Solo la cultura permette di gettare un ponte tra mondi distanti.
A Genova il regista Marco Di Gerlando ha iniziato le riprese del cortometraggio
"SEO" su un soggetto di Sergio Cizmic.
Sergio Cizmic è l'unico mediatore culturale rom presente in Liguria. Si è
formato presso il corso di formazione che abbiamo tenuto a Genova tre anni fa
con la collaborazione della Comunità di Sant'Egidio e della Regione Liguria.
Sergio oltre al lavoro di mediatore, svolge anche quello di istruttore di nuoto
presso una delle principali società sportive di Genova.
Incontro Sergio e Marco in una pausa del loro lavoro.
- Sergio, di cosa parla il cortometraggio?
- E' la mia storia. La storia di un bambino rom il cui unico sogno era quello di
nuotare. Da piccolo volevo andare in piscina, ma il cassiere non mi faceva mai
entrare. Andavo con il mio soldo per fare il biglietto e lui mi diceva sempre
che la piscina era occupata. Sentiva il mio accento, mi riconosceva rom e mi
mandava via. Un giorno, poi, grazie a un istruttore di nuoto riuscii ad entrare
e la mia vita cambiò.
- In piscina, ora che sei istruttore, sanno che sei rom?
- Si, insegno nuoto ai bambini e alcuni genitori lo sanno. Mai avuto problemi
con loro e, anzi, spesso mi chiedono di raccontargli del mio popolo. Anche con
il personale della piscina non ho problemi. Lavoriamo insieme senza pregiudizi.
- Qual è l'obbiettivo del cortometraggio?
- Far conoscere ciò che la piazza non sa. Quanti rom onesti subiscono
discriminazioni per essere assimilati a uno stereotipo. Quanti sogni di bambini
si infrangono sui pregiudizi. Io non nego l'esistenza di rom che rubano, dico
solo che esistono anche rom onesti. Purtroppo noi rom non scendiamo mai in
piazza per difendere il diritto ad essere rispettati. Per fortuna ci sta
pensando la Comunità Europea a bacchettare l'Italia per le discriminazioni nei
confronti delle minoranze rom e sinte. E' notizia di questi giorni la
pubblicazione delle Osservazioni Conclusive sull'Italia del Comitato per
l'Eliminazione della Discriminazione Razziale, in cui si dice che permangono
serie preoccupazioni per quanto accade nel nostro Paese a proposito delle
discriminazioni istituzionali subite da rom e sinti. Purtroppo queste notizie
non vanno mai sui giornali. Come sui giornali non è mai andata la notizia che
anche noi rom di Genova siamo andati a spalare il fango per ripulire la città
dopo l'alluvione. Speriamo che Marco Doria, se diverrà nuovo sindaco, si ricordi
anche di noi rom e sinti.
Mi rivolgo a Marco Di Gerlando.
- Eri mai entrato in un campo nomadi?
- Mai. Avevo letto la sceneggiatura di Sergio e mi aveva emozionato subito.
Quando sono entrato per la prima volta nel campo, non mi aspettavo di vedere
nulla di simile. Ho provato un'emozione fortissima. In quella situazione
soffocante, ho trovato però uno straordinario spirito di gruppo tra i rom. Non è
facile conservarlo in situazioni estreme come quelle di un campo nomadi.
E' stata un'esperienza indimenticabile. Non avevo mai conosciuto rom prima di
allora. Avevo come tutti dei pregiudizi, ma è bastato entrare lì dentro per
capire tante cose. Il pregiudizio frena il nostro arricchimento culturale e
limita il pensiero.
Il nostro cortometraggio, ad ogni modo, non fa la morale a nessuno, vuole solo
raccontare una storia che vale la pena di essere raccontata.
