Rom e Sinti da tutto il mondo

Ma che ci fa quell'orologio?
L'ora si puo' vedere dovunque, persino sul desktop.
Semplice: non lo faccio per essere alla moda!

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Di seguito tutti gli interventi pubblicati sul sito, in ordine cronologico.
 
 
Di Fabrizio (del 07/03/2012 @ 09:17:50, in Italia, visitato 1852 volte)

Non me ne voglia Chiara Campo, che ha scritto un ulteriore articolo fotocopia sul Giornale:

Il succo è nelle prime righe:

    «Ma almeno durante l’ex giunta Moratti gli sgomberi abusivi erano continui, bisogna puntare sulla prevenzione e il contenimento del fenomeno» afferma l’assessore alla Sicurezza della Provincia Stefano Bolognini...

Ricordo bene il "mitico" De Corato: 500 e passa sgomberi ed i Rom "abusivi" erano sempre gli stessi: rimbalzati da Bacula alla Bovisa, poi a Chiaravalle e san Dionigi, e ancora a Rubattino, Forlanini e Segrate. Ruspe, vigili, poliziotti, centinaia di migliaia di euro spesi, sono stati il ritratto di una "figuraccia politica pazzesca" (leggetelo con accento fantozziano): gli stessi Rom rispuntavano sempre e dovunque.

L'attuale assessore Granelli, zitto zitto, qualche sgomberino l'ha fatto (e ha già buttato un occhio su Bacula), non è da escludere che l'innalzamento delle temperature risvegli le sue "turpi voglie". Forse sarà più indeciso, o soltanto più realista, ma intanto questi "abusivi" sono ancora gli stessi di 1, 2, 5, (10?) anni fa.

Mi vengono spontanee due considerazioni:

  1. Si sgombera (con i nostri soldi, ricordiamolo) gente che nel frattempo manda a scuola i figli, quando capita lavora. Sempre gli stessi, in una assurda gara a chi resiste di più. Ogni sgombero è una PUGNALATA ad un processo di integrazione interrotto tante di quelle volte, che è sempre più difficile trovare la voglia e le risorse comuni per riprenderlo. Ci sarà mai un amministratore pubblico col coraggio di investire (nei fatti, non a parole) nella fiducia in questa popolazione, invece che considerarla un eterno nemico disarmato?
  2. Gli sgomberi, se portassero a risultati tangibili, sarebbero un'opzione BRUTALE ma REALISTA. Ma risultati non ne portano. Ci sono bambini rom di pochi anni che ne hanno già subiti decine, è come se avessero fatto una vaccinazione (e mi immagino con quale fiducia nelle istituzioni potranno crescere). Quegli sgomberi sono rivolti ai nostri cervelli e alle nostre pance: soltanto per darci l'illusione di essere più forti e civilizzati, di saper essere REATTIVI ma non proattivi! In realtà, del risultato finale di uno/cento sgomberi, sembra non importare a nessuno: amministratori, Rom, cittadini; gli unici che se la prendono (a ragione!) sono quei pochi volontari sfigati che ogni volta devono ricominciare.

L'articolo del Giornale termina con questa perla (la sottolineatura è mia, e sintetizza, più che la reale pericolosità sociale del fenomeno, le paranoie di certi concittadini):

    Un altro sos arriva dai residenti della zona 8. Hanno disegnato la mappa degli insediamenti e le zone da «bollino rosso» sono Roserio, il pendio del Ponte Palizzi e l’area nelle vicinanze del Palasharp. «I nomadi - denuncia Enrico Salerani, il capogruppo della Lega nel consiglio di zona - organizzano grigliate e danze tipiche della cultura gitana».

: - D

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Di Fabrizio (del 06/03/2012 @ 09:58:01, in Italia, visitato 2038 volte)

Milano, 2 marzo 2012. Venerdì 16 Marzo dalle ore 18.00, presentazione della mostra "La vita di Rebecca" (con le opere e la presenza di Rebecca Covaciu) e del libro "Il silenzio dei violini" di Roberto Malini e Paul Polansky (ed. Il Foglio Letterario). Un’occasione per parlare di arte e cultura Rom in compagnia di Rebecca Covaciu, Giuseppe Como, Preside del Liceo Boccioni, e Roberto Malini, autore e co-presidente del Gruppo EveryOne, organizzazione internazionale per i diritti umani promotrice della cultura Rom e di ideali di pace e convivenza fra i popoli. Il poeta e difensore dei diritti umani autograferà il libro.

