare o a non ususfruire di alcun tipo di garanzia" continua Coelho. I richiedenti asilo, aggiunge "sono un segmento in crescita, di persone vulnerabili, povere e marginalizzate nelle società europee". Aggiunge che mentre diminuisce il numero dei richiedenti asilo in Europa, cresce anche il numero dei rifiuti.

A Francoforte, una delle città più multietniche d'Europa, le compagne di Aferdite sono al suo fianco. Aferdite potrebbe rimanere sino al complimento degli studi, dal momento che una famiglia tedesca si è detta disposta a fornirle supporto finanziario. Ma lo stesso, entro l'anno prossimo verrebbero espulse sua madre e sue due gemelle.

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Di Fabrizio (del 26/09/2005 @ 00:11:00, in blog, visitato 2300 volte)

Segnala Juan José Heredia

un nuovo sito dedicato a Gitani e Kalé. Lo scopo è promuovere mantenere lingua, cultura e tradizioni che vanno sparendo.

Il portale (ancora sperimentale) ha pagine dedicate alla storia, alla cultura e alla lingua di Gitani e Kalé (con una sezione grammaticale), una sezione dedicata alle notizie, una chat, un guestbook, un forum di approfondimento, e anche una webtv e un radioblog.

Un lavoro veramente notevole!

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Di Fabrizio (del 25/09/2005 @ 23:52:25, in Europa, visitato 2347 volte)

Da: Kosovo_Roma_News (Fonte: Governo della Ex Repubblica Yugoslava di Macedonia) 21-09-05

Discussione per un rapido ritorno dei rifugiati in Kossovo (vedi articolo precedente)

L'agenzia MIA riferisce che Stevco Jakimovski, Ministro macedone del Lavoro e delle Politiche Sociali e il suo collega Ibrahim Ramadani, hanno discusso martedì scorso le tematiche di un rapido rientro dei rifugiati dal Kossovo attualmente in Macedonia, e firmato un accordo di cooperazione.
"Abbiamo concordato che i rifugiati debbano ritornare in Kossovo, e che di questo se ne faccia garante l'Alto Commissariato dei Rifugiati, fintanto che il governo del Kossovo non disporrà della capacità finanziaria di provvedere in proprio al ritorno di queste persone" ha affermato Jakimovski.

Ha poi aggiunto che i due governi si impegnano per il mutuo ritorno dei 2.400 rifugiati superstiti in Macedonia e dei 793 Macedoni che attualmente sono in Kossovo.

Durante la discussione è stato affrontato anche l'argomento del sistema sociale:
"Gli accordi e i patti in vigore al tempo dell'ex repubblica di Yugoslavia riguardo le pensioni e l'assistenza sociale, [...] possono essere estesi ai cittadini delle repubbliche di Kossovo e di Macedonia, su base paritaria. Inoltre abbiamo siglato un accordo sulle politiche di adozione dell'infanzia, cosa riveste un grande interesse soprattutto da parte dei cittadini di nazionalità albanese" ha continuato Jakimovski.

A sua volta il Ministro Ramadani ha sottolineato che la partecipazione della Macedonia nella Comunità Europea e nella NATO, avrebbe grande importanza per la stabilizzazione del Kossovo e della regione.

PS: alcune note personali: recentemente discutevo con alcuni promotori della mozione contro i rimpatri forzati (forza, si può ancora firmare), e i più scafati tra loro giustificavano la scarsa attenzione dei media e di molte associazioni, col fatto che ora il "businness" in Kossovo è la ricostruzione e la gestione dei rifugiati, più che le condizioni oggettive che rendono possibile il loro rientro. L'impressione è che queste dichiarazioni vadano in quel senso.

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Di Fabrizio (del 25/09/2005 @ 22:52:25, in casa, visitato 5765 volte)

Leggo su British_Roma alcuni aggiornamenti sulla vicenda dello sgombero di Dale Farm

Il governo, che sino al mese scorso per contrapporsi ai conservatori, aveva appoggiatole richieste della comunità contro gli sgomberi decisi dai comuni, ha rifiutato il ricorso di quattro famiglie, che si erano viste togliere il permesso di risiedere nell'area di loro proprietà. Di fronte all'esproprio dell'area, non resta loro che cercare accoglienza in altre aree di sosta o ritornare a vivere in strada.

Sono 300 le famiglie di Nomadi e Viaggianti che hanno visto rifiutato il permesso di residenza negli ultimi 18 mesi e circa 10.000 le persone che potrebbero a breve ritrovarsi nella medesima situazione.

Della situazione se n'è occupata anche la BBC 3 alle 22.00 di domenica 25 settembre, con un programma intitolato "Gypsy Wars", che documenta la contrapposizione tra i circa 1000 residenti a Dale Farm e i bulldozer.

