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Gli Zingari fanno ancora paura?

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\\ Mahalla : VAI : Europa (inverti l'ordine)
Di seguito gli interventi pubblicati in questa sezione, in ordine cronologico.
 
 
Di Fabrizio (del 15/06/2005 @ 23:04:35, in Europa, visitato 2248 volte)

Una notizia curiosa da Neil's World:

BitDefender (che in Romania si occupa di sicurezza sui computer) ha rilasciato una patch contro una singolare versione del virus Antiman.A. Il virus si presenta(va) come un allegato con informazioni sui tre giornalisti rapiti in Iraq. Una volta scaricato, iniziava a cercare nel computer della "vittima" se ci fossero brani di " gypsy music", cancellandoli.

BitDefender dice di essere stata inondata da lettere di protesta di clienti che volevano che il virus si diffondesse.

Farebbe il paio con i lanci dell'agenzia Walrus che leggo da Mirumir


Ho i pensieri che ultimamente vagano a zigzag. Non cercate per forza una logica, per una volta fate uno sforzo e aiutatemi voi a trovarla.

Come la maggioranza assoluta dei blog, al referendum di settimana scorsa ho votato i miei 4 sì. Ma la mappa non è il territorio. Il risultato brucia, non solo a me. Bruciano quei 3 italiani su 4, che non si sa come prenderli. Hai un bel dire che a volte bisognerebbe lasciare la tastiera e quantomeno prendere il tram, ma trovare un blogger che ammetta di vivere solo sul computer è difficile quanto trovare oggi chi ammetta di essersi astenuto.

Per iniziare vorrei capire cosa c'è dietro il non-voto: è la solita italietta che puzzava di parrocchia e fascistissimi menefrego che credevo scomparsa almeno dagli anni '70, o è quella provincia che mischia computer, sogna fortune senza pagarne il prezzo e rincorre la nuova illusione NEO/TEO/CONS che spira oltre Atlantico?

E' giusto dire che ha vinto la vecchia italietta di sempre? L'Italia che respiro, mischia sempre di + i due aspetti, aggiungendoci quel tanto di residua voglia di essere meglio degli altri e il portafoglio sempre più vuoto. Come sognare l'America e scivolare verso derive sudamericane o balcaniche. Già una volta mi chiedevo se erano storie bulgare o nostrane. E anche quella nota dalla Romania con cui ho iniziato, mi lascia stranito per il mischiare vecchi pregiudizi etnici con storie di nuove tecnologie.

Rimane il fatto, in Romania non possono eliminare gli Zingari, in Italia si continuerà ad andare all'estero per fare quello che dentro le nostre mura è peccato. Insomma, chi vince è impotente come chi perde...

Referendum archiviato (purtroppo), ma datemi una mano a risolvere i dubbi su cosa ci aspetta:

  • Un mondo di nuove tecnologie dove da una parte ci si connette con tutto il mondo e dall'altro si ricostruiscono i propri circoli ristretti e autosufficienti?
  • Come rompere i muri, quando qualsiasi strumento (democratico o tecnologico che sia) non vale niente, se dall'altra parte non c'è dialogo ma solo contrapposizione?

Il tutto, vi capisco, è molto confuso e mischia troppe cose. Se ce la fate, NECESSITO INPUT

 
Di Fabrizio (del 15/06/2005 @ 11:36:45, in Europa, visitato 1781 volte)

Segnalo due articoli:

Il primo sui ritorni forzati in Kossovo:

Di Marek A. Nowicki, Ombudsman per i diritti umani in Kosovo
Selezione e traduzione a cura di
Le Courrier des Balkans ed Osservatorio sui Balcani
I governi occidentali spingono oramai per accelerare il ritorno a casa dei rifugiati del Kosovo. Ma questi ultimi hanno spesso perduto i legami con il loro Paese d'origine e non è prevista alcuna forma di accoglienza. E poi che dire dei ritorni forzati di persone che appartengono a comunità ancora vittime di persecuzioni come ad esempio quella dei Rom o degli Ashkali?  continua


Il secondo su un convegno sui Rom di Turchia:

Da Ankara, scrive Fabio Salomoni  La UYD, organizzazione della società civile turca, ha tenuto ad Edirne un convegno sulla situazione dei Rom della Turchia, nella regione dove sono più presenti. Un'occasione per parlare a livello internazionale della difficile situazione di questo popolo e delle discriminazioni di cui è oggetto... continua

 
Di Fabrizio (del 11/06/2005 @ 17:43:53, in Europa, visitato 1828 volte)
Ultimamente, anche sulla Svizzera si sono levate critiche da parte di OnG e associazioni internazionali, su come intenda le politiche di accoglienza e di rifugio.