Di Fabrizio (del 29/03/2012 @ 09:42:21, in Europa, visitato 1923 volte)
Segnalazione e traduzione di Silvia Gobbo
25 marzo - 8 aprile
Apertura 25 marzo ore 18.00 L'Ambasciata Rom Norvegese con mostra "Dall'album di
famiglia della gente rom", è uno spazio culturale temporaneo messo in scena a
Tullinløkka ad Oslo. L'ambasciata funzionerà come allestimento culturale aperto
nel periodo dal 25 marzo fino alla giornata internazionale dei rom dell'8
aprile. L'ambasciata rom norvegese punta i riflettori sul fatto che la gente rom
non ha un luogo d'incontro ufficiale ad Oslo e in Norvegia. Il progetto è stato
sviluppato dal gruppo di architetti del Progetto di Comunità Rendere Compatta la
Città in collaborazione con Cultura Romanì, Associazione Norvegese dei Rom,
Popolazione Rom Novegese, Sjuvlliano Kerr, rappresentante dell'unione
internazionale dei rom in Norvegia, Misure per i rom, Anne-Stine Johnsbråten,
Lowri Rees e radiOrakel. Il progetto è supportato da: Fondazione Parola Libera,
Consiglio per gli Affari Culturali Norvegese e Museo di Storia della Cultura.
Domenica 25.03 h.18.00
Apertura dell'Ambasciata dei Rom Norvegese con la mostra "Dall'album di famiglia
della gente rom". (Anne-Stine Johnsbråten). Semplice rinfresco tradizionale,
interventi, appelli e intrattenimento culturale.
Lunedì 25.03 h.13.00
Prima trasmissione della radioRomano (trasmissioni quotidiane tutti i giorni
feriali) - prodotto da radiOrakel (FM: 99,3)
Mercoledì 28.03 h.20.00
Serata cinematografica: "Korkoro" di Tony Gatlif, con introduzione di Raya
Bielenberg.
Venerdì 30.03 h.17.00
Incontro aperto da Sjuvlliano Kerr - Donne rom unite
Sabato 31.03 h.14.00
Storia dei rom norvegesi - Seminario aperto. Proiezione del video di Natalia
Lund, intervento di Chalak Kaveh. Conduce: Maria Rosvoll (HL-senteret)
Domenica 01.04 h.16.00
Uno spazio per i rom - seminario aperto. Interventi di: Jan Jansen (Cultura
Romanì), Andreas Müller (Associazione Rom Norvegesi), Lars Demetri (Centro di
Cultura Rom Stoccolma), Erland Kaldaras (Centro di Cultura Rom Malmø). Conduce:
Harald Nissen (Consigliere Comunale).
Lunedì 02.04 h.19.00
Romanes - simposio della lingua. Linda Gabrielsen e Hanne Ramsdal ( Dizionario
fraseologico Norvegese - Romanes), Stefan Palison (dizionario Svedese - Romanes),
Jamanda Zedra Jansen.
Corso di scrittura in romanes 4-5-6-7 aprile 14.00-15.30.
Martedì 03.04 h.18.00
Foto di Rom - serata di presentazione
Progetti fotografici: Harald Medbøe e Anne-Stine Johnsbråten
Proiezione dei film: "Samson på reise" (Sansone in viaggio) di Lowri Rees, "Arven"
(L'eredità) di Svein Ove Hansli.
Giovedì 05.04 h.18.00
Serata grigliata rom. Grigliata di maiale intero e agnello, assaggi di diversi
cibi tradizionali rom.
Domenica 08.04 h. 14.00
Celebrazione della giornata internazionale dei rom PARTE PRIMA
Festeggiamenti con discorsi, rinfreschi e dolci al Museo di Storia.
h.15.00
Celebrazione della giornata internazionale dei rom PARTE SECONDA
Musica, canzoni e ballo nell'Ambasciata Rom Norvegese a Tullinløkka.
h.16.30
Celebrazione della giornata internazionale dei rom PARTE TERZA + Pasqua rom.
Festa al Nordi Black Theatre con servizio e musica dal vivo.