Il terreno è ancora in occupazione, nel contempo Margaret McCann, che ha subito la medesima sorte l'anno scorso, presenterà il prossimo 29 settembre le ragioni del processo che ha intentato contro la compagnia Constant & Co. per la distruzione della sua casa, di tutti i suoi averi e per violenza privata.

La stessa compagnia, non potendo accedere a Dale Farm, sta costruendo tutto attorno un vallo di terra alto 4 metri, allo scopo di isolare gli abitanti e rendere loro impossibile muoversi all'esterno dell'area occupata.

Sempre il 29 settembre si terranno diverse manifestazioni contro gli sgomberi in tutta la regione dell'Essex.

*********************************
STOP ETHNIC-CLEANSING
Protest against eviction of Travellers and bulldozer vandalism in rural Essex


Gypsy & Traveller Affairs and National Travellers Action Group
Supported by East Anglia Social Forum


Contact: 01206 523528

email: dale.farm@ntlworld.com
**************************************

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Di Fabrizio (del 24/09/2005 @ 23:22:18, in blog, visitato 1823 volte)
«C’e' stato un tempo, prima del Ventennio a colori, in cui guardavamo la televisione – questa scatola delle meraviglie piena di (bambinesche) promesse – che avevamo comprato con i nostri soldi e per la cui semplice contemplazione dovevamo pagare un canone.
In questi ultimi anni si sono affacciati misteriosi specialisti che ci filmano e ci scrutano attraverso televisioni invisibili. Naturalmente, queste televisioni le abbiamo pagate, una volta ancora, noi. Come siamo sempre noi a pagare gli stipendi di chi ci intrattiene e ci distrae, ci spia e ci controlla, ci multa e ci minaccia; e oggi pretenderebbe d’incolonnarci, come pecore, per paura di chi non è nemico nostro, ma piuttosto e' nemico loro.
Gli Stati giustificano la propria sempre piu' invadente esistenza con la promessa di proteggerci, ma e'ormai chiaro per tutti che quando parlano di sicurezza non e' alla nostra che pensano ma alla loro; non e' alla minaccia di “terroristi” – da loro stessi evocati con una politica secolare di ruberie e devastazioni a danno dei cinque continenti – ma alla minaccia, invero terribile per la coalizione dei potenti della Terra, che qualcuno si levi per chiedere:
in quale momento abbiamo conferito a costoro i poteri di fermarci, deviarci, radunarci, incolonnarci, convogliarci, e in quale direzione poi?»

tartito da ---gallizio
all'epoca dell'impecorecciamento firmato-cadorna

da Nonletture

Il ruolo del politico è uno solo, quello di servire lo Stato. Il politico (ma perché chiamarlo ancora così?) è un nostro dipendente. Dipende dai nostri voti, dalle nostre tasse (con cui gli paghiamo lo stipendio), dai programmi che noi proponiamo o approviamo e che deve unicamente limitarsi ad eseguire.

Se il politico è nostro dipendente come è possibile che noi siamo a nostra volta suoi dipendenti e che, nella sostanza, faccia il c..o che gli pare? E’ peggio di un 69, infatti è un 90 gradi.

Dobbiamo abituarci a pensare al politico come a un nostro dipendente, le sue dichiarazioni non ci devono interessare, ma solo i fatti.
Non può prendere iniziative importanti senza consultarci.

continua su il Blog di Beppe Grillo



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Di Fabrizio (del 23/09/2005 @ 20:38:15, in conflitti, visitato 1923 volte)

da: Polska_Roma

il 26 settembre 2005 - h. 18.00
Varsavia - Hotel Sofitel Victoria, Ul. Krolewska 11, Warsaw. Meeting Room # 3.

proiezione di
DOLORI NASCOSTI LA PERSECUZIONE DEGLI ZINGARI RUMENI NELLA II GUERRA MONDIALE
un film di Michelle Kelso, Doctoral Candidate, University of Michigan.

E' la cronaca della poco conosciuta persecuzione dei Rom rumeni durante la guerra. I nazisti e i loro alleati fecero di Ebrei e Rom un obiettivo di sterminio. Rispettivamente 300.000 e 25.000 di loro furono deportati nei campi dell'Unione Sovietica occupata dalle forze dell'Asse. Oltre metà di loro morì, gli altri sopravvissero alla fame, ai disagi, alle brutalità e agli eccidi di massa. Furono infine liberati nel 1944 e fecero ritorno in Romania, tentando di rifarsi una vita.

Per sessant'anni la deportazione dei Rom è stata ignorata dai libri di testo e nessun monumento ricorda quel sacrificio.Soltanto alla fine degli anni '90 il tema è tornato d'attualità, quando sono stati sbloccati i fondi svizzeri e tedeschi per la compensazione delle vittime e dei loro eredi.