Leggevo qualche giorno fa su Ticinonline:
STRASBURGO - La situazione relativa ai diritti umani in Svizzera è globalmente "molto buona", ma il rapporto del Consiglio d'Europa pubblicato oggi denuncia pecche in materia di asilo, razzismo e gestione delle carceri. [...]
In materia di asilo, Gil-Roblès critica il rinvio immediato di alcuni richiedenti, non appena scesi dall'aereo. Questa pratica, denuncia, è contraria al diritto internazionale. Il commissario raccomanda in particolare che un testimone verifichi che il presunto rifugiato abbia la possibilità di inoltrare una domanda d'asilo al suo arrivo all'aeroporto prima di essere considerato "irricevibile" ("inad" in gergo).
continua...

Man mano, la società civile sembra reagire. Leggo oggi sempre su Ticinonline:
BERNA - Lo storico Jean-François Bergier, già presidente della Commissione indipendente d'esperti Svizzera-Seconda guerra mondiale, si è detto contrario all'espulsione forzata di 523 candidati all'asilo respinti dal Canton Vaud. Uno stato di diritto non può ricorrere alla forza fisica per allontanare persone che non hanno commesso reati.
In un'intervista rilasciata ai quotidiani "24 Heures" e "Tribune de Genève", Bergier indica che vi sono analogie tra la situazione odierna e quella venutasi a creare durante la seconda Guerra Mondiale: nei due casi abbiamo "da una parte regolamenti e dall'altra individui".
Durante il conflitto, "i regolamenti - a parte qualche eccezione - sono stati applicati ciecamente. Non riconoscere agli ebrei o agli zingari lo status di rifugiato politico fu un'aberrazione, perché erano minacciati di morte". Oggi vengono ripetuti gli stessi errori: "si applicano regolamenti alla lettera senza esaminare la situazione delle persone".
Anche il contesto ideologico presenta similitudini: oggi come allora entra infatti in gioco "la paura dello straniero". La tradizione umanitaria della Svizzera, secondo Bergier, "esiste ancora", ma è diventata selettiva, "à la carte".
ATS
 
Di Fabrizio (del 05/06/2005 @ 18:25:12, in Europa, visitato 1919 volte)
Fonte Gruppo British_Roma:

Un bambino di sette anni è stato "abbandonato" in Irlanda, dopo che i suoi genitori e il fratellino di quattro anni erano stati rimpatriati forzatamente in Romania.
La famiglia faceva parte di un gruppo di di 37 uomini, 10 donne e 8 bambini, tutti imbarcati all'aeroporto di Dublino per la Romania.

Riporta oggi ONLINE.IE - 2005-06-05 11:10:02+01 che l'Ufficio Nazionale Rumeno per l'Immigrazione si è adoperato per la risoluzione del caso, e stamattina il bambino ha potuto ricongiursi in Romania con la sua famiglia.
 
Di Fabrizio (del 05/06/2005 @ 18:02:12, in Europa, visitato 2036 volte)
Riportato da Slovenska Tisknova Agencija e da ORF News (Austria):

Una donna di 46 anni e sua figlia di 21, entrambe di etnia Rom, sono rimaste uccise stamattina da una granata lanciata nella loro casa, in un villaggio vicino a Novo Mesto. La notizia arriva dalla televisione privata POP TV, e ufficialmente non è ancora stata confermata.
 
