Rom e Sinti da tutto il mondo

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\\ Mahalla : VAI : Europa (inverti l'ordine)
Di seguito gli interventi pubblicati in questa sezione, in ordine cronologico.
 
 
Di Fabrizio (del 05/12/2005 @ 16:09:32, in Europa, visitato 2022 volte)

European Roma Rights Centre Country Report

Antiziganismo in Francia
da Roma-Francais

Budapest, Paris, 2 Dicembre 2005. [...]
La Francia è conosciuta come luogo di nascita dei diritti umani. "Liberté, Egalité, Fraternité" - questa rivoluzionaria dichiarazione rimane nel cuore della Repubblica. Ogni successiva Costituzione Repubblicana ha reiterato l'impegno per i diritti umani e l'uguaglianza. D'altra parte, i reecenti sommovimenti sociali mostrano che ci sono cause profonde di preoccupazione, che non tutti in Francia beneficino delle premesse di eguaglianza incise nel cuore della Repubblica Francese.

Sin dal 2003, European Roma Rights Centre (ERRC) si è impegnato a monitiorare la situazione di Sinti, Gens de Voyage e Rom migranti in Francia, La ricerca indica che a centinaia di migliaia tra loro è negato il diritto al pari trattamento, e che sperimentano una quotidiana negazione ed interferenza verso quasi tutti i fondamentali diritti in campo civile, politico, sociale, economico e culturale. Sono stati per lungo l'oggetto di leggi, politiche e pratiche tese al loro controllo, repressione, esclusione ed assimilazione. [...] Recentemente, nuove leggi hanno seriamente limitato la possibilità di esprimere gli elementi chiave della loro identità, dando nel contempo giustificazione legale agli ufficiali della forza pubblica per agire in maniera repressiva e draconiana - e, di seguito, per escluderli da quasi tutti gli aspetti della vita pubblica e dei servizi.

La discriminazione contro Sinti, Gens de Voyage e Rom inibisce la capacità dei singoli di esercitare diritti fondamentali come quello di voto [...] Molti di loro devono portare seco speciali documenti di circolazione, da presentare come visti a gendarmi e polizia, [...] pena sanzioni o il loro mancato rinnovo. Spesso la discriminazione inizia al primo contatto col sistema scolastico. Un gran numero di Rom e Sinti non è scolarizzato, escluso dalla scuokla secondaria e/o segregato in classi differenziali. In genere la loro scolarizzazione è inferiore agli standards, spesso senza che vengano loro forniti i minimi strumenti letterari di base.

Molti Sinti, Gens de Voyage e Rom sono sgomberati da un comune all'altro, senza potersi fermare più di un breve periodo. La gran parte del territorio in effetti, appare off limits per loro. Le aree disponibili per la sosta sono spesso insalubri, inquinate o isolate dai centri cittadini. La maggior parte ritiene che l'intero apparato statale sia un nemico, il cui scopo è negare la loro cultura, alla sola ragione di forzarli ad allontanarsi dalla società francese nel suo insieme.

Alla stessa maniera, migliaia di Rom migrati in territorio francese, sono soggetti a politiche specifiche perché abbandonino la Francia. Vivono in baraccopoli indecenti, da cui peraltro sonoo ripetutamente sgomberati verso altri campi od edifici da occupare. Sono inoltre soggetti a varie forme di violenza e abusi [...]

L'antiziganismo è parte regolare e condivisa dei vari vari apsetti della vita pubblica: senatori, deputati, sindaci ne fanno ampio uso, spesso per ottenere finanziamenti pubblici. Ritratti come criminali sporchi e incivili, parassiti sociali e disturbatori della quiete pubblica, Sinti, Gens de Voyage e Rom sono isolati come una sottoclasse pericolosa e indesiderata.

Le recenti settimane hanno visto l'esplodere della rivolta, che ha coinvolto i settori più marginalizzati delle comunità. Il risultato è che la loro situazione, e quella degli inmmigrati di più recente arrivo, ha ottenuto nuova attenzione dai circoli politici. La situazione di Sinti, Gens de Voyage e Rom richiede una simile ed urgente attenzione, se si vuole realizzare pienamente la pronessa di uguaglianza.
Informazioni:
Lanna Hollo, ERRC France Research Team Leader: +33 (0)1 48 07 09 87
Claude Cahn, ERRC Programmes Director: ccahn@errc.org, (36 20) 98 36 445
Savelina Danova-Russinova, ERRC Research and Policy Co-ordinator:
savelina.danova@errc.org, (36 1) 41 32 215

The European Roma Rights Centre is an international public interest law organisation which monitors the rights of Roma and provides legal defence in cases of human rights abuse. For more information about the European Roma Rights Centre, visit the ERRC on the web at http://www.errc.org.