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Di Fabrizio (del 05/03/2012 @ 09:41:33, in Italia, visitato 1689 volte)

Arci Piemonte

Domenica 11 marzo 2012, alle ore 9,30 presso l'Auditorium "M. Borghi" Cascina Marchesa corso Vercelli 141, Torino, il Circolo culturale Antonio Banfo presenta un'incontro per discutere le proposte volte al Superamento dei campi nomadi. L'amministrazione comunale e l'ATC devono occuparsi giorno per giorno dei problemi di rapporto tra Nomadi e cittadini torinesi, nonchè della grave situazione degli insediamenti autorizzati e spontanei nel territorio.

Il Circolo culturale Antonio Banfo ritiene doveroso ragionare di un problema così importante, così come lo è la presenza di Rom e Sinti lungo la Stura.

Francesco VERCILLO, presidente "Circolo A. Banfo", discute con:

Pietro MARCENARO Presidente Commissione Senato Tutela e promozione dei diritti umani
Andrea STARA Consigliere regionale proponente della pdl n° 151 (13/07/2011) "Norme per le minoranze nomadi in Piemonte"
Pio CAON Ufficio Pastorale Migranti Torino
Ramo MUJKIC Presidente Associazione Romano ILO

Partecipano:
Ilda CURTI Assessore all’Integrazione Comune di Torino
Nadia CONTICELLI, Presidente Circoscrizione 6
Paola BRAGANTINI, Presidente Circoscrizione 5
Elvi ROSSI, Presidente ATC

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Di Fabrizio (del 05/03/2012 @ 09:04:35, in Kumpanija, visitato 1484 volte)

(immagine da 5dollardinners.com)

Non fatevi prendere in giro dal titolo, non mi sono montato la testa. Anzi, è probabile che la confusione sia maggiore del solito così, dopo avere passato la cera nella roulotte ; - ) vorrei mettere in ordine anche in testa. Chi mi aiuta?

E' dal rogo di Torino del dicembre scorso, che quella di dare un volto al "razzista fatto in casa" è diventata una mia personale ossessione, che ha sovente "ammorbato" la Mahalla.

    Ammorbato...?? A dire il vero ho notato, con stupida soddisfazione, che dopo anni a dibattere dei temi più disparati, se per caso le stesse cose le scrivo adoperando la parola magica "razzismo", aumentano visite e commenti; insomma, sembra che quella parola piaccia a molti lettori.

Purtroppo, mentre la situazione del razzismo in Italia si fa sempre più preoccupante (soprattutto per chi la osserva da fuori Italia), la parola in sé è talmente abusata che riesco a scriverne principalmente attraverso PARADOSSI. Come questi:

In realtà, non mi interessa la disputa accademica, ma individuare un numero TOT di cause, per trovare le possibili vie d'uscita, senza doversi nascondere dietro parole nobili come SOLIDARIETA', DIALOGO, COMPRENSIONE, la stessa DIRITTI, che col tempo sono diventate altrettanto abusate e quindi innocue. Più o meno questa la sintesi a cui ero giunto:

    Il razzismo rimane vivo, vegeto e pericoloso (vedi Torino e Firenze il dicembre scorso). Ma come elemento "chimico" allo stato puro è percentualmente raro, e se devo considerarlo una forma di idiozia, è perché dopo Hitler, la decolonizzazione, la sconfitta politica del KKK negli anni '60, ha perso il suo ruolo storico.
    Esistono, ed in tempo di crisi si rafforzano, situazioni di crisi non affrontate dalla mediazione politica classica. Rimescolamento dei confini e dei mercati, circolazione autonoma od indotta di persone, sono da un lato UNA delle cause della crisi, dall'altro forniscono una via di sfogo contro chi può essere aggredito-calunniato-discriminato senza possibilità di difendersi. Quindi un un razzismo SPURIO e DIFFUSO, contaminato da altre motivazioni, in pratica continua l'atto (individuale-collettivo) razzista, in assenza di chi si dichiari tale o riconosca il proprio razzismo.
    Ma per essere VIA DI SFOGO, occorre un quotidiano "lavoro ai fianchi" attraverso giornali, tv, internet, le stesse istituzioni (generalizzando: chi dovrebbe fare il cane da guardia della crisi), per fornire al cittadino medio questo nemico interno od esterno che dovrebbe essere la causa del malessere. Chi svolge questo lavoro "d'informazione-propaganda", è tutt'altro che scemo, viene retribuito per ciò che fa, è (che Gramsci mi perdoni...) un intellettuale organico ad una causa, e questa non è tanto il razzismo quanto il superamento "in senso reazionario" della crisi.