Le sofferenze patite durante la guerra si uniscono all'attuale quadro di discriminazione che tuttora vivono i Rom in Romania. DOLORI NASCOSTI rivea la continua lotta dei Rom contro il pregiudizio, la povertà e la marginalizzazione.

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Di Fabrizio (del 23/09/2005 @ 14:02:16, in Italia, visitato 2574 volte)
Per il problema smog Bianca Pitzorno pensa «a un pifferaio di Hammelin che si porti via i bambini di Milano e faccia prendere una bella strizza all'amministrazione».
Atm

immagine tratta da: www.atm-mi.it

Seduti sulla panchina, due adulti accordano gli strumenti. Accanto a loro un bambino, avrà 7 anni, regge in mano un bicchiere di carta. Poco distante da noi, un altro bambino della stessa età, da la mano alla mamma. Finge indifferenza, o forse è solo annoiato perché nelle stazioni della metropolitana non si corre e non si gioca. Ogni tanto non resiste e ci guarda curioso, ma senza ostilità. Il bambino col bicchiere di carta regge il suo sguardo e lo ricambia con la medesima curiosità.

Arriva la metropolitana e la scena si interrompe. Quando riparte, al posto degli accordi di chitarra rimane la pubblicità proiettata sul telone, appoggiato a un pilastro.

Al capolinea raggiungo il parcheggio in superficie, Marko (...) è già lì che mi aspetta. A vedere dai mozziconi ai suoi piedi, stavolta è arrivato in largo anticipo. Mentre ci avviamo, mi spiega la situazione: suo figlio di 10 anni è sparito e non sa dove possa essere finito. Non ha nessuna intenzione di mettere in mezzo la polizia, per paura che glielo tolgano, ma non sa da dove iniziare la ricerca. Una città come Milano, osservata da questa visuale, mette spavento.

Marko in tanti anni l'ha girata tutta assieme alla sua famiglia, e dopo l'ultimo sgombero è finito in un prato lontano dalle case, dove non da fastidio a nessuno. Ma, se suo figlio non è stato rapito, potrebbe essere tornato in qualche angolo della città, dove ha vissuto in passato... non è granché come inizio, ma in qualche modo bisogna pure iniziare.

Milano si scopre, grazie a via Barzaghi, una località turistica almeno quanto Roma o Firenze. Dalla Romania si visita piazza Duomo, ci si addentra nel parco Sempione e nei cortili del Castello Sforzesco, ma la meta preferita sono i grandi e piccoli cantieri che costellano il territorio lombardo, con i loro scorci indimenticabili. La caratteristica del turismo romeno a Milano è l'assiduità con cui chi arriva segue l'intero processo di costruzione del cantiere, attento a ogni cambiamento e partecipe della vita comunitaria che là si dispiega tra ruspe, gru e cazzuole. Non un turismo d'élite, è sfiancante, ma si paga poco. Solo il viaggio di andata.
- tratto da "Campioni senza dimora" di Filippo Podestà.

Marko non viene dalla Romania e non capirebbe. Iniziamo dalla periferia a nord est, dalle parti di via Padova. Una volta la sua famiglia abitava al Parco Martesana, e poi dovettero andare perché il comune voleva ampliare il parco.

Il parco c'è ancora, ma proprio dove c'era la loro roulotte, alle spalle del Naviglio, il parco è sparito!

Più in fondo, sempre in via Padova, in un terreno di proprietà resistono alcune case mobili e qualche giostra, deserta, visto le nuvole sopra di noi.

via Agordat

Studio architetti Camera e Zimmaro

Ci spostiamo alla periferia nord ovest, che Marko ha girato tutta in gioventù. In via Palizzi Fattori, c'erano alcuni punti dove il campo sosta faceva meno schifo del solito, forse perché dopo tanti anni che si vive in un posto, anche le baracche assumono un aspetto più gentile.

Le foto sono tratte dal sito dell'Opera Nomadi di Milano

Palizzi Fattori1

Palizzi Fattori2

Ma anche in quella zona, niente. Gli sgomberi sono tuttora all'ordine del giorno, ma la città non migliora. Non siamo nemmeno riusciti a trovare dove avesse abitato Marko, e ci siamo persi in una geografia irreale di scali ferroviari, ipermercati, cavalcavia che sembrano il Ponte sullo stretto di Messina...

Marko pensava a suo figlio, dove potesse essersi nascosto in un posto simile. Io, senza dirgli niente, rivedevo nella mente la scena di tanti anni fa, coi miei figli e i suoi che in questa stessa città erano corsi a piedi scalzi o erano saliti la prima volta su un cavallo... chiedendomi come fosse stato possibile a Milano.