European Roma Rights Centre
1386 Budapest 62
P.O. Box 906/93
Hungary
Phone: +36 1 4132200
Fax: +36 1 4132201
For correspondence, to subscribe and unsubscribe from this list, please use office@errc.org.
 
Di Fabrizio (del 05/12/2005 @ 05:49:08, in Europa, visitato 2701 volte)
Guardian
da British_Roma
I Nomadi irlandesi esposti alla divisione razziale

Le divisioni sociali innescano il conflitto in uno dei paesi più ricchi del mondo

Angelique Chrisafis in Dublin
Saturday November 26, 2005

Guardian

A fianco di un piccolo tabernacolo nella sua spoglia roulotte, Biddy McDonagh descrive i ratti che infestano l'area di sosta. "Sono grossi come gatti e si muovono come un branco in caccia", ci dice. Un ricordo a quattro zampe della discarica adiacente, in questo fazzoletto di terra brulla ai margini nordoccidentali di Dublino.


Mrs McDonagh, 61 anni, ha una nipote di 39 e una bis-nipote di 10 anni, ha imparato da poco a scrivere il proprio nome ed indirizzo. "Non è molto" singhiozza "Ma ha significato una differenza nella mia vita".

L'area di sosta, con i servizi esterni, sporadici tagli dell'elettricità, i graffiti, è ritenuta tra i "paradisi" dei Viaggianti, dice Winnie Kerrigan, un'altra residente in attesa di alloggio. Ma il boom economico della Tigre Celtica qui non è avvertito come altrove. "Viviamo nelle condizioni dell'Irlanda degli anni '30" dice Mrs Kerrigan.

Lo scorso ottobre, le 80 famiglie di Viaggianti che vivono lungo Dunsink Lane a Finglas, si sono svegliate scoprendo che il comune aveva costruito tutto attorno un muro per prevenire gli insediamenti abusivi. Divisi dalla comunità stanziale lì attorno e impediti a raggiungere scuole e negozi, i Viaggianti dicono che la barriera rappresenta un'azione razzista e discriminatoria e stanno protestando. Ci sono stati disordini, culminati col lancio di molotov e l'assalto ad un edificio lì vicino. Anche un campo da golf è stato seriamente danneggiato. Amplificata dai media che l'hanno subito paragonata ai più noti conflitti di Gaza o di Derry, la "Battaglia di Dunsink" ha polarizzato l'attenzione pubblica, esponendo la frustrazione di una minoranza marginalizzata ad un profondo sentimento anti-nomadismo

Un anno dopo, le problematiche relazioni irlandesi con il suo popolo nomade sono al più basso livello. Il caso di Pádraig Nally, contadino di Mayo accusato di aver ucciso un Viaggiante condannato a sei anni anni di prigione, è stato descritto dal giudice come "il caso più socialmente controverso" che gli fosse mai capitato, per le furiose polemiche che hanno diviso l'Irlanda al tempo del processo.

Nally, 61 anni, viveva da solo nella sua fattoria a Cross. L'ottobre dell'anno scorso aveva trovato John Ward, di 42 anni, nei suoi terreni ed aveva pensato che volesse introdurvisi. Nally gli sparò, colpendolo alla mano e all'anca. Poi era seguita una lotta durante la quale Ward era stato colpito ripetutamente con un bastone. Nally aveva poi raccontato alla polizia: "Era come colpire una pietro o un albero. Potevi colpirlo senza fargli niente." Ward era poi scappato sulla strada, Nally aveva ricaricato il fucile e gli aveva nuovamente sparato da distanza ravvicinata.e.

Secondo i suoi difensori, Nally è stato giudicato troppo severamente dal tribunale e i Viaggianti devono ammettere di essere coinvolti in una serie di atti criminali che "mettono un cuneo" tra loro e il resto della società. Ma secondo Ian O'Donnell dell'Istituto di Criminologia dell'Università di Dublino, l'accusa ai Viaggianti di essere coinvolti in crimini rurali non si poggia su basi solide. [...] "Penso che siano un capro espiatorio".

Settimana scorsa è stato negato il permesso di tenere un corteo in favore di Nally, perché c'era il timore che fosse una manifestazione razzista contro i Viaggianti. Ma Jim Higgins, deputato del Fine Gael, ha rinfocolato la polemica nel corso di un'intervista radiofonica, durante la quale affermava che "stagnai e Zingari" d'Irlanda non sarebbero comunque graditi. La divisione tra Viaggianti e il resto della società sta "crescendo e raggiungendo proporzioni vulcaniche" e se non sarà affrontata con decisione, produrrà nuovi morti

I gruppi Viaggianti lamentano che la comunità vive nel terrore. Questo mese uno di loro, 26 anni, è stato inseguito e picchiatto a morte con una mazza di metallo, da un uomo che credeva stesse introducendosi in casa sua.