Il razzismo non come FINE, ma come MEZZO. In quanto tale, i suoi confini sono mobili, come si conviene ad una guerra di posizione. Ma il razzismo come mezzo, significa che, da Göbbels in avanti, il razzismo "scientifico" è un laboratorio politico di ciò che prima o poi riguarderà tutti. Da un lato, è quello che recita con parole semplici la famosa poesia di Niemöller (ricordate? Prima vennero a prendere gli zingari...), dall'altro me ne resi conto circa sei anni fa, quando iniziarono ad arrivare notizie inquietanti dalla Val Susa. Allora facevano clamore le rivolte urbane a Parigi, oggi sta succedendo ad Atene, l'estate scorsa fu la volta di Londra, in Val di Susa non è cambiato molto... E poi ripensai anche a Genova 2001.

Vorrei chiedervi, gentili lettori, che effetto fa sentirsi parte di un esperimento da laboratorio condotto su Rom e Sinti, di cui sarete le prossime cavie? Voi, che magari siete contro la sperimentazione sugli animali... E così rendersi conto FINALMENTE, che comprendere, dialogare (e magari solidarizzare) con questa gente non è "buon cuore", ma farsi prestare una potente SFERA DI CRISTALLO per leggere il vostro futuro (e studiare il comune passato).

Perché, capitelo se volete salvare la pelle, non avete la certezza di stare a destra o sinistra, dovete piuttosto immedesimarvi nei panni di un bersaglio mobile nella Sarajevo anni '90, preda di cecchini nascosti dalle cento bandiere, pronti contemporaneamente a sorridervi o spararvi a seconda del momento.

Gli ultimi pensieri vanno alle cronache che arrivano dalla Val di Susa, immaginandomi come la descriverebbe la stampa "libera" se al posto di Chiomonte i fatti riguardassero una sperduta località in Venezuela, Russia, Uganda, Corea del Nord... Così come nel razzismo mediatico esistono il poliziotto buono ed il poliziotto cattivo, anche riguardo alla TAV ci sono i ragionevoli (Corriere, Repubblica, Stampa) che se devono dare del cretino ai rivoltosi lo fanno sottovoce e con educazione, e quelli che ragionevoli non riescono proprio ad esserlo (tipo Libero o il Giornale).

Così finisce che la ce la prendiamo con gli ultimi, perché sintetizzano quello che i primi non scrivono. Tutti e due, con un metro differente, non danno spazio a quello che sarebbe un PRINCIPIO OVVIO, se lo scopo fosse quello dichiarato, cioè: la fine delle violenze ed il dialogo, nell'interesse generale della nazione.

Però, quel Cretinetti a tutto tondo, mi riporta ad una similitudine con "chi non è razzista, ma vuole che lo diventino gli altri". Mi viene in mente, inizio anni '90 circa, i miei figli erano piccoli, ed alla TV assistevano impassibili a sbudellamenti vari nei cartoni animati; ma avevano terrore quando per caso erano ripresi Ferrara o Sgarbi con la bava alla bocca. Eppure, tralascio ogni considerazione politica-morale, a saperli prendere sanno essere persone, non dirò squisite ma educate e ragionevoli, a volte addirittura di larghe vedute.

Quel Cretinetti, non spiega niente delle ragioni PRO TAV, è il corrispondente calcistico di un fallo commesso lontano dalla palla e a gioco fermo. Lo scopo è perpetuare LA CREAZIONE DEL NEMICO, ma attenzione: il bersaglio è doppio (e mobile, oserei dire CULTURALE). Da una parte, chi vuole essere convinto che basta essere NO TAV per diventare pericolosi terroristi; dall'altra, chi condivide le ragioni della protesta tenderà a rinchiudersi in una difesa AUTISTICA e sempre PIU' A RISCHIO DI DERIVE VIOLENTE: semplificando: un atteggiamento del tutto simile e speculare al razzismo.