Indirizzo: Hollendergata 8 (Grønland, di fronte alla caserma della polizia).
fk, Czech Press Agency, translated by Gwendolyn Albert -
Berlin, 23.3.2012 20:53, (ROMEA)
Nel suo discorso inaugurale [...], il presidente entrante della Repubblica
Federale, Joachim Gauck, ha condannato in toto il neonazismo e le altre
manifestazioni di estremismo e fanatismo in Germania. L'11° presidente è stato
eletto [...] dalla stragrande maggioranza dei membri delcollegio elettorale
composto da parlamentari e rappresentanti dei vari stati federali.
Rivolgendosi al Parlamento, Gauck ha invitato i tedeschi ad avere confidenza
tanto in loro stessi che in quanti li stanno governando. Ha anche sottolineato
l'importanza della libertà e della giustizia sociale.
"Il vostro odio è la nostra motivazione. Non lasceremo il nostro paese allo
sbando. Appartenete al passato, la nostra democrazia vivrà," ha detto Gauck agli
aderenti al neonazismo. In Germania è ripreso il dibattito, dopo che l'anno
scorso si scoprì che membri dell'ultra destra avevano commesso una serie di
delitti contro gli immigrati.
Gauck ha respinto altre manifestazioni di estremismo e fanatismo nella società
democratica. "Potrete rallentare questo treno, ma non lo fermerete," ha detto
Gauck dell'estremismo in generale.
Ha anche accennato al suo argomento tradizionale, la libertà, e sottolineato che
la Germania dovrebbe essere uno stato socialmente giusto. "Uguaglianza e libertà
sono le basi dell'autorealizzazione," ha detto. Ha anche ripreso l'idea di
Europa e ricordato agli astanti l'eredità della storia tedesca, chiamando la
Germania il "paese del miracolo democratico."
Inoltre, Paul Polansky visiterà gli insediamenti rom di via Sacile
(domenica 1 aprile) e di via Idro 62 (lunedì 2 aprile). Si ringrazia il Gruppo Sostegno Forlanini per la
collaborazione. Ulteriori informazioni info@sivola.net
Milano, 24 marzo 2012 - Dejan Lazic è un rom nato in Italia ma per il giudice di
pace di Milano deve restare nel Cie di via Corelli.
Si tratta di una decisione opposta a quella presa ieri a Modena dove erano stati
liberati due fratelli bosniaci perchè nati nel nostro paese.
Lazic è nato a Moncallieri 24 anni fa. Ha sempre vissuto in Italia, ha
frequentato la scuola elementare (anche se non l'ha mai terminata). Non ha
chiesto la cittadinanza al compimento del 18 anno perché non sapeva di doverlo
fare. È uno zingaro che vive alla giornata, di espedienti. Ha anche dei
precedenti penali per piccoli furti. Nella stessa situazione sono anche i suoi
familiari. È stato portato a Corelli perché gli hanno notificato un
provvedimento di espulsione all'uscita del carcere (dove è stato detenuto 5 mesi
per scontare un vecchio procedimento definitivo).
Nel provvedimento prefettizio è stato scritto, su una sua presunta
dichiarazione, che si sarebbe sottratto ai controlli di frontiera facendo
ingresso in Italia nel 2005, senza poi richiedere il permesso di soggiorno.
Dejan Lazic è del tutto analfabeta. Davanti al giudice ha negato di aver fatto
tale dichiarazione.
Gli avvocati Eugenio Losco e Mauro Straini affermano di avere i documenti
relativi alla sua storia e di voler preparare al più presto ricorso avverso
l'espulsione avanti al giudice di pace di Milano.
Di Fabrizio (del 27/03/2012 @ 09:18:09, in Italia, visitato 1661 volte)
Salia (a sinistra) e Vesna, due generazioni, entrambe madri di bambini che
frequentano la scuola a Mirafiori -
LA STAMPA di
MARIA TERESA MARTINENGO
Un pezzo di quartiere si mobilita per aiutarli
TORINO:
Alla domanda «Cosa vorresti fare da grande?» una bimba risponde «la poliziotta»,
un bambino «l'avvocato». In condizioni di normalità, i sogni sono uguali. I
bambini della «comunità» rom di Mirafiori Sud, una cinquantina di persone in
tutto, di cui 30 minori, una metà dei quali - i più piccoli - da settembre
frequentano la scuola. La normalità che li fa sognare.