Mentre monta la paura, Pavee Lackeen (cfr QUI ndr.), un film basato su avvenimenti reali di una famiglia che vive ai marginio delle strade di Dublino, ha vinto un premio internazionale. Gli spettatori erano scioccato dal racconto di una madre single con 10 figli, forzata per anni a vivere in una fredda roulotte senza elettricità, acqua o servizi igienici, mentre le Nazioni Unite classificano l'Irlanda come uno dei più ricchi paesi del mondo. Nonostante il successo del film, i suoi protagonsiti, la famiglia Maughan, ancora non hanno ottenuto una casa. Vivono nella stessa roulotte, senza servizi,occupando un campo incolto e circondati dai ratti.

Ci sono circa 30.000 Viaggianti in Irlanda, meno dell'1% della popolazione. Nativi dell'Irlanda, sono un gruppo distinto dai Rom europei, di cui condividono la tradizione nomadica. In Gran Bretagna e nell'Irlanda del Nord sono riconosciuti come gruppo etnico minorutario distinto, ma non lo sono nella Repubblica.

Martin Collins, vice direttore del Travellers group Pavee Point, parla dell'odio che viene affrontato giornalmente, che dovrebbe chiamarsi razzismo. Giudica "evidente" quanto rivelato dal caso Nally, come "razzismo istituzionalizzato" contro i Viaggianti. Nessuno di loro era nella giuria. "Sono il primo ad ammettere che Jahn Ward non aveva alcun diritto di trovarsi lì dov'era, ma quello è stato un omicidio a sangue freddo. Ed ora il fattore è ritratto come un eroe nazionale. E' qualcosa di simile a quanto avvenne in Alabama, Georgia e Mississippi."

Mr Collins dice che i Viaggianti non sonosorpresi dalla profondità del sentimento contro di loro. La vedova Ward ha ricevuto lettere minatorie del tenore "uno in meno, sotto con gli altri 30.000". I Viaggianti a Dublino dicono di dover cambiare il loro cognome per ottenere lavoro. Circa il 73% degli uomini sono disoccupati e una ricerca condotta da un'istituto per l'impiego svela che un occupato su quattro non vorrebbe condividere il proprio spazio di lavoro con un Viaggiante.

Tornata a Finglas, Winnie Kerrigan cdice che il messaggio emerso dal caso Nally è che ammazzare un Viaggiante è "OK".

"Non vogliamo pietà. Chiediamo diritti unmani," ci dice.

La storia
I Viaggianti (Travellers) sono da secoli parte della società irlandese. Nativi dell'Irlanda, sono un gruppo distinto dai Rom europei, di cui condividono la tradizione nomadica e dei gruppi familiari estesi. Anche se oggi non è quasi più parlata, hanno una lingua propria, il Cant. Sono tradizionalmente lavoratori del metallo, commercianti di cavalli e lavoratori agricoli stagionali, oggi molti vivono concentrati nele aree urbane. Ci sono circa 30.000 Viaggianti in Irlanda, 15.000 in Bretagna e 10.000 negli USA. In Irlanda il 63% dei Viaggianti ha meno di 25 anni e l'aspettativa di vita è di dieci anni inferiore al resto della popolazione. Secondo Pavee Point circa 800 famiglie vivono ai margini dele strade, senza acqua, elettricità e servizi igienici, altre centinaia sono in attesa di sistemazione in alloggio.
(sulle origini dei Traveller, dall'archivio di Pirori ndr)

Guardian Unlimited © Guardian Newspapers Limited 2005

 
Di Fabrizio (del 04/12/2005 @ 19:15:04, in Europa, visitato 2142 volte)
Premessa: Può stupire un articolo nella sezione "Europa" che arriva dalla Colombia. In realtà, le "nostre" periferie stanno sempre più assimilandosi a quelle che si trovano nel continente nord e sud americano e mi sembra limitante ragionarne esclusivamente tra europei.

Nel contempo, il dibattito sulle periferie in Europa riguarda anche le tematiche dell'alloggio e dell'accesso ai servizi per i Rom, che nel nostro continente esprimono una forte domanda di sedentarizzazione. E in questo scambio di idee incrociate, ecco che il Congresso Rom Panamericano chiede invece la tutela del nomadismo, che lì resiste ancora.

Lungi da me l'idea di suggerire soluzioni, piuttosto la certezza che qualsiasi sintesi derivi dalla conoscenza e dal confronto con gli aspetti e le opinioni che (nonostante internet) hanno meno visibilità.

periodico

Minorías étnicas, multiculturalismo, interculturalidad: Nuevos conceptos

Redacción Actualidad Étnica - Bogotá. Noviembre 23 de 2005.