E' impedire il dialogo, o quella pallida speranza che ne resta, lo scopo. Io, nonostante sia convintamente NO TAV, trovo che quel che manca (ora, sei anni dopo il primo articolo) sono le condizioni per dibattere civilmente (e confrontandosi su dati e prospettive REALI) tra le due ragioni. Noto una cosa che mi fa paura quanto il progredire del cantiere o il comportamento della polizia: l'intolleranza crescente fra due fazioni di cittadini, per altro tra loro simili.

Cittadini, ripeto, come cavie di un esperimento sociale. Cittadini, e finalmente chiudo con i ragionamenti, che da Rom e Sinti possono imparare (eccolo: il confronto necessario) come resistere INTELLETTUALMENTE a manganellate e giornalisti, senza dover portare odio (ma anche senza considerare stupido l'avversario) perché, ricordatelo, il domani non è mai sicuro, ma case, carovane e baracche ci saranno ancora, amministratori, politici e pennivendoli invece passano... PASSANO TUTTI.

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Di Fabrizio (del 04/03/2012 @ 09:21:29, in lavoro, visitato 2714 volte)

Repubblica.it Nuovo regolamento in arrivo: ci saranno esibizioni fino a mezzanotte e meno burocrazia. Sono previsti anche spazi espressamente riservati agli spettacoli degli artisti di strada di ILARIA CARRA

Alcuni non pagheranno più nulla per occupare il suolo pubblico, palco temporaneo delle loro esibizioni: un'esenzione dalla Cosap per favorire la creatività di mimi, giocolieri e musicisti. Potrebbe essere diverso, invece, il futuro di ritrattisti e cartomanti: loro forse la tassa dovranno pagarla ma, di sicuro, sarà inferiore a quella di oggi, che in certi casi arriva anche ai 6mila euro all'anno. È una delle novità della riforma dell'arte di strada milanese. Non l'unica. Nelle intenzioni, c'è quella di ravvivare la città e la sua creatività: così, d'estate, si pensa a esibizioni fino a mezzanotte, un'ora in meno durante la settimana (oggi le regole sugli orari sono più arbitrarie). E poi di aumentare gli spazi, con la creazione di zone franche per l'arte di strada.

Il regolamento attuale risale al 2000. Dopo aver abbandonato l'idea di un registro per la categoria, si è deciso di rivedere l'intero impianto normativo. Lavoro realizzato da due consiglieri comunali, Luca Gibillini (Sel) e Filippo Barberis (Pd), con la collaborazione della Fnas (Federazione artisti di strada) e della Piccola scuola di circo. La bozza è pronta, dalla prossima settimane inizierà l'iter nelle commissioni comunali (Cultura, prima, e poi Commercio) e, nelle intenzioni, potrebbe essere licenziata dal Consiglio comunale già per la metà di aprile.

Nel testo sono specificate le due tipologie coinvolte: le espressioni artistiche di strada, quelle che non prevedono un corrispettivo per la prestazione, salvo la libera offerta col cappello a terra, e quindi giocolieri, mimi, musicisti (anche street band), madonnari, acrobati, danzatori. E i mestieri artistici, dal ritrattista dei Navigli al cartomante di Brera che, invece, vengono pagati.

Con le nuove regole, e l'aiuto dei consigli di zona, si dividerà la città in varie sezioni: aree aperte a tutti gli artisti, altre dove non si potrà suonare, altre ancora riservate più a pittori e ritrattisti che a giocolieri e musicisti. E poi, zone di espressione estemporanea, dove ci si potrà esibire senza bisogno di alcun permesso. In più, si eliminano anche alcune stranezze: un artista di strada potrà esibirsi, per esempio, in coppia o con gruppo, cosa che oggi è vietata. «Uno dei problemi in assoluto a Milano è il tema degli spazi, sia chiusi ma anche aperti — rileva Gibillini — : con queste nuove regole vogliamo dare più aree per la cultura, dare lavoro e rivitalizzare le strade della città che ultimamente sono più morte».