Una telefonata ci ha riportato, per fortuna, alla realtà. Diverse squadre di "volontari" stavano battendo palmo a palmo la metropoli, per cercare questo bambino: il parroco, le insegnanti, un assistente sociale (persino lui!). Era... alla fermata della metropolitana di Gorgonzola, 10 km. fuori città.

Mentre in macchina correvamo lì, nei paesi attorno vedevo nuovi svincoli, nuovi centri commerciali, e ... nuovi insediamenti abusivi, come in città.

Ho scoperto alla fine che la colpa era mia se suo figlio era scappato: una volta gli avevo raccontato che quando avevo la sua età, a Gorgonzola c'era un giardino con le capre, le oche, gli asini e i bambini che potevano giocare. Anche quel parchetto, non siamo più riusciti a trovarlo, e se qualcuno lo conosce me lo faccia sapere.

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Di Fabrizio (del 22/09/2005 @ 18:27:29, in Europa, visitato 1777 volte)

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Primi 58 laureati dalla Facoltà di Cultura Romani presso l'Università Costantino filosofo 21. 9. 2005
NITRA - SK. Secondo quanto sappiamo, sarà loro offerta la possibilità di continuare gli studi per altri due anni e ottenere un master...
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La polizia non interviene ad un raduno neonazista nella Repubblica Ceca 21. 9. 2005
Oltre 500 fra skinheads e simpatizzanti si sono ritrovati ad un concerto che si è tenuto sabato 17 a Krtetice u Vodnan, un villaggio a circa 20 km da Strakonice. L'evento, mascherato come matrimonio, è stato probabilmente il più grande raduno di gruppi neonazisti dall'inizio dell'anno. Durante i concerti si sono susseguiti i saluti al grido di"Sieg Heil" e gli omaggi a Rudolf Hess...
continua
Mercato nella capitale d'Italia 21. 9. 2005
Se siete a Roma come turisti e intendete passare una domenica diversa dal solito, la cooperativa Pharalipe' (Fratellanza) organizza un mercato ambulante settimanale con esposizione di prodotti artigianali Romani...
continua
Rapporto di Save the Children Reports sulla scolarizzazione femminile 21. 9. 2005
L'organizzazione internazionale "Save the Children" ha presentato il rapporto annuale su "Potenzialità e promesse sulla scolarizzazione femminile". Nella versione spagnola si analizzano i livelli di scolarizzazione delle ragazze Rom e Kalé in Spagna...
continua
UK: Proteste anti- sgombero 22. 9. 2005
Si terrà il 29 settembre a a Chelmsford, nell'Essex, nel quadro di una più vasta campagna contro ulteriori sgomberi ed espropri...
continua
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Di Fabrizio (del 22/09/2005 @ 16:59:54, in Kumpanija, visitato 1965 volte)

A volte (confesso) mi lascio trascinare dalla politica, con risultati "buffi": come quando partendo da una fiera di cavalli a Monza che non c'è più,  ipotizzavo una piattaforma elettorale per le elezioni locali.

A scanso di fraintendimenti, aggiungevo: ...Ora, capitemi bene, la mia non è nostalgia ma curiosità. Il progresso avanza anche fuori Italia, ma perché da noi queste "distrazioni" dal panorama urbano sono destinate a perdersi e in Francia ogni schifosa cantina di campagna diventa un museo? Perché negli Stati Uniti, in Inghilterra, Germania (per non parlare della Scandinavia) tengono alla loro storia e la valorizzano, mentre da noi la difesa delle tradizioni è sinonimo di movimenti razzisti? Non sarebbe più interessante (anche economicamente, intendo) una grande città che oltre alle fiere, coltivasse il turismo anche per i suoi abitanti?

Il dubbio rimane, dopo che David Altheer (giornalista ed esperto di Rom e Sinti) su British_Roma segnala dal 1 al 9 ottobre la fiera di Ballinasloe nell'EIRE, vitale, frequentata, meta di Nomadi e Viaggianti da tutto il Regno Unito.

Ballinasloe October Horse Fair I Ballinasloe October Horse Fair II

(se qualcuno passa di lì, me lo faccia sapere, grazie!)

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Di Fabrizio (del 22/09/2005 @ 13:47:04, in Italia, visitato 1862 volte)
by Matteo Neri

Quegli sporchi immigrati

Lo sapete che questi sporchi immigrati hanno nella loro popolazione un tasso di criminalità tre volte quanto i nativi del paese?
Lo sapete che questi sporchi immigrati riescono a vivere in 10 persone in casupole o appartamenti putridi di 10 m2, e che fanno a turno per dormire nello stesso letto tanto lo spazio manca?
Lo sapete che questi sporchi immigrati sono considerati "negri" ...

PiazzaGrande
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