Intorno a loro e alle loro famiglie, «parcheggiate» nei dintorni del Parco
Colonnetti, si è mobilitato un bel pezzo di quartiere. Ai figli dei rom bosniaci
più poveri della città, «invisibili» per i censimenti - due generazioni nate qui
ma prive di documenti -, Pia, alla Locanda nel Parco, offre colazione e merenda.
Beppe Melchionna, del vicino Circolo Arci, ospita il camper di una famiglia in
cortile; la Casa del Parco - che lavora per la coesione nel quartiere - fornisce
quaderni, acqua calda e ascolto; le suore di Madre Teresa e i volontari di San
Remigio offrono docce e aiuto nei compiti.
«Qui c'è il più alto tasso di frequenza scolastica della città e forse
d'Italia», spiega Vesna Vuletic, presidente di Idea Rom, associazione impegnata
per favorire l'inserimento sociale e l'autonomia dei rom. «I dati della
Prefettura parlano di meno del 50% di frequenza scolastica negli insediamenti
torinesi. A Mirafiori si sfiora il 100%, nei momenti più difficili si è arrivati
all'85%». Aggiunge Giulio Taurisano, volontario ed esperto: «È successo quando
le famiglie, nel gelo di questo inverno, sono state allontanate e si sono
stabilite vicino al Cimitero Parco. Per accompagnare i bambini a scuola,
dovevano prendere due pullman. La maggioranza lo ha fatto».
Per capire, occorre fare un passo indietro. «Due anni fa, quando abbiamo aperto
la “Casa nel Parco” - ricorda Isabella De Vecchi della Fondazione della Comunità
di Mirafiori -, alcuni bambini di queste famiglie, che da vent'anni girano qui,
sono venuti e ci hanno chiesto di imparare a scrivere. A partire da quella
esigenza, con Idea Rom è nato un progetto».
Il progetto «Aerodrom» (aeroporto in bosniaco) vuole far «prendere il volo» alle
famiglie che vivono stipate in vecchi camper. «L'obiettivo è supportare
l'inserimento scolastico - dice Vesna Vuletic -, favorire l'emancipazione,
facendo comprendere ai genitori l'importanza dell'istruzione perché i figli
possano sperare in una vita migliore». Giulio Taurisano: «Sono state le madri ad
andare a iscrivere i bambini, sono state le madri a portarli a vaccinare,
nessuno si è sostituito a loro».
Idea Rom ha coinvolto i servizi sociali, la prefettura. «Queste famiglie sono
cittadine di Mirafiori - dice il presidente della Circoscrizione 10, Marco
Novelli -, presenti da anni sul territorio. Come amministrazione dobbiamo
prendere atto della loro presenza e aiutarle. Però chiediamo collaborazione
reciproca, chiediamo che si vada verso un'evoluzione. Ci sono nuclei che
rispondono bene, altri meno. Sull'istruzione le cose procedono, su altri fronti
si può fare meglio. La componente femminile è quella su cui puntare di più». Con
i documenti, sarebbe possibile assegnare borse lavoro e iniziare a pensare alla
casa. All'incontro con l'assessore Elide Tisi, Idea Rom ha chiesto che le
famiglie possano collocarsi in postazioni singole (non in un campo) per non
essere più oggetto di sgomberi.
Il preside della Cairoli, Ugo Mander, conferma il successo di quanto fatto fin
qui: «Avremo un passaggio dalla quinta alla prima media, ci sono bambini
iscritti alla materna per l'anno prossimo. Le mamme, nonostante la povertà
estrema in cui vivono, si comportano come tutte le mamme». Enrico Perotti,
presidente del consiglio d'istituto: «Dare normalità ai bambini serve anche ai
genitori, lo vediamo alle feste della scuola». La maestra Domitilla: «Questi
bambini ci ricordano che la scuola è un diritto di tutti e prima si comincia ad
andarci, meglio è: la stabilità abitativa è un requisito per renderlo
possibile».