Nella proposta di riforma, si snellisce anche la procedura burocratica per ottenere i permessi: oggi, il mimo di turno deve fare richiesta ogni settimana e, cosa molto singolare, attendere gli esiti di un sorteggio, visti i pochi spazi disponibili per l'arte di strada. In futuro, l'idea è di attribuire un permesso che valga tre mesi, trascorsi i quali l'artista deve cambiare zona per una sana turnazione. La competenza, poi, non sarà più dei vigili urbani: per sottoscrivere la dichiarazione d'attività, l'artista si recherà a uno sportello di un servizio civico (si pensa a quello di Informa Giovani). In una seconda fase, verrà anche attivato un sito per permettere agli artisti di prenotarsi online e ai milanesi di scoprire, se vogliono, dove possono trovare l'arte di strada di cui hanno voglia.

(01 marzo 2012)

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Di Fabrizio (del 03/03/2012 @ 09:02:48, in Kumpanija, visitato 1856 volte)

Serata organizzata dall'Associazione La Conta, in occasione della ricorrenza dell'8 MARZO 2012, alle ore 20,45 di giovedì 8/03/2012, con ingresso libero e gratuito, alla CGIL Salone di Vittorio in Piazza Segesta 4, con ingresso da Via Albertinelli 14 (discesa passo carraio) a Milano.

In particolare la serata sarà dedicata donne Rom e Sinti attraverso i racconti, le storie, le testimonianze di Dijana Pavlovich, attrice e mediatrice culturale, e di altre donne Rom e Sinti. Sarà serata di unità multiculturale ed inclusiva dei Rom e dei Sinti della nostra città e non solo, per conoscere meglio le loro passioni, la loro condizione e la loro cultura e per contribuire ad annullare il pregiudizio e la marginalità. La serata si concluderà con un buffet offerto a tutti i presenti.

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Di Fabrizio (del 02/03/2012 @ 09:21:48, in Kumpanija, visitato 1588 volte)

Open ABC By Guest Blogger Yvonne Slee MON 27 FEB 2012

PHOTO CREDIT: UNKOWN PHOTOGRAPHER, BRISBANE LIBRARY PHOTO

Mi chiamo Yvonne Slee e faccio parte della comunità romanì di Coffs Harbour. Sono migrata in Australia nel 2005, arrivando dall'Europa. Impiego il mio tempo, sin dall'arrivo in Australia, come scrittrice, attivista ed educatrice.

La foto di una romnì e della sua famiglia è stata scattata nel 1907, poco dopo il loro arrivo a Brisbane su di un battello salpato dalla Grecia.

Foto esemplare, che si potrebbe adoperare per l'Open Project ABC Now and Then, volto a mostrare la storia di una comunità australiana.

La storia dei Rom data almeno 1000 anni addietro al tempo del loro esodo dall'India, dove gli invasori islamici, guidati da Mahmoud of Ghazni, allontanarono a forza i nostri antenati dalla patria natia. Altre informazioni potete trovarle sul mio sito dedicato alla storia delle comunità rom e sinti.

I Rom hanno trascorso centinaia di anni nell'Europa delle perduranti guerre, attraverso mancanza di comprensione per la nostra cultura, pregiudizi e difficoltà. Cercavano un futuro migliore per loro ed i loro figli. I Romnì erano sulle navi che per prime arrivarono in Australia nel 1788, e da allora sono stati migranti.

Dopo la II guerra mondiale, molti Romanì guardavano all'Australia come una nuova patria, arrivandovi con barche da 5 kg., portando seco le loro capacità di calderai, artigiani del legno, ramai ed addestratori di cavalli.

Negli anni '50, '60 e '70 si sono visti accampati sulla costa orientale dell'Australia, in posti come Nudgee Beach vicino a Brisbane e sulla costa Nord Sud ovest da Orange fino a Mildura.

Usavano grosse macchine americane per trainare le loro grandi carovane argentee, dove vivevano mentre svolgevano lavori stagionali presso fattorie, orti, stalle o viaggiando con le fiere di divertimento, accampandosi in tendoni.

Quei giorni nomadi sono ormai finiti da tempo. La maggior parte dei Romanì residente in Australia vive e lavora in città e paesi di tutto questo suo vasto continente. Non pochi hanno studiato sino all'università, diventando professori ed insegnanti.

Mio marito e io siamo entrambi Romanì, e viviamo a Coffs Harbour con i nostri tre figli. Siamo arrivati in Australia nel 2005 dall'Europa. Mi piacciono le nostre tradizioni, molte delle quali di radice indiana. La mia preferita è la cucina romanì, che con quella indiana condivide l'uso di svariate spezie.

