Per il problema smog Bianca Pitzorno pensa «a un pifferaio di Hammelin che si porti via i bambini di Milano e faccia prendere una bella strizza all'amministrazione». |
immagine tratta da: www.atm-mi.it
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Seduti sulla panchina, due adulti accordano gli strumenti. Accanto a loro un bambino, avrà 7 anni, regge in mano un bicchiere di carta. Poco distante da noi, un altro bambino della stessa età, da la mano alla mamma. Finge indifferenza, o forse è solo annoiato perché nelle stazioni della metropolitana non si corre e non si gioca. Ogni tanto non resiste e ci guarda curioso, ma senza ostilità. Il bambino col bicchiere di carta regge il suo sguardo e lo ricambia con la medesima curiosità. |
Arriva la metropolitana e la scena si interrompe. Quando riparte, al posto degli accordi di chitarra rimane la pubblicità proiettata sul telone, appoggiato a un pilastro.
Al capolinea raggiungo il parcheggio in superficie, Marko (...) è già lì che mi aspetta. A vedere dai mozziconi ai suoi piedi, stavolta è arrivato in largo anticipo. Mentre ci avviamo, mi spiega la situazione: suo figlio di 10 anni è sparito e non sa dove possa essere finito. Non ha nessuna intenzione di mettere in mezzo la polizia, per paura che glielo tolgano, ma non sa da dove iniziare la ricerca. Una città come Milano, osservata da questa visuale, mette spavento.
Marko in tanti anni l'ha girata tutta assieme alla sua famiglia, e dopo l'ultimo sgombero è finito in un prato lontano dalle case, dove non da fastidio a nessuno. Ma, se suo figlio non è stato rapito, potrebbe essere tornato in qualche angolo della città, dove ha vissuto in passato... non è granché come inizio, ma in qualche modo bisogna pure iniziare.
Milano si scopre, grazie a via Barzaghi, una località turistica almeno quanto Roma o Firenze. Dalla Romania si visita piazza Duomo, ci si addentra nel parco Sempione e nei cortili del Castello Sforzesco, ma la meta preferita sono i grandi e piccoli cantieri che costellano il territorio lombardo, con i loro scorci indimenticabili. La caratteristica del turismo romeno a Milano è l'assiduità con cui chi arriva segue l'intero processo di costruzione del cantiere, attento a ogni cambiamento e partecipe della vita comunitaria che là si dispiega tra ruspe, gru e cazzuole. Non un turismo d'élite, è sfiancante, ma si paga poco. Solo il viaggio di andata.
- tratto da "Campioni senza dimora" di Filippo Podestà.
Marko non viene dalla Romania e non capirebbe. Iniziamo dalla periferia a nord est, dalle parti di via Padova. Una volta la sua famiglia abitava al Parco Martesana, e poi dovettero andare perché il comune voleva ampliare il parco.
Il parco c'è ancora, ma proprio dove c'era la loro roulotte, alle spalle del Naviglio, il parco è sparito!
Più in fondo, sempre in via Padova, in un terreno di proprietà resistono alcune case mobili e qualche giostra, deserta, visto le nuvole sopra di noi.
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Studio architetti Camera e Zimmaro
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Ci spostiamo alla periferia nord ovest, che Marko ha girato tutta in gioventù. In via Palizzi Fattori, c'erano alcuni punti dove il campo sosta faceva meno schifo del solito, forse perché dopo tanti anni che si vive in un posto, anche le baracche assumono un aspetto più gentile.
Ma anche in quella zona, niente. Gli sgomberi sono tuttora all'ordine del giorno, ma la città non migliora. Non siamo nemmeno riusciti a trovare dove avesse abitato Marko, e ci siamo persi in una geografia irreale di scali ferroviari, ipermercati, cavalcavia che sembrano il Ponte sullo stretto di Messina...
Marko pensava a suo figlio, dove potesse essersi nascosto in un posto simile. Io, senza dirgli niente, rivedevo nella mente la scena di tanti anni fa, coi miei figli e i suoi che in questa stessa città erano corsi a piedi scalzi o erano saliti la prima volta su un cavallo... chiedendomi come fosse stato possibile a Milano.
Una telefonata ci ha riportato, per fortuna, alla realtà. Diverse squadre di "volontari" stavano battendo palmo a palmo la metropoli, per cercare questo bambino: il parroco, le insegnanti, un assistente sociale (persino lui!). Era... alla fermata della metropolitana di Gorgonzola, 10 km. fuori città.
Mentre in macchina correvamo lì, nei paesi attorno vedevo nuovi svincoli, nuovi centri commerciali, e ... nuovi insediamenti abusivi, come in città.
Ho scoperto alla fine che la colpa era mia se suo figlio era scappato: una volta gli avevo raccontato che quando avevo la sua età, a Gorgonzola c'era un giardino con le capre, le oche, gli asini e i bambini che potevano giocare. Anche quel parchetto, non siamo più riusciti a trovarlo, e se qualcuno lo conosce me lo faccia sapere.