Di Fabrizio (del 05/06/2005 @ 02:08:45, in Europa, visitato 5357 volte)
(o cronache italiane? NdR)
di: Ivan Ivanov pubblicato su ERRC.ORG

Discriminazione e il complesso di essere Rom

Mi è capitato molto presto di sperimentare le violazioni dei diritti umani: il governo cambiò il mio nome di Rom musulmano, che era mio dalla nascita, in uno "tipicamente bulgaro". Era il 1982, avevo quindici anni e frequentavo il primo anno delle superiori nella città di Haskovo, nella Bulgaria meridionale. Mi dissero che non potevo continuare gli studi se non cambiavo il mio nome. Altri in città vennero minacciati di perdere il lavoro. I negozi rifiutavano di vendere il pane a chi non si adeguava. Anni dopo, la stessa cosa successe a chi aveva un cognome turco. Allora ne rimasi molto scosso e ancora oggi sono condizionato dal portare un nome che non è il mio. Ha cambiato il modo in cui vedevo il mondo intorno.

Quando mi fu suggerito di scrivere un articolo per "Incontro all'ERRC" sul tema dei diritti dei Rom, ci pensai un poco e poi decisi che avrei descritto le tante assurdità che avevo incontrato mentre lavoravo per i diritti del mio popolo in Europa.

Secondo le statistiche ufficiali che, sino a poco tempo fa, la polizia bulgara rendeva pubbliche, il numero dei crimini commessi dai Rom era percentualmente superiore a quello dei non-Rom. D'altra parte, i crimini dei Rom erano, soprattutto di piccola entità. Non risultavano crimini economici [...]; non risultano implicazioni in bustarelle, sottrazione di fondi, interessi privati nella gestione delle aziende. E' praticamente impossibile trovarne in posizioni chiavi tali da permettere loro di commettere atti simili. Che sono crimini, spesso, non riportati. La questione è: qual'è l'ammontare preciso deile attività criminali? Centinaia o migliaia ogni giorno. Il problema è che le statistiche contribuiscono a creare l'idea che il crimine sia da associare ai Rom. La gente si riconosce in questa immagine, perché ha bisogno di credere alla polizia. E questa immagine del crimine è anti-Rom.

Ho visto libri che volevano insegnare "Come proteggersi dai borseggiatori Rom". Perché nessuno scrive "Come proteggere l'economia dello stato dai crimini dell'intelletto"? Nell'Est Europa di oggi è ancora una prassi comune per il politico di turno essere eletto promettendo di abolire la "criminalità", da intendersi come "fermare gli Zingari". Ecco allora il rampante sentimento contro i Rom.

In Bulgaria, spesso la polizia organizza veri e propri raid nei quartieri Rom. Oggi il lavoro della polizia viene analizzato confrontando quanto si riduce il gap tra casi risolti e no. La maniera più facile per debellare la picola criminalità è imprigionare i Rom e picchiarli finché non abbiano confessato. Nonostante numerose denunce negli ultimi anni sulle brutalità poliziesche, incluso casi in cui Rom sono morti deceduti menter erano detenuti, la polizia nega l'abuso della forza e continua a comportarsi come sempre. Le denunce di maltrattamenti vengono prese in considerazione nella sfortunata ipotesi che un poliziotto si sia dovuto difendere; questo comprende quei casi dove i Rom sono stati colpiti alla schiena durante un tentativo di fuga.

I media soffiano sul fuco dell'ostilità anti-Rom. Ricordo un caso in cui un Rom fu ucciso da un non-Rom e il giorno dopo i principali giornali titolarono "Proiettile uccide uno Zingaro alla fermata de tram". Immaginate se la situazione fosse stata all'opposto [...]: indignazioni, discorsi solenni, minacce di schiantare la "criminalità" ecc. Ma i gionali non riportarono che l'assassino non era Rom. Tantomeno posso dimenticare l'assassinio di una giovane Romni a Varna, sul Mar Nero. Un giornale nazionale riportò che quel crudele assassinio poteva essere stato commesso solo da "uno psicopatico o uno Zingaro". Dopo un paio di settimane, si scoprì che l'assassinio era avvenuto per mano del marito, un non-Rom.