Mi piacciono anche i balli e le canzoni ed imparare la nostra lingua. La parola romanì discende dal sanscrito, e così molti vocaboli della nostra lingua. Abbiamo centinaia di parole hindu usate nel romanés.

Ci sono 12 milioni di romanì che vivono in Europa, 2 milioni nelle Americhe e circa 25.000 in Australia. Sono orgogliosa di essere una di loro.

Ora sono cittadina australiana e ritengo che l'Australia continuerà a beneficiare dell'avere una società multiculturale, dove le varie ed interessanti differenze tra tutte le culture creeranno una maggior tolleranza e comprensione nel nostro mondo e tra le persone che vi convivono.

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Di Sucar Drom (del 02/03/2012 @ 09:05:39, in blog, visitato 1502 volte)

Roma, Anime Smarrite
"Caro sindaco Gianni Alemanno, gli volevo dire grazie per avermi mandato via dal Paradiso e di avermi messo nell'inferno, di avermi rovinato l'infanzia mia e dei miei amici" (lettera di P., 14 anni). Giovedi 16 febbraio alle ore 16,00, in via Milazzo, 11, presso la Sala Vo...

Lotta al razzismo, l'Ecri non promuove l'Italia!
La Commissione europea contro il razzismo e l'intolleranza (ECRI) ha pubblicato il suo nuovo rapporto relativo all'Italia. Il Presidente ad interim dell'ECRI, François Sant'Angelo, ha osservato che, nonostante i progressi registrati in alcuni campi, è ancora necessario un maggiore impegno per comba...

Rom e Sinti, l'Assemblea elettiva della Federazione Rom e Sinti Insieme
L'Assemblea elettiva della Federazione Rom e Sinti Insieme, composta dai Presidenti delle associazioni, gruppi e cooperative aderenti, si è riunita a Mantova al Museo Diocesano di piazza Virgiliana, oggi 24 febbraio 2012, per rinnovare le cariche sociali, come previsto dallo Statuto. E' stato eletto Yuri Del Bar alla carica di Presidente d...

Consiglio d'Europa, i diritti umani di rom e sinti sono violati in Europa
"In numerosi paesi europei, i rom e i sinti sono ancora privati dei diritti umani essenziali e sono vittime di lampanti episodi di razzismo. Sono nettamente svantaggiati rispetto ad altri gruppi di popolazione nel campo dell'istruzione, dell'occupazione, dell'accesso a un alloggio decente e all'assistenza sanitaria. La loro speranza di vita è inferiore alla media e il loro tasso di mortalità infantile...

L'Italia presenta la "Strategia nazionale d'inclusione dei rom sinti e caminanti"
In queste ore il Governo italiano sta presentando a Bruxelles la "Strategia nazionale d'inclusione dei rom sinti e caminanti", documento redatto con urgenza negli ultimi due mesi per il disinteresse dimostrato dal precedente Governo dopo la Comunicazione 173 del 5 aprile 2011...

Roma, appello nazionale: "Il diritto all'alloggio non si sgombera"
"Profonda preoccupazione per le azioni che l'amministrazione comunale sta attuando negli ultimi due anni allontanando, in più di 400 sgomberi forzati e con un altissimo costo economico (più di 6 milioni di euro), le comunità rom dagli insediamenti informali con il fine esclusivo di spostarle da una parte all'altra della città fino al s...

Luci e ombre per i sinti e i rom in Italia e in Lombardia
Il 30 gennaio scorso è stato presentato a Mantova il IV Rapporto di Articolo 3 Osservatorio sulle discriminazioni. Il Rapporto 2011 è costituito da un libro e un cd allegato in cui si offre uno spaccato sula situazione mantovana e lombarda sul tema dell'antidiscriminazione. Alla presentazione hanno...

Rom e Sinti, l'Italia volta pagina con la Strategia Nazionale
E' da poche ore disponibile nella pagina web del Punto di Contatto dell'UNAR (Ufficio Nazionale Antidiscriminazione Razziale ed Etnica) il documento "STRATEGIA NAZIONALE D'INCLUSIONE DEI ROM, DEI SINTI E DEI CAMINANTI ATTUAZIONE COMUNICAZIONE COMMISSIONE EUROPEA N.173/201", deliberato dal Consiglio dei Ministri venerdì scorso. Il documento è corredato da 3 allegati...