La realtà dei rom di Mirafiori e le loro esigenze sono state riassunte, a
partire da «Aerodrom», in una lettera destinata al prefetto Di Pace, al sindaco
Fassino e all'arcivescovo, monsignor Nosiglia. «Nel 2001 - hanno scritto
operatori e residenti - la nonna di una decina di bambini rom, gravemente
malata, ha trascorso gli ultimi due mesi della sua vita ospite di un ortolano
nella baracca di un orto abusivo sulle sponde del Sangone. Dieci anni dopo i
suoi figli vivono in una condizione non dissimile». Poi le richieste:
collocazione provvisoria delle famiglie distribuita in postazioni singole,
perché non siano oggetto di continui sgomberi, sostenere l'ottenimento di
documenti; concedere spazi per l'accoglienza abitativa in attesa dei requisiti
per il successivo ingresso in casa. «Non crediamo - hanno spiegato - che la
realizzazione di un nuovo campo possa sostenere l'integrazione di queste
famiglie».
I Rom greci: gli emarginati sociali e le starBy Stella Tsolakidou,
19 marzo 2012, (storia originale di Iriri Papafilippaki)
Secondo informazioni del vicedirettore del dipartimento della polizia e
dell'ufficio cause penali di Kalamata, si sono registrate recentemente 34 rapine
o tentate rapine in appartamenti della più estesa regione di Messinia,
effettuate da persone di etnia rom.
Le agenzie di stampa newsbomb.gr e eleftheriaonline.gr segnalano anche
casi di furti nelle regioni di Corfu e Kalamata sin dal gennaio 2012.
La questione greca dei Rom, chiamati anche Tsigkanoi, rimane tuttora
controversa ed il governo deve prestare loro ulteriore attenzione, a causa della
difficile situazione economica che il paese sta attraversando. Ciò che manca ai
Rom sono gli incentivi. L'ultima iniziativa statale per migliorare la loro
qualità di vita è del 2010, con l'emissione bancaria di capitale che avrebbe
dovuto aiutare i Rom a combattere l'alienazione sociale. Tuttavia, gli ultimi
due anni sono stati un ostacolo allo sforzo generale.
Oggi vivono in Grecia circa 250.000 Rom, la metà dei quali sono membri attivi
della società greca. Difatti, alcuni di loro hanno posizioni di lavoro
permanente, ma la maggioranza non frequentano la scuola primaria. I Rom in
Grecia vivono sparsi su tutto il territorio in circa 70 insediamenti,
soprattutto nelle operazioni. Centri di rilievo in Grecia sono Agia Varvara,
Atene, con una importante comunità rom, e Ano Liosia, dove le condizioni non
sono buone.
I Rom sono comunemente conosciuti come "zingari" in molti altri paesi. Questo
termine abbastanza dispregiativo venne dato loro inizialmente dai Greci, che li
ritenevano originari dell'Egitto. Il termine "Rom" è universalmente da loro
adoperato, e nella loro lingua significa "uomo" o "uomo sposato". La storia dei
Rom in Grecia data dal XV secolo.
Famosi artisti rom greci
Anche se molti Rom vengono accusati di attività illegali, come contrabbando
d'armi e traffico di droga, ci sono diversi esempi di Rom che hanno eccelso o
eccellono attualmente nello scenario greco. Ecco alcuni dei più importanti
artisti rom:
Manolis Angelopoulos - (1939-1989) Leggendario cantante greco,
che ha guadagnato l'amore ed il rispetto dei suoi colleghi. Nato a Kavala da
genitori rom, Angelopoulos incise la sua prima canzone nel 1957. Sempre fiero
delle sue origini, ottenne popolarità negli anni '60 cantando canzoni d'amore,
ma anche su temi come i rifugiati greci ed i luoghi esotici.