Nel mezzo dello stato di emergenza che dallo scorso 12 novembre vive la Francia, come risposta all'onda di manifestazioni e disordini degli immigrati nelle periferie povere che circondano Parigi, e che protestano contro la loro marginalizzazione e repressione politica, si apre un nuovo dibattito che perdurerà nell'agenda pubblica di questo secolo.

francia195

Verranno accettati, un giorno, come concittadini?, E come compatrioti?, Sarà possibile il rispetto delle differenti culture, con tutto ciò che comporta?, Spariranno il razzismo e la xenofobia in Francia o in Spagna? Sono alcune delle domande della dottoressa Graciela María Espinoza autrice dell'artícolo “Dal multiculturalismo all'interculturalità”, che partendo dalla posizione che non è possibile il multiculturalismo in termini assoluti, compie alcuni passi per comprendere i concetti di multiculturale e interculturale.

Il testo è stato pubblicato originariamente su momarandu.com.

La situazione attuale in Francia, ha raggiunto la massima tensione sfociando nei disordini provocati dagli immigrati e dai loro figli, per protesta contro le condizioni di marginalità nei quartieri periferici delle città. Senza dubbio, uno dei grandi dibattiti di questo nuovo secolo, probabilmente il più urgente.

Si discutono nelle differenti discipline, nuovi concetti come multiculturalismo, interculturalità, pluralismo razziale, assimilazione, integrazione, minoranze etniche... Verranno accettati, un giorno, come concittadini?, E come compatrioti?, Sarà possibile il rispetto delle differenti culture, con tutto ciò che comporta?, Spariranno il razzismo e la xenofobia in Francia o in Spagna?

La realtà sociale di fronte all'Europa, è quella di un popolo che non sarà più lo stesso, dato che il suo sangue e la sua cultura si mescolano con le altre. Gli "stranieri" che arrivano, spinti dalla precarietà della loro situazione economica, saranno parte, un giorno, della realtà sociologica di questa nazione? O costituiranno indefinitamente una causa in più di disintegrazione? Questo il nodo di un'ipocrisia terminologica che una società sviluppata chiama "gli stranieri", trattandoli come cittadini di seconda classe.

La cultura delle periferie, i sentimenti e il loro sapere, sono il prodotto della realtà in cui vivono questi soggetti. Distinto il sentire dei nordafricani, dei nigeriani, berlinesi, parigini o madrilegni, perché distinta è la loro situazione, compreso nel processo produttivo. E' possibile oggi il multiculturalismo? No, in termini assoluti. E' solo una gentile espressione, un discorso accademico.

Oggi, tutte le società sono multiculturali. Multiculturalismo è una risposta alla diversità culturale e alla sua integrazione nella "cultura nazionale", la cultura maggioritaria. Pertanto, le politiche dell'interculturalismo conformano i media per imparare come "vivere tutti assieme", "assicurare la piena partecipazione di tutte le culture e che la diversità è una fonte di ricchezza solo quando esiste l'intercultura" e "garantire la libertà di espressione (in ogni forma) in una società pluralista e multiculturale".

Il problema di questo pluralismo è se io debba consentire che, accanto al mio domicilio, ci siano un ristorante cinese, una balera orientale, o un centro di yoga hindu, o di folclore centrafricano, o una chiesa coreana, senza sapere come tollerare determinate pratiche che, per la mia cultura, risultano sgradevoli. Questi i veri problemi del multiculturalismo. E, partendo da qui, ci chiediamo: Pluralismo, sì o no?

Esistono due modelli di diversità culturale: nel primo caso, nasce dall'incorporare culture che previamente avevano forme di autogoverno ed erano concentrate territorialmente in uno stato principale... nel secondo, dall'immigrazione individuale e familiare. Questi due modelli sono denominati rispettivamente minoranze nazionali e gruppi etnici.

Nelle sue analisi sugli stati multinazionali e i poli etnici, Kymlicka prova a dimostrare che se le minoranze nazionali desiderano "continuare rimanendo società distinte dalla cultura maggioritaria di cui fanno parte", i gruppi etnici formatisi con l'immigrazione "desiderano integrarsi nella società di cui formano parte, essere accettati nella stessa come membri a pieno diritto".

I più famosi politologi si coinvolgono nella discussione. Giovanni Sartori argomenta che "La sola concessione della nazionalità non produce l'integrazione degli immigrati". Slavoj Zizek parla di multiculturalismo come di cattiva coscienza e recentemente ha aggiunto: "il terrorismo è uno specchio della nostra civilizzazione: i terroristi non stanno, non li vediamo, ma sono il riflesso del mondo occidentale".