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Di Fabrizio (del 01/03/2012 @ 09:53:49, in casa, visitato 1465 volte)

VareseNews.it Il 29 febbraio le famiglie dovevano lasciare lo spazio allestito quattro anni fa dal Comune: l'amministrazione comunale non li allontana ma chiarisce meglio i rapporti, con un "custode sociale" e un contratto chiaro

Niente sfratto per il campo sinti di Cedrate: il 29 febbraio 2012 è la data a partire dalla quale il Comune di Gallarate potrebbe eseguire gli sfratti conseguenti alle procedure, avviate nel 2010, ma l'amministrazione comunale ha deciso di non allontanare le famiglie, formate da cittadini gallaratesi, "per evitare tensioni ed attivare dinamiche d'inclusione sociale". Un percorso per evitare la dispersione delle famiglie (oltretutto in un momento in cui in città sono già forti i problemi abitativi a cui far fronte), ma anche per definire meglio diritti e doveri dei sinti gallaratesi.
«Lo stallo in cui versavano i rapporti fra abitanti del campo e Amministrazione – spiega l'assessore ai Servizi Sociali, Margherita Silvestrini – andava affrontato con senso pratico. Per questo sono state effettuate puntuali verifiche sui precedenti giuridici e sulla situazione presente. L'iniziativa avviata mira a responsabilizzare le famiglie e a rafforzare il rispetto delle regole. I primi versamenti relativi agli arretrati sono l'inizio di un lungo percorso, ma soprattutto fanno sperare che si sia avviato un dialogo proficuo per i Sinti, per l'Amministrazione comunale e per la comunità gallaratese».



Il Comune rinuncia agli sfratti, ma vuole chiarire anche in modo migliore e più dettagliato i rapporti tra Comune e famiglie sinti "sotto il profilo giuridico, economico e sociale".
Per quanto concerne il primo ambito, l'ente pubblico, lavorando in sinergia con il legale che da tempo segue la vicenda, sta predisponendo un vero e proprio contratto di locazione. Questo strumento consente un'azione più rapida e concreta in caso di criticità e contenziosi: in passato l'amministrazione di Nicola Mucci aveva usato come strumento giuridico la concessione dello spazio, una modalità meno definita e che lasciava margini d'interpretazione più ampi. Quanto ai pagamenti delle utenze, sono state verificate e comunicate alle famiglie posizioni di morosità. Per superarle, l'Amministrazione ha messo a punto un piano di rientro ad hoc: il 30 per cento degli arretrati sarà saldato entro pochi giorni, il resto sarà pagato in seguito, in aggiunta a quanto di volta in volta dovuto per i consumi di acqua ed energia, nell'arco di due anni.

I sinti (tutti cittadini italiani) oggi sono una settantina, dopo il trasferimento di alcuni nelle case Erp e di una famiglia fuori Gallarate: avvieranno un confronto con l'Amministrazione per individuare un "custode sociale". Tale figura dovrà migliorare l'organizzazione interna, già buona, richiamare al rispetto delle regole e mantenere una comunicazione costante con il Comune.

27/02/2012 Roberto Morandi - redazione@varesenews.it


La Lega attacca: "Il campo sinti si è allargato" Il carroccio accusa l'amministrazione di essere "buonista tout-court" e contesta anche la perimetrazione prevista dal Pgt in vigore, quello approvato dal PdL. "I sinti si ostinano ad avere uno stile di vita diverso dagli altri"