Kostas Hatzis, famoso cantante e chitarrista, riconosciuto come
uno dei principali artisti ed innovativo creatore della canzone "sociale".
Lanciò in Grecia il modello "guitar-voice", come le ballate che portavano
messaggi sociali.
Makis Christodoulopoulos, famoso cantante di laika. Nato nel
1948 ad Amaliada da una povera famiglia rom, Christodoulopoulos ha percorso la
sua strada sino a diventare un cantante ed interprete di successo.
Vassilis Paiteris, musicista e cantante di Drapetsona.
Nato nel 1950, Paiteris iniziò la sua carriera professionale di cantante alla
giovane età di 13 anni.
Helen (Lavida) Vitali, considerata una delle voci femminili
più importanti degli ultimi 20 anni. E' nata ad Atene, in una famiglia dalla
vocazione musicale, ed è cresciuta girovagando con i suoi genitori.
Irene Merkouri,
cantante pop, la madre è di origine rom. Nata ad Atene nel 1981, Merkouri ha
perseguito una carriera professionale dal 2002.
Di Fabrizio (del 26/03/2012 @ 09:47:21, in Regole, visitato 1665 volte)
22 marzo 2012 - L'azienda pubblica Atac e l'Unar hanno sottoscritto un
accordo contro razzismo sui bus.
Autisti e personale di bordo dei mezzi pubblici romani si formeranno per
prevenire e contrastare fenomeni di discriminazione etniche e razziali.
È quanto prevede l'accordo sottoscritto a Roma, in occasione della Giornata
contro il razzismo, dall'azienda Atac e dall'Unar, l'Ufficio nazionale
antidiscriminazioni razziali.
Il protocollo è stato firmato dal direttore dell'Unar, Massimiliano Monnanni,
dall'assessore alla Mobilità di Roma Capitale, Antonello Aurigemma, e dall'Ad di
Atac, Carlo Tosti. L'accordo, in particolare, è destinato al personale dei mezzi
e mira a formare autisti e dipendenti alla prevenzione ed al contrasto delle
discriminazioni etniche e razziali che si potrebbero verificare sui mezzi dell'Atac.
"Questo protocollo – ha spiegato Monnanni – impone le parti a forme di
coordinamento operativo sul tema delle discriminazioni, promuove attività
formative per gli operatori di front line dell'azienda, come gli autisti di tram
ed autobus o gli addetti dei capolinea, e spinge all'organizzazione di convegni
e seminari comuni sull'argomento".
Verrà inaugurato un corso professionale per i Rom di Erenler, provincia di
Sakarya, grazie alla cooperazione tra il comune, il Centro Turco d'Impiego ed il
Centro Istruzione Pubblica di Erenler. Il corso, aperto alle donne Rom tra i 18
ed i 30 anni, durerà 60 giorni ed i tirocinanti saranno istruiti sulle macchine
tessili.
Il tirocinio verrà retribuito con 15 lire (8 $). Il progetto, studiato per
superare le barriere che i Rom affrontano nel settore dell'impiego privato, è
stato presentato alle Romnià nell'incontro introduttivo da Abdülvahit Uygar,
direttore del Centro Istruzione Pubblica di Erenler: "Abbiamo liberato le aule
per voi. E' un progetto proprio per voi. Vi prepareremo per una
specializzazione. Crediamo in voi. Presto avrete successo."
Il tasso di occupazione tra i Rom nel settore tessile, cresce di giorno in
giorno, soprattutto nelle grandi città. E' sottinteso che i Rom formati
attraverso corsi professionali, avranno maggior opportunità in un settore in cui
c'è troppa concorrenza.
Di Fabrizio (del 25/03/2012 @ 09:47:40, in media, visitato 1878 volte)
La testata online SANREMOnews tra giovedì e venerdì ha
dedicato ben SEI (6) articoli al fatto che nella città c'è una donna che mendica
con un bambino in braccio.