C'è un altro fatto: in tutta l'Europa dell'Est ci sono leggi che puniscono severamente i crimini su base razziale. In Bulgaria, ad esempio, l'articolo 162 del Codice Penale proibisce l?incitamento all'odio o all'ostilità razziale o nazionale, come pure la discriminazione razziale e la violenza contro persone di diversa nazionalità, razza o religione. Ma raramente queste leggi sono applicate: tanto la polizia che i giudici ritengono impossibile stabilire che un crimine abbia motivazioni razziali.

Nella mia esperienza di attivista, ho lavorato a tanti, tanti casi e non ne ricordo uno solo in cui il giudice abbia accusato un non-Rom o un poliziotto di ai aver violato l'articolo 162. "MOrte agli Zingari" si legge sui nostri muri. Si ritiene che le scritte siano opera di ubriachi o skinheads. Non viene fatto niente contro quelle scritte o i loro autori.

Discriminazioni e pregiudizi sono evidenti a tutti i livelli. I Rom non vengono ftti entrare nei bar e nei ristoranti, o se lo fanno, non vengono serviti. Da dove vi scrivo queste righe - Ostrava nellaRrepubblica Ceca orientale - i bambini Rom sono il 55% per cento della popolazione scolatica delle scuole per ritardati mentali, e non avranno un buon lavoro in futuro, li aspetta una vita senza dignità.

Ho cominciato a ragionare su questi temi quando avevo dodici o tredici anni e comincia a capire di essere trattato in maniera differente dagli altri. Quando sei Rom, sei costantemente sospettato di qualcosa. Ogni volta che succede un piccolo furto, sul tram o in un negozio, la gente ti guarda. Dopo anni, tutti noi maturiamo questa sensazione di continuo sospetto. Per anni, ho sentito questa differenza sulla pelle, senza fare niente. Sapevo che l'essere Rom condizionava i miei rapporti nella scuola, per strada, ogni volta che incontravo un poliziotto. E' un complesso comune a tutti noi e tutt'ora ci sto lottando. Ho studiato per ventisette anni, mi sono laureato in medicina e in legge e probabilmente continuerò ancora a studiare, perché questo è il mio desiderio e la mia motivazione profonda - condivisa da tutti i Rom - essere libero dal sentirsi differente.

Nel giugno 1993 fui selezionato da United Roma Union di Haskovo pe partecipare a una Convenzione sui Diritti Umani organizzata dal Consiglio d'Europa. Lì incontrai altri giovani Rom che si sentivano come me e volevano comunicarlo. Molti erano coinvolti in organizzazioni per proteggere i nostri diritti. Drante quella conferenza imparai anche molto sugli strummenti internazionali, sui documenti, sulle leggi che ci avrebbero aiutato. Nel 1994 partecipai a un seminario sulla brutalità della polizia che si tenne a Sofia, organizzato da Human Rights Project (HRP). Ce ne furono altri e nel 1996 iniziai a lavorare per HRP. Nel frattempo avevo terminato gli studi in medicina e iniziato a studiare legge. L'ho fatto perché con la medicina si possono aiutare le persone a livello uno-a-uno, ma io vedo la necessità di un cambiamento radicale e il mihglior campo per questo cambiamento è proprio studiare la legge.

Negli ultimi dieci anni il movimento è cresciuto. Ma il periodo è troppo breve perché possa produrre cambiamenti in stereotipi tanto radicati. Ma penso che in futuro, se i Rom sapranno partecpare alla vita socio-politica, le cose cambieranno. I nostri problemi non sono solo i nostri. Sono problemi che affliggono tutta la società. La discriminazione da parte della società maggioritaria ci fa sentire differenti, separati: crea una catena di complessi che ci convince di essere cittadini di seconda classe. Per reazione, tendiamo a tenere distanti i non-Rom. E' quella che si chiama "discriminazione inversa". Ma non ha niente a che fare con la discriminazione inversa, o di ritono, de lidentitatà Rom è formata come l'immagine speculare del razzismo della società.


Dopo cinque anni come avvocato in ERRC a Budapest, dal mese di giugno Ivan Ivanov è il nuovo Direttore Esecutivo di European Roma Information Office (ERIO), organizzazione che ha sede a Bruxelles e si occupa di assistenza legale internazionale ai Rom e di promuovere i loro interessi in Europa.