Questa diversità culturale, che connette le persone in un sistema mondiale proiettato crescentemente verso la globalizzazione, è tanto percepita come fonte di disturbo, di conflitto, come pure di arricchimento. In più, l'immigrazione è tanto ricchezza, diritto e problema. I primi due non eliminano i rischi e le minacce del terzo. Il funzionamento della società democratica multiculturale richiede generose transazioni e considerevoli dosi di prudenza e buonsenso: e, in seguito, un'ampia concezione di libertà come, ad esempio, quella formulata da John Stuart Mills nel suo Sulla Libertà.

Vorrei sottolineare la fondamentale differenza tra i concetti di multiculturale ed interculturale. Il primo fa riferimento ad una situazione "di fatto" che in molti paesi è una realtà che data molti anni (quello che è successo in molti dei paesi comunitari), e in qualcuno di questi ha contribuito alla genesi della nazione. Il secondo è la manifestazione di una volontà rivolta a guadagnare relazioni che si considerano positive, su di un piano di mutua influenza.

Sono diversi i modelli distinti di contatto interetnico, che non sono tra loro autoescludenti. Secondo Graciela Malgesini e Carlos Giménez, il melting pot apparve come uno dei tre modelli di integrazione negli Stati Uniti, differente dall'anglo-conformismo (assimilazione nella cultura anglosassone maggioritaria) e dal pluralismo. Occorre capire che questo modello nasce in una nazione in cerca delle proprie radici culturali proprio nel suo rimescolamento e senza un passato comune indigeno che facesse da filo conduttore per tutta una tradizione storica atemporale. L''incrocio tra le culture non smette di essere funzionale all'assimilazione al modello dominante, in una società dove l'omogeneità è una pretesa.

Il modello assimilazionista parte dal presupposto che il contesto precedente di immigrazione, debba adattarsi alle esigenze normative della società ricettiva. Esiste un altro modello di contatto interetnico, conosciuto col nome di marginalizzazione. Consiste nel fatto che i gruppi etnicamente minoritari, conviventi con maggioranze che si suppongono "omogenee", siano relegate al margine che demarca, più che la differenza, la disuguaglianza. Ovviamente, la segregazione non è un atto volontario, ma la conseguenza delle differenze culturali e di classe.

In quanto al modello che si può definire di integrazione, è più che un modello ideale di relazioni interetniche, che un modello reale di contatto interculturale. Si fonda idealmente sulla comprensione e sulla conoscenza "dell'altro", per superare il possibile stereotipo stigmatizzato dove si trova. L'immigrato è portatore di storia e cultura, di codici che si manifestano nella quotidianità, che sono suscettibili di coesistere perfettamente ed arricchirsi mutualmente con quelli dei cittadini e della società ricettrice; però questi codici non sono irremovibili, ma in continua ricostruzione, per una interazione dinamica e costante. Pertanto. le relazioni interetniche si costruiscono in un contesto dialettico, di mutua interferenza.

E' successo qualcosa di curioso in Europa, con l'apparire delle minoranze etniche. Gli antropologi francesi cambiarono i loro orientamenti iniziando lo studio delle società distanti, dei contadini autoctoni in via di sparizione, delle tribù, in una "Antropología del Presente" dove l'unità di analisi è costituita dagli universi sociali etnoculturali.

Quanti conclusero la loro formazione accademica con Malinowski o la iniziarono con Claude Lévi Strauss, indifferenti e ostili al cambiamento, descrivevano immagini estetizzate di società tribali disseminate negli angoli più remoti del mondo abitato. Oggi, l'egemonia di questa concezione antropologica tradizionale, è superata dall'onda attuale di interesse al multiculturalismo.

A partire dal 1980 inizia a delinearsi un movimento che punta a fare del presente della società, il terreno propizio per l'indagine antropologica. Nomi come Clifford Geertz, o Gérad Althabe, non studiano più ciò che è distante, i nativi, il passato, non abbandonano il proprio mondo per arrivare agli "altri", alle tribù e "ritornare" - trasformati - a casa propria, ma rimangono nella propria regione. Il differente, lo "straniamento", come si suol dire, è lì, nella propria città, rappresentato dalle minoranze di origine straniera e dalle loro singole identità etnoculturali. Gli antropologi trovano negli immigrati di casa propria gli antichi "primitivi".

Gli "studi culturali" su queste minoranze etniche implicano un profondo ripensamento su cosa si sta facendo e sulle radici di queste ricerche. La prima rottura che appare lasciando il luogo di origine, quando un individuo o un gruppo lasciano il proprio luogo di origine, o si suppone che debbano mettersi in marcia, implica una serie di piccole trasformazioni; ma anche forti contrasti, nel mettere sulla bilancia le loro aspettative con la dura realtà, di rediscutersi personalmente, culturalmente e socialmente nei nuovi contesti, in definitiva la distanza tra il primo contatto con un luogo "estraneo" e i propri sogni e desideri.