VareseNews.it lettera al direttore

Stili di vita, espulsioni e razzismo

Gentile Direttore.
probabilmente a Gallarate ci sono altre questioni edilizie piu' problematiche che non l'eventuale sconfinamento (rettificabile) di un paio di metri di qualche sistemazione del campo di via Lazzaretto ..., e comunque la strada intrapresa dall'attuale amministrazione di giungere a contratti di locazione chiari e di chiara giurisprudenza non potrà che migliorare e tendenzialmente aiutare a risolvere le eventuali controversie, irregolarità, arretrati ecc...
La presunta "padania" ha oggi problemi ben piu' gravi. - Cio' non di meno la locale sezione della lega nord trova ghiotta la possibilità di riattizzare (sembra un disco rotto) polemiche contro la presenza degli amici Sinti. (non risultando per altro esserci reali problemi e tensioni con la popolazione).
La lega si avventura poi in discorsi un po' spericolati, per i quali una "colpa" sociale dei Sinti (vorrebbero forse costituire al riguardo un nuovo reato?) è quella che Rech delinea nel suo intervento:
"si ostinano a voler portare avanti uno stile di vita che è assolutamente diverso da quello degli altri cittadini"
Se questa fosse una colpa oggetto di sanzione sociale allora anch'io (e forse tanti altri Gallaratesi) dovrei "auto denunciarmi".
Chi stabilisce il canone del "corretto stile di vita"? Rech. ? La Lega? La maggioranza? (non occorre sottolineare che poi, per fortuna, la lega rappresenta una minoranza) Bere in gruppo da "ampolle sacre" e andare con le corna in testa a calpestare un prato, urlare fuori misura alla Borghezio, sposarsi con "rito celtico" ... sono stili di vita "normali"? ma dai su'.

E infine che cosa vuol dire chiedere se "si è valutata l'ipotesi di trasferire i nomadi in altri Comuni"?
Vorrei segnalare agli amici leghisti Gallaratesi (ma già lo sanno!) che le famiglie Sinti di via Lazzaretto sono tutte Italiane, la stragrande maggioranza delle quali RESIDENTI a Gallarate = Cittadini Gallaratesi.
Su quale ipotesi si fonderebbe quindi la possibilità e la richiesta di "espulsione"? in ragione della appartenenza a determinati gruppi sociali/etnici o altro? al "diverso stile di vita"?
Vorrebbero una pulizia etnica tramite sfratto per il comune di Gallarate?
Gallaratesi all'unisono sintonizzati sullo "stesso stile di vita"?
Si sta sfiorando veramente un terreno pericoloso. E poi dicono di non essere razzisti ...

Cordiali Saluti
29/02/2012
Uno che ha uno stile di vita diverso (e se lo tiene)

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Di Fabrizio (del 01/03/2012 @ 09:20:03, in Italia, visitato 1642 volte)

Si parla di rom che sparano, che si insultano, che si picchiano.
Dal nostro punto di vista ciò che è accaduto nel quartiere fontanelle è una lite a sfondo passionale.
E di liti a sfondo passionale le cronache nazionali sono piene.
Tant'è che i delitti passionali corrispondono oggi al numero maggiore dei crimini omicidiari commessi in Italia, la pressoché totalità riguardano la comunità non rom.

Questo dato va in forte contrasto con le affermazioni di chi vuole far credere che a Fontanelle le liti passionali fra rom si risolvono con la pistola. Impugnare la causa del disagio sociale per racimolare qualche voto non porterà a soluzioni.

L'intolleranza populista, sostenuta da affermazioni spicce e qualunquiste, che invocano pattuglie e interventi massicci delle forze dell'ordine non aiutano a risolvere il problema. Tali affermazioni devono allarmare le coscienze democratiche.

Proporre soluzioni legate all’idea che la causa del proprio malessere (e dunque anche del proprio malvivere) stia nell’azione di una comunità da cui occorre liberarsi e che occorre combattere per riappropriarsi della propria vita fa parte di un discorso culturale e politico che nella storia europea ha dei precedenti, li ha avuti più volte, e che è stato uno dei fondamenti su cui si è costruita la "polpa" dell'antirazzismo e dell’antisemitismo sterminativo del secolo scorso.

Ne ha fatto cenno anche il presidente della repubblica, Giorgio Napolitano, in occasione della Giornata della Memoria del 27 gennaio scorso.

Sarebbe più utile che le forze politiche investissero in azioni di integrazione culturale per quelle minoranze maggiormente stigmatizzate da pregiudizi e stereotipi costruendo con le loro rappresentatività un dialogo continuativo e diretto.

Ciò permetterebbe di prevenire la ricerca ad ogni costo di un nemico o di una causa "unica" quando accadono fatti che richiedono analisi pazienti e condivise della realtà e dibattiti pubblici approfonditi sulle cause e sulle soluzioni da adottare piuttosto che chiedere a gran voce protezione dagli "zingari cattivi".

Uff. Stampa Ciliclò
Il Presidente
Dr. Nazzareno Guarnieri

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