Address: Av. Eduard Lacomble 17, 1040 Brussels, Belgium.
Phone: + 32-(0)-2-733-34-62
Fax: + 32-(0)-2-733-38-75
 
Di Fabrizio (del 03/06/2005 @ 19:05:45, in Europa, visitato 2608 volte)

Antiziganismo Vendesi

di Valeriu Nicolae

Il 25 gennaio 2004 il freelance Dominic Hipkins e il suo editore Graham Johnson, pubblicarono sul Sunday Mirror l'articolo "In vendita - 3enni" (cfr: Pirori 29/10/04 ndr). L'articolo era incentrato sul [presunto] traffico di minori presso i Rom e dipingeva Sinisa Nadazdin, direttore dell'OnG "Philia" di Podgorica, come implicato nel traffico di bambini. [Articolo] ampiamente ripreso dai media europei, che ha contribuito a diffondere lo stereotipo del Rom criminale e sub-umane. Sinisa, che occasionalmente collabora con giornalisti stranieri, aveva incontrato Dominic Hipkins per quello che credeva un servizio sui campi profughi, all'inizio del 2004.

Dopo essere stato scagionato dalla polizia montenegrina per le infamanti accuse dell'articolo, era stato incarcerato il 3 febbraio 2004 per "aver diffamato l'immagine della Repubblica di Montenegro", cioè per aver parlato con un giornalista straniero sul commercio di minori nel Montenegro. Detenuto per sette giorni, è ancora in attesa di giudizio. Nel contempo, tanto lui quanto gli altri attivisti Rom sono stati descritti dai media come "traditori", "nemici dello stato", "ladri e mentitori che hanno tradito il loro paese per 50 euro".

Nel maggio 2004 National Vanguard aveva adoperato la stessa storia per una storia "leggermente" diversa; sotto il titolo "Gli zingari vendono bambini di pelle bianca" riprendeva la teoria del Sunday Mirror: "I Rom rapiscono bambini dipelle bianca e li rivendono come schiavi". Da parte sua, il Sunday Mirror dopo oltre un anno, ha pubblicato un trafiletto, molto ambiguo, di scuse; non prima che la storia fosse ripresa da giornali e siti web. Senza che nessuno volesse prendere le parti o ascoltare quanti (Rom o no) fossero stati accusati ingiustamente.

La situazione nei campi Konik 1 e Konik 2 che ospitano i "rifugiati interni"  Rom, Askali ed Egizi, è spaventosa. Konik2 si trova a 50 metri dalla discarica, il fumo della spazzatura bruciata avvolge il campo per quasi tutta la durata del giorno, i bagni sono chiusi coi lucchetti e inaccessibili. La maggior parte dei suoi 350 "abitanti" sono bamini a rischio costante di avvelenamento chimico e ambientale. La disoccupazione sfiora il 100% e gli abusi verso gli abitanti del campo sono visti come la normalità dagli stessi Rom. Il campo è infestato da topi e scarafaggi, le mamme usano mettere il cotone nelle orecchie dei bambini durante il sonno, per proteggerli dalle larve, ma questo non si riesce a leggerlo sul Sunday Mirror o sugli altri giornali che hanno riportato l'articolo.

Il servizio "terroristico" di Dominic Hipkins è invece funzionale alla campagna di odio e diffamazione che i tabloid britannici hanno lanciato da oltre un anno contro i Rom, essere semi-umani e pericolosi per la civiltà europea e britannica. Il risultato è stato vicino al distruggere la vita di Sinisa e di peggiorare le condizioni dei campi profughi dove sopravvive questa gente.

Il Sunday Mirror ha comunque pagato i danni per la diffamazione di Sinisa, ma non si è mai scusato con la comunità Rom. Sinisa, di nazionalità serba e lui stesso rifugiato di guerra, continua a fare il possibile per aiutare i Rom, più cosciente di quello che è il forte sentimento antizingaro che cresce in Europa.