 
Di Fabrizio (del 30/11/2005 @ 05:18:13, in Europa, visitato 3147 volte)

Cancellati in Slovenia: una questione europea

28.11.2005  
Un'analisi puntuale sulla situazione dei ‘cancellati' in Slovenia. Dopo l'indipendenza della Slovenia molti sloveni persero la cittadinanza. La loro colpa? Non essere etnicamente omogenei alla maggioranza nel Paese. Riceviamo e volentieri pubblichiamo
A cura di: Civilna iniciativa izbrisanih aktivistov – Koper, Ptuj, Ljubljana
Karaula MiR – MigrazioniResistenze – Friuli, Roma, Slovenija
Društvo Dostje! - Ljubljana

 
Di Fabrizio (del 22/11/2005 @ 16:20:37, in Europa, visitato 2154 volte)

E' uscito il numero di Novembre.


Contiene informazioni su notizie e sviluppi politici riguardanti i diritti sociali fondamentali dei migranti privi di documenti in Europa. La newsletter è attualmente disponibile in formato Word e scaricabile dal sito internet di PICUM (www.picum.org) nelle seguenti lingue: inglese, tedesco, olandese, spagnolo, francese, italiano e portoghese. Vi invitiamo a diffondere ampiamente questa newsletter.

Estratto dalle cronache italiane:

· Il 7 ottobre 2005, il settimanale L’Espresso ha pubblicato un rapporto del giornalista italiano Fabrizio Gatti, nel quale descrive il periodo trascorso nel ‘centro di ricezione’ di Lampedusa dopo essersi buttato in mare e aver fatto finta di essere un immigrato Kurdo ‘irregolare’ proveniente dal nord dell’Iraq, di nome Bilal Ibrahim el Habib con lo scopo di essere trattenuto. Già nel 2000, Gatti era riuscito ad entrare nel centro di detenzione di via Corelli a Milano, fingendosi essere un migrante ‘irregolare’ rumeno, ed aveva scritto un rapporto sulla sua esperienza sul Corriere della Sera. In quell’occasione, venne accusato dagli ufficiali di polizia di aver ‘dichiarato falsa identità’, e gli vennero inflitti 20 giorni di carcere. http://www.statewatch.org/news/2005/oct/05lampedusa.htm

(in inglese). http://www.repubblica.it/2005/i/sezioni/cronaca/sbarchi3/fabrigatti/fabrigatti.html (in italiano). Per leggere il rapporto di Gatti (“Io, clandestino a Lampedusa”) in italiano: http://www.espressonline.it/eol/free/jsp/detail.jsp?idCategory=4821&idContent=1129502&m2s=a

· In merito allo scandalo del maltrattamento degli immigrati trattenuti nell’isola di Lampedusa, il ministro dell’interno Beppe Pisanu a dichiarato che i centri di detenzione in Italia non saranno più chiusi ma ‘rinforzati e migliorati’. I 17 centri detentivi in Italia (comunemente conosciuti come “CPT”) si trovano ad affrontare un numero crescente di problemi, in seguito all’aumento dei migranti privi di documenti in Italia negli ultimi anni. Il centro di detenzione di Lampedusa si trova ad affrontare il problema più serio: è stato costruito per 200 persone ma normalmente nè accoglie oltre 1.000. http://www.lefigaro.fr/international/20051014.FIG0198.html?082214

· Secondo il quotidiano torinese La Stampa del 20 ottobre, Antonio Guterres, rappresentante dell’ACNUR, ha reso noti i piani per creare una rappresentanza permanente all’interno del centro di detenzione per immigrati di Lampedusa. Una task-force permanente potrebbe essere istituita nel centro di Lampedusa. Verrebbe costituita dall’ACNUR, la Croce Rossa e l’OIM (Organizzazione Internazionale per la Migrazione). Fonte: BBC, 20 ottobre.

Il professore di diritto Fulvio Vassallo Paleologo ha scritto un articolo sulla privatizzazione dei diritti degli immigrati nei centri di detenzione in Italia, dal titolo I centri di permanenza temporanea: diritti negati o la negazione del diritto?” L’articolo è disponibile: http://www.meltingpot.org/articolo5977.html
 
Di Fabrizio (del 22/11/2005 @ 10:23:03, in Europa, visitato 1890 volte)

(gli articoli originali sono in inglese)

ROMANI INFORMATIONAL SERVICE - www.romea.cz - Romano Vodi - ROMEA
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Bratislava, 17. 11. 2005, 21:43, (CTK) - La polizia slovacca ha accusato sette persone, tra cui Marian Kotleba,  capo dell'ultranazionalista Comunità Slovacca, di propaganda estremista. Il capo della polizia, Anton Kulich, ha detto alla televisione che Kotleba è accusato di appoggiare movimenti che propugnano la violenza, il fascismo e ideologie simili.