In realtà l'articolo è uno solo, le altre sono lettere al direttore ripostate
come articoli (fuori stagione Sanremo dev'essere una città davvero noiosa
e
dove non succede mai niente, se un fatto simile suscita tutta l'attenzione della
redazione...)
Purtroppo, è inutile prendersela col razzismo dei lettori, quando è
il giornalista (o la redazione stessa) che hanno, non un atteggiamento razzista,
ma semplicemente fuorilegge.
Dunque: dopo poche righe di descrizione del fatto, mi imbatto in questo
periodo (la divisione in due punti è mia):
La situazione purtroppo è grave e come è noto
l'accattonaggio è un reato punibile dalla legge
in questo caso è ancora più grave se si pensa che viene
fatto con un minorenne. Un modo probabilmente per impietosire ma
anche perchè non ci sono alternative.
Allora: Il reato di accattonaggio è stato abolito il 28 dicembre 1995
(!) eliminando l'art. 670 del CP, che puniva con 3 mesi d'arresto "chiunque
mendica in luogo pubblico e aperto al pubblico". Però è rimasta valida in
tutta Italia la proibizione dell'elemosina "in forma organizzata o causando
molestie o disturbo..." Quindi, la legge non punisce l'accattonaggio, ma il
suo sfruttamento. Se parliamo di sfruttamento, parliamo anche
di sfruttatore. Cosa - chi è sfruttatore? Sicuramente un
racket, piccolo o grande che sia. In assenza di altre prove, che nell'articolo
non ci sono, non mi sento di considerare tale una madre che è OBBLIGATA a
portare con sé il figlio, dato che non ha altro posto dove lasciarlo, se non una
roulotte - una baracca, a rischio sgombero.
Ma... ad oltre 15 anni dall'abolizione dell'art. 670 del CP, non sembra che
nessun legislatore abbia voluto intervenire sulla questione, ponendo così un
problema (molto italiano) di interpretazione della legge secondo i comodi del
più forte. Negli ultimi due anni, le norme del piano Maroni (dichiarato
anticostituzionale lo scorso novembre) hanno così fatto da pretesto per i singoli
sindaci e prefetti nel creare una specie di legislazione locale sui mendicanti,
indipendente dalla legge e dalle norme italiane. Succede qualcosa di simile a
Vipiteno, ma non è l'unico caso.
Non è tollerabile che un bambino stia tutto il giorno in strada a chiedere
l'elemosina con la madre. E' necessario un intervento contro questo fenomeno, in
crescita nella città, non tanto per il decoro ma perchè la strada non è il posto
per un bimbo.
Così termina l'articolo che darà il LA alle risentite reazioni dei
lettori, che se la prendono contro la madre ed il povero destino di suo figlio innocente, facendo
magari un po' di confusione, perché dopo poche righe la preoccupazione diventa
quella PER IL DECORO DELLA CITTA'. Insomma "causando molestie o disturbo..."
al buon vecchio senso comune, di chi un giorno invoca gli sgomberi, e quello
seguente si lamenta se chi non ha casa vaga con la prole appresso.
Ma la questione dell'articolo FUORILEGGE non termina qui: ci sono ben due
foto di una mendicante (ignoro se sia la donna in questione o un'immagine
d'archivio) col volto ben visibile. Credo che un giornalista che si dichiara
tale (non mi interessa la sua paga o la sua età, c'è una firma in coda
all'articolo e tanto basta a considerarlo giornalista), dovrebbe sapere che
gennaio scorso la
Cassazione ha stabilito che non si possono mettere volti di mendicanti sui
giornali e sui media. E se al giornalista la notizia fosse sfuggita, cosa ci sta
a fare il direttore responsabile?
(la risposta è semplice: compito del direttore è farsi inviare delle
lettere, che ripetano quanto suggerito dal giornalista, o presunto tale, e pubblicarle come
articoli!)
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