Il mercato dell'informazione razzista è in espansione in tutta Europa. [...] Altre informazioni, le potete trovare su http://www.erionet.org/Antigypsyism.html

Valeriu Nicolae Deputy Director

European Roma Information Office

Av.Eduard Lacomble 17, Brussels BELGIUM

Tel. + 32 27333462 - Fax +32 27333875 - Mobile +32 476538194


Da: http://groups.yahoo.com/group/Roma_Yugoslavia/

 
Di Fabrizio (del 03/06/2005 @ 04:52:55, in Europa, visitato 1930 volte)
RAPPORTO DI AMNESTY INTERNATIONAL DENUNCIA "TRATTAMENTI INUMANI" VERSO I COMPONENTI DELL'ETNIA ROM

BUCAREST - Trattamenti degradanti - che a volte sconfinano nella tortura - da parte delle autorità, sono fenomeni largamente diffusi in Romania, le vittime sono persone sospettate di crimini, pazienti delle istituzioni psichiatriche, o persone di etnia Rom; questo quanto emerge dal rapporto di Amnesty International pubblicato il 25 aprile.

Nel rapporto 2004 riguardante la Romania gli attivisti di AI accusano la polizia di aver usato armi da fuoco in situazioni proibite dagli standard internazionali, causando ila morte di due persone e il ferimento di altre dieci.
D'altro canto, le condizioni detentive sono a volte inumane e degradanti e ci sono voci di maltrattamenti di prigionieri. Una testimonianza raccolta da European Centre for Ethnic Roma Rights e dall'associazione Thumende Valea-Jiului, un Rom di nome Bela Dodi è morto dopo che l'11 marzo era stato picchiato dalle guardie di sicurezza di una compagnia privata, nella miniera abbandonata di Vulcan (regione di Huneodara), mentre con altri quattro Rom stava raccogliendo rottami.
Tentando di fuggire, era caduto ed era stato poi ritrovato morto, Anche gli altri quattro erano finiti in ospedale per le percosse subite.

Nel novembre 2003, le guardie di quella stessa compagnia erano state accusate della morte di Olga David, di 42 anni, accaduta in circostanze simili.
DIVERS

Da: Gruppo Romanian_Roma

Approfondimento: il rapporto dalla regione di Huneodara del dicembre 2003 (formato doc)
 
Di Fabrizio (del 03/06/2005 @ 00:27:42, in Europa, visitato 1758 volte)

La Commissione Europea ha designato il 2007 come "L'Anno Europeo delle Pari Opportunità per Tutti", parte di uno sforzo concertato per promuovere l'eguaglianza e la non-discriminazione in EU. L'Anno Europeo è al centro di una strategia quadro progettata per assicurare che la discriminazione sia effettivamente contrastata, venga promossa la diversità e le pari opportunità per tutti. [...].

Le tematiche proposte sono:

  • Diritti – crescita della consapevolezza della parità dei diritti e della non-discriminazione;
  • Rappresentanza – stimolare un dibattito su come aumentare la partecipazione dei gruppi sotto-rappresentati nella società;
  • Riconoscimento - promuovere e accettare la diversità;
  • Tolleranza e rispetto - verso una società più coesiva. 

Il budget proposto è di €13.6 milioni, che finanzieranno le azioni preparatorie nel 2006 e le attività che si svolgeranno nel 2007.

Sono anche previsti:

  • Uno studio di fattibiltà sulle nuove misure per integrare l'attuale legislazione anti-discriminazione;
  • La creazione di un gruppo di monitoraggio su integrazione sociale e nel mondo del lavoro delle minoranze.

Link

 
Di Fabrizio (del 02/06/2005 @ 00:22:23, in Europa, visitato 1808 volte)
L'associazione Thumende Valea-Jiului ha commemorato il 31 maggio scorso il 63° anniversario della deportazione dei Rom rumeni nella regione della Transnistria. La decisione fu presa dal governo collaborazionista rumeno durante l'occupazione nazista e costò ai Rom 11.000 morti, mai riconosciuti da nessuna autorità nazionale o internazionale.

Asociatia "Thumende" Valea Jiului
Str. Lucas Jeno Tiberiu, Bl. 1B, Ap. 10
Petrosani, cod 2675
Hunedoara
Romania
Tel. 004 0721 34 26 72
Tv parang Tel. 0245 543 676

Rif: Gli eredi delle vittime chiedono giustizia
 

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