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Bucarest, 17. 11. 2005, 20:55, (Roma Network) - George Soros ha richiamato i governi dell'Europa Centrale e Meridionale ad agire perché finisca la discriminazione contro i Rom, la più numerosa minoranza europea. L'iniziativa, chiamata Decennio dell'inclusione Rom, è stata supportata da nove governi al suo lancio lo scorso febbraio, rappresenta uno sforzo internazionale senza precedenti per assicurare ai Rom uguale accesso all'istruzione, all'alloggio, all'impiego e alla sanità. L'appello è avvenuto durante la prima riunione tenutasi da quando la Romania ha assunto la presidenza a rotazione del comitato intergovernativo.

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Praga, 18. 11. 2005, 08:10, (CTK) - Il progetto "Rom scomparsi e Rom oggi", in cui i Rom sopravvissuti intervengono nelle scuole primarie e secondarie, per presentare la storia della II guerra mondiale, continuerà anche nel 2006, ha affermato l'organizzazione Ziva Pamet (Memoria Viva). Il progetto è stato organizzato da Ziva Pamet assieme al Museo di Cultura Romani e proseguirà grazie al supporto del fondo Erinnerung und Zukunft (Memoria e Futuro).

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Praga, 18. 11. 2005, 07:39, (CTK) - Centri dove gli esperti aiuteranno e motiveranno nello studio i bambini provenienti da un ambiente svantaggiato, saranno installati nelle regioni nel quadro di un progetto che verrà lanciato l'anno prossimo e costerà 80 milione di corone, pubblica Lidove noviny. "Intendiamo focalizzarci sui bambini Rom e di altre minoranze etniche, anche se non è questo il nostro ruolo. Lavoreremo con tutti i ragazzi che avranno bisogno" ha detto alla stampa Jana Zapletalova, direttrice dell'Istituto per la Consulenza Pedagogica e Psicologica, che ha curato il progetto.

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Bratislava, 16. 11. 2005, 20:04, (CTK) - Aumentano le differenze tra le regioni e la povertà sta tramutandosi da un fenomeno di durata temporanea a uno di lunga durata: questo il giudizio di un gruppo di esperti riunitisi a Bratislava settimana scorsa. La Ministra del Lavoro, Iveta Radicova, ha detto che non è il numero dei poveri ad aumentare.

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Praga, 16. 11. 2005, 16:42, (CTK) - Verrà riaperto nel 2006 il caso di Denis Gerasimov, 28 anni, membro del gruppo neonazista russo Kolovrat, imputato nella Repubblica Ceca per apologia del nazismo e del neonazismo. L'ha affermato Katerina Kohoutkova, Presidente del Tribunale d'Appello.

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Di Fabrizio (del 20/11/2005 @ 12:09:03, in Europa, visitato 1846 volte)

Attivo il nuovo sito di Toon Machiels, http://users.belgacom.net/bn379716/gazet.htm con notizie sui Rom e Sinti in Belgio, Paesi Bassi e Lussemburgo.

Oltre alla versione in lingua fiamminga, ci sono anche notizie in inglese, francese, tedesco, spagnolo e portoghese (niente in italiano, sorry)

Rif: Toon MACHIELS
Bredeweg 55
B-3723 Kortessem
BELGIUM


Informa Jiri Sykora che a Brno nella Repubblica Ceca il primo dicembre verrà inaugurato il Museo della Cultura Romani http://www.rommuz.cz/.

Il Museo è stato realizzato con una donazione del Ministero Olandese della Sanità e dello Sport, assieme alla Fondazione Anna Frank e concretizza un progetto nato sin dall'inizio degli anni '60 e sviluppato negli anni '90.

 
Di Sucar Drom (del 19/11/2005 @ 11:13:19, in Europa, visitato 1653 volte)
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L'Union Romani spagnola ha aggiornato il suo sito, dove potrete trovare tante notizie e informazioni utili su quanto sta succedendo in terra iberica.

Interessante la notizia del 21 ottobre della nomina del Consejo Estatal del Pueblo Gitano, presso il Ministero del Lavoro e dei Servizi Sociali.

Il Consiglio Statale del Popolo Gitano, ufficializzato con regio decreto il 22 luglio 2005, prevede la partecipazione di tutte le realtà associative presenti in Spagna.

Riferimenti Union Romani

 
Di Fabrizio (del 18/11/2005 @ 08:53:35, in Europa, visitato 2110 volte)

Da: Judit Solymosi - Ufficio per le Minoranze Etniche e Nazionali
notizie Settembre - Ottobre 2005
(selezione)

Nuova legislazione sulle minoranze
E' stata adottata dal Parlamento il 13 giugno 2005 (vedi QUI e QUI).
La Corte Costituzionale ha bocciato l'articolo che prevede la presenza di un seggio di un membro delle minoranze nei consigli municipali. Il Parlamento ha 30 giorni di tempo per riformulare l'articolo.

Iniziative per il 2005 ed elezioni parlamentari
Diverse le iniziative perché i Rom conquistino seggi alle elezioni del 2006. Alla fine di agosto, è stato registrato il Partito delle Minoranze Ungheresi, che si pone lo scopo di far pesare maggiormente gli interessi delle minoranze, principalmente i Rom. Ad ottobre, 800 delegati del Forum delle Organizzazioni dei Rom hanno deciso che il Forum parteciparà autonomamente alle elezioni, senza rinnovare il precedente accordo stipulato col Partito Socialista Ungherese nel 2002. Il delegato Orban Kolompar ha invitato i Rom già coinvolti in politica a stipulare una comune piattaforma elettorale.

Radio in Internet per la minoranza croata
Il progetto è frutto dell'inizativa dell'autogoverno nazionale dei Croati e della Compagnia non-profit Croatica, per estendere l'uso della lingua croata e migliorare le opportunità per le diverse comunità sparse in Ungheria. Attualmente, trasmette il martedì e il giovedì. Accessibile anche da www.radio.croatica.hu.

Trasmissioni su RTL Klub
Due giovani Rom, Aliz Adler e Lajos Orsos, sono stati scelti per prendere parte alle trasmissioni del canale TV privato RTL Klub, tra circa 100 concorrenti. I due ragazzi frequenteranno anche un corso di formazione professionale per acquisire le competenze professionali per apparire in video.

Elezione dei delegati ungheresi all'European Roma and Travellers Forum
Si sono tenute il 20 ottobre presso il quartier generale dell'autogoverno nazionale dei Rom. Al Forum prendereanno parte rappresentanti di 41 organizzaizoni civili dei Rom, che si sono registrate presso l'ERTF.

Minority Film Festival A Budapest
Il 4° Festival cinematografico delle minoranze etniche e nazionali si terrà presso un cinema del centro di Budapest il 17 noìvembre. Scopo dell'iniziativa non è solo presentare, ma anche rendere popolari queste produzioni. Verranno proiettati 29 film realizzati grazie al contributo professionale dell'officina creativa nazionale della TV Ungherese. I film dureranno dai 5 ai 104 minuti. 14 di loro riguardano i Rom. OLtre che dalla TV Ungherese, il festival è sponsorizzato dall'ambasciata tedesca, dall'Ufficio per le Minoranze Etniche e Nazionali, il Ministero per il patrimonio Culturale Nazionale e il Fondo Culturale Nazionale.

 
Di Fabrizio (del 18/11/2005 @ 05:18:54, in Europa, visitato 2436 volte)

Articoli precedenti




Riassunto: 11 Novembre 2005. Il tribunale di Ostrava, in seconda udienza ha giudicato una violazione della legge la sterilizzazione forzata di Helena Ferencikova. E' il primo pronunciamento in tale senso su una pratica che ha riguardato diversi paesi dell'Europa Centrale ed Orientale.

Il 10 ottobre 2001, la signora Ferencikova partorì presso l'ospedale Vitkovicka, il suo secondogenito, Jan. Sia lui che il primo figlio sono nati con parto cesareo. La madre venne sterilizzata con la chiusura delle tube, ma se il rapporto ospedaliero indicava la richiesta della paziente in tal senso, questo venne ottenuto senza darle alcuna spiegazione, ma solamente facendole firmare un foglio mentre già erano iniziate le doglie. La signora Ferencikova, in seguitò soffrì sia fisicamente che moralmente per il trattamento subito, e trovò il coraggio di denunciare i medici.

Non è stata la sola a subire una simile violenza, che è stata largamente attuata negli ultimi 30 anni, come un vero e proprio controllo delle nascite imposto o estorto, specifico contro le donne Rom. Il caso sollevato dalla signora Ferencikova ha in seguito riunito altre 25 donne (ma molte hanno ancora paura o vergogna di denunciare quanto è loro successo), la Lega dei Diritti Umani, il Difensore Civico ("Ombudsman") e ERRC, che assieme hanno promosso diverse azioni legali.

Articolo completo su: http://www.errc.org/cikk.php?cikk=2228

Contatti:
Michaela Tomisova: ++ 420 73 795 13 23
Helena Ferencikova (via Kumar Vishwanathan, Life Together): ++ 420 77 77 60 191
Jiri Kopal (League of Human Rights): ++ 420 60 87 19 535
Claude Cahn (ERRC): ++ 36 20 98 36 445

 

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